Neorealismo Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Wed, 26 Jan 2022 16:08:53 +0000 it-IT hourly 1 Neorealismo (letteratura) https://cultura.biografieonline.it/neorealismo/ https://cultura.biografieonline.it/neorealismo/#comments Thu, 15 Jul 2021 13:59:34 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=20159 Il Neorealismo è una corrente letteraria e artistica che si sviluppò a partire dagli anni Trenta. In modo particolare successivamente al secondo dopoguerra del Novecento. Il Neorealismo nacque come reazione alla passività che gli intellettuali italiani avevano dimostrato durante gli anni del Fascismo. Essi, fatte le dovute eccezioni, non erano stati in grado di denunciare gli orrori del regime e avevano preferito ritirarsi nella propria intimità per raccontare la guerra da un punto di vista interno.

neorealismo

Il Neorealismo si pose così come punto di rottura rispetto al passato con l’obiettivo di formare una nuova  mentalità. Dopo l’esperienza durissima della Seconda Guerra Mondiale, si sentì il bisogno di formare le coscienze per rendere i cittadini partecipi. Soprattutto serviva spronare gli intellettuali verso la partecipazione attiva alla vita politica e culturale del paese.

I modelli

Il movimento neorealista ebbe l’ambizione di voler creare una nuova figura di intellettuale che potesse essere  attento ai problemi della società. E che fosse impegnato nella risoluzione di quelli che riguardavano i ceti più poveri.

Due furono i modelli fondamentali per lo sviluppo di questa nuova esperienza letteraria: Jean-Paul Sartre che nella rivista “Les temps modernes” teorizzò l’impegno intellettuale; Antonio Gramsci, che pubblicò nel 1948 le Lettere dal carcere nelle quali sostenne attivamente l’importanza di un contatto tra gli intellettuali e la società.

Questa esigenza neorealista di impegno civile trovò espressione nella rivista “Il Politecnico“, fondata da Elio Vittorini nel 1945. Essa divenne punto di riferimento per il movimento che stava nascendo.

I Neorealisti

I maggiori esponenti del Neorealismo furono: Elio Vittorini, Cesare Pavese, Italo Calvino (solo nel primo periodo), Carlo Levi, Alberto Moravia, Vasco Pratolini, Primo Levi, Ignazio Silone.

Essi si posero come continuatori del Realismo ottocentesco, polemizzando con la narrativa già esistente in Italia. La loro volontà era quella di rappresentare su carta la realtà e le problematiche vissute dalla gente  per comunicare un messaggio positivo di rinnovamento.

Il Verismo e il Neorealismo

Il modello per eccellenza dei neorealisti fu Giovanni Verga, massimo esponente del Verismo italiano. Con le sue opere in prosa, Verga si occupò delle classi più povere della popolazione, denunciando il loro tenore di vita e mostrando  per la prima volta al grande pubblico i vissuti della povera gente.

A differenza del Verismo, il Neorealismo ebbe un intento positivo e costruttivo: non solo la denuncia e il racconto ma soprattutto la costruzione di modelli per migliorare la situazione post bellica italiana.

I romanzi neorealisti

Il Neorealismo privilegiò la forma del romanzo, che divenne così strumento per testimoniare degli orrori della guerra. Diverse furono le tematiche affrontate. In primis la guerra stessa, i campi di sterminio e la Resistenza, raccontati attraverso testimonianze sia dirette che indirette.

Primo Levi, Se questo è un uomo Il sentiero dei nidi di ragno Partigiano Johnny - riassunto Cristo si e fermato a Eboli - Romanzo La ciociara - romanzo di Alberto Moravia - 1957 La casa in collina - Cesare Pavese - 1949

A questa tematica  si associarono i seguenti romanzi: Se questo è un uomo di Primo Levi, narrazione autobiografica dell’autore del periodo trascorso nei campi di sterminio; Il sentiero dei nidi di ragno di Italo Calvino, che raccontò il periodo della Resistenza in Italia vista attraverso gli occhi di un bambino; La casa in collina di Cesare Pavese; Il partigiano Johnny di Beppe Fenoglio.

