quadri famosi di Gauguin Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Mon, 01 Apr 2024 14:41:29 +0000 it-IT hourly 1 Il cavallo bianco, opera di Gauguin: storia e descrizione https://cultura.biografieonline.it/gauguin-cavallo-bianco/ https://cultura.biografieonline.it/gauguin-cavallo-bianco/#respond Mon, 01 Apr 2024 14:11:52 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=12306 E’ il 1898 quando Paul Gauguin dipinge “Il cavallo bianco“, un’opera che in seguito diventerà molto famosa. È il suo secondo soggiorno a Tahiti. E Gauguin ama esplorare i paesaggi selvaggi che circondano i villaggi, in cui spesso trova ristoro.

In quegli anni, Tahiti conserva un paesaggio incontaminato e lussureggiante, dove facilmente si possono incontrare animali allo stato brado, che si muovono liberi nella foresta.

Ciò che Gauguin vede e dipinge, non è solo la realtà del paesaggio o la bellezza della vegetazione, ma una sorta di visione onirica del mondo caraibico.

Il cavallo bianco (Gauguin, 1898)
Paul Gauguin: Il cavallo bianco (1898)

Il cavallo bianco: analisi del quadro

In questo quadro Gauguin dipinge immagini che evocano altre immagini ma che non corrispondono alla realtà: si tratta di una sorta di sogno che riprende però molti aspetti del paesaggio selvatico di cui era un appassionato osservatore. Non si vede il cielo ma solo un albero dai rami intrecciati con a fianco un cavallo che si disseta bevendo da un ruscello. Il corso d’acqua attraversa il dipinto partendo dall’alto e concludendo il suo viaggio in un piccolo laghetto.

Il protagonista del dipinto è il cavallo e il titolo si riferisce al colore del manto che però appare verde per via del riflesso della vegetazione. In primo piano sono visibili anche dei fiori, gigli per lo più, che insieme al disegno dell’albero rendono l’opera ancora più decorativa.

Simbolo spirituale

Il cavallo è un simbolo di spiritualità, rappresenta un passaggio fra la vita e la morte. Il bianco è un colore con importanti valenze spirituali per le popolazioni che abitano quei territori.

Il dipinto è privo di profondità e la posizione del cavallo e dei due cavalieri che cavalcano nudi sui loro destrieri, spostandosi verso l’alto del quadro, evidenziano ancora di più la verticalità dell’opera.

Un altro aspetto importante del quadro sono i colori. La scelta di Gauguin di utilizzare colori così accesi, come il verde della vegetazione e il blu dell’acqua, furono alla base del disappunto del committente dell’opera, che non gradì il fatto che il cavallo avesse un manto verdeggiante.

Invece la scelta del colore è coraggiosa perché rende l’opera ancor più decorativa ma allo stesso tempo la carica di rilevanti significati simbolici, che risaltano anche grazie alla luminosità del colore. E infatti proprio l’utilizzo di questi colori accentua ancor di più il bianco del cavallo e la carnagione dei cavalieri, che si muovono in un contesto di paradisiaca tranquillità.

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Caffè di notte ad Arles (Madame Ginoux), quadro di Gauguin https://cultura.biografieonline.it/caffe-di-notte-ad-arles-gauguin/ https://cultura.biografieonline.it/caffe-di-notte-ad-arles-gauguin/#comments Sat, 07 Jan 2017 12:21:14 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=20901 Tra il 1888 e il 1890 ad Arles, Paul Gauguin e Vincent van Gogh lavorarono sugli stessi temi. Entrambi realizzarono dipinti del Caffè di Arles e di Madame Ginoux. Gauguin in questo quadro che andiamo a raccontare – Caffè di notte ad Arles – ha reinterpretato i due lavori di Van Gogh, Il caffè di notte e L’Arlesiana (ritratto di Madame Ginoux, proprietaria del locale di Arles). Gauguin in questa opera ha unito i due soggetti: l’ambiente del Café de la Gare e la proprietaria al bancone, Madame Ginoux.

