navi da crociera Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Thu, 13 Jan 2022 09:21:57 +0000 it-IT hourly 1 Il naufragio della Costa Concordia https://cultura.biografieonline.it/costa-concordia/ https://cultura.biografieonline.it/costa-concordia/#comments Thu, 13 Jan 2022 08:11:53 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=8704 L’incidente marittimo avvenuto alla nave da turismo Costa Concordia è molto singolare sia per la dinamica per cui è avvenuto che per le modalità di svolgimento delle operazioni di soccorso e salvataggio.

Salpata dal porto di Civitavecchia a Gennaio 2012 per effettuare la crociera “Profumo di agrumi” nel Mediterraneo, la nave Concordia, appartenente alla compagnia di navigazione Costa Crociere è guidata dal comandante Francesco Schettino: a bordo vi sono 4.229 persone (1.013 membri dell’equipaggio e 3.216 passeggeri). La nave avrebbe dovuto toccare le seguenti tappe: Savona, Marsiglia, Barcellona, Palma di Maiorca, Cagliari, Palermo, per poi ritornare a Civitavecchia.

La Costa Concordia rovesciata e inclinata su un fianco
L’incidente della Costa Concordia ebbe luogo il 13 gennaio 2012

L’incidente che causa il naufragio della Costa Concordia si verifica nei pressi dell’Isola del Giglio (Grosseto, Toscana) dove la nave impattato contro uno scoglio. In conseguenza dell’urto, si apre una falla di circa 70 metri sulla parte sinistra dell’imbarcazione. La crociera si interrompe bruscamente, la nave subisce un forte sbandamento, per poi arenarsi su uno scalino roccioso a nord di Giglio Porto.

Per la precisione, l’imbarcazione urta contro uno degli scogli piccoli delle Scole, ma non è lontana dalla costa: secondo i rilievi effettuati, si trova a circa otto metri di profondità e la riva è lontana soltanto 96 metri. Inoltre, dopo l’impatto, la nave ha rallentato bruscamente la velocità e l’andatura. L’incidente si verifica alle ore 21.42 del 13 gennaio 2012.

La dinamica dell’incidente

A causa della falla che interessa la parte sinistra dello scafo, la nave comincia rapidamente a riempirsi di acqua. Trascorrono circa 16 minuti dall’impatto con la scogliera, e alle 21: 58 il comandante Schettino chiama l’unità di crisi della nave, e riferisce al capo Roberto Ferrarini che si è verificato un black out sulla nave dopo l’urto. I due si risentono alle 22:06 quando Schettino dice a Ferrarini che non possiede elementi per prevedere un eventuale naufragio della nave.

Anche la Capitaneria di Porto di Livorno viene allertata, e dopo circa ventisette minuti dall’incidente si mette in contatto con la Costa Concordia, chiedendo chiarimenti sulla situazione. Le comunicazioni tra Schettino e Ferraririni si infittiscono man mano che si comprende l’entità della tragedia: mentre alle 22:17 Schettino segnala due compartimenti allagati, ma non vi è ancora la necessità di gettare le ancore in quanto la nave sta dirigendosi verso terra, alle 22:27 il comandante riferisce che le condizioni si sono aggravate e che tre compartimenti della nave sono ormai pieni di acqua.

A questo punto viene data l’allerta generale e i passeggeri vengono invitati a raggiungere i punti di raccolta dell’imbarcazione. I membri dell’equipaggio cominciano le operazioni di salvataggio con l’allestimento delle scialuppe: alle 22:58 Schettino ordina di abbandonare la nave.

Il comandante Francesco Schettino
Francesco Schettino, comandante responsabile della nave Costa Concordia

Poco più tardi, alle 23:11, Schettino riferisce a Ferrarini di avere inviato a fondo le due ancore, che la poppa della nave poggia sul basso fondo e che le operazioni di sbarco sono già in corso. Inoltre viene segnalata la presenza di un traghetto e di una motovedetta che prestano assistenza ai passeggeri.

In base alla registrazione di alcune telefonate intercorse tra il comandante della Costa Concordia, Francesco Schettino e Gregorio De Falco, capitano di fregata della Capitaneria di Porto di Livorno, circa un’ora e mezza dopo l’inizio dello sbarco, viene intimato a Schettino di risalire subito sulla nave, che intanto si è coricata sul fianco di dritta. Il capitano risponde di trovarsi su una lancia di salvataggio e da qui coordina le operazioni. All’01:46 De Falco ordina a Schettino di risalire sulla nave e guidare le operazioni di salvataggio dei passeggeri, ma senza sortire alcun effetto.

