moda Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Tue, 01 Feb 2022 21:31:34 +0000 it-IT hourly 1 Dolce & Gabbana FUR FREE: via le pellicce animali https://cultura.biografieonline.it/dolcegabbana-no-pellicce-fur-free/ https://cultura.biografieonline.it/dolcegabbana-no-pellicce-fur-free/#respond Tue, 01 Feb 2022 14:55:24 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=38703 Anche nel campo della moda, ultimamente, molti marchi stanno seguendo un trend più etico e sostenibile. Dolce&Gabbana ha annunciato ufficialmente che sarà dismesso l’uso di pellicce animali in tutte le collezioni di moda a partire dall’anno in corso.

La casa di moda italiana, una delle più importanti al mondo, ha quindi bandito dalle passerelle le pellicce ricavate da animali, allevati appositamente o catturati in natura.

Fur free

L’azienda ha assunto un impegno preciso a favore di un futuro più sostenibile anche nella moda. In tale contesto si inserisce la decisione presa, che segna un passo importante nella politica “fur free” che Dolce&Gabbana sta applicando da tempo.

L’intero sistema moda ha un importante ruolo di responsabilità sociale che deve essere promosso e incoraggiato: integreremo materiali innovativi nelle nostre collezioni e svilupperemo processi produttivi rispettosi dell’ambiente, preservando al tempo stesso il lavoro e il know-how degli artigiani“, ha dichiarato il Group Communication&Marketing Officer del noto brand di moda.

Ma Dolce&Gabbana, a quanto pare, non è l’unico marchio che si è impegnato ad eliminare dalle collezioni di moda le pellicce animali. Lo hanno fatto anche, nei giorni scorsi, altri brand importanti come Prada, Armani, Gucci, Moncler.

Dolce e Gabbana non utilizzeranno più pellicce animali
FUR FREE: Dolce & Gabbana non utilizzerà più pellicce animali
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Parte la Milano Fashion Week: quasi tutti gli eventi saranno online https://cultura.biografieonline.it/milano-fashion-week-eventi-online/ https://cultura.biografieonline.it/milano-fashion-week-eventi-online/#respond Mon, 22 Feb 2021 14:30:00 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=32848 La settimana della moda milanese partirà domani 23 Febbraio: gli appuntamenti previsti in calendario sono 124 suddivisi tra presentazioni, sfilate, eventi (la maggior parte dei quali si terrà online).

Tra gli eventi più attesi della kermesse che ha come protagonista la Moda c’è la sfilata di Valentino, il primo Marzo prossimo, con le proposte per la moda autunno-inverno. Non parteciperà invece fisicamente alla Fashion Week milanese lo stilista Versace, la cui collezione sarà lanciata in modalità video il 5 Marzo prossimo.

Le sfilate osserveranno le rigide regole anti-Covid previste nel Protocollo Ats, e si svolgeranno alla presenza di pochi e selezionati tra giornalisti, buyer e addetti ai lavori del settore. Saranno solo due le sfilate live, le altre saranno tutte visibili online.

Tra le novità di questa edizione 2021, oltre all’apertura della kermesse con un video omaggio dedicato a Beppe Modenese (scomparso lo scorso mese di Novembre), c’è la presenza dell’imprenditore tessile Brunello Cucinelli, per la prima volta al prestigioso appuntamento milanese con la moda.

Feste ed happy hour, che hanno sempre fatto da contorno alla kermesse, si svolgeranno anche quest’anno, ma-a causa dell’emergenza sanitaria- tutti in modalità digitale.

Per seguire i vari appuntamenti ci si potrà collegare, dal 23 Febbraio al 1° Marzo, sulla piattaforma di CNMI milanofashionweek.cameramoda.it“.

