Nettuno Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Tue, 01 Oct 2024 12:36:28 +0000 it-IT hourly 1 Perché Urano e Nettuno vengono definiti “pianeti gemelli”? https://cultura.biografieonline.it/urano-nettuno-pianeti-gemelli/ https://cultura.biografieonline.it/urano-nettuno-pianeti-gemelli/#respond Tue, 08 Oct 2013 11:32:00 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=7926 Come nel regno animale, Urano e Nettuno vengono definiti gemelli in quanto presentano caratteristiche molto simili. In primo luogo hanno entrambi degli anelli sottili e poco luminosi, e inoltre hanno dimensioni e massa pressoché uguali. Soltanto nella seconda metà del secolo scorso si ebbe la possibilità di identificarli al meglio. Urano e Nettuno sono stati classificati come pianeti “gassosi minori”, differenziandoli così dal, più noto, gassoso Giove che ha dimensioni molto più grandi, quasi gigantesche.

Urano
Il pianeta Urano

I due pianeti si assomigliano molto nella conformazione e nell’aspetto che è di colore azzurro, dovuto all’intensa presenza di metano che ne caratterizza l’atmosfera. Entrambi possiedono un nucleo roccioso ricoperto da ghiaccio: questo fa sì che siano gelidissimi, con temperature che raggiungono oltre 200 gradi centigradi sotto zero.

Urano è il settimo pianeta del sistema solare in ordine di distanza dal Sole, il terzo per diametro e il quarto per massa. Appare visibile anche ad occhio nudo, nonostante la sua bassa luminosità. Urano venne scoperto nel 1781 dall’astronomo e musicista britannico di origine tedesca William Herschel, e fu il primo pianeta a essere stato individuato mediante un telescopio. Possiede 27 satelliti.

Il pianeta Nettuno
Il pianeta Nettuno

Nettuno è l’ottavo pianeta del sistema solare in ordine di distanza dal Sole ed il quarto pianeta più grande, considerando il suo diametro, e il terzo se si considera la sua massa. Fu scoperto nel 1846 dall’astronomo dilettante Johann Gottfried Galle con il telescopio dell’Osservatorio astronomico di Berlino. Invisibile a occhio nudo, ha il sistema ventoso più forte di ogni altro pianeta nel sistema solare. Sono state misurate raffiche di vento con velocità superiori ai duemila chilometri orari. Nettuno possiede otto satelliti, scoperti nel 1989 dalla sonda Voyager 2.

Ma ancora l’uomo ha molto da scoprire sui pianeti cosiddetti gemelli e sull’Universo in generale anche se grandi passi si stanno facendo in merito, cercando di descrivere realtà fisiche estreme ben al di sopra della dimensione umana.

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La scoperta di Nettuno https://cultura.biografieonline.it/nettuno-pianeta-scoperta/ https://cultura.biografieonline.it/nettuno-pianeta-scoperta/#comments Wed, 13 Feb 2013 06:12:34 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=6099 Ottavo del Sistema Solare per distanza dal Sole e quarto per grandezza, il pianeta Nettuno è simile ad Urano per quanto riguarda la sua composizione. I due pianeti si presentano con un aspetto similare, di colore azzurro intenso, dovuto alla presenza di metano nella loro atmosfera, oltre che di idrogeno, elio, acqua ed ammoniaca.

Distante dal Sole mediamente 4.500 milioni di chilometri e con un diametro equatoriale di 49.528 Km (4 volte quello della Terra), la temperatura minima della sua atmosfera può raggiungere i -220°C. I suoi satelliti naturali conosciuti sono 14, i cui nomi derivano da quelli di antiche divinità marine. Il satellite principale è Tritone, che presenta la particolarità di essere geologicamente attivo: sulla sua superficie infatti, avvengono numerose eruzioni simili a geyser. Nettuno possiede inoltre un sistema di 10 anelli molto tenui e sottili.

Il pianeta Nettuno
Il pianeta Nettuno

La visibilità nel cielo anche ad occhio nudo ha permesso a cinque dei pianeti del nostro Sistema Solare, ovvero Mercurio, Venere, Marte, Giove, e Saturno di essere scoperti già in tempi remoti; la scoperta di Urano, Nettuno e Plutone (riclassificato come pianeta nano nel 2006) invece, ha avuto inizio dopo l’introduzione del telescopio, avvenuta grazie al contributo di Galileo Galilei che, il 21 agosto 1609, rivoluzionò il mondo dell’astronomia presentando al governo veneziano il suo cannocchiale.

Legge di gravitazione di Newton sbagliata o pianeta disturbatore?

Dopo la scoperta di Urano da parte di William Herschel nel 1781, numerosi astronomi rilevarono una serie di anomalie nell’andamento del moto del pianeta: vi erano grandi divergenze tra l’orbita effettiva osservata e quella calcolata teoricamente; irregolarità tali che fu perfino ipotizzato un errore nella legge di gravitazione universale di Newton.

