mostre Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Mon, 24 Jun 2024 09:10:24 +0000 it-IT hourly 1 De Nittis a Palazzo Reale a Milano: una mostra completa e appassionante https://cultura.biografieonline.it/mostra-de-nittis-palazzo-reale-milano-2024/ https://cultura.biografieonline.it/mostra-de-nittis-palazzo-reale-milano-2024/#respond Mon, 24 Jun 2024 09:10:20 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=42192 Ancora pochi giorni per vedere a Palazzo Reale a Milano Giuseppe De Nittis. Pittore della vita moderna. Una mostra importante, curata da Fernando Mazzocca e Paola Zatti che chiuderà il 30 giugno ma che ha dato la possibilità a moltissimi spettatori di ammirare le pere di De Nittis, circa 90 quelle esposte, che provengono da collezioni pubbliche e private.

De Nittis durante la sua fortunata carriera ha privilegiato il paesaggio, il ritratto e soprattutto la realtà della strada, le piazze affollate, le persone che passeggiano, le feste, gli incontri in due contesti metropolitani importanti quali furono Londra e Parigi, entrambe amate da De Nittis e celebrate con i suoi dipinti.

Commento alla mostra

Quello che mi ha colpito di più di questa straordinaria mostra è il percorso espositivo che ci permette di osservare i suoi dipinti attraverso tutta la sua carriera che si è basata su dipinti all’aperto dove il pittore pugliese è stato capace di cogliere i cambiamenti della sua epoca e di mostrare i primi segni della modernità. Un pittore straordinario che si è spento prematuramente a 38 anni nel pieno della sua forza creativa.

Come scrive Fernando Mazzocca nel suo saggio in catalogo edito da Silvana editoriale:

L’unicità della sua pittura, che si confronta con quella degli Impressionisti e non ne esce ridimensionata, sta proprio nella straordinaria capacità di osservazione che gli ha consentito di rendere, come pochi altri, l’inafferrabile dinamicità della città moderna, caratterizzata dall’ “imprevisto, il mutevole, ciò che è fuga”, fermandolo nell’ attimo, come i fotografi, senza irrigidirlo. (…) Dopo aver individuato un motivo da rappresentare, si recava ogni giorno ad osservare, da quel rifugio riparato dal movimento caotico della città, il suo soggetto, dipingendolo con una velocità sorprendente che costituisce la freschezza e l’incanto irripetibile della sua pittura, quello che il finestrino di una carrozza inquadra per un momento. L’ uso della carrozza, prima noleggiata e poi addirittura acquistata, non fece che aumentare la curiosità nei suoi confronti, come confermano le testimonianze di molti cronisti del tempo, colpiti da questo modo davvero unico di lavorare. Il punto di vista rialzato che caratterizza gran parte delle sue vedute parigine e londinesi deriva proprio da questo particolare e personale approccio.

Visita il sito ufficiale: De Nittis a Palazzo Reale, a Milano fino al 30 giugno.

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Sebastião Salgado. Amazônia. Esposizione fotografica a Trieste fino ad ottobre 2024 https://cultura.biografieonline.it/salgado-amazzonia-mostra-fotografica-trieste-2024/ https://cultura.biografieonline.it/salgado-amazzonia-mostra-fotografica-trieste-2024/#respond Mon, 10 Jun 2024 09:09:33 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=42174 Dal 28 febbraio e fino al 13 ottobre 2024, Trieste ospita la mostra Sebastião Salgado. Amazônia, al Salone degli Incanti. Promossa dal Comune di Trieste – Assessorato alle politiche della cultura e del turismo con il supporto di PromoTurismoFVG e del Trieste Convention and Visitors Bureau e organizzata da Civita Mostre e Musei e Contrasto, la mostra è curata da Lélia Wanick Salgado.

Zurich è il global partner dell’intero tour internazionale della mostra Amazônia eillycaffè ne è partner per Trieste.

