mostri Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Wed, 04 Oct 2017 15:22:35 +0000 it-IT hourly 1 Il sonno della ragione genera mostri, opera di Goya https://cultura.biografieonline.it/sonno-ragione-genera-mostri-opera-goya/ https://cultura.biografieonline.it/sonno-ragione-genera-mostri-opera-goya/#comments Wed, 04 Oct 2017 15:08:18 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=23428 Il sonno della ragione genera mostri fa parte della collezione composta da ottanta incisioni ad acquaforte intitolata I capricci, una metafora realizzata da Francisco Goya dove l’artista invita gli uomini a non perdere il controllo dell’intelletto. Tra queste incisioni c’è il disegno prodotto dall’artista spagnolo nel 1797, di dimensioni 21,6×16,2, custodito presso la Biblioteca Nacional de Espana, a Madrid.

Il sogno della ragione genera mostri - El sueno de la razon produce monstruos
Dettaglio centrale dell’opera

Il sonno della ragione genera mostri: descrizione dell’opera

L’opera in esame è il foglio 43 della serie pubblicata nel 1799. Questo lavoro rappresenta una delle opere più famose. Nel disegno al centro si vede un uomo che sta dormendo con la testa poggiata tra le braccia appoggiato su un mobile. Su questo mobile è stata fatta un’incisione e riportata la scritta: Il sonno della ragione genera mostri. Da qui il titolo dell’opera.

Alle spalle dell’uomo che dorme, sono disegnati gufi, pipistrelli, gatti e altri animali privi di dettagli che si intravedono. Sono tutti animali notturni.

El sueño de la razón produce monstruos - Il sonno della ragione genera mostri - Caprichos 43
Il sonno della ragione genera mostri (El sueño de la razón produce monstruos) – Caprichos 43

Interpretazioni

Esistono tre manoscritti che hanno dato vita all’interpretazione di questa incisione. Si tratterebbe dell’autore stesso, Goya, che sta dormendo. La folla di animali alle sue spalle rappresenterebbe il frutto della sua immaginazione. In sintesi, dormendo, viene meno la ragione e si dà vita alla creazione di mostri.

Stando a questi tre documenti, alla base della creazione esiste la fantasia che, se lavora senza la ragione, crea e dà vita ad elementi irreali. Quest’opera nasconde una questione filosofica molto più complessa. L’autore invita alla riflessione sul male che investe la società dei suoi tempi. La ragione rappresenta la vera essenza dell’uomo, che lo distingue dagli altri esseri viventi. Senza il controllo dell’intelletto, il mondo verrebbe sopraffatto da impulsi violenti e indomabili.

Altre opere della serie

Tra le opere delle 80 tavole si ricorda anche “I disastri della guerra”, dove l’artista spagnolo ha rappresentato la dura e triste realtà della guerra d’indipendenza di Spagna con molta intensità. Una testimonianza dei disastri provocati dalla guerra lasciati a testimonianza grazie alla sua arte. Questa raccolta di incisioni è rimasta inedita sino al 1863 quando, per la prima volta, dopo vent’anni dalla morte dell’autore, è stata pubblicata.

I disastri della guerra - Los desastres de la guerra - The Disasters of War
I disastri della guerra (Los desastres de la guerra)

È stata realizzata da Goya infatti tra il 1810 e il 1812, i cosiddetti anni della fame. Un’opera con cui il pittore spagnolo esprime e mette in evidenza il fallimento delle idee. Opere che l’artista dipinge dal vivo proprio nel corso della rivolta del popolo spagnolo contro l’occupazione di Napoleone. Rappresenta il sentire, mette in luce il suo stato d’animo, descrivendo – al contempo – i tempi che sta vivendo. Un’arte, una poesia d’immagini, dove l’artista si interroga e libera lo spirito con senso critico analizzando la realtà che lo circonda. Va oltre l’apparenza, resta autentico e originale.

Con la sua arte, Francisco Goya riesce a conquistare tutti: i nobili gli commissionano i ritratti, che costituiscono per l’artista fonte di guadagno. La sua arte non è circoscritta all’età illuminista, bensì anticipa i tempi, aprendosi verso il Romanticismo e il realismo.

