Pink Floyd Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Sun, 05 Nov 2023 21:53:09 +0000 it-IT hourly 1 The Dark Side of the Moon https://cultura.biografieonline.it/the-dark-side-of-the-moon/ https://cultura.biografieonline.it/the-dark-side-of-the-moon/#comments Thu, 01 Mar 2018 11:21:27 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=24393 E’ uno degli album più celebri dei Pink Floyd e nel contempo uno dei più importanti della storia del rock. Si intitola: The Dark Side of the Moon. L’ottavo album del gruppo è stato pubblicato dalla Capitol Records negli Stati Uniti il 10 marzo del 1973, e dalla Harvest Records in Gran Bretagna il 23 marzo dello stesso anno. La storia del disco affonda le radici nel dicembre del 1971, quando i componenti della band britannica, in seguito al lancio di “Meddle” – il 6° album in studio dei Pink Floyd – , si riuniscono in vista di un tour che li avrebbe portati in Giappone e negli Usa.

Artwork - The dark side of the Moon -disco
La copertina del disco, estremamente semplice, con la forma geometrica del triangolo al suo centro (un prisma che riflette la luce), ha contribuito al successo di The Dark Side of the Moon rendendolo facilmente riconoscibile.

La genesi del disco

Nel frattempo i ragazzi si dedicano alle prove a Londra, in Broadhurst Gardens. E’ in questa occasione che il bassista Roger Waters lancia l’idea di un nuovo album dedicato ad argomenti in grado di far arrabbiare le persone, con testi più diretti rispetto a quelli usati fino a quel momento. Così vengono registrati i primi demo nell’abitazione di Waters a Islington, all’interno di uno studio di registrazione creato ad hoc in giardino. Vi prendono parte, oltre allo stesso Waters, il tastierista Richard Wright, il chitarrista David Gilmour e il batterista Nick Mason.

Il nome del disco

Dopo aver comprato un mixer di ventotto canali, un impianto luci, casse acustiche e amplificatori, il gruppo decide di attribuire al nuovo materiale il nome provvisorio di “The Dark Side of The Moon”, con riferimento non all’astronomia ma alla follia. Tuttavia i Pink Floyd si rendono conto che quel titolo è già stato impiegato dai Medicine Head, e dunque lo sostituiscono con “Eclipse”.

Il 20 gennaio del 1972 il lavoro viene presentato a Brighton, ma l’LP “Eclipse” ottiene riscontri molto tiepidi. Così la band sceglie di recuperare il titolo iniziale, trasformato in “Dark Side of the Moon: A Piece for Assorted Lunatics”. Le canzoni vengono fatte ascoltare il 17 febbraio del 1972 a un gruppo di giornalisti, riscuotendo critiche positive da giornali come il “Sunday Times” o il “Times”.

Anche il tour seguente conquista un riscontro entusiastico da parte dei fan, includendo i nuovi pezzi eseguiti live secondo lo stesso ordine in cui verranno proposti nel disco. Tra il 1972 e il 1973, dunque, va in scena tra l’Europa e l’America il “Dark Side of the Moon Tour”, nel corso del quale la band lavora anche per migliorare i suoni e gli argomenti di alcuni brani.

Vinile - The dark side of the Moon - canzoni
Foto di un vinile d’epoca di The Dark Side of the Moon, prodotto e distribuito in Yugoslavia

The Dark Side of the Moon, le canzoni

L’elenco seguente si riferisce all’edizione originale in vinile del 1973.

  • Lato A
    1. Speak to Me – 1:30 (musica: Nick Mason)
    2. Breathe – 2:43 (Roger Waters, David Gilmour, Richard Wright) – Cantata da David Gilmour
    3. On the Run – 3:30 (musica: David Gilmour, Roger Waters)
    4. Time + Breathe (Reprise) – 6:53 (Nick Mason, Roger Waters, Richard Wright, David Gilmour) – Cantata da David Gilmour e Richard Wright
    5. The Great Gig in the Sky – 4:15 (Richard Wright) –Cantata da Clare Torry
  • Lato B
    1. Money – 6:30 (Roger Waters) – Cantata da David Gilmour
    2. Us and Them – 7:49 (Roger Waters, Richard Wright) – Cantata da David Gilmour e Richard Wright
    3. Any Colour You Like – 3:24 (musica: David Gilmour, Nick Mason, Richard Wright)
    4. Brain Damage – 3:50 (Roger Waters) – Cantata da Roger Waters
    5. Eclipse – 1:45 (Roger Waters) – Cantata da Roger Waters

Le registrazioni

Il 20 gennaio del 1972 iniziano le prove negli studi britannici, mentre le registrazioni finali si svolgono a Londra tra il 24 maggio e il 25 giugno dello stesso anno. Il capo tecnico audio è Alan Parsons, già assistente per “Atom Heart Mother” (il loro 5° album).

Le varie sessioni sono valorizzate dalle tecnologie più evolute del tempo: lo studio permette di missare ben sedici tracce, la prima delle quali è “Us and Them”, che viene registrata il 1° giugno e che anticipa “Money”. Infine, il 9 gennaio del 1973, dopo la pubblicazione del film-documentario concerto “Pink Floyd a Pompei”, l’incisione viene portata a termine. E’ in questa occasione che vengono registrati “On the Run”, “Any Colour Yoy Like”, “Eclipse” e “Brain Damage”.

Nasce, così, un album in cui si parla di malattia mentale, di morte, di vecchiaia, di avidità: ogni lato del disco contiene cinque tracce, ciascuna delle quali simboleggia un particolare stadio dell’esistenza umana. Non a caso, l’inizio e la fine dell’album sono rappresentati da un suono di battiti del cuore. Il lato A si conclude con una metafora della morte, “The Great Gig in the Sky”, mentre il lato B termina con i concetti di unità e alterità di “Eclipse”.

