Narciso Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Mon, 14 Feb 2022 18:26:07 +0000 it-IT hourly 1 La metamorfosi di Narciso: spiegazione del quadro di Salvador Dalì https://cultura.biografieonline.it/metamorfosi-narciso-dali/ https://cultura.biografieonline.it/metamorfosi-narciso-dali/#comments Wed, 10 Nov 2021 11:45:26 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=11755 La metamorfosi di Narciso è un quadro realizzato tra il 1936 e il 1937 dal pittore catalano Salvador Dalí. Il dipinto ha dimensioni di 50,8 cm X 78,3 cm ed è conservato alla Tate Modern Gallery di Londra.

La metamorfosi di Narciso (Salvador Dalì, 1936-1937)
La metamorfosi di Narciso (Salvador Dalì, 1937)

Analisi dell’opera

L’opera simboleggia il mito del narcisismo, raffigurato da un Narciso che muore e si fossilizza. Per realizzare questo dipinto, il pittore catalano utilizza il suo metodo critico-paranoico. Esso consiste nel guardare un oggetto e vederne – e quindi dipingerne – un altro.

Sono quindi evidenti le illusioni ottiche e altri tipi di immagini multiple. Salvador Dalí raffigura Narciso che si trova seduto in una posizione definita quasi fetale. Tale elemento riconduce alla ricerca, da parte del personaggio, della solitudine del grembo materno, prima di nascere. Il Narciso di Dalí sembra immerso in una calda e aurea luminescenza con la testa rivolta verso il basso.

La metamorfosi di Narciso: il quadro

Narciso si trova nelle vicinanze di uno stagno ed è chiaramente visibile il suo riflesso dal quale ha inizio la trasformazione. Poco lontano da lui, si nota una statua decadente in pietra su un piedistallo, raffigurante probabilmente lo stesso Narciso.

La trasformazione della figura avviene da sinistra verso destra, mentre i colori trasparenti, evanescenti, lungo la trasformazione si caricano di connotati sempre più opachi, assumendo una connotazione realistica e concreta paragonata ad un lento risveglio dopo un sogno visionario. La metamorfosi si percepisce grazie alla somiglianza delle sagome delle due figure. In questo caso, il protagonista assume quindi le sembianze di una mano che stringe un uovo dal quale nasce un fiore di narciso. La mano potrebbe indicare l’atto della masturbazione (tema affrontato dall’artista nel 1929 nel quadro Il grande masturbatore), oppure, secondo altre interpretazioni, simboleggiare la morte.

A rafforzare quest’ultima tesi, si vedono sulla base del pollice di questa mano pietrificata delle formiche che stanno a simboleggiare la decomposizione e la caducità dell’esistenza e della vita.

L’uovo, invece, è usato dal pittore per indicare il simbolo della sessualità. Sullo sfondo si possono ammirare figure di nudi, che ricordano le pose classiche e gli atteggiamenti formali tipici dei periodi storici del manierismo e del rinascimento. Sulla scena, inoltre, è presente la figura di uno sciacallo nell’atto di sbranare una carogna.

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Narciso e il mito di Narciso https://cultura.biografieonline.it/narciso-mitologia/ https://cultura.biografieonline.it/narciso-mitologia/#comments Sat, 07 Jan 2017 17:21:21 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=20659 Il mito di Narciso è sicuramente il più conosciuto della mitologia greca. Talmente famoso da diventare una parola di uso comune per indicare una specifica caratteristica dell’uomo: l’amore smisurato per se stessi. Il mito di Narciso, infatti, narra la storia di un giovane bellissimo che perde la vita perché si innamora perdutamente del suo riflesso.

Il mito di Narciso - Caravaggio - dettaglio
Un dettaglio del Narciso di Caravaggio (1597-1599, Galleria Nazionale d’Arte Antica – Palazzo Barberini, Roma)

Esistono molte versioni del mito ed è difficile destreggiarsi tra esse. La fonte più autorevole è Ovidio con le sue Metamorfosi. L’opera è punto di riferimento per la diffusione della mitologia greca perché racchiude tutte le storie metamorfosi.

