pirati Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Sun, 22 Nov 2020 08:55:06 +0000 it-IT hourly 1 Le Tigri di Mompracem, di Emilio Salgari: riassunto https://cultura.biografieonline.it/riassunto-tigri-mompracem/ https://cultura.biografieonline.it/riassunto-tigri-mompracem/#comments Mon, 09 Nov 2020 20:59:55 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=9104 Le Tigri di Mompracem, il romanzo

Il romanzo di Emilio Salgari, Le Tigri di Mompracem, è una delle opere facenti parte del “ciclo indo-malese” dell’autore. Il protagonista principale della storia è il pirata Sandokan; egli è soprannominato “La Tigre” per la sua evidente ferocia e la sua abilità, evidenziate dallo stesso autore che nel libro lo presenta così:

“Al di fuori l’uragano e qua io! Qual è il più tremendo?”.

Le tigri di Mompracem
Emilio Salgari: Le tigri di Mompracem. Copertine di due edizioni.

Il romanzo compare per la prima volta a puntate sulla rivista “La Nuova Arena” con il titolo La Tigre della Malesia, stampato poi sulla rivista “Il Telefono”. Infine, pochi anni più tardi, tra il 1890-91, appare sulla rivista “La Gazzetta di Treviso”.

Solo nel 1890 il romanzo viene pubblicato in un volume unico e con il titolo definitivo Le Tigri di Mompracem.

Si tratta di un romanzo coinvolgente e affascinante, sia per un pubblico adulto che per uno più giovane, dove si intrecciano amicizia, amore, spirito di avventura e sete di giustizia.

I personaggi

Il protagonista, che si batte per una giusta causa, cattura l’attenzione dei lettori che si identificano in lui. Le avvincenti scorribande, le battaglie in mare, le fughe precipitose ed un’appassionata storia d’amore, quella tra Sandokan e Marianna, soprannominata la “Perla di Labuan”, lasciano al lettore quella giusta suspense che lo spinge a non smettere la lettura, per giungere alla fine.

Le Tigri di Mompracem di Emilio Salgari è stato definito dal pubblico intero come uno dei romanzi più commoventi, teneri ed avventurosi di sempre e ricco di importanti insegnamenti per tutti.

Il libro narra le vicende di una banda di pirati che combattono contro la potenza britannica e che vivono sull’isola di Mompracem, il loro rifugio, probabilmente l’isola di Keraman al largo del Borneo, che viene indicata sugli atlanti solo sino a fine Ottocento.

L’autore Salgari definisce gli uomini di Sandokan, uomini coraggiosi fino alla pazzia; essi a un qualsiasi segno del loro capo non avrebbero esitato a saccheggiare anche il sepolcro di Maometto.

Si tratta di uomini coraggiosi ed estremamente fedeli al loro capo, un principe privato del suo regno. Sono altresì fedeli al suo braccio destro, Yanez, un avventuriero portoghese, ribaldo, ma fido.

Al centro della scena vi sono le avventure della Tigre della Malesia e dei suoi tigrotti, contro i soldati dell’impero britannico.

Riassunto e trama

Prima parte

Sandokan, sconfitto in battaglia e caduto in mare, viene ritrovato ferito sulla spiaggia di Labuan, un’isola sotto il controllo della guarnigione coloniale britannica. Affidato alle cure di lord James Guillonk e di sua nipote Marianna, soprannominata la “Perla di Labuan” dato il colore candido della sua pelle, figlia di un lord inglese e di madre italiana.

Il protagonista Sandokan, mantenendo segreta la sua identità, si invaghisce di Marianna, riuscendo a conquistare l’amore della ragazza, ma viene presto scoperto e smascherato dal baronetto William Rosenthal che, durante una battuta di caccia alla tigre, riconosce e svela la sua vera identità.

Questo porta Sandokan ad essere fatto prigioniero ma viene poi liberato e salvato da Yanez e dai suoi compagni.

Seconda parte

E’ costretto a fuggire da Labuan ma più tardi decide di ritornarvi con i suoi tigrotti per riprendere Marianna e portarla con lui a Mompracem; viene infatti a conoscenza, da un caporale inglese che era stato fatto prigioniero, che Marianna sarà costretta a sposarsi con il baronetto William.

Così decide di spiegare le vele del suo veliero malese Pisangu e navigare verso l’isola di Labuan per ricongiungersi e liberare la donna che ama.

