omosessualità Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Wed, 16 Mar 2022 22:52:15 +0000 it-IT hourly 1 I moti di Stonewall https://cultura.biografieonline.it/moti-di-stonewall/ https://cultura.biografieonline.it/moti-di-stonewall/#comments Sun, 27 Jun 2021 08:13:46 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=2633 Il 27 giugno 1969 si verificano a New York una serie di scontri, ricordati come moti di Stonewall, tra la polizia locale e un nutrito gruppo di gay che rivendicano il diritto a vivere liberamente la propria sessualità. A scatenare la sommossa è l’irruzione della polizia nel bar omosessuale di Stonewall Inn. I poliziotti non sono nuovi ad azioni di questo tipo e, anzi, fino agli anni Sessanta si verificano regolarmente molti episodi di aperta intolleranza. Basta un bacio tra appartenenti allo stesso sesso o anche semplicemente il tenersi per mano a far scattare l’accusa di indecenza.

I poliziotti mettono in atto una pratica detta entrapment (come il film del 1999 con Sean Connery e Catherine Zeta-Jones) che consiste nell’adescare giovani gay in modo da avere una motivazione concreta per l’arresto. Le cose cominciano a cambiare quanto a capo della Mattachine Society, società per la difesa dei diritti degli omosessuali, arriva Dick Leitsch.

I diritti e la polizia

Prima del 1969 la Mattachine agiva in segreto; grazie, però, alle lamentela dei suoi membri, nel 1966, il commissario della polizia di New York, Howard Leary, impone nuove direttive alle forze dell’ordine. I poliziotti non possono più adescare i gay a scopo di incarcerazione, e, anche nei casi in cui questa si rende necessaria, viene richiesta la presenza di un civile come testimone.

Dopo questo risultato, Dick Leitsch tenta di risolvere la questione connessa ai bar gay organizzando un sip in, vale a dire un incontro con alcuni omosessuali per bere qualcosa in un locale. Il barista, però, non consente loro di rimanere. Così dopo la denuncia alle autorità cittadine, la SLA, la società americana che regola il consumo dei liquori, dichiara legale la vendita di alcol ai gay.

Moti di Stonewall: le cause degli scontri

Quando, dunque, avviene la retata nello Stonewall Inn, il bar ha tutto il diritto di essere aperto. Varie sono le motivazioni addotte per spiegare l’accaduto.

Secondo alcuni la causa è da ricercarsi nelle elezioni amministrative che vedono in corsa per la poltrona di sindaco John Lindsay. Questi, infatti, avendo perso le primarie del suo partito, cerca di attuare una politica di repulisti tra i bar cittadini per accrescere la propria reputazione.

Secondo il vice ispettore Seymour Pine, invece, l’ordine di irrompere gli viene dato perché il bar è uno dei centri in cui è possibile reperire informazioni sui gay che lavorano a Wall Street, e sarebbe al centro di una serie di furti in alcune società di intermediazione.

Le tesi

Tra le tesi più fantasiose vi è anche quella sostenuta nel film del 1995 “Stonewall del regista Nigel Finch, morto di AIDS subito dopo aver girato la pellicola. Secondo questa ricostruzione, la rabbia dei gay al momento dell’irruzione è acutizzata dalla morte dell’attrice Judy Garland, nota icona del mondo omosessuale, scomparsa appena una settimana prima.

Pare che al suo funerale abbiano partecipato ben 22 mila persone, tra cui 12 mila omosessuali. La tesi storica sostiene, invece, che i movimenti pacifisti contro la guerra in Vietnam e quelli per i diritti civili dei neri abbiano preparato il terreno al desiderio di protesta delle minoranze. Durante gli scontri, infatti, i manifestanti urlano lo slogan Gay power, mutuato dal più famoso Black Power.

L’irruzione e la protesta

L’irruzione ha luogo intorno all’una e venti di notte. La maggior parte degli avventori riescono a fuggire e vengono arrestati solo alcuni dipendenti del locale e qualche cliente in abiti femminili. Non è, dunque, molto chiara la successiva dinamica dello scontro tra la polizia e i gay presenti.