Gregorio De Falco
Gregorio De Falco, capo sezione operativa della Capitaneria di Porto di Livorno, è uno dei protagonisti della vicenda

Mentre la condotta del comandante Schettino si presta a diverse obiezioni, il personale di bordo della Costa Concordia svolge un lavoro encomiabile e si prodiga per aiutare i passeggeri. In particolare, si distingue il Commissario di bordo Manrico Giampedroni, di 57 anni, che è stato ritrovato vivo dopo circa 36 ore dal naufragio con una gamba fratturata. Il bilancio dell’incidente è pesante: si contano 32 morti e 110 feriti, di cui 14 vengono subito ricoverati in ospedale.

I soccorsi

L’evacuazione dei passeggeri avviene in parte grazie all’intervento dell’equipaggio, in parte grazie ad alcune imbarcazioni civili che si trovano nei paraggi della Costa Concordia. A fornire soccorsi immediati, però, sono gli abitanti dell’Isola del Giglio, che mettono a disposizione alcune barche per giungere nei pressi della nave e recuperare le persone che abbandonano l’imbarcazione ormai pericolosamente inclinata su un lato. Sulla piccola isola si creata in breve una vera e propria emergenza sanitaria, in quanto scarseggiano i medicinali per le cure e l’assistenza dei numerosi naufraghi.

Nei giorni successivi cominciano i penosi lavori di recupero dei corpi senza vita dei passeggeri, che però si fermano tra gennaio e febbraio del 2012 a causa delle avverse condizioni climatiche e del mare agitato. Alcuni di questi saranno ritrovati a più di un anno di distanza dal naufragio, quando la nave è già un relitto. I resti dell’ultimo disperso vengono ritrovati tra il 13 e il 14 ottobre 2013: si tratta di un membro dell’equipaggio.

Disastro ambientale e recupero della nave

Prima di recuperare il relitto, è necessario svuotare il serbatoio della nave per evitare che l’olio combustile fosse versato nel mare. I serbatoi dell’imbarcazione vengono svuotati utilizzando la tecnica dell’hot tapping: le operazioni cominciano il 24 gennaio 2012 grazie all’intervento della società olandese chiamata “Smit Salvage”. Si teme infatti che il naufragio della Costa Concordia, oltre alla perdita di vite umane, possa provocare un immane disastro ambientale.

Dopo due mesi esatti, il 24 marzo 2012, le operazioni di svuotamento dei serbatoi vengono ultimate con successo. Il recupero della nave inizia il 29 maggio 2013, ad opera di due società specializzate, l’americana Titan Salvage e l’italiana Micoperi. Tutte le operazioni si svolgono nell’arco temporale di un anno, avendo particolare cura di non interferire sull’ecosistema dell’Isola del Giglio.

Il 16 settembre 2013 si procede alla Rotazione della nave (in inglese il termine tecnico è: parbuckling), sotto la guida di Nick Sloane. Non si è mai tentato un recupero del genere su una nave così pesante, prima d’ora. Proprio per questo motivo, l’operazione suscita la curiosità generale, anche all’estero.

Dopo aver raddrizzato e messo in sicurezza la nave, si dà inizio alla ricerca degli ultimi due dispersi.

Inchiesta giudiziaria

A seguito dell’incidente della Costa Concordia, il comandante Francesco Schettino viene arrestato con l’accusa di naufragio, omicidio colposo plurimo e abbandono di nave in pericolo. L’inchiesta giudiziaria nei suoi confronti rivela aspetti inediti della vicenda: sembra che il comandante, al momento dell’incidente, fosse in compagnia di una ballerina moldava che faceva parte dell’equipaggio. I due hanno ammesso di aver avuto una relazione.

Le ragioni dell’incidente inizialmente sono tutte da chiarire: l’ipotesi più accreditata è che sia stata una imperdonabile leggerezza, un errore umano del comandante che ha voluto far fare un “inchino” alla nave. Un gesto che è costata la vita a trentadue persone e che ha reso la vicenda della Costa Concordia famosa in tutto il mondo.

Schettino è stato condannato a 16 anni di carcere, in Cassazione, il 12 maggio 2017.

Il recupero della nave Costa Concordia

[Da Wikipedia] Dopo aver dichiarato Costa Concordia “perdita totale”, fu deciso che il relitto venisse smantellato a carico di Costa Crociere e degli assicuratori.

