patroni Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Tue, 11 Jan 2022 17:15:27 +0000 it-IT hourly 1 San Martino di Tours https://cultura.biografieonline.it/san-martino-di-tours/ https://cultura.biografieonline.it/san-martino-di-tours/#comments Thu, 11 Nov 2021 05:34:02 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=6218 San Martino è considerato il protettore dei mendicanti, dell’Esercito e della Fanteria. Venerato come Santo nella Chiesa copta, ortodossa e cattolica, Martino di Tours nasce nel 316 o 317 nel territorio corrispondente all’odierna Ungheria. Le notizie circa la sua vita risalgono agli scritti dei discepoli Venanzio Fortunato e Sulpicio Severo.

San Martino di Tours
San Martino di Tours

Vita e storia di San Martino di Tours

Il padre, ufficiale dell’esercito, lo chiama Martino in onore della divinità della guerra, Marte. A Pavia, dove trascorre l’infanzia, il giovane si avvicina al Cristianesimo. A quindici anni è costretto ad arruolarsi anche lui nell’esercito, in quanto figlio di un ufficiale. Lascia quindi la sua famiglia e raggiunge la Gallia.

Proprio durante la sua esperienza di soldato, Martino viene colpito da una visione che gli cambia la vita nel profondo.

Nei dintorni della città di Amiens, il militare incontra un povero mendicante ricoperto di stracci. Dispiaciuto per lo stato in cui si trova l’uomo, taglia in due il mantello e condivide la metà con lui. Durante la notte Gesù appare in sogno a Martino e gli restituisce la metà del mantello che ha donato al mendicante. Gesù dice agli angeli che sono con lui: “Questo è Martino, il soldato che mi ha rivestito”. Al suo risveglio, Martino si accorge che il mantello è perfettamente integro. La visione e il miracolo del mantello spingono Martino, che è già catecumeno, a battezzarsi e diventare cristiano.

La vita religiosa

Dopo aver lasciato l’esercito, si impegna a combattere l’eresia ariana e per questo motivo subisce umiliazioni e viene cacciato sia dalla Francia, che dalla città di Milano. Fuggito sull’isola Gallinara, nei dintorni di Savona, trascorre un lungo periodo di solitudine e poi diventa monaco. Nel 371 Martino viene nominato Vescovo di Tours, una cittadina della Franca, e da questo momento in poi comincia la sua missione di “pastore” per evangelizzare la gente più umile, soprattutto gli agricoltori che abitano nelle campagne.

Nella cittadina francese di Tours, Martino fonda anche un monastero, chiamato “Marmoutier”. San Martino muore a Candes-Saint-Martin l’8 novembre del 397.

La Chiesa cattolica festeggia questo Santo l’11 novembre, che è il giorno in cui è stato sepolto.

A Tours sorge una bellissima basilica in suo onore, che attira pellegrini da tutto il mondo.

Martino di Tours
Martino di Tours

Tradizioni

  • Nei paesi austriaci e in Germania il giorno in cui si festeggia San Martino, l’11 novembre, si organizza la tradizionale “processione delle lanterne” cui partecipano soprattutto i bambini con inni e canti dedicati al Santo.
  • In Italia, invece, in molti paesi si celebrano feste popolari dedicate a San Martino, a cui la tradizione lega un aspetto meteorologico del periodo, la cosiddetta “estate di San Martino” che si colloca nei primi giorni di Novembre.
  • Nella zona di Venezia è consuetudine preparare per il giorno di San Martino un dolce tipico di pasta frolla che raffigura il Santo sul suo cavallo, decorato con glassa di zucchero e ricoperto con caramelle e confetti.
  • In altre zone dell’Italia, soprattutto quelle più agricole, la data dell’11 novembre si associa alla maturazione del vino nuovo, per cui questa è un’occasione per assaggiare del buon vinello insieme alle caldarroste.
  • La festa di San Martino è molto sentita nella tradizione popolare, mentre dal punto di vista religioso lo è soltanto nei luoghi in cui è Patrono.
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San Lorenzo https://cultura.biografieonline.it/san-lorenzo/ https://cultura.biografieonline.it/san-lorenzo/#comments Fri, 09 Aug 2013 06:27:01 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=6313 Celebrato il 10 agosto, San Lorenzo viene ritenuto il protettore dei pompieri, dei cuochi (secondo la leggenda, quando fu messo sulla graticola a bruciare, a un certo punto, pervaso dall’amore divino e non soffrendo il calore del fuoco, avrebbe gridato: “Da questa parte sono arrostito, giratemi”), dei bibliotecari, dei librai, dei vermicellai, dei pasticceri, dei lavoratori del vetro e dei rosticceri.