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Mèches e colpi di sole, differenze https://cultura.biografieonline.it/meches-colpi-sole-differenze/ https://cultura.biografieonline.it/meches-colpi-sole-differenze/#respond Sat, 30 Dec 2017 11:17:39 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=23837 Il look è da sempre un chiodo fisso per le donne. E non solo. Due tecniche molto usate da parrucchieri e hair stylist di tutto il mondo, per schiarire la capigliatura sono: le mèches e i colpi di sole. Può darsi che abbiate sentito nominare questi due termini. E può darsi che li consideriate sinonimi. Spesso ci si confonde su questi due tipi di tecniche pensando che siano uguali. In realtà esistono delle sostanziali differenze. In questo articolo spieghiamo quali sono le differenze tra colpi di sole e mèches.

mèches e colpi di sole - differenze

Mèches

Le mèches sono un tipo di acconciatura particolare. Permettono di realizzare un gioco di colore e di tonalità che si muove nei toni più chiari. Permettono al contempo di mostrare una capigliatura originale e interessante. Per realizzare una mèche, l’hair stylist decolora le ciocche più grosse realizzando un effetto più marcato e netto, ottenendo una sfumatura più decisa nel colore. In questo senso, l’acconciatura con le mèches tende a essere molto più visibile rispetto ai colpi di sole.

Dopo aver eseguito le mèches a casa o dal parrucchiere di fiducia, bisogna tenere in considerazione che il capello può risentirne. Si rende quindi necessario applicare una maschera ristrutturante almeno una volta alla settimana. Serve cercare di evitare l’uso eccessivo di piastre per capelli e proteggere gli stessi con spray appositi.

Colpi di sole

I colpi di sole, invece, permettono di sfoggiare capelli decorati con ciocche, dalla misura inferiore rispetto a quella della tecnica descritta precedentemente. I colpi di sole sono di colore chiaro e vengono realizzati dagli esperti creando un tono su tono in maniera naturale che dona all’acconciatura un effetto unico.

Solitamente, l’hair stylist, schiarisce o scuriscele le ciocche dei capelli, con appena una o due tonalità di colore. Si ottengono in questo modo dei riflessi molto naturali. In ogni caso, l’effetto dei colpi di sole è meno marcato rispetto alle mèches e la sfumatura del colore dona un risultato assolutamente “nature”.

mèches colpi di sole - capelli parrucchieri

Similitudini

Esistono tuttavia anche delle somiglianze tra le due tecniche. Entrambe i trattamenti permettono di schiarire i capelli e di ottenere una capigliatura più luminosa. Si potranno così sfoggiare le ciocche in modo che appaiono più naturali oppure con un effetto decisamente più marcato.

Per realizzare sia le mèches, sia i colpi di sole, sono necessari strumenti come: pettini, cuffia, penna e la carta stagnola. Come anticipato precedentemente, possiamo eseguire questo tipo di tecniche sia in casa che dal nostro parrucchiere di fiducia, a seconda delle esigenze, della spesa che si vuole affrontare e della qualità che si vuole ottenere.

La cosa più importante per una donna, dopo il suo talento, è il suo parrucchiere. (JOAN CRAWFORD)

Se l’argomento ti è sembrato interessante ti consigliamo di proseguire la lettura di alcune frasi e citazioni sui parrucchieri, presenti sul sito Aforismi.meglio.it.

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Dolce e Gabbana, biografie e storia dell’azienda https://cultura.biografieonline.it/dolce-e-gabbana/ https://cultura.biografieonline.it/dolce-e-gabbana/#comments Wed, 23 Mar 2016 22:43:27 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=17770 Domenico Dolce (il cui nome completo è Domenico Maria Assunta Dolce) nasce il 13 agosto del 1958 a Polizzi Generosa (Palermo) e inizia a disegnare i primi vestiti all’età di sei anni; Stefano Gabbana, invece, nasce il 14 novembre del 1962, a Milano, da una famiglia di origini venete. Prima di arrivare alla storia dell’azienda che porta i lori nomi, Dolce e Gabbana, esempio di successo del Made in Italy nel mondo, parliamo della loro biografia.

