nature morte Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Sun, 29 May 2022 15:03:53 +0000 it-IT hourly 1 Girasoli di Vincent van Gogh https://cultura.biografieonline.it/girasoli-van-gogh/ https://cultura.biografieonline.it/girasoli-van-gogh/#comments Mon, 12 Mar 2018 21:04:16 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=24533 Le opere di Van Gogh sono tra le più celebri e riconoscibili dal grande pubblico mondiale. All’interno della sua vasta produzione ve ne sono alcune immortali. Capolavori che sono diventati veri e propri simboli. Per citarne uno, pensate alla Notte stellata, oggi riprodotta su ogni tipo di gadget. Tra questi capolavori, tra queste opere simboliche, si annoverano anche i Girasoli di Van Gogh. In questo articolo raccontiamo la storia e la genesi di questi quadri, contestualizzandoli nel periodo storico in cui vennero realizzati dal pittore olandese. Vediamo anche perché I girasoli siano diventati così simbolici nella storia dell’arte.

Girasoli Vincent Van Gogh

Girasoli di Van Gogh: undici quadri suddivisi in due serie

Quando ci si riferisce ai Girasoli di Vincent van Gogh, non si indica un singolo quadro, bensì una serie di undici tele. Le prime quattro furono dipinte a Parigi nel 1887 (Serie di Parigi). Mentre le successive sette ad Arles (Serie di Arles). I dipinti sono indicati in lingua inglese come Sunflowers e in francese Tournesols. Si tratta di due serie di nature morte.

La serie eseguita a Parigi raffigura i girasoli stesi a terra, appassiti e recisi. Il secondo insieme mostra invece in ogni tela un mazzo di girasoli raccolti in un vaso. Entrambe le serie hanno a che fare con il suo amico Paul Gauguin (il quale acquistò due delle versioni di Parigi). Di seguito raccontiamo la genesi di questa opera.

Arles e la costituzione di una comunità di pittori

Nel 1888 Vincent van Gogh si trova ad Arles, dove rimane incantato, fra le altre cose, della luce di questa meravigliosa cittadina francese. Dopo aver trascorso alcune settimane in un albergo, decide di prendere in affitto un appartamento di quattro stanze, dove spera di invitare e coinvolgere altri pittori in un suo progetto che alcuni – a torto – considerano folle. Vuole costituire una comunità di pittori che ad Arles costruiscano una sorta di comunità paritaria, dove condividere idee e progetti di pittura. Nessuno aderisce al suo progetto, a parte Gauguin, che dopo le insistenze di Vincent e Theo accetta di raggiungere il suo amico ad Arles. Perché l’idea di questa comunità di pittori?

Girasoli Van Gogh
L’influenza dell’arte giapponese

Van Gogh da molti anni è un amante dell’arte giapponese, la quale esercita su di lui un’influenza estetica profonda e in modo più complesso e articolato anche un’influenza culturale. Infatti il pittore olandese è affascinato dagli artisti giapponesi che gli sembrano più uomini saggi, intelligenti, equilibrati e capaci di costruire dall’osservazione di uno stelo d’erba un’intera poetica pittorica. Leggere e osservare ciò che hanno dipinto, permette a Van Gogh di ragionare sulle loro scelte stilistiche ma anche di formarsi un’idea su come vivevano fino in fondo il loro lavoro di artisti.

Ed è proprio nel contesto di queste riflessioni che decide di fondare una comunità, proprio come la vivevano i pittori giapponesi, cioè nella piena armonia di un’esperienza pittorica. La sua non era però un’idea originale perché già nel 1886 i pittori Émile Bernard e Paul Sérusier ne avevano fondata una in Bretagna, a Pont-Aven, alla quale aveva partecipato anche Gauguin. Lo stesso van Gogh ci aveva già provato a Parigi ma senza successo. Sono comunque i giapponesi con la loro grazia e con la loro infaticabile dedizione al lavoro ad avergli ispirato tale idea.

Girasoli protagonisti

Dunque all’inizio di maggio del 1888 Vincent van Gogh affitta per quindici franchi al mese quattro stanze nella “casa gialla” ad Arles, che anche oggi è possibile ammirare. L’idea è che sia non solo il suo laboratorio ma che ospiti anche coloro che vorranno condividere con lui questo progetto. Gauguin risponde all’appello.