San Lorenzo
San Lorenzo

San Lorenzo inoltre è patrono di numerose località italiane, tra le quali si ricordano Grosseto, Sant’Agata li Battiati, Tivoli, Perugia, Aidone, Boroneddu, Rose, Budrio, Propata, Nocciano, Rocca Santa Maria, Marano sul Panaro, Gatteo, Malfa, Carro, Cairo Montenotte, Castelmauro, Abbadia Lariana, Olgiate Olona, Varmo, Vetto, Nuvolera, Lazzate, Fiesse, Casazza, Palosco, Mortara, Manerbio, Mandello del Lario, Gorla Minore, Chiavenna e Berzo Demo.

Vita di San Lorenzo

Lorenzo nasce nel 225 a Huesca (Osca), ai piedi dei Pirenei, in Aragona. Le notizie sulla sua vita, a dispetto della notevole devozione popolare che lo ha riguardato, sono decisamente scarse. Spedito a Saragozza ancora giovane al fine di concludere gli studi teologici e umanistici, ha modo di conoscere il futuro papa Sisto II, che insegna in città. Tra i due si instaura una profonda amicizia, che prosegue quando entrambi si spostano a Roma.

Lorenzo viene nominato arcidiacono il 30 agosto del 257, quando Sisto diventa vescovo di Roma: in pratica, gli spetta il compito di gestire nella diocesi di Roma le attività caritative, assistendo oltre mille vedove e persone povere. In Italia egli si distingue per l’integrità dei costumi, per la carità verso i più poveri e per la pietà: chiamato a provvedere agli orfani e a custodire le offerte, diventa uno dei personaggi più famosi della cristianità dell’epoca.

San Lorenzo muore il 10 agosto 258, dopo che l’imperatore Valeriano ha diffuso un editto che impone di mettere a morte tutti i diaconi, i presbiteri e i vescovi. Il 6 agosto tocca a Sisto II essere ucciso in compagnia di alcuni suoi diaconi, dopo essere stato catturato mentre nelle catacombe di San Callisto celebra l’eucaristia; Lorenzo, invece, viene risparmiato, così che possa consegnare ai soldati i tesori appartenenti alla Chiesa.

Quando l’imperatore stesso gli chiede di consegnargli i tesori, egli risponde, mostrando ammalati e poveri: “Sono questi i tesori della chiesa”. Affidato al centurione Ippolito in custodia, viene rinchiuso nei sotterranei del palazzo imperiale, in un luogo umido e buio: suo compagno di cella è un tale Lucillo, cieco, che viene catechizzato e convertito da Lorenzo alla dottrina di Cristo; grazie a una polla d’acqua che emerge dal suolo, viene anche battezzato e riacquisisce la vista.

Ippolito, resosi conto dell’avvenimento miracoloso, rimane colpito dalla straordinarietà dell’evento e dalla serenità dei carcerati; così, illuminato dalla grazia divina, diventa cristiano e viene a sua volta battezzato.

Il 10 agosto Lorenzo viene ucciso: muore a 33 anni molto probabilmente bruciato dopo essere stato collocato sulla graticola. Il suo cadavere viene condotto nelle catacombe di Santa Ciriaca, al Campo Verano. In seguito, anche Ippolito verrà condannato a morte, legato a dei cavalli e trascinato tra rovi e sassi.

A ricordare il martirio di Lorenzo a Roma furono erette le chiese di San Lorenzo al Verano (dove fu sepolto), San Lorenzo in Panisperna (dove fu ucciso) e San Lorenzo in Fonte (dove fu tenuto prigioniero).

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San Giovanni Battista https://cultura.biografieonline.it/san-giovanni-battista/ https://cultura.biografieonline.it/san-giovanni-battista/#comments Mon, 04 Mar 2013 00:08:17 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=6504 Celebrato il 24 giugno, San Giovanni Battista è considerato il protettore, tra gli altri, dei fabbricanti delle forbici, delle spade e dei coltelli (per la spada del supplizio), degli albergatori (per la causa della sua morte, il banchetto di Erode), di pellicciai, sarti e conciatori di pelli (per la cintura e l’abito in pelle di cammello da lui realizzato durante le sue peregrinazioni nel deserto) e dei cardatori di lana (per l’agnello).

San Giovanni Battista
San Giovanni Battista

Patrono dell’Ordine di Malta, della città di Ragusa e della Contrata della Pantera di Siena, viene invocato anche contro le gravi calamità naturali, ed è ritenuto il protettore delle Anime Decollate, morte a causa di un boia.