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Il mostro di Loch Ness https://cultura.biografieonline.it/mostro-di-loch-ness/ https://cultura.biografieonline.it/mostro-di-loch-ness/#respond Mon, 23 Mar 2015 08:46:05 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=13769 Il 2 maggio 1933 venne riportato il primo avvistamento moderno del mostro di Loch Ness. Il famoso animale, soprannominato affettuosamente Nessie, sarebbe una creatura fantastica che abiterebbe nel tranquillo lago di Loch Ness, nelle Highlands scozzesi. Il lago si trova in Scozia a sud-ovest di Inverness, si estende per 37 km nella valle di Great Glen ed è profondo circa 230 metri.

Il mostro di Loch Ness (foto di Robert Kenneth Wilson, 1934)
Il mostro di Loch Ness: la foto più celebre fu scattata da Robert Kenneth Wilson nel 1934

Il canale di Caledonia sfrutta le sue acque per arrivare fino al mare del Nord. Sarebbe stato un tranquillo lago di montagna, sito in uno dei posti più belli della Scozia ma è passato alla storia per il mistero del mostro. Chissà se si tratta di storia o leggenda, fatto sta che ad oggi il nome di Nessie è diventato famosissimo ed ha incuriosito milioni di generazioni. Scienziati e studiosi si interrogano su quanto ci sia di vero in tutto questo ma ancora non sono riusciti a trovare una soluzione convincente. Tutt’oggi l’enigma è rimasto irrisolto, ma procediamo con ordine raccontando passo dopo passo la storia di Nessie.

Gli avvistamenti di Nessie, il “Mostro di Loch Ness”

Forse non tutti sanno che il primo avvistamento del mostro risale addirittura all’anno 565, quando il monaco irlandese San Colomba di Iona descrive nella sua Vita Sancti Columbae, il funerale di un abitante della zona del fiume Ness, emissario del lago di Loch Ness, morto perché assalito da una bestia selvaggia fuoriuscita dalle acque, che lo aveva aggredito e che il monaco aveva tentato di scacciare con le preghiere.

Da allora cessarono le notizie fino agli anni Trenta del Novecento quando iniziarono a circolare voci di alcuni avvistamenti, mai confermati ufficialmente, fino al primo dichiarato del 2 maggio 1933. Due coniugi, i signori MacKay che possedevano un albergo sulle rive del lago, affermarono di aver visto due gobbe nell’acqua muoversi seguendo cerchi concentrici.

Loch Ness Mostro - Foto di Hugh Gray - 1933
La prima foto ufficiale del mostro di Loch Ness Mostro fu scattata da Hugh Gray nel 1933

Le foto e i filmati

Nel novembre del 1933 venne scattata la prima foto ufficiale del mostro da parte di Hugh Gray: era visibile una sorta di oggetto mentre nuotava e faceva ribollire l’acqua intorno.

Tra la popolazione iniziava a serpeggiare la paura della reale e comprovata esistenza della creatura. Sull’onda di tutti questi avvistamenti, nel dicembre dello stesso anno venne girata una pellicola da parte della casa cinematografica Scottish Film Productions e del regista Malcolm Irvine: si vedeva il mostro per circa un minuto e mezzo nuotare nel lago a 15 km/h. A seguito del grande successo di pubblico ottenuto, Irvine girò anche un secondo filmato nel 1936 nel quale è visibile una testa che si alza e si abbassa fuoriuscendo dall’acqua. Nulla venne però accertato scientificamente e le pellicole destarono molta incredulità da parte delle autorità.

La foto più famosa del mostro di Loch Ness venne scattata il 21 aprile 1934 da Robert Kenneth Wilson vicino Invermoriston, grazie all’aiuto di Maurice Chambers. Essa ritraeva una sorta di estremità, che potrebbe rappresentare la testa del mostro che fuoriesce dall’acqua, e il corpo che si intravedeva appena al di sotto di essa.

Suscitò enorme scalpore e venne pubblicata nella prima pagina dello Scottish Daily Record che la intitolò “Misterioso oggetto nel Loch Ness” . La comunità fu scossa da questa testimonianza in quanto rappresentava la prima prova concreta dell’esistenza di qualche essere che viveva nelle profondità delle acque.

Una curiosità: Il 21 aprile 2015 Google ha celebrato la foto più famosa di Nessie con un Doodle dedicato.

La celebre foto era falsa

Nel 1994 fu clamoroso l’annuncio del Centro di Loch Ness: la foto di Wilson era in realtà un falso! Non si trattava infatti di una vera foto di Nessie ma di un modellino di un sottomarino al quale era stata attaccata una testa ed una coda.

