Opere di Matisse Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Thu, 06 Jun 2024 14:38:55 +0000 it-IT hourly 1 Testa bianca e rosa: analisi del quadro cubista di Matisse https://cultura.biografieonline.it/testa-bianca-e-rosa-matisse/ https://cultura.biografieonline.it/testa-bianca-e-rosa-matisse/#respond Thu, 06 Jun 2024 14:05:56 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=19699 Sono gli anni della prima guerra mondiale quando Henri Matisse decide di cambiare radicalmente il suo stile e di far acquistare importanza primaria alla geometria, facendo diventare la tavolozza cupa, usando colori dal verde al grigio, al viola e al nero. In questo periodo, nel 1914, realizza l’olio su tela, di centimetri 75 x 47, dal titolo “Testa bianca e rosa“, custodita al Centre Georges Pompidou di Parigi.

Testa bianca e rosa - Matisse - Tête blanche et rose - White and rose head
Testa bianca e rosa (Matisse, 1914)

Matisse e gli altri artisti

È il periodo in cui Matisse cerca di arruolarsi, di partire con i suoi amici Camoin e Puy. Richiesta che viene rifiutata. Da qui si trasferisce con la famiglia a Tolosa, poi a Collioure, ed è qui che entra in contatto con Juan Gris, un artista madrileno che, insieme a Georges Braque e Pablo Picasso, aveva contribuito alla nascita del Cubismo.

Qui Matisse ritrova altresì alcuni amici fauves. In più, l’artista frequenta il futurista Gino Severini. Insomma, si tratta di incontri che influiscono sulla sua arte di questi anni, che si appiattisce in forme geometriche.

Matisse e il Cubismo

Il cubismo viene fatto risalire proprio ad un’osservazione di Matisse fatta davanti al dipinto, “L’Estaque“, di Georges Braque esposto al Salon d’Automne. E’ così che la frase “piccoli cubi” di Matisse viene riportata dal critico d’arte Louis Vauxcelles, che per primo utilizza il termine cubismo, per indicare quel movimento artistico d’avanguardia nato a Parigi intorno al 1907.

Nelle opere cubiste il soggetto è spezzato, viene analizzato e poi assemblato in forma astratta. Viene a formarsi un ambiguo spazio vuoto, che caratterizza appunto questo movimento artistico.

Il quadro Testa bianca e rosa (Tête blanche et rose)

In questo contesto nasce quest’opera di Matisse, “Testa bianca e rosa”. La figura rappresenta il ritratto della prima figlia Marguerite, quasi astratto, che il pittore realizza a Parigi nel 1914, nel suo studio di Quai Sanint-Michel.

Il dipinto è caratterizzato da questo volto geometrizzato, dai tratti neri, con il viso colorato a metà. Una parte è colorata di rosa, mentre l’altra parte è bianca. Al collo della donna c’è una collana con ciondolo, il collo è grigio, e si intravede dalla scollatura della camicia a righe rosa e viola.

Con l’avvento della guerra, anche l’arte di Matisse assume una piega malinconica, carica di dolore. Sono anni molto tristi per il pittore, che si sente in colpa per non aver partecipato attivamente, combattendo al fronte.

L’artista francese è lontano dalla famiglia, continua uno studio attento del cubismo di Juan Gris e Pablo Picasso, che trasforma in creazioni schematiche dalle forme geometriche, dall’uso di colori scuri. Il nero diventa talmente carico da conferire alla tela una luce vibrante.

L’evoluzione di Matisse

È il periodo questo che lo porta a dipingere quasi sempre sua moglie Amelie e sua figlia Marguerite. Poi nel 1916 incontra l’italiana Lorette, che inizia a considerare sua musa ispiratrice. Un incontro che si rivela positivo. E’ il momento in cui Matisse è alla ricerca di se stesso, di un nuovo stile e una nuova personalità.

Il pittore non si riconosce più nel fauvismo che aveva inventato, né nel cubismo a cui si era avvicinato e neppure nella passione che lo legava a Van Gogh. Sono mesi di grande turbamento, che tuttavia si risolvono grazie all’incontro con la modella italiana, anche se inizialmente il rapporto di lavoro si rivela traumatico. Pian piano si passa a livelli di armonizzazione lasciando spazio ad imposizioni dolci.

Nel biennio 1915–1917 Matisse ricomincia a raffigurare ciò che aveva osservato durante il viaggio in Marocco: le Odalische, per esempio.

Descrizione e analisi sintetiche per punti

Descrizione

  • Il dipinto raffigura la testa di una donna, con il viso diviso in due metà: il lato sinistro è bianco, mentre il lato destro è rosa.
  • Le forme del viso sono semplificate e geometriche, con linee curve e spigolose che definiscono i lineamenti.
  • I colori sono piatti e non mescolati, creando un effetto di contrasto intenso tra il bianco e il rosa.
  • Lo sfondo è neutro e non ha dettagli, concentrando l’attenzione sul viso della donna.