Il 16 settembre 2013, sotto il comando operativo del comandante Nick Sloane, alle ore 9:06 è iniziata la prima fase del recupero del relitto con la sua rotazione (in gergo tecnico, iniziando a “lentìare”) la nave (in inglese parbuckling) per disincagliarla dal fondale roccioso e raddrizzarla in posizione. L’operazione, per la quale erano inizialmente previste circa 12 ore di tempo (tirando i cavi d’ancoraggio a circa 3,5 m/h)[23], si è conclusa alle ore 4:00 circa del 17 settembre, dopo 19 ore, quando la Costa Concordia è stata riportata nuovamente in asse.

Durante le operazioni di collocazione dei cassoni, il 2 febbraio 2014 il sommozzatore spagnolo Israel Franco Moreno, di 40 anni, è morto per scompenso cardiaco e dissanguamento a causa di una ferita alla gamba.

Il 30 giugno 2014 il Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana ha annunciato che la demolizione del relitto sarebbe stata effettuata presso il porto di Genova.

La nave rimessa in galleggiamento

Le procedure per il rigalleggiamento del relitto sono iniziate il 14 luglio 2014 per completare la rimozione dall’isola del Giglio il 23 luglio 2014 e il trasferimento a Genova, nell’area portuale di Pra’-Voltri, il 27 luglio 2014.

Subito dopo l’ormeggio nel porto genovese, nel pomeriggio la proprietà della nave è stata ceduta dall’assicurazione della compagnia di navigazione al consorzio Ship Recycling costituito da Saipem (51%) e San Giorgio del Porto (49%) per la gestione dello smantellamento e del riciclo del relitto, con una commessa di circa 100 milioni di euro.

Il 12 maggio 2015 il relitto della nave, alleggerito di 5.700 tonnellate di materiali, dopo un trasferimento notturno di 10 miglia dalla banchina di Pra’, è stato collocato nell’area dell’ex Superbacino del porto di Genova per essere definitivamente smantellato.

Il 1º settembre 2016, la parte del relitto rimasta dopo la prima fase di smantellamento è stata trasferita alla velocità di 1 nodo, con l’ausilio di 5 rimorchiatori, coprendo la distanza di 1,8 miglia nautiche dal molo “Umberto Cagni” dell’area dell’ex Superbacino a quella del bacino di carenaggio numero 4 dell’area della calata “Giuseppe Gadda” dedicata alle riparazioni navali, dove, per terminarne la demolizione, i resti dello scafo sono stati messi a secco per essere fatti a pezzi.

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Titanic – Trama e trailer del film https://cultura.biografieonline.it/titanic-trama-del-film/ https://cultura.biografieonline.it/titanic-trama-del-film/#comments Sun, 20 May 2012 11:36:24 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=1997 Diretto da James Cameron, “Titanic” è il film, uscito nelle sale cinematografiche nel 1997, che descrive l’affondamento della celebre nave da crociera raccontando la storia d’amore di Jack e Rose, interpretati rispettivamente da Leonardo DiCaprio e Kate Winslet. Con undici premi Oscar vinti è, insieme con “Ben-Hur” e “Il ritorno del Re”, il film più premiato nella storia del cinema. Oltre ai due protagonisti, il cast include anche Gloria Stuart (nei panni di Rose Dawson), Billy Zane (Caledon) e Francis Fisher (Ruth, madre di Rose).

Locandina del film Titanic

Titanic - Locandina del film
Titanic – Locandina del film

Trama del film

È il 1996 quando Brock Lovett, cacciatore di tesori, insieme con la sua squadra decide di esplorare il relitto del Titanic, celebre nave da crociera affondata nel 1912 dopo lo schianto contro un iceberg, in cerca del cosiddetto Cuore dell’Oceano, una collana di diamanti che secondo le informazioni in suo possesso si trova nella cassaforte di Caledon Hockley, un uomo d’affari statunitense. Una volta recuperata la cassaforte, la squadra non trova la collana, ma il ritratto accennato di una donna nuda (che però indossa proprio quella collana) con in calce la data del 14 aprile 1912: il giorno in cui il Titanic affondò.

Rose Dawson Calver, una donna centenaria che ottantaquattro anni prima è sopravvissuta al naufragio, dopo essere venuta a conoscenza del disegno ritrovato, contatta Lovett, spiegandogli di essere la donna ritratta. Rose e sua nipote, Lizzy, quindi, raggiungono Lovett a bordo della nave impegnata nel recupero. E così, dopo che Lovett ha chiesto a Rose quale sia stato il destino della collana, la donna racconta la storia del suo viaggio sulla nave da crociera, rivelando di essere, in realtà, una passeggera creduta morta nel corso dell’affondamento, di nome Rose DeWitt Bukater.