Vincent non è solo contento della risposta dell’amico, ma vive i giorni prima del suo arrivo con una apprensione che lo porta quasi all’esaurimento. Decide che insieme dipingeranno una sinfonia di undici tele che avranno come protagonisti i girasoli. Le tele dei girasoli – nello specifico la serie di Arles – hanno anche un’importanza simbolica, proprio perché divennero per Van Gogh la premessa ad una futura comunità di pittori, che purtroppo non riuscì mai a costituire.

L’elenco dei dipinti

Serie di Parigi

  1. Quattro girasoli appassiti (giugno 1887)
  2. Due girasoli appassiti (agosto-settembre 1887)
  3. 2 girasoli recisi (agosto-settembre 1887)
  4. Due girasoli recisi in verde e giallo (agosto-settembre 1887)

Serie di Arles

  1. Vaso con tre girasoli (agosto-settembre 1888)
  2. Vaso con cinque girasoli (agosto-settembre 1888)
  3. Un vaso con dodici girasoli (agosto-settembre 1888)
  4. Vaso con quindici girasoli (agosto-settembre 1888)
  5. Vaso con dodici girasoli (gennaio 1889)
  6. Un vaso con quindici girasoli (dicembre 1888-gennaio 1889)
  7. Vaso con quindici girasoli (gennaio 1889)

Il dipinto N.2 (Vaso con cinque girasoli) apparteneva a una collezione privata giapponese che andò distrutta a causa di un incendio durante la Seconda Guerra Mondiale il 6 agosto 1945).

Le ripetizioni (1889)

All’interno della serie di Arles è possibile classificare un’ulteriore serie, un sottoinsieme composto da tre dipinti realizzati nel 1989 che sono ripetizioni di altri. Questi ultimi tre quadri sono probabilmente quelli più noti e riprodotti della serie.

Il significato dei girasoli

I girasoli, piante che rivolgono il loro fiore verso il sole, rappresentano per Van Gogh una tensione ideale verso la luce, fonte della quale è proprio il sole, che lui riteneva fondamentale e che nella sua idea di pittura rappresenta una presenza sfolgorante. Mentre il girasole rappresenta la sua emanazione umana, carnale e quindi mortale. Van Gogh in qualche modo si trasfigura nel girasole che anche quando si piega o appassisce contiene in sé però la forza che gli ha dato il sole. E lui stesso passa intere giornate nei campi vicino ad Arles ad ammirarlo. E infatti nell’agosto del 1888, un mese assolatissimo e molto caldo, Vincent dipinge quattro tele raffiguranti girasoli. L’idea della comunità naufragherà e anzi Van Gogh e Gauguin litigheranno violentemente, tanto che il secondo lascerà l’amico e tornerà a Parigi. Van Gogh preso dalla rabbia e dallo sconforto si taglierà un orecchio.

Il quadro più pagato del mondo

Il 30 marzo 1987, anche coloro che non avevano interesse per l’arte furono informati dell’esistenza della serie dei Girasoli di van Gogh. Ha fatto il giro del mondo la notizia dell’acquisto a Londra (all’asta Christie’s) di uno dei dipinti della serie (Vaso con quindici girasoli) da parte del giapponese Yasuo Goto. Il magnate delle assicurazioni all’epoca sborsò l’equivalente di quasi 40 milioni di dollari: all’epoca la cifra più alta mai sborsata per dipinto. Il prezzo era più di quattro volte il precedente record, di circa 12 milioni di dollari, pagati per l’Adorazione dei Magi di Andrea Mantegna nel 1985. Questo nuovo record fu battuto pochi mesi dopo, con l’acquisto di un’altra opera di Van Gogh, gli Iris; per questo quadro l’imprenditore australiano Alan Bond pagò quasi 54 milioni di dollari (11 novembre 1987).

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Il pasto (quadro di Gauguin) https://cultura.biografieonline.it/gauguin-il-pasto/ https://cultura.biografieonline.it/gauguin-il-pasto/#comments Wed, 04 Mar 2015 15:53:46 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=13518 Il pasto” fu dipinto nel 1891, poco dopo l’arrivo di Paul Gauguin a Tahiti. La tecnica utilizzata è olio su carta incollata su tela e misura 73×92 cm. Curiosamente non è un quadro che ritrae la vera vita tahitiana; anzi, dai volti dei bambini traspare una certa tensione ed un certo imbarazzo per il fatto di essere ritratti in quel contesto. La scena sembra costruita ed organizzata in modo premeditato e questo aspetto non toglie originalità all’opera: aggiunge invece inquietudine. E’ un quadro strano, dal significato difficile. Scoprirlo è come svelare un mistero.