Dolce e Gabbana Logo bianco, Dolce & Gabbana logo nero
Dolce & Gabbana (il logo dell’azienda)

Le biografie di Domenico Dolce e Stefano Gabbana

I due si conoscono, poco più che ragazzi, quando Domenico Dolce telefona all’azienda di moda per la quale lavora Stefano Gabbana; successivamente, Dolce e Gabbana, divenuti compagni nella vita, cominciano a lavorare insieme.

Domenico Dolce
Domenico Dolce

Stefano prende Domenico sotto la propria ala protettiva, avviandolo al mestiere e spiegandogli i processi di design nell’industria della moda. In seguito all’assunzione di Dolce, tuttavia, Gabbana è chiamato a svolgere, per diciotto mesi, il servizio civile in un istituto di malati mentali.

Stefano Gabbana
Stefano Gabbana

Tornato alla vita professionale di sempre, crea con Dolce un’azienda di consulenza nel settore del design: dapprima i due lavorano separatamente, ma in seguito, su consiglio di un commercialista, cominciano a fatturare insieme (anche per ridurre i costi e semplificare le procedure). Nasce, così, il nome “Dolce e Gabbana“, che diventa la denominazione dell’attività di design.

Le prime collezioni

Nell’autunno del 1985 la coppia mostra la propria prima collezione durante la Settimana della Moda di Milano: non avendo denaro a disposizione per pagare delle modelle, i due chiedono supporto ai propri amici. La loro prima collezione si chiama “Real Women“, e fa riferimento proprio al fatto che per mostrarla non si è ricorsi a modelle professioniste; le vendite, in ogni caso, risultano piuttosto deludenti, al punto che Stefano Gabbana è obbligato a cancellare l’ordine di tessuto inviato in vista di una seconda sperata collezione. Quando la coppia si reca per le festività natalizie in Sicilia, è però la famiglia di Dolce a proporre di pagare la fornitura: così, al ritorno a Milano, i due si ritrovano il tessuto desiderato.

Nel 1986 danno vita a un’altra collezione e aprono il primo negozio, mentre l’anno successivo lanciano una linea di maglie.

Nel 1989 la coppia disegna una linea di costumi da mare e biancheria intima e sottoscrive un accordo con il gruppo Kashiyama in virtù del quale apre il primo negozio in Giappone, mentre l’anno seguente (1990) lancia la prima collezione da uomo del marchio.

Domenico Dolce e Stefano Gabbana
Domenico Dolce (a destra) e Stefano Gabbana (a sinistra)

Dolce e Gabbana negli anni ’90

Nel frattempo, la popolarità della coppia cresce: la collezione primavera / estate 1990 femminile viene notata per i vestiti ricoperti di cristalli, mentre quella autunno / inverno 1991 mostra medaglie in filigrana, ciondoli e corsetti decorati. Proprio nel 1991 la collezione da uomo di Dolce e Gabbana viene reputata la più innovativa dell’anno e premiata, per questo motivo, con il Woolmark Award.

Nel frattempo, i due lanciano Dolce & Gabbana Parfum, il primo profumo per donna del brand, e cominciano a collaborare con Madonna, che si presenta al Festival di Cannes con un corsetto di gemme di Dolce e Gabbana; la cantante per il suo tour Girlie Show ordina più di 1500 costumi.

Nel 1994 la casa di moda dà il nome “La Turlington” a una giacchetta a doppio petto ispirata alla modella Christy Turlington, mentre l’azienda lancia D&G, solo con le iniziali dei cognomi dei due stilisti, la seconda linea del marchio destinata ai più giovani. Intanto, viene lanciata anche la Dolce & Gabbana Home Collection (che sarà messa da parte poco prima dell’inizio del nuovo millennio).

Dopo avere recitato nel 1995 nel film di Giuseppe Tornatore “L’uomo delle stelle” – nello stesso anno in cui Dolce & Gabbana pour Homme viene nominato dalla Perfume Academy miglior profumo per uomo dell’anno – Domenico e Stefano disegnano i costumi per il film “Romeo + Juliet“, il film di Baz Luhrmann che rielabora in chiave postmoderna la famosissima tragedia di ShakespeareRomeo e Giulietta“.