Raccontare l’Amazzonia

Dopo Genesi, Salgado ha deciso di raccontare l’Amazzonia, la sua incredibile ricchezza, le popolazioni che la abitano e di testimoniare, attraverso le sue fotografie, la forza evocativa di un posto magnifico, destinato a cambiare a causa dell’intervento dell’uomo e alle conseguenze del progresso. Salgado in ripetuti viaggi, durati sette anni, ha potuto abitare in zone poco accessibili, dove la sua testimonianza ha portato alla luce la forza creativa ed evocativa della foresta Amazzonica che sotto il suo obiettivo sembra uno spirito divino che racconta e testimonia la forza creatrice della natura.

Giovane donna Ashaninka. Stato di Acre, Brasile
Giovane donna Ashaninka. Stato di Acre, Brasile, 2016 – © Sebastião Salgado/Contrasto

Per Sebastião Salgado, queste immagini testimoniano ciò che sopravvive prima di un’ulteriore progressiva scomparsa. “Il mio desiderio, con tutto il cuore, con tutta la mia energia, con tutta la passione che possiedo, è che tra 50 anni questa mostra non assomigli a una testimonianza di un mondo perduto”, afferma il maestro brasiliano. “L’Amazzonia deve continuare a vivere – e, avere sempre nel suo cuore, i suoi abitanti indigeni.”

Più di 200 fotografie

Con oltre 200 fotografie esposte, Amazônia rappresenta un viaggio profondo nel polmone più importante e fragile della Terra. L’Amazzonia non è solo un luogo, in parte protetto, dove vivono in pace con la natura alcune popolazioni indigene e per il resto un luogo in cui possono essere svolti tutti i cambiamenti di cui l’uomo si fa artefice e padrone.

Sciamano Yanomami dialoga con gli spiriti prima della salita al monte Pico da Neblina. Stato di Amazonas, Brasile, 2014 – © Sebastião Salgado/Contrasto
Sciamano Yanomami dialoga con gli spiriti prima della salita al monte Pico da Neblina. Stato di Amazonas, Brasile, 2014 – © Sebastião Salgado/Contrasto

L’Amazzonia è una creatura viva e antica che Salgado ci mostra in tutta la sua potenza divina. E’ una realtà sacra da difendere contro tutto ciò che di storto e malato l’uomo può produrre suicidandosi e distruggendo il futuro dell’umanità. Salgado mostra come l’Amazzonia abbia una propria esistenza meravigliosa, arricchita e modulata dal tempo, dai colori, dalla luce, dalla presenza dei fiumi e degli animali. In una sorta di viaggio spirituale in un Giardino dell’Eden, vediamo un fotografo che usa la scrittura visiva e la luce per mostrarci, attraverso la sua arte, la bellezza misteriosa e incomparabile del creato. E’ un inno alla difesa di ciò che abbiamo di più importante.

Lélia Wanick Salgado, compagna di lavoro e di vita del fotografo, è responsabile della curatela e della scenografia della mostra.

“Disegnando ‘Amazônia’, ho voluto creare un ambiente in cui il visitatore si sentisse all’interno della foresta, integrato con la sua esuberante vegetazione e con la vita quotidiana delle popolazioni indigene. La mia idea era quella di presentare queste immagini, accompagnate da testi pertinenti, in modo da sottolineare la bellezza di questa natura e dei suoi abitanti, nonché la sua dimensione ecologica e umana, tutti elementi che oggi sono così minacciati e che è fondamentale proteggere e preservare”

Così commenta Lélia.

Commento alla mostra

Immergersi in questa mostra, secondo me, è trovare un percorso per interpretare visivamente la realtà, ma anche per prendere coscienza come la bellezza e la natura siano costantemente messe in pericolo dal nostro modo sonnambolico di agire, spinti d un’avidità che porterà ad un finale tragico, mentre in realtà se osserviamo le foto di Salgado, possiamo vedere come l’immensità della foresta abbracci l’immortalità.