Caffè di notte ad Arles - Night Café ad Arles - Madame Ginoux - Gauguin - 1890
Caffè di notte ad Arles (Night Café ad Arles – Madame Ginoux) – Paul Gauguin, 1890. Olio su tela, 73 x 92 cm – Pushkin Museum, Mosca

Caffè di notte ad Arles (Madame Ginoux)

All’inizio del mese di novembre del 1888 Vincent van Gogh scrisse al fratello che Gauguin stava tentando di immortalare il caffè di notte che lui aveva già dipinto. Madame Ginoux era titolare del Café de la Gare di Arles, dove Van Gogh aveva soggiornato al suo arrivo in città. Il locale era stato frequentato da prostitute, tre delle quali sono proprio raffigurato da Gauguin sullo sfondo della sua versione.

Gauguin successivamente rielaborò la tela, aggiungendo la figura al lato estremo sinistro e l’uomo che conversa con le prostitute. Queste due figure, e Madame Ginoux stessa, erano già state dipinte – come detto – da Van Gogh, in altre opere.

L’opera di Gauguin è firmata in due punti: sul tavolo di marmo e sul bordo sinistro del tavolo da biliardo.

La storia di Gauguin e dell’orecchio tagliato di Van Gogh

Fu nel mese di ottobre del 1888 che Paul Gauguin si recò a Arles, su invito dell’amico Vincent van Gogh. L’obiettivo dell’olandese era di cercare di costruire una comunità di artisti. Van Gogh aveva a lungo sognato di creare questa comunità. Gauguin arrivò il 20 ottobre. Al 25 dicembre tutte le speranze di Van Gogh erano svanite, e i piani sfumati.

Spesso si è detto che Van Gogh si mozzò un orecchio a causa del litigio con Gauguin, che avvenne proprio in quei giorni. Ricerche epistolari più recenti hanno invece scoperto una lettera – datata 23 dicembre 1888 – in cui il fratello Theo van Gogh annunciava a Vincent le proprie nozze. Colto da un attacco d’ira, il pittore olandese, che all’epoca non aveva ancora venduto nessun quadro e dipendeva economicamente dal fratello Theo, prese un rasoio e si tagliò il lobo. Sta di fatto che Gauguin fuggì senza più rivedere il suo amico, e si sentì sempre amareggiato per questo.

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Paesaggio bretone. Il mulino David (quadro di Gauguin) https://cultura.biografieonline.it/paesaggio-bretone-mulino-david/ https://cultura.biografieonline.it/paesaggio-bretone-mulino-david/#respond Tue, 19 Apr 2016 12:23:07 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=17935 Il dipinto che andiamo ad analizzare si intitola “Paesaggio bretone. Il mulino David“, di Gauguin. Paul Gauguin non ama gli impressionisti. La sua ricerca pittorica non si limita a rappresentare la realtà e per questo non riesce a considerare i suoi colleghi, amanti della luce, al suo stesso livello. La sua visione è quella che Picasso racconterà per se stesso a Gertrude Stein nel bel libro da lei dedicatogli: Picasso (in Italia pubblicato da Adelphi), cioè che dietro a ciò che vediamo esiste un’altra realtà che va svelata e quando solleviamo il velo dobbiamo riuscire a mostrarla nel modo più chiaro possibile.

Paesaggio bretone - Mulino David - quadro di Gauguin - Brittany Landscape - David Mill
Paesaggio bretone. Mulino David (Brittany Landscape. David Mill) • Opera: olio su tela, Cm 73 x 92 • Il quadro è esposto al Musée d’Orsay di Parigi

Così cerca di fare Gauguin: cerca attraverso l’esperienza visiva di astrarsi e mostrare la sua visione spirituale della realtà. E il suo peregrinare per la Polinesia alla ricerca di questa visione spirituale della realtà, lo porta ad approfondire ulteriormente la sua teoria. I contemporanei che lavorano come lui, benché su piani diversi, sono Cézanne e Van Gogh, con i quali Gauguin condivide le sue riflessioni e che mostreranno con la loro originalità tre differenti modi di distaccarsi dagli impressionisti. Gauguin chiama lo scopo della sua ricerca  appunto “astrazione“.

Paesaggio bretone. Il mulino David: analisi del dipinto

Il dipinto “Paesaggio bretone. Il mulino David, realizzato nel 1894, dopo il suo ritorno da Tahiti, è proprio un esempio della sua ricerca. Si tratta di un’opera stilisticamente semplice. Gauguin usa un disegno nitido, linee verticali e linee orizzontali per dividere in parti omogenee la scena.

