Neoimpressionismo Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Sun, 03 May 2020 20:20:28 +0000 it-IT hourly 1 L’italiana (opera di Vincent Van Gogh) https://cultura.biografieonline.it/italiana-van-gogh/ https://cultura.biografieonline.it/italiana-van-gogh/#comments Fri, 05 Feb 2016 15:39:59 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=16535 La protagonista di questo dipinto di Vincent Van Gogh dal titolo “L’italiana”, è Agostina Segatori (1843-1910), una donna di Ancona, già modella di altri pittori, come Jean-Baptiste Camille Corot e Edouard Manet, contemporanei di Van Gogh.

L'italiana - The Italian woman - L'Italienne - Agostina Segatori - quadro - picture - Van Gogh - 1887
L’italiana (The Italian woman – L’Italienne): la donna ritratta da Van Gogh nel 1887 è  Agostina Segatori – Olio su tela, 81×60 cm, Musée d’Orsay, Parigi

L’italiana: breve analisi e commento al quadro

Forse amante di Van Gogh per un breve periodo, ma questo poco importa, il ritratto di Agostina Sartori è, per me, uno dei più intensi mai realizzati dal pittore olandese. Van Gogh dipinse questo ritratto nel 1887, mentre si trovava a Parigi, prima di partire e trasferirsi in campagna ad Arles. Il soggiorno nella capitale francese ha permesso a Van Gogh di frequentare altri pittori e di cercare nuove vie espressive. E “L’italiana” è uno dei dipinti in cui si incontrano e si fondono due stili che in quei mesi il pittore stava studiando: il neoimpressionismo e le stampe giapponesi.

Del primo stile notiamo subito l’utilizzo dei colori primari che servirono a Van Gogh per raccontare la forza espressiva del viso di Agostina Segatori e per darle un’energia primitiva, quasi selvaggia. E’ interessante notare come il colore serva a Van Gogh per descrivere l’espressione, oltre che per suggestionare una visione originale e impattante dell’espressione di Agostina.

Contemporaneamente troviamo lo stile raffinato dell’arte giapponese nelle linee precise e prive di profondità che incorniciano il ritratto. La sofisticata arte giapponese non serve a Van Gogh per raccontare l’anima di Agostina, bensì per racchiuderla in un contesto di calma e precisione, dove la sua forza espressiva appare, in un certo senso, contenuta.

Inoltre, lo sfondo monocromatico serve all’artista per far risaltare ancora di più la forza dei colori primari. La percezione che ha lo spettatore del ritratto, infatti, è accentuata dai colori che risaltano nei punti in cui il pittore vuole che appaiano i contrasti espressivi. Proprio la sperimentazione di Van Gogh sul volto della donna, richiama molti elementi che ritroveremo in seguito nello stile faunistico.

Il dipinto misura 81 x 60 cm ed è stato realizzato con colori ad olio su tela.

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Le isole d’Oro, analisi dell’opera di Henri-Edmond Cross https://cultura.biografieonline.it/isole-d-oro-cross/ https://cultura.biografieonline.it/isole-d-oro-cross/#respond Wed, 17 Sep 2014 17:12:46 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=12005 Il quadro che presentiamo in questo breve articolo è un’opera neoimpressionista realizzata fra il 1891 e il 1892 da Henri-Edmond Cross. In quegli anni l’artista si trovò a lavorare con originalità sui paesaggi del sud della Francia, luoghi che amava e in cui decise di trasferirsi. Il quadro si intitola “Le Isole d’Oro” ed è un olio su tela che misura 59 x 54 cm; fu acquistato dal critico d’arte Félix Fénéon che si innamorò del modo in cui il pittore riuscì a rappresentare la luce.

Isole d'oro (Golden isles, 1892) • Quadro celebre di Henri-Edmond Cross
Henri-Edmond Cross: Le isole d’oro (1892)

Le isole d’Oro: il quadro

Le isole, che sono riportate solo con brevi tratti del pennello, in realtà sono un pretesto dell’artista per poter rappresentare ciò che gli sta più a cuore: il colore.

E’ questo, infatti, il pregio di codesto interessante e solitario pittore: la sua ossessione per la luce che quasi viene assorbita dal colore impresso sulla tela.

