Nilo Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Tue, 27 Aug 2019 07:11:24 +0000 it-IT hourly 1 I fiumi, poesia di Ungaretti: parafrasi e commento https://cultura.biografieonline.it/fiumi-ungaretti/ https://cultura.biografieonline.it/fiumi-ungaretti/#respond Wed, 13 Apr 2016 12:12:43 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=17815 La lirica “I fiumi” è uno dei testi più importanti della raccolta Allegria e anche dell’intera opera di Giuseppe Ungaretti perché si tratta di una sorta di autobiografia in versi che il poeta ci ha regalato. Allegria venne pubblicata per la prima volta nel 1931 come edizione definitiva di tutte le poesie precedenti, riunite prima in Porto sepolto (1916) e poi Allegria di naufragi (1919) .

Fiume Serchio
Una foto del fiume Serchio

La lirica in esame è la più lunga dell’intera raccolta e, come si desume dal titolo che ha sempre grande importanza per Ungaretti, descrive i fiumi che più hanno significato nel corso della sua vita. In sé raccoglie tutti i temi e i luoghi presenti nella raccolta Allegria: il paesaggio assolato dell’Egitto, il Carso dove il poeta combatté come soldato di trincea la Prima Guerra Mondiale, la città di Parigi dove visse per una parte della sua vita.

Lo spunto per la scrittura della lirica “I fiumi” nasce con l’immersione del poeta nelle acque del fiume Isonzo, che si trova nel Carso, che lo spinge a ricordare tutti gli altri fiumi che hanno segnato la sua esperienza di vita: il Serchio (fiume della Toscana dove sono cresciuti i genitori del poeta), il Nilo (fiume di Alessandria d’Egitto dove è cresciuto il poeta) e la Senna (fiume di Parigi dove il poeta ha vissuto e studiato) .

Testo della poesia “I fiumi

Mi tengo a quest’albero mutilato
Abbandonato in questa dolina
Che ha il languore
Di un circo
Prima o dopo lo spettacolo
E guardo
Il passaggio quieto
Delle nuvole sulla luna

Stamani mi sono disteso
In un’urna d’acqua
E come una reliquia
Ho riposato

L’Isonzo scorrendo
Mi levigava
Come un suo sasso
Ho tirato su
Le mie quattro ossa
E me ne sono andato
Come un acrobata
Sull’acqua

Mi sono accoccolato
Vicino ai miei panni
Sudici di guerra
E come un beduino
Mi sono chinato a ricevere
Il sole

Questo è l’Isonzo
E qui meglio
Mi sono riconosciuto
Una docile fibra
Dell’universo

Il mio supplizio
È quando
Non mi credo
In armonia

Ma quelle occulte
Mani
Che m’intridono
Mi regalano
La rara
Felicità

Ho ripassato
Le epoche
Della mia vita

Questi sono
I miei fiumi

Questo è il Serchio
Al quale hanno attinto
Duemil’anni forse
Di gente mia campagnola
E mio padre e mia madre.

Questo è il Nilo
Che mi ha visto
Nascere e crescere
E ardere d’inconsapevolezza
Nelle distese pianure

Questa è la Senna
E in quel suo torbido
Mi sono rimescolato
E mi sono conosciuto

Questi sono i miei fiumi
Contati nell’Isonzo

Questa è la mia nostalgia
Che in ognuno
Mi traspare
Ora ch’è notte
Che la mia vita mi pare
Una corolla
Di tenebre.

Analisi, parafrasi e commento

La poesia è composta da 69 versi liberi prevalentemente brevi, divisi in strofette irregolari di pochi versi. Può essere articolata in tre momenti:

  1. v. 1-26 nei quali il poeta racconta l’esperienza del bagno nell’Isonzo, che lo spinge sia a ricordare sia a purificarsi. L’acqua infatti ha il ruolo di purificatrice, diventa quasi una fonte battesimale (il poeta viene paragonato a Gesù che cammina sulle acque) ed è il simbolo della vita.
  2. La seconda parte (v. 27-41) racchiude le sensazioni di benessere del poeta mentre si immerge, che gli regalano un senso di armonia con l’universo.
  3. L’ ultima parte va dal verso 42 al 69: il poeta descrive gli altri fiumi importanti della sua vita che gli vengono in mente, proprio grazie all’immersione nell’Isonzo. Nell’ultima strofa l’immagine floreale usata per descrivere la corolla di tenebre, si collega perfettamente all’immagine lunare della prima strofa.
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L’acqua assume quindi un significato importante: aiuta il poeta a sentirsi puro e in armonia con la natura, nonostante la guerra che imperversa intorno.

I fiumi: il fiume Isonzo
Una foto del fiume Isonzo

Attraverso il passaggio nelle acque del fiume, il poeta riconosce la propria identità di docile fibra dell’universo ed è proprio questa l’armonia di cui ha bisogno in un momento così difficile come quello della guerra. Egli prende coscienza di sé stesso e chiarisce in questa lirica il suo percorso autobiografico.