Un’altra tematica affrontata fu quella della rappresentazione delle varietà regionali e della vita del popolo. Si ricordi il romanzo Cristo si è fermato ad Eboli di Carlo Levi, e le opere di Alberto Moravia La ciociara e La romana.  L’attenzione venne focalizzata soprattutto sulla vita della povera gente e l’accento venne posto sulla miseria delle loro condizioni.

Le tecniche narrative

Oltre alle tematiche innovative, il Neorealismo utilizzò anche diverse tecniche narrative. Gli scrittori abbandonarono lo sperimentalismo dell’inizio del Novecento. Tornarono invece ad un intreccio della trama lineare e al narratore onnisciente, su modello proprio della narrativa ottocentesca.

Ciò che colpì maggiormente fu proprio la lingua utilizzata. Non mancò l’utilizzo di termini appartenenti al dialetto o all’italiano popolare, per rendere i romanzi più leggibili e ampliare il pubblico di destinatari.

Il Neorealismo nacque proprio come movimento spontaneo, intorno al quale si legarono intellettuali che avevano il desiderio di denuncia e volevano utilizzare la scrittura come mezzo per la sensibilizzazione. Ciò accadde nei primi anni successivi alla nascita.

La fine del Neorealismo

Intorno agli anni Cinquanta, però, il movimento rischiò di diventare uno strumento nelle mani della propaganda politica socialista. Il romanzo Metello di Vasco Pratolini, pubblicato nel 1955, diventò il baluardo della letteratura impegnata. Venne però aspramente criticato per essere troppo schierato politicamente. Questo stesso anno segnò così la fine del movimento, che rischiò di essere considerato troppo populista.

Al di là della sua fine, il Neorealismo ebbe comunque il merito di aver riportato sulle scene della grande letteratura le classi sociali svantaggiate. Oltre a quello di aver risvegliato la coscienza degli intellettuali italiani.

Il Neorealismo cinematografico

Il cinema italiano incontrò la filosofia neorealista rappresentando gli aspetti quotidiani della realtà, anche i più crudi e cinici, usando un’aderenza tipica dei resoconti e dei riassunti di cronaca. E’ proprio nel periodo del secondo dopoguerra che il cinema vive i suoi anni d’oro, grazie alle opere neorealiste. I registi di questa epoca sono anche i più apprezzati della storia del cinema italiano: Federico Fellini e Roberto Rossellini.

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Conversazione in Sicilia, di Elio Vittorini: riassunto https://cultura.biografieonline.it/conversazione-in-sicilia-riassunto/ https://cultura.biografieonline.it/conversazione-in-sicilia-riassunto/#respond Mon, 05 Sep 2016 15:41:36 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=19511 Conversazione in Sicilia è il romanzo più famoso di Elio Vittorini, scrittore neorealista attivo intorno alla prima metà del Novecento. Il romanzo è stato pubblicato prima a puntate, sulla rivista «Letteratura» tra il 1938-1939. In seguito fu pubblicato in volume nel 1941 con il titolo Nome e lagrime, dall’editore Parenti di Firenze. L’edizione definitiva, con nome attuale, uscirà poco dopo edita da Bompiani.

Conversazione in Sicilia - riassunto - libro
Conversazione in Sicilia

Elio Vittorini

Elio Vittorini fu un grande scrittore neorealista italiano. Nacque a Siracusa nel 1908. Dopo aver abbandonato gli studi, si trasferì a Firenze dove entrò in contatto con gli autori della rivista letteraria «Solaria». Su questa rivista pubblicò il suo primo romanzo Il garofano rosso.

Egli fu molto attivo sul piano civile. Venne incarcerato nel 1943 per avere contatti con il Partito Comunista e partecipò attivamente alla Resistenza. Dedicò poi il resto della vita all’attività editoriale, collaborando anche con Italo Calvino nella rivista «Il menabò».

Gli intellettuali, in quel difficile periodo che fu quello della Seconda Guerra Mondiale, cercarono si diventare portavoci di un impegno etico e sociale, anche nella realtà del dopoguerra, per dare voce agli oppressi e contrastare le ingiustizie. Così anche Vittorini fece a pieno la sua parte e pertanto può definirsi scrittore neorealista.

Elio Vittorini
Elio Vittorini

Conversazione in Sicilia

Questo impegno civile dell’autore si può notare proprio nel romanzo Conversazione in Sicilia, il capolavoro dell’autore. Il testo è suddiviso in cinque parti più un epilogo. Il protagonista è Silvestro, un tipografo siciliano che è emigrato al Nord Italia. Egli è anche l’io narrante del romanzo.