Analisi

  • Influenze del cubismo: Testa bianca e rosa mostra l’influenza del cubismo, un movimento artistico che si sviluppò all’inizio del XX secolo. I cubisti frammentavano le forme degli oggetti in piani geometrici, rifiutando la prospettiva tradizionale. In questo dipinto, Matisse scompone il viso della donna in forme semplici e geometriche, creando un effetto di astrazione.
  • Uso del colore: Il colore gioca un ruolo fondamentale in Testa bianca e rosa. Il contrasto tra il bianco e il rosa è audace e vibrante, creando un senso di energia e movimento. I colori piatti e non mescolati accentuano l’effetto di astrazione del dipinto.
  • Espressione: L’espressione del viso della donna è ambigua. Può essere interpretata come serena, meditativa o addirittura ansiosa. L’assenza di dettagli nello sfondo contribuisce a questa ambiguità, lasciando all’osservatore la libertà di interpretare l’opera.
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Musica e Danza, quadri famosi di Henri Matisse https://cultura.biografieonline.it/matisse-musica-danza/ https://cultura.biografieonline.it/matisse-musica-danza/#comments Wed, 05 Jul 2023 17:19:04 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=12491 L’opera “La Danza” di Henri Matisse gli fu commissionata dal collezionista moscovita Sergej Scukin, insieme all’opera “La Musica”; si tratta di due grandi pannelli decorativi.

L’idea originale

Matisse aveva pensato inizialmente a tre pannelli, da collocare in tre piani della residenza del collezionista, che dovevano rappresentare simbolicamente le tre età dell’uomo. Poi, invece, il collezionista ne acquistò solo due.

Queste opere rappresentano le prime tele decorative di grandi dimensioni di Matisse.

Matisse - Musica - Music - Musique - 1910
Musica, è un celebre quadro di Henri Matisse. Fu realizzato nel 1910: oggi si trova conservato presso il Museo dell’Hermitage di San Pietroburgo, in Russia. Il quadro di Matisse “Musica“, fu acquistato da un appassionato russo di arte, già committente del più celebre “La danza“, realizzato sempre da Matisse nel 1910, e anch’esso conservato presso l’Ermitage.

La danza: il quadro

La Danza” è stato realizzato nel 1910 ed è un olio su tela, di centimetri 260 x 391, custodito presso San Pietroburgo al The State Hermitage Museum. L’opera è ispirata alle sei danzatrici che si vedono sullo sfondo della “Joie de vivre” della Barnes Foundation, ma riadattata alla forma rettangolare del dipinto. L’opera rappresenta l’azione, dove si vedono cinque danzatrici che danzano tenendosi per mano a formare un cerchio, che sta per aprirsi tra le due danzatrici poste in basso a sinistra.

Henri Matisse, La Danza (1910)
La Danza (1910) quadro famoso di Henri Matisse

La danzatrice in basso è infatti protesa in avanti per afferrare la mano dell’uomo, mentre il danzatore fa una torsione del busto per afferrare la mano dell’altra donna. Vi è una forte accensione cromatica di una gamma ridotta di colori, rosso, verde e blu. Rosso per le carni, verde per il prato e blu per il cielo.

La Musica: il quadro

In contemporanea, l’artista realizza l’altro pannello, “La Musica”, destinata al secondo piano della residenza del collezionista, che doveva rappresentare il secondo momento delle tre età dell’uomo, quello della passione. Si tratta di un olio su tela, di centimetri 260 x 389, anche questo custodito a San Pietroburgo presso il The State Hermitage Museum.

Matisse rappresenta cinque figure maschili che suonano e cantano, dove il violinista è rappresentato in piedi e le altre quattro figure sedute sul prato verde, sotto il cielo blu.

Sono figure chiuse e concentrate nel loro mondo interiore, e guardano fuori dalla tela in direzione di un immaginario direttore.

Sono rappresentate con il colore rosso, come quello de “La Danza”.

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Meditazione dopo il bagno, opera di Matisse https://cultura.biografieonline.it/meditazione-dopo-il-bagno-matisse/ https://cultura.biografieonline.it/meditazione-dopo-il-bagno-matisse/#respond Tue, 13 Jun 2023 15:55:51 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=24032 A partire dalla fine dell’Ottocento, la Costa Azzurra si trasforma in un luogo di attrazione per artisti e intellettuali, nonché per ricchi personaggi.

A Nizza Henri Matisse decide di passare l’inverno, lasciando Quai Saint-Michel, uno studio vicino a Notre-Dame, dove realizza diverse opere sul tema dell’atelier.

Da Il pittore e la modella a Le piume bianche (Les plumes Blanches), in cui ritrae la modella Antoinette Arnoux. A Nizza, dove resta incantato dalla bellezza del posto, Matisse frequenta nuovi amici e rivede anche quelli di vecchia data.

È qui, proprio a Nizza, che l’artista francese dipinge molti quadri, tra cui Meditazione dopo il bagno, l’opera che andiamo ad analizzare. È qui che decide di abbandonare le sperimentazioni degli anni trascorsi per ritornare alla tradizione.

Meditazione dopo il bagno - Méditation après le bain - Meditation after the bath - Matisse 1920-1921
Meditazione dopo il bagno (Méditation après le bain) • Henri Matisse, 1920-1921

Meditazione dopo il bagno, descrizione dell’opera

L’opera è un olio su tela del 1920-1921 di centimetri 73 x 54. Il dipinto è custodito presso la Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli al Lingotto di Torino.

In “Meditazione dopo il bagno” Matisse realizza la scena di una giovane in turbante e accappatoio, dopo aver fatto un bagno.

Il luogo è la stanza del pittore, all’Hotel Mediterranée, oggi sede del nuovo casinò e ribattezzato Palais de la Mediterranée.

È riconoscibile la tovaglia a righe rosse, fiori, in particolare papaveri e non anemoni, come nel quadro “Donna e anemoni“, realizzato nella stessa camera d’albergo, anch’esso nel 1920. E ancora: il cassettone, lo specchio, la poltrona, il pavimento a mattonelle rosa e la finestra.

