Polo Nord Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Wed, 13 Dec 2023 11:21:24 +0000 it-IT hourly 1 Kabloona, alla scoperta degli inuit e di se stessi: recensione del libro https://cultura.biografieonline.it/kabloona-recensione-libro/ https://cultura.biografieonline.it/kabloona-recensione-libro/#respond Wed, 13 Dec 2023 09:57:06 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=41802 Questo libro ha migliorato la mia vita. Si intitola “Kabloona. L’uomo bianco” (è pubblicato in Italia da Adelphi) ed è il racconto di un viaggio incredibile, vissuto e scritto da Gontran de Poncins.

Kabloona: trama e sinossi

Un visconte colto, insofferente alla vita mondana parigina, appassionato di viaggi e di scrittura decide di rimanere per un periodo imprecisato insieme agli inuit, nell’Artico. Siamo nel 1938 e l’Europa si sta avvicinando alla Seconda Guerra Mondiale. Tuttavia, nell’Artico nessuno sa nulla di ciò che succede altrove perché la popolazione degli inuit, gli eschimesi, vive di caccia e pesca, immersa nel deserto di ghiaccio, separato da migliaia di miglia dal resto del mondo nel freddo più glaciale.

Un viaggio incredibile

Il visconte Gontran de Poncins ha affrontato un viaggio incredibile nel 1938 andando oltre il Canada e approdando in Artico. Qui vivono le popolazioni del freddo, gli inuit, denominati anche eschimesi. Questo misterioso popolo è capace di sopportare temperature bassissime, fino e oltre i 50 gradi sotto lo zero e sopravvivere, cacciare, mangiare, proteggere la loro famiglia, spostarsi con le mute e le slitte per pescare e cacciare.

L’avventura di de Poncins si trasforma in un viaggio in cui la conoscenza delle abitudini e dei costumi degli eschimesi sono solo un pretesto per approfondire un mondo incredibile, una realtà al di là di ciò che si era immaginato.

Grazie alla vividezza della sua scrittura anche noi vediamo la tundra ricoperta di neve, il mare ghiacciato che assume forme stravaganti, la pesca concentrata degli eschimesi, la costruzione in poche ore di un igloo, il sorriso affabile ma anche furbo di un inuit che vuole condividere il suo pasto con lui – ma che da lui vuole la stessa disposizione d’animo a condividere ciò che possiede.

Gli Inuit

Cosa possiedono gli inuit? Nulla e tutto.

Hanno gli strumenti per cacciare, la slitta e i cani per muoversi, la materia prima per costruire gli igloo che riescono a costruire in poche ore. La loro lingua è più complessa di quello che sembra ed è piena di sfumature; il loro sguardo e i loro gesti contengono molti significati e la loro esistenza è uguale a quella dell’uomo della pietra.

Inizialmente, l’autore vive il rapporto con gli inuit da “superiore” per poi però sprofondare sempre di più nella consapevolezza di essere di fronte ad un popolo molto interessante, le cui vite durissime contengono molti significati. De Poncins troverà anche un prete che vive in una ghiacciaia degli eschimesi – a meno 50 gradi sotto lo zero – e che dopo sei anni di convivenza con questo misterioso popolo di cacciatori e pescatori, conserva ancora molte domande sulla loro esistenza.

Commento al libro

Kabloona è uno di quei libri che ti migliora la vita perché viaggi insieme all’autore in un altro universo, completamente immerso con lui. Immerso nella neve, raggelato dalla temperatura degli igloo, affascinato dal silenzio della tundra coperta di ghiaccio: rimani vividamente legato alle immagini che lui ti regala e alle quali, insieme agli episodi narrati, ti rimarranno per lungo tempo.

Perché ha migliorato la mia vita?

Perché, come dicevano di lui gli eschimesi, ha disegnato e descritto per noi la realtà di ciò che ha visto con un colore, una precisione ed una eleganza meravigliose.