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Salgado, dentro all’umanità: a Ravenna la mostra fotografica Exodus https://cultura.biografieonline.it/salgado-dentro-umanita-mostra-ravenna/ https://cultura.biografieonline.it/salgado-dentro-umanita-mostra-ravenna/#respond Tue, 30 Apr 2024 15:40:11 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=42056 Sebastião Ribeiro Salgado Júnior (1944) è un fotografo e fotoreporter brasiliano che attualmente vive a Parigi. Le sue foto saranno presenti alla mostra Exodiu al MAR di Ravenna fino al 2 giugno 2024.

Le foto

Seguire il percorso di Salgado, che in 180 fotografie racconta l’immigrazione dei popoli, è come affrontare un dialogo con la propria coscienza. Non si possono guardare quelle fotografie senza provare uno sgomento interiore.

Il campo per profughi ruandesi di Benako, Tanzania, 1994, © Sebastião Salgado / Contrasto
Il campo per profughi ruandesi di Benako, Tanzania, 1994, © Sebastião Salgado / Contrasto

È difficile osservare quelle immagini solo per il loro valore estetico, seppur altissimo, perché si viene subito catapultati nel significato profondo dell’esodo. Lo spostamento forzato, obbligato verso un posto che spesso è solo precario, ha spinto centinaia di migliaia di persone a lasciare territori in guerra, vedi le foto del genocidio in Ruanda; ad abbandonare, costretti, le loro case per mancanza di terra e a spingerli a combattere per averne dal governo dei loro paesi, vedi le foto del Brasile e del Messico, dove non c’era lavoro né diritti. E poi le migrazioni, a cui assistiamo ancora oggi,  per una vita migliore o solo un lavoro per mantenere la famiglia.

Spesso l’acqua è lontana dai campi profughi, Goma, Zaire, 1994, © Sebastião Salgado / Contrasto
Spesso l’acqua è lontana dai campi profughi, Goma, Zaire, 1994, © Sebastião Salgado / Contrasto

La mostra

Questa mostra ci ricorda chi siamo. Sebastião Salgado. Exodus – Umanità in cammino, curata da Lélia Wanick Salgado e composta da 180 fotografie, è divisa in quattro sezioni:

  1. Migranti e profughil’istinto di sopravvivenza;
  2. La tragedia africana: un continente alla deriva;
  3. L’America latina: esodo rurale, disordine urbano;
  4. Asia: il nuovo volto urbano del mondo.

Chiude l’esposizione una sala dedicata ai ritratti di bambini, rappresentativi di altre decine di milioni che si possono incontrare nelle baraccopoli, nei campi profughi e negli insediamenti rurali di America Latina, Africa, Asia ed Europa.

Questa mostra ci ricorda anche che l’umanità è una fonte unica a cui arrivare e che, evangelicamente, chi soffre è un nostro fratello.

Alla stazione di Ivankovo, 120 profughi vivono in un treno, Croazia, 1994, © Sebastião Salgado/ Contrasto
Alla stazione di Ivankovo, 120 profughi vivono in un treno, Croazia, 1994, © Sebastião Salgado/ Contrasto

Ma Salgado non è retorico, non cerca una comprensione universale, vuole solo mostrare le immagini, vere e incontestabili, del dolore attuale figlio delle solite tragedie anche contemporanee: guerre, differenze abnormi fra ricchezza e povertà, sovra popolazione urbana.

Sono immagini che raccontano una verità che possiamo trasporre nel nostro tempo. Ed è per questo che la mostra è un viaggio profondo e doloroso. Ma magnifico se lo si pensa nel suo finale; nell’inevitabile approdo di una nuova umanità.

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Cézanne e Renoir, l’amicizia artistica in una mostra a Milano https://cultura.biografieonline.it/cezanne-renoir-amicizia-mostra-milano/ https://cultura.biografieonline.it/cezanne-renoir-amicizia-mostra-milano/#respond Tue, 23 Apr 2024 07:11:10 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=41991 Il 2024 è l’anno in cui si festeggiano i 150 anni dalla nascita dell’Impressionismo. Movimento nato ufficialmente nel 1874, quando un gruppo di artisti decise di organizzare una mostra indipendente dei propri lavori.

