pioggia Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Wed, 20 Sep 2023 16:26:46 +0000 it-IT hourly 1 Dopo di noi il diluvio: da dove viene questo modo di dire https://cultura.biografieonline.it/dopo-di-noi-il-diluvio-origini/ https://cultura.biografieonline.it/dopo-di-noi-il-diluvio-origini/#respond Wed, 20 Sep 2023 16:19:37 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=41473 Dopo di noi, il diluvio è un modo di dire italiano. A volte lo stesso detto si ritrova nella forma: Dopo di noi la tempesta.

Sai da dove viene questo modo dire?

Le origini sono curiose.

Scopriamole assieme in questo breve articolo di approfondimento.

Coppia di sposi sotto un diluvio
Coppia di sposi sotto un diluvio

Dopo di noi il diluvio: significato

La frase è la traduzione dell’originale francese:

Après nous, le déluge.

L’espressione sta a indicare che dopo la propria morte le cose andranno a finire male.

La morte può essere intesa come reale o anche metaforica.

Pronunciando questa frase viene dimostrato il disinteresse verso per il destino del prossimo.

Da un’altra angolazione il detto dopo di noi il diluvio può assumere un significato un poco differente. Può essere cioè legato all’avvicinamento di una rivoluzione; qualcosa che potrebbe cambiare le cose in modo decisamente significativo.

Un esempio: tale frase può considerare che dopo la caduta di un regime non vi può essere che il caos e la devastazione.

Le origini della frase

Après nous, le déluge è una frase attribuita a Jeanne-Antoinette Poisson, che la storia ricorda come Madame de Pompadour, favorita del re di Francia Luigi XV.

Luigi XV di Francia
Luigi XV di Francia
Madame de Pompadour
Madame de Pompadour

Ella pronunciò la frase con l’intenzione di sollevare il morale al suo amante in seguito alla sconfitta di Rossbach.

La frase era di fatto un invito a non pensare alle drammatiche conseguenze.

La battaglia di Rossbach

Il 5 novembre 1757 a Rossbach avvenne una battaglia. La località è presente oggi in Sassonia-Anhalt, in Germania. Il re di Prussia Federico il Grande sconfisse le truppe franco-austriache al comando del principe di Soubise (1715 – 1787), coadiuvato dal comandante delle truppe della coalizzata Austria, feldmaresciallo Giuseppe Federico di Sassonia-Hildburghausen.

Lo scontro segnò il punto di svolta nella Guerra dei sette anni: da allora il confronto militare con la Francia sarebbe rimasto confinato alle terre della Germania occidentale.

Usi celebri dell’espressione

Lucio Battisti

Il modo di dire è presente nella canzone Il diluvio di Lucio Battisti, contenuta nell’album Don Giovanni (1986). Il testo è di Pasquale Panella, e inizia così:

Dopo di noi diluvierà
non spioverà, va bene
Noi la fortuna degli ombrellai
Chili di liquidi dopo di noi
Va bene, come vuoi. dopo di noi
Diluvierà, non spioverà
Dopo di noi: il diluvio
Vittime fa l’ottima idea
d’essere noi finali

Sposi sotto il diluvio

Valéry Giscard d’Estaing e Valentino

Il 20° Presidente della Repubblica francese Valéry Giscard d’Estaing, dopo la sconfitta elettorale del 1981pronunciò un ultimo discorso. Seguì un copione scenografico che venne poi definito come un’evocazione del modo di dire Dopo di noi il diluvio. L’evento è ricordato anche da Valentino Garavani rivolto al collega Karl Lagerfeld nel docu-film del 2008 Valentino: The Last Emperor.

Marx e Il Capitale

Karl Marx scrisse ne Il capitale (Vol. 1, Parte III, Capitolo Otto, Sezione 5):

Après moi, le déluge! è la parola d’ordine di ogni capitalista e di ogni nazione capitalista. Quindi il capitale non si cura della salute o della durata della vita del lavoratore, a meno che non sia costretto dalla società.