È il 1912 quando Rose, passeggera di prima classe di diciassette anni, sale a bordo della nave insieme con Cal, il suo fidanzato. Siamo a Southampton: Rose si accompagna al figlio di un magnate dell’industria dell’acciaio originario di Filadelfia, e sul Titanic è presente anche sua madre, Ruth. La donna continua a ricordare a Rose, anche con una certa insistenza, l’importanza del fidanzamento tra la ragazza e Cal: il matrimonio che li unirà a breve, infatti, permetterà di risolvere i problemi finanziari della famiglia DeWitt Bukater, problemi finora tenuti nascosti.

Rose, esasperata dalla situazione, arriva a pensare addirittura di suicidarsi, buttandosi direttamente dalla poppa della nave, ma il suo gesto estremo viene bloccato da Jack Dawson, ragazzo poco più grande di lei, artista vagabondo appartenente a una classe sociale decisamente inferiore.

Titanic - Una famosa scena del film
Titanic – Una famosa scena del film

Cal scopre Rose sulla poppa insieme a Jack, e la ragazza si giustifica dicendo di essere scivolata mentre era impegnata a sporgersi dalla nave per osservare le eliche; ella, inoltre, sostiene che Jack l’ha salvata mentre stava cadendo, e pertanto gli deve la vita. Cal, così, decide di invitare a cena Jack la sera seguente, spinto dalla stessa Rose, desiderosa di ringraziarlo e manifestargli la propria gratitudine. Cal, tuttavia, inizia a guardare con sospetto il ragazzo, anche perché tra Jack e Rose sta nascendo un’amicizia sempre più intima; anche Ruth non vede di buon occhio la presenza di Jack. Rose, in ogni caso, non bada ai pensieri della madre, e anzi partecipa con Jack a una festa che si tiene in terza classe.

La ragazza, tuttavia, cerca di respingere in tutti i modi i corteggiamenti dell’artista, anche perché non dimentica i divieti imposti da Ruth e Cal; tuttavia, ben presto si accorge di essersi innamorata di Jack, e così decide di incontrarlo a prua, in occasione di quello che sarà (a loro insaputa) l’ultimo tramonto che splenderà sul Titanic. La coppia si sposta nella cabina di Rose, dove la ragazza chiede di essere ritratta nuda, mentre indossa solamente il Cuore dell’Oceano, collana che le è stata regalata da Cal per il loro fidanzamento. Dopo essere scappati alla guardia del corpo di Cal, Rose e Jack si fanno travolgere dalla passione all’interno della stiva della nave; quindi, giunti sul ponte della prua, si accorgono che la nave è andata a sbattere contro un iceberg; fortuitamente ascoltano anche i discorsi degli ingegneri di bordo e degli ufficiali, che si lamentano della gravità estrema della situazione. E così, mentre Rose corre ad avvertire Cal e sua madre, la nave inizia lentamente ad affondare.

Cal, tuttavia, rinviene nella cassaforte il ritratto realizzato da Jack, un biglietto scritto da Rose e la collana. Letteralmente imbestialito, chiede alla sua guardia del corpo di introdurre furtivamente la collana nel cappotto di Jack, così da poterlo accusare di furto. Jack, dunque, viene arrestato e condotto nell’ufficio del capitano: qui viene ammanettato e legato a un tubo della stiva. Così, mentre Cal recupera la collana e la mette in tasca, Rose fugge lontana da lui, non credendo alla colpevolezza di Jack. Raggiunge quindi il suo amato, e riesce a liberarlo in tempo prima che anneghi a causa dell’acqua alta, che ormai ha praticamente invaso tutta la stiva.

Mentre Ruth trova la salvezza su una scialuppa, Rose e Jack riescono a raggiungere il ponte. Cal invita la ragazza a salire su un’altra scialuppa, assicurandole di aver organizzato tutto in modo da salvare sia lei che Jack. In realtà, dopo che Rose è stata imbarcata, Cal spiega a Jack che per lui non c’è spazio. La scialuppa in cui si trova Rose viene abbassata, ma lei, non volendo lasciare Jack, balza nuovamente a bordo della nave per tornare tra le sue braccia. A questo punto Cal, furente per l’affronto, impugna una pistola e rincorre la coppia di innamorati: i tre giungono nella sala da pranzo del settore di prima classe, che nel frattempo è quasi completamente allegata.

