prostitute Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Tue, 03 Oct 2023 17:34:10 +0000 it-IT hourly 1 Le due sorelle, di Pablo Picasso: analisi dell’opera https://cultura.biografieonline.it/due-sorelle-picasso/ https://cultura.biografieonline.it/due-sorelle-picasso/#respond Fri, 16 Oct 2020 07:23:35 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=30565 Le due sorelle e il Periodo Blu

Realizzato nell’estate del 1902 a Barcellona, Le due sorelle, è un quadro che rappresenta uno dei momenti più alti del periodo blu di Pablo Picasso. Come in altri dipinti, anche in questo il periodo blu non rappresenta solo un periodo temporale in cui malinconia e tristezza diventano i sentimenti predominanti, ma assume quasi i caratteri di un mondo sommerso nel quale i personaggi sono avvolti dal colore tenebroso in cui Picasso li ha immersi. E tuttavia mantengono la loro vitalità e una forza struggente, malgrado le terribili circostanze in cui vivono.

Le due sorelle (The Two Sisters) • Pablo Picasso, 1902

Descrizione del quadro

Il dipinto non è concluso ma raggiunge comunque un apice formale interessante perché Picasso dosa molto bene il patetismo: non ci trascina in un mondo di dolore ma ci mostra con semplicità l’incontro di due donne: una è malata di sifilide e l’altra ha in braccio un figlio.

Forse sono due sorelle, più probabilmente una è una prostituta malata. Vedete che attorno al collo e sul capo porta un foulard bianco, segno distintivo delle donne ricoverate nell’ospedale di Saint-Lazare; ella cerca conforto e aiuto appoggiandosi stremata sull’amica.

Durante una visita a Parigi, Picasso visitò deliberatamente l’ospedale per prostitute Saint-Lazare e vi fece degli schizzi. Al suo ritorno a Barcellona scrisse all’amico poeta Max Jacob:

“Vado a dipingere un quadro, del quale ti mando un disegno. L’incontro di una prostituta dell’ospedale della prigione con la sorella, una suora.”

Entrambe le donne sono scalze e indossano un abito lungo, su cui Picasso lavora abilmente mostrandoci le pieghe nella parte alta del mantello per poi appoggiare, facendolo scivolare sulle gambe, il resto dell’abito.

Le due sorelle: il tema di fondo

Le due sorelle ricorda il tema della Visitazione, quando Maria, dopo aver ricevuto l’annunciazione da parte dell’angelo, si recò da Elisabetta, la quale stava portando avanti una difficile gravidanza. Dunque Maria andò a confortare Elisabetta, così come la madre conforta la prostituta.

Analisi dell’opera e commento video

Il lavoro di Picasso, soprattutto nelle pieghe dell’abito ricorda l’arte gotica con le sue forme geometriche rigide che sono in contrasto con le forme tondeggianti dei polpacci e delle ginocchia.

Malgrado alcune critiche che il dipinto ricevette dopo che Picasso lo mostrò ad amici e conoscenti, qui troviamo un’attenzione meno trasportata verso il dolore e la sofferenza dei protagonisti del periodo blu; le due donne dialogano in una forma semplice e profonda attraverso la quale possiamo ammirare l’incredibile capacità formale di Picasso.

Tecnica

Olio su tela

Dimensioni

152×100 cm

Ubicazione

Il quadro è esposto presso il museo dell’Hermitage a San Pietroburgo, in Russia.

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Ragazze squillo. Da dove deriva il termine che significa: prostitute. https://cultura.biografieonline.it/ragazze-squillo-termine/ https://cultura.biografieonline.it/ragazze-squillo-termine/#respond Thu, 24 Oct 2019 16:08:31 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=27288 In inglese si dice call girls. In italiano sono le ragazze squillo, o ragazze a chiamata.