Nato a Gerusalemme il 5 avanti Cristo, figlio della cugina di Maria, Elisabetta, e di Zaccaria, che diventano suoi genitori in tarda età, viene alla luce dopo essere stato annunciato dall’arcangelo Gabriele. L’arcangelo si era infatti presentato a Zaccaria mentre questi era impegnato a offrire l’incenso nel Tempio, anticipandogli che suo figlio avrebbe operato numerose conversioni in Israele, pieno di Spirito Santo, con la forza di Elia. Da quel momento, Zaccaria aveva perso la voce a causa dell’incredulità, e l’aveva riacquistata solo alla nascita del figlio, avvenuta nel villaggio di Ain Karim.

Dopo essere andato a vivere nel deserto (della sua giovinezza non si conosce nulla), San Giovanni Battista intraprende una vita di preghiera e di penitenza, seguendo il voto di nazireato della tradizione ebraica. Cibandosi di miele selvatico e locuste, e indossando un abito di pelle di cammello, si dedica al battesimo di chi decide di convertirsi al cristianesimo. Lo stesso Gesù vuole farsi battezzare da lui nel fiume Giordano: è in questa occasione che Giovanni parla del figlio di Maria come dell’agnello di Dio che toglie i peccati del mondo.

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Nonostante quell’incontro, tra i discepoli di Gesù e quelli del Battista non mancano le polemiche, anche perché Giovanni, pur non dubitando del carisma del cugino, manifesta perplessità sulla sua definitiva messianicità: al punto che manda a chiedere allo stesso Gesù se sia lui il Messia, o se un altro è in procinto di venire. Pur avendo ascoltato Dio parlare di Gesù di Nazareth definendolo eletto, e pur avendo preso parte alla manifestazione dello Spirito su di Lui, il Battista sceglie di non seguirlo come discepolo e di non sciogliere la propria scuola. Da una parte, Cristo definisce Giovanni il più grande tra i nati di donna; dall’altra, lo definisce il minimo del regno, nel senso che chiunque riconosca il regno è destinato a diventare più grande di lui.

Non mancano, inoltre, i contrasti tra Giovanni e i gerosolomiti, la comunità guidata da Giacomo.

Nel corso della sua missione, San Giovanni Battista condanna lo sposalizio tra Erodiade, vedova di Filippo, ed Erode: essi, per vendetta, lo mettono in prigione e durante un banchetto lo fanno decapitare a Macheronte, per compiacere Salomè, la figlia di Erodiade. E’ il 28 dopo Cristo.

Divenuto, a causa della decapitazione, noto anche come San Giovanni decollato (la cui celebrazione cade il 29 agosto, data cui viene fatto risalire il ritrovamento della reliquia della sua testa), il Battista viene ricordato in numerose città che ne hanno preso il nome o hanno visto le proprie chiese intitolate al Santo. La tradizione cattolica vuole che le sue reliquie siano conservate attualmente a Roma nella chiesa di San Silvestro in Capite, qui giunte nel corso del papato di Innocenzo II.

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Sant’Antonio Abate https://cultura.biografieonline.it/antonio-abate/ https://cultura.biografieonline.it/antonio-abate/#comments Sun, 17 Feb 2013 16:59:12 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=6383 Sant’Antonio Abate viene celebrato il 17 gennaio. E’ il santo patrono del bestiame (cavalli e maiali in particolare), degli allevatori, dei fabbricanti di spazzole (che una volta venivano realizzate con le setole dei maiali), dei salumieri, dei macellai, dei commercianti di tessuti e dei droghieri. Egli, inoltre, è il protettore dei panerai (poiché durante la sua esistenza era solito intrecciare i cestini per non oziare), degli eremiti (fondò il monachesimo) e dei becchini (pare abbia dato sepoltura cristiana all’abate Paolo). Infine, viene invocato contro le malattie della pelle, i foruncoli, la scabbia e ovviamente il fuoco di Sant’Antonio, in conseguenza dei suoi combattimenti con il demonio.

Antonio abate
Sant’Antonio abate

E’, tra l’altro, patrono delle località di Agerola, Linarolo, Cassaro, Valmadrera, Priero, Bolognano, Burgos, Genzano di Lucania, Introbio, Viconago, Vallecrosia, Galluccio, Rosà, Borgomaro e Filattiera.

Vita di Sant’Antonio Abate

Nato nel 251 circa a Qumans (Coma, in Egitto), da agricoltori cristiani di condizione agiata, Antonio rimane orfano ancora adolescente: tuttavia, sebbene si ritrovi con una sorella più piccola cui prestare attenzione e un patrimonio da amministrare, segue il richiamo evangelico che impone di regalare tutti i propri possedimenti ai poveri. Così, dopo aver distribuito ogni suo bene ai mendicanti, lascia la sorella in una comunità, e si dedica a una vita solitaria, come altri anacoreti che vivono nei deserti vicini alla città.