Elemento fondamentale della pittura dell’artista francese è la luce, che tratta in modo naturalistico, luce delicata, chiara e avvolgente.

L’artista crea un’atmosfera gioiosa, un’atmosfera delicata, raffinata.

La modella ritratta: Antoinette Arnoux o Henriette Darricarrère?

La modella ritratta potrebbe essere Antoinette Arnoux oppure Henriette Darricarrère.

Il viso non è perfettamente caratterizzato ed è rivolto verso un punto della stanza, a sinistra, guardando l’immagine frontalmente, proprio come fosse sovrappensiero.

  • L’accappatoio lascia intravedere la scollatura.
  • I capelli neri fuoriescono dal turbante.
  • Gli occhi sono truccati.
  • Le braccia adagiate lungo la siloutte
  • I piedi si intravedono.

A rendere intima l’atmosfera, contribuisce anche la finestra chiusa.

Ciò rende la camera silenziosa e molto intima e protegge dall’esterno, non mostrando il paesaggio mondano e marino.

La protagonista è colta in un momento di meditazione.

Lo sguardo meditativo della donna ritratta è sottolineato dai colori usati per dipingere la parte destra della stanza: toni chiari, grigiastri perfettamente in linea con lo sguardo.

Sono colori che contrastano invece con l’altra metà della stanza dipinta con colori vivaci, resa allegra e vivace dai fiori e dalla tovaglia a righe rosse.

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L’Escargot (opera di Henri Matisse): analisi del collage https://cultura.biografieonline.it/escargot-matisse/ https://cultura.biografieonline.it/escargot-matisse/#comments Sun, 07 Nov 2021 12:15:05 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=21842 L’Escargot (La Lumaca) è un’opera realizzata dal pittore francese Henri Matisse nel 1953, all’età di 83 anni. Anziano e malato Matisse è costretto a letto. E’ tanto infermo che, dopo aver ritagliato con le forbici i pezzi di carta e averli dipinti, dice all’infermiera che lo accudisce come deve disporli sul foglio, per comporre l’opera.

L'Escargot (La lumaca) - Henri Matisse - 1953
L’Escargot (La lumaca) • Henri Matisse, 1953

Matisse e il “cut-out”

Ai pennelli il pittore sostituisce le forbici perché, nel 1941, dopo aver subito un intervento chirurgico per un cancro all’intestino, è costretto sulla sedia a rotelle. Dà l’addio ai pennelli ma non si rassegna. Freme rinchiuso nella stanza all’Hotel Regina di Nizza. Qui il pittore si trasferisce dopo il divorzio dalla moglie Amélie. E’ allora che inventa una nuova forma d’arte: il “cut-out”. Matisse riesce così a dare vita ad opere grandiose, bellissime, dalle svariate forme. Da quelle organiche a quelle geometriche. Da qui nascono composizioni vivaci, che trasmettono felicità, allegria. Tra i vari collage che l’artista realizza, ci sono una serie di lavori chiamati “Nudi Blu”.

L’Escargot: analisi del collage

Ma torniamo a “L’Escargot“. In quest’opera, Matisse conserva lo sguardo da bambino. Si tratta di un collage allegro, fantasioso, in cui l’artista trasmette un sentimento di gioia, utilizzando colori vividi su carta bianca. L’opera misura 2,87 x 2,88 metri ed è custodita presso la Tate Modern Gallery di Londra. Questa del collage, è una forma d’arte che lo stesso artista definisce “una specie di paradiso”, sperimentando l’astrattismo espressivo.

Matisse - Escargot - Museo
Una foto del quadro – esposto al museo Tate Modern di Londra – che dà l’idea delle dimensioni

Le lumache sono animali piccoli: Matisse ne prende una e la fa diventare enorme. Il corpo grande è blu, la testa è verde. Poi vi sono una spirale di colori dalle varie forme. Insomma, nonostante la malattia, il pittore francese realizza questo papier collé trasmettendo il suo amore per la vita, con la gioia.

Matisse a proposito della sua opera diceva:

Mi impegno a creare un’arte che sia per lo spettatore, in qualunque condizione si trovi, una sorta di calmante cerebrale, di tregua, di piacevole certezza che doni pace e tranquillità.

Commento all’opera

Con questo e gli altri collage, Matisse spezza ogni stereotipo, smentendo chi pensa in modo meccanico ad opere drammatiche che possano riflettere la sua condizione di salute. Niente di tutto ciò, niente opere cupe, spiritualistiche o drammatiche, ma opere che rappresentano il ritratto della felicità. Lo trasmette proprio con questa “L’Escargot“, dove si percepisce che l’artista è contento.

Matisse non si preoccupa di dipingere “a tesi”. Si lascia ispirare dalla realtà, da ciò che lo colpisce, dando forma alla meraviglia che ciò rappresenta per lui, quasi con lo stesso stupore e la stessa semplicità propria di un bambino. Tutto è realizzato quindi con estrema semplicità, con capacità di sintesi, con grande senso della misura. Sembra quasi una partitura musicale, che fa “danzare” L’Escargot davanti agli occhi dello spettatore.