La semplicità dell’esecuzione e la scelta di colori che non sono sempre aderenti alla realtà, ricordano il dipinto di un bambino. Il dipinto appare compatto e chiuso in una realtà mitica e ancestrale.

Probabilmente, la ricerca di cui si è detto parte proprio da questo: voler rappresentare una fotografia che nella sua semplicità primitiva chiede un’attenzione particolare, al fine di mostrare l’attenzione con la quale Gauguin ha ricostruito i dettagli. E la sensazione che vuole infondere allo spettatore rispecchia proprio questa necessità di guardare oltre la pura realtà di colori e luce.

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La belle Angéle (Gauguin) https://cultura.biografieonline.it/belle-angele-gauguin/ https://cultura.biografieonline.it/belle-angele-gauguin/#respond Mon, 21 Sep 2015 13:40:44 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=15155 La bella Angéle è un celebre quadro: fu dipinto da Paul Gauguin nel 1889. Si tratta di un olio su tela che misura 92 x 73 cm. La signora ritratta è Marie-Angélique Sartre, un’ albergatrice di Pont-Aven, un paesino della Bretagna doveGauguin visse per un certo periodo della sua vita.

La belle Angele - Gauguin
La bella Angèle (1889, Olio su tela, Cm 92 x 73) – Musée d’Orsay, Parigi

All’epoca Marie-Angélique era una donna molto bella e Gauguin decise di ritrarla utilizzando una nuova sperimentazione formale. Tuttavia, il dipinto, che fu considerato da Degas un vero e proprio capolavoro, tanto che il pittore francese lo acquistò per la sua collezione nel 1891, non piacque alla donna che se ne lamentò con l’autore.

Gauguin – come è facile capire – ci rimase male, perché appena ebbe finito il dipinto, dichiarò alla stessa Marie che lo riteneva il suo ritratto più bello. E in effetti osservandolo con attenzione si vede come Gauguin abbia cambiato la prospettiva e non abbia seguito le regole basilari dello spazio ma abbia, invece, dipinto il quadro basandosi sulle regole delle stampe giapponesi.

Il busto della modella è inserito in un cerchio delimitato da un contorno nero che stacca la figura dallo sfondo decorativo. A fianco al ritratto, Gauguin disegna una ceramica peruviana, la quale ha il compito simbolico di accentuare l’incontro di generi diversi che il dipinto rappresenta.

L’opera “La belle Angéle“, al di là della sua bellezza formale, colpisce perché, a parer mio, è una sintesi speciale dell’amore di Gauguin per la simbologia primitiva e per il suo lavoro di semplificazione delle forme, portandole all’essenziale. In questa chiave di lettura il ritratto di Marie-Angélique diventa straordinario e la bellezza della donna appare in tutta evidenza, anche se tale evidenza non è immediata.

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L’atelier di Schuffenecker (Gauguin) https://cultura.biografieonline.it/gauguin-atelier-di-schuffenecker/ https://cultura.biografieonline.it/gauguin-atelier-di-schuffenecker/#respond Thu, 16 Apr 2015 08:16:01 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=13970 L’atelier di Schuffenecker” (indicato anche come La bottega di Schuffenecker) è un quadro curioso, perché rappresenta l’epilogo di un’amicizia, immortalata da un dipinto che rappresenta, senza alcuna possibilità di contestazione, un giudizio radicale di Paul Gauguin sul suo amico e la sua famiglia.

Atelier di Schuffenecker - Gauguin - 1889
La bottega di Schuffenecker (Atelier de Schuffenecker) – Realizzato nel 1889 da Paul Gauguin, oggi è possibile ammirarlo presso il Museo d’Orsay di Parigi

L’atelier di Schuffenecker: breve storia

Gauguin e Schuffenecker si erano conosciuti all’inizio degli anni ’70 presso un agente di cambio dove entrambi lavoravano. Anche Schuffenecker dipingeva ma con minor talento di Gauguin. Tuttavia, aveva riconosciuto il talento enorme dell’amico e lo aveva anche aiutato nei momenti di difficoltà. Gauguin, infatti, era stato ospitato nella casa di Schuffenecker e ne conosceva bene la famiglia.

