Opere d'arte Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Wed, 04 Oct 2023 10:09:00 +0000 it-IT hourly 1 National Gallery di Londra: un museo ad accesso gratuito https://cultura.biografieonline.it/national-gallery/ https://cultura.biografieonline.it/national-gallery/#comments Tue, 05 Jul 2022 13:05:11 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=22645 National Gallery

A Londra c’è uno dei musei più belli del mondo: è la National Gallery, ubicata nella centralissima Trafalgar Square.

La capitale britannica ospita un Museo nazionale che merita davvero di essere visitato. La National Gallery londinese, fondata nel lontano 1824, ai suoi esordi presentava solo qualche collezione di opere d’arte. Oggi, invece, il panorama artistico che si può ammirare è davvero vasto, poiché comprende circa 2.300 dipinti risalenti al XII secolo e altri più moderni.

Per chi è in visita a Londra non è difficile raggiungere la National Gallery, visto che la sede si trova nella centralissima Trafalgar Square, la piazza con al centro la celebre colonna dedicata all’ammiraglio Horatio Nelson. Generalmente la collezione artistica principale può essere visionata gratis, mentre risultano a pagamento le collezioni ed esposizioni “speciali”. E’ considerata, a giusta ragione, una delle gallerie d’arte più belle del mondo.

La nascita della National Gallery

A differenza di altri Paesi europei, che hanno fondato gallerie e musei nazionali attraverso la nazionalizzazione di collezioni d’arte appartenute precedentemente a famiglie reali o principesche, il Regno Unito non ha mai sentito l’esigenza di raccogliere la produzione artistica nazionale in un museo per poterla esporre al pubblico prima del 1824, quando il Governo ha acquistato trentasei dipinti dal banchiere Angerstein.

A questi ben presto si sono aggiunti, nel 1826, le opere facenti parte della collezione di Sir George Beaumont. Dopo qualche tempo l’edificio che ospita la Galleria comincia alcuni cedimenti strutturali. Così si decide di trasferirlo in altro palazzo (anche questo però del tutto inadeguato).

Nel 1832 la Galleria subisce un ulteriore spostamento, presso le scuderie reali nel quartiere di Charing Cross, che poi è diventato Trafalgar Square (considerata a tutti gli effetti “il cuore” di Londra). Anche se più tardi, nel 1850, qualcuno ha richiesto di spostare la National Gallery in altro luogo, si è deciso di lasciarla a Trafalgar Square perché più facilmente raggiungibile da tutti. Da allora il Museo non ha più cambiato sede.

Visitare la National Gallery

L’ingresso alla National Gallery di Londra è gratuito. Quindi si può pensare di suddividere la visita in più volte. Così si potrà disporre di tempo e calma per visionare tutte le opere d’arte (e sono davvero tante!) presenti all’interno. E’ anche opportuno, prima di entrare, procurarsi una lista delle opere principali da visionare assolutamente. Così da evitare di perdere l’orientamento e rischiare di non focalizzarsi sulle cose più interessanti.

National Gallery Londra - foto quadri
National Gallery di Londra – foto di una delle sale

Se si hanno preferenze per alcuni periodi storico-artistici rispetto ad altri, allora si può limitare la visita alle opere che vi sono ricomprese, nelle sale della Gallerie a queste dedicate. La National Gallery è suddivisa in diverse sale (per la precisione quattro gruppi) proprio in base al periodo storico. Le opere ricomprese nel periodo tra il 1250 e il 1500 sono posizionate nell’Area Blu. Nell’area Viola si trovano invece i dipinti realizzati tra il 1500 e il 1600. Nell’Area Gialla sono esposte le opere realizzate nel periodo di tempo compreso tra il 1600 e il 1700. Per finire, l’Area verde ricomprende tutte le opere artistiche del periodo che va dal 1700 agli inizi del Novecento. In quest’ultima sala in particolare ci sono le opere degli Impressionisti (Van Gogh, Monet, Cézanne).