La mostra venne organizzata dalla Société anonyme des artistes peintres, sculpteurs et graveurs nello studio del fotografo Nadar, a Parigi. E proprio per festeggiare questo evento è possibile visitare dal 19 marzo al 30 giugno a Palazzo Reale di Milano una mostra che mette a confronto due grandi artisti dell’epoca, Paul Cézanne e Pierre-Auguste Renoir. Due amici, due pittori che hanno contribuito alla nascita dell’Impressionismo e con le loro opere hanno influenzato molte generazioni di artisti.

La mostra

Promossa da Comune – Cultura con il patrocinio del Ministero della Cultura e della Ambassade de France en Italie, l’esposizione è prodotto da Palazzo Reale, Skira Arte e Museum Studio, in collaborazione con Musée de l’Orangerie e Musée d’Orsay, nell’ambito dell’Olimpiade Culturale di Milano Cortina 2026. È curata da Cécile Girardeau, conservatrice al Musée de l’Orangerie di Parigi, e Stefano Zuffi, storico dell’arte, con la collaborazione di Alice Marsal, responsabile degli archivi e della documentazione al Musée de l’Orangerie. Il progetto è realizzato grazie a Enel, in qualità di main partner, e grazie a Fineco, premium partner.

Fatte le dovute premesse, la mostra è indubbiamente interessante; perché accosta le opere dei due pittori – sono 52 quelle esposte – le quali ci permettono di attraversare dagli anni ’70 dell’800 fino ai primi del ‘900 il lavoro di entrambi e il modo in cui i due pittori hanno dialogato fra di loro.

L’amicizia tra Cézanne e Renoir

Erano amici, Cézanne e Renoir, e il loro dialogo, attraverso la scelta dei soggetti, è una delle esperienze più affascinati che mi è capitato di osservare in questi anni.

Entrambi cercano la loro più pura ispirazione, ma mentre Cézanne è controllo, misura, disciplina, geometria, Renoir è un’esplosione di colori, di materiale pittorico, di luce, di forza creativa che cerca con maestria il soggetto perfetto.

Entrambi però si confrontano con i paesaggi, le nature morte, i soggetti umani e vediamo fra di loro un dialogo interessante che nei dettagli delle pennellate li mette in un confronto inedito; non l’uno di fronte all’altro, ma vicini in una ricerca estatica della luce, per catturare, impressionare, la realtà.

Il percorso espositivo parte proprio da questo dialogo per mostrare le affinità ma anche il modo in cui entrambi hanno sviluppato una propria poetica espressiva che li ha portati su strade differenti, mantenendo però fra loro sempre un dialogo costante.

Interessante, dopo aver visto i soggetti che hanno ispirato anche altri pittori, come Picasso, osservare la ricostruzione dei loro studi.

Alla fine della mostra infatti ci imbattiamo nella ricostruzione dei due studi ispirati dai documenti d’epoca, dove entrambi i pittori hanno realizzato le loro opere.

Cézanne-Renoir - catalogo della mostra
Cézanne-Renoir: il catalogo della mostra

Il catalogo

Visita => Cézanne/Renoir. Capolavori dal Musée de l’Orangerie e dal Musée d’Orsay (Skira)

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Da Monet a Matisse. French Moderns, 1850–1950: la mostra ed il libro https://cultura.biografieonline.it/da-monet-a-matisse-french-moderns/ https://cultura.biografieonline.it/da-monet-a-matisse-french-moderns/#respond Tue, 09 Apr 2024 09:47:19 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=41957 Quadri emblematici in un percorso ricco

A palazzo Zabarella, a Padova, è stata allestita la mostra “Da MONET a MATISSE. French Moderns, 1850–1950” con il contributo del Brooklyn Museum. Il Brooklyn è una delle istituzioni con le quali palazzo Zabarella dialoga per fornire esempi originali di mostre e percorsi culturali che hanno contraddistinto la storia dell’arte.