Sandokan e i suoi uomini riescono nell’intento, liberando Marianna durante un assalto alla guarnigione. Fanno poi ritorno a Mompracem che però, nel frattempo, è stata attaccata dai britannici. Solo dopo estenuanti combattimenti riesce a placare l’assalto.

La situazione ora sembra evolversi per il meglio.

Durante una pausa dei combattimenti, viene celebrato il tanto atteso matrimonio tra la tigre della Malesia e la bella Marianna. Ma, con l’ultimo attacco britannico, Sandokan e i suoi non riescono a contenere l’assalto e capitolano.

La Tigre viene sconfitta e fatta prigioniera mentre la sua amata Marianna è portata a forza sul ponte della nave inglese dello zio.

In ultimo, Sandokan riesce a fuggire alla prigionia e, con l’aiuto dei suoi seguaci, parte all’assalto del brigantino di Lord James Guillonk, riuscendo a liberare la bella Marianna.

Finale della storia

Il romanzo Le Tigri di Mompracem, di Salgari, si conclude con il protagonista che incita il suo braccio destro Yanez a virare il timone del suo veliero, verso le terre di Giava.

Nel frattempo, Sandokan, annuncia alla sua amata Marianna, fra la commozione, il suo addio alla pirateria, grazie alla ritrovata libertà da condividere con lei, unica donna che ama.

“La Tigre è morta, e per sempre!”, questa è la sua ultima frase che chiude il romanzo.

Ora, Sandokan e Marianna andranno a vele spiegate verso il loro libero futuro radioso.

YouTube Video

Il ruolo di Sandokan è stato portato sul piccolo schermo, con grandissimo successo, dallo storico sceneggiato televisivo di Sergio Sollima, realizzato nel 1976 dalla Rai; esso vedeva nelle vesti di Sandokan l’attore indiano (poi naturalizzato italiano) Kabir Bedi e la partecipazione di Carole André e Philippe Leroy.

 

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Jolly Roger, la bandiera dei pirati https://cultura.biografieonline.it/jolly-roger/ https://cultura.biografieonline.it/jolly-roger/#respond Tue, 30 Oct 2012 23:49:18 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=4535 Jolly Roger è il termine con il quale si indica l’emblema tipico dei pirati, l’inquietante bandiera nera sulla quale risalta un teschio posto al di sopra di due ossa incrociate, raffigurante inequivocabilmente un simbolo di morte.

Jolly Roger, la famosa bandiera e simbolo dei pirati
Jolly Roger, la famosa bandiera e simbolo dei pirati

L’origine del termine ha alcune versioni: una sostiene che derivi dal francese jolie rouge. La bandiera rossa era in effetti sventolata dai corsari inglesi, sul finire del XVII secolo, per annunciare il loro attacco. Quando la guerra di successione spagnola terminò, nel 1714, alcuni equipaggi inglesi si dedicarono alla pirateria, mantenendo invariata questa usanza.

Nonostante la bandiera nera Jolly Roger preannunciasse un assalto dei pirati che la innalzavano, quella rossa era molto più temibile: avvisava che l’assalto sarebbe avvenuto con una battaglia senza pietà e che nessuna vita sarebbe stata risparmiata.

Bandiera rossa utilizzata dai pirati
Bandiera rossa utilizzata dai pirati

Avvistare invece una bandiera nera era più auspicabile, in quanto significava avere la possibilità di resa senza entrare in combattimento. Tuttavia, innalzare la Jolly Roger troppo presto aveva anche degli svantaggi: la nave prescelta da abbordare avrebbe potuto fuggire; la tattica dei pirati in alcuni casi era quella dell’inganno: issavano una bandiera di identificazione amica e all’ultimo momento la sostituivano con la bandiera nera.

Un’altra versione dell’origine del termine è la sua derivazione da Ali Raja, cioè “Re del mare”, nome del capo di un gruppo di pirati asiatici. Un’altra ipotesi è quella che il termine derivi dall’inglese antico roger, che significa vagabondo; in particolare Old Roger indicava il diavolo.

La simbologia raffigurata sulle bandiere nere dei pirati poteva avere alcune varianti: i pirati Calico Jack Rackham e Thomas Tew sostituivano le due ossa con due spade, simboli di potere. Edward Teach, meglio noto come Barbanera, usava uno scheletro con una clessidra in una mano e una spada o una freccia nell’altra, con a fianco un cuore sanguinante.

