Oloferne Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Sat, 30 Apr 2016 06:53:17 +0000 it-IT hourly 1 Giuditta I (opera di Gustav Klimt) https://cultura.biografieonline.it/giuditta-i/ https://cultura.biografieonline.it/giuditta-i/#comments Sat, 30 Apr 2016 06:49:52 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=18127 Giuditta I“, donna fatale e crudele, è un quadro di Gustav Klimt, realizzato nel 1901. Esso misura cm 84 x 42, è un olio su tela, conservato a Vienna, all’Österreichische Galerie Belvedere, Schloss Belvedere. In questo dipinto è raffigurata l’eroina biblica che sedusse il generale Oloferne e che poi lo uccise. Rappresenta “la femminilità assassina“.

Giuditta I - Judith I - Klimt
Giuditta I (Judith I, 1901, celebre dipinto di Klimt)

Giuditta I: analisi del quadro di Klimt

Giuditta è dipinta seminuda, in modo provocatorio, indossa gioielli art nouveau, con una pettinatura che segue la moda contemporanea. La pennellata è simile a quella utilizzata per la “Fattoria delle betulle” e contrasta in maniera volontaria con lo sfondo, sia per l’uso massiccio dell’oro, sia per la bidimensionalità.

La cornice è disegnata dall’artista e realizzata dal fratello Georg Klimt in rame sbalzato. Il dipinto ha un taglio verticale accentuato con la figura di Giuditta, dalla grande carica erotica, che domina l’immagine.

Giuditta I - Klimt - dettaglio della testa di Oloferne
Il dettaglio della testa di Oloferne

La testa di Oloferne è rappresentata appena di scorcio, la si nota in basso a destra. Gli incarnati della figura danno una resa tridimensionale, mentre il vestito è trattato con un decorativismo bidimensionale, il tutto in una fusione che ha una resa astratta, di grande eleganza formale.

Giuditta, nell’antico Testamento, fu una nobile vedova ebrea che salvò la sua città di Betulla dall’assedio degli Assiri, riuscendo a sedurre per poi decapitarlo il generale Oloferne. Lo stesso tema è presente nella celebre opera “Giuditta e Oloferne” di Caravaggio.

Nell’opera di Klimt la protagonista ha una posa molto sensuale, con una veste semitrasparente, che ne scopre le nudità del busto, e ha un’espressione del volto di crudele trionfo, con labbra semiaperte e occhi socchiusi in uno sguardo freddo e distaccato.

I colori sono tenui e delicati, i capelli folti neri, in un’atmosfera tra il sacro e il profano. Al collo la donna porta un pesante gioiello in stile liberty, che si riferisce alla decapitazione, ha le dita lunghe e affusolate, simili ad artigli, ed accarezza in modo subdolo la testa del generale che tiene sottobraccio.

Il volto di Giuditta possiede una carica mista di voluttà e perversione. I suoi lineamenti sono trasfigurati al fine di raggiungere il massimo grado di intensità e seduzione, che Klimt ottiene respingendo la donna in una dimensione irraggiungibile. (Federico Zeri)

La figura è proiettata in avanti, sullo sfondo, si intravede un paesaggio stilizzato con alberi e colline, che richiamano l’arte bizantina del mosaico. Si pensa che i tratti della donna siano quelli di Adele Bloch-Bauer, un’esponente dell’alta società viennese, proprio di lei Klimt eseguì due ritratti.

Ritratto di Adele Bloch-Bauer (Klimt)
Ritratto di Adele Bloch-Bauer: dettaglio del volto.

Giuditta I rappresenta una delle prime esperienze dell’artista austriaco senza artefici retorici: quest’opera è considerata anticipatrice del periodo aureo, che si contraddistingue per il forte linguaggio di astrazione simbolica e dall’uso massiccio dell’oro. Una tendenza del pittore che si conferma dopo il suo viaggio in Italia, a Ravenna, famosa per i mosaici bizantini.

Esiste anche una seconda versione della bella eroina biblica, Giuditta II, nota anche come Salomè, che Klimt eseguì nel 1909.