Gauguin - Le repas - Il pasto - 1891
Paul Gauguin: Il pasto (Le repas, 1891) – Musée d’Orsay, Parigi

Il mistero del quadro “Il pasto”: analisi

Innanzitutto, non si tratta di un pasto: vi sono dei frutti e una ciotola ricolma di latte di cocco. I tahitiani non siedono a tavola per consumare il loro pasto, pertanto il quadro va visto come una doppia composizione: un ritratto dei bambini e una natura morta che riguarda la frutta, un recipiente, una ciotola e una zucca vuota posti sul tavolo.

Il coltello determina la prospettiva del dipinto. La grandezza delle banane e della ciotola attirano subito l’attenzione, sono enormi e occupano gran parte del quadro. Perché? La loro presenza dà un senso di ricchezza e di abbondanza, in contrasto con i visi dei bimbi che non sono felici di poter assaporare quei cibi.

La lettura di Gauguin, cioè la sua interpretazione, è puramente esotica e in questo dipinto manca la potenza delle opere successive. Eppure, il dipinto nasconde un mistero affascinante. Perché Gauguin decide di dipingere un quadro di questo tipo? Qual è il motivo per cui sceglie di ritrarre i tre bambini di fronte ad una natura morta? Si possono fare solo ipotesi, tuttavia il dipinto sembra contenere in sé una simbologia mistica.

L’unione fra cibo e fanciulli, in un contesto esotico, parrebbe unire l’interesse dell’autore per le raffigurazioni spirituali con l’incontro emozionante e scioccante che una nuova e diversissima civiltà, può avere suscitato in lui.

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Natura morta con cipolle (Cézanne) https://cultura.biografieonline.it/cezanne-natura-morta-con-cipolla/ https://cultura.biografieonline.it/cezanne-natura-morta-con-cipolla/#comments Thu, 15 Jan 2015 13:17:42 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=12790 La natura morta è un tema che attraversa tutta la carriera artistica di Paul Cézanne. Questo quadro, “Natura morta con cipolle rosse“, che è stato dipinto da Cézanne fra il 1896 e il 1898, è una delle rappresentazioni più interessanti, non solo del tema della natura morta ma anche della storia del Cubismo, perché è uno dei dipinti che più influenzò la nascita di questo movimento creato da Braque e Picasso.

Natura morta con cipolle (Paul Cézanne, 1896-1898)
Natura morta con cipolle rosse (Paul Cézanne, 1896-1898) • Olio su tela • Cm 66 x 82 • Museo d’Orsay, Parigi

Natura morta con cipolle: analisi del quadro

Cézanne ispirò i cubisti per il suo modo di dipingere la prospettiva. E infatti la prospettiva, uno degli aspetti fondamentali del Cubismo, viene rappresentata in modo diverso rispetto alle altre nature morte. Come si può osservare, la prospettiva del piano del tavolo è più sollevata rispetto alla posizione della bottiglia e del bordo orizzontale del mobile.

Inoltre, Cézanne studia e dipinge oggetti di uso quotidiano che diventano i protagonisti delle sue tele. E anche questo è un altro aspetto fondamentale del Cubismo: osservare e decostruire oggetti che appartengono alla vita di tutti i giorni. L’innovazione della prospettiva è una conseguenza dello studio dei quadri di Chardin, che Cézanne aveva studiato con molta attenzione; ma il motivo per cui questo dipinto ha attirato l’attenzione dei critici è stato lo studio del colore e del volume delle cose riprodotte.

Le cipolle, la bottiglia, il coltello, il bicchiere e il piatto, sono tutti oggetti utilizzati da Cézanne per sperimentare il volume, la forma e la profondità. Inoltre, la disposizione di questi oggetti di uso comune servono al pittore per misurare lo spazio e per studiare la luce che si posa sugli oggetti. Lo sguardo si concentra sugli oggetti ammassati sul tavolo, mentre il muro dietro al tavolo e alla bottiglia è vuoto. Aspetto questo non secondario, che cambia gli scenari delle precedenti nature morte.