Dedicatosi, dunque, a una vita di castità, povertà e preghiera, durante una visione Sant’Antonio Abate vede un eremita che passa le giornate intrecciando una corda e pregando: deduce, quindi, la necessità di impegnarsi in un’attività concreta. Pertanto, pur non abbandonando la sua vita ritirata, si dedica al lavoro, necessario per sopravvivere e per aiutare i più bisognosi. Non mancano, per altro, le tentazioni che gli fanno dubitare sulla reale utilità di un’esistenza solitaria. Persuaso a perseverare da altri eremiti, che gli suggeriscono di staccarsi dal mondo in maniera ancora più evidente, si chiude all’interno di una tomba vicino al villaggio di Coma, in una roccia, coperto solo da un panno ruvido. Qui, viene aggredito dal demonio e poi trovato senza sensi: condotto nella chiesa del villaggio, si riprende e decide di spostarsi sul monte Pispir, verso il Mar Rosso. Giunto qui nel 285, vi rimane per venti anni, mangiando solo quel poco pane che gli viene fornito rare volte all’anno.

Sant'Antonio abate
Sant’Antonio abate

La sua costante ricerca di purificazione, in questi anni, si scontra nuovamente con i tormenti del demonio. In seguito, molte persone intenzionate ad avvicinarsi a lui e a seguire il suo esempio lo portano via dal fortino in cui vive: egli, dunque, decide di tornare alla cura dei malati, sia guarendoli dal male fisico, sia liberandoli dal demonio. Contribuendo alla diffusione dell’anacoretismo, nel 307 riceve la visita di Ilarione, desideroso di costituire a Gaza una comunità monastica. Pochi anni dopo, invece, a causa di una persecuzione messa in atto dall’imperatore Massimino Daia, torna ad Alessandria al fine di confortare i perseguitati, pur non essendo egli colpito in prima persona dalla caccia contro i cristiani.

Sostenendo Atanasio nella lotta all’arianesimo, Antonio passa gli ultimi anni della sua esistenza nel deserto della Tebaide, impegnato a curare un orticello necessario al suo sostentamento e a pregare.  Qui Sant’Antonio Abate muore il 17 gennaio del 357: il suo corpo viene sepolto in un posto segreto dai suoi discepoli.

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Sant’Antonio da Padova https://cultura.biografieonline.it/antonio-da-padova/ https://cultura.biografieonline.it/antonio-da-padova/#comments Sun, 17 Feb 2013 14:32:00 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=6380 Celebrato il 13 giugno, Sant’Antonio da Padova è ritenuto il protettore dei nativi americani, dei poveri, delle donne incinte, degli oppressi, dei viaggiatori, degli affamati, dei fidanzati, degli animali, dei pescatori, degli oggetti smarriti, dei marinai, dei cavalli, del matrimonio e della sterilità. Si tratta, come si può notare, di un santo invocato piuttosto spesso, anche perché secondo la tradizione egli può ottenere tredici miracoli quotidiani.

Sant’Antonio da Padova
Sant’Antonio da Padova

E’ il patrono di numerose località italiane, tra cui Anzio, Zagarolo, Conca Casale, Peia, Fusara di Baronissi, Cerreto Sannita, San Paolo di Civitate, Montefalcone nel Sannio, Giuliano Teatino, Castrignano de’ Greci, Marina di Ginosa, Santa Maria Nuova, Afragola, Lamezia Terme, Amantea, Sassari, Oppido Lucano, Ceglie Messapica, Petrizzi e ovviamente Padova.

Vita di Sant’Antonio

Nato il 15 agosto del 1195 a Lisbona da genitori benestanti e nobili, viene battezzato con il nome di Fernando e cresce in un ambiente profondamente religioso. Amante del silenzio e della preghiera, si ritira a soli quindici anni nell’abbazia agostiniana di San Vincenzo, situata alla periferia di Lisbona. Amici e parenti lo visitano in continuazione per distrarlo dalla sua vocazione, dalla preghiera e dallo studio: per questo egli chiede ai suoi superiori di spostarlo in un convento remoto.

Trasferitosi a Coimbra, ha la possibilità di dedicarsi agli studi teologici con maggiore tranquillità; nel 1220, assiste al ritorno dei cadaveri di cinque frati uccisi in Marocco: per questo motivo, sceglie di abbracciare, con slancio missionario, l’ideale francescano. Entrato nella nuova famiglia religiosa e prospettando per sé il martirio, chiede di essere spedito in Marocco: spinto dalla volontà di rigenerarsi completamente, cambia nome da Fernando in Antonio.