La ricostruzione più accreditata sostiene che la causa scatenante sia stata il lancio di una bottiglia da parte della transgender Sylvia Rivera, pungolata da un manganello.

Manifestazione gay dopo i Moti di Stonewall
Manifestazione gay dopo i Moti di Stonewall

La mischia è tale che i poliziotti sono costretti a rifugiarsi nel locale. La folla composta da ben 2 mila persone sostiene lo scontro contro 400 poliziotti.

Le proteste dei moti di Stonewall durano tre giorni con un intervallo di cinque giorni tra la seconda e la terza giornata. Dopo i moti, i movimenti per i diritti dei gay trovano finalmente un riconoscimento ufficiale e, nel mese di luglio dello stesso anno, nasce il Movimento di liberazione gay (GLF) con diverse sedi in molti paesi del mondo. L’anno successivo viene organizzato un corteo commemorativo al quale partecipano tra i 5 mila e i 10 mila uomini. Si inaugura così la tradizione ormai annuale dei gay pride.

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3 Generations (About Ray), commento e recensione al film https://cultura.biografieonline.it/3-generations-film-about-ray/ https://cultura.biografieonline.it/3-generations-film-about-ray/#respond Fri, 04 Nov 2016 11:17:06 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=20403 Il titolo originale del film “3 Generations – Una famiglia quasi perfetta” è About Ray. Diretto da Gaby Dellal, il film è del 2015 ma è uscito in Italia alla fine del 2016. La protagonista è Ray – il cui vero nome è Ramona –  ed è interpretata dall’attrice Elle Fanning.

About Ray - 3 generations - film - recensione - commento - scena
Le protagoniste in una scena del film. Da sinistra: Elle Fanning (Ray), Naomi Watts (Maggie) e Susan Sarandon (Dolly)

Trama e riassunto del film

Ramona è un’adolescente che vive con difficoltà la propria identità sessuale. Ha deciso, infatti, di cambiare identità e di diventare un ragazzo. Ray è il nome che si è data. Non vuole sapere più nulla del suo passato da ragazza. E’ cresciuta in una famiglia in cui la normalità non è mai stata accettata come un valore di classe.

La madre single, Maggie, l’asseconda fra mille dubbi. La nonna, Dolly, reduce da quarant’anni di battaglie per esprimere la propria libertà sessuale, è lesbica dichiarata e non accetta la decisione della nipote. Ma Ramona è decisa e fa sul serio.

Locandina-poster del film
Locandina-poster del film “3 Generations – Una famiglia quasi perfetta” (About Ray)

Il medico incaricato dell’operazione, però, spiega a tutta la famiglia di Ramona, mamma etero e single, nonna lesbica e Frances. fidanzata compagna della nonna, quali saranno le conseguenze dell’operazione e la necessità del consenso da parte di entrambi i genitori. Ma il padre di Ramona, oltre ad essere lontano fisicamente, mentalmente ed emotivamente dalla figlia, è anche in disaccordo con la sua decisione. Non vuole darle il consenso anche se non le parla da quando è molto piccola.

Ne nasce una discussione che coinvolge tutti i membri della famiglia e mette a dura prova le convinzioni e le ipocrisie di ognuno di loro di fronte ad una scelta tanto radicale della ragazza.

Maggie: C’è un problema con i documenti. Deve firmarli tuo padre.
Ray: Non mi vede da quando ero bambina!

Maggie: Magari possono fare un’eccezione.
Ray: Io non voglio più essere un’eccezione!

La riflessione

Cos’è giusto? Permettere ad un’adolescente di decidere del proprio corpo? Oppure intervenire e fermarla, rischiando di perderla imponendole una decisione che lei non vuole accettare?
Alla fine qualsiasi decisione verrà presa, solo in parte sarà per il bene di Ramona.

