quadri di Manet Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Wed, 03 Jan 2024 10:33:24 +0000 it-IT hourly 1 Il bar delle Folies-Bergère (quadro di Manet) https://cultura.biografieonline.it/manet-bar-folies-bergere/ https://cultura.biografieonline.it/manet-bar-folies-bergere/#comments Thu, 13 Jul 2023 10:46:59 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=12048 Il bar delle Folies-Bergère (Le bar aux Folies Bergère) è un celebre dipinto realizzato dall’artista francese Edouard Manet, nel periodo che si snoda tra il 1881 e il 1882. Si tratta di un’opera realizzata a olio su tela delle dimensioni di cm 96 x cm 130 e conservato a Londra, presso la Courtauld Gallery.

Manet: Il bar delle Folies-Bergère (1881-1882)
Il bar delle Folies-Bergère (Le bar aux Folies Bergère) • Quadro famoso di Edouard Manet del 1882

Una natura morta come testamento

Quest’opera rappresenta il testamento del pittore, poiché ne mostra l’evoluzione del percorso artistico, passando dall’amore realistico per il quotidiano, al gusto per la natura morta; l’evoluzione che porta altresì dall’uso di colori piatti e senza chiaroscuro, alla suggestione delle luci riflesse nello specchio dietro al bancone.

Analisi della scena

Assistiamo ad una vera e propria adesione piena dell’autore allo stile impressionista, che Manet aveva contribuito a far nascere, ma dal quale aveva sempre mantenuto le distanze.

Ci troviamo in un ambiente alla moda raffigurante la borghesia parigina del tempo nel vasto salone delle Folies-Bergère.

L’impressione che traspare è quella di trovarsi di fronte ad una scena convenzionale, in cui la cameriera Suzon si trova al centro del dipinto e ci sta guardando con un’aria decisamente assorta.

La barista è rappresentata, anch’essa con uno sguardo triste e assente, incurante del rumore che la circonda dato dalla folla che è presente nel locale. Ciò simboleggia la metafora della crisi sociale dei tempi dell’industrializzazione.

Il bar delle Folies-Bergère: il quadro

Lo spazio di rappresentazione è molto ristretto e comprende appena il piano del bancone e lo spazio retrostante dove si trova la cameriera, personaggio reale che Manet dipinse in diverse sue opere.

La specchiera che si trova dietro la donna mette in evidenza tutto il movimento di folla che si trova all’interno del locale, permettendo lo sdoppiamento della figura della donna e permettendoci di ammirare il riflesso di un uomo che le sta di fronte.

Questo effetto illusionistico di spazialità riflessa è probabilmente un omaggio all’opera del pittore spagnolo Velàzquez.

Nel bar delle Folies-Bergère di Manet la luce penetra in modo impressionista, grazie a grandi lampadari che si riflettono allo specchio, con l’utilizzo di colori puri, vivi, che animano la stessa cornice.

L’artista, grazie a tocchi di colore, riesce a dare l’impressione della folla e del chiasso che dame e gentiluomini producono all’interno del locale.

In primo piano, nel quadro, spiccano la fruttiera, le bottiglie, l’abbigliamento ed infine l’acconciatura della cameriera.

Un punto di riferimento

Grazie all’immediatezza della visione, alla chiarezza della luce, alla semplicità del soggetto, questo quadro è considerato un vero e proprio punto di riferimento per l’intera generazione impressionista

Manet, grazie alla sua opera, ha aperto in modo definitivo e assoluto la strada alla pittura delle emozioni e della libertà espressiva.

La birra

Le bottiglie raffigurate da Monet sul bancone, in basso a sinistra e in basso a destra, appartengono ad un marchio brassicolo inglese ricco di storia: si tratta di bottiglie di birra Bass, Pale Ale. Esse sono molto riconoscibili dal caratteristico triangolino rosso.

Una curiosità: La stessa birra compare in diverse altre opere d’arte di altri pittori. Picasso inserì la stessa birra in alcune sue opere cubiste.

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Georges Clemenceau, ritratto da Edouard Manet: analisi del quadro https://cultura.biografieonline.it/clemenceau-manet/ https://cultura.biografieonline.it/clemenceau-manet/#respond Wed, 03 May 2017 19:07:53 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=22364 Edouard Manet realizza, fra il 1879 e il 1880, un ritratto di Georges Clemenceau, primo ministro di Francia dal 1906 al 1909 e in seguito dal 1917 al 1920. Fu lui a rappresentare la Francia durante i trattati di Versailles che portarono, dopo la Prima guerra mondiale, ad un nuovo equilibrio europeo. Equilibrio tuttavia assai precario, considerato che dopo pochi anni scoppiò un secondo conflitto mondiale.