Dopo aver sprecato tutte le munizioni, Cal si rende conto che il cappotto che contiene la collana ora è nelle mani di Rose; ma la situazione sulla nave è alquanto preoccupante, e così l’uomo pensa a tornare sul ponte, salendo su una scialuppa con la scusa di dover mettere in salvo una bambina. Rose e Jack, intanto, sono ritornati sul ponte superiore; ormai tutte le scialuppe sono state calate, e chi è rimasto sulla nave non ha altra alternativa che buttarsi in mare. Nel frattempo la poppa della nave si è letteralmente spaccata in due, e inizia ad alzarsi a picco sul mare.

Jack e Rose si vedono perduti, e mentre il troncone della poppa è praticamente perpendicolare alla linea dell’acqua si aggrappano alla cima, aspettando che l’oceano li ricopra completamente. Una testiera di un letto però costituisce un’ancora di salvezza preziosa; Jack aiuta Rose facendola salire, e salvandole la vita. La testiera, tuttavia, può reggere solo il peso di una persona, e pertanto per il ragazzo non c’è speranza. Intanto, Harold Loew, quinto ufficiale, prende in salvo la ragazza, portandola su una scialuppa inviata in cerca dei sopravvissuti; Jack, invece, muore di ipotermia. Insieme con gli altri superstiti, Rose si trova a bordo del Carpathia, l’imbarcazione che li riporterà sulla terraferma, dove prova a nascondersi in tutti i modi dallo sguardo di Cal.

Mentre la nave si appresta ad arrivare a New York, la ragazza si rende conto di avere il gioiello cercato da Cal in tasca. E così, una volta messo piede a terra, Rose nega la propria identità, e dice di chiamarsi Rose Dawson. Da quel momento, lei per tutti sarà Rose Dawson.

Terminato il racconto, Rose riferisce ai suoi interlocutori anche il destino di Cal, che si è suicidato dopo il crollo della borsa di Wall Street del 1929, che gli ha fatto perdere ogni ricchezza. Quindi, si sposta sulla prua dell’imbarcazione di Lovett, dove, tirato fuori il gioiello, lo butta in mare.

Trailer del film Titanic

Premi e riconoscimenti

Kolossal prodotto a partire dal 1995, “Titanic” ha letteralmente dominato gli Oscar del 1998, vincendo ben undici statuette su quattordici nomination: per il miglior film (James Cameron e Jon Landau), per i migliori costumi (Deborah Lynn Scott), per la migliore regia (James Cameron), per la migliore scenografia (Michael Ford e Peter Lamont), per la migliore fotografia (Russell Carpenter), per il miglior montaggio (Richard A. Harris, James Cameron e Conrad Buff IV), per la migliore colonna sonora (James Homer), per il miglior montaggio sonoro (Christopher Boyes e Tom Bellfort), per il miglior sonoro (Mark Ulano, Gary Summers e Tom Johnson), per la miglior canzone (Will Jennings e James Homer per “My heart will go on”, cantata da Celine Dion) e per i migliori effetti speciali (Thomas L. Fisher, Robert Legato, Michael Kanfer e Mark A. Lasoff). A esse vanno aggiunte le candidature per il miglior trucco (Greg Cannom, Tina Earnshaw e Simon Thompson), per la migliore attrice non protagonista (Gloria Stuart) e per la migliore attrice protagonista (Kate Winslet). “Titanic” è stato, fino all’avvento di “Avatar”, prodotto e diretto dallo stesso Cameron, il film che ha totalizzato il maggiore incasso nella storia del cinema mondiale, con guadagni nell’ordine del miliardo e ottocento milioni di dollari: è stato anche il primo film a superare il tetto del miliardo di incassi.

Nel mese di aprile del 2012 la pellicola è stata distribuita nuovamente in tutto il mondo nella nuova versione in 3D.

La produzione complessiva del film è costata ben 285 milioni di dollari (di cui solo 85 milioni per la pubblicità e la promozione). Non esistendo, infatti, teatri di posa di dimensioni sufficientemente ampie, la “20th Century Fox” per le riprese è stata costretta ad acquistare sulla spiaggia messicana di Rosarito 16 milioni di metri quadri di terreno, per allestire una cisterna da 75 milioni litri d’acqua, in cui riprodurre quasi a grandezza naturale l’intero Titanic.