Riassunto e trama

La storia inizia quando Silvestro riceve una lettera da parte del padre, che lo informa di aver lasciato la casa coniugale per vivere con un’altra donna. Questo evento scuote il protagonista nel profondo, facendolo uscire da quell’inettitudine che si era creato e spingendolo a tornare a casa dalla madre, in occasione dell’onomastico di lei.

Il romanzo segue così il viaggio che Silvestro compie dal Nord fino alla Sicilia, durante il quale egli incontra una serie di personaggi molto particolari: il Gran Lombardo, un siciliano molto forte che gli ricorda quanto sia importante impegnarsi attivamente per gli altri; due poliziotti Senza Baffi e Con Baffi che disprezzano i passeggeri siciliani; un ragazzo malato e un catanese.

Quando il protagonista incontra finalmente la madre, inizia la rievocazione di tutti i ricordi della sua infanzia e soprattutto degli affetti familiari.

Nella terza parte del romanzo “Conversazione in Sicilia“, Silvestro accompagna la madre, che è infermiera, a far visita a tutti i malati dell’ospedale. Essi si trovano in una situazione di grande povertà e ricordano al protagonista quanto il mondo sia “offeso” dalla miseria e dall’ingiustizia.

«Il mondo è grande ed è bello, ma è molto offeso

Conversazione in Sicilia, Elio Vittorini.

Finale

Nell’ultima parte del romanzo, Silvestro dialoga con il fantasma di un soldato, che poi scopre essere il fratello morto in guerra, Liborio. Infatti lui e la madre ricevono la notizia della morte del fratello proprio qualche ora dopo attraverso una lettera. Dopo aver fatto un giro per il paese e aver pianto, Silvestro torna a casa e vede che la madre sta lavando i piedi al padre, che è ritornato.

A quel punto si rende conto che è arrivato il momento di tornare a casa, con maggiori consapevolezze, in particolare quella di aiutare il prossimo e impegnarsi contro le ingiustizie.

Commento

Lo stile del romanzo è lirico, spesso vengono utilizzate frasi molto brevi che assumono anche il valore di sentenza.

Il romanzo si svolge su due piani: uno reale e uno simbolico. Ogni personaggio incontrato rappresenta un ideale di uomo che Silvestro deve conoscere, inoltre è sempre presente un chiaro riferimento alla realtà storica della Seconda Guerra Mondiale.

Il viaggio compiuto da Silvestro diventa quindi un viaggio alla ricerca di sé stesso, delle proprie radici e della propria identità, per avvicinarsi proprio al mondo offeso, che diventa il simbolo delle ingiustizie perpetrate ai danni dell’umanità ed è il concetto più importante espresso nel romanzo stesso.

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Il sentiero dei nidi di ragno: riassunto https://cultura.biografieonline.it/riassunto-il-sentiero-dei-nidi-di-ragno/ https://cultura.biografieonline.it/riassunto-il-sentiero-dei-nidi-di-ragno/#comments Sun, 15 Feb 2015 23:47:41 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=13415 “Il sentiero dei nidi di ragno” è il primo romanzo scritto da Italo Calvino. L’opera è stata pubblicata nel 1947 anche se la terza ed ultima edizione risale al 1964. La trama si svolge in Liguria all’epoca della Resistenza Partigiana e della Seconda Guerra Mondiale.

Il sentiero dei nidi di ragno
Una copertina del libro “Il sentiero dei nidi di ragno” (1964), il primo romanzo scritto da Italo Calvino

Il sentiero dei nidi di ragno: Riassunto

Il romanzo “Il sentiero dei nidi di ragno” racconta le complesse vicende di un bambino di circa dieci anni che si chiama Pin, purtroppo orfano di madre e con il padre marinaio irreperibile. Le vicende sono ambientate in un piccolo paese ligure della Riviera di Ponente, Sanremo, tra valli, boschi e luoghi impervi dove la lotta partigiana irrompe a più non posso. Il bambino Pin vive in una situazione di abbandono totale. E’ sempre alla costante ricerca di amicizie tra gli adulti del vicolo, frequenta l’osteria del suo paese e viene spesso deriso a causa delle relazioni sessuali che la sorella prostituta intrattiene con i militari tedeschi.