Così è questa mostra, la quale riunisce una serie di quadri emblematici di un secolo in cui gli artisti si allontanano dalle formalità accademiche per concentrarsi, invece, sulla vita quotidiana. Ma la mostra è anche un percorso selezionato per celebrare la Francia come luogo del modernismo internazionale della seconda metà dell’Ottocento.

Gli autori

Il percorso è ricco di sorprese e di capolavori; troviamo infatti esposte opere differenti per soggetto, dimensioni e stile – realizzati dai principali artisti dell’epoca, sia quelli di origine francese, sia quelli che si sono formati e hanno esposto in Francia: Pierre Bonnard, William Bouguereau, Gustave Caillebotte, Paul Cézanne, Marc Chagall, Jean-Baptiste-Camille Corot, Gustave Courbet, Edgar Degas, Fernand Léger , Henri Matisse, Claude Monet, Berthe Morisot, Gabriele Münter, Pierre-Auguste Renoir, Odilon Redon, Yves Tanguy, Édouard Vuillard, Auguste Rodin e molti altri, per un totale di 45 maestri.

Il focus sono le trasformazioni dell’arte in concetti e movimenti che hanno permesso a molti artisti di sperimentare un percorso originale dalla seconda metà dell’800 alla prima del ‘900.

Il percorso

Attraversiamo, come se fossimo in una macchina del tempo, in cui l’arte è la nostra bussola, 100 anni di storia.

L’esposizione ha il pregio quindi di essere un percorso che può aprire altre porte verso una comprensione prospettica dei cambiamenti artistici avvenuti a Parigi in un lasso di tempo contenuto, se si pensa a quali rivoluzioni l’arte è andata in contro in quel periodo.

Iniziamo infatti con pittori più legati all’arte tradizionale e accademica come Gérôme e Bouguereau. Proseguiamo poi con i soggetti non convenzionali dipinti da Millet, che fu ispiratore di Van Gogh e Boudin.

Nei loro quadri la pennellata è più sciolta e libera. La luce diventa una guida per i dipinti in plein air.

Ci avviciniamo al modernismo con i lavori di Sisley e Pissarro. E giungiamo a vedere i primi lampi dell’impressionismo con Monet, Renoir e Degas.

Meraviglioso poi il quadro di Boldini da osservare in una prospettiva di movimento ed energia che incanta per la sua modernità e forza creatrice.

Il ‘900 è anche rappresentato dalla scultura di Rodin che chiude idealmente il percorso, dopo che Matisse e Chagall ci hanno mostrato il modo in cui la pittura poteva essere sperimentata oltre il soggetto.

La mostra è una sintesi molto interessante di un percorso essenziale nella storia dell’arte.

In Francia sono avvenuti, a cavallo dei due secoli, alcune delle trasformazioni più significative che hanno sconvolto i generi ma hanno anche cambiato la percezione di come la realtà poteva essere vista e rappresentata dall’arte.

Il libro

Il catalogo della mostra “Da MONET a MATISSE. French Moderns, 1850–1950” è un ottimo specchio di questo cambiamento; una sintesi affascinante che apre altre porte meravigliose alla scoperta dell’arte e della sua evoluzione.