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Natura morta con Bibbia (opera di Van Gogh) https://cultura.biografieonline.it/natura-morta-bibbia-van-gogh/ https://cultura.biografieonline.it/natura-morta-bibbia-van-gogh/#comments Thu, 31 Jul 2014 12:18:23 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=11709 Un celebre quadro del pittore olandese Vincent Van Gogh è “Natura morta con Bibbia”, eseguito nel 1885. Si tratta di un dipinto a olio su tela di misure 65×78 cm, custodito ad Amsterdam al Van Gogh Museum. L’opera fu realizzata durante un soggiorno del pittore a Neunen; in questa località vivevano i suoi genitori; qui trascorse un periodo della sua vita tra il 1883 e il 1885. Il quadro venne dipinto sette mesi dopo l’improvvisa morte del padre.

Van Gogh: Natura morta con Bibbia
Natura morta con Bibbia, celebre quadro di Vincent Van Gogh, datato 1885

Natura morta con Bibbia: il quadro

Nella tela spicca in primo piano una Bibbia aperta, accanto appaiono un candeliere spento e un romanzo di Émile Zola. La Bibbia è volutamente spalancata al capitolo 55 del Libro di Isaia, ovvero l’ode più nominata tra quelle dette del “Servo di Dio”; qui si menziona l’arrivo del servo di Dio che gli uomini disprezzeranno.

Il candeliere spento appartenuto al padre è invece il simbolo della precarietà della nostra esistenza e della sfiducia nei confronti della religione da parte dell’autore, che aveva trovato sostegno in essa negli anni precedenti.

Gli oggetti del dipinto presentano un chiaro collegamento con la tradizione iconografica della “vanitas” e del Seicento olandese.

Natura morta con Bibbia, dettaglio: "La Joie de vivre" (opera di Emile Zola)
Il dettaglio con “La Joie de vivre”, di Emile Zola

L’artista sintetizza il rapporto con il genitore contrapponendo da una parte la Bibbia, emblema della cultura religiosa, con “La Joie de vivre” di Émile Zola. Infatti, in primo piano è rappresentata l’opera del celebre scrittore francese, uno tra gli autori preferiti da Van Gogh.

L’attenzione si sofferma sulla copertina gialla del romanzo; questo segna quella tensione ideologica e religiosa presente tra l’autore e suo padre, che invece odiava Zola e i naturalisti francesi poiché gli sembravano degli “immorali” e polemizzava sulla loro pittura tonale.

Van Gogh infrange gli schemi che la tradizione storico-artistica di quel periodo impongono, ricorrendo al simbolismo personale che lo porta a una minuziosa ricostruzione della sua identità.

Grazie alla sua tecnica pittorica perfezionata negli anni e a un diverso utilizzo del colore, Van Gogh crea dunque una serie di opposizioni tra grande e piccolo, aperto e chiuso, monocromo e colorato che emergono anche in questa sua tela.

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Buffet e tavolo, storia e analisi dell’opera di Henri Matisse) https://cultura.biografieonline.it/buffet-tavolo-matisse/ https://cultura.biografieonline.it/buffet-tavolo-matisse/#comments Fri, 09 May 2014 10:06:49 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=10814 Buffet e tavolo” di Henri Matisse è un olio su tela, centimetri 67,5 x 82,5, Svizzera, collezione privata. Ad ispirare questo sofisticato pointillisme è un viaggio in Corsica effettuato dall’artista nell’estate del 1898, che segna un’ulteriore tappa nel percorso di Henri Matisse, quella che egli stesso indica la “rivelazione del Sud”.

Buffet e tavolo (Matisse, 1898) - Olio su tela: 67,5 x 82,5 cm
Henri Matisse: Buffet e tavolo (1898)

Il pittore prende coscienza della funzione fondamentale del colore nella resa espressiva dell’immagine.

In questo viaggio, Matisse si rende conto che il colore-luce, adottato dagli impressionisti, comporta un nuovo modo di trattare la forma, che non può più essere definita da linee e contorni dei dipinti precedenti. Bisogna sfaldare il colore, fonderlo, spezzettarlo per rendere l’atmosfera e la sua maggiore o minore luminosità. Da qui, la magnifica tela “Buffet e tavolo“.

