montagna Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Fri, 29 Dec 2023 15:31:48 +0000 it-IT hourly 1 La montagna vivente, libro di Amitav Gosh: recensione https://cultura.biografieonline.it/montagna-vivente-libro-amitav-gosh/ https://cultura.biografieonline.it/montagna-vivente-libro-amitav-gosh/#respond Fri, 29 Dec 2023 15:31:46 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=41837
La montagna vivente - libro
La montagna vivente – copertina del libro di Amitav Gosh

Apologo per i nostri tempi: la trama

In un mondo lontano che potrebbe però essere il nostro e in un’epoca lontana che però potrebbe rispecchiare il nostro futuro, un popolo vive in una valle ai piedi di una montagna sacra.

Nessuno, infatti, può scalarla e tentare di raggiungere le cime.

La montagna è considerata un dio intoccabile. A lei vengono riservati balli, preghiere, sacrifici e in cambio la montagna restituisce doni: fiori profumatissimi, frutti, alberi e un tipo di noce con proprietà medicinali straordinarie.

Le popolazioni della valle, che si combattono fra loro, rispettano però la montagna allo stesso modo, seguendone all’unisono le regole e non tradiscono le sue leggi.

Fino a quando però un esercito di stranieri, attirato dai benefici della montagna e curioso di poterla sfruttare, non decide di assalire le popolazioni che la abitano.

Da quel momento e per sempre le cose cambieranno e un nuovo germe verrà istillato in tutti coloro che decideranno di sfruttare la montagna vivente.

La montagna vivente: recensione e commento

Amitav Gosh – scrittore, giornalista e antropologo indiano – scrive un breve racconto dal ritmo intenso, incalzante, in cui gli eventi si susseguono mutando velocemente l’essenza della storia.

È una favola nera quella che leggiamo ma anche una allegoria, una metafora che ci riguarda da vicino e che tocca tmi quali l’ambiente, il clima, la storia, il destino dell’umanità.

E con uno stile semplice, una scrittura scorrevole, l’autore ci fa sprofondare nel buco nero del senso di colpa, nell’angoscia di un futuro che dovrmmo prevedere e che invece sfugge via senza scampo.

Dati sintetici

  • Titolo: La montagna vivente
  • Autore: Amitav Gosh
  • Traduzione: Anna Nadotti, Norman Gobetti
  • Anno: 2023
  • Amazon: https://amzn.to/48uL2bU
  • Editore: Neri Pozza

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Monte Rushmore: celebre monumento nazionale americano https://cultura.biografieonline.it/monte-rushmore/ https://cultura.biografieonline.it/monte-rushmore/#respond Fri, 01 Mar 2019 08:56:19 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=26058 Il Monumento nazionale del Monte Rushmore è uno dei simboli degli Stati Uniti d’America nell’immaginario collettivo. Situato nelle Black Hills, in Dakota del Sud, nel Midwest, questo memoriale dalle dimensioni gigantesche è il lascito dello scultore Gutzon Borglum.

Monte Rushmore - Monumento - Mount Rushmore National Memorial
Mount Rushmore National Memorial (Monumento nazionale del Monte Rushmore) – Il complesso scultoreo rappresenta i volti di 4 celebri presidenti degli Stati Uniti d’America

Lo scultore, di origini danesi, formatosi fra Parigi e New York, insieme a Luigi Del Bianco, maestro carpentiere di origini italiana, naturalizzato americano, diede vita al progetto nel 1927.

Monumento nazionale del Monte Rushmore: i numeri

Impiegò oltre 400 operai e rimosse 450mila tonnellate di granito dalla montagna, il 90 per cento attraverso esplosioni dinamitarde. Il progetto iniziale, che non si limitava a quanto oggi possiamo ammirare, subì una prima frenata nel 1939 quando il Congresso disse no a quanto lo scultore avrebbe voluto aggiungere ai quattro volti.

Due anni dopo si arrestò del tutto con la morte prematura di Borglum. L’opera, seppur non adempiendo al cento per cento al progetto primario, fu portata a termine dal figlio, Abraham Borglum.

Chi sono i quattro Presidenti

La prima scelta che spettò a Borglum fu quella relativa ai Presidenti da rappresentare nella sua gigantesca scultura sulla roccia.

George Washington

Scelse senza dubbio George Washington, uno dei padri fondatori degli Stati Uniti oltre che il 1° presidente in carica fra il 1789 e il 1797. E’ il primo a sinistra.

Thomas Jefferson

Gli affiancò Thomas Jefferson, 2° presidente (1801 – 1809) a cui la nazione deve più di tutto la Dichiarazione di indipendenza firmata al termine dell’omonima guerra che fra il 1775 e il 1783 liberò 13 colonie nordamericane dalla bandiera del Regno di Gran Bretagna.