Non appena arriva in Africa, tuttavia, Sant’Antonio da Padova deve fare i conti con le febbri malariche che lo colpiscono, e che lo obbligano a rivedere i propri piani. Mentre si appresta a tornare in Portogallo abbandonando i propositi di predicazione, la nave su cui naviga è costretta ad attraccare in Sicilia. Antonio, quindi, giunge a Messina, dove rimane per diversi mesi: in seguito, decide di recarsi ad Assisi, dove si terrà un grande Capitolo in occasione della Pentecoste del 1121. Assegnato all’eremo di Montepaolo, vicino a Forlì, Antonio inizia a predicare e a convertire numerose persone.

Non mancano i miracoli, dalla predica ai pesci alla mula rimasta a digiuno per tre giorni che si inginocchia di fronte all’Ostensorio, favorendo la conversione del suo padrone precedentemente ateo. Tra preghiere, penitenze, mortificazioni e sacrifici, Antonio ha modo di incontrare, tra l’altro, il dittatore Ezzelino da Romano a Verona. Egli diventa il primo dei Frati Minori a insegnare, su manifesta volontà di Francesco, teologia all’Università di Bologna.

Dopo aver percorso la Francia e l’Italia in viaggi apostolici estenuanti, Antonio si ritira a Camposampiero, località situata nei pressi di Padova, stanco e colpito da idropisia. Qui il Conte Tiso ha l’opportunità di assistere a un miracolo, cioè il Bambino Gesù accolto tra le braccia del frate. Accortosi che la vita lo sta ormai abbandonando, Antonio chiede a Tiso di essere portato a Padova: lungo il tragitto, però un attacco di idropisia impone una sosta obbligata al conventino dell’Arcella.

Qui, assistito dai francescani, Sant’Antonio da Padova muore all’età di trentasei anni, sussurrando le parole “Vedo il mio Signore”. E’ il 13 giugno del 1231. Meno di un anno dopo, Papa Gregorio IX lo nominerà santo.

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Santa Tecla da Lentini https://cultura.biografieonline.it/santa-tecla/ https://cultura.biografieonline.it/santa-tecla/#respond Sun, 17 Feb 2013 14:20:06 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=6372 Celebrata il 10 gennaio, Santa Tecla è la patrona di Lentini, in Sicilia. Nata all’inizio del II secolo, Tecla è una cristiana benestante che abita a Lentini, apprezzata e nota per la sua generosità che la spinge a soccorrere, specialmente durante le persecuzioni, i suoi confratelli in carcere o in pericolo, ospitandoli in casa propria per farli scampare agli editti imperiali romani: mantiene gli orfani, provvede alla cura delle vedove, si occupa dei più bisognosi e converte diversi pagani facendo opera di apostolato.

Santa Tecla
Santa Tecla

Un giorno, dopo essere diventata paralitica e temendo di non poter più proseguire la sua attività benefica, viene a sapere che nel villaggio in cui abita stanno arrivando tre fratelli cristiani (Alfio, Filadelfio e Cirino) che, oltre a professare la propria fede, si sono resi protagonisti di numerosi miracoli. Per questo, Tecla fa di tutto allo scopo di farsi visitare e ricevere conforto.

Tecla accoglie i tre fratelli con commozione, e chiede loro di pregare per lei. La donna, grazie alla loro intercessione, guarisce, e pertanto decide di sdebitarsi con loro. Così, quando i tre santi vengono messi in prigione, Tecla paga le guardie romane e insieme con la cugina Giustina guadagna la possibilità di visitarli, portando loro acqua e cibo e confortandoli. Dopo che i tre fratelli vengono martirizzati, la donna compra i loro cadaveri, permettendo ai corpi di ricevere degna sepoltura; quindi, fonda una chiesa nella sua città.

Sopra le tombe dei fratelli vengono costruiti i primi luoghi di culto; inoltre, al termine delle persecuzioni Tecla si impegna per far nascere un vescovado, a capo del quale viene scelto il lentinese Neofito.

Morte di Santa Tecla

Santa Tecla muore il 10 gennaio 264, non martirizzata: a evitare il martirio è la morte del governatore Tertullo, suo persecutore. Santa Tecla, quindi, non riceve la corona del martirio sofferto, come Sant’Alfio, ma quella tessuta con le opere buone, altrettanto preziosa: ella, quindi, diviene un esempio ammirevole, così come la cugina Santa Giustina.

Ritenuta una vera e propria colonna della chiesa di Lentini grazie al suo operato che permise che in questa zona della Sicilia si diffondesse il cristianesimo.