Dati dell’opera

  • Autore: Gontran de Poncins
  • Titolo: Kabloona. L’uomo bianco
  • Disegni e fotografie dell’Autore, con la collaborazione di Lewis Galantière
  • Traduzione: Marco Rossari
  • Edizione: Biblioteca Adelphi, 2023
  • Pagine: 332
  • ISBN: 9788845938290
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A cosa è dovuto il fenomeno del Sole di mezzanotte? https://cultura.biografieonline.it/sole-di-mezzanotte/ https://cultura.biografieonline.it/sole-di-mezzanotte/#comments Tue, 26 Nov 2013 08:34:42 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=8712 Il Sole di mezzanotte è un particolare fenomeno astronomico, osservabile esclusivamente nelle regioni oltre il circolo polare, caratterizzato dall’insolita posizione che il Sole mantiene sull’orizzonte: si assiste ad un interminabile tramonto, con il Sole ben visibile al di sopra dell’orizzonte anche alla mezzanotte.

Sole di mezzanotte
Fasi del Sole di mezzanotte nelle isole Lofoten, Norvegia

Sole di mezzanotte: la causa del fenomeno

L’inclinazione dell’asse di rotazione terrestre, a latitudini superiori a 66° 33’, fa in modo che il Sole non scenda mai sotto l’orizzonte. La Terra, ruotando sul suo asse inclinato, fa sì che il Polo Nord sia sempre esposto verso il Sole.

L'asse terrestre è inclinato
L’inclinazione dell’asse terrestre causa il fenomeno del Sole di mezzanotte

Aree di osservazione

Le regioni in cui è possibile osservare questo fenomeno si trovano nell’area dei circoli polari, sia artico che antartico, durante le rispettive estati; essendo però il circolo polare antartico abitato soltanto da basi scientifiche, l’esperienza è vissuta principalmente dalle popolazioni del circolo polare artico.

Durata del fenomeno

A seconda della latitudine in cui ci si trova, il Sole non tramonta per diversi giorni consecutivi: al circolo polare artico, ovvero ad una latitudine di 66° 33’ non cala mai la notte per poco più di due settimane, da metà giugno all’inizio di luglio; ad una latitudine di 70° (Capo Nord si trova a 71° 10’) non cala mai la notte per circa 75 giorni, da metà maggio fino alla fine di luglio; a 80° per circa 120 giorni, da fine aprile a fine agosto; a 90°, ovvero ai Poli, il Sole non tramonta mai per sei mesi.

Sole di mezzanotte a Capo Nord
Fasi del Sole di mezzanotte a Capo Nord

Notte bianca

Il Sole di mezzanotte può essere vissuto anche in alcune regioni che si trovano a latitudini inferiori rispetto al circolo polare: in questo caso si parla di notte bianca. In queste zone, anche se il Sole non è visibile all’orizzonte perché tramonta, a causa del fenomeno detto rifrazione è visibile la luce crepuscolare, che permette di svolgere le comuni attività senza bisogno di luce artificiale.

Notte polare

D’inverno invece, si assiste al fenomeno opposto, ovvero alla notte polare, chiamata anche buio di mezzogiorno. In questo caso, l’inclinazione dell’asse di rotazione terrestre, fa in modo che il Sole non sorga mai sopra l’orizzonte; è quindi notte per tutto l’arco della giornata, anche se, a causa del fenomeno detto rifrazione, il buio può non essere completo e ci si può trovare in una sorta di “stagione crepuscolare”.

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La Spedizione Amundsen che conquistò il Polo Sud https://cultura.biografieonline.it/la-spedizione-amundsen-che-conquisto-il-polo-sud/ https://cultura.biografieonline.it/la-spedizione-amundsen-che-conquisto-il-polo-sud/#comments Sun, 10 Jun 2012 12:44:50 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=2324 Raggiungere il Polo Sud è stato il sogno di molti esploratori. È passato oltre un secolo da quando Roald Amundsen, insieme ai componenti della spedizione da lui guidata, il 14 dicembre 1911 toccò il punto più a Sud della Terra.  La conquista del Polo non è solo un viaggio epico, ma una vittoria dell’uomo sulla natura, proprio come scalare i tetti del mondo o arrivare sulla Luna.