Dostoevskij

Fëdor Dostoevskij nel romanzo I fratelli Karamazov fa pronunciare la frase “Après moi, le déluge” a un personaggio.

Si tratta del procuratore Ippolìt Kirìllovič che durante il processo contro Dmìtrij Karamàzov stigmatizza i principi morali del padre di quest’ultimo, Fjòdor Pàvlovic Karamàzov, giudicato completamente disinteressato verso la sorte dei suoi figli.

La Piovra

Infine, la citazione è presente nella 6ª e ultima puntata dello sceneggiato “La Piovra 2”: viene pronunciata in una scena tra il commissario Corrado Cattani (Michele Placido) e il prof. Gianfranco Laudeo (Paul Guers).

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Gli ombrelli, dipinto famoso di Renoir: analisi dell’opera https://cultura.biografieonline.it/ombrelli-renoir/ https://cultura.biografieonline.it/ombrelli-renoir/#respond Tue, 15 Mar 2022 08:51:56 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=39547 Gli ombrelli (Les Parapluies) è un quadro famoso di Pierre-Auguste Renoir. Si tratta di un olio su tela di centimetri 180 x 115, conservato presso la National Gallery di Londra.

Renoir iniziò a dipingere quest’opera nel 1881, prima del suo viaggio in Italia; la completò poi nel 1886.

Les Parapluies - Gli ombrelli - The Umbrellas - quadro di Renoir
Gli ombrelli (Les Parapluies, The Umbrellas) celebre quadro di Renoir

Gli ombrelli di Renoir: descrizione e analisi dei personaggi

Nel dipinto Gli ombrelli l’artista volle raffigurare un momento della vita contemporanea della società parigina, ritratta sotto il cielo piovoso.

Così assistiamo ad una folla che colta dalla pioggia cerca di ripararsi con gli ombrelli.

La tela raffigura sulla destra una madre vestita in modo elegante che volge il suo sguardo verso le sue due bambine; le bimbe si stanno divertendo sotto la pioggia.

Dietro questa mamma troviamo invece un’altra donna che guarda verso il cielo: è un dettaglio che indica che il temporale è appena iniziato.

ombrelli Renoir - dettaglio mamma e bambine
Il dettaglio della mamma e delle bambine

Sulla parte sinistra del dipinto, in primo piano, c’è il personaggio femminile che occupa la maggior parte della tela: è una midinette – epiteto scherzoso dato a Parigi alle sartine e alle modiste. E’ raffigurata con il volto stanco, dopo una giornata lavorativa intensa: è intenta ad alzare il vestito per proteggerlo dal fango.

Lei è priva di ombrello. Non ha neppure un cappello per coprirsi il capo dalla pioggia. Ecco che dietro di lei avanza un gentiluomo con la barba, pronto ad offrirle un riparo dalla pioggia.

ombrelli Renoir - un gentiluomo ripara la ragazza dalla pioggia
Un gentiluomo offre riparo dalla pioggia alla ragazza: dettaglio dei volti.

Una scena in movimento: posizioni e colori

La scena è rappresentata a zig-zag. Ciò serve a conferire all’opera profondità. La scena è resa vivace dal movimento dato dalle diverse posizioni degli individui:

  • frontali,
  • di profilo,
  • di spalle.

Il blu è utilizzato per gli abiti e per gli ombrelli.

Le tinte chiare attorno alle bambine e agli oggetti conferiscono una certa armonia nei colori.

Due tecniche che convivono

Analizzando il dipinto, ci si rende conto che esiste una differenza tra il lato destro e quello sinistro per l’uso della tecnica diversa.

  1. Il lato destro risente dell’impressionismo caratterizzato dalla pennellata veloce, leggera e frammentata. Da notare inoltre l’uso delle varie gradazioni cromatiche: ne è un esempio la rappresentazione delle due bambine.
  2. Il lato sinistro invece risente degli influssi dei classici rinascimentali, che il pittore Renoir aveva avuto modo di apprezzare nel suo viaggio in Italia, nel 1881. Notiamo queste caratteristiche nella donna in primo piano, a sinistra del dipinto: ella è caratterizzata con maggiori dettagli e con più precisione nei contorni.