Abraham Lincoln

La terza scelta cadde su Abraham Lincoln, 16° presidente in carica fra il 1861 e il 1865. A Lincoln la storia americana riconosce la capacità di aver tenuto unito il paese durante la sanguinosa Guerra civile americana. Nel monumento del Monte Rushmore compare come ultimo a destra.

Theodore Roosevelt

Il quarto volto scolpito, infine, fu quello di Theodore Roosevelt, 26° presidente. Fu alla Casa Bianca dal 1901 al 1909 e conquistò un posto speciale nella storia a stelle e strisce per il ruolo di mediatore nella guerra fra Russi e Giapponesi che gli valse il Premio Nobel per la pace nel 1906.

Roosevelt, infine, si contese il posto sul monumento con un altro presidente molto ben voluto dagli statunitensi: Woodrow Wilson. Wilson fu il 28° presidente e fu in carica dal 1913 al 1921. Ebbe un ruolo chiave nei trattati di pace al termine della Prima Guerra Mondiale. Per questo ricevette il Premio Nobel per la pace nel 1919.

La Hall of records del Monte Rushmore

Il progetto di Borglum era più ampio di quanto oggi vediamo. Intanto, lo scultore aveva inizialmente pensato e progettato di scolpire i quattro presidenti a mezzo busto e non solo le loro teste.

Lo scultore Gutzon Borglum (25 marzo 1867 – 6 marzo 1941): il suo progetto del Monte Rushmore prevedeva figure a mezzo busto
Lo scultore Gutzon Borglum (25 marzo 1867 – 6 marzo 1941): il suo progetto del Monte Rushmore prevedeva figure a mezzo busto

In più, nell’idea di Borglum c’era una grande area situata dietro la testa di Lincoln in cui conservare i più importanti registri della politica americana, la Hall of records. Sarebbe stata una sorta di capsula del tempo e sarebbe apparsa come una grande camera segreta.

Come detto, nel 1939 il Congresso non autorizzò lavori ulteriori e aggiuntivi alla scultura dei presidenti e due anni dopo Borglum morì.

La Hall of records rimase incompiuta e ferma ai primissimi lavori di scavo.
Il 9 agosto del 1998 fu ultimato un deposito di documenti nel pavimento dell’entrata della sala. In una scatola di legno fu posto un ulteriore contenitore in titanio coperto da una pietra tombale con le parole di Burglum:

“… mettiamo là, scolpiti in alto, il più vicino possibile al Paradiso, le parole dei nostri leader, i loro volti, per mostrare ai posteri che tipo di uomini fossero. Sospira allora una preghiera affinché questi registri dureranno fin quando soltanto il sole e il vento li porteranno via”.

Con la pietra tombale, nell’area scavata nella roccia, si trovano anche sedici pannelli. In questi sono riportati il racconto del progetto del Monumento del Monte Rushmore, le informazioni sui suoi scultori, sui presidenti raffigurati e una breve storia degli Stati Uniti. Un lascito al mondo senza tempo, seppur inaccessibile ai visitatori.

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Correre o morire (libro di Kilian Jornet) https://cultura.biografieonline.it/correre-o-morire/ https://cultura.biografieonline.it/correre-o-morire/#comments Fri, 08 Jan 2016 11:06:24 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=16193 mi fa un pochino male parlare di questo libro.

questo libro è correre o morire, di kilianjornet – priuli & verlucca, 2012.
kilian jornet è uno che corre. ma non corre e basta, lui corre in salita. e scia, anche. vive la montagna come noi non saremmo capace di viverla mai. in realtà in montagna kilian non corre, vola. perché i piedi quasi non toccano terra. vola perché veloci come lui sono in pochi.

Anna Sgarbi - trail

è a kilian che penso quando provo a fare dei trail e in salita io non ce la faccio mica, arranco, maledico tutto e tutti ma poi, quando inizia la discesa, è bellissimo. e lo so la discesa è più pericolosa e difficile ma io non lo so che cosa ho, forse l’incoscienza. e riesco, e recupero, e mi sento libera da tutto. mi farò male un giorno, sbatterò la faccia per terra o mi spaccherò una caviglia, ma la libertà della discesa che ho sentito a vobarno o al giir di mont, non me la toglie nessuno. grazie filo, per aver detto a mamma signora, sua figlia in discesa è pazzesca. perché la mia mamma non è che proprio ci ha mai creduto in questa cosa della corsa o altre.

