Orfeo Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Sun, 18 Aug 2024 20:36:45 +0000 it-IT hourly 1 Canta che ti passa: da dove deriva il modo di dire? https://cultura.biografieonline.it/perche-si-dice-canta-che-ti-passa/ https://cultura.biografieonline.it/perche-si-dice-canta-che-ti-passa/#respond Fri, 26 Apr 2024 15:05:14 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=1740 Il modo di dire “canta che ti passa” pare che derivi da un incisione fatta su una trincea durante la Prima Guerra Mondiale da un soldato sconosciuto.

Piero Jahier

Piero Jahier, scrittore e poeta italiano nato nel 1884 e arruolato nel 1916 come volontario negli Alpini con il grado di sottotenente, lo cita nell’epigrafe della sua raccolta di Canti di soldato pubblicata nel 1919, che si ispira al periodo passato in trincea.

Nella raccolta, firmata con lo pseudonimo di Pietro Barba, Jahier parla del “buon consiglio che un fante compagno aveva graffiato nella parete della dolina: canta che ti passa”. Un modo di dire ai giorni nostri molto diffuso per invitare a superare con il canto le preoccupazioni che la vita quotidianamente presenta.

Tra l’altro è noto che nel Corpo militare degli Alpini vi sia una lunga tradizione di canti.

Il canto nell’antichità

La forza del canto è nota sin dall’antichità: Orfeo, figura della mitologia greca, con il suono della sua lira e del suo canto, ammansiva le bestie feroci, dava vita alle rocce e agli elementi della natura, resisteva alla forza seduttrice delle sirene.

Canta che ti passa
Incisione dell’artista Virgilius Solis raffigurante Orfeo – 16° secolo

Anche un verso del poeta e scrittore italiano Francesco Petrarca cita:

Perché cantando il duol si disacerba
(Canzoniere, XXIII, 4)

Cosa dice la scienza

Oggi, la scienza conferma quanto già intuito in passato: il canto ha effetti positivi sul corpo e sulla mente.

Riduce lo stress, l’ansia e la tensione, abbassa la pressione sanguigna e rinforza il sistema immunitario.

Inoltre, stimola la produzione di endorfine, le “molecole della felicità”, migliorando l’umore e il senso di benessere.

cantare in cucina - canta che ti passa

Quindi, la prossima volta che ti senti giù, prova a cantare! Potresti sorprenderti di quanto ti faccia bene.

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Il mito di Orfeo e Euridice: riassunto e riferimenti nell’arte https://cultura.biografieonline.it/orfeo-euridice-mitologia/ https://cultura.biografieonline.it/orfeo-euridice-mitologia/#comments Wed, 03 Nov 2021 14:21:24 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=20684 Il mito di Orfeo e Euridice è noto per essere uno dei più celebri di tutta la tradizione mitologica greca. Un amore immenso tra due giovani sposi, Orfeo, bravissimo musicista, e la bellissima ninfa Euridice, viene spezzato troppo presto. E’ una storia commovente e straziante che ha da sempre appassionato e ispirato i più grandi artisti e letterati di tutti i tempi. Esistono numerose e varie versioni del mito, ma le più importanti e famose ci sono state tramandate da Virgilio nelle Georgiche e da Ovidio nelle Metamorfosi.

Il mito di Orfeo e Euridice in un dettaglio del quadro di Eugene Delacroix - 1862
Orfeo e Euridice: dettaglio del quadro di Eugène Delacroix realizzato nel 1862

La storia

La storia racconta dell’amore tra Orfeo e Euridice, una coppia di sposi innamorati e felici. Egli era forse il figlio della musa Calliope e del re tracio Eagro. Euridice era una bellissima ninfa amadriade. La loro felicità durò fino a quando il giovane Aristeo, un figlio del dio Apollo, si innamorò perdutamente della donna. Euridice, però, non ricambiava l’amore di Aristeo ed era quasi spaventata dalle attenzioni che lui le rivolgeva continuamente.