Né vasto tratto di mare, né lungo cammino, né monti, né mura di città con porte sbarrate, ci separano, bensì siamo disgiunti da poca acqua” (Le metamorfosi, Ovidio)

Per quanto riguarda il mondo greco, la prima fonte in assoluto sarebbe quella proveniente dai papiri di Ossirinco, forse opera dello scrittore Partenio. La fonte greca più autorevole sarebbe però l’opera di Pausania, Periegesi della Grecia (II secolo d.C.). Le differenze tra la versione greca e quella romana sono abbastanza evidenti.

Il mito di Narciso: la storia e le versioni

In generale, la storia ha dei punti in comune in tutte le versioni. Narciso è il figlio di Cefiso, una divinità fluviale, e di Liriope, una ninfa. La madre era però molto preoccupata perché aveva dato alla luce questo bambino bellissimo. Si recò così dall’oracolo Tiresia, che le consigliò di non fargli mai conoscere se stesso. Il bambino crebbe e divenne un adolescente bellissimo, del quale tutti si innamoravano. Narciso, però, respingeva tutti, forse per orgoglio o per forte personalità.

Secondo la versione romana, Eco, una ninfa che non poteva parlare per prima perché punita da Giunone, si innamorò follemente di lui. Ella, però, non poteva dichiararsi in quanto con la sua voce poteva soltanto fare eco a quella di Narciso, che la rifiutò bruscamente. La fanciulla così trascorse il resto della sua esistenza a vagare nelle valli, fino a diventare soltanto una voce.

La dea della vendetta, Nemesi, decise di punire il giovane Narciso per il suo rifiuto alla ninfa. Lo condannò così a specchiarsi in un laghetto per bere. Quando lui si calò per bere l’acqua, vide il suo riflesso e se ne innamorò perdutamente. Dopo poco, capì di essere lui stesso il bellissimo ragazzo e realizzò che il suo era un amore impossibile.

Ovidio afferma che Narciso morì consumato dal fuoco di quell’amore irrealizzabile. Altre fonti invece riportano che egli si gettò nel fiume, nell’estremo tentativo di raggiungere l’amore. Quando le ninfe accorsero per seppellire il suo corpo, al suo posto trovarono dei fiori bellissimi. Si trattava di fiori bianchi e gialli, quelli conosciuti oggi come fiori del narciso. Questo termine deriva proprio dalla parola greca narke, che significa stupore (lo stupore di Narciso che vide per la prima volta la propria immagine).

La versione greca

Secondo la versione greca, contenuta nei papiri di Ossirinco, Narciso venne punito e costretto a specchiarsi perché aveva spinto un giovane ragazzo di nome Aminia ad uccidersi pur di non ricambiare il suo amore. Pausania, invece, modificò  una parte importante della storia. Secondo lui, Narciso non si innamorò del suo riflesso ma della sorella gemella defunta. Specchiandosi, rivide in se stesso il volto dell’amata sorella e trovò così consolazione al suo dolore.

Narciso nella cultura

Ad ogni modo, a qualunque versione ci si riferisca, il mito di Narciso ha affascinato centinaia di generazioni di tutte le epoche storiche. Nella pittura, ha ispirato i più grandi artisti. Si ricordino in particolare:

Dalí - Metamorfosi di Narciso
Metamorfosi di Narciso (Salvador Dalí, 1936-1937 – Tate Modern Gallery, Londra)

È impossibile non ricordare l’influenza che il mito ha avuto nella letteratura di tutti i tempi, in particolare soprattutto dall’Ottocento in poi. Basti pensare che il famoso romanzo di Oscar Wilde, Il ritratto di Dorian Gray, è fortemente ispirato alla figura di Narciso. I riferimenti potrebbero continuare, passando per la musica e per il cinema.

Per comprendere a pieno la celebrità del mito, si può vedere che le parole narcisismo e narcisista sono ormai entrate nel nostro vocabolario comune proprio per indicare una persona che prova troppo amore per se stesso. Questo ci aiuta a comprendere quanto i miti greci siano ormai parte del nostro patrimonio culturale e quanto abbiano influenzato la nostra civiltà fin dalle origini.

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Il ritratto di Dorian Gray: riassunto https://cultura.biografieonline.it/riassunto-ritratto-dorian-gray/ https://cultura.biografieonline.it/riassunto-ritratto-dorian-gray/#comments Mon, 10 Feb 2014 12:11:32 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=9728 Il romanzo Il ritratto di Dorian Gray ha una complicata storia editoriale. Scritto da Oscar Wilde, fu pubblicato per la prima volta nel 1890, poi nel 1891 l’autore decise di pubblicarne la Prefazione per rispondere a tutte le critiche che aveva ricevuto. Sempre nel 1891 l’autore fece ristampare il romanzo con l’aggiunta della prefazione e di alcuni capitoli.