Per arrivare fino in fondo al vicolo, i raggi del sole devono scendere diritti rasente le pareti fredde, tenute discoste a forza d’arcate che traversano la striscia di cielo azzurro carico. Scendono diritti, i raggi del sole, giù per le finestre messe qua e là in disordine sui muri, e cespi di basilico e di origano piantati dentro pentole ai davanzali, e sottovesti stese appese a corde; fin giù al selciato, fatto a gradini e a ciottoli, con una cunetta in mezzo per l’orina dei muli. (INCIPIT)

La situazione precipita quando gli antifascisti che frequentano l’osteria iniziano a minacciarlo. Così, pensando di ottenere la loro fiducia come prova di fedeltà, decide di rubare la pistola P38 di un ufficiale di marina tedesco di nome Flick (ovvero uno degli amanti della sorella). In seguito, per tale gesto, il ragazzo sarà arrestato e andrà in prigione. Il gesto che per lui sembrava eroico invece non viene nemmeno apprezzato dagli antifascisti. Così il ragazzo sotterra l’arma di servizio in aperta campagna, in un luogo segreto e impervio dove solitamente si trovano solo i ragni che abitualmente vi fanno il nido.

Seconda parte

Durante la sua permanenza in carcere, il giovane ragazzo dapprima si imbatte nel padrone della bottega in cui precedentemente lavorava, ovvero Pietromagro e, successivamente, si imbatte in un giovane partigiano che si chiama Lupo Rosso. Lupo Rosso, vedendo il modo in cui trattano il povero giovane, prende a cuore la sua storia e lo aiuta a uscire dal carcere ma è costretto, in seguito, per cause indipendenti alla sua volontà, a lasciare di nuovo il giovane Pin da solo.

Mentre girovaga per il bosco, Pin incontra un partigiano che si chiama Cugino che lo introduce nella banda partigiana di cui fa parte, un gruppo di balordi che combatte contro i tedeschi per la libertà. Qui il ragazzo fa la conoscenza di personaggi particolari e dalla dubbia eroicità come: Dritto il comandante, Pelle, Carabiniere, Mancino il cuciniere, Giglia la moglie di Mancino, Zena il lungo detto Berretta-di-Legno o Labbra di Bue. Il ragazzo passerà un periodo abbastanza lungo con loro affrontando parecchie peripezie e azioni di guerra. Ma nemmeno questo è il posto per lui. La situazione precipita quando, dopo un litigio col capo brigata Pelle, rivela ai tedeschi l’insediamento partigiano e quando Pin scopre e rivela la tresca amorosa tra il Dritto e Giglia. In quel momento, il Dritto tenta allora di zittire il ragazzo malmenandolo e Pin gli morde la mano scappando nel suo luogo segreto: il sentiero dei nidi di ragno.

Il ragazzo si precipita quindi dalla sorella sperando di trovare almeno un po’ di conforto ma senza i risultati sperati. La sorella infatti possiede una pistola, la P38 che lui aveva sottratto al tedesco e che aveva sotterrato nel sentiero dei nidi di ragno. Il ragazzo, arrabbiato, si riprende la pistola e fugge verso lo stesso posto.

Finale

Il lieto fine però emerge e il protagonista non si troverà più ad affrontare le peripezie della vita da solo. Infatti, Pin incontra di nuovo il Cugino. Il ragazzo è felice di aver ritrovato una figura adulta che lo comprenda e lo protegga. La scena finale si conclude quindi con i due che si tengono per mano. E’ tarda serata, si vedono le lucciole che illuminano da lontano e, da sfondo, i due amici che si allontanano per sempre e insieme nel buio della notte.

Italo Calvino
Una foto di Italo Calvino

Analisi e commento all’opera

Le azioni narrate sono quelle brulicanti di tedeschi, prima come alleati dell’Italia poi come nemici inferociti dall’armistizio di Cassibile, dove si verificarono purtroppo sanguinosissimi combattimenti tra partigiani e nazifascisti.

In questo testo, Italo Calvino adotta una certa attitudine per la dimensione fantastica, determinata dal fatto che gli eventi e la storia stessa vengono raccontati grazie al punto di vista del personaggio principale, un bambino di nome Pin, ma prende spunto in maniera indiscussa dalla corrente neorealista che mette in mostra la crudeltà dei fatti narrati.