Una serie di piccoli punti di colore puro, accostati seguendo precise ottiche allora in voga, rendono l’intensa luminosità dell’immagine, che riprende schemi precedenti, con delle variazioni.

In Buffet e tavoloMatisse dà la sensazione visiva delle due tavole imbandite che, incrociandosi su due livelli, creano, con gli altri piani sul fondo, la profondità dell’ambiente. Piatti, alzate con frutta, tazze, barattoli, pane e frutti sparsi raccontano le colazioni del pittore.

La tecnica

La tecnica utilizzata è quella del pointillisme, citato all’inizio. Il termine francese è indicato in italiano come puntinismo (o anche puntillismo). Il nome identifica un movimento pittorico caratterizzato dalla scomposizione dei colori in piccoli punti. Il puntinismo sì è sviluppato in Francia intorno al 1870, ed è stato battezzato così dal critico Félix Fénéon.

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Natura morta con due bottiglie (opera di Henri Matisse) https://cultura.biografieonline.it/natura-morta-bottiglie-matisse/ https://cultura.biografieonline.it/natura-morta-bottiglie-matisse/#comments Tue, 06 May 2014 16:44:29 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=10702 E’ il tema della natura morta quello dell’esordio di Matisse: “Natura morta con due bottiglie” (olio su tela, centimetri 73×60, collezione privata, 1896) che mostriamo di seguito.

Natura morta con due bottiglie (Henri Matisse: olio su tela, centimetri 73x60, 1896)
Matisse: Natura morta con due bottiglie (1896)

“Dipingere una natura morta consiste nel trasporre i rapporti fra gli oggetti del tema, con l’accordo di diversi valori cromatici e delle loro correlazioni… bisogna però rendere le emozioni che essi risvegliano”, così spiega Henri Matisse, nel 1908, ai suoi allievi.

La Natura morta è un’arte sperimentata con particolare attenzione nel primo decennio di attività di Matisse, in contemporanea a quelli degli interni e della figura umana. Le prime figure morte sono copie da dipinti fiamminghi. Sono ispirate anche alla tradizione francese, attraverso modelli di Chardin e Manet.

Questa raffinata “Natura morta con due bottiglie”, contemporanea alla “Bottiglia di Schiedam”, testimonia l’adesione a soggetti simili di Cézanne, creati con vivaci e solide forme, inserite in uno spazio costruito da incroci di linee, con pochi tocchi di colore.

La tavolozza di Matisse è schiarita, la pennellata è più spessa, le trasparenze accentuate. Particolare è la resa dello spazio, creato dal piano del tavolo, che si incrocia con una madia e una tela appesa per rovescio al muro. Si tratta di un interno autobiografico: è la tavola del pittore, con la sua tazza, le sue bottiglie, i suoi piatti. Ritrae un piatto di frutta, una pagnottella e un quartino di vino rimasto nella bottiglia, non formaggi e crostacei come nelle ricche tavole olandesi.

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Canestra di frutta, breve analisi del dipinto di Caravaggio https://cultura.biografieonline.it/caravaggio-canestra-frutta/ https://cultura.biografieonline.it/caravaggio-canestra-frutta/#respond Fri, 25 Apr 2014 12:33:51 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=10523 La Canestra di frutta è un’opera del Caravaggio realizzata negli anni della sua giovinezza. E’ datata tra il 1594 e il 1598. Si tratta di una natura morta, olio su tela, che misura 46 x 64,5 centimetri. E’ conservata a Milano, presso la Pinacoteca Ambrosiana.

Caravaggio, Canestra di frutta (1594-1598)
Canestra di frutta (opera del periodo 1594-1598 di Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio)

Michelangelo Merisi, detto – dal presunto luogo di nascita – il Caravaggio, è il maggiore pittore italiano del Seicento. Intorno al 1591-92, il giovane pittore si reca a Roma ed è qui che svolge gran parte della sua attività.

In un primo momento lavora presso alcuni pittori locali, il più noto dei quali è il Cavalier d’Arpino. Egli lo mise “a dipingere fiori e frutta”, ovvero a svolgere un’attività di pittore di “nature morte”. Tale esperienza sarà fondamentale per tutta la pittura del Caravaggio.

Canestra di frutta di Caravaggio: l’importanza della natura morta

La “natura morta”, infatti, non è un soggetto “nobile” che possa essere interpretato; essa è solo se stessa, in tutta la sua presenza di oggetto reale. E’ quindi più adatta a diventare pittura senza sottintesi allegorici, senza significati nascosti, più adatta ad esprimere il mondo interiore dell’artista.