Nel 1996 e nel 1997 la coppia viene nominata designer dell’anno da “FHM”, e nel 1998 lancia anche una linea di eyewear, seguita un paio di anni più tardi da una linea di orologi e da una collezione di intimo da uomo e da donna distinta rispetto alla collezione di lingerie tradizionale del marchio.

Dolce e Gabbana - Dolce & Gabbana
Dolce & Gabbana

Gli anni 2000

Nel 2001 Dolce e Gabbana propongono la linea per bambini D&G Junior e disegnano per Madonna i vestiti del Drowned World Tour, che segue la pubblicazione dell’album “Music“; due anni più tardi (nel 2003) vengono inseriti tra gli uomini dell’anno segnalati dalla rivista “GQ”.

Nel 2004, poi, vengono nominati migliori designer internazionali dai lettori di “Elle” in occasione degli Elle Style Awards. A partire dallo stesso anno iniziano a collaborare con il Milan per disegnare le tenute da gioco indossate dai calciatori rossoneri, ma anche le divise ufficiali usate dai membri della squadra e dello staff tecnico e dirigenziale, per gli eventi fuori dal rettangolo di gioco.

Sempre nel 2004, la relazione sentimentale fra i due stilisti termina, ma il proficuo e consolidato rapporto imprenditoriale prosegue.

Nel 2006 la coppia stringe un rapporto di partenariato con il colosso della telefonia Motorola per il telefono cellulare Motorola V3i Dolce & Gabbana, e lancia sul mercato una linea di accessori leopardati per donne, denominata “Animalier“, seguita nel 2007 da una collezione di valigie da viaggio per uomo in coccodrillo. Sempre in quell’anno una campagna pubblicitaria del marchio Dolce & Gabbana diffusa in Francia e in Spagna, che raffigura una donna immobilizzata a terra da un uomo mentre altri uomini assistono alla scena, è oggetto di polemiche e viene ritirata.

Dopo aver dato vita al profumo per uomo The One for Men e al profumo per donna L’Eau The One, nel 2009 Domenico Dolce e Stefano Gabbana sperimentano una linea di cosmetici colorati, di cui è testimonial Scarlett Johansson, e propongono il profumo per donna Rose the One. Nello stesso periodo, firmano un contratto con Sony Ericsson per la realizzazione di una special edition della linea di telefoni Jalou con dettagli in oro 24 carati e il marchio Dolce & Gabbana sul dispositivo, mentre Giorgio Armani li accusa di avere copiato dei pantaloni matelassè: i due rispondono piccati sostenendo di avere ancora molto da imparare, ma non da lui.

Il 2009 è un anno ricco di guai, perché Stefano e Domenico (e la loro azienda) vengono accusati di evasione fiscale ai danni dello Stato Italiano per un imponibile di quasi 250 milioni di euro.

Stefano Gabbana e Domenico Dolce
Stefano Gabbana e Domenico Dolce

Gli anni 2010

Nel 2010, comunque, la coppia sottoscrive un accordo di tre anni con la squadra di calcio inglese del Chelsea, di proprietà del magnate russo Roman Abramovich, per disegnarne le tenute fuori campo e le divise di gioco, inclusi i vestiti per le donne dello staff; inoltre, festeggia i vent’anni del marchio a Milano, con una mostra pubblica allestita nel centro del capoluogo meneghino, prima di debuttare – l’anno seguente – con una linea di gioielleria che comprende ottanta pezzi, tra collane, braccialetti e rosari ingioiellati.

Nel 2012 D&G viene fusa con Dolce & Gabbana allo scopo di consolidare il marchio. La vicenda fiscale intanto si è protratta e nel 2013 Domenico Dolce e Stefano Gabbana vengono condannati al pagamento di 343 milioni di euro per evasione fiscale e a un anno e otto mesi di carcere: nell’autunno dell’anno seguente, la Cassazione proscioglie la celebre coppia di stilisti per non aver commesso il fatto.