Sono gergalmente definite squillo le prostitute. Una definizione più ristretta le indica come ragazze (e donne) che esercitano la prostituzione fissando appuntamenti mediante l’uso del telefono (call: in inglese significa chiamata). Altri termini gergali o metaforici utilizzati anche nel mondo giornalistico, per indicare le prostitute sono: escort, oppure lucciole.

squillo del telefono - telefono che squilla

Squillo: uso del termine

Il termine più corretto da utilizzare sarebbe lavoratrice sessuale; tuttavia per ingentilire o nascondere la parola “prostituta”, l’abitudine comune dei media ha fatto in modo che si diffondessero i sinonimi come squillo (più generico) o lucciola (quando la lavoratrice si rende disponibile in strada).

Squillo sono pertanto, in modo indifferente, le persone che si prostituiscono in luoghi privati come case d’appuntamento, resort, hotel, appartamenti, ma anche quello che esercitano il meretricio in luoghi pubblici come parchi e strade.

Sex worker

Utilizzare il termine squillo non equivale oggettivamente a comunicare una discriminazione. L’uso tuttavia può risultare opportuno o inopportuno, appropriato o inappropriato, a seconda del tema, del contesto e dell’approccio gergale. Il sostantivo più corretto, come anticipato, sarebbe lavoratrici del sesso, che traduce l’inglese sex worker.

Quest’ultimo termine è usato molto più abitualmente nel linguaggio britannico e statunitense, rispetto alla corrispondente traduzione di lingua italiana.

Squillo: da dove deriva il termine

Non si ha certezza assoluta, ma il termine squillo (ragazze a chiamata) deriverebbe dagli anni ’60 del XX secolo, coniato per descrivere in modo immediato le lavoratrice alle dipendenze di Madame Claude.

Foto di Fernande Grudet, in arte Madame Claude (1923-2015)
Fernande Grudet, in arte Madame Claude (1923-2015)

Madame Claude è il nome con cui era conosciuta Fernande Grudet: fu una celebre figura francese, imprenditrice del sesso, protettrice di prostitute, che gestì un bordello di lusso a Parigi nel decennio degli anni ’60.

Tra i suoi clienti si annoveravano – si dice – esponenti celebri della politica mondiale, attori e manager. Il suo lavoro operativo era quello di gestire le telefonate e fissare gli appuntamenti con le ragazze. Da qui il termine squillo.

Sebbene, come abbiamo detto, il termine sia oggi usato in modo generico, esso dovrebbe fornire un’idea del lusso nell’ambito della prostituzione, proprio per la dinamica dell’appuntamento.

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Lucciola: da dove deriva l’uso del termine come sinonimo di prostituta https://cultura.biografieonline.it/lucciola-termine-sinonimo-prostituta/ https://cultura.biografieonline.it/lucciola-termine-sinonimo-prostituta/#comments Thu, 25 Jul 2019 15:53:25 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=26772 Qual è il modo e il contesto corretto per utilizzare il termine lucciola con il significato di prostituta

Il termine più utilizzato per indicare nel lessico giornalistico e nel linguaggio quotidiano una lavoratrice del sesso è prostituta.  Immediatamente dopo, tra le parole utilizzate c’è lucciola. In Italia infatti questo termine è di uso popolare per ricollegarsi a fenomeni connessi al mercato del sesso.

lucciola prostituta

Lucciola: la metafora della luce

Il modo di dire Lucciole ha dunque ha che fare con l’insetto notturno che emette luce intermittente in volo. Ed è da qui che deriva questo nome: dalla luce che proviene lungo le strade con fuochi e lumi che accendono le donne per illuminare nella notte i luoghi bui in cui stazionano. Tale termine è d’uso frequente nel giornalismo di cronaca, sociale e di costume.

lucciole in un prato
Lucciole in un prato

Lucciole vagabonde

C’è una canzone degli anni Venti dal titolo “Lucciole vagabonde” che così recita:

Quando più fitta l’oscurità
scende sulla città,
lucciole ansiose di libertà
noi lasciamo i bassifondi.

Senza una meta c’incamminiam
e sotto ad un lampion,
quando la ronda non incontriam,
cantiamo la canzon:

Noi siam come le lucciole,
brilliamo nelle tenebre,
schiave d’un mondo brutal
noi siamo i fiori del mal.