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L’italiana, Laurette in turbante bianco, Le tre sorelle: opere di Matisse https://cultura.biografieonline.it/matisse-modelle-ciociare/ https://cultura.biografieonline.it/matisse-modelle-ciociare/#respond Sun, 04 Mar 2018 19:45:10 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=24291 In questo articolo andiamo ad analizzare e raccontare brevemente la storia di tre opere di Matisse: L’italiana, Laurette in turbante biancoLe tre sorelle. Ciò che accomuna questi quadri sono le origini ciociare delle modelle utilizzate per realizzarli. Henri Matisse non poteva fare a meno di contemplare davanti sé in posa un corpo di un modello, maschio o femmina. Erano infatti per l’artista motivo di ispirazione. Così sono nate diverse opere di Matisse che prendevano come spunto proprio i modelli: Cesidio Pignatelli che lui chiamava Bevilacqua, Carmela Caira, poi con Rosa Arpino, tutti originari di Gallinaro, paesetto che si trova su un cucuzzolo al centro della Valcomino. Tuttavia la modella ciociara che più è stata accanto a Matisse e che più di tutte ha significato nella sua storia artistica e anche personale, fu la sorella della summenzionata Rosa Arpino, Loreta Arpino, che l’artista chiamava Lorette e anche Laurette, come testimoniano la maggior parte delle almeno cinquanta opere che Matisse realizzò ispirandosi a lei.

L’italiana

Italiana - The Italian Woman - Italienne - Matisse - 1916
L’Italiana (The Italian Woman, L’Italienne) • Matisse, 1916 • Guggenheim Museum, New York City

La prima opera a lei dedicata è “l’Italienne” (L’italiana), che l’artista realizzò in una fredda giornata di fine-estate o autunno del 1916 mentre soggiornava al quarto piano di un edificio lungo la Senna, quasi di fronte a Notre Dame, a Parigi. Il titolo è stato dato al dipinto perché in quel periodo Matisse utilizzava per le sue opere una modella italiana, Lorette, in questo caso. Le tonalità di quest’opera, la posa ieretica, velata di tristezza sono il frutto o lo specchio della realtà che si stava vivendo, seppure sembrava quasi che Matisse vivesse in una sorta di bolla lontano dagli echi del conflitto (Prima Guerra Mondiale).

Così, anche se non vuole “contaminare” la sua opera con la realtà che sta vivendo, non si possono non notare il nero tanto carico dei capelli e dei lineamenti del volto della modella. Matisse in questo dipinto riduce la gamma di colori ad una serie di verdi e di bruni, per focalizzare l’attenzione sulla figura di donna. Si tratta di una figura frontale, neobizantina, senza nessun attributo di eleganza, proprio perché l’eleganza si genera per sottrazione. Già, quando Matisse realizza quest’opera – nel 1916 – ha 47 anni ed è considerato uno dei grandi dell’epoca.

Laurette in turbante bianco

Nel quadro “Laurette in turbante bianco” (indicata a volte anche come Lorette con il copricapo persiano) si evidenzia l’armonia tra l’artista e la modella, che in quel periodo hanno già abbandonato timori e incertezze. Timori e incertezze che si lasciano intravedere invece ne L’italiana. In questa seconda opera, Lorette è distesa e serena, le sue lunghe ciocche nere sono luccicanti. Il quadro, realizzato nel 1917, è un olio su tela che misura 35 x 26 centimetri, ed è conservato a Lucerna, in Svizzera, presso il Sammlung Rosengart Art Museum.

Laurette in a White Turban - Lorette con copricapo persiano - Matisse - 1917
Laurette in a White Turban (Laurette in turbante bianco, o Lorette con copricapo persiano)

Le tre sorelle

Les Trois Soeurs (Le tre sorelle) così intitolato da Matisse in quanto illustra Loreta, Rosa e la terza sorella Maria Elena, la minore. Laurette all’epoca ha circa trenta anni, splendida, alta, dai capelli corvini. Si è trasferita a Parigi con una sorella, Rosa, rimasta vedova, che è più giovane di lei di qualche anno. Costrette ad emigrare a causa della miseria nel loro paese.

Le tre sorelle - Les Trois Soeurs - The Three sisters - 1917 - Matisse
Le tre sorelle (Les Trois SoeursThe Three sisters, 1917) • Musée de l’Orangerie, Parigi

Laurette

Così a Parigi la donna trova il suo lavoro, cioè posare per l’artista Henri Matisse. Anche l’artista sta vivendo un periodo difficile, è infatti alla spasmodica ricerca di sé stesso, di un nuovo stile: il fauvismo da lui inventato, il cubismo, il cézannismo, la passione per van Gogh sono momenti nei quali non si riconosce più. Laurette rappresenta la nuova via, la rottura con il passato. I vecchi cromatismi fragorosi del periodo fauve e le vecchie interpretazioni cubiste e impressioniste lasciano il posto a quelle nuove impostazioni dolci e armoniose. Queste caratteristiche diverranno poi la personalità e l’arte di Matisse nei successivi quarant’anni.

Un nuovo periodo per Matisse

Si inaugura così un nuovo periodo. Esso è caratterizzato da: la cultura degli interni, la idealizzazione della figura della donna, il cromatismo ricco e splendente dal quale le figure e le nature morte sono concepite come sculture. La luce e la luminosità sono sempre al centro della sua produzione e il cromatismo vario, cangevole. Laurette rappresenta per Matisse una rivoluzione, uno sconvolgimento nella sua esistenza. È stato per lui un arricchimento o meglio, per entrambi un arricchimento, fatto di un rapporto di fiducia, spontaneità. Una simbiosi perfetta delle due anime.