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Oltre a Madonna, fra i più celebri clienti e testimonial dell’azienda e del brand si annoverano negli anni Demi Moore, Nicole Kidman, Isabella Rossellini, Eva Riccobono, Susan Sarandon, Tina Turner, Gwyneth Paltrow, Liv Tyler, Jon Bon JoviSimon Le Bon, Monica Bellucci (che fu protagonista dello spot tv del primo profumo D&G, diretto da Giuseppe Tornatore), Kylie Minogue, Fabio Cannavaro, Gianluca Zambrotta, Andrea Pirlo, Gennaro Gattuso, Matthew McConaughey (protagonista dello spot tv per il profumo The One).

Il sito ufficiale dell’azienda di moda è: www.dolcegabbana.it. Esiste anche un canale ufficiale su YouTube.

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Il profumo Chanel n.5 https://cultura.biografieonline.it/chanel-n-5/ https://cultura.biografieonline.it/chanel-n-5/#comments Thu, 09 Apr 2015 16:58:48 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=13962 Chanel n.5 è il profumo più famoso e venduto al mondo, prodotto dall’omonima casa di moda. Conta più di 80 milioni di flaconi venduti dall’inizio della produzione. È stato uno dei primi profumi ottenuti miscelando sia essenze naturali, come quelle di gelsomino e rosa, che essenze sintetiche, dette aldeidi, che garantivano un sentore che durasse più a lungo possibile.

N° 5 Chanel
N° 5 di Chanel è uno dei profumi più famosi e diffusi al mondo

Le essenze naturali infatti erano abbastanza labili per questo venne scelto di miscelare naturali e sintetiche insieme. Coco Chanel, fondatrice dell’omonima casa di moda, volle creare un profumo che non fosse troppo dolce come andava di moda all’epoca, ma che contenesse un’essenza più elaborata. I profumi del tempo infatti erano quasi tutti a base di rosa, mughetto, e altre essenze delicate che scomparivano dopo poco tempo.

Coco invece puntò su qualcosa di diverso, arrivando ad usare anche aromi che generalmente utilizzavano le prostitute. Chanel n.5 era un profumo che non assomigliava a nessun altro sul mercato: oltre ad 80 essenze, venne miscelato un particolare aldeide sintetico al profumo di arancia che lo rendeva davvero unico. Resta sicuramente qualche ingrediente segreto che viene sapientemente tenuto nascosto!

La scelta del nome

La leggenda narra che Coco scelse il nome N° 5 dopo aver annusato la quinta boccetta di profumo proposta dal chimico Ernst Beaux, al quale era stata commissionata la creazione. Si dice che Coco si innamorò della quinta e per questo decise di chiamare il suo profumo n.5.

In realtà però le cose andarono diversamente: Beaux aveva preparato ben 24 campioni e pensare che Gabrielle Chanel si fosse fermata ad annusare solo fino al quinto sembra improbabile!

Era il 21 maggio 1921 quando Coco testò le 24 fragranze e, forse, scelse questo nome particolare perché per lei il numero 5 aveva un significato importante: aveva lanciato la sua prima collezione il 5 maggio, che è il quinto mese dell’anno e quindi decise che anche il profumo doveva essere caratterizzato da questa numerazione. E aveva proprio ragione ad essere scaramantica! Chanel n.5 è stato infatti il profumo più venduto al mondo, chissà forse grazie alla fortuna ma soprattutto alle abili mani del profumiere Beaux, che da esperto chimico riuscì a comporre il perfetto mix di essenze naturali ed artificiali.

Coco Chanel

Pseudonimo di Gabrielle Bonheur Chanel, Coco Chanel è stata la creatrice di una della più grandi case di moda del mondo. Nacque nel 1883 a Saumur in un orfanatrofio perché concepita al di fuori del matrimonio da una relazione tra Henri Chanel e Jeanne DeVolle.