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La Diga di Assuan in Egitto https://cultura.biografieonline.it/la-diga-di-assuan-in-egitto/ https://cultura.biografieonline.it/la-diga-di-assuan-in-egitto/#comments Thu, 23 Feb 2012 09:43:51 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=674 Testi delle Piramidi, a conferma della sacralità che gli antichi egizi associano al Nilo, da sempre fonte di vita, recitano così: “Eccola, l’acqua di vita che si trova nel cielo. Eccola l’acqua di vita che è nella terra. Il cielo fiammeggia per te, la terra teme quando il dio nasce. Le due colline si fondono, il dio si manifesta, il dio si espande nel suo corpo”.

Diga di Assuan Egitto
La diga di Assuan in Egitto

Simbolo di prosperità, identificato con il Dio Hapi, rende estremamente fertile il terreno grazie alle sue periodiche inondazioni con le quali ogni anno lascia sul terreno uno strato di prezioso limo, un sedimento di nutrienti e minerali. Alle piene si alternano però periodi di grave siccità o devastanti inondazioni.

Questo costringe il popolo egiziano a costruire una diga per controllarne le piene, posta poco a sud di Assuan, città che sorge sulla riva est del Nilo. Terminata nel 1902 ed ulteriormente alzata in due fasi successive nel 1912 e nel 1934, non è però sufficiente ad ottenere il giusto controllo del fiume. Invece di innalzare per la terza volta la diga, si decide di costruirne una nuova e di maggiori dimensioni: con l’aiuto di capitali sovietici, i lavori di costruzione iniziano nel 1960. Lunga 3600 mt, larga 980 mt alla base, 40 alla sommità e alta 111, questa diga di proporzioni imponenti ha permesso il controllo delle acque del fiume più lungo del mondo, permettendo di mantenere costante il flusso dell’acqua per tutto l’anno.

Dopo l’inizio dei lavori del 9 gennaio 1960, la diga di Assuan viene terminata il 21 luglio 1970 e inaugurata ufficialmente il 15 gennaio 1971. I danni causati dalla siccità e delle rovinose inondazioni del Nilo sono così attenuati, con il benefico vantaggio della regolare irrigazione delle terre agricole coltivabili, che aumentarono del 20-30%. La costante irrigazione distribuita lungo tutto l’arco dell’anno permette raccolti più abbondanti, soprattutto di cotone, pregiato prodotto d’esportazione. Inoltre l’acqua che scorre attraverso la diga, produce energia idroelettrica grazie alla costruzione di una centrale a ridosso della gigantesca opera ingegneristica. Oltre ad impiegare energia pulita e quindi non inquinante, ha permesso all’Egitto di coprire più della metà del proprio fabbisogno di energia elettrica. Durante la stagione delle piogge la diga trattiene le acque crescenti del Nilo, che con il tempo hanno formato un bacino artificiale lungo oltre 500 chilometri, il lago di Nasser, così chiamato in onore del presidente egiziano Gamal Abd el Nasser.

I tentativi dell’uomo di controllare la natura provocano però, oltre che benefici, anche gravi complicazioni: la nascita di questo lago costringe 90.000 persone ad abbandonare la zona sommersa d’acqua e numerosi siti archeologici, tra cui Abu Simbel e molti altri templi della Nubia, vengono spostati in luoghi più sicuri con l’intervento dell’Unesco, per salvarli dall’allagamento causato dalla diga. Alcune opere vengono successivamente donate dall’Egitto ai paesi che partecipano al questa opera di salvataggio. L’Italia riceve in dono Il tempio rupestre di Ellesija che è custodito al Museo Egizio di Torino.

La costruzione di grandi dighe e bacini artificiali può provocare squilibrio o addirittura danni irreparabili all’ecosistema. Il fertile limo non riesce a depositarsi sui terreni lungo il corso del fiume perché è trattenuto dalla diga, con la conseguenza che gli agricoltori sono costretti ad utilizzare maggiori quantità di fertilizzanti chimici. Inevitabile il conseguente inquinamento delle falde nella bassa valle e nel delta, che causa la scomparsa di alcune specie ittiche, risorsa anch’essa importante per le popolazioni locali, che vedono scemare la produttività dell’attività di pesca. La salinità delle acque è aumentata poiché l’acqua salata proveniente dal Mediterraneo è avanzata lungo il fiume, con conseguente migrazione di specie marine all’interno di esso. Nei campi vicini al fiume si è assistito ad un ristagno idrico, che provoca il proliferare di funghi patogeni, rendendo inoltre le rive del lago di Nasser l’ambiente ideale per il diffondersi di zanzare che trasmettono malattie come la malaria.

Dai Testi delle Piramidi: “Salute a te, o Nilo che sei uscito dalla terra, che sei venuto per far vivere l’Egitto!”

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