Commento

3 Generations – Una famiglia quasi perfetta mostra tutta la fragilità di una società che ne ha viste di tutti i colori. Decidere in libertà per se stessi, implica sempre una serie di conseguenze che coinvolgono le persone che amiamo e che influenzano la nostra vita. Oltre ai valori che a volte si  nascondono dietro ad atroci ipocrisie.

Il film diretto da Gaby Dellal è anche una commedia. E l’ironia può aiutare a comprendere il dolore di cambiare, quando non si accetta ciò che si ha e che tutti considerano immutabile. Tuttavia, e proprio per le sue implicazioni, il tema di una sessualità non accettata e che chirurgicamente si può cambiare, non può essere esaurito da un racconto cinematografico.

Troppo dolorose sono le implicazioni di una decisione tanto complessa. Quindi il film va visto per la sua brillante sceneggiatura, ma va anche compreso quanto limitato sia il suo raggio d’azione.

3 Generations – Una famiglia quasi perfetta: trailer del film, in italiano

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Ragazzi che amano ragazzi (Paterlini) https://cultura.biografieonline.it/ragazzi-che-amano-ragazzi/ https://cultura.biografieonline.it/ragazzi-che-amano-ragazzi/#respond Tue, 29 Sep 2015 13:19:02 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=15241 e i vostri avatar arcobaleno?

a me, se qualcuno non sarà d’accordo con quello che sto per scrivere, importa ben poco.
mentre ero sul treno in quel viaggio lunghissimo che ho fatto quest’estate e in cui avevo paura di perdere la coincidenza, ho letto ragazzi che amano ragazzi, 1991-2011 – Feltrinelli, 2012 di piergiorgiopaterlini. piergiorgio paterlini è uno scrittore, un giornalista, è tra i fondatori di cuore, ha scritto libri e testi per il teatro (grazie, wikipedia).

Ragazzi che amano ragazzi
Ragazzi che amano ragazzi (libro di Piergiorgio Paterlini)

nel 1991 non era ancora uscito philadelphia, il film (il formaggio mi sa di sì, la città pure, c’era da prima). nel 1991 è morto freddie mercury. nel 1991 è nato il mio moroso (ah no questo non c’entra niente). nel 1991 si parlava di omosessualità a bassa voce e paterlini ha raccolto quindici di queste voci basse, quindici storie di ragazzi che amano ragazzi – appunto – e checcazzo mica era facile nel 1991, accettarlo, dirlo, o non dirlo, a genitoriamiciparenti.

adesso invece sono passati 24 anni e le cose sono radicalmente cambiatDAI NON DICIAMO STRONZATE. non è cambiato niente. c’è più consapevolezza certo, così chi disprezza, disprezza in modo più consapevole.

ci ho un po’ lo schifo io eh. stavo andando su qualche sito a cercare le statistiche dell’opinione pubblica in merito ma lasciamo stare, se la pensate come me, sapete già, se trovate invece la cosa contro natura smettete pure di leggere ma dall’inizio e comunque io non ci voglio parlare con voi. se avete messo l’avatar arcobaleno quando la corte suprema ha legalizzato i same sex weddings, ma poi oh io ho pure un amico gay, può fare quello che vuole basta che non mi tocchi a me. ma chittevuole, imbecille, sciò, aria.

allora secondo me questo libro andrebbe letto un po’ più spesso. andrebbe regalato. andrebbe, alla peggio, lanciato di costa contro la testa di chi non capisce. e sto riuscendo ad essere calma ma ora mi fermo perché sennò sbrocco e se sbrocco no buono. o forse sì. ci penso.

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De Profundis (Oscar Wilde): riassunto https://cultura.biografieonline.it/riassunto-de-profundis/ https://cultura.biografieonline.it/riassunto-de-profundis/#comments Tue, 07 Jul 2015 18:53:35 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=14600 Una delle opere più toccanti e straordinarie di Oscar Wilde è il “De Profundis”, ovvero una sorta di lettera epistolare che il poeta dedica al suo amato compagno di allora Alfred Douglas, mentre si trovava in carcere nella prigione di Reading, dopo essere stato processato per il reato di omosessualità.