Se il nostro cuor vuol piangere,
noi pur dobbiam sorridere
danzando sui marciapiè
finché la luna c’è.

Celebre anche la canzone Roxanne, The Police (1978) che recita

Roxanne
You don’t have to put on the red light
Those days are over
You don’t have to sell your body to the night

Roxanne / Non devi accendere la luce rossa / Quei giorni sono finiti / Non devi vendere il tuo corpo per la notte

Una visione pittoresca e anche romantica

L’uso del termine lucciola per identificare le prostitute, al contrario di altri sinonimi popolari che sono dispregiativi, non viene utilizzato a fini denigratori. E’ invece un modo eufemistico, romantico e pittoresco per definire questo tipo di lavoro.

Si chiama “Lucciola” anche la rivista del Comitato per i diritti civili delle prostitute, che ha scelto come logo l’animaletto luminoso. Proprio perché è una parola meno stigmatizzata.

Tuttavia a seconda del contesto in cui viene utilizzato il termine “lucciola”, può essere inadeguato oppure adeguato. Per esempio, quando è utilizzato in un testo narrativo, di costume non procura problemi di correttezza comunicativa.

prostitute

Lucciole in epoche e culture differenti

Aldilà delle intenzioni, non si può accantonare la secolare condizione di discriminazione, emarginazione sociale e di condanna morale di cui sono vittime queste donne. È quella del commercio sessuale femminile, l’attività che in assoluto viene più stigmatizzata nelle società occidentali.

Le etère della Grecia antica, le geishe giapponesi, le cortigiane rinascimentali, le mantenute ottocentesche: sono figure assimilabili, esistite nei secoli, presso diverse culture.

Quale termine usare, in quale contesto

C’è ancora da precisare che nel testo della legge Merlin del 1958, che rappresenta il riferimento normativo principale in Italia che regolamenta  l’esercizio della prostituzione e il contrasto di ogni forma di sfruttamento, la parola prostituta non compar. Essa viene sostituita – nel lessico giuridico e politico – da perifrasi come “persone dedite alla prostituzione” o “persone che praticano/esercitano la prostituzione”.

Con queste espressioni si intendono anche gli uomini e i transessuali che esercitano nel mercato del sesso.

Ne deriva che esistono parole e espressioni più adeguate all’utilizzo di lucciole o prostitute in determinati contesti. È meglio utilizzare diciture come lavoratrice o lavoratore del sesso oppure l’equivalente inglese sex worker.

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A letto, il bacio e il bacio a letto: tre opere di Toulouse-Lautrec https://cultura.biografieonline.it/quadri-baci-lautrec/ https://cultura.biografieonline.it/quadri-baci-lautrec/#respond Thu, 07 Dec 2017 09:40:15 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=23699 Quando il 9 settembre del 1901 Henri de Toulouse-Lautrec morì a Parigi, non ci fu per lui alcun elogio. La maggior parte dei giornali scrissero che era morto un artista bizzarro. Lautrec fu considerato vittima della sua menomazione fisica, a causa della quale trasformava in grottesco ciò che vedeva. In seguito alcuni, pochissimi, critici illuminati, raccontarono invece che il pittore di Montmartre fu un lucido esempio di un modernismo realistico capace di aver raggiunto picchi di superba umanità.

Il bacio a letto - quadro - picture - Henri Toulouse Lautrec - In bed the kiss - Dans le Lit, le Baiser
Il bacio a letto (In bed, the kiss – Dans le Lit, le Baiser) •  1892, collezione privata

In effetti Lautrec, dopo un periodo come paesaggista, approdò a Parigi per sperimentare la sua arte. E nella capitale francese conobbe la vita notturna e i bordelli, dove veniva accettato per ciò che era: un artista con un acuto senso per l’umanità delle persone che ritraeva, e un uomo con una menomazione evidente, che aveva influenzato pesantemente la sua esistenza.