George Biddel Airy, Astronomo reale dell’Osservatorio di Greenwich nominato nel 1835, scrisse alla Royal Society, il 17 dicembre 1836, teorizzando che ci fosse una grande probabilità che “la legge di gravitazione universale differisse leggermente da quella dell’inverso del quadrato della distanza”. Si andava anche diffondendo l’ipotesi che ci fosse un altro corpo celeste, incognito, che svelava la sua stessa esistenza attraverso la sua attrazione esercitata sul moto di Urano.

John Couch Adams
Il matematico John Couch Adams

Per spiegare l’andamento anomalo del moto di Urano, bisognava scoprire l’origine del disturbo che influenzava il suo movimento. Nel settembre 1845 John Couch Adams, matematico britannico all’Osservatorio di Cambridge, terminò i calcoli per determinare le irregolarità del moto di Urano e le ipotesi relative al corpo celeste che ne perturbava l’orbita.

Urbain Le Verrier
L’astronomo Urbain Le Verrier

Nel frattempo, l’astronomo francese Urbain Le Verrier, all’insaputa del lavoro di Adams, il 1° giugno 1846, presentò all’Accademia delle scienze francese di Parigi un lavoro analogo. Venuto a conoscenza di tale lavoro, l’astronomo reale Airy, nel luglio 1846 propose a James Challis, direttore dell’Osservatorio di Cambridge, di cercare il pianeta in questione con il telescopio equatoriale, per porre fine ad una questione che sembrava non riuscire ad essere risolta. Era presente anche Sir John Herschel, astronomo inglese, figlio di William Herschel.

Le Verrier, intanto, non trovando riscontro in Francia, inviò i suoi calcoli aggiornati al 31 agosto all’astronomo tedesco Johann Gottfried Galle dell’Osservatorio di Berlino.

La scoperta

Il 23 settembre 1846 all’Osservatorio di Berlino, Galle utilizzò i tabulati di Le Verrier per tentare di osservare il pianeta “invisibile” che causava anomalie nel moto di Urano. Poco dopo la mezzanotte, a meno di un grado dalla posizione prevista da Le Verrier, fu individuato il pianeta, all’interno della costellazione dell’Acquario. Il 24 settembre, a seguito di un’altra accurata osservazione, fu possibile annunciare in modo definitivo l’esistenza del pianeta.

Il 25 settembre Galle scrisse a Leverrier: “Signore, il pianeta, di cui voi avete segnalato la posizione, esiste realmente. Lo stesso giorno, in cui ho ricevuto la vostra lettera, trovai una stella di 8a grandezza, che non era segnata nell’eccellente carta Hora XXI… della collezione di carte celesti, pubblicate dall’Accademia Reale di Berlino.  L’osservazione del giorno seguente decise che era il pianeta cercato”.

Comunicazione della scoperta e polemiche

La comunicazione ufficiale della scoperta fu data da Encke, direttore dell’Osservatorio di Berlino, in una lettera del 26 settembre, pubblicata in Astronomische Nachrichten, N. 580. L’annuncio portò però ad una feroce diatriba sulla priorità della scoperta, in quanto venne comunicato che anche Adams aveva determinato l’esistenza del nuovo pianeta attraverso i suoi calcoli. In Francia e Inghilterra, infuriarono polemiche accompagnate da una campagna di stampa spietata riguardo i meriti dei due astronomi, polemiche non ancora sopite.

Riconoscimenti

Nonostante ciò, il 5 ottobre 1846 il monarca Louis Philippe nominò Le Verrier Ufficiale della Legion d’Onore e fu designato alla cattedra di Meccanica Celeste presso la Facoltà di Scienze dell’Università di Parigi. La Royal Society, nello stesso anno, conferì a Le Verrier il suo più alto riconoscimento, la medaglia Copley, medaglia che venne conferita anche ad Adams due anni dopo, nel 1848.

Nel 1851 Adams fu eletto presidente della Royal Astronomical Society; nel 1858 divenne professore di Astronomia e Geometria a Cambridge, e nel 1861 successe a Challis come direttore dell’Osservatorio di Cambridge. Nel 1876, Adams divenne Presidente della Royal Society per la seconda volta e conferì la medaglia d’oro a Le Verrier per le sue ricerche planetarie.

Il 10 ottobre 1846, dopo soli diciassette giorni dalla scoperta di Nettuno, l’astronomo inglese William Lassell scoprì il suo principale satellite Tritone.