Schuffenecker aveva anche organizzato una mostra di Gauguin all’interno del Café Volpini, a Parigi, permettendo a molti altri giovani pittori di conoscerlo e di apprezzarlo. Ma verso la fine degli anni ’80, dopo questa mostra, il rapporto fra i due cambia e la loro amicizia si deteriora. Proprio in questo periodo Gauguin dipinge questo quadro che, come si può immediatamente notare, non è certo lusinghiero nei confronti della famiglia Schuffenecker.

L’atelier di Schuffenecker: il quadro

Il quadro è stato realizzato nel 1889 e si tratta di un olio su tela che misura 73×92 cm. I protagonisti sono Emile e Louise Schuffenecker che compaiono insieme ai loro figli. Louise è rappresentata come una donna severa, chiusa in se stessa, con un carattere dominatore e sicuro di sé.

Gauguin la dipinge, quindi, come una padrona di casa non piacevole e questo può essere dovuto a qualche screzio che si è manifestato fra i due, forse quando Gauguin era ospite a casa loro o forse per qualche aspetto del rapporto che lui aveva con il marito e sul quale la moglie si è intromessa.

Difficile dirlo, non sono rimaste lettere, né testimonianze di questa amicizia. Comunque sia, la donna appare come un gigante dominatore nei confronti del marito, che invece sembra piccolo e sottomesso.

Emile, infatti, appare ridicolizzato e sminuito. Indossa delle pantofole troppo grandi e appare intimidito nei confronti della moglie. Gauguin lo dipinge come un ometto insignificante. Qualsiasi motivo li abbia allontanati, ha condannato Emile ad una immortalità di dileggio. I colori utilizzati da Gauguin in questo quadro ricordano Van Gogh, soprattutto l’utilizzo dei colori primari.

L’atelier di Schuffenecker” è un dipinto minore nell’opera di Gauguin e, tuttavia, suscita una certa emozione sapere che ciò che rimane dell’amicizia fra lui ed Emile è rappresentato solo da questo quadro, testimonianza di rancore nei confronti di una persona che lo aveva aiutato nei momenti di difficoltà economica.

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Il pasto (quadro di Gauguin) https://cultura.biografieonline.it/gauguin-il-pasto/ https://cultura.biografieonline.it/gauguin-il-pasto/#comments Wed, 04 Mar 2015 15:53:46 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=13518 Il pasto” fu dipinto nel 1891, poco dopo l’arrivo di Paul Gauguin a Tahiti. La tecnica utilizzata è olio su carta incollata su tela e misura 73×92 cm. Curiosamente non è un quadro che ritrae la vera vita tahitiana; anzi, dai volti dei bambini traspare una certa tensione ed un certo imbarazzo per il fatto di essere ritratti in quel contesto. La scena sembra costruita ed organizzata in modo premeditato e questo aspetto non toglie originalità all’opera: aggiunge invece inquietudine. E’ un quadro strano, dal significato difficile. Scoprirlo è come svelare un mistero.

Gauguin - Le repas - Il pasto - 1891
Paul Gauguin: Il pasto (Le repas, 1891) – Musée d’Orsay, Parigi

Il mistero del quadro “Il pasto”: analisi

Innanzitutto, non si tratta di un pasto: vi sono dei frutti e una ciotola ricolma di latte di cocco. I tahitiani non siedono a tavola per consumare il loro pasto, pertanto il quadro va visto come una doppia composizione: un ritratto dei bambini e una natura morta che riguarda la frutta, un recipiente, una ciotola e una zucca vuota posti sul tavolo.

Il coltello determina la prospettiva del dipinto. La grandezza delle banane e della ciotola attirano subito l’attenzione, sono enormi e occupano gran parte del quadro. Perché? La loro presenza dà un senso di ricchezza e di abbondanza, in contrasto con i visi dei bimbi che non sono felici di poter assaporare quei cibi.

La lettura di Gauguin, cioè la sua interpretazione, è puramente esotica e in questo dipinto manca la potenza delle opere successive. Eppure, il dipinto nasconde un mistero affascinante. Perché Gauguin decide di dipingere un quadro di questo tipo? Qual è il motivo per cui sceglie di ritrarre i tre bambini di fronte ad una natura morta? Si possono fare solo ipotesi, tuttavia il dipinto sembra contenere in sé una simbologia mistica.

L’unione fra cibo e fanciulli, in un contesto esotico, parrebbe unire l’interesse dell’autore per le raffigurazioni spirituali con l’incontro emozionante e scioccante che una nuova e diversissima civiltà, può avere suscitato in lui.