Da Monet a Matisse - mostra e libro
  • Titolo del Libro: Da Monet a Matisse: French Moderns 1850-1950
  • Autore:  Museum Brooklyn
  • Editore: Conti Tipocolor
  • Pubblicazione: 2023
  • Genere: pittura
  • Pagine: 148
  • Traduttore: Palazzi M.
  • Dimensioni: mm 254 x 280
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Martin Parr, una mostra dolce e crudele a Milano https://cultura.biografieonline.it/martin-parr-una-mostra-dolce-e-crudele-a-milano/ https://cultura.biografieonline.it/martin-parr-una-mostra-dolce-e-crudele-a-milano/#respond Tue, 27 Feb 2024 06:48:00 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=41910 Martin Parr è uno dei più grandi fotografi contemporanei. Potremmo definire il suo lavoro lo sguardo di un antropologo che osserva la società mentre cambia. Ma non è solo un antropologo che documenta è anche un filosofo che pone dei dubbi sul nostro modo di vivere, sul nostro desiderio di omologarci, sulle nostre contraddizioni e sulla inesorabile ricerca del brutto. Le foto di Martin Parr sono una sintesi crudele e ironica degli ultimi cinquant’anni di evoluzione sociale.

La mostra a Milano, fino al 30 giugno 2024

Al Mudec di Milano si può assistere ad una mostra sorprendente per colori, immagini, idee, intelligenza, ironia e crudeltà. La mostra si chiama “Martin Parr, short & sweet” ed è realizzata in collaborazione con Magnum Photos.

Si potrà visitare fino al 30 giugno 2024.

La comunicazione visiva di Martin Parr

Martin Parr è un fotografo e documentarista fra i più celebri e celebrati. Le sue immagini sono ironiche, crudeli, tenere, spietate, divertenti e soprattutto il suo lavoro si può definire antropologico, perché attraverso una serie di periodi presentati in mostra che iniziano negli anni ’70 e terminano agli inizi del duemila.

La mostra si apre con la serie “The non-conformists”, una serie di fotografie in bianco e nero che un giovane Parr scatta nello Yorkshire documentando le vite di operai, agricoltori, guardiacaccia e un’associazione di mariti “presi per il naso”.

Molto interessante è il primo progetto a colori di Parr: “The last resort” in cui il fotografo ritrae dal 1982 al 1985 le vacanze di famiglie a basso reddito in un sobborgo balneare di Liverpool. L’impatto è scioccante, perché Parr mette a nudo le contraddizioni di una società consumistica fintamente approdata ad una condizione migliore. E tuttavia le immagini mostrano un contesto sociale che non ha nulla a che vedere con le vacanze ma assomiglia ad una zona industriale in decadenza, dove le persone cercano di realizzare una parvenza di vacanza.

Un altro capitolo della mostra si intitola “Common sense” ed è un pannello formato da 200 foto in A3, una sorta di collage del cattivo gusto, del consumismo, del kitsch e della deriva immaginifica. Anche il turismo di massa viene preso di mira dall’obiettivo di questo strano antropologo che riesce con la luce e la prospettiva a mostrarci aspetti aberranti del vivere comune.

La torre di Pisa, 1990 - Martin Parr
La torre di Pisa, 1990 – Martin Parr

C’è una delicatezza nel suo modo di vedere la realtà, nel cercare di comunicare le impressioni che ricava viaggiando o unendo i fili comune dell’evoluzione sociale della sua Inghilterra.

In un’intervista in cui spiega il suo lavoro e che è proiettata durante la mostra Parr spiega il suo lavoro, le sue passioni, i suoi interessi. Ma la verità è che il suo lavoro non può essere spiegato al di là di questa straordinaria funzione documentaristica in cui ogni scatto diventa un pezzo di noi.

Martin Parr Short and Sweet
Martin Parr Short & Sweet

Il catalogo della mostra

Il catalogo della mostra “Martin Parr. Short & Sweet”, edito da 24 ORE Cultura, è disponibile presso il bookshop della mostra, nelle librerie e online.

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Van Gogh Pittore colto: la mostra al Mudec di Milano https://cultura.biografieonline.it/van-gogh-pittore-colto-mostra/ https://cultura.biografieonline.it/van-gogh-pittore-colto-mostra/#respond Thu, 19 Oct 2023 15:32:10 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=41684 Van Gogh e la cultura del suo tempo

Vincent van Gogh è stato un pittore dai profondi interessi letterari e artistici; ha imparato a dipingere analizzando le opere di Jean Francois Millet, Matthijs Maris, Josef Israels e Breton; ha letto i libri di Jules Michelet, Harriet Beecher Stowe e Charles Dickens. È stato profondamente coinvolto nell’arte del suo tempo, frequentando gli impressionisti e stringendo amicizia con Sisley, Toulouse-Lautrec, Renoir.

