monarchia Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Wed, 13 Sep 2023 07:51:41 +0000 it-IT hourly 1 God Save the Queen, God Save the King: inno nazionale inglese https://cultura.biografieonline.it/god-save-the-queen-testo-traduzione/ https://cultura.biografieonline.it/god-save-the-queen-testo-traduzione/#comments Sun, 08 Jul 2018 13:48:55 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=25053 L’inno nazionale dell’Inghilterra e del Regno Unito, sia nel titolo che nel testo, viene declinato al maschile  o al femminile a seconda del sesso del monarca regnante. Il titolo può essere pertanto “God Save the Queen” (Dio salvi la Regina) oppure “God Save the King” (Dio salvi il Re). Fin qui sono notizie che quasi tutti sanno, perché di interesse collettivo. Invece, forse, in pochi sanno che l’inno britannico è l’inno nazionale più antico al mondo. Venne scritto tra il 1736 e il 1740; entrò in uso il 28 settembre 1744.

Il regno di Elisabetta II è il più longevo della storia inglese. God save the Queen.
Il regno di Elisabetta II è il più longevo della storia inglese: un vero record per lei. E’ quasi impossibile calcolare il numero di volte in cui l’inno God save the Queen è stato intonato per la regina.

Per la sua diffusione nel mondo, grazie all’estensione geopolitica del Commonwealth, è probabilmente l’inno più conosciuto: è stato infatti l’inno nazionale di diverse nazioni, tra cui:

  • Sudafrica, fino al 1961;
  • Nuova Zelanda, fino al 1977;
  • Canada, fino al 1980;
  • Australia, fino al 1984;

God Save the Queen: testo completo dell’inno

God save our gracious Queen,
Long live our noble Queen,
God save the Queen!
Send her victorious,
Happy and glorious,
Long to reign over us;
God save the Queen!

O Lord our God, arise,
Scatter her enemies
And make them fall;
Confound their politics,
Frustrate their knavish tricks,
On Thee our hopes we fix,
Oh, save us all!

Thy choichest gifts in store
On her be pleased to pour;
Long may she reign;
May she defend our laws,
And ever give us cause
To sing with heart and voice,
God save the Queen!

Traduzione italiana

Dio salvi la nostra graziosa Regina,
lunga vita alla nostra nobile Regina,
Dio salvi la Regina!
Donale la vittoria,
la felicità e la gloria,
possa regnare a lungo su di noi;
Dio salvi la Regina!

O Signore, nostro Dio, sorgi,
disperdi i suoi nemici
e falli cadere;
confondi i loro intrighi,
frustra le loro manovre disoneste,
su di te sono riposte le nostre speranze,
oh, salvaci tutti!

I regali più preziosi che conservi,
sii disposto a riversarli su di lei;
possa regnare a lungo;
possa difendere le nostre leggi
e sempre darci l’occasione
di cantare col cuore e con la voce,
Dio salvi la Regina!

Flag - Bandiera - Gran Bretagna - Inghilterra - Regno Unito
La bandiera del Regno Unito

Breve storia

Da Wikipedia:

La melodia dell’inno God save the Queen fu composta su comando di Giorgio II Hannover divenuto re di Gran Bretagna, ma essendo questi principe elettore di Hannover, l’inno divenne tale anche per la Confederazione Germanica, passando poi nel 1871 all’Impero tedesco (1871-1918) di Guglielmo II che lo adottò come inno nazionale col nome di Heil dir im Siegerkranz (Ave a te nella corona della vittoria). Rimase poi in vigore senza testo nella Repubblica di Weimar fino al 1922, quando fu adottato Das Lied der Deutschen.

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La Luogotenenza di Umberto II https://cultura.biografieonline.it/luogotenenza-di-umberto-2/ https://cultura.biografieonline.it/luogotenenza-di-umberto-2/#respond Wed, 28 Sep 2016 01:03:21 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=19990 La Luogotenenza del regno è un istituto di affidamento del potere regio a un luogotenente – il quale è solitamente di rango principesco. Il luogotenente esercita l’autorità reale in caso di assenza o impedimento del re legittimo. All’indomani della Liberazione di Roma, nel giugno del 1944, re Vittorio Emanuele III si ritirò nominando suo figlio Umberto II di Savoia Luogotenente generale del Regno. In questa fase storica Umberto, dunque, esercitò le funzioni di capo dello Stato senza tuttavia possedere la dignità di re.  Egli fu Luogotenente del regno e non del Re, proprio a radicare il legame più con lo Stato che con la figura del Re. Umberto II guadagnò così la fiducia degli Alleati e lasciò che fosse il popolo italiano, attraverso il referendum, a decidere per la Monarchia o la Repubblica.

Umberto II di Savoia
Umberto II di Savoia

Il contesto storico

La guerra civile in Grecia fu uno degli aspetti più dibattuto verso la fine della Seconda Guerra mondiale. Già nel 1944 Winston Churchill, insieme ad Anthony Eden, avevano deciso di passare alcuni giorni nella capitale greca per organizzare una resistenza ai focolai comunisti che attendevano una decisione da parte di Stalin.

