Pearl Harbor Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Thu, 15 Aug 2019 17:27:03 +0000 it-IT hourly 1 Perfidia (di James Ellroy) https://cultura.biografieonline.it/perfidia-ellroy/ https://cultura.biografieonline.it/perfidia-ellroy/#respond Wed, 07 Oct 2015 01:55:43 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=15298 collapsed

il participio passato di soccombere?
qualcuno dice soccombuto addirittura, citando un paio di pregevolissimi passaggi letterari dell’ottocento. qualcuno dice non si usa. un po’ mi spiace che non si usi perché è esattamente quello che vorrei dire, ho soccombuto.

James Ellroy - Perfidia
James Ellroy con il suo romanzo “Perfidia” (2015)

jamesellroy non credo abbia bisogno di presentazioni. perfidia – einaudi, 2015 è il suo ultimo libro, è uscito a marzo, un tomazzo tanto. un filo fuori budget per me allora ho aspettato a prenderlo. poi l’ho regalato al mio socio di palestra per il suo compleanno. poi arrivavano le vacanze e va bene, l’ho preso. quella roba dell’attesa del piacere che è essa stessa piacere, per me è una grande vaccata comunque.

allora vado in ferie con il libro e non è proprio agile da portare in giro allora dico lo leggo quando torno a casa – ogni tanto ho delle idee intelligenti tipo portarmi appresso un libro che pesa come un pacco di farina per poi lasciarlo chiuso. lo metto in valigia. lo inizio appena arrivo a casa, sissì, ellroy accompagnerà la mia rentrée.

arrivo a milano, dopo quel viaggio in treno di cui ho parlato spesso, prendo un tassì, cerco le chiavi di casa con il terrore che c’ho sempre di averle lasciate in sicilia o in giro. cioè una volta l’ho fatto, ho lasciato le chiavi dentro casa, lui ha chiuso, io sono andata in america, sono tornata, lui era a londra, le mie chiavi dentro, c’erano 40° e insomma si capisce.

entro e apro la valigia, se non divido subito cose sporche/cose pulite/cose non ricordo ma mejo che je do una sciacquata, poi è un casino. apro e cazzo. quel sacchetto di cipolle in agrodolce preso in quell’azienda ai piedi dell’etna, vuoi mica che si è bucato con non so cosa? (le ipotesi sono o uno dei cosi della spazzola, o l’angolo del libro di cui parliamo). ho passato in velocità le 5 fasi del lutto poi ho messo la roba a lavare, tutta ormai, inutile dividerla, ho cosparso la valigia di bicarbonato che si sa assorbe gli odori, e comunque è ottimo per un sacco di cose e soprattutto per pulire il forno, ho ripassato i santi del calendario attribuendo loro deliziosi epiteti.
poi sono andata a letto portandomi le ottocentoepassa pagine più odorose di cipolle della storia.

perfidia è una specie di prequel. ci sono personaggi che sono apparsi in altri libri di ellroy, successivi in linea temporale. come se io me li ricordassi, ma dai.

ellroy racconta dei giorni un po’ intensi per l’ammeriga, i giorni primaduranteedopo pearl harbour. è a tutti gli effetti un romanzo storico questo, di una storia che conosco poco poi (per me era i giapponesi hanno bombardato ph, gli ammerigani han ricambiato il favore con le bombe atomiche. perché è giusto che se uno ti strappa qualche capello, tu gli faccia lo scalpo, no? come se un giorno dovessero fare un attentato dove muoiono molte persone e tu per vendicarti sbam, invadi tutto e ammazzi n volte tanto. ma questa è solo un’ipotesi che faccio per far capire no? e ok, ho semplificato un po’ il tutto lo so).

i personaggi sono delineati a fondo. è tutto preciso, perfetto, perché james ellroy scrive perfetto.
però io noia. noia tantissima. e andavo avanti e mi passava la voglia di leggere, non solo quello ma tutto e noia noia noia e a due terzi HO SOCCOMBUTO. l’ho chiuso, col suo odore di cipolle che ancora c’era un pochino, e ho detto grazie james magari la prossima volta eh.

però è colpa mia, che ho bisogno a volte di più superficialità. ellroy è straordinario.