Georges Clemenceau - portrait - Manet

Il ritratto pare non piacesse a Clemenceau, che infatti lo definì apertamente un brutto ritratto che non lo rappresentava adeguatamente e che riteneva fosse un fatto positivo non averlo acquistato.

Infatti, il ritratto non venne acquistato nemmeno dalla famiglia e dagli eredi dell’uomo politico. Solo in seguito divenne parte della collezione del museo del Louvre (oggi il quadro è però conservato presso il Musée d’Orsay, sempre a Parigi).

“Il mio ritratto eseguito da Manet? Davvero brutto, non lo possiedo, e ciò non mi addolora. Si trova al Louvre e io mi domando per quale motivo.” (G. Clemenceau)

Georges Clemenceau - ritratto - Manet
Ritratto di Clemenceau (Edouard Manet, 1879-1880) • Olio su tela • Cm 94,5 x 74

Georges Clemenceau: analisi del ritratto

Al di là dell’aspro e tagliente giudizio di Clemenceau, si tratta di un dipinto interessante di Manet. Esso rappresenta bene la determinazione e la fierezza dell’uomo politico. Inoltre, anticipa di alcuni anni la tecnica pittorica del ritratto che verrà utilizzata nel XX secolo. E’, in effetti, un ritratto moderno sia per il tratto che per il colore utilizzato. Manca lo sfondo e il tratto pittorico è molto definito, sbrigativo, conciso, rapido ed essenziale. Tanto che proprio l’immediatezza visiva della figura dell’uomo politico, determina anche la sensazione visiva di osservare un uomo energico, impavido, sicuro di sé, ironico, pratico e distaccato.

Pare che Edouard Manet non abbia dipinto il soggetto dal vero, ma abbia dovuto utilizzare due foto di Clemenceau. Una foto che riprende l’intera figura dell’uomo, ed è conservata nell’archivio di famiglia, scattata dal fotografo Wilhem Benque; l’altra, invece, che inquadra solo il suo volto.

La tecnica pittorica è quella essenziale dei dipinti giapponesi. Nel quadro la forza espressiva dell’uomo sovrasta le tonalità del colore dell’abito. E dove tutto è essenziale, affinché la personalità di chi è ritratto appaia con tutte le sfumature del suo carattere.

La critica, in seguito, ha consacrato quest’opera di Manet come un dipinto in cui il pittore scompare, per lasciare tutta la forza espressiva del soggetto rappresentato.

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Lola de Valence, quadro di Manet: storia e analisi https://cultura.biografieonline.it/lola-de-valence-manet/ https://cultura.biografieonline.it/lola-de-valence-manet/#respond Thu, 09 Mar 2017 15:50:29 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=21706 Il dipinto Lola de Valence è uno dei capolavori che recano la firma del pittore francese Edouard Manet. Si tratta di un dipinto che mette in risalto tutta la passione dell’artista nei confronti della scena artistica spagnola. Osservando la produzione artistica di Manet ci si rende conto di quanta influenza abbia avuto su di lui la cultura iberica in generale. Inoltre i temi spagnoleggianti erano piuttosto in voga in quel periodo storico. L’opera Lola de Valence è oggi conservata presso il Musée d’Orsay di Parigi. Realizzata nel 1862 con la tecnica dell’olio su tela, misura 123 x 92 cm.

Lola de Valence
Lola de Valence (Manet, 1862)

Lola de Valence, storia e descrizione del quadro di Manet

Nel dipinto viene raffigurata una ballerina madrilena con un costume tipico andaluso. Lola sta per esibirsi in uno spettacolo e indossa una gonna ampia a balze con fiori rossi ricamati. Ha inoltre una mantella che le copre le spalle. La ballerina è in posa, con un piede davanti all’altro, ed in mano ha un ventaglio.

La protagonista del quadro è Lola Melea, una ballerina di successo amica di Manet. Il suo atteggiamento è sottolineato dallo sguardo che incrocia quello di chi osserva, dal busto ben eretto e rigido, dalla postura dei piedi. L’atteggiamento ricorda quello di un dipinto di Goya (Ritratto della duchessa de Alba in nero), raffigurante la nobildonna Maria Teresa Cayetana de Silva, duchessa de Alba.