La Grecia infatti sarebbe stato uno dei territori più importanti nei futuri equilibri europei. E sulla Grecia Churchill avrebbe giocato la sua maggiore influenza. In Italia, invece, la guerra civile scoppiata dopo la fondazione della Repubblica Sociale, non destava particolari preoccupazioni agli alleati.

Gli occhi sull’Italia

La lotta in questo caso era fra gli Alleati che sostenevano la resistenza e i tedeschi che appoggiavano la Repubblica di Mussolini. Ovviamente gli Alleati si erano posti il problema di cosa sarebbe accaduto all’Italia dopo la guerra. Churchill aveva manifestato l’interesse affinché la monarchia continuasse a rappresentare il paese, magari con funzioni ancora più limitate.

Roosevelt invece propendeva per una soluzione repubblicana ma aveva deciso di lasciare all’alleato inglese prevalenza nelle decisioni riguardanti il Mediterraneo. In Italia, Pietro Nenni, leader del Partito socialista, e il partito d’Azione chiedevano a gran voce la convocazione di un’Assemblea costituente.

Togliatti, invece, rientrato dall’Urss manteneva una posizione neutrale, osservando gli avvenimenti, secondo i suggerimenti di Stalin. Ma anche prendendo alcune posizioni in favore della repubblica per non lasciare solo a Nenni la possibilità di indossare l’abito del repubblicano.

I sostenitori monarchici, che avevano ancora una certa influenza nel paese, erano consapevoli che Vittorio Emanuele III non era più popolare fra i suoi sudditi. Si doveva cercare una soluzione in poco tempo. E fu Enrico De Nicola – come scrive Ludovico Incisa di Camerana nel suo libro “L’ultimo re, Umberto II di Savoia e l’Italia della Luogotenenza” pubblicato da Garzanti – a trovare la soluzione.

L'ultimo Re Umberto II di Savoia e l'Italia della Luogotenenza
La copertina del libro “L’ultimo Re” (Garzanti, 2016)

Verso la Luogotenenza

L’avvocato, futuro primo presidente della Repubblica, ricordò che la Luogotenenza era già stata utilizzata in passato. Essa era quindi una possibilità contemplata nella storia dei Savoia.
Vittorio Emanuele III non era convinto. Tuttavia alla fine accettò di firmare il decreto attuativo della luogotenenza dopo la liberazione di Roma.

La capitale venne liberata il 4 giugno del 1944. Il giorno dopo un generale americano in maniche di camicia obbligò il re a firmare il decreto nella residenza di Ravello. La Luogotenenza era la penultima carta dei monarchici. Mentre l’ultima fu l’abdicazione di Vittorio Emanuele III in favore del figlio Umberto.

La Luogotenenza di Umberto II

I repubblicani capirono che Umberto II sarebbe stato un alleato contro Badoglio. Così lo convinsero, senza troppi problemi, ad appoggiare Ivanoe Bonomi alla Presidenza del Consiglio. Subito dopo Umberto firmò il decreto che prevedeva la costituzione di un’assemblea. Essa avrebbe scritto la nuova Costituzione, e il referendum che avrebbe deciso le sorti della monarchia.

Umberto era un gentiluomo e non avrebbe mai difeso con forza estrema la monarchia, forse non voleva nemmeno governare e quando il referendum decretò la vittoria della Repubblica. Accettò quindi l’esilio per evitare qualsiasi tensione fra repubblicani e monarchici. I primi erano maggioritari al nord e i secondi al sud.

Umberto II al seggio
Umberto II al seggio

La giovane Repubblica Italiana

L’Italia comunque stava vivendo molti conflitti e i governi della giovane repubblica già dimostravano fragilità e precarietà che avrebbero contraddistinto la successiva storia politica del paese.

Ferruccio Parri governò per sei mesi. Mentre il governo De Gasperi, grazie all’intelligenza del Primo ministro, durò di più e trovò il modo di convivere con i comunisti comandati da Togliatti.

La situazione economica dell’Italia era disastrosa. I problemi da affrontare erano immensi, non solo dal punto di vista politico ed economico ma anche sociale. Molte questioni che riguardavano la giovane democrazia facevano ben sperare, c’erano infatti molti fervori per un futuro migliore.

Ma altre situazioni, soprattutto per ciò che riguarda la ricostruzione economica e l’epurazione, mostravano sfide importanti.
La storia della Luogotenenza racchiude molti elementi che si sarebbero ritrovati negli anni successivi. Il libro di Camerana li condensa tutti con un racconto ricco di spunti e pieno di riferimenti storici suggestivi.