È stato un collezionista di stampe giapponesi, un lettore avido delle riviste d’arte del suo tempo e soprattutto è stato un cercatore, un artigiano. Lui si definiva un ciabattino del colore, il cui scopo era trovare nelle sperimentazioni ardite, vitali, a volte rozze, una propria strada. Che alla fine, quando nel 1880 deciderà di essere un pittore, troverà e che lo porterà a dipingere un numero notevole di opere.

Ritratto di Joseph-Michel Ginoux (Van Gogh, 1888)
Ritratto di Joseph-Michel Ginoux (Van Gogh, 1888)

La mostra al Mudec: Van Gogh Pittore colto

Nella mostra che il Mudec gli dedica possiamo affrontare un percorso ardito ma interessante, attraverso “la bottega” di Van Gogh in cui scopriamo che l’artista solitario che tanta parte della su vita l’ha passata dedicandosi alla pittura, era anche un fervido lettore, conosceva i principali scrittori dell’epoca, leggeva avidamente scrittori  classici e moderni, annotava riflessioni sulle loro opere, le recensiva nelle lettere che spediva al fratello Theo ed era un ricercatore infaticabile.

Studiava le stampe che comprava attraverso la galleria di cui il fratello era direttore, acquistava riviste d’arte, collezionava quando la sua orsa glielo permetteva opere e stampe. L’arte giapponese, ad esempio, di cui è stato un collezionista, era per lui non solo uno stimolo visivo ma anche una forma culturale da approfondire e da conoscere nella sua essenza.

La mostra ripercorre una parte di questo studio, mostrando alcuni dei dipinti che hanno influenzato Van Gogh e collegando i dipinti alle opere e ai movimenti culturali che lo hanno influenzato. In un contesto di silenzio e di tranquillità si può avere un rapporto quasi esclusivo con un ‘opera d’arte se la si può osservare da soli per un momento, senza nessuno che influenzi il tuo sguardo.

Andando in orari meno frequentati e osservando le vetrine in cui sono contenuti i libri che Van Gogh leggeva, i suoi libretti in cui riportava alcuni schizzi preparatori e le opere che hanno segnato la sua carriera di artista, si può immaginare il pittore mentre studia, impara, conosce la propria arte.

In questo senso la mostra è anche un viaggio nella psicologia di Van Gogh, in alcuni tratti intimi della sua personalità.

Van Gogh Pittore colto: orari e biglietti

La mostra “Van Gogh Pittore colto” è visitabile dal 21 settembre 2023 al 28 gennaio 2024

Gli orari

  • Lunedì 14.30 – 19.30
  • Martedì – mercoledì – venerdì – domenica 9.30 – 19.30
  • Giovedì – sabato 9.30 – 22.30

L’ultimo ingresso è consentito sino a un’ora prima.

I biglietti

  • Ingresso singolo intero: € 16,00
  • Ingresso singolo ridotto: € 14,00

L’ingresso ridotto è riservato ai visitatori dai 6 ai 26 anni, over 65, persone con disabilità (Legge 104), insegnanti, militari, forze dell’ordine non in servizio, accompagnatore dipendente Comune di Milano, accompagnatore possessore Mudec Membership Card.

Sito web: https://www.mudec.it/vincent-van-gogh-pittore-colto/

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Pietro Ghizzardi in mostra a Milano alla Galleria Maroncelli 12 https://cultura.biografieonline.it/pietro-ghizzardi-mostra-maroncelli-12/ https://cultura.biografieonline.it/pietro-ghizzardi-mostra-maroncelli-12/#respond Mon, 10 Jan 2022 06:55:00 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=38026 Il mare e una bella donna da baciare

Pietro Ghizzardi è un pittore folgorante. I suoi ritratti rimangono impressi nella memoria dopo che lo sguardo dello spettatore ne ha osservato i tratti e gli occhi anche solo per pochi minuti. La mostra “Il mare e una bella donna da baciare” alla galleria Maroncelli 12 di Milano (aperta su appuntamento fino al 28 gennaio 2022) racconta il fascino di una personalità del tutto particolare.