Tecla viene venerata ancora oggi: nell’iconografia viene raffigurata come una giovane donna che in una mano regge la chiesa madre di Lentini, e nell’altra mano tiene la croce. Un altro attributo simbolico che sovente ricorre è il ramoscello di ulivo.

Santa Tecla da Lentini
Santa Tecla da Lentini

A Santa Tecla da Lentini venne dedicato un tempio, situato nel quartiere Santa Venera. Esso venne tuttavia distrutto completamente dal terremoto che colpi la zona alla fine del XVII secolo.

Le celebrazioni della santa (oggi venerata nel quartiere Santuzzi della città di Carlentini, al confine con Lentini) si svolgono il 10 gennaio.

Le feste esterne, in realtà, vanno in scena ad ottobre, la terza domenica del mese.

Santa Tecla: come si svolgono le celebrazioni

La sera della vigilia si svolge una breve processione della reliquia. Ad essa partecipa la confraternita di Sant’Alfio.

La domenica mattina il simulacro d’argento esce dalla Chiesa spinto dai devoti in abito votivo.

La domenica sera, si conclude la processione tra fuochi d’artificio ed esibizioni della banda locale.

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Santa Lucia, vita storia e culto https://cultura.biografieonline.it/santa-lucia/ https://cultura.biografieonline.it/santa-lucia/#comments Sat, 16 Feb 2013 14:46:15 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=6304 Nata a Siracusa tra il 280 e il 290 d.C. da una ricca famiglia, Santa Lucia è orfana di padre e da giovane viene promessa in matrimonio ad un patrizio. La madre di Lucia è gravemente ammalata, e nonostante le costose cure, non riesce a guarire. Lucia e sua mamma Eutichia sono molto credenti. Durante un pellegrinaggio al sepolcro di Sant’Agata, la invocano in preghiera affinché aiuti la donna a sconfiggere la malattia.

Santa Lucia
Santa Lucia

Mentre Lucia è assorta ha una visione. Sant’Agata le appare dicendole che lei stessa può aiutare la madre a guarire. Le preannuncia inoltre che un giorno sarà la Patrona della città di Siracusa.

Al ritorno dal pellegrinaggio Eutichia guarisce, e la futura Santa Lucia decide di dedicare la sua vita al Signore. Comincia così a distribuire le ricchezze che possiede ai poveri e ai bisognosi che incontra.

La persecuzione

Il suo promesso sposo, indispettito per il rifiuto, la denuncia come appartenente alla religione cristiana. L’imperatore Diocleziano intanto emana i decreti che autorizzano la persecuzione dei cristiani. Santa Lucia viene quindi catturata e processata.

Davanti ai suoi accusatori sostiene con fierezza di essere cristiana. Il proconsole minaccia la donna di mandarla tra le prostitute. Ma Lucia gli tiene testa con le parole senza alcun cedimento. La donna è così decisa che riesce a mettere in difficoltà l’Arconte di Siracusa Pascasio.

La morte di Santa Lucia

Per piegarla non resta che sottoporla a tortura. Nella sorpresa generale Lucia esce indenne da ogni ferita. Riesce a sopravvivere anche alle fiamme. Santa Lucia muore il 13 dicembre dell’anno 304 per decapitazione.

Gli “Atti Latini” scrivono che Lucia muore con un coltello conficcato in gola e non per decapitazione. Quest’ultima ipotesi è piuttosto diffusa nell’iconografia tradizionale di Santa Lucia.

Il culto e le curiosità

Dal XV secolo in poi la devozione popolare invoca Santa Lucia come protettrice della vista, per questo viene raffigurata con gli occhi sul piatto e lo sguardo al cielo. Il nome “Lucia” deriva dal latino Lux, che significa “Luce“.

A Santa Lucia si attribuisce la fine della carestia nel 1646. La gente la invoca in preghiera, ed un testimone oculare riferisce di una colomba che vola nella Cattedrale e appena si posa viene annunciato l’arrivo di una nave piena di cereali. La popolazione attribuisce questo miracolo a Santa Lucia.

Il 13 dicembre del 304 Lucia muore, ed il suo martirio viene conosciuto in tutto il mondo. Santa Lucia è la Patrona di Siracusa, protegge le malattie della vista, gli oculisti, i ciechi, gli elettricisti.

La festa liturgica nella tradizione cristiana ricorre il 13 dicembre, la data della sua morte.

Le spoglie

Secondo la tradizione, i resti del corpo di Lucia vengono tumulati nello stesso luogo in cui la donna subisce il martirio. In seguito le catacombe di Siracusa, dove le reliquie vengono riposte, prendono il nome della Santa. Nell’anno 878 circa Siracusa subisce l’invasione dei Saraceni, così le reliquie appartenenti a Santa Lucia vengono messe altrove per sfuggire agli invasori.