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Giuditta e Oloferne (Caravaggio) https://cultura.biografieonline.it/giuditta-oloferne-caravaggio/ https://cultura.biografieonline.it/giuditta-oloferne-caravaggio/#comments Fri, 20 Mar 2015 09:50:36 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=13818 Giuditta e Oloferne di Michelangelo Merisi detto Il Caravaggio (Milano, 29 settembre 1571 – Porto Ercole, 18 luglio 1610) è un dipinto che il celebre pittore realizzò tra il 1597 ed il 1600 su commissione del banchiere genovese Ottavio Costa. Attualmente la tela si trova all’interno della Galleria Nazionale di Arte Antica di Roma.

Giuditta e Oloferne - Caravaggio - Michelangelo Merisi - 1597-1600
Giuditta e Oloferne (Il Caravaggio, 1597-1600) : il re Oloferne viene decapitato da Giuditta, mentre la schiava Abra osserva l’azione. L’episodio è narrato nella Bibbia.

L’episodio della Bibbia di Giuditta e del re assiro Oloferne

Nell’opera, considerata uno dei migliori capolavori del Caravaggio, la prima in cui l’artista raggiunge la punta massima di quella drammaticità figurativa che lo contraddistingue, è rappresentato un episodio biblico: Giuditta, simbolo di virtù e devozione divina, decide di salvare il suo popolo dall’assedio del re assiro Oloferne così, una notte, entra con la sua serva nella tenda del tiranno, facendogli credere di voler tradire la sua gente.

Oloferne, incantato dalla bellezza della donna, cede all’inganno e, dopo averla invitata ad un banchetto, si ubriaca. Giuditta, pronta ad approfittare del momento di abbandono dell’uomo, sferra una scimitarra e lo decapita, per poi riporre la sua testa all’interno di una sacca e consegnarla al popolo assediato, in segno di vittoria.

Giuditta e Oloferne: analisi del quadro

Caravaggio, nel suo studio, era solito posizionare alcune lanterne attorno ai suoi modelli, per illuminare punti precisi dei loro corpi; l’intento era quello di donare tridimensionalità e dinamismo alle figure tramite una “luce radente”, che sfiorava le superfici, sottolineando solo alcune parti della scena e lasciando al buio il resto.

I corpi dei soggetti raffigurati nel dipinto, sembrano uscire dallo sfondo nero per prendere vita, divenendo i protagonisti assoluti. Giuditta è immortalata nel momento in cui sta compiendo l’esecuzione, mentre impugna con la mano destra l’arma affondata per metà nel collo di Oloferne e, con la mano sinistra, gli afferra saldamente i capelli, pronta a non far cadere a terra la testa.

La donna indossa una camicia candida, simbolo di purezza, ed ha un’espressione corrucciata, che lascia trasparire lo sforzo interiore che sta sostenendo nel compiere quel gesto cruento. Oloferne, disteso su di un letto a pancia sotto, è colto alla sprovvista; stupito, terrorizzato, ha gli occhi sbarrati e sente che sta per morire. Tenta di risollevarsi, poggiando la mano destra sul giaciglio, torcendo appena il busto, ma non è in grado di reagire. Un fiotto di sangue esce fuori dalla sua gola, sporcando le bianche lenzuola, ha la bocca aperta ed i muscoli contratti, ma ancora per poco.

Giuditta e Oloferne - Caravaggio - particolare
Giuditta e Oloferne, particolare del quadro: i volti di Giuditta e Abra sono in netto contrasto di colori, luci e significato

La schiava Abra attende pazientemente, al fianco di Giuditta, che si concluda il delitto, tenendo tra le mani il sacco dentro cui trasportare la testa di Oloferne. Caravaggio si oppone alla versione biblica di Giuditta, che la vuole casta ma ingannevole, facendo assumere alla serva tutti gli aspetti psicologici negativi della vicenda: Abra è vecchia, è brutta (la sua carnagione scura entra in contrasto con quella chiara della giovane donna), è l’umanità corrotta dal peccato, a cui è destinato quell’omicidio liberatorio, cruento, ma pieno di puro coraggio.

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