Tritone
Tritone, il satellite principale di Nettuno

Osservazioni precedenti

Charles T. Kowal dell’Osservatorio di Mount Palomar e lo storico della scienza Stillman Drake, durante ricerche e studi storici approfonditi, hanno dimostrato che Nettuno fu intravisto da Galileo Galilei nel dicembre 1612 e nel febbraio 1613, mentre stava determinando le posizioni dei satelliti di Giove, identificandolo probabilmente con una stella fissa. Nei suoi taccuini aveva indicato una stella “a” con la scritta: “oltre alla stella fissa a ne seguiva un’altra sulla stessa linea, come qui c’è b, la quale fu osservata anche la notte precedente; ma sembravano più lontane fra loro”, con il relativo disegno. La stella “b” era quasi certamente Nettuno, poiché in quella posizione non esisteva alcun altro oggetto visibile.

Scelta del nome

Il primo nome proposto per il nuovo pianeta scoperto fu quello di Janus, o Giano, divinità romano-italica antichissima, considerato il padre degli dei, il dio creatore. Fu l’astronomo Galle, nella lettera in cui annunciava a Le Verrier la scoperta del pianeta, a proporre questo nome: “Forse questo pianeta sarà degno di essere chiamato Janus, dio dei più antichi dei Romani; così la doppia faccia sarà significante per la sua posizione alle frontiere del sistema solare”. Ma Le Verrier, che non pensava che il nuovo pianeta fosse l’ultimo del sistema solare, propose Nettuno, Dio del mare nella mitologia romana, scrivendo a Galle:

“Vi ringrazio cordialmente della premura che avete messo ad informarmi della vostra osservazione del 23 e 24 settembre. Grazie a voi, eccoci definitivamente in possesso del nuovo mondo. Il piacere che ho provato di vedere che voi l’avete trovato, a meno di un grado dalla posizione che avevo dato, è un poco turbato dall’idea che scrivendovi prima, quattro mesi fa, avremmo ottenuto già allora il risultato che abbiamo appena raggiunto. Il comunicherò la vostra lettera, lunedi prossimo, all’Académie des Sciences. Il Bureau des Longitudes si è qui pronunciato per Neptune. Il segno: un tridente. Il nome di Janus indicherebbe che questo pianeta è l’ultimo del sistema solare, cosa che non si ha alcuna ragione di credere”.

Curiosità

Il periodo orbitale intorno al Sole di Nettuno è di 164,88 anni. Pertanto, dalla sua scoperta nel 1846, il pianeta ha compiuto la sua prima orbita attorno al Sole tra il 2010 e il 2011, ed è stato quindi osservato nella posizione in cui è stato scoperto.

La morte di Le Verrier si ricorda il 23 settembre 1877, lo stesso giorno che Nettuno venne osservato grazie ai suoi calcoli.

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Chi ha dato i nomi ai pianeti? https://cultura.biografieonline.it/chi-ha-dato-i-nomi-ai-pianeti/ https://cultura.biografieonline.it/chi-ha-dato-i-nomi-ai-pianeti/#comments Thu, 08 Mar 2012 05:34:46 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=886 La parola pianeta deriva dal greco “planetes” che significa “vagante, vagabondo”. Nell’antichità venivano considerati pianeti tutti i corpi celesti che cambiavano posizione rispetto alle cosiddette stelle fisse del cielo notturno. Già i Babilonesi avevano assegnato ai pianeti i nomi delle proprie divinità, consuetudine continuata poi dagli astronomi greci, che avevano attribuito i nomi facendo riferimento agli dei dell’Olimpo e alle loro caratteristiche associate a quelle dei pianeti.

Pianeti del Sistema Solare
Pianeti del Sistema Solare

Venere, il pianeta più luminoso, prende il nome della dea della bellezza (Afrodite);

Mercurio, il pianeta che orbita intorno al Sole più velocemente, è il nome del messaggero degli dei (Hermes);

Marte, pianeta dal colore rossastro, prende il nome del dio della guerra (Ares);

Giove, il pianeta più grande, è il nome del padre di tutti gli dei (Zeus);

Saturno, all’epoca il più lontano conosciuto, deriva dal nome del dio del tempo (Cronos).

Quando i Romani in seguito studiano i testi astronomici greci, mantengono la stessa nomenclatura, adottando però i relativi nomi in latino.

I pianeti Urano, Nettuno e Plutone (quest’ultimo declassato a pianeta nano nel 2006) non erano ancora noti perché troppo lontani per poter essere identificati con gli strumenti dell’epoca. Scoperti rispettivamente nel 1781, 1846 e 1930, i nomi a loro attribuiti sono tratti sempre dalla mitologia per onorare la tradizione:

Urano, dio del cielo; Nettuno, dio del mare; Plutone, dio dell’oltretomba.

Il nome del pianeta Terra non deriva dalla mitologia greco-romana, bensì dall’antico inglese e germanico: nella mitologia romana, la dea della Terra era Tellus, il suolo fertile, e per i Greci Gaia, terra mater, la Madre Terra.

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