Quando la registrazione fu terminata portai una copia a casa e la feci ascoltare a mia moglie. Ricordo che si mise a piangere. A quel punto pensai «questo ha sicuramente toccato una corda da qualche parte», ed ero contento. (Roger Waters)

Curiosità

Nel Regno Unito è il settimo album più venduto di tutti i tempi. Si stima che uno statunitense su quattordici sotto i 50 anni possegga, o abbia posseduto, una copia dell’album. Fonti dell’industria discografica stimano che le vendite totali in tutto il mondo ammontino a circa 50 milioni di copie, dalla prima uscita: in pratica non esiste giorno dell’anno in cui non vengano vendute decine di copie di questo disco.

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Il disco “The Wall” dei Pink Floyd https://cultura.biografieonline.it/the-wall-pink-floyd/ https://cultura.biografieonline.it/the-wall-pink-floyd/#comments Sat, 13 Oct 2012 15:50:43 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=4135 Chi non conosce i Pink Floyd? Si tratta di uno dei gruppi più famosi della storia musicale di tutti i tempi: questa rock band inglese è nata nel 1965, seguendo in un primo momento il genere “space rock” e “rock psichedelico”. Nel corso della lunga e complicata carriera, i Pink Floyd si sono distinti per la musica innovativa e la loro tendenza al “rock progressivo”.

Pink Floyd, The Wall - L'iconografia simbolica dei martelli
Pink Floyd, The Wall – L’iconografia simbolica dei martelli

Chi ha avuto la fortuna di assistere dal vivo ad un concerto della band britannica è rimasto sicuramente colpito dagli esperimenti sonori e dalla spettacolarità dell’evento. La musica dei Pink Floyd ha influenzato anche lo stile di musicisti contemporanei del calibro di Dream Theater, Nine Inch Nails e Porcupine Tree.

Il gruppo, fondato da Roger Keith “Syd” Barrett (chitarrista e cantante) è formato da Nicholas Berkeley “Nick” Mason (batterista), Richard William “Rick” Wright (tastierista), George Roger Waters (bassista). L’album di debutto esce il 5 agosto 1967,  si intitola “The Piper at the Gates of Dawn”, e contiene sia melodie con testi poetici, che sperimentazioni stravaganti. Di fatto, con questo album di esordio, i Pink Floyd si impongono al pubblico come “pionieri” dello “space rock”.

La band riesce a coinvolgere il pubblico con l’impiego di diapositive ed immagini di forte impatto. Nel 1968 il chitarrista David Jon “Dave” Gilmour prende il posto di Barrett, che lascia il gruppo a causa di problemi psichici e consumo di droga. “The Dark Side of the Moon” e i due album che lo seguono segnano la storia del rock mondiale.

Il disco “The Wall”

Il 30 novembre 1979 viene pubblicato “The Wall”, concept album dei Pink Floyd, uno dei loro dischi più famosi e uno dei più importanti della storia del rock.

Pink Floyd, The Wall - Copertina del disco (1979)
Pink Floyd, The Wall – Copertina del disco (1979)

Si tratta dell’undicesimo album composto dalla band inglese, che solo nel nostro Paese ha venduto circa un milione di copie. L’album si basa sulla storia di Pink, un personaggio di fantasia, un artista, che si trova a dover affrontare un serie di disagi fin dall’infanzia: la morte del padre durante la guerra, la madre che tende a proteggerlo troppo, i maestri e gli educatori severi, la moglie che lo tradisce. Deluso dalla vita, Pink decide di isolarsi dal mondo e rinchiudersi in un mondo tutto suo, dove a nessuno è permesso di entrare. L’album si chiude con il brano intitolato “Outside the Wall”, una bellissima ballata dal tema introspettivo, che esprime il sentimento di solitudine del protagonista, Pink, divenuto una rockstar famosa.

Nonostante il successo dell’album sia stato enorme (più di quello che gli stessi Pink Floyd si aspettavano) ci sono dei problemi tra i componenti del gruppo (in particolare tra il tastierista Rick Wright e Roger Waters).

L’album contiene melodie struggenti, altre caratterizzate da moti di rabbia. Una cosa è certa: dalle prime note si intuisce la genialità musicale di questa band e la loro maturità artistica. “Another Brick in the Wall”, il primo pezzo del disco, introduce nella musica rock elementi di musica classica che lo rendono a dir poco straordinario. La copertina dell’album è molto semplice ed intuitiva: guardandola, si capisce subito quale è il tema di cui si occupa: un muro contornato di nero fatto da tanti mattoncini bianchi.

Alcuni anni dopo, nel 1982, viene lanciata al cinema la pellicola cinematografica “Pink Floyd The Wall”, in cui l’attore protagonista è Bob Geldof. Il film, diretto dal regista Alan Parker, contiene scene abbastanza crude e violente, ma non vi sono tutti i brani dell’album: alcuni, come “Hey You” restano fuori.

Locandina del film "Pink Floyd The Wall"
Pink Floyd The Wall, locandina del film (1982, di Alan Parker)

Il tour “The Wall” registra il tutto esaurito in varie parte del mondo: durante i concerti compare sospeso in aria il famoso maialino Algie, il pallone utilizzato nella copertina di “Animals”, con il quale Roger Waters intrattiene spesso veri e propri dialoghi (vedi Run Like Hell e In the Flesh). Inoltre viene montato un muro di polistirolo che divide la band dal pubblico: questo distacco diventa la metafora sul quale si basa l’intero album “The Wall”.

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