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Carlo, il principe dimenticato (libro di Vittorio Sabadin) https://cultura.biografieonline.it/carlo-principe-del-galles-libro/ https://cultura.biografieonline.it/carlo-principe-del-galles-libro/#comments Mon, 20 Jun 2016 11:54:44 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=18836 La monarchia inglese è retta da una regina che ha battuto tutti i record di longevità durante il regno e da un figlio che ha ottenuto il suo record personale di erede al trono più longevo della storia. Mai nessun principe, infatti, ha atteso di regnare quanto Carlo d’Inghilterra che, a oltre sessant’anni d’età, può solo sperare di reggere la monarchia quel poco tempo sufficiente per poter realizzare le sue idee. Carlo, infatti, non è un principe assente o dimenticato, come recita il sottotitolo del libro di Vittorio Sabadin (“Carlo, il principe dimenticato“, edito da da Utet). Il Principe del Galles è in realtà un uomo molto attivo che cerca, malgrado gli sia stato sconsigliato, di influenzare il Parlamento sui temi che gli sono più cari. In primis l’ambiente.

Carlo - Il principe dimenticato - libro
Carlo – Il principe dimenticato – libro

Fin dai suoi esordi come Principe del Galles, Charles Philip Arthur George Mountbatten-Windsor ha portato avanti battaglie sulla coltivazione senza pesticidi e sull’utilizzo delle risorse della terra nel rispetto di un’integrazione fra uomo e natura che non prevedesse lo sfruttamento selvaggio di quest’ultima.

La sua, però, non è solo un’attività di sensibilizzazione, ma anche di realizzazione pratica delle sue concezioni idealistiche. Nelle sue proprietà, infatti, ha imposto la coltivazione bio e ha trasformato alcune sue dimore in vere e proprie aziende che vendono prodotti in tutto il mondo. La sua storia, però, è legata al pettegolezzo e all’abuso che i media hanno fatto della sua vita privata.

La vita di Carlo, Principe del Galles

Vittorio Sabadin, che è stato a lungo corrispondente a Londra per La Stampa, ricostruisce in questo suo libro tutta la vicenda di Carlo.

Carlo, principe di Galles
Carlo, principe di Galles

Dall’infanzia, passata in collegi militari o di radicale educazione spartana, in cui il Principe ha dovuto affrontare prove difficili per essere all’altezza dell’aspettativa del padre, ai primi incarichi come Principe del Galles, titolo ottenuto per volontà della madre nel 1969, nel castello di Caernarvon, luogo storicamente importante perché è la testimonianza dell’occupazione inglese del Galles.

Non a caso, infatti, il giorno dell’incoronazione ci furono diverse proteste e un paio di bombe fatte esplodere non lontano dal castello. Da quel momento, per Carlo la vita è stata un alternarsi di sfide e tensioni, in cui gli incarichi pubblici sono stati alternati al gossip sulle sue amanti e agli intrighi che hanno inspiegabilmente attratto l’attenzione di milioni di persone.

Non c’è momento in cui non senta di dovermi giustificare per il fatto di essere vivo.

Lady D e Camilla Shand

Diana e Camilla Shand, le donne che hanno segnato la sua esistenza, sono raccontate nel libro come se dovessimo leggere una soap opera, ma questo è quello che i media hanno costruito sulla famiglia reale negli ultimi trent’anni, quando si è rotto una sorta di tacito accordo fra loro e la famiglia reale. Una volta caduto tale accordo, i giornali inglesi si sono scatenati. Ma la monarchia e i ruoli della famiglia reale sono ben diversi da come appaiono.

Vittorio Sabadin
Vittorio Sabadin

Il libro di Vittorio Sabadin

Il pregio del libro di Vittorio Sabadin è ricordare anche questo e mostrare una famiglia non solo intenta a bere il nei suoi numerosi palazzi o a partecipare con copricapi improbabili alle corse dei cavalli. E, tuttavia, per quanto sia interessante la ricostruzione della vita del Principe del Galles, rimane inevitabile la domanda su quale sia il ruolo della monarchia in un’epoca come la nostra. Soprattutto, visto che i monarchi non hanno più potere e sono dei meri Capi di Stato che possono solo consigliare. Perché spendere tanti soldi per mantenerli e per educarli ad un ruolo che potrebbe essere elettivo?

In parte questa risposta la troviamo nel libro. Perché la monarchia e i membri della famiglia reale non hanno un ruolo politico ma influiscono con le loro attività benefiche più di quanto facciano i Capi di Stato di altre nazioni.

Carlo, ad esempio, ha fondato un trust che ha finanziato, da quando è sorto, 850.000 attività commerciali di ex disoccupati che sono rientrati nel mondo del lavoro grazie al suo contributo.

Non solo. Partecipa con sua madre ad un numero assai elevato di associazioni che si occupano dei più svariati scopi ma che realizzano progetti di cui è riscontrabile l’esistenza e il successo. Il loro è un ruolo sociale oltre che istituzionale, con un peso politico al di fuori del Parlamento. Tale ruolo ha ancora un’altissima considerazione da parte del popolo britannico, che in maggioranza continua a ritenere fondamentale la monarchia.

William del Galles
William del Galles (a destra) con il padre Carlo (al centro) e il fratello Henry (a sinistra, detto Harry)

Carlo da parte sua sa che sarà William, il figlio, a dover dimostrare di essere un buon re, mentre lui potrà solo sperare di essere ricordato come un buon principe.

Leggi anche le altre recensioni dei libri dello stesso autore:

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