Oscar Wilde - De Profundis
Oscar Wilde, De Profundis – La prima edizione originale è del 1905

Durante tale periodo, Oscar Wilde esterna in modo evidente le proprie emozioni, i propri pensieri, le sue ossessioni ed evoluzioni intellettuali che lo accompagnarono durante il suo triste periodo di prigionia. Inizia così a ripercorrere tutti gli avvenimenti della sua vita. Parte dall’inizio della sua amicizia con il narciso Alfred Douglas, rimarcando di continuo le sue tribolazioni processuali durante lo scandalo che lo fece condannare per omosessualità; arriva a parlare della sua denigrante esperienza nel carcere di Reading.

De Profundis: riassunto e analisi

Oscar Wilde scrive la lettera nei primi mesi del 1897, mentre sta scontando una pena di due anni ai lavori forzati per il reato di sodomia.

Nella prima parte della lettera sono messe in evidenza le differenze caratteriali e comportamentali di Wilde e “Bosie”, nomignolo con il quale veniva chiamato Lord Douglas.

Da una parte, viene messa in evidenza la natura gentile e sensibile, l’innata cultura e la tendenza all’arte come filosofia del genio di Oscar Wilde e, dall’altra, la natura violenta, a tratti volgare, di Lord Douglas che tanto influì sulla sua produzione artistica e dilaniò la sua vocazione all’arte.

Douglas, inoltre, era anche solito godere della fama di Oscar, godersi la vita in locali esclusivi come la prima colazione al Café Royal o da Berkeley, pranzare al Savoy o a Tite Street, cenare infine da Willies, utilizzando e sperperando il patrimonio di Wilde senza alcun ritegno.

Lo scrittore si rimprovera di aver ceduto alle sue debolezze e di essere stato permissivo in ogni occasione nei riguardi di Alfred, che non fu solo la causa della sua incarcerazione, ma anche della sua bancarotta.

Nella lettera, viene svelata l’amarezza di Wilde che narra la sua storia con l’amante, caratterizzata dall’altalenarsi di periodi di calma apparente a litigi continui e snervanti.

Oscar Wilde
Oscar Wilde

Il marchese di Queensberry

Il periodo è tormentato anche a causa del padre di Douglas, che non vede di buon occhio Wilde. Egli è un’altra figura che porterà problemi al povero Oscar. E’ il marchese di Queensberry, nonché padre del narciso Lord Douglas; è lui ad accusare lo stesso Wilde del reato di sodomia.

Rilevante e sconcertante è il biglietto intriso di ipocrisia e cattiveria, lasciato senza alcun ripensamento dal padre di Douglas nel club dello stesso Wilde:

“Ad Oscar Wilde, che si atteggia a sodomita”.

Wilde ricorda bene quel periodo triste e buio della sua vita. Dal carcere, Oscar si rende conto di come la sua vita sia stata un giocattolo nelle mani di Douglas e di suo padre; i tre anni passati insieme al giovane amante, gli sono stati davvero fatali.

Nonostante un destino di pubblica infamia, una lunga prigionia, infelicità, rovina e disonore, Wilde continua ad amare il giovane e non riesce ad uscire dal baratro in cui si trova.

Ne segue un’attenta riflessione sull’amore che acceca a volte a tal punto da spingerci in un abisso senza fondo, l’oblio.

Una volta uscito dal carcere, infatti, il pensiero di Wilde è sempre rivolto a Douglas.

I due, poco più tardi, si rincontrano incuranti di tutto ciò che era successo. A quel punto, le rispettive famiglie, quando vengono a conoscenza di questa impensabile riconciliazione, minacciano di togliere ai due la sussistenza economica. Ma l’idillio dura poco.

Wilde è costretto a non vedere mai più Douglas. È così dispiaciuto dal fatto da descrivere le loro frequentazioni come la più amara esperienza di un’amara vita:

“the most bitter experience of a bitter life”.

Finale

Il “De Profundis” si conclude con un consiglio all’amato, spronandolo ad andare avanti e a non pensare più al passato.