Nel romanzo Il sentiero dei nidi di ragno, lo scrittore sottolinea la necessità di una nuova cultura, aperta non solo ai vari problemi letterari, economici e sociali di quell’epoca storica, ma anche volta a riempire la grande distanza tra cultura umanistica e tecnico-scientifica. Italo Calvino ci racconta i temi:

  • della guerra;
  • dell’amicizia;
  • dell’adolescenza.

Come si evince dal testo, infatti, la condizione del personaggio principale è la stessa di quella di numerosi bambini costretti a diventare subito adulti, imbracciando armi e compiendo azioni di cui ignorano veramente gravità e significato.

Il tema della guerra invece riaffiora attraverso la morte di alcuni personaggi all’interno del testo. Ma quello più significativo è il tema dell’amicizia, che trionfa su tutto e tutti.

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Il partigiano Johnny https://cultura.biografieonline.it/partigiano-johnny-riassunto/ https://cultura.biografieonline.it/partigiano-johnny-riassunto/#comments Sun, 27 Jul 2014 14:23:18 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=11632 Il partigiano Johnny è un celebre romanzo di Beppe Fenoglio, è una testimonianza importante della lotta partigiana durante la Seconda guerra mondiale. L’autore non riuscì a pubblicarlo in vita. Esso vide luce soltanto nel 1968 grazie agli editori Einaudi, che ne curarono anche la redazione definitiva.

Il Partigiano Johnny: riassunto e trama del romanzo di Fenoglio
Il Partigiano Johnny (1968): Epopea

Il partigiano Johnny: la storia del libro

La vicenda editoriale è molto complessa, tutt’oggi i filologi discutono della correttezza della pubblicazione. Esistono infatti due versioni lasciate dall’autore, entrambe lacunose: la prima non iniziava dal primo capitolo ed era ricca di parole inglesi (anglicismi), la seconda invece era un’ arricchimento della prima e sembrava un vero e proprio romanzo. In sostanza ancora si discute se l’autore scrisse il libro negli anni ’40 o negli anni ’50.

Sicuramente Il partigiano Johnny è un romanzo in parte autobiografico perché l’autore partecipò in prima persona alla resistenza come partigiano sulle Langhe e visse poi come procuratore.

Gli altri suoi due libri, I 23 giorni della città di Alba e La Malora, furono pubblicati dallo scrittore Elio Vittorini negli anni ’50 e sono uno spaccato del realismo post bellico. Entrambe le redazioni de Il partigiano Johnny raccontano la sua storia, ma a partire da date differenti. In sostanza si continua la storia di Primavera di bellezza (Garzanti, 1929).

Riassunto e trama

Il protagonista è un ragazzo che vive nella città di Alba. Viene chiamato Johnny per la sua passione per la letteratura inglese. In Primavera di bellezza Johnny muore nella guerra partigiana.

In Il partigiano Johnny, Beppe Fenoglio riprende questa storia a partire dal ritorno a casa dopo l’armistizio dell’8 settembre del 1943. Johnny decide di lasciare la sua città di Alba e di unirsi ad un gruppo di partigiani sulle Langhe. Qui incontra un gruppo di i comunisti, soprannominati La stella rossa, e anche se non ne approva le idee, decide di lottare con loro.

Il gruppo commette un errore: fanno prigioniero un ufficiale tedesco, scatenando subito le ire dei nazisti. La maggior parte di loro viene massacrata ma Johnny riesce a salvarsi e nella primavera del ’44 si unisce ad un gruppo di partigiani badogliani, meno estremisti. Insieme tentano di prendere la città di Alba ma gli alleati sono ancora lontani e il colpo non riesce.
Johnny ora è costretto a passare l’inverno da solo in pericolo perché in città è attiva una spia. La sua tenacia lo porta a scoprire chi è stato a far uccidere tanti partigiani: un conciatore di pellame.

Beppe Fenoglio
Beppe Fenoglio, autore del romanzo “Il Partigiano Johnny”

Finale e commento all’opera

Il finale è differente nelle due versioni. In una Johnny trova la morte in un conflitto a fuoco con i fascisti. Nell’altra invece chiacchiera con l’amico partigiano Pierre sulla missione contro i fascisti che andava fatta a tutti i costi.