Gli altri avvistamenti

Per tutti gli anni Trenta continuarono gli avvistamenti del mostro da parte degli abitanti: nel 1936 la signora Marjory Moir ricorda di aver visto il mostro immobile in superficie, della lunghezza di circa dieci metri, con tre gobbe, una testa piccola che entrava ed usciva dall’acqua forse per mangiare o per divertimento. Questa è stata una delle più celebri testimonianze di avvistamento del mostro, accompagnata dal consueto scetticismo della comunità scientifica.

Negli anni Cinquanta un boscaiolo scattò un’altra foto che ritraeva ben tre gobbe visibili uscenti dal pelo dell’acqua. Molte furono però le segnalazioni di chi dichiarò di aver visto non un solo mostro ma addirittura due, madre e figlio, che nuotavano nelle acque del lago. L’ipotesi dell’esistenza di una comunità di animali si fece in fretta strada tra gli abitanti, che segnalarono decine di avvistamenti di più esemplari già dal 1936.

Loch Ness Monster - Google Earth - 2009
Nessie fotografato nel lago di Loch Ness mediante Google Earth (Jason Cooke, 2009)

Nell’aprile del 1960 Tim Dinsdale filmò una gobba che usciva dall’acqua e nel 1993 fu realizzato un bellissimo documentario da parte della Discovery Communications, chiamato Loch Ness Discovered e basato proprio sul filmato di Dinsdale. Negli anni Ottanta del Novecento gli avvistamenti furono ancora molti fino al 2007 quando Gordon Holmes, tecnico di laboratorio, filmò una sagoma nuotare nel lago; nel 2009, Jason Cooke, usò Google Earth per fotografare Nessie.

La verità scientifica

Bisogna partire da un dato: dal punto di vista strettamente scientifico non esistono prove certe dell’esistenza del mostro. A partire dal primo avvistamento, le fotografie di Nessie furono poco chiare o poco nitide per dimostrare il suo reale ritrovamento, e i racconti mai del tutto convincenti.

Dalla parte degli scettici c’è un dato importante: non è mai stato ritrovato alcun resto osseo sulle rive del lago che possa far pensare all’ esistenza di esso. D’altronde, come affermano gli esperti, il lago è troppo piccolo per contenere un predatore di quelle dimensioni, che quindi non avrebbe avuto modo di trovare cibo a sufficienza. Se si trattasse di una creatura preistorica, come è stato spesso ipotizzato, essa avrebbe dovuto riprodursi nel corso del tempo e lasciare tracce sul fondale, che però non sono mai state rinvenute.

Alcuni hanno avanzato l’ipotesi dell’esistenza di un canale segreto che collega il lago con il Mare del Nord ma a tutt’oggi non esistono conferme per questa idea. Restano pertanto ancora molti dubbi da chiarire.

YouTube video

La popolarità di Nessie

Dal punto di vista della popolarità, il mostro di Loch Ness è entrato a far parte dell’immaginario collettivo: tutti ne hanno sentito parlare almeno una volta nella vita. Film, documentari, cartoni, serie tv sono state ambientate sulle rive del lago o lo vedevano protagonista.

Le citazioni sono innumerevoli: per tutti gli appassionati de I Simpson, è nota la serie di episodi Monty non può comprare amore, dove appare Nessie. Anche famosi cartoni, come Lupin III con Il mostro del lago e fumetti come Rat-Man con La cosa nel buio, dedicano delle storie al mostro.

Anche in famosi videogiochi appaiono dei camei con Nessie: Tomb Raider, Sim City 2000, Mass Effect 3 e molti altri. Curiosità: il pokemon Lapras è ispirato ad esso e originariamente doveva chiamarsi Ness.

Uno dei film più divertenti ambientati in questi luoghi è Scooby- Doo e il mostro di Loch Ness (2004), in cui tocca alla banda di Mistery scoprire la verità sul misterioso ritrovamento.

Tra i film più recenti c’è La Ballata di Nessie, cortometraggio animato statunitense del 2011, in cui Nessie è un simpatico mostro che vive nel lago insieme alla sua paperella.

Loch Ness - Mostro - foto ricostruzione
Loch Ness – Il mostro Nessie ricostruito al computer

Sia nelle sfumature horror che divertenti, Nessie è entrato nell’immaginario collettivo sempre avvolto da un alone di mistero. Tra la leggenda e la realtà, il mito del mostro resterà nella storia per sempre e chissà che forse un giorno non venga scoperta la verità.

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