Il ritratto di Dorian Gray
Due copertine italiane e una inglese del celebre romanzo “Il ritratto di Dorian Gray”

Si tratta di un’opera fondamentale in quanto ispira il decadentismo italiano, il superomismo d’annunziano e la cultura dandy europea. La prefazione del romanzo infatti proclama l’idea di vivere la vita come se fosse un’opera d’arte. Per questo Oscar Wilde con il suo romanzo è considerato l’iniziatore dell’Estetismo (vita basata sull’apparenza).

Il romanzo è misterioso ed intrigante, cattura il lettore facendolo immergere nei sentimenti del giovane Dorian Gray, aristocratico inglese che vive nella Londra vittoriana del XIX secolo. La sua particolarità era di essere bellissimo. Egli però arriva a perseguire l’ideale della bellezza a tutti i costi, perdendo poi la bellezza interiore.

Si accorge di questa sua qualità quando il pittore Basil Hallward gli regala un suo ritratto: egli guardando la tela afferma di voler rimanere così per sempre.

Un’influenza negativa viene esercitata da parte di Lord Henry Wotton, aristocratico attaccato solo ai valori vacui della vita. Egli influenza Dorian al punto da spingerlo ad un patto col demonio: grazie a questo patto Dorian potrà conservare la bellezza esteriore mentre il quadro invecchierà al suo posto.

Dorian così conduce una vita dissoluta, ha una relazione con un’attrice, Sybil Vane, che sceglie la via del suicidio a causa dei continui tormenti dell’amante.

Una foto di Oscar Wilde
L’autore Oscar Wilde: nato a Dublino, in Irlanda, il 16 ottobre 1854 e morto il 30 novembre 1900 a Parigi, in Francia.

Ad un certo punto però Dorian non sopporta più la vista del quadro e lo colloca in soffitta. Il dipinto infatti sta invecchiando al suo posto e mostra tutti i segni della sua bruttezza interiore. Diventa talmente un tormento che uccide l’autore del quadro.

Il quadro gli crea talmente tanti pensieri che decide di disfarsene: lo pugnala a morte ma così facendo in realtà pugnala se stesso e cade a terra morto. I domestici trovano al suo posto il cadavere di un vecchio irriconoscibile.

Il romanzo si basa sulla vita condotta come un’opera d’arte, sull’inseguimento della bellezza, dell’eterna giovinezza che resta per il protagonista una chimera irraggiungibile.

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Riassunto di Narciso e Boccadoro, di Hermann Hesse https://cultura.biografieonline.it/riassunto-narciso-e-boccadoro/ https://cultura.biografieonline.it/riassunto-narciso-e-boccadoro/#respond Tue, 15 Oct 2013 11:54:57 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=8006 Narciso e Boccadoro“, qui riassunto, fu scritto nel 1930 da Hermann Hesse (scrittore, poeta, filosofo e successivamente premio Nobel). E’ uno dei più bei romanzi della storia della Letteratura.

Di cosa parla e a chi è consigliato

Il costante dissidio dell’uomo contemporaneo tra: obbligo e libertà di scelta, tra la natura e lo spirito, il dovere e l’essere trova nel libro un’interessante analisi. “Narciso e Boccadoro” è stato uno dei maggiori successi di Hesse, a dispetto dei pareri espressi dalla critica.

Il libro pone il lettore di fronte a quegli inquietanti interrogativi sulla condizione dell’uomo contemporaneo, in un’accattivante, limpida fusione di favola simbolica e romanzo picaresco.

Hesse: Narciso e Boccadoro (1930)
La copertina di “Narciso e Boccadoro” in una edizione inglese (Narcissus and Goldmund, 1930)

Il libro è consigliato sia ad un pubblico giovane che a persone mature.

E’ indicato a chiunque cerchi di capire e accettare la diversità degli altri, ma anche per chi vuole imparare a convivere con l’altra faccia più nascosta della propria anima.

Il linguaggio usato da Hermann Hesse è di facile comprensione.