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Cristo giallo (quadro di Gauguin) https://cultura.biografieonline.it/gauguin-cristo-giallo/ https://cultura.biografieonline.it/gauguin-cristo-giallo/#respond Wed, 11 Feb 2015 11:47:38 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=13021 Autoritratto con Cristo giallo” fu realizzato da Paul Gauguin fra il 1890 e il 1891, in un periodo triste e difficile per il pittore, che si apprestava a lasciare la Francia per Tahiti. Era la prima volta che Gauguin si recava in Polinesia. La decisione di partire avveniva in un momento di grande difficoltà: era disoccupato, non aveva soldi e la moglie lo aveva abbandonato da poche settimane. La sua determinazione a dipingere e a farsi riconoscere come pittore era però ancora più forte di prima. Il quadro lo testimonia.

Autoritratto con Cristo giallo - Paul Gauguin - 1890-1891
Autoritratto con Cristo giallo (Paul Gauguin, 1890-1891 – Musée d’Orsay, Parigi)

Autoritratto con Cristo giallo: analisi del quadro

Gauguin appare in primo piano con un volto deciso e serio mentre, dietro di lui, fanno da sfondo due suoi quadri. “Il Cristo giallo“, un quadro intenso, in cui il Cristo appare con il volto di Gauguin. La sofferenza del Cristo è accentuata dalla scena in cui alcune donne non visibili in questo quadro sono inginocchiate in preghiera. Il contesto è rurale ed il colore della pelle di Gesù riprende quello del grano che circonda il crocefisso. In questo dipinto, il Cristo sembra abbracciare Gauguin che, con uno sguardo truce, osserva lo spettatore.

Cristo giallo - Paul Gauguin - 1889
Il Cristo giallo (Paul Gauguin, 1889 – Olio su tela – 92,5×73 cm – Albright-Knox Art Gallery, Buffalo)

A destra, invece, possiamo vedere il Vaso autoritratto in forma di testa grottesca, un oggetto che forse era adibito a tabacchiera, e che Gauguin aveva realizzato usando argilla. Il risultato gli piaceva, perché in qualche modo raffigurava l’istinto selvaggio e primitivo del pittore, che proprio in quei giorni stava per partire per lungo viaggio verso le isole della Polinesia dove avrebbe iniziato una nuova avventura artistica.

Questo è un altro aspetto importante del dipinto che in qualche modo segna una linea di confine, un cambiamento che lo avrebbe portato ad esprimere, in un amalgama perfetto, la sua anima selvaggia e il suo desiderio di spiritualità attraverso miti primitivi e istinti primordiali.

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Mata Mua, quadro famoso di Gauguin https://cultura.biografieonline.it/mata-mua-gauguin/ https://cultura.biografieonline.it/mata-mua-gauguin/#comments Mon, 10 Jun 2013 11:55:56 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=7443 Dipinto nel 1892, Mata Mua è un’opera dell’artista francese Paul Gauguin. Si tratta di un olio su tela che misura 91 x 69 cm ed attualmente è esposto al museo Thyssen-Bornemisza. Nelle sue lettere Gauguin racconta di aver trovato una valle all’interno della quale viveva un popolo primitivo che aveva sviluppato un equilibrio straordinario con la natura. Questo popolo svolgeva dei riti pagani. Nel ritratto infatti viene rappresentata la celebrazione della dea Hina, divinità della luna.

Mata Mua, quadro famoso di Gauguin
Paul Gauguin, Mata Mua (1892). Un dettaglio del quadro

Alla fine dell’800 la civiltà occidentale iniziava a confrontarsi con cambiamenti epocali. Il novecento si apriva verso grandi scoperte e terribili tragedie. Gli artisti avrebbero ricoperto un ruolo importante ma molti di loro sentivano stretta e soffocante la realtà da cui provenivano e guardavano con interesse alle nuove esplorazioni e alla scoperta di terre lontane da cui trarre nuove ispirazioni. Lo scopo per molti di loro era quello di trovare dei contesti primitivi, in cui fosse possibile riprodurre immagini, colori e soggetti che esprimessero un mondo innocente e incontaminato. Fra questi artisti c’era anche Paul Gauguin, che aveva deciso di lasciare Parigi alla volta della Polinesia, proprio per trovare qualcosa che gli avrebbe permesso di scoprire e approfondire immagini e contesti di un mondo primigenio.