Nonostante siano state utilizzate due tecniche differenti, non c’è disomogeneità nel dipinto.

E’ un quadro importante nella produzione di Renoir perché segna un nuovo periodo nella sua pittura.

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La pioggia nel pineto, analisi e parafrasi della poesia https://cultura.biografieonline.it/pioggia-nel-pineto/ https://cultura.biografieonline.it/pioggia-nel-pineto/#comments Mon, 29 Feb 2016 10:38:15 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=16914 Composta presumibilmente tra la metà di luglio del 1902 e la metà di agosto dell’anno successivo, la lirica di Gabriele D’Annunzio intitolata “La pioggia nel pineto” è dedicata ad una donna amata dal poeta, che viene identificata con lo pseudonimo “Ermione”.  Nella realtà si tratta dell’attrice Eleonora Duse, che ha portato in scena alcuni dei più famosi drammi scritti da Gabriele D’Annunzio.

Pioggia nel pineto
La celebre poesia “Pioggia nel pineto” fu composta da Gabriele D’Annunzio tra il 1902 e il 1903.

Testo della poesia

Puoi leggere il testo completo della poesia al seguente indirizzo:
La pioggia nel pineto, testo completo della poesia

Pioggia in pineta

Questa composizione poetica, che è una delle più note di D’Annunzio, si caratterizza per la spiccata sonorità, poiché sembra tradurre in parole il suono della pioggia che scroscia, il canto delle cicale, il verso di una rana che fa capolino dopo l’acquazzone. Inoltre, in questa bellissima poesia l’autore è molto abile nel descrivere la vegetazione (ad esempio lo fa riportando spesso l’uso della parola “colore verde” all’interno dei versi).

La pioggia nel pineto, per la ritmicità dei suoi versi, può essere paragonata ad una vera e propria composizione sinfonica.  La lirica presenta la scena del poeta intento a passeggiare in compagnia della sua donna, Ermione appunto, in un bosco sul litorale toscano.

Lui la invita a mettersi in ascolto del meraviglioso suono della pioggia estiva che batte sul fogliame degli alberi. La coppia si lascia andare alle sensazioni inebriandosi del suono della pioggia e di quelli della natura circostante, e finiscono con l’identificarsi a tal punto con essa da sentirsi simili a creature vegetali.

E’ come se avvenisse una metamorfosi fiabesca di cui i due sono i protagonisti. “La pioggia nel pineto”, composta dal poeta nella Villa la Versiliana dove abitava, è compresa all’interno della raccolta di liriche intitolata “Alcyone” (che nella mitologia greca è la figlia di Eolo, il re dei venti, che si suicida perché non riesce a sopportare il dolore per la perdita del marito).

La pioggia nel pineto: analisi e parafrasi

I versi della lirica sono liberi: i 128 versi di cui si compone si dividono in quattro strofe (ciascuna strofa è di 32 versi circa).  Dal punto di vista tecnico, la poesia presenta alcune figure retoriche: similitudini, anafore, onomatopee, allitterazioni. I temi principali di questa lirica dannunziana sono: l’amore, la metamorfosi e la pioggia. Nella “Pioggia del pineto” ritroviamo, molto più che in altri componimenti del “Vate”, l’ideale tipico del decadentismo, il “Panismo” (che esprime la fusione completa tra l’uomo e gli elementi della natura).

La pioggia nel pineto

Ogni strofa di questa poesia finisce con il nome dell’amata, Ermione (nome tratto dalla mitologia greca e che identifica la figlia di Menelao, Elena, che fu causa della guerra di Troia). Si tratta di un tipico riferimento classico utilizzato dai poeti per rendere immortali le donne amate. In questa famosa poesia si fonde l’amore umano e passionale (quello che lega D’Annunzio alla Duse) e quello per la natura con la sua bellezza e la pace che arriva dritto al cuore delle persone più sensibili e predisposte. In questo D’Annunzio si ispira al Simbolismo francese insieme agli elementi derivanti dal pensiero del filosofo Nietzsche.