Il racconto tocca temi profondi quali:

  • l’amicizia,
  • le scelte di vita,
  • la morte,
  • l’autodistruzione,
  • la concezione dell’arte,
  • la contrapposizione tra istinto e ragione,
  • eros e logos.

Narciso e Boccadoro: trama e riassunto

Il romanzo è ambientato nel tardo Medioevo, in Germania, l’autore non cita mai i nomi dei luoghi. Solo il convento di Marianbronn è nominato nel romanzo che si ispira sicuramente alla vicenda autobiografica di Hesse.

La storia di “Narciso e Boccadoro” ha inizio in un ambiente monastico dove Narciso si prepara per i voti per sua scelta; mentre Boccadoro, orfano di madre, è costretto dall’arido padre ad inseguire un destino spirituale.

Narciso è un personaggio carismatico, dotto e meditativo ed appare in principio come un giovane maestro del convento di Mariabronn con la capacità di leggere con straordinaria precisione l’animo umano.

Boccadoro è un giovane scolaro inviato al monastero dal padre al fine di espiare la congenita anima peccaminosa ereditata dalla madre.

I due diventano amici; Boccadoro considera Narciso un esempio da seguire per intraprendere la vita monastica mentre Narciso, si accorge che l’amico non è fatto per la vita da clausura ed di preghiera, percependo l’intelligenza e il talento di Boccadoro, invita l’amico a rifarsi una sua nuova vita.

Narciso aiuta l’amico a riscoprire se stesso ed i ricordi assopiti di sua madre.

La nuova vita di Boccadoro

Il giovane Boccadoro, scosso dalle parole dell’amico ed incontrando una donna di nome Lisa, decide finalmente di lasciare definitivamente il monastero e di vivere la sua vita.

Dopo alcuni anni di disperata ricerca Boccadoro scopre la sua natura artistica, così brillantemente intuita dall’amico Narciso. Diviene ben presto allievo del celebre maestro Nicola, cominciando a realizzare una piccola statua in legno, il San Giovanni, che aveva le fattezze identiche al suo amico Narciso.

Potrebbe continuare con mastro Nicola, ma rifiuta l’eredità della bottega del maestro e la mano di sua figlia Elisabetta, riprendendo la sua vita vagabonda.

Boccadoro è, in ogni caso un puro di cuore, un artista che attraverso il mondo e la conoscenza della sua immagine, cerca di esprimere se stesso. Diventa scultore e cerca l’immagine della Grande Madre.

Durante questo suo pellegrinaggio, Boccadoro conosce il mondo fatto di crudeltà e di orrori, ma anche di piacevoli sorprese; conosce anche l’amore di diverse donne tra cui: la zingara Lisa, Lidia, la figlia del cavaliere, Giulia, sua sorella, Lena, la fanciulla morta di peste, Agnese, la bella e glaciale amante del conte.

La figura femminile però che lo accompagna per tutto il corso della sua esistenza è la madre scomparsa. Boccadoro la ricerca continuamente ma la ritrova solo in vecchiaia, quando si rompe alcune costole, cadendo da cavallo durante il suo ultimo pellegrinaggio; il suo cuore intanto è spezzato per il mancato amore di Agnese.

Gli amici si ritrovano

Gli anni trascorrono veloci. Boccadoro e Narciso si ritrovano decenni dopo. Ma è Boccadoro, quello più segnato e scosso dagli eventi.

Sono nuovamente insieme i due amici: Narciso è ormai un abate, mentre Boccadoro è un artista vagabondo.

I due condividono bei momenti insieme confessandosi l’un l’altro il bene che li ha uniti. Boccadoro confessa all’amico:

Anch’io ti ho sempre voluto bene, Narciso: la metà della mia vita è stata uno sforzo continuo per guadagnarmi l’animo tuo.

Finale

Nonostante le diversità di pensiero, i due principali protagonisti Narciso e Boccadoro, saranno per sempre legati da un affetto sincero. Sino alla fine, anche quando la morte di Boccadoro sopraggiunge.

Le ultime parole di Boccadoro, rivolte all’amico Narciso scuotono gli animi più sensibili:

Come puoi morire un giorno se non hai una madre? Senza madre non si può amare e non si può morire.

A Narciso non rimangono che il ricordo dell’amico e le sue ultime toccanti parole.

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Dello stesso autore

Altri libri di Hermann Hesse che abbiamo riassunto:

  1. Siddartha
  2. Il lupo della steppa
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