Duchessa de Alba in nero - Goya - 1797
Duchessa de Alba in nero (Goya, 1797)

Oltre che al francese Daumier, anche questa volta – come per il quadro Il balcone – Manet si sarebbe ispirato all’artista iberico Goya (vi è un riferimento a Goya anche nel Ritratto a Émile Zola).

Critiche

Anche quest’opera di Manet, come diverse sue altre, è stata oggetto di critiche piuttosto aspre da parte degli esperti di arte. Questo quadro fu accolto piuttosto freddamente dal pubblico. Un critico in particolare, Paul Mantz, parlò addirittura di “arte non sana” e definì il dipinto “una caricatura di colore”.

Il dipinto di Manet raffigurante la ballerina spagnola in procinto di esibirsi per il suo pubblico piacque invece molto allo scrittore Charles Baudelaire, famoso scrittore dell’epoca, che scese in campo per difendere Manet dai numerosi e accaniti detrattori.

Baudelaire restò così colpito dal dipinto Lola de Valenceda volergli dedicare alcuni versi.

Tra tutte le bellezze che ovunque si possono vedere
capisco bene, amici, che il desiderio oscilla

ma in Lola de Valence inatteso scintilla
l’incanto di un gioiello rosa e nero.
(BAUDELAIRE)

Anche questi furono però bersagliati dalla critica ufficiale, che non coglieva nella ballerina raffigurata da Manet l’incanto di cui scriveva Baudelaire. Anzi, il pubblico notò piuttosto una certa mascolinità nelle sembianze della Lola di Manet.

Il dipinto suscitò polemiche e scalpore anche per l’erotismo che la donna sembra trasmettere nella sua postura e nello sguardo.

I dettagli

Osservando attentamente il quadro, ci si accorge di quanto l’autore sia stato attento ai dettagli, soprattutto quelli riguardanti l’abbigliamento di Lola. La mantilla a contrasto con la vaporosa gonna a balze e il felice accostamento tra il fondo nero e i colori sgargianti dei vestiti, colpiscono in maniera particolare l’osservatore.

Nella “Lola de Valence” Manet utilizza una tecnica pittorica assai originale, in quanto non esiste “passaggio tonale”. Pare che questo elemento sia stato molto apprezzato dagli Impressionisti. Questi artisti infatti prediligevano, come lo stesso Manet, scene di strada e paesaggi realizzati stilisticamente nella maniera più “libera” possibile.

Lo sfondo

L’opera pittorica è ambientata dietro le quinte di un teatro, si intravede infatti sia il palcoscenico che un accenno di pubblico. Lo sfondo del quadro, originariamente nero, è stato poi ripreso da Manet, che vi ha aggiunto qualche cenno di persone sedute, in veste di pubblico che assiste.

Nel 1873 un cantante lirico, Jean-Baptiste Faure acquistò quest’opera di Manet: è possibile che in questa circostanza l’artista sia intervenuto ad aggiungere l’ambientazione teatrale al dipinto, che in origine aveva invece un fondo omogeneo. Il dipinto passò poi al Museo parigino del Louvre ed infine al Museo presso cui si trova oggi.

Giunto alla fine dei suoi anni, Manet dipinse soltanto fiori e nature morte. Si distaccò così dai temi “cari” all’Impressionismo di cui è stato un valido esponente.

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Ritratto di Émile Zola, quadro di Manet https://cultura.biografieonline.it/ritratto-di-emile-zola-manet/ https://cultura.biografieonline.it/ritratto-di-emile-zola-manet/#comments Wed, 08 Mar 2017 21:25:46 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=21680 Edouard Manet è uno dei più famosi pittori dell’Ottocento. Di lui si è molto parlato. Non solo del suo talento artistico, ma anche di tutti gli scandali in cui nella vita è stato coinvolto. Tra le opere di Manet ce n’è una particolarmente interessante, che ha come protagonista lo scrittore francese Émile Zola. Il Ritratto di Émile Zola, come il dipinto Il Balcone di Manet, è stato realizzato nel 1868, ed è anch’esso conservato presso il Musée d’Orsay di Parigi.

Ritratto di Emile Zola - Manet - 1868
Ritratto di Émile Zola (Manet, 1868)

Il rapporto tra Edouard Manet ed Émile Zola

Lo scrittore francese Émile Zola era all’epoca un letterato particolarmente noto. Egli aveva difeso più volte il pittore da alcuni attacchi, in occasione dell’esposizione di opere al Salon de Refuses. Con molta probabilità il ritratto di Émile Zola è un regalo che Manet ha voluto fare allo scrittore per ringraziarlo. Pare che Zola fosse interessato soprattutto agli artisti meno approvati e più osteggiati dalla critica ufficiale.