Un giorno, nel tentativo di sfuggire ad Aristeo, inciampò in un serpente velenoso, che la uccise mordendola. Orfeo si disperò terribilmente e, incurante del destino, decise di scendere agli inferi per andare a riprendersi la sua amata. Gli inferi, come prefigurati dalla mitologia greca, erano pieni di pericoli e non così semplici da aggirare per un comune mortale quale era Orfeo. Egli dovette affrontare quindi numerose prove per raggiungere Ade e Persefone, il re e la regina degli inferi, gli unici in grado di restituirgli la bella moglie.

Le prove di Orfeo

In primis dovette fronteggiare il terribile Caronte, traghettatore delle anime dei defunti. Orfeo riuscì ad ammansirlo con il suono della sua lira. Poi, con lo stesso stratagemma, riuscì ad incantare anche Cerbero, il cane a tre teste che fungeva da guardiano. Dopo aver affrontato e superato altri ostacoli, finalmente giunse al cospetto dei due sovrani degli inferi. Persefone, intenerita dall’amore di Orfeo che lo aveva spinto in un luogo tetro come quello, permise all’innamorato di riavere la moglie soltanto se, durante il tragitto che li avrebbe condotti fuori dall’Ade, egli non si sarebbe mai voltato a guardarla.

I due, Orfeo avanti e l’ombra di Euridice indietro, intrapresero così questo cammino nel tentativo di ritornare insieme nel mondo dei vivi. Ad accompagnarli c’era Ermes, il messaggero degli dei. Proprio sulla soglia Orfeo si voltò perché convinto di essere ormai del tutto fuori. Euridice, che però non era ancora uscita, scomparve per sempre.

Orfeo mentre suona la sua lira - XVI secolo
Incisione dell’artista Virgilius Solis raffigurante Orfeo mentre suona la sua lira – XVI secolo

La disperazione di Orfeo e le differenti versioni

Addolorato dalla perdita ormai irreversibile della sua amata, Orfeo pianse per sette lunghi mesi, continuando a suonare la sua lira. Da questo punto, esistono diverse versioni. Secondo Virgilio, il poeta Orfeo fu dilaniato dalle donne dei Ciconi che erano irate per la fedeltà del giovane alla moglie morta. Secondo Ovidio, invece, Orfeo morì dilaniato dalle Menadi, infuriate con lui perché aveva sviluppato una passione per gli uomini.

In tutte le versioni, però, si narra che la testa di Orfeo abbia continuato a cantare dopo essere stata separata dal corpo e gettata nel fiume Ebro. Secondo Virgilio, Orfeo viene accolto nei Campi Elisi, che rappresentano una sorta di paradiso.

Le ninfe trovano la testa di Orfeo - John William Waterhouse - Nymphs finding the Head of Orpheus - 1900
Le ninfe trovano la testa di Orfeo (John William Waterhouse, 1900)

Il mito di Orfeo e Euridice nelle arti

Come per tutti gli altri miti greci altrettanto famosi, anche quello di Orfeo e Euridice è stato notevolmente rappresentato sia in pittura, che nella scultura che nella letteratura. Famoso è il bassorilievo conservato al Museo Archeologico di Napoli, di epoca romana ma copia di quello greco risalente al 410 a.C. che rappresenta proprio i due sposi con il dio Ermes che li accompagna. Diverse rappresentazioni sono state rinvenute anche su vasi di terracotta.

Orfeo ed Euridice - Rodin - scultura
Orfeo ed Euridice: scultura di Rodin

In tempi più recenti, il mito di Orfeo ed Euridice è stato rappresentato da pittori come Delacroix e Waterhouse.

Nel campo della letteratura e della musica molte sono state le rivisitazioni moderne del mito di Orfeo ed Euridice. Pensando all’Italia, non si può non citare l’attenzione verso la rivisitazione del mito soprattutto nel Novecento ad opera dei più grandi letterati. Tra essi, Cesare Pavese con i suoi Dialoghi con Leucò (1947) e Gesualdo Bufalino con Il ritorno di Euridice.

Quella dei due amanti è una storia d’amore che non è riuscita a superare il confine della morte e che, proprio per questo, ha raggiunto una fama che va oltre il tempo e lo scorrere degli eventi storici.

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