La bandiera di Bartholomew Roberts, noto come Black Bart, aveva due varianti: un uomo e uno scheletro che regge una spada o una freccia in una mano ed una tazza nell’altra brindando alla morte, oppure un uomo armato di spada in piedi su due teschi sopra le lettere ABH e AMH, che significavano “una testa delle Barbados” (A Barbadian’s Head) e “una testa della Martinica (A Matrinican’s Head), eloquente minaccia di morte per gli abitanti delle isole che lo avevano contrastato. Va ricordato che la zona geografica simbolo dei pirati sono i Caraibi, luogo in cui erano presenti importanti porti inglesi.

Bandiera utilizzata dal pirata Bartholomew Roberts
Bandiera utilizzata dal pirata Bartholomew Roberts

La clessidra, raffigurata in molte bandiere dei pirati, raffigura il tempo fuggente e avvertiva i malcapitati che il tempo per loro stava per finire. Jolly Roger è anche il nome della nave di Capitan Uncino, nel romanzo Peter Pan dello scrittore scozzese James Matthew Barrie.

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Pirati, corsari, bucanieri e filibustieri https://cultura.biografieonline.it/pirati-corsari-bucanieri-filibustieri/ https://cultura.biografieonline.it/pirati-corsari-bucanieri-filibustieri/#comments Mon, 29 Oct 2012 10:50:39 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=4440 I corsari furono alleati, secondo regole mercenarie, delle potenze che si contendevano il controllo dei mari adiacenti alle colonie spagnole situate nell’attuale America centrale; queste potenze erano: Olanda, Spagna, Portogallo e Inghilterra. I corsari si distinguevano dai pirati i quali, invece, non erano dei mercenari ma dei banditi liberi da qualsiasi appartenenza e che colpivano indiscriminatamente tutte le navi delle potenze in guerra.

Jolly Roger, la famosa bandiera e simbolo dei pirati
Jolly Roger, la famosa bandiera e simbolo dei pirati

Il nome dei corsari deriva dalle “lettere di corsa”, documenti di incarico attraverso cui i governi delle potenze in guerra autorizzavano i capi dei corsari ad attaccare e a depredare, per loro conto,  le navi nemiche. In particolare i corsari erano alleati dei francesi, olandesi e inglesi che li utilizzavano per colpire le navi che trasportavano le ricchezze prodotte dalle colonie spagnole d’oltreoceano.

I luoghi in cui navigavano, sia i pirati che i corsari, erano i mari dei Caraibi, dove non solo vi erano le linee di trasporto spagnole ma anche le città fortificate da cui partivano le navi, come ad esempio Portobelo, situata attualmente nella repubblica di Panama oppure Maracaibo nell’attuale Venezuela, entrambe espugnate dal famoso corsaro Henry Morgan.

Oltre ai corsari e ai pirati vi erano anche i bucanieri e i filibustieri. Il nome bucanieri proviene dalla parola francese boucan e identificava l’ambiente in cui venivano messi ad essiccare le carni affumicate, una delle pietanze più comuni nelle navi dell’epoca. Le origini dei bucanieri erano francesi. I bucanieri  francesi si erano stabiliti sull’isola di Hispaniola, attualmente di proprietà per metà di Haiti e per l’altra della Repubblica Domenicana. Il loro scopo era attaccare le navi spagnole che trasportavano bestiame.

In seguito si ritirarono sull’ isola caraibica di Tortuga, dove da diversi anni vivevano coloni francesi e inglesi. L’isola era diventata un ricettacolo di corsari e pirati. Lì spesso venivano organizzate spedizioni contro le navi spagnole, agli inizi del ‘600, e in seguito anche contro le navi francesi e inglesi.

L'isola di Tortuga, nel Mar dei Caraibi
L’isola di Tortuga, nel Mar dei Caraibi

Altro genere di fuorilegge del mare erano i filibustieri, nome di origine olandese, che attaccavano soprattutto navi spagnole, grazie all’ utilizzo di piccole imbarcazioni veloci e facili da pilotare. I loro bottini non erano mai di ampia quantità e spesso appoggiavano i corsari nelle loro missioni.  Sia i bucanieri che i filibustieri decisero, nella prima metà del ‘600, di allearsi nella confraternita dei “Fratelli della Costa” che aveva regole ferree su come dovevano essere svolte le razzie. La confraternita durò circa quarant’ anni durante i quali si alleò per singole azioni con i corsari e i pirati.

 

 

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