Parigi e i modelli

La figura del modello d’artista nasce a Parigi nel 1860 circa. Parigi in questo periodo è il centro planetario della cultura e dell’arte. Ci sono gli impressioni e i postimpressionisti, nomi come Manet, poi Degas, Corot, Rodin, Cézanne, Van Gogh, Matisse, poi Picasso, pionieri dell’arte. Da qui si deve la nascita dei modelli, in particolare, quelli italiani, ciociari. Tra questi, l’artista Matisse attratto dal movimento di questi corpi sulle pedane o che si muovono liberamente nello studio, rimane colpito mentre assiste nello studio di Rodin, vera industria della scultura di quel tempo. Così Matisse rivoluzionò la sua arte.

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Donna e anemoni, quadro di Matisse https://cultura.biografieonline.it/donna-anemoni-matisse/ https://cultura.biografieonline.it/donna-anemoni-matisse/#comments Sat, 10 Feb 2018 09:18:27 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=24008 La donna ritratta in questo dipinto di Henri Matisse è con ogni probabilità la modella Antoinette Arnoux (già protagonista di un altro quadro: Le piume bianche) rappresentata in una stanza dell’hotel Mediterranée a Nizza. Si tratta dell’opera Donna e anemoni, dipinta nel 1920. E’ un olio su tela che misura 78,7 x 98,8 centimetri. Il quadro è custodito presso la Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli al Lingotto di Torino.

Donna e anemoni - Femme et anemones - Matisse 1920
Donna e anemoni (Femme et anemones) • Henri Matisse, 1920

È il volto umano che ha sempre interessato l’artista francese, dove “ogni figura ha il suo ritmo particolare”, spiega Matisse nel 1954 a proposito del ritratto in generale. È dal ritratto che Matisse suscita scandalo, con la scelta della posa, ad esempio, della signora Matisse nella Donna con cappello, trattato in un articolo precedente.

Donna e anemoni, descrizione del quadro

La stanza dai caratteristici mobili, la tovaglia a righe rosse, con la carta da parati a racemi; una grande finestra con le tende, che mostra la silouette dei passanti; una poltrona imbottita e comoda con decorazioni in pizzo, dove spesso Matisse usa collocare la modella nuda. Stavolta invece Antoinette posa vestita, intenta a leggere un libro, lasciando spazio ad un momento di pausa dalla lettura, con la faccia appoggiata alla mano destra e il capo piegato a destra con lo sguardo verso lo spettatore.

Donna e anemoni è un’opera vivace, come quelle dipinte dall’artista in questo periodo (anni Venti). Una vivacità che Matisse esprime con piccole pennellate e chiazze di colore. E ancora: morbide linee decorative, forme appiattite ma molto realiste. C’è un gioco di corrispondenze tra forme e colori, fatte dall’artista francese in modo rigoroso: così i rossi della parete e della poltrona si ritrovano sulle righe rosse della tovaglia.

Quindi si passa al mazzo di fiori sul tavolo che mostra colori e dimensioni molto vicini al viso della modella. Matisse riesce a fare del colore una fonte di luce. È l’artista che riesce a dipingere la realtà trasformandola in forme semplificate, appiattite, accostando colori primari e secondari puri, accesi e luminosi. Una “violenza” cromatica che scandalizza al punto che la sua arte è definita fauve, che significa appunto belva. Matisse è la forza della linea, l’emozione del colore.

Il soggiorno a Nizza

Matisse resta incantato da Nizza, dove il suo soggiorno sarebbe dovuto essere breve. Invece è lì che decide di passare trent’anni della sua vita, sino alla sua morte. Scopre la città nel 1917: a Nizza si reca per curare una bronchite e decide proprio di alloggiare all’hotel Mediterranéé, oggi ribattezzato Palais de la Mediterranée, sede del nuovo casinò.

Più tardi trova un appartamento al quarto piano di un palazzo d’epoca con vista, che si affaccia sulla Baia degli Angeli. Da qui attinge la sua forza, dalla vista del mare e ammira la luce di Nizza che si offre ai suoi occhi. È proprio dalla luce che trae la sua ispirazione.

Così dice Matisse a tal proposito:

Quando ho capito che ogni giorno avrei potuto sognare questa luce, allora sono riuscito anche a credere alla mia fortuna.

In pratica la luce, che per un pittore assume mille significati, per Matisse è la fortuna di trovare ogni giorno la medesima illuminazione, per riprendere il suo quadro e dare continuità al suo stato d’animo.

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Le Bateau, il quadro di Matisse che venne esposto a testa in giù https://cultura.biografieonline.it/matisse-le-bateau/ https://cultura.biografieonline.it/matisse-le-bateau/#respond Fri, 09 Feb 2018 17:33:46 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=24025 Ci vollero 47 giorni e 116 mila visitatori prima che il quadro di Matisse dal titolo “Le Bateau” (in italiano: la barca) venisse appeso in modo corretto. Era il 18 ottobre 1961 quando, al Museum of Modern Art di New York, venne allestita la mostra personale su Henri Matisse The Last Works of Matisse: Large Cut Gouaches. Fino al 4 dicembre successivo i visitatori del museo ammirarono l’opera appesa a testa in giù. Tranne una persona.

Le Bateau - Matisse - quadro appeso al contrario - 1953
Le Bateau, Henri Matisse, 1953

Le Bateau, descrizione dell’opera

Quest’opera venne realizzata dall’artista francese nel 1953 su fogli dipinti a guazzo. Il quadro è composto da tagli di carta. In questo periodo, l’ultimo della sua vita, Matisse si dedicò a tecniche come il collage (si veda ad esempio: L’Escargot, dello stesso anno). Le dimensioni del quadro Le Bateau sono di 13,84 centimetri x 10,33 centimetri. Il quadro rappresenta una barca dalla vela blu in un giorno di vento, con le nuvole; nella parte inferiore viene rappresentato il riflesso dell’acqua delineato da delicate curve viola.