Il talento del Signor Manet è fatto di semplicità e di esattezza. Senza dubbio, davanti alla natura incredibile di alcuni dei suoi colleghi si sarà deciso ad interrogare la realtà, solo con sé stesso: avrà rifiutato tutta la perizia acquisita, tutta l’antica esperienza, avrà voluto prendere l’arte dall’inizio, cioè dall’osservazione esatta degli oggetti. Si è dunque messo coraggiosamente di fronte a un soggetto, ha visto questo soggetto per larghe macchie, per opposizioni vigorose, e ha dipinto ogni cosa così come la vedeva. (ÉMILE ZOLA)

Probabilmente Edouard Manet si sentiva molto “vicino” ad Emile Zola, in quanto anche quest’ultimo si trovava nell’occhio del ciclone nel mondo artistico e letterario dell’epoca. La causa era la trama piuttosto scandalosa del suo romanzo intitolato Therese Raquin, che raccontava l’adulterio consumatosi tra Therese, moglie di un impiegato della Ferrovia, ed il giovane artista Laurent. Emile Zola è considerato il precursore della corrente di pensiero naturalista.

Ritratto di Émile Zola, descrizione del quadro

Per quanto riguarda la struttura del dipinto, che appunto raffigura Émile Zola intento a leggere un libro, ciò che colpisce subito l’occhio è la presenza di colori piuttosto scuri. L’unico elemento luminoso che spicca nell’intero quadro è il volume che lo scrittore sta sfogliando.

In alto a destra sono riportate alcune riproduzioni di opere d’arte giapponesi. In rilievo vi è una stampa raffigurante un guerriero. Era molto forte l’influenza del Giappone sull’arte impressionista dell’epoca, e su quella di Manet in particolare. Sempre in questo ambiente del dipinto vi è la riproduzione di un’altra opera artistica, intitolata Olympia, che è l’opera di Manet preferita dallo scrittore francese.

Olympia - Manet - 1863
Olympia (Manet, 1863)

Sul lato sinistro del dipinto vi è un’altra riproduzione artistica proveniente dal Giappone. Si vede anche un’iscrizione del pittore Goya riferita ai Bevitori (Trionfo di Bacco) di Velázquez, a simboleggiare la predilezione che Manet aveva per l’arte spagnola.

Altro elemento che colpisce chi osserva il dipinto di Manet dedicato ad Emile Zola è che questo non guarda l’osservatore. La scelta di Manet è quella di dare una maggiore naturalezza al dipinto senza però privare il protagonista di autorevolezza e prestigio. A detta dei critici d’arte, vi è riuscito benissimo.

Edouard Manet è molto bravo a riportare nel “Ritratto di Émile Zola” i diversi elementi che servono a ricostruire la personalità dello scrittore. Il dipinto fu realizzato nello studio del pittore, che venne allestito per la circostanza.

Zola è seduto alla scrivania e sta leggendo. Con molta probabilità il testo è “La storia dei pittori” di Charles Blanc, un libro che lo stesso Manet consultava spesso. Sul tavolo fanno bella mostra un calamaio ed una penna (che simboleggiano la sua attività di scrittore), ed anche una monografia del pittore.

Breve analisi

Il dipinto “Ritratto di Emile Zola” segna l’inizio di un’amicizia profonda tra Manet e lo scrittore, entrambi con personalità assai simili e alla ricerca di affermazione e successo nel campo artistico e letterario.

Per quanto concerne lo stile pittorico, anche questo dipinto di Manet è realizzato con la tecnica di olio su tela. Alcuni critici d’arte come John Richardson (che tra l’altro è il biografo di Pablo Picasso) hanno evidenziato come l’ambiente del dipinto risulti piuttosto piatto e priva di movimento. Ma questa caratteristica sembra essere stata voluta da Manet, che ha preferito curare il personaggio protagonista nei dettagli.

Un quadro è una combinazione originale delle linee e dei toni che si mettono in evidenza. (MANET)

Il talento di Manet è basato sull’autenticità e la semplicità. Anche questo dipinto rivela il suo stile pittorico impressionista oltre che il temperamento dell’artista, avvezzo a penetrare nella profondità dei soggetti che ritrae. Secondo alcuni critici d’arte questo dipinto rende Manet uno dei precursori del Realismo nell’arte.