Coco Chanel
Coco Chanel

Il padre era un venditore ambulante e la madre la figlia di un locandiere: la sua infanzia venne scossa dalla morte della madre, a seguito della quale Coco e le sorelle vennero affidate ad un convento di suore, dove vivevano in un clima di grande austerità.

Il periodo trascorso in convento ha influenzato moltissimo lo stile dei capi di Chanel, soprattutto nell’uso dei colori bianco e nero. Gabrielle, insieme alla sorella Julie, venne mandata in una scuola di Notre Dame per apprendere le arti domestiche. Qui a Parigi trovò un lavoro come commessa in un negozio di biancheria intima, dove migliorò le nozioni di cucito già apprese dalle suore. Contemporaneamente cominciò una breve carriera nei caffè- concerto come cantante, e da qui probabilmente derivò il suo soprannome di Coco dalla canzone Qui qu’a vu Coco? con la quale spesso si esibiva. Una delle svolte della sua vita avvenne quando incontrò Etienne de Balsan, che divenne suo amante e primo finanziatore delle sue idee nel campo della moda. Egli infatti assecondò la sua passione per la moda e le permise di vendere cappellini nel suo appartamento di Parigi.

Così Coco iniziò la sua carriera nel 1909 realizzando proprio questi cappellini che si contraddistinguevano per essere molto più semplici rispetto a quelli con piume e agli strass che andavano di moda a quel tempo. Da quel momento in poi la carriera di Chanel fu un crescendo: grazie al nuovo amore Boy Chapel, aprì la sua prima boutique e nel 1912 iniziò a vendere anche vestiti. La rivoluzione di Chanel fu quella di aver utilizzato il jersey come stoffa e aver creato dei vestiti, oltre che di classe, soprattutto comodi, eliminando il corsetto che ancora veniva indossato dalle signore.

Gli anni Venti furono senz’altro il periodo più produttivo della maison, quando la stilista entrò in contatto con i più grandi pittori e artisti dell’epoca. Negli anni della Seconda Guerra Mondiale, Chanel fu costretta a chiudere perché accusata di essere una spia tedesca.

Negli anni Cinquanta, grazie al lavoro di costumista in America, ritornò a calcare le passerelle con i suoi modelli, lanciando la famosa borsetta e l’ineguagliabile tailleur.

La stilista morì il 10 gennaio 1971, all’età di 87 anni ma la maison non ha smesso di ottenere grandi traguardi: dal 1983 al suo timone c’è il guru Karl Lagerfield, che riesce a mantenere sempre costanti i successi della creatrice.

Frasi famose sul profumo
Frasi celebri sul profumo

Il successo della maison e del profumo n.5

Senza dubbio il n.5 è uno dei grandi simboli della maison, indimenticabile icona di eleganza nel campo della profumeria. Durante la Seconda Guerra mondiale, fu l’unico prodotto Chanel che rimase in commercio e i soldati americani facevano la fila aspettando di portare a casa la preziosa boccetta.

La confezione era composta da una semplice bottiglia da farmacia in vetro, o cristallo per i clienti più facoltosi. L’etichetta era bianca e nera e il flacone originario fu poi sostituito da uno più squadrato in modo da renderlo più resistente. Dagli anni Venti ad oggi la boccetta è rimasta praticamente la stessa, i tappi invece si sono avvicendati seguendo la moda del momento: quello originale era in vetro mentre dagli anni Ottanta si è preferito ridurlo nelle dimensioni e modificare il materiale. Andy Warhol, padre della pop art americana degli anni Cinquanta, dedicò alla boccetta del profumo n.5 una serie di serigrafie ispirate alla pubblicità del profumo.