L’errore scoperto da un agente di cambio

Ci si accorse dell’errore grazie ad un agente di cambio, la signora Genevieve Habert. La donna era una grande ammiratrice dell’artista francese. Visitò per ben tre volte la mostra newyorchese, acquistando persino il catalogo, prima di affermare in modo deciso la sua ipotesi. La donna non poteva infatti credere che Matisse avesse realizzato l’immagine dando più risalto al riflesso dell’acqua rispetto alla barca.

La sua ipotesi venne confermata dal catalogo acquistato: qui infatti l’immagine mostrava il quadro disposto nel verso giusto. Questo elemento la convinse ad avvicinarsi ad una guardia del museo per fargli notare l’errore. Ma la guardia non gli diede retta. Così l’agente di cambio, ormai decisa, si recò all’ufficio informazioni ma, essendo domenica, lo trovò chiuso. La signora, decisa a non mollare, contattò il New York Times che aveva già seguito la mostra a partire dall’inaugurazione.

New York Daily News published this in Dec. 24, 1961. (NEW YORK DAILY NEWS)
Nella foto: la pagina del quotidiano New York Daily News del 24 dicembre 1961. Nella colonna sinistra viene data la notizia e raccontata la curiosa storia del quadro di Matisse.

Il quadro esposto in maniera corretta a fine mostra

Tra l’imbarazzo generale, il 5 dicembre 1961, il direttore artistico del museo Monroe Wheeler diede ordine di provvedere per rimediare all’errore: il quadro Le Bateau di Matisse, venne così raddrizzato. Non tardarono ad arrivare scuse e spiegazioni da parte dell’assistente curatore Alicia Legg, la quale spiegò che anche in passato si è verificò l’errore di appendere il quadro in maniera errata, a causa dei fori profondi nel telaio e delle etichette poste sul lato sbagliato. Tuttavia l’opera almeno una volta fu esposta in modo corretto, come indicavano i fori scoperti sul lato corretto del telaio.

In pratica, considerato che la mostra si era conclusa il 4 dicembre di quell’anno, si verificò la situazione per certi versi grottesca, per cui l’opera venne mostrata in modo adeguato solo durante la sua disinstallazione. Oggi “Le Bateau” fa parte della collezione permanente del MoMA e finalmente si può ammirare il quadro nel verso giusto, grazie alla donna ammiratrice di Henri Matisse che fece notare l’errore.

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Le piume bianche, opera di Matisse https://cultura.biografieonline.it/piume-bianche-matisse/ https://cultura.biografieonline.it/piume-bianche-matisse/#comments Sun, 07 Jan 2018 13:58:44 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=23933 È al numero 19 di quai Saint-Michel, al piano di sotto del suo vecchio studio, un posto vicino a Notre Dame, che Henri Matisse realizza diverse opere sul tema dell’atelier: da Il pittore e la modella a Le piume bianche. È il 1919 quando dipinge “Le piume bianche” (Les plumes blanches), il quadro che analizziamo in questo articolo. Si tratta di un olio su tela di 73 x 60,3 centimetri, custodito presso The Institute of Arts – Minneapolis, che ritrae la modella Antoinette Arnoux.

Piume bianche - quadro Matisse - picture - White Plumes
La piume bianche: il volto e il cappello in dettaglio

La donna è rappresentata con un grande cappello, realizzato da Matisse proprio per le esigenze del quadro, con una piuma di struzzo. La piuma è appunto considerata un ornamento, un elemento decorativo, ma in realtà rappresenta anche qualcos’altro: leggerezza, proprio per il fatto che la piuma è soffice, impalpabile, che si può sollevare con un soffio.

È lo stesso Matisse nel giugno del 1919 a spiegare questo lavoro allo storico d’arte svedese Rognar Hoppe. L’artista dice:

Guardi ad esempio, questo ritratto di giovane donna con una piuma di struzzo sul cappello. La piuma è considerata un ornamento, come elemento decorativo, ma essa rappresenta anche qualcos’altro, è un materiale, si sente per così dire la sua leggerezza, la piuma soffice, impalpabile, che possiamo sollevare con un soffio. La stoffa della blusa è di una qualità tutta particolare e anche il disegno possiede un carattere proprio e determinato. Voglio rendere contemporaneamente ciò che è tipico e ciò che è individuale, un riassunto di tutto ciò che vedo e sento davanti a un soggetto.

Les Plumes Blanches - Piume bianche - Matisse - Antoinette Arnoux
Les Plumes Blanches (Le piume bianche) • Antoinette Arnoux dipinta da Matisse.

Ne “Il pittore e la modella”, di cui si è trattato in un articolo precedente, Henri Matisse ritrae la sua modella italiana Laurette, che posa per lui nuda o vestita, sino alla fine del 1917, con i suoi capelli neri e occhi a mandorla. Nel quadro la rappresenta vestita di verde, mentre è seduta su una poltrona color malva, con uno sfondo scuro, con accanto una parete bianca con appeso uno specchio veneziano. Laurette è dipinta con linee sintetiche. Si tratta di un lavoro che precede i circa cinquanta ritratti che il pittore farà della modella italiana.

Il pittore e la modella - Matisse - dettaglio
Il pittore e la modella: dettaglio centrale del quadro

Le piume bianche: descrizione del dipinto

Ma torniamo a Le piume bianche. La modella è raffigurata su uno sfondo color mattone, con questo grande cappello di piume di struzzo color crema, in tinta con l’abito che scopre le spalle, evidenziando il collo e il décolleté. Grandi occhi truccati che fissano oltre la tela raggiungendo lo spettatore, lunghi capelli castani e labbra quasi in tinta con lo sfondo della tela. Braccia composte, posa per il pittore seduta. Colore radioso e luce vibrante, pennellate sciolte e fluide.