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Il Balcone, storia e descrizione del quadro di Manet https://cultura.biografieonline.it/il-balcone-manet/ https://cultura.biografieonline.it/il-balcone-manet/#comments Mon, 06 Mar 2017 16:17:18 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=21677 Realizzata con olio su tela, l’opera Il Balcone di Edouard Manet, pittore impressionista francese, riporta la data del 1868-1869. Il dipinto autografo, conosciuto anche con il titolo di “Quattro persone a un balcone” si trova esposto a Parigi, nel Museo d’Orsay. I quattro personaggi raffigurati nel quadro (misura 169 x 125 cm) sono tutti conosciuti dall’artista.

Il balcone di Manet
Il balcone (Edouard Manet, 1868-1869) • Olio su tela • Cm 170 x 124,5

Il balcone di Manet: descrizione e storia del quadro

In primo piano Manet ha dipinto in abito scuro il pittore esperto di paesaggi Jean Baptiste Antoine Guillemet, poi c’è sua cognata Berthe Morisot (che appare seduta), la violinista Fanny Claus che è sulla destra. Alle loro spalle si intravede la figura di Leon Leenhoff, figlio di Manet, con un vassoio di bevande in mano. Oltre ai quattro personaggi, si intravede anche un cane che quasi scompare tra le balze del vestito.

Si dice che per Manet non fu facile realizzare questo dipinto, poiché solo dopo cinque sedute poté dedicarsi ai particolari e fare a meno dei modelli. Questa opera di Edouard Manet fu accettata dalla giuria del Salone nel 1896. In questa occasione venne mostrata al pubblico. In realtà Il Balcone di Manet non riscosse subito grande successo. Anzi, fu abbastanza criticato a causa dell’eccessivo contrasto di colori presente. Inoltre lo stesso artista francese fu al centro di numerosi scandali che ne offuscarono la popolarità e il consenso.

Le differenze con il quadro di Goya

In molti ritengono che, per la realizzazione di questo dipinto, Manet si sia ispirato all’opera di un artista altrettanto famoso quanto lui, lo spagnolo Francisco Goya. Il quadro richiamato in particolare si intitola “Le Majas al balcone”. In effetti ci sono numerose somiglianze. Ad avvalorare l’assunto vi è il fatto che le opere sono state realizzate all’incirca nello stesso periodo.

Majas al balcone - Goya
Majas al balcone (Francisco Goya, 1808-1814) • Olio su tela, 195 x 125,5 cm • Metropolitan Museum of Art di New York

I critici d’arte che hanno esaminato il dipinto dell’artista francese hanno rilevato come, in realtà, i quattro personaggi sembrino alquanto “scollegati” tra loro. Nessuno compie qualche gesto che lasci intravedere una qualsivoglia forma di interazione o collaborazione. La cognata dell’artista, Berthe, per come è rappresentata, sembra incarnare la protagonista di un romanzo per la sua aria romantica e sognatrice. Le altre due figure stanno per conto loro senza avere nulla in comune con questa. In seguito Berthe Morisot poserà anche per altri quadri di Manet, diventando una delle sue modelle preferite.

Analisi

Altro appunto mosso al quadro è che sono stati utilizzati colori troppo in contrasto sulla tela. Il verde acceso della ringhiera del balcone e dei lati dello stesso si contrappone nettamente ai colori scuri del fondo, così come si ha un contrasto con i colori chiari dei vestiti delle donne.

Il fatto che i personaggi nel dipinto appaiano immobili e persi nei loro pensieri, non concede spazio al racconto né ad analisi varie. Questa modalità di raffigurazione, però, deriva dalla precisa scelta di Manet di non seguire rigide regole accademiche o di stile. I critici d’arte non ebbero a dire nulla circa la maestria stilistica con la quale Manet ha saputo dipingere i personaggi della tela. Ciò che manca è un vincolo tematico tra i protagonisti.

In una figura, cercate la grande luce e la grande ombra, il resto verrà da sé. (E. MANET)

Commento

Sicuramente si tratta di un’opera pittorica che segna una “rottura” con le convenzioni e le tradizioni dell’epoca. E proprio per questo il pubblico contemporaneo lo ha aspramente criticato. Rispetto alle opere contemporanee e alle altre dello stesso Manet, “Il Balcone” appare più vero e meno artefatto. Guardandolo dalla giusta prospettiva si riescono a cogliere sia le macchie di colore in contrasto tra loro, che il sapiente effetto del chiaroscuro.

