Muse Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Mon, 30 Nov 2020 19:11:35 +0000 it-IT hourly 1 Muse, breve storia del gruppo https://cultura.biografieonline.it/muse/ https://cultura.biografieonline.it/muse/#respond Mon, 30 Nov 2020 18:35:39 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=13339 I componenti

I Muse sono una band britannica nata nel 1994 dall’incontro di Matthew Bellamy, voce, chitarra e pianoforte; Dominic Howard, batteria; Chris Wolstenholme, basso e cori. Conosciutisi giovanissimi tra i banchi di scuola a Teignmouth (Inghilterra), il loro successo è legato ad un sound particolare che nasce dalla fusione di progressive rock, glam, atmosfere elettroniche e seducenti melodie vocali.

Muse
Muse: da sinistra Dominic Howard, Matthew Bellami e Chris Wolstenholme

Muse: da gruppo di supporto al successo mondiale

Nel 1997 i Muse pubblicano il loro omonimo EP (extended play) di debutto attraverso la “Dangerous Records”, seguito nel 1998 dall’EP Muscle Museum. La loro musica, emotiva e passionale, in unione con la forte presenza scenica della band dal vivo, attira le prime critiche e i primi consensi, suscitando interesse nella “Maverick Records” con cui firmano un contratto.

I singoli “Cave” e “Uno” precedono l’uscita dell’album di debutto, Showbiz, avvenuta alla fine del 1999. L’album, che conquista i favori del pubblico e diversi premi della critica, procura ai Muse ottimi ingaggi di supporto a band quali i Foo Fighters e i Red Hot Chili Peppers.

Gli anni 2000

Due anni dopo (2001) vede la luce il secondo lavoro del terzetto inglese, The Origin of Symmetry.  Si inizia a conoscere ed apprezzare di più l’individualità musicale della band e, soprattutto, comincia quello che è l’allontanamento dal pedissequo accostamento dei Muse ai Radiohead.

L’album riscuote grande successo grazie a pezzi impegnati come New Born e Space Dementia; all’uso di strumenti poco ortodossi come l’organo, un mellotron (strumento musicale a tastiera), un drumset espanso; e ancora alla voce di Bellamy (frontman del gruppo) che unisce falsetti in crescendo di gran livello alla sua maestria da pianista, che trae ispirazione da Chopin e Rachmaninov.

Absolution: il terzo album

Nel 2003 arriva il terzo album: Absolution. I Muse sono ormai una realtà musicale e questo lavoro consolida la loro fama a livello mondiale e la direzione artistica presa con il precedente Origin of Symmetry. Le influenze classiche si fondono con un suono robusto in una perfetta armonia di contrasti.

La band riconferma la volontà di dare musicalmente voce a tematiche odierne: teologia, scienza, politica e futurismo sono argomenti che attraversano tutto l’album. Oltre al successo di pubblico, nel 2004 e nel 2005 arrivano i riconoscimenti dalla critica, vincono infatti un “MTV Europe Music Awards” come Best Alternative Act e un “Q Awards” come Best Live Act, mentre ai “Brit Awards” vincono per il British Live Act.

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Muse – Matthew Bellamy durante un concerto in uno stadio

Un nuovo disco impegnato

Black Holes and Revelations, che nasce nel 2006, è in parte registrato a Milano, alle Officine Meccaniche di Mauro Pagani. Anche questo è un album che si può definire “impegnato”, canzoni come Take a Bow (sulla guerra in Iraq), Assassin (critica del governo di Tony Blair), o Invincible (storia dell’uomo fino agli attentati terroristici dell’11 settembre 2001), mostrano il vivo interesse della band per tematiche attuali.

Ancora una volta i riconoscimenti non si fanno attendere e, vinto il premio come Best Alternative agli “MTV Music Awards” di Copenaghen, nel 2007 si aggiudicano nuovamente il premio come Best Live Act ai “Brit Awards”. L’uscita del disco è seguita da un tour, da cui viene estratto HAARP, il primo album dal vivo registrato allo stadio di Wembley, Londra, nell’estate del 2007.

Il successo di The Resistance

A tre anni di distanza arriva la quinta prova del gruppo, The Resistance. Senza discostarsi troppo dal precedente lavoro, il disco orchestrale (vanta alle sue spalle la presenza dell’orchestra sinfonica della Scala di Milano) è in parte registrato in Italia. Mixato da Mark Stent (Madonna, OasisU2 e Depeche Mode) risulta essere una miscela di influenze, dalla musica classica al metal, dal prog ai motivetti arabi.

Grande il successo di questo album, che a pochi giorni dall’uscita, balza sulla vetta delle classifiche italiane, inglesi, olandesi e australiane, facendo sì che le programmate 30 date del “The Resistance Tour” diventino 144. Anche la critica fa la sua parte e i Muse vincono nella categoria Best Act in the World Today in occasione dei “Q Awards 2009” e nel 2011 ai “Grammy Awards” nella categoria Best Rock Album.

Gli anni 2010

Nel 2011 Bellamy e soci chiedono e ottengono di scrivere il tema ufficiale per le Olimpiadi di Londra del 2012 e la band torna con “Survival”, primo singolo del loro sesto album pubblicato dalla “Warner Bros”, The 2nd Law.

