nomi Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Sun, 18 Aug 2024 20:42:30 +0000 it-IT hourly 1 Pseudonimo e nome’darte: conosci le differenze? https://cultura.biografieonline.it/pseudonimo-nome-d-arte-differenze/ https://cultura.biografieonline.it/pseudonimo-nome-d-arte-differenze/#comments Sun, 18 Aug 2024 20:34:03 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=42299 Capita di utilizzare nella lingua italiana le parole pseudonimo e nome d’arte attribuendo loro il medesimo significato. Tuttavia esistono delle differenze importanti. Le spieghiamo di seguito.

pseudonimo e nome d'arte - differenze

Pseudonimo

È un nome di fantasia scelto da un autore per nascondere la propria identità reale.

Lo scopo dello pseudonimo in questo caso è quello di proteggere la privacy, creare un’immagine artistica specifica o dissociare l’autore da opere precedenti.

Richiede una approvazione ufficiale da parte di enti come la SIAE (Società Italiana degli Autori ed Editori).

Lo pseudonimo sostituisce completamente il nome e cognome dell’autore in tutti i documenti ufficiali legati alla sua produzione artistica.

In Italia il regolamento SIAE prevede che si possa richiedere un nuovo pseudonimo solo dopo 4 anni dall’attribuzione del precedente.

Nome d’arte

A differenza dello pseudonimo, il nome d’arte è un nome diverso dal nome anagrafico con cui un artista è conosciuto dal pubblico.

Lo scopo è quello di creare un’identità artistica distintiva e facilmente riconoscibile.

Esso non richiede un’approvazione ufficiale, ma è sufficiente dimostrare di essere effettivamente conosciuto con quel nome nel mondo artistico.

Può essere utilizzato in parallelo al nome anagrafico, spesso indicato come “nome civile” o “all’anagrafe”.

Nel caso del nome d’arte, la SIAE in Italia ne prende semplicemente atto.

Alcuni esempi

  1. George Orwell, autore di 1984 e La fattoria degli animali, è lo pseudonimo di Eric Arthur Blair (nome anagrafico).
  2. François-Marie Arouet scelse lo pseudonimo Voltaire con il fine di poter esprimere le sue idee filosofiche e politiche in modo più libero, senza rischiare ritorsioni.
  3. Amantine Aurore Lucile Dupin adottò lo pseudonimo maschile di George Sand per poter pubblicare i suoi romanzi senza subire le discriminazioni che le donne scrittrici subivano all’epoca.
  4. Elena Ferrante è una scrittrice italiana la cui l’identità è ancora oggi un mistero; il suo pseudonimo contribuisce a creare un alone di fascino intorno alla sua figura. Ne abbiamo parlato nell’articolo sulla sua opera più celebre: L’amica geniale.
  5. Anche Banksy, in ambito artistico, è un personaggio di cui non si conosce l’identità.
  6. Madonna è il nome d’arte scelto da Louise Veronica Ciccone.

Perché è importante distinguere tra nome d’arte e pseudonimo

Entrambi servono a identificare l’autore di un’opera e quindi a tutelarne i diritti.

Comunicazione con il pubblico: aiutano a costruire l’immagine di un artista e a creare un legame con il pubblico o la propria cerchia di fan.

Aspetti legali: la scelta tra pseudonimo e nome d’arte può avere implicazioni legali, soprattutto in ambito contrattuale.

Quando scegliere uno o l’altro?

Si sceglie uno pseudonimo quando si vuole mantenere l’anonimato, se si vuole dissociare opere diverse o se si vuole creare un’immagine artistica completamente diversa dalla propria persona.

Si sceglie un nome d’arte quando si vuole creare un’identità artistica forte e riconoscibile, ma senza nascondere completamente la propria identità.

Nelle altre lingue

Analogo significato di pseudonimo e nome d’arte ha l’espressione inglese nickname, letteralmente traducibile con soprannome oppure nomignolo.

In ambito letterario e giornalistico a volte si usa l’espressione francese nom de plume – letteralmente nome di penna.

Nella lingua inglese si utilizza anche l’acronimo a.k.a. che significa also known as – letteralmente conosciuto anche come.

Lo stesso significato e lo stesso uso di a.k.a. viene assunto dalla parola latina alias – da alias vices che significa altre volte.

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John Doe: perché in film e telefilm si sente spesso questo nome https://cultura.biografieonline.it/john-doe/ https://cultura.biografieonline.it/john-doe/#comments Sun, 02 Sep 2018 07:41:05 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=10404 Chi segue con attenzione i dettagli dei film polizieschi così come delle numerose serie tv – soprattutto di stampo americano – avrà notato come ricorre il nome di John Doe. Si tratta di un nome di fantasia, usato comunemente per indicare un uomo senza un’identità certa. In italiano lo chiameremmo colloquialmente Pinco Pallino, oppure solo Tizio: in un altro articolo abbiamo spiegato perché si dice Tizio, Caio e Sempronio. La principale differenza tra il nostro Pinco Pallino e l’anglosassone John Doe è l’uso di quest’ultimo in ambito legale.

Magritte Gli Amanti
I volti di due sconosciuti che si baciano, nel celebre quadro “Gli Amanti”, di Magritte (1928)

John Doe in ambito legale

Il termine, come dicevamo, viene usato in ambito legale per:

  • Riferirsi ad un corpo non identificato – vittima ad esempio di un incidente o di un delitto.
  • Proteggere l’identità di una persona coinvolta in un delitto, un’indagine o un processo.
  • Fornire un esempio sulla compilazione di moduli

Fuori dal contesto legale invece il termine viene usato per indicare l’uomo comune.