Si tratta di un tipo di pittura fatta soltanto di colori, di luci e di ombre. La “natura morta” aiuterà poi il Caravaggio a capire la realtà di per sé; non una realtà abbellita secondo la norma classica, ma la realtà quotidiana nella quale vive l’uomo.

Testimonianza delle opere giovanili di Caravaggio sono: la Canestra di frutta, il Bacco e il Riposo nella fuga in Egitto.

Descrizione del quadro

La prima opera, la Canestra di frutta, qui analizzato rappresenta l’unico esempio di “natura morta” autonoma del pittore. In quest’opera l’umile oggetto naturale diventa protagonista, rilevandosi contro il fondo chiaro compatto. Essa vive plasticamente, per i rapporti fra luci e ombre, per il brillìo degli acini d’uva, per la rotondità lucente della mela, del limone e della pesca, per la rugosità dei fichi, per il distendersi o accartocciarsi delle foglie.

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Questa verità di riproduzione non è una banale copia: nella sua magnifica evidenza, nell’equilibrio compositivo fra pieni e vuoti, nel rapporto reciproco dei colori, la canestra di frutta assume una vitalità intensa e si colloca fra i capolavori della pittura caravaggesca.

Ne ignoriamo la data esatta, anche se è da supporre che possa essere stata dipinta intorno alla metà dell’ultimo decennio del secolo XVI. Si tratta di quel decennio in cui la formazione del pittore si completa; egli è poco più che ventenne. Accanto a questa si collocano opere come il Bacco degli Uffizi (1593-1594, olio su tela, centimetri 95×85. Firenze, Galleria degli Uffizi) e il Riposo nella fuga in Egitto (1594-1596, olio su tela, metri 1,30×1,60. Roma, Galleria Doria Pamphìli).

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Il Vaso blu, quadro famoso di Paul Cézanne – Analisi dell’opera https://cultura.biografieonline.it/vaso-blu-cezanne/ https://cultura.biografieonline.it/vaso-blu-cezanne/#comments Tue, 18 Dec 2012 11:51:37 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=5508 Il Vaso blu fu dipinto da Paul Cézanne fra il 1889 e il 1890.  Si tratta di un olio su tela che misura 61 x 50 cm e che attualmente è esposto al Musée d’Orsay di Parigi. In questo quadro appare subito evidente il lavoro del pittore sul colore. E’ da osservare con attenzione particolare la modulazione dei colori che generano nella composizione  un’armonia straordinaria in tutta la composizione. Cézanne infatti nelle sue nature morte è più interessato al colore che al disegno e le forme vengono semplificate, spesso annegate nel colore.

Vaso blu, famoso quadro di Paul Cézanne
Vaso blu, di Paul Cézanne

Il colore viene modulato in una libertà espressiva senza volumi in cui la luce assume un ruolo fondamentale nella realizzazione dell’opera.

Ne Il Vaso blu lo sfondo e il tavolo, su cui è appoggiato il vaso, sono realizzati con tinte neutre mentre gli oggetti in primo piano e il vaso stesso sono più marcati, i contorni invece sono neri. La luce che pervade gli oggetti dà una consistenza particolare al quadro.

L’azzurro del vaso è ricreato con lievi pennellate verso i lati del dipinto e questo elemento, insieme allo schematismo del disegno che crea linee orizzontali e verticali, costruisce una sorta di composizione musicale la cui lettura accompagna la visione del quadro.

Cézanne aggiunge nel dipinto anche alcune mele creando una sorta di dialogo fra frutti e fiori.

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Natura morta del sabatot. Quadro fondamentale di Joan Miró https://cultura.biografieonline.it/miro-natura-morta-con-scarpa-vecchia/ https://cultura.biografieonline.it/miro-natura-morta-con-scarpa-vecchia/#respond Sat, 01 Dec 2012 06:56:01 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=5105 Natura morta del sabatot (o con scarpa vecchia) è uno dei quadri più importanti di Joan Miró. Segnò un punto di svolta nella sua produzione artistica e nel suo modo di intendere l’arte e di conseguenza la vita. Si tratta di un olio su tela di 81,3 x 116,8 cm, attualmente esposto al Museum of Modern Art di New York. Il quadro fu dipinto a Parigi nel 1937, dopo che Mirò decise di rimanere in Francia perché la Guerra Civile Spagnola gli impediva di rientrare a Barcellona, sua città natale.

