ndrangheta Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Wed, 16 Feb 2022 14:26:33 +0000 it-IT hourly 1 Dire no alla ‘ndrangheta: il film “Una femmina” di Francesco Costabile https://cultura.biografieonline.it/film-una-femmina-di-francesco-costabile-dire-no-ndrangheta/ https://cultura.biografieonline.it/film-una-femmina-di-francesco-costabile-dire-no-ndrangheta/#respond Wed, 16 Feb 2022 13:56:30 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=39043 Tratto dal libro inchiesta Fimmine Ribelli. Come le donne salveranno il paese dalla ‘ndrangheta” del giornalista Lirio Abbate, il film di Francesco Costabile, intitolato “Una femmina” racconta una storia di coraggio e ribellione appunto “al femminile”.

Quarta di copertina del libro “Fimmine Ribelli”, a cui il film “Una femmina” si ispira

Ambientata in un paesino della Calabria, dove spesso i legami familiari si intrecciano fortemente con quelli d’onore della malavita, la pellicola di Costabile (che esce domani, 17 febbraio, nelle sale italiane) si concentra su un personaggio femminile.

Rosa, la protagonista del film “Una femmina” interpretata da Lina Siciliano, incarna tutte le donne calabresi coraggiose e ferme nell’intento di dire no alla ‘ndrangheta.

Dopo essere venuta a conoscenza di una situazione che la riporta traumaticamente al passato e alla morte di sua madre, Rosa da vittima designata mette fuori tutto il coraggio di cui è capace e decide di vendicarsi “tradendo” la sua famiglia.

Il film non racconta un singolo episodio di cronaca, ma si concentra sulla storia di una donna che è l’insieme di tutte quelle donne che sono riuscite a spezzare i legami con i codici d’onore della malavita organizzata.

Una pellicola interessante, attuale e ricca di riflessioni. Sicuramente val la pena guardarla.

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Camorra, Cosa nostra e ‘ndrangheta (mafie): differenze e cose in comune https://cultura.biografieonline.it/camorra-cosa-nostra-ndrangheta-differenze/ https://cultura.biografieonline.it/camorra-cosa-nostra-ndrangheta-differenze/#comments Sun, 29 Nov 2020 17:54:41 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=31321 Se si potessero analizzare al microscopio, si scoprirebbe che camorra, Cosa nostra e ‘ndrangheta si distinguono una dall’altra. E’ vero, che condividono diverse caratteristiche – le analizziamo dopo – tuttavia, nella loro essenza sono diverse dalla criminalità organizzata, quella oggetto del diritto comune.

Il libro

Tale dichiarazione, come le informazioni qui sintetizzate, sono tratte dal seguente libro di Nicola Gratteri, Procuratore della Repubblica di Catanzaro noto per la sua lunga attività antimafia, e Antonio Nicaso, giornalista e storico delle organizzazioni criminali.

Differenze

Camorra, Cosa nostra e ‘ndrangheta sono differenti perché ognuna, nel proprio ambito, riflette il contesto geografico, sociale, economico e culturale da cui ha avuto origine.

  • La camorra è più cittadina, pulviscolare, senza una struttura unitaria.
  • Cosa nostra nasce come fenomeno rurale e comincia a dotarsi di una struttura di coordinamento già alla fine dell’Ottocento.
  • La ’ndrangheta nacque sul modello della camorra ottocentesca, ma con il tempo ha mutuato le caratteristiche della consorteria siciliana, dando vita a un’organizzazione più «familistica», prevalentemente incentrata sul vincolo di sangue.

Un’inchiesta di fine ‘800 su Cosa nostra

Il rapporto di un’inchiesta condotta dall’allora questore di Palermo Ermanno Sangiorgi alla fine del secolo XIX, include una mappa dettagliata delle otto cosche mafiose che dominano i sobborghi e i paesi satelliti situati a nord e a ovest di Palermo:

  1. Piana dei Colli;
  2. l’Acquasanta;
  3. Falde;
  4. Malaspina;
  5. l’Uditore;
  6. Passo di Rigano;
  7. Perpignano;
  8. l’Olivuzza.

Oltre ai profili di 218 uomini d’onore, tale rapporto ricostruisce il rituale d’iniziazione e illustra i metodi imprenditoriali della mafia, la maniera in cui si infiltra e controlla le aziende ortofrutticole, falsifica banconote, commette rapine, terrorizza e uccide testimoni.

In quel lungimirante rapporto, Sangiorgi spiega anche come la mafia centralizzi i fondi per il sostegno delle famiglie dei detenuti e il pagamento degli avvocati. Racconta come i capi delle cosche lavorino assieme per la gestione degli affari dell’associazione e il controllo del territorio.

Tre sorelle

Pertanto le prime a manifestarsi storicamente sono state nell’ordine camorra e Cosa nostra. Negli anni ’60 del XIX secolo si aggiunse un’altra mafia: la ‘ndrangheta. Le origini territoriali sono quelle calabresi: la particolarità di quest’ultima è che successivamente, per oltre un secolo, è stata sottovalutata. Oggi è la più ricca, potente e ramificata.

Queste tre «sorelle» come è facile immaginare hanno diverse cose in comune.

Le cose in comune

  • La cosa più importante che hanno in comune è quella di essersi date un nome che le distingue, un nome con il quale i loro affiliati si identificano.
  • Hanno tutte un modello organizzativo, seppure diverso l’uno dall’altro.
  • Hanno tutte un apparato normativo, costituito da leggi e tribunali interni.
  • Usano riti, miti e simboli per creare senso di identità e senso di appartenenza.
  • Come è noto, gestiscono attività illecite di varia natura.
  • Godono di consenso sociale e fanno di tutto per mantenerlo.
  • Creano e gestiscono relazioni, grazie alle quali riescono a fare sistema.
  • Usano la violenza in modo strategico.
  • Governano il territorio.
  • Reinvestono direttamente o indirettamente nell’economia legale gran parte dei proventi ricavati dai loro traffici illeciti.
  • Sanno adattarsi ai cambiamenti.

Ognuno di questi aspetti è ben articolato e approfondito nel libro su citato.

Andrea Camilleri in una intervista del 2009 disse:

Non si può fare di un mafioso un protagonista, perché diventa eroe e viene nobilitato dalla scrittura. Don Mariano Arena, il capomafia del Giorno della civetta, giganteggia. Quella sua classificazione degli uomini – omini, sott’omini, ominicchi, piglia ‘n culo e quaquaraquà – la condividiamo tutti. Quindi finisce con l’essere indirettamente una sorta di illustrazione positiva del mafioso e ci fa dimenticare che è il mandante di omicidi e fatti di sangue. Questi sono i pericoli che si corrono quando si scrive di mafia. La letteratura migliore per parlare di mafia sono i verbali dei poliziotti e le sentenze dei giudici.

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