Un velo di tristezza avvolge i protagonisti del dipinto di Manet. Sono tutti assorti nei loro pensieri e hanno il volto piuttosto contrito. Nonostante il clima primaverile permetta finalmente di restare affacciati al balcone a guardare la vita che fuori pullula.

Edouard Manet è considerato uno dei maggiori interpreti dell’arte pre-impressionista. E’ un autore che ha saputo interpretare con grande maestria la realtà borghese dell’epoca.

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Sulla spiaggia (quadro di Manet) https://cultura.biografieonline.it/manet-sulla-spiaggia/ https://cultura.biografieonline.it/manet-sulla-spiaggia/#comments Tue, 24 Mar 2015 16:58:33 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=13779 Edouard Manet dipinse questa tela, dal titolo “Sulla spiaggia” mentre trascorreva le sue vacanze a Berck-sur-Mer, un piccolo paese situato vicino a Calais, in compagnia della moglie e del fratello. La realizzazione del quadro avvenne in plein air e, se si ha la fortuna di poter ammirare il dipinto dal vivo, si possono ancora vedere delle tracce di sabbia mescolate all’impasto del colore. Il quadro è stato realizzato nel 1873. La tecnica utilizzata è olio su tela.

Manet - Sulla sabbia - 1873 - Sur la plage - On the beach
Edouard Manet, Sur la plage (Sulla spiaggia, 1873, Musée d’Orsay, Parigi)

Sulla spiaggia: analisi del quadro

Nel dipinto appaiono la sorella di Manet, immersa nella lettura di un libro, e il fratello, che osserva l’orizzonte, nella stessa posizione del dipinto “Colazione sull’erba“. Entrambi sono concentrati nel loro universo intellettuale. La scena evoca una certa malinconia, come se le due persone, benché vicine, siano invece assai lontane con la mente e il pensiero. Bellissimo il contrasto fra i neri e i grigi degli abiti, colori che Manet utilizza di rado, e che vengono distribuiti sulla tela con agili pennellate, le quali entrano in contrastano con il contesto in cui sono immersi i due personaggi. Questi colori non sono molto amati dagli Impressionisti e raramente si vedono in quadri realizzati nel primo periodo dell’Impressionismo.

Il giallo della sabbia assieme al blu e al verde smeraldo del mare creano l’impressione di un movimento continuo, generato dal vento, dalla forza della natura o dal cambiamento del tempo. Il mare è spostato verso il punto più alto della tela, così Manet tende la prospettiva, quasi facendola sparire, mentre i due personaggi, disegnati come due triangoli, costruiscono un punto di equilibrio per lo spettatore che passa dalle loro figure al mare, alla spiaggia posta a metà del dipinto e di nuovo alle due figure.

Dov’è la prospettiva? E’ quasi assente, il dipinto sembra, infatti, piatto e lo sguardo va da sotto a sopra, come in una stampa giapponese. L’accostamento, infatti, fra arte giapponese e questo dipinto non è così azzardata come può sembrare ad una prima osservazione. Proprio la prospettiva e il contrasto dei colori sono i due aspetti più originali del dipinto. E i due personaggi servono all’autore per creare un equilibrio fra la loro postura e l’orizzonte.

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Olympia (quadro di Manet) https://cultura.biografieonline.it/manet-olympia/ https://cultura.biografieonline.it/manet-olympia/#comments Fri, 03 Oct 2014 15:41:17 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=12060 Olympia” è uno dei dipinti più celebri realizzati dall’artista Edouard Manet e considerato, assieme alla precedente opera “Colazione sull’erba”, uno dei quadri che segnarono la nascita della pittura moderna. Si tratta di un dipinto ad olio su tela delle dimensioni di 130 x 190 cm, realizzato dall’artista nel 1863 ed attualmente conservato nel Musée d’Orsay di Parigi.

Edouard Manet: "Olympia" • Olio su tela 130 x 190 cm, Musée d'Orsay, Paris (1863)
Olympia (Edouard Manet, 1863)

Olympia: il quadro

L’artista francese, da sempre, incuriosì la società ma suscitò anche clamore presso i suoi contemporanei per la sua spregiudicatezza in difesa del principio della libertà espressiva, con opere che suscitarono scandalo. Il quadro, infatti, scandalizzò per il soggetto rappresentato. Olympia raffigura un’omonima prostituta parigina che qui si mostra con una sfrontatezza decisamente volgare. La donna si presenta distesa in una posa classica su un letto sfatto, mentre una serva di colore le porge un mazzo di fiori, ricevuto, con tutta probabilità, da un corteggiatore che attende dietro una tenda che fa da cornice all’opera.