Pietro Ghizzardi opera donna con seno nudo
Un’opera di Pietro Ghizzardi

Pietro Ghizzardi

Ghizzardi è stato un outsider e per tutta la vita. Ha combattuto con il suo spirito mite e tranquillo le difficoltà di una vita contadina aspra e faticosa, dove il suo precoce talento fu sempre osteggiato. Pietro Ghizzardi nasce nel 1906 a Viadana in provincia di Mantova; la sua è una famiglia contadina che lotta per sopravvivere ed è costretta a spostarsi spesso, proprio per far fronte ai disagi economici che coinvolgono anche Pietro. Egli lavora fin da adolescente nei campi con i genitori e il fratello, e patisce, proprio a causa di questi spostamenti, un precario apprendimento scolastico.

E’ nell’adolescenza che nasce in lui il desiderio di dipingere e disegnare; una necessità che viene osteggiata dal fratello, ma che trova il modo di manifestarsi malgrado le condizioni economiche e sociali in cui Pietro vive.

Nel 1951 l’alluvione del Po, la morte del padre e del fratello, segnano un cambiamento profondo nella vita di Pietro. Egli decide dopo pochi anni di dedicarsi esclusivamente alla pittura. Comincia inoltre a scrivere la sua autobiografia.

Il libro porta le note di Cesare Zavattini, estimatore e amico del pittore, e vince il Premio Viareggio del 1977; il titolo è “Mi richordo anchora“.

La fama di Ghizzardi cresce e attira l’attenzione di critici ed estimatori. Fino alla morte, che giunge nel 1986.

Pietro Ghizzardi - opere in mostra alla Galleria Maroncelli 12
Pietro Ghizzardi: opera in mostra alla Galleria Maroncelli 12

La mostra milanese

La visita di questa mostra è un affascinante passaggio fra alcuni significativi quadri di Pietro Ghizzardi. Egli amava dipingere, a volte, su fronte e retro del quadro; pertanto le sue opere assumono un valore binario in cui la scoperta di un doppio volto lascia incantati per la bellezza e la forza di entrambi i personaggi.

Pietro Ghizzardi: opera in mostra alla Galleria Maroncelli 12
Pietro Ghizzardi: opera in mostra alla Galleria Maroncelli 12

Ghizzardi dipingeva anche animali, ma è sui volti che ho ritrovato la forza contadina di espressioni radicali. Esse rievocano immagini immortalate da Van Gogh e Ligabue con la dolcezza di un pittore che non giudica, ma vuole scoprire chi ha difronte.

La galleria Maroncelli 12 è diretta dalla bravissima Antonia Jacchia che, con attenzione e passione, ha deciso di organizzare questa mostra su Pietro Ghizzardi, allo scopo di mostrare al pubblico un pittore outsider che colpisce per l’intensità, il coraggio e l’originalità della sua ricerca.

Pietro Ghizzardi: opera in mostra alla Galleria Maroncelli 12
Pietro Ghizzardi: opera in mostra alla Galleria Maroncelli 12

Ghizzardi realizzava i suoi colori con le erbe, i legni e ciò che ricavava dalla natura.

I suoi dipinti sono realizzati sui cartoni per contenere i chiodi: un’arte dl riciclo estremamente rispettosa della natura e della fatica dell’uomo. 

Informazioni sulla mostra

PIETRO GHIZZARDI
Il mare e una bella donna da baciare
Galleria Maroncelli 12
Via Maroncelli, 12 – Milano
www.maroncelli12.it
Fino al 28 gennaio 2022

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