Alternative e curiosità

Il nome di fantasia John Doe è utilizzato soprattutto in USA e Canada; nel Regno Unito, in Australia e Nuova Zelanda si usano soprattutto i nomi alternativi: John Public, John Smith, Joe Bloggs.

In Italia, oltre al già citato Tizio, si usa il nome comune Mario Rossi, oppure in ambito più formale il termine Ignoto. A volte in italiano si usa anche la sigla N.N., dal latino: nomen nescio (nome che non conosco), letta anche come Non Nominato.

La variante femminile di John Doe è: Jane Doe. Quando si indicano dei bambini si usano i nomi Jonnie Doe (per i maschi) e Janie Doe (per le femmine).

Il termine inglese Doe indica la femmina del cervo, tuttavia non ha alcuna relazione con i significati sin qui espressi.

Storicamente si pensa sia stato usato per la prima volta al tempo di Re Edoardo III di Inghilterra durante una diatriba legale chiamata Acts of Ejectment; durante questa diatriba, per comodità, ci si riferì ad un ipotetico proprietario terriero, utilizzando il nome inventato di John Doe.

Al cinema

Le citazioni cinematografiche in cui compare un John Doe sono molteplici. Tra le più celebri ricordiamo: il film del 1941 di Frank Capra intitolato “Meet John Doe”, con Gary Cooper e Barbara Stanwyck; il film del 1995 “Seven“, di David Fincher, con Morgan Freeman, Brad Pitt e, nei panni di John Doe, Kevin Spacey. E voi dove l’avete sentito nominare? Scrivetelo nei commenti.

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Perché si dice: Tizio, Caio e Sempronio ? https://cultura.biografieonline.it/tizio-caio-sempronio-etimologia/ https://cultura.biografieonline.it/tizio-caio-sempronio-etimologia/#comments Fri, 24 May 2013 13:01:09 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=7304 Il sodalizio di questi tre nomi Tizio, Caio e Sempronio è ormai consolidato da secoli. Oggi l’espressione si utilizza per citare tre nomi comuni qualsiasi, persone ipotetiche che servono come esemplificazioni schematiche o discorsive. Ma andiamo a scoprire l’origine di questo modo di dire.

Tizio, Caio e Sempronio
Da dove derivano i nomi Tizio, Caio e Sempronio?

Inizialmente, nella tradizione romana, era citato solo il nome di Sempronio, che è un nome di origine greca. All’antica Gens Sempronia appartenevano anche i famosi Gracchi. Il nome “Sempronio” è spesso presente nel Digesto di Giustiniano.

Di Sempronio si festeggiava anche l’onomastico, la cui data era fissata al 5 Dicembre (San Sempronio Martire). Successivamente vengono aggiunti i nomi Caio, che deriva da “Gaius” (un prenome romano molto diffuso) e Tizio “Tizius”.

Gaio era anche un famoso giureconsulto romano, quindi per questo motivo era così presente nella mente dei giuristi! Con il nome “Gaius” i Romani facevano riferimento anche ad una specie di uccello, la ghiandaia.

Tizio è utilizzato soprattutto nelle esemplificazioni tecniche e giuridiche. Il nome deriva dal latino “Titus”, che a sua volta ha origini etrusche. “Titus” si è diffuso grazie al suo utilizzo da parte di storici e letterati latini come Tito Flavio Vespasiano e Tito Livio.

Nei testi giuridici compare spesso anche il nome di Mevio. Di questo abbiamo traccia in alcuni volumi latini in cui si racconta la storia di Maevius, un centurione molto coraggioso che viene catturato da Antonio, ma viene poi liberato per aver dimostrato grande fedeltà all’imperatore Cesare Augusto.

Il terzetto “Tizio, Caio e Sempronio” si trova citato per la prima volta nelle opere scritte da Irnerio, che era un noto giureconsulto appartenente allo Studio di Bologna tra l’XI e il XII secolo. Da qui poi l’espressione viene utilizzata nel linguaggio dei glossatori, fino ad arrivare all’uso che ne facciamo noi oggi.

Nei trattati giuridici romani giunti fino a noi sono citati, a mò di esemplificazione, anche altri nomi come Filano e Calpurnio, che però non sono entrati a far parte del linguaggio comune.

In particolare, è da dire che “Tizio” rappresenta nel linguaggio comune il sinonimo di “una persona qualsiasi”, “un tale”, tanto è vero che nel Dizionario della lingua italiana si trovano anche le sue “flessioni” (maschile, femminile, singolare, plurale, ecc.).

Il terzetto viene personalizzato in alcune Regioni italiane. Nel dialetto napoletano, per esempio, il terzetto è stato tradotto in “Mimì, Cocò, e Carmeno o’ pazzo”.

Tizio, Caio e Sempronio” è anche il titolo di un film ambientato ai tempi della Roma antica, in cui si racconta la vicenda di tre personaggi immaginari e le loro peripezie, diretto da Vittorio Metz e Marcello Marchesi.

Nella lingua inglese l’equivalente dell’espressione è “Tom, Dick and Harry”, oppure è abbastanza in voga il modo di dire “Jack and Jill”, in quella spagnola “Fulano, Zutano y Mengano”, in francese si dice: “Pierre ou Paul”. In inglese l’espressione al femminile si dice: “Jane Doe” (quella maschile è John Doe) e si utilizza in genere quando ci si vuole riferire ad una persona di cui non si conosce il nome.

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