L’autore del dipinto, nato al nord della Francia nel 1869, è tra i più amati ancora oggi, anche se il suo stile è tutt’altro che semplice. La sua opera si sviluppa relativamente tardi, proprio mentre studiava legge e quando faceva un lavoro regolare da impiegato statale.

Genio dei colori

Fondamentale è il colore nelle opere di Matisse, tanto da essere definito un “genio dei colori”. Il pittore parte dalla raffigurazione della realtà per poi trasformarla in forme semplici e appiattite proprio attraverso l’uso dei colori primari e secondari, puri e accesi. Così accosta i gialli al violetto, il rosso al verde, il blu all’arancio. Bene descrive Matisse il suo pensiero su degli appunti trovati sulla scrivania dell’artista:

Quel che sogno è un’arte fatta di equilibrio, purezza e tranquillità, senza oggetti minacciosi o angoscianti; un’arte che sia per chiunque lavori col cervello, ad esempio l’uomo d’affari o il letterato, un lenitivo, un calmante della mente, qualcosa di simile a una buona poltrona su cui riposare dalle fatiche fisiche.

E sui modelli che utilizza scrive:

Dipendo in modo assoluto dal mio modello, che osservo in libertà e che solo più tardi mi decido a fissare nella posa più rispondente al suo naturale. Quando prendo un modello nuovo, è nel suo abbandono al riposo che indovino la posa che gli conviene e a cui mi vincolo.

Per Matisse “Vedere è già un atto creativo che richiede impegno”. Tutto quello che si vede nella vita quotidiana subisce la deformazione “prodotta dalle abitudini acquisite”. Infine l’artista francese sintetizza con un concetto illuminante a proposito dei mezzi e della semplicità scrivendo:

I mezzi che usiamo per dipingere non sono mai troppo semplici. Per parte mia ho sempre mirato a diventare più semplice. La semplicità assoluta coincide con la massima pienezza. E il mezzo più semplice per quanto concerne la visione, libera la massimo grado la percezione dello sguardo. Alla lunga solo il mezzo più semplice è efficace. Ma serve coraggio per diventare semplici, da sempre. Credo che nulla al mondo sia più difficoltoso. Chi lavora con mezzi semplici non deve temere di apparire banale.

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Violinista alla finestra (opera di Henri Matisse): analisi del quadro https://cultura.biografieonline.it/violinista-alla-finestra-matisse/ https://cultura.biografieonline.it/violinista-alla-finestra-matisse/#respond Fri, 28 Apr 2017 22:20:58 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=22384 Il “Violinista alla finestra” è una delle rare opere di Henri Matisse in cui compare una figura maschile. L’uomo senza volto viene rappresentato di spalle, mentre suona il violino davanti alla finestra di una casa, a Nizza. Quando dipinge il quadro, nella primavera del 1918, Matisse ha quarantanove anni.

Le Violoniste a la fenetre - The Violinist at the window - 1918 - Matisse
Il Violinista alla finestra (Le Violoniste à la fenêtre, 1918)

Violinista alla finestra: analisi del dipinto

La struttura dell’opera è classica. La figura è posta davanti alla finestra chiusa, che permette di vedere una nuvola cinerea che incombe sul mare. Mentre il cielo non è azzurro ma color mattone, proprio come il pavimento, facendo della finestra un quadro nel quadro.

Matisse mette in relazione l’interno e l’esterno, quindi il soggetto e il mondo. L’uomo guarda fuori dalla finestra dando le spalle all’osservatore. Con la testa – un ovale bianco simile a quello di un manichino – guarda verso l’esterno dove la parete di vetro lo separa dal mondo.

Chi è il violinista?

Sul vero personaggio del quadro sono state fatte delle ipotesi per stabilire chi sia il violinista. Potrebbe trattarsi del figlio di Matisse, l’adolescente Pierre già rappresentato nel ritratto “Lezione di piano” (un olio su tela di centimetri 245,1 x 212,7, conservato presso il MoMa, a New York), che il pittore francese aveva costretto a studiare violino.

Violinista alla finestra - Matisse
Le Violoniste à la fenêtre (The Violinist at the window), 1918 • Olio su tela, 150 x 98 cm

Proprio a Pasqua, nel 1918, Pierre andò dal padre a Nizza. Esiste un disegno realizzato da Henri Matisse dove ritrae il figlio mentre si esercita con il violino. In esso utilizza quasi lo stesso punto di vista dell’opera qui in esame. Tuttavia, anche Matisse suonava bene il violino, esercitandosi con diligenza. Potrebbe quindi trattarsi di un autoritratto.

Il quadro è stato acquistato dal Museo d’Arte Moderna di Parigi nel 1975.

Matisse e il Cubismo

È durante la Prima guerra mondiale che il lavoro dell’artista si trasforma in modo radicale. Le opere di questo periodo, infatti, testimoniano un’influenza cubista. Si vedono forme geometriche evidenziate dall’uso di colori scuri, in cui dominano il verde, il grigio e il nero. È il periodo in cui Matisse studia le opere dei cubisti e si esercita, facendo de L’esprit de géometrie il suo punto di riferimento.