La protagonista, interpretata dalla modella Victorine Meurent, fissa l’osservatore con aria di sfida. Lo sguardo così diretto della donna, la sua posa, i particolari eccessivamente realistici, come le pantofole ai piedi, sono particolari che non passano certamente inosservati. Il bianco delle lenzuola è scalfito solo da sovrapposizioni di pennellate grigie, mentre il corpo nudo della donna si presenta di un colore bianco uniforme, la cui piattezza è però compensata dalla ben calibrata posizione degli arti. La testa della serva e il gattino ai piedi della donna si dissolvono completamente quasi nella oscurità dello sfondo.

La serva di colore e il gatto nero alla destra del dipinto sono un probabile riferimento all’opera “I Fiori del Male” di Baudelaire, poeta che Manet ebbe modo di incontrare in più di un’occasione. L’artista, per realizzare l’opera, prende spunto dalla Venere di Urbino di Tiziano, invertendone i canoni. La nurse è una serva adibita per altre funzioni. Il mazzo di rose rappresenta l’evidente segno di una richiesta galante ma non di tipo nuziale. Il cagnolino cede il passo al gattino che, nella stessa logica simbolica, è considerato un attributo demoniaco (il gatto, nelle mitologie antiche, è il messaggero che le streghe erano solite usare per dialogare con il diavolo).

L’opera, una volta esposta al Salon di Parigi nel 1865, ricevette più critiche negative rispetto alla precedente opera “Colazione sull’erba”. La rappresentazione di una prostituta sul “posto di lavoro”, aspetto sottolineato dal fiore fra i capelli e dal nastrino di raso nero al collo, il modo provocatorio della donna e la mano sinistra della donna nell’atto di coprire il pube, forse un ironico riferimento al pudore e alla tradizionale virtù femminile, sono tutti aspetti che vennero criticati pesantemente e definiti decisamente immorali.

In risposta a questo quadro, qualche anno più tardi Cézanne realizzò “Una moderna Olympia“.

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Il Piffero (quadro di Manet) https://cultura.biografieonline.it/piffero-manet/ https://cultura.biografieonline.it/piffero-manet/#respond Thu, 28 Aug 2014 11:19:05 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=11840 Dopo essere tornato da un viaggio in Spagna, era il 1865, Edouard Manet decise di dipingere questo quadro: Il Piffero, un olio su tela che misura 160 x 97 cm. Il celebre quadro Il Piffero fu poi completato un anno dopo, nel 1866.

Il Piffero - Manet
Edouard Manet, Il Piffero (1866)

Storia del quadro

Durante il suo viaggio spagnolo Manet aveva avuto modo di visitare il Prado di Madrid. Nel museo aveva studiato a fondo le opere di Diego Velázquez di cui era un estimatore ed era rimasto affascinato dal quadro che raffigurava Pablo de Valladolid, un buffone di corte.

Ciò che lo aveva colpito di questo quadro era lo sfondo, completamente assente, che rendeva essenziale il ritratto come se ci fosse solo aria intorno al soggetto. Manet quindi cercò di applicare gli stessi principi al suo “Piffero”, un quadro in cui il soggetto è un bimbo che suona il piffero nella banda della Guardia imperiale.

Analisi e commento

Il soggetto non ha alcuna rilevanza storica ma diventa un quadro, negli anni, importante per la storia dell’arte perché cambia le priorità della rappresentazione e lo fa semplificando il soggetto.

Come si può notare, infatti, i colori sono nitidi e la pennellata uniforme. Il nero è denso ma senza sfumature, la carnagione appare più elaborata, mentre il colore bianco è intensificato per generare maggior contrasto con il nero.

Edouard Manet
Edouard Manet, autore del quadro

Non c’è profondità, il soggetto è in un non luogo, in cui la geometria quasi scompare. Non esiste contesto attorno al soggetto, questo rende il quadro moderno ed innovativo per l’epoca. Tanto innovativo che non trovò subito il favore della critica. Solo lo scrittore Emile Zola, fin da subito, vide come il quadro Il Piffero fosse importante per la pittura di Manet, che da quel momento in poi avrebbe rappresentato con maggior forza la modernità, intesa come un cambiamento radicale della visione e dell’interpretazione della realtà.