Eleonora Duse
Eleonora Duse

Per D’Annunzio, in questa poesia, non esiste confine tra l’uomo e la natura, che finiscono per fondersi con meravigliosa armonia ed equilibrio: la stessa Ermione diventa, man mano che le strofe si susseguono, parte della natura bagnata dall’improvvisa pioggia estiva.

Il verbo “piove” viene ripetuto come un mantra, acquistando un valore quasi sacrale.

Altro verbo che si ripete è “ascolta”: il poeta invita la sua donna ad ascoltare appunto i suoni della pioggia e della natura per mettersi in comunicazione con essa. In momenti come questo il silenzio aiuta a cogliere i particolari, anche quelli apparentemente più insignificanti.

Il dialogo con la natura arricchisce l’animo umano e lo predispone ad una pace che lo ritempra e lo riempie di forza. La coppia protagonista della lirica dannunziana si inoltra nel bosco noncurante della pioggia proprio per mettersi in ascolto della natura.

Quando questo miracolo succede l’amore e la passione che unisce le singole persone si espande fino a ricomprendere l’intero Universo. In tale lirica dannunziana si alternano i suoni alle pause di silenzio, mentre il ritmo dei versi riproduce quello di una musica dolce e soave. In un’atmosfera così rarefatta la realtà lascia il posto alla fantasia e alla metamorfosi: tutto si trasforma e si identifica con la natura.

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A cosa è dovuto l’odore della pioggia? https://cultura.biografieonline.it/odore-della-pioggia/ https://cultura.biografieonline.it/odore-della-pioggia/#comments Fri, 31 May 2013 09:57:25 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=7336 L’odore della pioggia che si percepisce distintamente quando le prime gocce d’acqua cominciano a cadere è un fenomeno olfattivo dovuto ad una serie di motivi, da ricercare in ambito scientifico.

Odore della pioggia
L’odore della pioggia è un fenomeno olfattivo

Il particolare profumo che sprigiona la pioggia appena caduta, soprattutto a seguito di un periodo di siccità, è causato da un processo chimico: quando l’ossigeno atmosferico viene percorso da scariche elettriche, come quelle dei fulmini, modifica la sua struttura formando molecole costituite da tre atomi di ossigeno: l’ozono, appunto, il cui termine deriva dal verbo greco òzein, ovvero “mandare odore” ed il cui profumo è pungente e caratteristico.

Le molecole delle superfici asciutte reagiscono a loro volta con la pioggia caduta, sprigionando odori particolari a seconda dell’ambiente in cui ci si trova: circondati dalla natura, si sentiranno profumi più piacevoli che nelle aree urbane, dove le particelle di asfalto sono certamente meno gradevoli di quelle prodotte dalla vegetazione.

L'olfatto e l'odore di pioggia
L’odore della pioggia è definito petricor, da petra (pietra)

L’odore della pioggia viene definito petricor, termine coniato nel 1964 da due ricercatori australiani, I. J. Bear e R. G. Thomas, e deriva dal greco pétrā ovvero “macigno, pietra”, e ichṓr, cioè “linfa, icore” (il sangue delle divinità). Precisamente, questo termine indica l’odore che deriva da un’essenza rilasciata da alcuni vegetali che, dopo essere stata assorbita dai terreni argillosi, viene rilasciata nell’aria a seguito delle precipitazioni ed il cui diffondersi è agevolato dall’aria umida, insieme ad un altro composto organico, la geosmina.

Quest’ultima, prodotta da diverse classi di microbi, conferisce il caratteristico odore di terra e muffa che gli esseri umani percepiscono in modo particolare, essendo il nostro olfatto in grado di rilevare la geosmina anche a concentrazioni molto basse.

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