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Il naufragio dell’Andrea Doria https://cultura.biografieonline.it/il-naufragio-dell-andrea-doria/ https://cultura.biografieonline.it/il-naufragio-dell-andrea-doria/#respond Thu, 26 Apr 2012 12:00:52 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=1650 La Turbonave Andrea Doria può essere considerata il “Titanic” italiano, è una imbarcazione che ha rappresentato il fiore all’occhiello della Marina Italiana negli anni Cinquanta, spiccando tra le altre navi dell’epoca per eleganza e maestosità.

Il naufragio dell'Andrea Doria
Il naufragio dell’Andrea Doria

Alle ore 23.10 del 26 luglio 1956, mentre si trova nei pressi dell’Isola di Naunticket (nell’Oceano Atlantico) procedendo verso gli Stati Uniti, la nave “Andrea Doria” entra in collisione con l’imbarcazione svedese “Stockholm”, che la sperona violentemente, conficcandole l’intera prua nella fiancata. Lo squarcio profondo porta la nave ad inabissarsi rapidamente, senza avere il tempo di intervenire in qualche modo.

Pare che, al momento della collisione, si svolgesse una festa nel grande salone della nave, e gli invitati sono in attesa di vedere le foto scattate per l’occasione dal fotografo, un certo Italo Jacy Rainato di cinquantadue anni.

Questi, insieme al suo aiutante, corre sul Ponte di comando appena avverte un forte fremito che scuote la cabina e fa precipitare a terra gli acidi utilizzati per lo sviluppo delle fotografie.

Nel tragitto si odono delle grida, una donna porta in braccio i suoi bambini correndo alla ricerca della salvezza. “La nave sta affondando”, dice con il terrore impresso negli occhi. Passano alcuni minuti e tra le persone presenti a bordo si diffonde il panico.

Pur essendoci scialuppe a bordo, i piani di evacuazione dell’epoca non sono ancora in grado di assicurare che tutti possano uscire indenni dalla tragedia.

D’altronde, solo i moderni sistemi di addestramento e informazione consentono alle persone presenti sulla nave di attuare corrette manovre di salvataggio per evitare il peggio. Nonostante tutto, ci sono ancora dei casi (vedi il recente episodio della Costa Concordia) in cui il disastro in mare è purtroppo inevitabile.

Alcune scene sono davvero raccapriccianti: una donna rimane incastrata tra le lamiere della fiancata della nave speronata e suo marito gli è vicino sino alla fine, non riuscendo a salvarle la vita. Nel frattempo vengono calate le scialuppe, e nella concitazione dei soccorsi, mentre il padre sta per trasportarla con sé sulla scialuppa, una bimba sbatte forte la testa e muore.

Le operazioni di evacuazione durano circa tre ore: tutti i membri dell’equipaggio si danno fare per salvare più persone possibili prima che la nave coli a picco. Il bilancio è pesante: i morti sull’Andrea Doria sono cinquantadue, mentre il numero complessivo dei passeggeri è di 1.706.

L’ultima superstite della tragedia è una ragazza che viene ritrovata il giorno dopo, in evidente stato di shock: il suo nome è Linda Morgan, e sua sorella perde la vita durante l’impatto. Una delle ultime persone a lasciare la nave prima che affondi definitivamente è proprio il fotografo, che scende dall’imbarcazione verso le 3.15 del mattino.

I due comandanti, Calamai e Magagnini, accettano di abbandonare l’Andrea Doria solo all’alba, insieme ad alcuni marinai. Per fortuna i soccorsi sono tempestivi: la nave Ille de France, accorsa subito, porta via i superstiti, così come la William Thomas, che offre soccorso e assistenza a chi si è salvato dalla tragedia.

YouTube video

Qualche giorno dopo il terribile naufragio novanta passeggeri denunciano l’equipaggio per la disorganizzazione nei soccorsi, mentre un libro svedese rivela che l’Andrea Doria aveva un difetto strutturale. Nonostante le ragioni del disastro siano più di una, è chiaro che si tratta di una sciagura non poteva essere prevista, quindi il cordoglio per le vittime innocenti è molto forte e sentito dall’opinione pubblica.

Oggi la nave giace sepolta nel fondo del mare, come tanti relitti che non sono più stati riportati alla luce. Quanto alla sicurezza della nave, sul quale argomento si parlò moltissimo, pare che fosse l’imbarcazione all’epoca più sicura dell’intera Marina Italiana, dotata di un doppio scafo e di un sistema radar molto avanzato per quei tempi.