Principali opere esposte

Nella sala 45 dell’Area Verde (1700-1900) troviamo autori importanti come Van Gogh con alcune opere molto note al grande pubblico. Ad attrarre i visitatori in questa Sala è sicuramente l’opera intitolata “I Girasoli” di Van Gogh. Ma ve ne sono anche altre dello stesso pittore altrettanto belle da ammirare.

Nella sala 38 si trovano alcune opere di Canaletto, tra cui quella considerata la migliore della sua personale collezione: “Cortile dello Scalpellino”.

Nell’Area Gialla (1600-1700), sala 32, sono esposte alcune tra le più importanti opere di Caravaggio e di altri artisti contemporanei.

Non mancate di visitare la sala 58 della medesima Area, dove si possono ammirare alcuni straordinari dipinti del Botticelli, come “Venere e Marte” (del 1485). Nell’Area Viola, sala 8, sono visionabili alcuni dipinti di Michelangelo e Tiziano.

Tra i dipinti di cui abbiamo pubblicato approfondimenti ricordiamo:

La valorosa Téméraire Il sogno del cavaliere (opera di Raffaello) Vergine delle rocce - Parigi e Londra Il ritratto dei coniugi Arnolfini Ragazzo morso da un ramarro - Caravaggio - quadro - dipinto - opera ]]>
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Galleria degli Uffizi https://cultura.biografieonline.it/uffizi/ https://cultura.biografieonline.it/uffizi/#comments Wed, 27 Oct 2021 17:11:31 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=16797 Attraversando i saloni espositivi della Galleria degli Uffizi, ci si imbatte in una varietà consistente di percorsi tematici, che consentono di ripercorrere le tappe salienti della storia dell’arte e dei suoi protagonisti. Il polo museale degli Uffizi vanta una storia antica e prestigiosa, circostanza che accresce il fascino di un luogo che deve essere necessariamente visitato se si raggiunge Firenze. Nato nella seconda metà del XVI secolo per volontà del duca Cosimo I, la Galleria degli Uffizi è uno dei musei più visitati e conosciuti al mondo, con una collezione di capolavori che spazia da Giotto fino ai grandi maestri della pittura del XVIII secolo.

Uffizi - Galleria degli Uffizi - Firenze - Museo
Firenze: una veduta esterna della Galleria degli Uffizi

La storia del Museo degli Uffizi

La storia del museo affonda le proprie radici nel pieno Rinascimento fiorentino e deve la sua nascita alla figura di Cosimo I de’ Medici (1519-1574) il quale, dopo la morte di Alessandro de’ Medici (1532-1537) per mano del cugino Lorenzino, assunse il potere a Firenze e il titolo ducale.
Cosimo, figlio del condottiero Giovanni delle Bande Nere (1498-1526) e di Maria Magdalena Romola Salviati (1499-1543), provò senza indugio di essere un monarca abile, accogliendo una politica di conquista territoriale e di accordi con l’Impero e il Papato.

Dopo il trasferimento nell’antico edificio comunale di Palazzo Vecchio, Cosimo I, nell’intenzione di affiancarlo a una nuova sede governativa, commissionò, nel 1560, la costruzione del monumentale complesso degli “Uffizi“, con lo scopo di accogliere gli uffici amministrativi e giudiziari di Firenze in un unico sito.

La costruzione e la decorazione del palazzo furono affidate in un primo momento, tra il 1540 e il 1555, all’architetto e scultore Giovanni Battista del Tasso (1500-1555) e solo in seguito a Giorgio Vasari (1511-1574), che ebbe il merito di celebrare con la sua arte le imprese del duca e quelle di molti altri uomini illustri.

L’edificio presentava tre livelli: al piano superiore erano relegate le attività artigianali, gli opifici, gli studi degli artisti e laboratori; nel primo e secondo piano le magistrature fiorentine (Nove Conservatori del Dominio e della Giurisdizione fiorentina, l’Arte dei Mercatanti, l’Arte del Cambio, l’Arte della Seta, l’Arte dei Medici e Speziali, l’Università dei Fabbricanti e il Tribunale della Mercanzia, Ufficiali dell’Onestà, le Decime e Vendite, gli Ufficiali della Grascia, il Magistrato dei Pupilli, i Conservatori di Leggi e i Commissari delle Bande), la cui presenza è tuttora accertata dall’esistenza di simboli e iscrizioni sugli architravi.