Lo scrittore lo perdona e si perdona.

L’amore decide per lui.

Ma dall’amante non avrà ciò che tanto si aspetta. Alla fine, la lettera sembra un apparente tentativo di addio ma nasconde invece l’ardente desiderio di rivedere ancora colui che l’ha annientato nell’animo e nella società.

In ultimo, Douglas negherà perfino di aver ricevuto la lettera di Wilde, continuando a ricambiare con il solito disprezzo l’amore del suo “maestro”.

Dopo la prigionia, lo scrittore decide di affidare il manoscritto al suo fedele amico Robert Ross. La lettera esce quindi con il titolo di epistola: “In Carcere et Vinculis”.

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Il testo venne pubblicato per la prima volta nel 1905, ovvero cinque anni dopo la morte dello stesso scrittore; il titolo originale fu De Profundis. Ne segue una nuova edizione pubblicata nel 1908.

Molto tempo più tardi, nel 1947, il figlio dello scrittore, Vyvyan Holland, spinse affinché il “De Profundis”, fosse pubblicato in una versione integrale.

Soltanto nel 1962, grazie al prezioso contributo dello studioso Rupert Hart-Davis, la lunga e toccante lettera di Oscar Wilde fu inserita nel volume “The Letters of Oscar Wilde”.

In ultimo, nel 2000, un facsimile del manoscritto originale di Wilde fu pubblicato dal British Museum.

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Coming out e outing, differenze tra i termini https://cultura.biografieonline.it/coming-out-outing-differenze/ https://cultura.biografieonline.it/coming-out-outing-differenze/#comments Fri, 11 Apr 2014 11:25:06 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=10497 Con il termine outing si indica quella azione, fatta da terzi, che permette di rendere deliberatamente pubblico e senza consenso del soggetto, l’orientamento sessuale. Nella nostra lingua italiana non esiste la traduzione del verbo “to out“, che pertanto viene sostituito da verbi analoghi. Solitamente si utilizzano i verbi infamare, sbugiardare o screditare una persona, mentre viene definito outer chi fa outing nei confronti di qualcun altro.

Coming out e Outing: differenze
Mentre il concetto di coming out è abbastanza chiaro ai più, il termine outing è talvolta usato in modo improprio

Fare outing non è mai accettato dai movimenti per i diritti dei gay che continuano ripetutamente a disapprovare questa pratica d’uso, soprattutto quando essa è usata per discriminare personaggi pubblici. Questi movimenti sostengono che le persone abbiano il diritto alla privacy della loro vita sessuale personale.

L’outing one self, ossia fare outing su se stesso, consiste nella dichiarazione spontanea da parte del soggetto di dichiarare la propria sessualità allo scopo di precedere qualcun altro dal farlo in un modo, molto spesso, sconveniente e diffamante. L’elenco delle persone che hanno subito l’outing sociale include personaggi quali Pete Williams, Richard Chamberlain, Chad Allen e Chastity Bono.

Viceversa, il coming out è un’azione svolta da parte di un soggetto che rivela, in modo spontaneo, la sua identità sessuale. Coming out deriva dalla frase inglese “coming out of the closet”, che significa “uscire dal ripostiglio” o “uscire dal nascondiglio”, in sintesi “uscire allo scoperto”. Nella nostra lingua italiana, questa espressione significa “uscir fuori” (uscire allo scoperto).

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Si tratta di una vera e propria liberazione quella di rendere pubblico, uscendo allo scoperto, dimostrando il coraggio nel vivere se stessi e la propria sfera sessuale. Il termine, purtroppo, viene spesso utilizzato in modo errato e lo si confonde con l’outing. Tra i personaggi celebri che hanno fatto coming out troviamo Freddie Mercury, Ricky Martin, George Michael, Elton JohnKeanu Reeves e Ellen Page. In Italia, invece, i più celebri “coming out” sono quelli di Lucio Dalla, Alessandro Cecchi Paone e Tiziano Ferro.

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