Il gruppo intraprende un altro tour per promuovere l’ultimo lavoro, e la loro spettacolare performance allo Stadio Olimpico di Roma – completa di giochi pirotecnici, pareti video e acrobati – è ripresa in alta definizione per realizzare il film concerto “Muse – Il concerto allo Stadio Olimpico di Roma”, uscito nelle sale e in DVD nel 2013.

YouTube video

Il 2015 è l’anno di Drones, settimo album della band inglese. Un ritorno alle origini, come ha dichiarato lo stesso frontman dei Muse:

“ Negli ultimi due dischi ci siamo allontanati un po’ da quelli che sono i nostri veri strumenti, concentrandoci su sintetizzatori, batterie elettroniche, effetti vari e via di questo passo. Sento che per il prossimo disco torneremo verso una musica “suonata”, torneremo ad usare i nostri soliti strumenti, ossia chitarra, basso e batteria. Sarà un disco in qualche modo più grezzo, di certo più rock.”

Dopo lunghi tour dal vivo tornano in studio per sfornare nel 2018 un nuovo album complesso e articolato, che non rinuncia alle loro caratteristiche e peculiarità: è il disco “Simulation Theory”, a cui segue un film-concerto omonimo che viene distribuito nel 2020.

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Le muse inquietanti (quadro di De Chirico) https://cultura.biografieonline.it/de-chirico-muse-inquietanti/ https://cultura.biografieonline.it/de-chirico-muse-inquietanti/#comments Mon, 02 Feb 2015 18:17:47 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=13049 Le muse inquietanti” è un dipinto realizzato dal pittore italiano Giorgio De Chirico in un periodo che si snoda tra il 1917 e il 1918. Si tratta di un dipinto ad olio su tela delle dimensioni di 97 × 67 cm. Secondo fonti recenti, il dipinto sarebbe situato presso la Pinakothek der Moderne di Monaco di Baviera, in Germania.

Le muse inquietanti (De Chirico, 1917-1918)
Le muse inquietanti (Giorgio De Chirico, 1917-1918)

Le muse inquietanti: analisi del quadro

Il dipinto venne realizzato dal pittore proprio quando si trovava a Ferrara, durante l’inizio di un percorso che lo portò a perfezionare i canoni della pittura metafisica. Compare in questo periodo anche il suo interesse per il tema archeologico, un omaggio alla classicità reinventata però in modo inquietante. La sua opera fa riferimento alla figura del manichino, ispirandosi “all’uomo senza volto”, personaggio di un dramma di Alberto Savinio, pseudonimo del fratello Andrea, pittore e scrittore.

Il dipinto è caratterizzato dalla ricorrenza di architetture essenziali, proposte in prospettive non realistiche immerse in un clima di trascendenza e spettralità. I colori sono caldi ma fermi, la luce è statica e intensa. Nel dipinto, possiamo ammirare uno spazio aperto, una piazza dove sono collocate due statue classiche. Una statua si trova in una posizione eretta e si presume che sia la raffigurazione di Ippodamia, personaggio mitologico che durante la battaglia dei Centauri e dei Lapiti, attese l’esito dello scontro con inquietudine, mentre l’altra statua è seduta su un basamento con la testa smontata ed appoggiata ai suoi piedi. Questa testa ricorda fortemente quelle maschere africane che fornirono grandi spunti artistici a Pablo Picasso e all’ambiente parigino artistico degli inizi del XX secolo.

Le muse inquietanti - dettaglio
Il dettaglio del quadro Le muse inquietanti : le teste richiamano i manichini da sartoria; il Castello Estense (a Ferrara) è il luogo dove nacque la pittura metafisica

Entrambe le figure hanno la testa di un manichino da sartoria. Intorno, troviamo una serie di oggetti dal significato illogico come, secondo alcuni critici, una scatola di fiammiferi o scatole colorate, dove probabilmente venivano riposti i giochi, un uovo e altri oggetti che ricordano l’infanzia dei bambini, come un bastoncino di zucchero colorato. Gli oggetti sono totalmente incongrui rispetto al contesto e vengono rappresentati con una minuzia ossessiva, una definizione tanto precisa da sortire un effetto contrario a quello del realismo. In fondo, vediamo una terza statua maschile.

Sullo sfondo appare a destra il Castello Estense di Ferrara, città dove nacque la pittura metafisica, teatro del cruciale incontro di De Chirico con Carlo Carrà, che darà luogo a fondamentali riflessioni estetiche. Mentre sulla sinistra del dipinto intravediamo una fabbrica rappresentata da alte ciminiere. Possiamo notare che il castello è disabitato e le finestre sono buie, mentre la fabbrica ha le ciminiere che non fumano, segno che in realtà non vi si svolge alcuna attività lavorativa al suo interno.

Nell’opera tutto è silenzio e inquietudine. Il clima di angoscia e di disperazione lo si percepisce anche dalle figure senza occhi e dai loro volti prosciugati: destando l’immediata impressione di un silenzio stupefatto e lacerante. Secondo i critici di quel tempo, la “disumanità” de “Le Muse Inquietanti” ci riporta ad un’umanità arcaica e originaria, veggente, eroica, abitatrice di tempi lontani e misteriosi e, in questo senso, disumana.

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