Le nicchie vasariane, destinate ad accogliere le sculture, furono abitate solo a partire del XVIII secolo: ventotto statue che da Giotto a Galileo Galilei, da Machiavelli a Michelangelo esaltavano la grandezza del genio toscano.

Uffizi - sculture personaggi famosi
Uffizi: alcune sculture di celebri personaggi

L’intonaco bianco, tipico della tradizione fiorentina, si alterna alla pietra serena che, proveniente dalla valle della Mensola era tanto pregiata da essere disponibile solo con una licenza di chi governava, fu impiegata per la costruzione dei portali e le nervature del complesso.
Il nobile scalone vasariano, con i suoi 126 gradini di pietra serena, conduceva solo al primo piano del complesso, fermandosi al vestibolo del teatro della corte medicea.

Dell’antico teatro di corte, eretto da Bernardo Buntalenti (1531-1608) nel 1585, resta sul pianerottolo l’antico portale di marmo che introduceva al teatro, oggi adibito a “Gabinetto di disegni e stampe”, e le tre porte, una delle quali, quella centrale, esibisce stemmi medicei, gigli fiorentini e gli emblemi del principe, quali l’alloro e il suo segno astrologico, l’ariete.

In vista delle nozze del figlio Francesco con Giovanna d’Asburgo (1547-1578), nel 1565, Cosimo I incaricò infine il Vasari di realizzare un camminamento, privato ed esclusivo, che consentisse al principe, partendo dalla Reggia, di attraversare la città senza scorta armata lungo quasi un chilometro.

Il camminamento vasariano, costruito in pochi mesi, correva lungo gli Uffizi, s’inseriva nel vivo di case e palazzi, fino a sfociare nel giardino di Boboli. Papa Pio V, con la bolla papale del 13 dicembre 1569, assegnò a Cosimo il titolo e la corona granducale.

“L’incoronazione vera e propria, avvenuta a Roma il 5 marzo dell’anno successivo, fu uno degli ultimi atti ufficiali del nuovo granduca, che già nel 1564 aveva nominato reggente per affari interni dello stato il figlio primogenito Francesco” (TUENA).

Nel XVII secolo, il Cardinale Leopoldo de’ Medici (1617-1675) realizzò il “Gabinetto di disegni e stampe”, uno dei più importanti nuclei di grafica del mondo. Quando nel XVIII secolo giunsero al potere i Lorena, Pietro Leopoldo decise di creare un nuovo ingresso pubblico alla galleria, finalmente aperta secondo il moderno pensiero illuminista. In questo modo il palazzo degli Uffizi divenne – modernamente inteso – il primo museo della storia d’Occidente.

L’attuale sistemazione è ispirata all’originario allestimento del Granduca Francesco I.

La Tribuna

I lavori per la realizzazione della Tribuna furono avviati sotto la supervisione di Bernardo Buontalenti, nel 1584.
“Si è soliti considerare la Tribuna come uno sviluppo consequenziale dell’idea di Studiolo. Ma l’idea che ha generato la Tribuna, la sua funzione successiva, e la sistemazione degli oggetti esposti, ne fanno qualcosa di molto diverso. Piuttosto la Tribuna è la riduzione di un museo e, più specificatamente, la riduzione della Galleria degli Uffizi […] un luogo espositivo, destinato a mostrare piuttosto che conservare; più una sala di rappresentanza che un luogo privato” (TUENA).

La stanza a forma ottagonale richiamava la Torre dei Venti di Atene (“horologion”), poiché il numero otto è il numero cosmico dei venti.

La struttura della Tribuna rievoca un ordine trascendete, nella quale s’inserivano e legittimavano gli emblemi del principe. I colori rosso, blu e oro alludono ai quattro elementi della natura: il simbolo dell’aria è richiamato dalla rosa dei venti collocata nella lanterna da cui filtra la luce naturale, la cupola decorata a conchiglie rimanda all’acqua, il rosso delle pareti al fuoco, mentre la terra è celebrata dai marmi del pavimento.