Natura morta con scarpa vecchia (1937)
Joan Mirò: Natura morta del sabatot  (1937)

La permanenza a Parigi lo costrinse ad interrompere la produzione di opere che in quel periodo lo vedevano più impegnato e di ripensare al suo lavoro. La situazione politica spagnola, infatti, lo aveva gettato in un forte sconforto emotivo e decise pertanto di dedicarsi per cinque mesi a questa natura morta. Il risultato fu straordinario e sicuramente delineò una divisione marcata fra i suoi lavori precedenti e quelli successivi.

I colori sono acidi, accesi e in contrasto fra loro. Gli elementi utilizzati come modelli appartengono alla realtà, anche se in una prima visione sono difficili da inquadrare  e capire: una bottiglia incartata, una mela e un pezzo di pane con una forchetta infilata sulla sua sommità. Gli oggetti riempiono il quadro in una visione ampia e imponente.

Joan Miró
Joan Miró

Sembra quasi una realizzazione che richiama la confusione, l’odio, la rabbia e l’impotenza che derivano dai fatti bellici che non avrebbero solo coinvolto la Spagna in una guerra distruttiva ma che avrebbero portato anche alla Seconda guerra mondiale. Gli oggetti sono evidenziati da colori caldi che li circondano ed entrano in contrasto con i colori più foschi e scuri dello sfondo.

La luce e l’ombra in continuo contrasto, mentre gli oggetti assumono una dimensione catastrofica, questo è l’elemento preponderante del quadro perché da questo momento in poi Mirò avrebbe potuto continuare su questa strada, impostando il suo lavoro in un ripiegamento verso il tragico, mentre in seguito decise di andare in un’altra direzione. Cambiò percorso, entrò in un altro mondo e ripartì da Le costellazione, una serie di quadri meravigliosi, che lo portarono ad un livello artistico più alto.

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L’ortolano (e Ortaggi in una ciotola), di Giuseppe Arcimboldi https://cultura.biografieonline.it/arcimboldo-ortolano-ortaggi-in-ciotola/ https://cultura.biografieonline.it/arcimboldo-ortolano-ortaggi-in-ciotola/#respond Fri, 30 Nov 2012 11:46:54 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=5144 Ortaggi in una ciotola o l’Ortolano è un quadro dipinto da Giuseppe Arcimboldo nel 1590. Si tratta di un olio su tavola che misura 35,8 x 24,2 cm e attualmente si trova presso il Museo Civico di Cremona. Il dipinto fa parte dei quadri reversibili cioè quei dipinti che possono essere girati di 180 gradi e mostrano un’immagine diversa. In questo caso una ciotola contenente ortaggi se viene girata mostra il volto dell’ortolano che prende la forma di una testa con la ciotola che assume l’aspetto di un copricapo.

L'ortolano o Ortaggi in una ciotola (reversibile)
Arcimboldo: L’ortolano o Ortaggi in una ciotola (1590, Natura morta reversibile)

La composizione degli ortaggi, sistemati in un determinato modo, riprendono la fisionomia di capelli, naso bocca e zigomi del volto rubicondo dell’ortolano. Questa tecnica sorprendente diede ad Arcimboldo un’ampia notorietà, sia in vita che per alcuni anni successivi. In seguito però questa tecnica fu considerata minore e Arcimboldo venne in parte ridimensionato.

Solo nel periodo del Surrealismo la pittura fantastica e grottesca del pittore milanese fu riconsiderata e riportata all’antica fama.

Arcimboldo, Ortaggi in una ciotola
Ortaggi in una ciotola (L’ortolano rovesciato)

Le teste composite sono una caratteristica dell’attività artistica di Arcimboldo, che attraverso l’utilizzo degli oggetti e delle cose che caratterizzano l’attività del soggetto ritratto ne definiscono la fisionomia, in questo caso si tratta di un ortolano e agricoltore. L’invenzione e la tecnica sapiente e dettagliata che il pittore utilizza lascia una sensazione di piacevole gioco visivo ma anche di inquietudine, mentre l’occhio dà vita agli oggetti nella composizione di un volto.

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