Anche la figura del violinista, in questo caso, è caratterizzata da forme geometriche contornate di nero. Le gambe a rettangolo, il trapezio della sommità, la circonferenza irregolare della testa. I colori utilizzati sono sobri e contenuti. La ringhiera della finestra è composta da rigide asticelle bianche. Scompaiono qui gli arabeschi dei balconi che erano tanto cari al pittore francese, presenti ancora in alcune opere come la “Lezione di piano”, dipinto realizzato nel suo studio di Issy-Les-Moulineaux, dove l’artista si trasferisce nel 1915, dopo il tentativo di arruolarsi durante la guerra.

Lezione di piano - Piano lesson - Matisse
Lezione di piano (Piano lesson)

Il dipinto “Violinista alla finestra” è incentrato da una grande luminosità, che viene evidenziata dalla presenza dei neri che danno un’inquadratura come se fossero le quinte di un teatro. Per Matisse valgono le indicazioni di Paul Gauguin che sosteneva il “magico accordo” dei colori e la semplificazione attraverso la sintesi delle impressioni.

L’artista francese ha scritto pochissimo, le sue idee sull’arte le ritroviamo attraverso interviste e conversazioni. Il motivo? Quello principale è che vi è il convincimento dell’artista che non esiste nulla da spiegare né da descrivere. Secondo Matisse,

Nel campo dell’arte, il creatore autentico non è solo un essere particolarmente dotato, è un uomo che ha saputo ordinare in vista del loro fine un insieme di attività, delle quali l’opera d’arte è il risultato finale.

E poi:

Chiunque si dedichi alla pittura dovrebbe iniziare tagliandosi la lingua.

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La tristezza del re (opera di Henri Matisse): analisi del collage https://cultura.biografieonline.it/tristezza-del-re-matisse/ https://cultura.biografieonline.it/tristezza-del-re-matisse/#comments Thu, 20 Apr 2017 06:45:04 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=22245 Un’opera che racconta per immagini la vecchiaia di Henri Matisse e che rappresenta un’autobiografia

Si intitola “La tristezza del re” (La Tristesse du roi, Sorrows of the King), a volte indicata anche solo come Tristezza. Quest’opera è stata realizzata nel 1952. Si tratta di una pittura a guazzo su carta ritagliata e poi incollata su tela, di centimetri 292 x 386. La tela è custodita presso il Centre Georges Pompidou di Parigi.  Un’opera questa, che fa parte delle sue opere tarde, caratterizzata dalla tecnica dei papiers découpés, realizzata da Henri Matisse e che consiste nel rappresentare un collage di elementi ritagliati su un foglio di carta, sullo sfondo dipinto a guazzo. E’ così che diventa possibile:

“disegnare direttamente con il colore, anziché disegnare delle linee di contorno per poi colorarle”.

Tristezza - Tristezza del re - Sorrow of the king - Matisse - 1952 - La Tristesse du roi (Sorrows of the King)
Tristezza (La tristezza del re) – Matisse, 1952

La tristezza del re: analisi del collage

L’anziano sovrano vestito di nero è posto al centro dell’opera intento a suonare una chitarra con alle spalle un servitore che suona con lui, accompagnandolo con uno strumento a percussione e una donna dalle movenze eleganti, vestita di bianco, balla con lui.

Matisse celebra con la sua arte temi relativi alla musica, alla danza e alla poesia. Con “La tristezza del re“, l’artista francese racconta della vecchiaia, quasi si trattasse di un’autobiografia, evidenziando ancora una volta la sua gioia di vivere, ma che in quest’opera assume anche un carattere nostalgico.

Il soggetto del collage diventa il simbolo e l’eredità della sua arte. Le figure sono caratterizzate da linee curve, che sembrano vibrare in armonia con tinte vivaci dello sfondo. Il fondo è dipinto con colori vivaci, gioiosi: verde, lilla, azzurro mare. Il movimento è conferito dalle foglie gialle, che prendono spazio, dando l’idea di movimento, appunto. Le forme quasi astratte, sono stilizzate.

matisse - opere - mostra - museo
Opere di Matisse esposte. Sulla sinistra: La tristezza del re. Sulla destra: La danza.

Matisse e la continua ricerca

I papiers découpés rappresentano il bisogno continuo di Henri Matisse di ricerca, che si può bene sintetizzare nelle sue parole:

Creare è il fine dell’artista; quando egli non ha creatività, l’arte non esiste. Ma ci s’inganna se si attribuisce questo potere a un dono innato […], per l’artista la creazione comincia dalla visione. Vedere è già una operazione creatrice e che esige uno sforzo. Tutto ciò che noi vediamo, nella vita quotidiana, subisce più o meno la deformazione che producono le abitudini acquisite […]. Lo sforzo necessario per liberarsene esige una sorta di coraggio; e questo coraggio è indispensabile all’artista che deve vedere tutte le cose come se le vedesse per la prima volta: egli vedrà tutta la vita come quando era bambino; la perdita di questa possibilità non permette di esprimersi in modo originale, cioè personale”.

L’opera La tristezza del re è il racconto per immagini della sua vecchiaia, un’autobiografia dell’artista. Se da una parte esprime la gioia di vivere appunto dell’artista, dall’altra assume una dimensione nostalgica. La gioia di vivere è espressa dalla musica che si diffonde attraverso l’uso di colori allegri, interrotta dalla massa scura centrale, che conferisce turbamento, tristezza, interrompendo la serenità dell’evento.

Le forme si discostano dalla realtà, ma riescono ad evocarla. Immagini, o meglio forme, che sono concepite come se fossero realizzate e sviluppate nella mente di un bambino.

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