Amundsen al Polo Sud
Amundsen al Polo Sud

Quello di Amundsen è un viaggio studiato alla perfezione, quasi in modo maniacale, e dura circa due anni. La spedizione, infatti, parte nel giugno 1910 con la nave Fram, già impiegata in diverse avventure, tra cui i viaggi di Fridtjof Nansen. Amundsen e i suoi uomini partono con 4 slitte e 52 cani. L’equipaggio si dota di giacconi con pelli di foca, renna e lupo per stare caldo, sci lunghissimi per evitare di cadere nei crepacci e tende molto robuste. Come scorte alimentari, invece, ha uno stock di carne di foca, di farina d’avena e di verdure.

Alla partenza, nessuno sa che la Fram sta portando l’equipaggio all’esplorazione del Polo Sud.  Si crede, infatti, che l’obiettivo della spedizione sia il Nord: Amundsen diffonde la notizia di voler passare lo Stretto di Bering. Il motivo? Il norvegese desidera battere sul tempo il suo rivale Robert Falcon Scott nella corsa al Nord, il quale viene informato delle intenzioni dell’esploratore con un telegramma inviato da Madera dall’equipaggio della Fram. Oltre il danno, anche la beffa. La notizia fa il giro del mondo grazie alla comunicazione del fratello Amundsen qualche mese più tardi, il 2 ottobre.

A metà gennaio la Fram raggiunge la baia delle Balene, sul Mare di Ross, e qui gli esploratori costruiscono un campo base e dei depositi per le provviste. L’operazione dura diverse settimane e serve al gruppo di esperti per prendere confidenza con il terreno e l’ambiente circostante. Le condizioni climatiche sono dure ed è necessario attendere la primavera per mettersi realmente in viaggio. La nave, completamente svuotata, torna a casa per andare a riprenderli l’anno successivo. Raggiungere il Polo, nonostante le buone intenzioni, non è una cosa semplice e il primo tentativo non va a buon fine.

Amundsen, illuso che le temperature si stiano alzando e carico dell’entusiasmo dei colleghi, prova a raggiungere la meta per la prima volta l’8 settembre 1911, ma le temperature crollano a meno 51 e gli esploratori sono costretti a rifugiarsi nei depositi costruiti a 80 gradi a Sud, per poi tornare al campo base. Gli uomini iniziano a fare i conti con i primi problemi di salute: il congelamento degli arti e la debolezza fisica si fanno sentire e creano tensioni all’interno della squadra.

 

Roald Amundsen
Roald Amundsen

Roald Amundsen decide di riprovarci il 19 ottobre 1911 con quattro slitte e 52 cani al seguito e il 21 novembre riesce ad arrivare con quattro uomini al plateau antartico, dove viene costruito un campo soprannominato “macelleria”. Purtroppo, qui, sono uccisi 24 cani, per sfamare gli uomini e gli animali. Parte della carne viene poi congelata per essere utilizzata come provvista nel viaggio di ritorno.  Con molta fatica, la spedizione giunge il 7 dicembre a 88°23′ Sud.

La squadra riesce finalmente a piantare la bandiera norvegese il 14 dicembre 1911: al Polo Sud arrivano 5 uomini, Olav Bjaaland, Helmer Hanssen, Sverre Hassel, Oscar Wisting e ovviamente Roald Amundsen, e 16 cani. Riescono rientrare al campo base un mese dopo, il 25 gennaio 1912. Il viaggio è durato in tutto 99 giorni. Il Mondo viene a conoscenza della grande impresa, qualche mese più tardi, il 7 marzo 1912, quando la Fram raggiunge Hobart, in Tasmania, e Amundsen riesce a telegrafare il successo. Per l’esploratore è una doppia vittoria, perché il suo rivale Scott raggiunge il Polo Sud ben 35 giorni dopo.

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