Mondadori Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Fri, 24 Jan 2020 16:24:28 +0000 it-IT hourly 1 La fatica non esiste, libro di Nico Valsesia https://cultura.biografieonline.it/la-fatica-non-esiste/ https://cultura.biografieonline.it/la-fatica-non-esiste/#respond Tue, 28 Jun 2016 16:15:32 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=19057 lo scorso aprile ho fatto quella cazzata che avevo già fatto l’anno scorso dei 2700 gradini in valtellina. l’avevo fatta dicendo non la farò mai più e però come dice britney spears i did it again perché ci andavano i miei amichetti ed è stato come andare in gita abbiamo dormito fuori etcetcetc. bello tutto salvo la parte de salì ste 2700 gradini (demmerda). questo già ha a che fare col libro di cui vi parlo oggi. perché in quell’occasione il mio amico franco che è svizzero (fosse stato russo si sarebbe chiamato rublo, no? SCUSA FRANCO) mi ha fatto due regali molto belli: la batbox, casa di legno da mettere fuori per i pipistrelli, e poi il libro di nicovalsesia, la fatica non esiste – mondadori, 2014.

La fatica non esiste - Nico Valsesia - libro
La copertina dela libro “La fatica non esiste”, di Nico Valsesia

caso vuole (caso aiutato da me che ho aspettato a scrivere) che giusto lo scorso weekend nico valsesia abbia fatto una roba che ha dell’irreale. da sulak, sul mar caspio, -29m slm, è andato prima in bici (510km) e poi arrampicandosi per 15km fino alla cima del monte elbrus, 5642m slm. una cosa che manco si può spiegare. e ce l’ha fatta. ed è un supereroe, ma vero. 31h55′.
seguivo gli aggiornamenti su feisbùc e facevo il tifo, e ammiravo, e speravo riuscisse con tutto il cuore.

tipo io ieri ho fatto una cosa in salita di 8,2 km con 800m di dislivello, tutti very easy come strada, e ci ho messo 1h17’erotti. e già mi lamentavo. mi lamento sempre tantissimo. mi do noia da sola.

nico non si lamenta. nel libro racconta delle cose che manco i film. una domenica è partito da genova in bici e poi è arrivato sotto il monte bianco ed è salito in cima. in 16h35’52”.
ha fatto anche per un tot di volte la RAAM, una gara che prevede di attraversare gli stati uniti dal pacifico all’atlantico in bici, e praticamente non si è fermato mai.
ha fatto mille mila cose. è fortissimo.
io invece una volta stavo facendo da cimiano a bollate e arrivata a niguarda sono scesa troppo sportivamente da un marciapiede e ho spaccato le due gomme e ho spinto la bici per 4 km+altri 4 a piedi fino a casa senza bici e da allora mi è venuta l’ansia del prendere la bici che poi la rompo e la bici è lì, in sala, come ci fosse spazio, poi.

la cosa che però mi ha fatto venire i lucciconi veri, a me che sono una mollacciona, è alla fine del libro, quando parla di quello che augura ai suoi figli.

la fatica non esiste, dice nico.
forse. forse è una questione di testa come dicono tanti.
io sono ancora allo step in cui la fatica c’è e pure tanta. e c’è tanto nervoso perché non riesco a fare quello che vorrei, quando vorrei, come vorrei. (no, volerlo non basta. quando le gambe si impiantano e più veloce non riesco a muoverle, volerlo lo giuro non basta).

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La politica tra e con la gente: intervista a Ivan Scalfarotto https://cultura.biografieonline.it/intervista-a-ivan-scalfarotto/ https://cultura.biografieonline.it/intervista-a-ivan-scalfarotto/#comments Wed, 10 Oct 2012 20:54:55 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=4104 Ivan Scalfarotto. Politico e saggista brillante, vicepresidente del Partito Democratico, autore di numerose pubblicazioni, molto apprezzato per le sue battaglie civili in difesa delle minoranze, soprattutto sessuali. Nell’aprile 2010 ha fondato “Parks – Liberi e Uguali”, di cui è Direttore esecutivo. Si tratta di una vera e propria associazione no profit tra imprese impegnate ad implementare politiche di pari opportunità per i propri dipendenti GLBT, inoltre versata nel creare una cultura di rispetto e inclusione sui luoghi di lavoro.

Ivan Scalfarotto
Ivan Scalfarotto

Dopo i libri “Contro i perpetui” (Il Saggiatore, 2006) e “In nessun paese”, incentrato sulla drammatica situazione italiana per ciò che attiene ai diritti civili, Scalfarotto ha pubblicato nel settembre 2012 il libro “Ma questa è la mia gente”, per Mondadori. L’autore affronta un viaggio nel Partito Democratico mediante 17 conversazioni con i suoi protagonisti, interrogando i cosiddetti “big”, ma anche e soprattutto quei politicanti e amministratori che spesso non vengono chiamati in causa, giovani promesse della politica di domani. Nel corso di una breve intervista, Ivan Scalfarotto ha parlato del suo ultimo libro e, anche, del modo di fare politica tra e con la gente.

Partendo dal libro “Ma questa è la mia gente”, tra tutti gli intervistati, quali quelli che ti hanno sorpreso di più, che vuoi sottolineare in modo particolare?

I meno noti, senza dubbio. I quali rappresentano il vero tesoro del Partito Democratico, il suo tessuto: Laura Puppato ad esempio o, anche, Ilda Curti, assessore al Comune di Torino. Sono due delle personalità che rappresentano il futuro del centro-sinistra italiano ma, soprattutto, il presente. Sono anzi la dimostrazione tangibile di  quanto il Pd non sia solo fatto dai politici che vanno in televisione, quelli noti ai più. Io credo infatti che, i più attenti, i più importanti, la vera ossatura, sia composta da grandi amministratori provinciali e comunali, che poi sono quelli che ogni giorno hanno a che fare con la gente.

Molti politici, da destra a sinistra, sembrano però aver perso questa abitudine ad avere a che fare con le persone, non trovi?

Questo è vero, e per me è un comportamento incomprensibile. Per me è una cosa vitale, senza la quale non riuscirei neanche a concepirla, la politica. Il mio invito, costante direi, è quello di non aver paura della società, anzi di mostrarsi dentro e davanti alla stessa. Se la politica fosse più capace di farsi “contaminare” dalla gente, ne guadagnerebbe di certo in credibilità, per giunta in un momento cruciale della storia della nostra Repubblica.

Quali gli altri metodi per fare “democrazia”?

La mia esperienza è una sola ed è anche la mia provenienza diretta: la rete. Il web. È da lì che provengo ed è lì che, a parte le altre forme di comunicazione, torno sempre e sempre volentieri. Io ho fatto politica servendomi della rete e questa è la cosa che mi piace di più, nonostante i rischi che può avere. Con la rete, uno accetta di venire sottoposto ad uno scambio diretto con la gente, come ho già detto vitale, per me. È molto diverso dalla carta stampata e dalla televisione, assolutamente.

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