Dell’imbarcazione svedese muoiono invece cinque membri dell’equipaggio, durante il momento dell’impatto. Dopo mesi e mesi di indagini sull’accaduto, il processo a carico degli ufficiali delle due navi si concluse con una conciliazione al di fuori delle aule di tribunale, nella quale entrambe le compagnie armatrici si impegnarono a pagare i danni arrecati e a risarcire le vittime.

Naturalmente le due versioni (quella svedese e la nostra, italiana) riportavano parecchie divergenze. Secondo la versione italiana, avvalorata da numerose testimonianze, la nebbia fitta è da ritenersi la causa principale del naufragio.

Le prime immagini del relitto della nave sul fondale marino sono state fornite da Peter Gimbel, il giorno dopo l’affondamento. Nel 1968, a distanza di un bel po’ di tempo, viene organizzata una spedizione di subacquei italiani, guidata da Bruno Vailati, che coordinò le operazioni di recupero di alcuni oggetti preziosi inghiottiti dal mare.

La vicenda dell’Andrea Doria è il tema di un documentario girato dal regista Fabio Tondelli, intitolato “L’affondamento dell’Andrea Doria: la verità tradita”, che ricostruisce in maniera approfondita i momenti della collisione e le conseguenze anche economiche del disastro.

Secondo le testimonianze raccolte, a bordo dell’Andrea Doria, al momento dell’impatto con la nave svedese, vi erano personaggi famosi, come l’attrice americana Betsy Drake, moglie di Cary Grant.

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Il naufragio e il ritrovamento del Titanic https://cultura.biografieonline.it/il-naufragio-e-il-ritrovamento-del-titanic/ https://cultura.biografieonline.it/il-naufragio-e-il-ritrovamento-del-titanic/#comments Tue, 13 Mar 2012 18:39:45 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=1019 Ritenuto inaffondabile, il Titanic, è una nave passeggeri britannica della Olympic Class, proprietà della compagnia navale White Star Line, il cui nome è stato scelto dall’amministratore delegato Joseph Bruce Ismay. La costruzione inizia presso i cantieri Harland and Wolff di Belfast il 31 marzo 1909 ed è finanziata dall’armatore americano John Pierpont Morgan. Lungo 269 metri e largo 28, con una stazza di 46.328 tonnellate, al Titanic è assegnato il prefisso RMS che indica Royal Mail Steamer poiché effettua anche servizio postale.

Una foto del Titanic
RMS Titanic (Royal Mail Steamer)

Con una capacità di 3.547 persone tra passeggeri ed equipaggio, è in grado di raggiunge la velocità massima di 23 nodi (43 Km/h) con propulsione a vapore.

Come è fatto il Titanic

Salone e scalinata del Titanic
Salone e scalinata del Titanic

A bordo è presente una piscina coperta, una palestra, un bagno turco, un campo di squash e quattro ascensori. I ristoranti e le grandi sale sono decorate con gran sfarzo, come anche gli alloggi privati di prima classe, rifiniti con ornamenti ed accessori di gran lusso, dotati di soggiorno, sala lettura e sala da fumo.

Equipaggiato con la più avanzata e potente stazione radio, la cui portata raggiunge la distanza di 2000 miglia, e comandato dal capitano Edward John Smith, è il più imponente e lussuoso transatlantico del mondo, gioiello della tecnologia navale dell’epoca.

L’inaugurazione del Titanic

Parte per il suo viaggio inaugurale da Southampton (Regno Unito) il 10 aprile 1912, direzione New York, via Cherbourg (Francia) e Queenstown (oggi Cobh, Irlanda). Arrivato a Cherbourg e poi a Queenstown, riparte l’11 aprile verso New York. Dopo 4 giorni di navigazione, il 14 aprile, il Titanic riceve varie segnalazioni di presenza di iceberg dai piroscafi Rappahannock, Maseba e Amerika, dal vapore Baltik, dal mercantile Californian, alle quali però non viene dato il giusto peso. Alcune segnalazioni inspiegabilmente non giungono nemmeno al ponte di comando. A bordo la priorità è data alla decisione di quale velocità far tenere al transatlantico, decidendo di portarla al massimo possibile per avere poter arrivare a New York con un giorno di anticipo. Le responsabilità di queste decisioni non sono però mai chiarite.