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L’esecuzione dell’imperatore Massimiliano (quadro di Edouard Manet) https://cultura.biografieonline.it/manet-esecuzione-imperatore-massimiliano/ https://cultura.biografieonline.it/manet-esecuzione-imperatore-massimiliano/#respond Sun, 06 Jan 2013 15:37:11 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=5553 L’esecuzione dell’imperatore Massimiliano di Edouard Manet è stato dipinto nel 1867, è un olio su tela, misura 252×305 cm ed è esposto a Mannheimnel Kunsthalle. Il 19 giugno del 1867 Massimiliano d’Austria, imperatore del Messico, viene condannato a morte e  fucilato a Quéretaro. L’esecuzione avviene insieme a due suoi generali. Manet decide di raffigurare la fucilazione e realizza quattro quadri con lo stesso tema.

Esecuzione dell'Imperatore Massimiliano, Edouard Manet (1867)
Esecuzione dell’Imperatore Massimiliano (Manet)

Questo dipinto di Manet riprende molti elementi del famoso quadro di Goya Tre di maggio 1808.

3 maggio 1808 - 3 mayo - quadro - Goya
“3 maggio 1808” (3 mayo), celebre quadro di Francisco Goya

Le divise dei soldati messicani sono molto simili a quelle dell’esercito francese dell’epoca. Questo aspetto suscita molte polemiche in Francia, perché sembra che implicitamente Manet critichi Napoleone III che aveva da poco ritirato le sue truppe dal Messico, dopo aver appoggiato con forza l’elezione di Massimiliano ad imperatore del Paese sudamericano.

Tali polemiche creano non pochi ostacoli alla visione del quadro che viene respinto dal Salon del 1868.

La drammaticità dell’evento storico viene accentuata dalla posizione ravvicinata dei fucilieri e dai volti dei condannati rassegnati e atterriti dall’incontro ineluttabile con la morte.

Da Wikipedia:
Quando la notizia si diffuse […] Tra i più indignati vi fu il pittore francese Édouard Manet, già insofferente alla figura di Napoleone III, il quale non era solo responsabile dell’intera vicenda ma patrocinava anche i Salon, quelle esposizioni d’arte francesi dalle quali l’artista fu sistematicamente escluso. Per denunciare l’avvenimento Manet – che sino ad allora si era scarsamente interessato ai soggetti storici – intraprese la realizzazione un dipinto di grande formato raffigurante questo evento scottante e pericoloso. Alla fine arrivò a dipingere ben quattro versioni del dipinto.

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Berthe Morisot con cappello nero e mazzolino di violette, opera di Manet https://cultura.biografieonline.it/berthe-morisot-cappello-nero-e-violette-manet/ https://cultura.biografieonline.it/berthe-morisot-cappello-nero-e-violette-manet/#comments Fri, 28 Dec 2012 21:05:17 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=5551 Berthe Morisot con cappello nero e mazzolino di violette è un’opera che è stata dipinta da Edouard Manet nel 1872. La tecnica utilizzata è olio su tela e il dipinto misura 55 x 40 cm. Attualmente appartiene ad una collezione privata.

Berthe Morisot
Berthe Morisot

Chi è la protagonista del quadro?

La modella ritratta è Berthe Morisot, un’allieva dell’artista. Si sono conosciuti tramite Eugène Manet, fratello del pittore, e si sono frequentati per lungo tempo ma il loro è un rapporto che si sviluppa solo sul piano artistico, essendo anch’ella una pittrice. Nel 1874 Berthe sposa Eugène da cui avrà una figlia, Julie.

Berthe è ella stessa un’artista, una pittrice. Per maggiori informazioni sulla vita e la sua opera vi rimandiamo al sito principale, dove abbiamo pubblicato una breve biografia di Berthe Morisot.

Berthe Morisot con cappello nero e mazzolino di violette: analisi dell’opera

In questo quadro, a differenza dei ritratti precedenti, Manet decide di creare una luce molto intensa che proietta da sinistra sulla modella. La scelta di ritrarla vestita di nero, mostrando una capacità straordinaria nel gioco di luci e ombre e nell’ utilizzo del colore nero, permette a Manet  di esaltarne ancora di più la bellezza e la profondità dello sguardo.

L’intensità del volto è accentuata dal colore degli occhi, neri, scelta questa che implica un cambiamento della realtà perché la ragazza li aveva verdi.

Il dipinto Berthe Morisot con cappello nero e mazzolino di violette è fra i più affascinanti e magnetici di Manet: una volta ultimato venne considerato da molti uno dei suoi  capolavori assoluti.

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