Correre o morire - Kilian Jornet
“Correre o morire”, la copertina del libro di Kilian Jornet

e kilian? kilian nel libro racconta cose che noi umani. il kilimangiaro, e la corsa dall’atlantico al mediterraneo, e corse di mille giorni senza dormire. è sovrumano. ed è anche un figo a vederlo, ma questo non conta. non molla mai.

invece, io. io un giorno sono tornata dalle vacanze e ho fatto una corsetta non so nemmeno più dove e mi faceva un po’ male l’inguine. pazienza ho detto. il giorno dopo ferma e la domenica, 30 agosto, dico vado a fare il trail. devo continuare ad allenarmi, ho monza tra poco e lugano e le due maratone e mille cose. parto e si sale e sono con antonio e come al solito siamo tra gli ultimi. sento un po’ il male ma che vuoi che sia. ci sono pochi ristori, a sto trail. tanto asfalto e pochi ristori. e penso alla mia cri che è davanti, che brava che è la mia cri. e le discese? e quando arriva l’ultimo ristoro? eccola la discesa e lo vedo il ristoro, è là e mancano solo 5 km alla fine. dai anna. vola al ristoro, vola, allarga le braccia e sorridi, ché a breve bevi. scusa antonio sono andata avanti, avevo sete, tantissima. che buona, questa coca-cola. un altro bicchiere dai. antonio vai pure avanti, io devo concentrarmi che ho un po’ male alla gamba non voglio che mi aspetti, vai che è discesa e ti raggiungo.

appoggio il piede e mi crolla il mondo. urlo fortissimo. riprovo. urlo di nuovo, piango. fatemi sedere non posso più mettere giù il piede destro il male è ovunque, sembra mi abbiano sparato. aiutatemi vi prego non posso arrivare nemmeno lì sull’erba, anche se sono solo 2 metri. aiutatemi. piango. e tu fotografo perché sei lì con il tuo obbiettivo e continui a scattare io ho male, ho tanto male. aiutatemi.

poi scendo col furgone e cri davvero non preoccuparti starò bene ho male alla gamba ma si aggiusta. martin vieni a prendermi. prez, mi sono fatta male. qualcuno mi dica che cosa ho.

ferma, stai ferma anna. ferma fino a monza ci sono i 30 km perché non provo? c’è la maratona. e io quella medaglia di monza la voglio. e la prima metà è perfetta sono super concentrata ma poi, ci metto una vita e piove e non sento quasi il male ma il garmin dice che sto correndo pianissimo. molto, piano. e all’arrivo me ne vado e non saluto quasi nessuno perché non c’è più, quasi nessuno. grazie franco, sei rimasto. grazie prez. vado a casa, datemi le stampelle.
martin andiamo al pronto soccorso. come dice dottoressa? due settimane e sono a posto? e tra un mese? perché tra un mese c’è monaco. tra un mese perfetta? ottimo.

salta lugano anna, salta il city trail e salta monaco e tu ci vai lo stesso perché tanto hai pagato e io quando vi ho visti andare alla partenza ho pianto tanto.
ho pianto quasi tutti i giorni in questi mesi che sono quattro ma sembrano mille. quando ho cancellato atene ho singhiozzato, ogni domenica mattina, ho i lacrimoni. quando ho ritirato la risonanza, quando l’ortopedico ha detto ancora qualche mese ferma, ciao milano, mi è mancato il respiro.

perché la corsa, non è il mio sport.
mi annoio faccio fatica, ho risultati pessimi.
ma arrivavo alla fine.
ora alla fine non ci arrivo più.

fare cose che non avrei mai pensato di poter fare, dirmi brava per la prima volta, guardare le medaglie – che sono gentili eh, nelle corse ti danno la medaglia anche se arrivi ultima – mi serviva per capire che sì, potevo andare avanti.
perché le cose nella vita a cui terrei di più, quelle che mi farebbero sentire importante, non le posso avere. non le posso volere. e allora riuscivo a far passare i giorni perché sapevo che la domenica, magari c’era un trail. o una tapasciata. o una corsa in un posto dove non sono mai stata. sveglia sempre prima delle 6, freddo, caldo, non mi importa, fino a quando vedo che ce la posso fare. io, che fino ad ora che cosa ho combinato?

certo, dormo. e leggo. e sto sul divano. la mia vita, quella di sempre. proprio quella però che mi faceva sentire nulla. perché io no, non me la sento di uscire il weekend, ho paura dell’ansia della gente di fare tardi e lui invece deve andare a lavorare e se trova traffico?
e i miei amici della corsa, non li scrivo tutti ma lo sapete chi siete, loro non mi hanno lasciato la mano mai. purtroppo a volte non è abbastanza.

cosa ho per far passare le settimane? quando cammino un po’ e sento ancora male cosa ho per dire che non importa? e ogni giorno vorrei urlare come quando ero su là in cima, aiutatemi, vi prego.

Anna Sgarbi - corsa

e kilian jornet che c’entra? c’entra, perché lui quando si è infortunato non ha mollato, e io invece vorrei tantissimo.

è facile sorridere e dire che sì, ho pazienza, e che sì, sono cose che succedono. e che dai, tanto mica dovevo fare le olimpiadi, chissenefrega se sto un po’ ferma, mi riposo.
però, no, non è vero.

kilian, tienimi la mano. portami in cima a questa salita ti prego. per la discesa poi mi arrangio te lo prometto.

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