Nel 1204 i Veneziani, sbarcati a Siracusa, si impossessano di alcune reliquie e le trasportano a Venezia, dove viene nominata compatrona della città. Tutt’oggi il corpo della Santa si trova nella Chiesa dei Santi Geremia e Lucia di Venezia.

Altri riferiscono di una seconda traslazione delle reliquie di Santa Lucia ad opera del vescovo Teodorico di Metz. Da questo luogo il culto di Santa Lucia si diffonde ovunque.

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San Vincenzo https://cultura.biografieonline.it/san-vincenzo/ https://cultura.biografieonline.it/san-vincenzo/#comments Wed, 13 Feb 2013 16:56:53 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=6236 Nell’antica lingua latina “Vincenzo” significa “vittorioso”. San Vincenzo è il martire più popolare in Spagna, poiché nacque in una di queste città: Saragozza, Valencia, Huesca. Le tre città sono in competizione da ben 1700 anni per contendersene i natali, ma secondo la tradizione la città in cui vide la luce Vincenzo è Huesca. Della vita di questo Santo, che fu diacono della città di Saragozza, non si sa tanto.

San Vincenzo
San Vincenzo – La chiesa cattolica lo celebra il 22 gennaio

Dalle fonti pervenute emerge la figura di un uomo colto, abile nel parlare, coraggioso e generoso con il prossimo. Di nobile discendenza, Vincenzo da giovane viene affidato alla guida del Vescovo Valerio di Saragozza. Questi trova in lui un valido aiuto per compensare le sue lacune oratorie, a causa dei problemi di balbuzie. Insieme formano un duetto indissolubile annunciando il Vangelo con grande forza ed entusiasmo.

Quando l’imperatore Diocleziano comincia a perseguitare i Cristiani, facendo distruggere ovunque arredi sacri ed edifici, sottraendo ai cristiani le cariche pubbliche e instaurando un clima di vero e proprio terrore, il diacono Vincenzo e il Vescovo Valerio vengono arrestati. Daciano, il governatore di Valencia si rende subito conto che, tra i due, la persona da mettere a tacere è Vincenzo, per la sua forza d’animo e l’abilità oratoria.

Il Vescovo viene esiliato, mentre San Vincenzo subisce fustigazioni e torture varie prima di essere mandato in prigione. La tradizione riferisce che Daciano riserva a Vincenzo orribili torture fisiche con lo strumento del “cavalletto” che serviva a lussare le ossa, e con uncini di ferro arpionati nelle varie parti del corpo.

Nonostante le ferite e le sofferenze, Vincenzo sembra sereno, e anzi dà prova di avere una fede assolutamente incrollabile. Per questo il prefetto, non contento, ordina che Vincenzo subisce il supplizio delle lamine infuocate e della graticola. La morte di San Vincenzo risale al 22 gennaio 304.

Una leggenda racconta che Daciano, per disfarsi del corpo di Vincenzo, vuole gettarlo in un campo e dato in pasto agli animali feroci. Pare che un corvo sia intervenuto a difendere il corpo. In seguito, buttato il corpo in mare legato ad un sasso, si dice che il corpo viene portato dalle onde su una spiaggia, dove viene raccolto da una vedova e da un cristiano. Il culto in onore di questo Santo comincia sotto l’impero di Costantino, con la costruzione di una Basilica a Valencia.

Qui sono conservate le reliquie. Per scampare all’invasione dei Mori, i resti di San Vincenzo vengono trasportati in un paesino del Portogallo, oggi chiamato “Capo San Vincenzo”. In seguito le reliquie arrivano nella città di Lisbona, e il 15 settembre 1173 vengono poste solennemente nella Cattedrale della città.

San Vincenzo
San Vincenzo

San Vincenzo è il patrono di Lisbona. Considerato il protettore delle vedove, degli orfani e dei poveri, il nome di Vincenzo, da “Vincens”, rievoca la vittoria della fede sul male. Sono numerosi i racconti che narrano dei miracoli compiuti da San Vincenzo durante la sua vita. Questo Santo è venerato anche nella Chiesa anglicana.

San Vincenzo dè Paoli

San Vincenzo dè Paoli, nato in Francia nel 1581 da una famiglia umile,  fu guardiano dei porci fino a quando non prese i voti e diventò sacerdote. Tra i Santi e i martiri della Cristianità San Vincenzo dè Paoli è famoso per avere fondato la Congregazione della Missione e la Congregazione delle Figlie della Carità, dedicandosi per tutta la vita ai poveri e bisognosi.