Infatti, la sabbia, il mare e il cielo sono strisce quasi invisibili, come se l’abbagliante luce del Sole, che si riflette ovunque, non ci permettesse di vederle con chiarezza.

La tecnica, come si è detto, è quella neoimpressionista: una pennellata semicircolare a rappresentare le onde, accompagnata da colpi di pennello più brevi che rappresentano le striature dell’acqua.

La prospettiva viene creata, benché non sia così palese, con il pennello e l’utilizzo attento della dimensione delle pennellate: pallini più piccoli in alto e più grandi in basso.

Le isole d’Oro è un’opera coraggiosa per quei tempi, ai limiti dei canoni neoimpressionisti che cominciavano ad essere considerati e apprezzati proprio in quegli anni, prima che l’arte contemporanea esplodesse sconvolgendo tutto.

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Fritillaria imperiale in un vaso di rame: quadro di Van Gogh https://cultura.biografieonline.it/fritillaria-van-gogh/ https://cultura.biografieonline.it/fritillaria-van-gogh/#respond Wed, 11 Dec 2013 03:56:52 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=8890 Van Gogh dipinse Fritillaria, corona imperiale in un vaso di rame, durante la primavera del 1887. L’anno si ricava dalla data posta sul quadro, mentre la stagione la si può intuire dal fatto che i fiori dipinti sono fritillarie, piante che fioriscono solo in primavera. Si tratta della fritillaria imperiale, un fiore comune in Francia e in Olanda, soprattutto nell’800. Questo fiore dai bulbi grossi e corposi veniva coltivato in fiori e aiuole e lo si poteva ammirare molto spesso nei giardini di ville e palazzi cittadini.

Vincent Van Gogh, Fritillaria imperiale in un vaso di rame (1887)
Un dettaglio del quadro

Il dipinto è attualmente esposto al Musée d’Orsay, misura 73,5 cm x 60,5cm, ed è stato realizzato con la tecnica dell’olio su tela. Lo stile utilizzato da Vincent van Gogh è ispirato alle teorie della pittura neoimpressionista. Fu Paul Signac ad introdurre Vincent verso questo stile pittorico, che entrambi condivisero per tutto il periodo in cui furono amici, e di cui Signac fu uno dei più importanti esponenti.

Fritillaria imperiale in un vaso di rame Van Gogh
Vincent Van Gogh, Fritillaria imperiale in un vaso di rame (1887) • Musée d’Orsay, Parigi

I due pittori si conobbero a Parigi, dove Van Gogh visse per un breve periodo della sua turbolenta esistenza. Ma il celebre pittore olandese andò oltre a questo e ad altri stili pittorici ai quali si accostò durante la sua vita. Tutti gli stili di pittura a cui si ispirò vennero trasformati in quadri e dipinti unici, dove l’ispirazione e la tecnica si trasformavano in una travolgente follia di colori.

Difficile se non impossibile descrivere il genio, ma se si osservano alcuni quadri, come ad esempio il cielo stellato di Notte stellata del 1889, a cui si dedicò per una notte intera, si intuisce, solo per una frazione di secondo, che quel cielo si è spezzato dentro all’anima di Van Gogh, per poi sgorgare sulla tela con una forza dirompente e unica. Ma anche in questo caso il neoimpressionismo è solo uno stimolo alla composizione dell’opera.

Notte stellata (1889, 73×92, Museum of Modern Art, New York)
Notte stellata (1889, 73×92, Museum of Modern Art, New York)

La composizione è dominata dai colori primari blu e arancione ed proprio l’utilizzo di questi colori che stravolge ogni connotato del quadro. Infatti, la composizione è una natura morta ma la sua realizzazione non segue alcun stile precedente, come ad esempio quello usato da pittori quali Seurat e Signac, ma sviluppa un proprio connotato, dove le regole neoimpressioniste servono al pittore per elaborare lo sfondo mentre i fiori vengono realizzati con una pennellata che esalta i toni e i contrasti cromatici dei petali.

Questi fiori, forse, sono un regalo ad Agostina Segatori, una ragazza corteggiata da Van Gogh in quel periodo e che gestiva il caffè Tambourin, dove il pittore passava alcuni momenti da solo o in compagnia di qualche amico.

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