“Il bacio” e “Il bacio a letto”

In seguito, le case chiuse, come anche i locali notturni, divennero luoghi per lui abituali e che frequentava quotidianamente non solo per motivi artistici. Il suo sguardo carico di umanità per le donne che vi lavoravano, produsse una quantità interessante di dipinti e disegni. Fra questi spiccano “Il bacio” e “Il bacio a letto”. Queste opere svelano l’intimità delle prostitute lesbiche che lavoravano nelle case chiuse per nascondere la loro identità sessuale. Questa veniva palesata solo alla fine della giornata, dopo aver passato ore a soddisfare i clienti.

Il bacio - The Kiss - quadro - Toulouse Lautrec - 1892
Il bacio (The Kiss) – 60 x 80 cm, 1892, collezione privata

Questi dipinti di Henri de Toulouse-Lautrec rappresentano pochi secondi di vita vissuta ma rappresentano anche momenti infiniti, dove un bacio e un abbraccio accompagnano lo spettatore attraverso la consapevolezza di ciò che vede. Uno dei pregi del pittore fu proprio quello di raccontare – e in questo fu fra i primi – le storie di persone nascoste, dimenticate o bollate con etichette superficiali, che le relegavano ad un destino di occultamento e ombra.

Non ci sono moralismi, giudizi, sentimentalismi o abbiette forme di comprensione in questi dipinti. Ma solo l’immediatezza di un’immagine rispettosa che cattura un momento fondamentale delle ragazze di vita.

Il significato delle opere di Lautrec

Lautrec con questi dipinti poneva anche una questione di carattere sociale. L’opportunismo e la patina di ipocrisia della società in cui viveva, non permetteva che si parlasse di un aspetto dell’identità delle persone come l’omosessualità. I nudi erano considerati pornografia da censurare anche nell’arte, figuriamoci un abbraccio o un bacio fra persone dello stesso sesso.

Lautrec disprezzava questi giudizi che emarginavano persone diverse, come avevano emarginato anche lui a causa della sua malformazione congenita. Figlio di aristocratici, ricco e potente, fin da piccolo Lautrec aveva mostrato un’indole artistica ma la sua condizione fisica lo aveva emarginato da un mondo che guardava solo l’apparenza. Grazie alla madre il futuro pittore non aveva sofferto troppo per la sua condizione. Ma una volta presa coscienza delle sue capacità, aveva spiccato il volo scontrandosi con una realtà molto differente da quella che poteva osservare stando nel palazzo di famiglia. A Parigi, con una profonda e lucida umanità, aveva da subito preso contatto con un’umanità nascosta e ansiosa di vivere.

I dipinti che compongono la serie di quadri di Lautrec dedicata alle case chiuse sono molti. “Il bacio” e “Il bacio a letto” entrambi del 1892 rappresentano dunque l’amore nascosto, coperto e vissuto in piena libertà fra loro ma al di fuori di una società perbenista. Non sono dipinti trasgressivi, sono invece opere che raccontano la realtà per come la vediamo.

Dans le Lit - A letto
A letto (Dans le Lit) • Toulouse Lautrec, 1892-1893, Museo d’Orsay, Parigi

“A letto”

L’ultimo dei tre quadri che analizziamo, “A letto”, è invece un dipinto diverso. Rappresenta l’amore fra due donne che dormono assieme. Esse che si stanno per svegliare mentre l’alba spunta su una Parigi addormentata. Sono come sospese in una fioca luce del mattino che le protegge dal resto del mondo. Anche se la giornata che si apprestano a vivere sarà uguale a tutte le altre.

Indubbia è l’apertura di Lautrec verso un espressionismo che si sta affacciando sulla scena artistica parigina. I colori e il disegno mostrano già una notevole padronanza della tecnica e i colori utilizzati, come il rosso delle coperte e il bianco dei cuscini, contrastano fra loro per rendere la scena ancora più calda e affascinante.