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L’attacco di Pearl Harbor e la figura di Hirohito https://cultura.biografieonline.it/pearl-harbor-e-la-figura-di-hirohito/ https://cultura.biografieonline.it/pearl-harbor-e-la-figura-di-hirohito/#comments Tue, 24 Apr 2012 20:44:06 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=1588 La Seconda Guerra Mondiale iniziò per il Giappone lo stesso giorno in cui iniziò per gli Stati Uniti d’America, con l’attacco di Pearl Harbor avvenuto il 7 dicembre del 1941 con il nome in codice operazione Hawaii.

Pearl Harbor, una foto dell'attacco
Pearl Harbor, una foto dell’attacco

Senza una preventiva dichiarazione di guerra, l’attacco fu realizzato per via aerea e navale (la flotta partì dal Giappone il giorno 26 novembre 1941) e colpì duramente la flotta americana posizionata nella base navale di Pearl Harbor.

L’evento scatenò in America una tale ondata emotiva che il suo Presidente Franklin Delano Roosevelt poté dichiarare guerra al Giappone e intervenire a fianco dell’Inghilterra nella Seconda guerra Mondiale senza alcuna opposizione.

I giapponesi, come alleati della Germania e dell’Italia, dimostrarono una notevole capacità bellica e una determinazione capace di giungere fino all’autodistruzione. Pertanto gli Americani decisero di utilizzare, unici nella storia militare, la Bomba Atomica. Il 6 agosto 1945 ne sganciarono una su Hiroshima e il 9 agosto 1945 un’altra su Nagasaki.

Il 15 agosto 1945 Hirohito, imperatore del Giappone, suprema carica dello stato e, secondo le tradizioni giapponesi, di discendenza divina, parlò per la prima volta ai suoi sudditi dichiarando che a causa delle armi di cui gli americani disponevano era impensabile proseguire la guerra e pertanto ordinava ai suoi militari di fermare qualsiasi azione bellicosa contro i nemici.

L'imperatore del Giappone Hirohito
L’imperatore del Giappone Hirohito

Hirohito era un imperatore fragile e moderato, molte delle scelte fra cui l’entrata in guerra, sembra che siano state prese dai militari con un sua passiva accettazione. Pare, infatti, che dopo la guerra l’Imperatore dichiarò ad un pastore metodista che era andato a trovarlo che se avesse ricevuto, prima dell’attacco di Pearl Harbor, il telegramma che Roosevelt gli aveva inviato e che non arrivò mai, chiedendogli di non dare inizio alle ostilità, lui avrebbe fermato l’attacco.

Hirohito, infatti, anche durante le prime vittorie giapponesi nel Pacifico era scettico sull’andamento della guerra e si era reso conto che la sconfitta era solo procrastinata. Il suo impero era comandato e governato da un gruppo di alte gerarchie dell’esercito, dell’aviazione e della marina che subirono la resa voluta dall’Imperatore con difficoltà e nella consapevolezza dell’errore che avevano commesso nell’attaccare gli americani.

Hirohito salì al trono a 24 anni, sostituendo il padre Taisho da tempo malato, e il suo regno fu contraddistinto dalla sua levità; era infatti uno studioso preciso e meticoloso ma refrattario alle responsabilità di governo. Amava la biologia marina e studiava con attenzione, in un laboratorio appositamente costruito, pesci e crostacei di cui dettava l’analisi ad un biologo. Era anche un poeta alla ricerca della serenità e del distacco e quando dovette incontrare il generale MacArthur per parlare dei termini della resa del suo Impero sembra che non riuscì a parlare di nulla che avesse a che fare con le contingenze diplomatiche e politiche, anche se si prese tutta la responsabilità per l’attacco di Pearl Harbor e la successiva guerra.

Nel 1946 accettò la nuova costituzione imposta dagli americani che prevedeva fra l’altro la sua decadenza da essere divino a essere umano togliendo per sempre la presunta superiorità della razza giapponese nei confronti delle altre razze del mondo. Morì nel 1989 dopo una breve malattia lasciando un Giappone profondamente cambiato.

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