Nel 1891 approdò in Polinesia ma rimase deluso della capitale Papeete e quindi decise di proseguire per Tahiti. Lì sperava di trovare un equilibri fra natura ed esseri umani, senza alcuna mediazione del progresso. Trovò quello che cercava e lo riprodusse in diverse opere. Mata Mua è una di queste.

Mata Mua (1892) quadro di Paul Gauguin
Mata Mua. L’immagine intera del dipinto.

Analisi di Mata Mua

L’ambientazione del dipinto si sviluppa in un’atmosfera idilliaca, in cui la sacralità della cerimonia viene tratteggiata in modo semplice, affinché lo spettatore possa cogliere tutta lo splendore del rito. Osservando il dipinto si può notare una donna che suona il flauto, mentre altre donne, poco distanti, ballano muovendosi attorno alla statua della dea.

Attorno ammiriamo la natura con il suo splendore di colori caraibici. In Mata Mua c’è una ricostruzione molto accurata, ricca di dettagli e che restituisce allo spettatore una sorta di fotografia di un rito destinato a scomparire. Vi è una similitudine fra le stampe cinesi e questo quadro, non solo nell’uso dei colori ma anche per alcuni disegni, come quello dell’albero posto al centro dell’opera. Mata Mua non è il dipinto più famoso e importante di Gauguin ma è significativo di un periodo della sua produzione artistica che avrebbe portato ad una svolta nel percorso estetico del pittore.

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Due donne tahitiane sulla spiaggia, celebre quadro di Gauguin https://cultura.biografieonline.it/gauguin-due-donne-tahitiane-sulla-spiaggia/ https://cultura.biografieonline.it/gauguin-due-donne-tahitiane-sulla-spiaggia/#comments Fri, 23 Nov 2012 09:48:23 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=4867 Due donne tahitiane sulla spiaggia è un famoso dipinto di Paul Gauguin realizzato nel 1891. E’ una delle prime opere della sua esperienza a Tahiti, isola in cui il pittore francese  si trasferì nel 1891. Si tratta di una pittura ad olio su tela di 69×91 cm, attualmente conservata nel Musee d’Orsay di Parigi.

Due donne tahitiane sulla spiaggia, Gauguin
Paul Gauguin, Due donne tahitiane sulla spiaggia (1891)

La scelta di trasferirsi a Tahiti per cercare un luogo di pace e di pura, primitiva bellezza, in cui dedicarsi completamente alla pittura, nasceva da alcuni problemi economici che il pittore aveva dovuto affrontare negli ultimi anni a causa, forse, di speculazioni borsistiche sbagliate che gli avevano eroso il patrimonio e ad una spasmodica ricerca di assoluta libertà.

La sua fu una scelta radicale che cambiò anche la sua arte. Nel quadro sono ritratte due donne tahitiane sedute su una spiaggia, in un momento di riposo. Questo soggetto pittorico è tipico del primo soggiorno di Gauguin nel Pacifico. Sono composizioni di vita semplice in cui le figure spiccano in primo piano e assumono un’importanza maggiore rispetto al contesto.

I contorni sono segnati con un nero deciso che irrobustisce i tratti delle donne raffigurate. In questo quadro si vede una donna più matura, sulla destra, seduta con le gambe incrociate mentre la secondo ragazza, più giovane, è girata di spalle. I volti sono malinconici e creano un’atmosfera intima, quasi sacrale. La posizione dei corpi dà un senso di armonia e di equilibrio creando un’atmosfera di serenità e tranquillità che coinvolge lo spettatore senza catturarlo completamente.

Il mondo esotico di Tahiti viene rispettato da Gauguin anche in questo sottile e sfumato distacco. E’ la presentazione di un mondo di profonda bellezza ma anche molto lontano dall’Europa e da un Occidente che il pittore aveva lasciato con critica consapevolezza.

Gauguin, Parau Api (1892)
Parau Api (1892)

Gauguin amava questo soggetto, tanto che ne realizzò un altro l’anno successivo intitolato Parau Api in cui la donna di destra indossa un abito di diversa fattura, attualmente il quadro è conservato a Dresda nel museo Staatliche Kunstsammlungen.

 

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