Analisi dell’opera e commento video

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Al Salon di rue des Moulins, Il divano: due dipinti di Toulouse-Lautrec con prostitute https://cultura.biografieonline.it/rue-des-moulins-divano-lautrec-prostitute/ https://cultura.biografieonline.it/rue-des-moulins-divano-lautrec-prostitute/#comments Wed, 15 Nov 2017 08:05:32 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=23626 Fra i dipinti più scandalosi di Henri de Toulouse-Lautrec dedicati ai bordelli parigini, spiccano quelli che realizzò osservando e frequentando le prostitute della casa chiusa di Rue des Moulins a Parigi.

Al Salon di rue des Moulins

Lautrec era un frequentatore assiduo dei bordelli. Fra il 1891 al 1895 non si limitò a conoscere le ragazze e le donne che ci lavoravano, bensì fece un dettagliato percorso pittorico di un fenomeno sociale legalmente diffuso.

Al Salon de la rue des Moulins - Toulouse Lautrec
Al Salon di rue des Moulins (1894-1895), Henri de Toulouse-Lautrec, pastello su carta, 111,5×132,5 cm – Musée Toulouse-Lautrec, Albi

I dipinti di Henri de Toulouse-Lautrec, infatti, non sono solo la testimonianza del suo talento, ma hanno anche una funzione documentaria – comprovata dalle fotografie dell’epoca – che ci permettono di immaginare un luogo pieno di erotismo, squallore, storie di vita, e femminilità mostrata in diverse e variegate modalità. I dipinti di cui parliamo in questo articolo vennero realizzati fra il 1893 e il 1895: sono tutte composizioni ad olio e pastello su carta e cartone.

Il lavoro di Lautrec sulle case chiuse non è influenzato da alcun moralismo. Tantomeno la sua visione delle persone che ci lavorano e le frequentano non subisce alcun ostacolo al verismo diretto e preciso che il pittore utilizza per ricostruire quel mondo che ha amato e frequentato, con il desiderio di raccontarlo come raccontava i locali notturni della capitale francese.

The Sofa - Toulouse Lautrec
Il divano (o Il sofa) (The Sofa) – Metropolitan Museum of Art, New York

Il divano, o Il Sofa

Le opere di Toulouse-Lautrec rispecchiano l’atmosfera dell’epoca: vi sono specchi ovunque, colonne a fusto, piante poste ad ornamento diffusamente, e i divani sui quali sedevano le ragazze che sarebbero state in seguito scelte dai clienti.

In altri dipinti invece le donne sono raffigurate nei momenti di intimità, mentre esprimono attenzioni lesbiche, si rivestono, o giocano fra loro per ammazzare il tempo (come “Il Sofa“, in foto). Lautrec non solo attinge dalle sue esperienze, ma si basa anche sulla produzione di altri pittori. Come ad esempio la serie di nudi di Edgar Degas che il pittore realizzò negli anni ’80 dell’Ottocento, o il ciclo de Le dodici ore delle case verdi dell’artista giapponese Kitagawa Utamaro.

Il divano - The Divan - Toulouse Lautrec
Il divano (The Divan, 1893) – Museu de Arte de São Paulo, Brasile

Quando nel 1896 i dipinti di Lautrec sulle prostitute di Rue des Moulins vennero mostrati al pubblico, suscitarono attenzione e scandalo. Alcuni critici, i più acuti e intelligenti, compresero subito l’innovazione dell’artista che riproduceva la realtà così come la vedeva. I quadri di Lautrec evocavano mondi conosciuti ma che non venivano considerati dall’arte. Lautrec con queste opere riesce a mostrare in modo chiaro e trasparente la vita quotidiana delle prostitute, i loro sguardi ironici ma anche assenti. Mostra il loro languore ma anche la loro animalità spinta all’eccesso da una vita di abuso del corpo e della sua sessualità.

In particolare nel dipinto Il divano le donne sembrano essere una parte unica dei divani su cui siedono. È come se fossero delle statue massicce, sfarzose e colorate. I loro volti sono vacui e annoiati. Si veda anche l’approfondimento sul quadro “Sola (Seule)“.

Il divano: analisi e commento all’opera

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