“Attraverso la lanterna, una banderuola di ferro indicava anche all’interno della Tribuna la direzione del vento: e già questo diretto rapporto col mondo esterno dovrebbe far riflettere quanti fanno derivare direttamente la Tribuna dallo studiolo” (TUENA).

Alla decorazione del tempietto concorsero alcuni dei più importanti artisti di corte: Benvenuto Cellini, Bartolomeo Ammannati (1511-1592), il Giambologna (1509-1608), Vincenzo Danti (1530-1576), Lorenzo della Nera e Vincenzo de’ Rossi (1525-1587).

La collezione della Galleria degli Uffizi

Non è facile ricostruite l’evoluzione delle collezioni medicee dopo l’ingresso di Carlo VIII a Firenze, nel novembre del 1494. La dispersione della collezione non avvenne, come molti credono, con il saccheggio del palazzo, ma inseguito a una serie di divisioni ereditarie e complesse questioni economiche, disgregazione che ebbe luogo fino a quando non venne a istaurarsi a Firenze un governo duraturo.

Il duca acquistò, tra il 1546 e il 1561, due ricche collezioni di medaglie. Non si lasciò scappare l’”Arringatore” e fece di tutto per ottenere la statua dello scita. Scriveva nel marzo 1563:

“… è risoluto di volere ad ogni modo il villano che arrota il coltello e poiché voi ci dite che il patrono d’esso e risoluto a darlo per ottocento scudi, se non potete darli meno, pigliatelo, ad ogni modo…”.

Nel 1565 commissionò l’intaglio con l’effige del Savonarola all’incisore Giovanni delle Corniole (1516-1566) e successivamente acquistò il cammeo in pietra stellata raffigurante serpente arrotolato.

Alla morte di Cosimo, nel 1574, la collezione vantava più di ottanta vasi, tra antichi e moderni, in pietra dura. Il duca si era impegnato a riacquistare le collezioni di Lorenzo de’ Medici, impedendo che entrasse nell’eredità di Margherita d’Austria (1522-1586), moglie del duca Alessandro, andata in sposa a Ottavio Farnese (1524-1586).

Poco amato dai suoi sudditi e poco avvezzo alla politica, Francesco ampliò la raccolta medicea: nel 1575 acquistò la collezione del vescovo di Viterbo Gualtiero, raccolta che comprendeva il cammeo detto dell’ “Ingresso trionfale”. Quando nel 1581 Francesco I istituì il primo nucleo della Galleria con la collezione d’arte di famiglia, intervenne trasformando in sale espositive gli ambienti dell’ultimo piano, alla quale si accedeva soltanto dagli ingressi privati del Palazzo Vecchio.

Attualmente le sale espositive del museo ospitano i più grandi capolavori scultori e pittorici italiani ed europei.

La Primavera Botticelli
La Primavera di Botticelli è una delle opere d’arte più visitate e note, conservate presso gli Uffizi.

Le sale dedicate all’arte medievale accolgono la “Maestà di Santa Trinità” (1290-1300) di Cimabue, la “Maestà di Ognissanti” di Giotto, la “Madonna Rucellai” (1285) di Duccio di Buoninsegna, l’ “Annunciazione tra i santi Ansano e Massima” (1333) di Simone Martini e Lippo Memmi, la “Presentazione al tempio” (1342) di Ambrogio Lorenzetti e la “Pala della beata umiltà” (1341) di Pietro Lorenzetti.

Il gotico internazionale è pronunciato attraverso: “L’incoronazione della Vergine” (1414) di Lorenzo Monaco, “L’adorazione dei Magi” (1423) di Gentile da Fabriano; mentre la sala dedicata al Rinascimento vanta capolavori come la “Sant’Anna Metterza” di Masolino (1424-1425), la “Battaglia di San Romano” (1438) di Paolo Uccello, la “Primavera” di Botticelli (1432), il “Battesimo di Cristo” (1475-1478) di Leonardo e Verrocchio, il “Doppio Ritratto dei duchi di Urbino” (1465-1472) di Piero della Francesca, il “Trittico Portinari” (1477-1478) di Hugo van der Goes, il “Compianto e sepoltura di Cristo” (1460-1463) di Rogier van der Weyden.

