noti criminali Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Sun, 02 Feb 2020 19:10:43 +0000 it-IT hourly 1 Enrico De Pedis e la Banda della Magliana https://cultura.biografieonline.it/de-pedis-banda-magliana/ https://cultura.biografieonline.it/de-pedis-banda-magliana/#comments Thu, 25 Oct 2012 14:26:15 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=4293 Enrico De Pedis è stato uno dei capi dell’organizzazione criminale denominata Banda della Magliana, la più potente organizzazione delinquenziale che ha operato nella città di Roma e la cui attività criminosa si è diversificata in innumerevoli rivoli illegali, permettendole di sviluppare ingenti somme di denaro che in seguito le hanno favorito la collaborazione con la mafia e la camorra, con ambienti politici soprattutto di estrema destra e con la massoneria.

Enrico De Pedis
Enrico De Pedis

De Pedis, detto Renatino e Bambolotto, è nato il 15 maggio 1954 nel quartiere romano di Trastevere, dove ha iniziato la sua gavetta criminale scippando e rapinando, azioni che gli hanno permesso di unirsi con un gruppo delinquenziale denominato dell’Alberone. Nel 1974 viene arrestato per rapina e rimane in carcere per diversi mesi. Quando esce continua a svolgere azioni criminali e nel 1977 ritorna in carcere per una rapina a cui aveva partecipato anni prima.

La Banda della Magliana

Proprio nel 1977 nasce la Banda della Magliana, grazie ad una casualità. Uno dei suoi amici e compagno di rapine Franco Giuseppucci subisce il furto della sua automobile e nel tentativo di ritrovarla si imbatte in una banda criminale al cui vertice sta Maurizio Abbatino.

Dal loro incontro nasce la prima embrionale idea di fondare una banda con lo scopo di coordinare vari gruppi criminali sparsi per la capitale. La loro prima azione come gruppo e da cui sarebbe poi nata l’organizzazione nota come Banda della Magliana è il sequestro del duca Massimiliano Grazioli Lante della Rovere che avviene il 7 novembre del 1977, mentre De Pedis è ancora in carcere, e che finisce con la tragica morte del duca.

Tuttavia il riscatto di due miliardi entra nelle casse del gruppo che decide di reinvestirlo dando inizio alla nuova organizzazione che si occuperà di rapine, omicidi, gioco d’azzardo e spaccio di droga. De Pedis, che ne fu per un periodo uno dei capi, utilizza le sue doti imprenditoriali per reinvestire il denaro e renderlo pulito. Parte infatti delle sue attività sono legali e si indirizzano all’edilizia e al commercio. La sua ricchezza aumenta e gli permette di stringere, come rappresentante della banda, un’alleanza con altre organizzazioni criminali.

Il 25 giugno del 1988 sposa la sua fidanzata Carla Di Giovanni. E’ a capo di un impero criminale che vanta connessioni ad alto livello ed è anche un imprenditore affermato che gestisce miliardi di lire nell’ edilizia e in altre attività economiche legali. Molti però lo odiano sia per il suo potere sia perché sta cercando di staccarsi dal suo passato non condividendo più con gli ex complici i profitti di molte attività che non sono più finanziate da azioni criminose.

La morte di De Pedis e la sua tomba

Il 2 febbraio del 1990 viene ucciso con diversi colpi di pistola, mentre sta viaggiando sul suo motorino Honda Vision in via del Pellegrino, nel centro di Roma. Gli assassini e i mandanti fanno parte della Banda della Magliana: al suo interno l’organizzazione ha varie fazioni, alcune delle quali sono in lotta fra loro per il raggiungimento del vertice. De Pedis viene ucciso in un regolamento di conti che potrebbe avere altri mandanti oltre a quelli della banda.

La sua sepoltura avviene nel silenzio generale dentro alla cripta della Basilica di Sant’Appolinare perché il boss è un benefattore della basilica. E’ il 24 aprile quando la tomba viene tumulata grazie all’intervento del rettore della Basilica Piero Vergari.

Dopo anni di silenzio una giornalista del Messaggero nel 1997 scrive dove si trova sepolto il boss e scoppia una polemica per la strana sepoltura; non solo e non tanto per l’identità del morto ma anche perché si  accusa De Pedis del sequestro di Emanuela Orlandi, figlia di un funzionario del Vaticano e rapita all’ età di 15 anni, il 22 giugno del 1983, che  secondo la testimonianza di un’ex amante di De Pedis, fu proprio lui a ordinarne il sequestro.

In seguito una telefonata anonima alla trasmissione “Chi l’ha visto”, avvenuta nel luglio del 2005, denuncia la presenza del corpo della Orlandi all’interno della tomba riservata a De Pedis. Il 14 maggio 2012 la tomba viene aperta e al suo interno viene trovata la salma di De Pedis; in una stanza accanto vengono trovate 200 cassette contenenti ossa di persone morte 300 anni prima. Attualmente la salma del boss della Magliana è sepolta in un altro luogo.

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Cosa significa “Unabomber” ? https://cultura.biografieonline.it/cosa-significa-unabomber/ https://cultura.biografieonline.it/cosa-significa-unabomber/#respond Sun, 30 Sep 2012 19:50:23 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=4019 Unabomber è l’appellativo affibbiato dall’FBI al serial killer Ted Kaczynski, arrestato il 3 aprile 1996 e condannato all’ergastolo per aver ucciso nell’arco di quasi 18 anni tre persone e per averne ferite altre 23. La particolarità di questo personaggio, tra i più noti criminali seriali del mondo, è stato l’uso di pacchi bomba postali per attentare alla vita delle sue vittime. Il termine deriva dalle parole University and Airline Bomber, sigla con la quale veniva indicato dagli inquirenti prima della sua cattura.

Unabomber: Theodore Kaczynski
Theodore Kaczynski, criminale noto con l’appellativo di Unabomber

Unabomber in Italia

Lo stesso termine è stato usato anche dalla stampa italiana per riferirsi all’autore di numerosi atti di violenza occorsi in Italia, tra la regione Veneto e la regione Friuli negli anni tra il 1994 e il 2006. Nel caso italiano, il criminale seriale preparava ordigni esplosivi in grado di menomare le vittime e li collocava in luoghi pubblici o comunque aperti al pubblico.

Le azioni attribuite all’Unabomber italiano sono oltre 30: il caso è ancora oggi irrisolto e il colpevole è ignoto. Questi non ha mai rivendicato i suoi atti, anzi, ha dimostrato grande abilità nell’evitare di lasciare indizi a lui riconducibili.

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