Lo scontro con l’iceberg

E’ il 14 aprile 1912, domenica. Alle 23.35 le vedette avvistano ad occhio nudo un iceberg di fronte alla nave, suonano tre volte la campana di allarme e avvertono il ponte di comando. William Murdoch, primo ufficiale, vira immediatamente a sinistra dando il comando di “indietro tutta”, ma la velocità della nave e l’inerzia dovuta alla sua massa, non permettono di evitare l’impatto. Alle 23 e 40 minuti il Titanic entra in collisione con l’iceberg, che provoca sei squarci sotto la linea di galleggiamento. Nonostante la chiusura delle porte stagne, l’acqua invade i compartimenti ed il triste destino del Titanic è segnato: sarebbe affondato entro un’ora e mezza o due al massimo.

L’abbandono della nave

L'affondamento del Titanic
Un disegno che raffigura l’affondamento del Titanic

L’ordine di abbandonare la nave non tarda ad arrivare. I passeggeri vengono chiamati, le scialuppe vengono preparate e si seguono gli ordini del capitano. La prima scialuppa è calata con sole 28 persone a bordo, nonostante la sua capacità fosse di 65 passeggeri. Inoltre, delle 32 scialuppe previste, ne sono montate solo 16 più 4 pieghevoli, insufficienti per le 2.228 persone stimate presenti. Poco dopo mezzanotte, lo sparo di otto razzi di segnalazione non dà risultato, come anche le richieste di aiuto inviate tramite segnalazioni radio. La nave più vicina è il Carpathia che però riesce a giungere sul posto verso le 8 della mattina. Alla 1.30 la prua della nave è completamente sommersa, con la poppa fuori dall’acqua.

L’affondamento del Titanic

Alle 2.15 le luci della nave si spengono e lo scafo si spezza in due tronconi. Alle 2.20 del 15 aprile 1912 il Titanic si inabissa definitivamente nell’oceano. Gran parte dei naufraghi caduti in mare muore non per annegamento ma per congelamento, essendo la temperatura dell’acqua intorno agli 0 gradi. Sopravvivono 705 anime. La profondità oceanica nella zona del naufragio è di 3.800 metri, troppa per le tecnologie dell’epoca.

Il primo tentativo di ritrovamento

Il primo tentativo per ritrovare il relitto del Titanic avviene il 1° settembre 1985, compiuto da una spedizione composta da francesi e americani e condotta da Jean-Louis Michel e Robert Ballard del Woods Hole Oceanographic Institution, che localizzano e fotografano il relitto. Ad una distanza di circa 486 miglia dall’isola di Terranova e ad una profondità di 3.787 metri, il relitto giace su un fondale fangoso dell’Oceano Atlantico.

Nel 1987 si recuperano alcuni oggetti successivamente esposti in alcune mostre. Si recuperano circa 5.000 manufatti. Nel 1996 viene riportata a galla una porzione del ponte di prima classe con due cabine. Secondo gli studiosi, il relitto subisce un costante e veloce degrado a causa di batteri e microrganismi marini che lo consumano fin dal momento dell’affondamento e con il passare dei secoli si trasformerà in polvere e minerale ferroso.

Le conseguenze dopo la tragedia

Il relitto del Titanic
Il relitto del Titanic

A seguito del disastro, il 12 novembre 1913 a Londra viene convocata la Prima conferenza internazionale sulla sicurezza della vita in mare che stabilisce il finanziamento internazionale dell’International Ice Patrol, un’agenzia della guardia costiera americana che ancora oggi controlla e segnala la presenza di iceberg pericolosi nel nord Atlantico. Si stabilisce inoltre che le scialuppe di salvataggio devono essere in numero uguale a quello delle persone a bordo, si rendono obbligatorie: le esercitazioni di addestramento per le emergenze, le comunicazioni radio operative 24 ore su 24 e la dotazione di un generatore di emergenza con autonomia di un giorno. L’ultima superstite ancora in vita, Lillian Gertrud Asplund, è morta negli Stati Uniti il 6 maggio 2006, a 99 anni.

Il film “Titanic” del 1997

“1500 persone finirono in mare quando il Titanic sparì sotto i nostri piedi. C’erano 20 scialuppe nelle vicinanze, solo una di loro tornò indietro… una! Sei persone furono salvate dall’acqua… una di queste ero io. Sei su millecinquecento. In seguito, le 700 persone sulle scialuppe non poterono far altro che aspettare. Aspettare di morire… Aspettare di vivere. Aspettare un perdono… che non sarebbe mai arrivato”. Queste sono le parole pronunciate da Rose, interpretata da Kate Winslet, una delle protagoniste insieme a Leonardo DiCaprio del film “Titanic”, campione di incassi del 1997, diretto da James Cameron.

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