Galleria degli Uffizi: note Bibliografiche
F. M. Tuena, Il tesoro dei medici Collezionismo a Firenze dal Quattrocento al Seicento, Giunti

Sito ufficiale
www.uffizi.org

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Monuments Men, recensione del film https://cultura.biografieonline.it/recensione-monuments-men/ https://cultura.biografieonline.it/recensione-monuments-men/#respond Thu, 13 Feb 2014 09:42:41 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=9785 Monuments Men può rientrare nella categoria di quei film pedagogici che alcuni registi, grazie al loro successo, possono permettersi di realizzare ad un certo punto della loro carriera, senza dover affrontare lo scetticismo dei produttori, anche perché, come in questo caso, i produttori sono loro stessi.

Monuments Men - Locandina
Monuments Men (2014) – Il poster del film

Monuments Men, infatti, è un film che racconta l’importanza dell’arte nella storia della civiltà, anche per coloro che non la conoscono o non la cercano ma che indirettamente ne vivono, attraverso la cultura popolare, i riflessi. George Clooney (regista e attore) racconta la storia di otto uomini che hanno l’incarico di trovare le opere d’arte che i nazisti hanno trafugato e rubato da musei e chiese e di preservare quelle ancora non occultate dalla loro furia distruttiva, perché Hitler ha ordinato, che se la guerra verrà perduta, le opere d’arte dovranno incontrare l’oblio.

Il protagonista è Frank Stokes (George Clooney), che ottiene il permesso dal presidente Roosevelt di reclutare sette uomini, due storici, un architetto, un esperto d’arte, uno scultore, un mercante, un pilota britannico e un soldato ebreo di origine tedesca per ottemperare alla missione di salvataggio dei capolavori europei, sculture e dipinti per lo più, che si trovano nelle zone di guerra.

Puoi sterminare una generazione di persone, radere al suolo le loro case, troveranno una via di ritorno. Ma se distruggi i loro conseguimenti, e la loro storia, è come se non fossero mai esistite. Solo ceneri che galleggiano. Quello che vuole Hitler. Ed è la sola cosa che non possiamo permettergli. (FRANK STOKES)

Hitler, prima di decidere la distruzione di tutte le opere d’arte in suo possesso e quelle che erano presenti nei territori occupati, aveva deciso di raccoglierle per riempire il suo museo, che avrebbe dovuto essere il più grande del mondo. Gli otto uomini equipaggiati come soldati entrano nelle file degli eserciti alleati per potersi muovere nelle zone di guerra, ma sono uomini non avvezzi al combattimento e questo rende la loro missione più complicata.

Ma Monuments Men non è un film di avventura, né i personaggi coinvolti giocano al personaggio di Indiana Jones, anche se alcune situazioni sono esilaranti, ma è più un racconto sull’importanza dell’arte e su come la loro missione sia stata vitale per la protezione di moltissimi capolavori.

Non è nemmeno un film d’autore, direi piuttosto una bella storia, edificante ed istruttiva, su una missione che ha avuto uno scopo importante e che si è compiuta grazie al coraggio, all’ardire e all’intelligenza dei Monuments Men.

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I Monuments Men https://cultura.biografieonline.it/monuments-men/ https://cultura.biografieonline.it/monuments-men/#comments Thu, 23 Jan 2014 15:19:28 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=9403

I Monuments Men furono un gruppo di esperti d’arte, fra i quali ci furono storici dell’arte, critici, artisti, architetti, professori e direttori di musei, provenienti da tredici nazioni e tutti volontari, che durante la Seconda guerra mondiale si occuparono della protezione e del ritrovamento di opere d’arte. Più specificatamente, il loro compito consisteva nel proteggere monumenti e opere d’arte dalla distruzione che la guerra stava provocando in molti Paesi europei.