Denominato “Apostolo della Carità”, San Vincenzo scrive nelle “Regulae” i suoi principi spirituali e le virtù dello spirito vincenziano: umiltà, semplicità, mansuetudine, zelo per la salvezza delle anime e mortificazione. San Vincenzo dè Paoli è morto a soli 79 anni a Parigi, il 27 settembre 1660 e viene canonizzato nel 1737. E’ considerato il protettore dei bambini abbandonati, degli infermieri, degli schiavi, dei prigionieri, dei forzati.

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Sant’Anna https://cultura.biografieonline.it/sant-anna/ https://cultura.biografieonline.it/sant-anna/#respond Wed, 13 Feb 2013 08:33:51 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=6283 Celebrata il 26 luglio, Sant’Anna è patrona della località spagnola di Mainar; invocata contro la sterilità coniugale e nei parti difficili, è protettrice delle nonne, delle madri e delle partorienti, in quanto madre di Maria e nonna di Gesù (non a caso negli ospedali molti reparti di ostetricia e ginecologia sono dedicati a lei).

Il suo culto è molto diffuso sia in Occidente che in Oriente; in Italia, sono molte le città ad averle dedicato una Chiesa. In Bretagna ella viene invocata per la raccolta del fieno. Inoltre, è considerata la patrona di tornitori, carpentieri, falegnami, ebanisti, minatori, bottai e orefici, poiché custodì Maria come fosse un gioiello in uno scrigno. Sant’Anna, inoltre, è patrona dei tessitori, dei fabbricanti di scope, dei commercianti di biancheria e dei sarti, poiché insegnò alla Vergine a tessere, cucire e pulire casa.

Sant'Anna
Sant’Anna

Vita di Sant’Anna

Figlia di Achar e sorella di Esmeria, madre di santa Elisabetta (e quindi nonna di Giovanni Battista), Anna si sposa con Gioacchino, un uomo benestante e virtuoso appartenente alla tribù del Regno di Giuda: il matrimonio, tuttavia, dopo vent’anni non ha ancora prodotto figli per colpa della sterilità di Gioacchino.

Così, mentre suo marito viene pubblicamente umiliato (gli viene proibito di effettuare sacrifici al tempio, visto che non ha dato figli a Israele) e si ritira tra i pastori nel deserto in preghiera, Anna, dopo aver implorato Dio a sua volta, riceve la visita di un angelo, che le annuncia il concepimento imminente di un figlio; lo stesso angelo contemporaneamente appare anche a Gioacchino in sogno.

Marito e moglie, ricongiuntisi, si incontrano vicino alla Porta Aurea di Gerusalemme, dove – secondo la tradizione medievale – un casto bacio dà vita al concepimento immacolato di Maria. Dopo la nascita di Maria, la famiglia vive vicino all’attuale Porta dei Leoni, a Gerusalemme, là dove si trovano i resti della piscina di Betzaeta nella parte a nord-est della città vecchia.

La piccola Maria viene cresciuta con amore dai genitori, pii e devoti a Dio che ha concesso loro quel dono: la bambina viene condotta a tre anni al Tempio di Gerusalemme, dove viene consacrata al suo servizio rispettando la promessa fatta da Anna e Gioacchino nel momento in cui avevano chiesto la grazia di un figlio. Rimasta vedova, Anna si sposa altre due volte, e ha due figli: la progenie che ne deriva viene considerata la Santa Parentela di Gesù, specialmente nei Paesi tedeschi. Sant’Anna muore intorno agli ottant’anni.

Il suo culto si diffonde in Oriente e, dopo le reliquie portate dalle Crociate, in Occidente. La prima manifestazione di culto risale al 550, quando Giustiniano fa costruire una chiesa in suo onore a Costantinopoli. Se è vero che nel Vangelo Gesù sottolinea che la pianta si riconosce dai frutti, dalla santità di Maria, cioè il frutto, si può dedurre la santità di Anna, sua madre.

Il nome di Anna, che in ebraico significa “grazia”, non è presente nei Vangeli canonici: a fare riferimento a lei, invece, sono i vangeli apocrifi che parlano della Natività e dell’Infanzia, tra cui il Protovangelo di San Giacomo è il più antico, essendo stato composto intorno alla metà del II secolo. Tali scritti non sono stati formalmente riconosciuti dalla Chiesa, e tuttavia hanno influenzato in maniera considerevole la liturgia e la devozione corrente. Molte delle notizie in essi contenute, come l’Assunzione al cielo o la Presentazione al tempio di Maria, vengono infatti considerate in linea con la tradizione e pertanto autentiche.

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