Un romanzo impegnativo, che appartiene al filone del neorealismo postbellico. Racconta infatti delle difficile guerra di resistenza, una prova terribile e assurda che gli uomini devono affrontare per affermare in prima persona la propria identità. Termina con una visione negativa dell’esistenza.

Importante anche la trasposizione cinematografica di Guido Chiesa (2000, con Stefano Dionisi e Fabrizio Gifuni), che non termina con la morte del protagonista e si rifà alla prima stesura.

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Se questo è un uomo, riassunto e commento https://cultura.biografieonline.it/se-questo-e-un-uomo/ https://cultura.biografieonline.it/se-questo-e-un-uomo/#comments Mon, 03 Feb 2014 12:04:05 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=9631 Famosissimo romanzo di Primo Levi che lo scrittore ci ha lasciato per raccontarci le sue memorie della prigionia nel campo di concentramento di Auschwitz. Scritto tra il dicembre del 1945 e il gennaio del 1947, il libro “Se questo è un uomo” racconta la tragedia dei lager nazisti vista da vicino dallo stesso autore che ne fu deportato nel 1944 per l’unica colpa di essere di religione ebraica.

Primo Levi, Se questo è un uomo
Nella foto: immagine tratta dalla prima edizione di “Se questo è un uomo” (1947), una copertina del libro e la foto dell’autore, Primo Levi

Levi visse per un anno all’interno del lager più tristemente famoso: i nazisti scelsero di tenerlo in vita in quanto chimico di professione che poteva essere utile per la manodopera.

L’opera testimonia la formidabile volontà di spiegare con l’arma della ragione, l’irrazionalità della barbarie tedesca. Egli sente infatti il bisogno di lasciare una testimonianza al mondo su quello che ha vissuto in quei terribili luoghi di morte.

Il romanzo fa parte infatti del filone neorealista perché descrive con grande vividezza la condizione disperata dei deportati.

Se questo è un uomo: riassunto

La narrazione degli eventi segue l’ordine cronologico per la maggior parte del tempo. Inizia col descrivere il viaggio che i deportati compivano in treni, veri e propri carri bestiame, per arrivare nelle strutture detentive. Molti dei passeggeri morivano durante il viaggio a causa delle condizioni disumane in cui erano trasportati.

Una volta arrivati al campo esisteva una selezione tra coloro che venivano subito uccisi e coloro che erano destinati ai lavori forzati. Primo Levi viene catalogato con il numero e assegnato alle mansioni più dure.

Levi racconta anche dell’infortunio al piede che lo colpisce e lo costringe 20 giorni a letto, che sono per lui un modo per riposarsi dalle angoscianti fatiche. Purtroppo la povertà era dilagante, nessuno possedeva niente e l’autore ci racconta l’ esistenza di una sorta di mercato nero basato sul baratto per potersi procurare almeno quel poco per arrangiarsi a vivere.

Primo Levi
Primo Levi

Figura importante del sesto capitolo è l’amico francese Resnyk, che lo aiuta nei lavori pesanti.  A seguito di un esame di chimica, Levi viene ammesso al laboratorio, questa condizione permette di distinguerlo dai prigionieri di lavori forzati e di vivere in modo un po’ più dignitoso. La parte più emozionante è Storia di dieci giorni, l’epilogo della vicenda in cui Levi illustra l’abbandono del lager da parte dei tedeschi e l’arrivo dell’armata rossa. Egli, malato di scarlattina, viene abbandonato nell’infermeria. Ma questa sarà la sua fortuna in quanto gli altri saranno costretti alla cosiddetta marcia della morte, in cui moriranno a migliaia. Levi si sostiene con gli altri malati e mentre aspettano l’arrivo dei sovietici, avvenuto il 27 gennaio del 1945.

Lo stile del romanzo Se questo è un uomo è molto semplice e rigoroso.

L’esperienza segnerà per sempre lo scrittore, che scelse il suicidio nel 1987.

Il libro

Dello stesso autore, sullo stesso tema, abbiamo riassunto in un altro articolo la sua ultima opera: I sommersi e i salvati. Il libro fu pubblicato nel 1986 prima del suicidio di Primo Levi.

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