Monuments Men (foto del 1945)
Monuments Men: Una foto risalente all’aprile 1945. Il Capitano James Rorimer (il secondo da sinistra) – in seguito sarebbe diventato il direttore del Metropolitan Museum of Art – supervisiona la salvaguardia delle opere d’arte sottratte agli ebrei francesi e immagazzinate durante la guerra presso il castello di Neuschwanstein nel Sud della Baviera.

Durante gli ultimi anni della guerra e dopo il 1945, i Monuments Men riuscirono a localizzare e recuperare circa cinque milioni di oggetti di rilevanza artistica, che i nazisti avevano trafugato. I Monuments Men rimasero in Europa dopo la guerra, per un periodo di circa sei anni, in cui non solo si occuparono del recupero di opere d’arte ma contribuirono attivamente alla riorganizzazione di attività culturali nei Paesi devastati dalla guerra. Il loro contributo fu importantissimo nell’organizzare eventi culturali, concerti e mostre d’arte.

Quando in seguito rientrarono in America, molti di loro diventarono curatori e direttori di musei quali il MoMA, il Met, la National Gallery, il New York City Ballet, e molte altre istituzioni che parteciparono allo sviluppo e alla diffusione della cultura nella seconda metà del XX secolo. Il film di George Clooney, proiettato nelle sale italiane nel febbraio del 2014 e tratto dall’omonimo libro pubblicato in Italia da Sperling e Kupfer, racconta la storia dei Monuments Men (Matt Damon interpreta il capitano James Rorimer, secondo da sinistra nella prima foto).

Monuments Men - Locandina
The Monuments Men – Il poster del film (2014)

Nel novembre del 2013, pochi mesi prima dell’uscita del film, la sorte ha voluto regalare a George Clooney una straordinaria opportunità pubblicitaria. In un appartamento della periferia di Monaco di Baviera sono stati ritrovati dalla polizia fiscale millecinquecento opere d’arte, che furono rubate dai nazisti prima e durante la Seconda guerra mondiale. Alcune opere furono rubate a famiglie di religione ebraica mentre altre furono sequestrate, perché considerate il frutto di un’ispirazione degenerata e pertanto avrebbero dovuto essere distrutte. La polizia le ha trovate nell’ appartamento di un nullatenente, che secondo il fisco non possedeva nulla.

Monuments Men - scena dal film - George Clooney Matt Damon
Una scena tratta dal film The Monuments Men (2014), con Matt Damon (protagonista) e George Clooney (attore e anche regista)

Una vicenda questa che è accaduta nel 2011 ma che è venuta alla luce solo alla fine del 2013. Il protagonista è Cornelius Gurlitt, un ottantenne, che viene arrestato perché in possesso di nove mila euro in contanti di cui non sa spiegare l’origine. Gurlitt infatti non lavora né ha mai lavorato, non ha una pensione né un reddito di qualsiasi tipo. Gli inquirenti indagano e con un mandato entrano nella casa dell’ottantenne, dove dietro ad una parete fatta di scatolette di carne, scoprono un tesoro in opere d’arte: quadri di Picasso, Chagall, Klee, Lieberman, Dix, Matisse, Nolde, Beckmann e Marc. La stima delle opere è da capogiro: un miliardo di euro.

Perché Gurlitt aveva tutte queste opere d’arte? La storia risale agli anni ’30 e al periodo della guerra, durante la quale il padre di Gurlitt era un direttore di museo a cui i nazisti ordinarono di vendere a collezionisti stranieri le opere trafugate. Il padre, che si chiamava Hildebrand, non obbedì e le fece sparire, dichiarando in seguito agli Alleati che le opere erano andate distrutte durante i bombardamenti. Il collegamento con il film di Clooney riguarda proprio queste opere d’arte, perché la trama racconta di un manipolo di uomini incaricati di cercare i quadri scomparsi per volontà dei nazisti. Al di là delle casualità e della ricostruzione cinematografica il lavoro dei Monuments Men fu notevole e contribuì alla rinascita culturale dell’Europa.

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