Coco inizialmente non voleva che il profumo venisse pubblicizzato, puntando tutto sul passaparola tra i clienti. La prima vera pubblicità infatti apparve solo nel 1924 sul New York Times ma non fu accompagnata da una vera strategia di marketing, in quanto il profumo era già il simbolo della nuova classe media che stava nascendo e pertanto era vendutissimo.

Marilyn Monroe
Marilyn Monroe

Le campagne pubblicitarie più importanti iniziarono proprio dagli anni Cinquanta, quando il profumo divenne ancora più venduto sia all’estero che in Francia, dove è rimasto in vetta alle classifiche fino al 2011, quando è stato soppiantato da J’adore di Parfums Christian Dior.

La più grande testimonial e colei che ha contribuito al successo planetario della fragranza fu l’attrice Marilyn Monroe che durante un’intervista del 1952 dichiarò: «Cosa indosso a letto? Chanel n.5, ovviamente!», frase celeberrima composta da parole che sono rimaste nella storia della profumeria e soprattutto nell’immaginario di donne e uomini fino ai nostri giorni.

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Le campagne pubblicitarie si sono poi susseguite fino ai nostri giorni: ricordiamo lo spot nel 1998 con la modella che interpreta una moderna cappuccetto rosso, il cui storyboard venne disegnato da Milo Manara. L’ultimo spot risale al 2014 e vede come protagonista Gisele Bundchen accompagnata da un celebre brano del film Grease.

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Oggi possiamo affermare che il segreto del successo del profumo “N°5 Chanel” è stato il fatto che sia rimasto immutato nel tempo, diventando un’icona di stile, classe ed eleganza indiscusso ed indiscutibile.

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Tanga e perizoma: differenze https://cultura.biografieonline.it/tanga-perizoma-differenze/ https://cultura.biografieonline.it/tanga-perizoma-differenze/#respond Wed, 21 May 2014 21:34:09 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=11007 Molto spesso confondiamo i termini tanga e perizoma che hanno però delle caratteristiche diverse tra di loro.

Tanga o perizoma?
Tanga o perizoma?

Il perizoma

Il perizoma è un capo di abbigliamento intimo, classificato nella categoria mutande. La parola proviene dal greco perì-zoma (dal verbo perizonnynai, ovvero cingere attorno, composto a sua volta da perì, attorno, e zonnynai, cingere) che indica il tipo di fascia che cingeva i fianchi e scendeva fino a coprire i genitali. Lo troviamo sia nella versione femminile che in quella maschile.

Viene considerato un capo molto sexy ed è caratterizzato da un triangolo di tessuto nella parte frontale e da una sottile striscia di tessuto o un elastico nella parte posteriore che lascia interamente scoperti i glutei. Il perizoma viene anche denominato nei vari paesi ispanici filo interdentale (hilo dental in spagnolo o fio dental in portoghese), poiché presenta nella parte posteriore una sorta di filo (riferito in questo caso alla tendenza dell’elastico posteriore di infilarsi attraverso l’incavo tra le natiche).

Diversi sono i perizomi presenti in commercio. Si passa da quelli veramente essenziali a modelli più comodi e più pratici. Grazie alla sua tendenza di enfatizzare alcune parti del corpo, il perizoma è considerato un indumento intimo molto sexy e dal richiamo erotico.

Il tanga

Con il nome tanga, invece, facciamo riferimento a una mutandina che assomiglia allo slip che si presenta con la parte posteriore di dimensioni ridotte rispetto il normale, abbastanza sgambata da avere, sui fianchi, solo un sottile nastro o un cordoncino.

Il nome trae le sue origini da un ornamento tipico della cultura detta di Marajó (Brasile Settentrionale). Il tanga viene ancora utilizzato da alcuni gruppi abitanti della foce del Rio delle Amazzoni.

Sia il perizoma che il tanga permettono di ridurre la visibilità dei bordi degli slip che si intravedono quando si utilizzano abiti attillati.

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Differenza tra vintage e retrò https://cultura.biografieonline.it/vintage-retro-differenze/ https://cultura.biografieonline.it/vintage-retro-differenze/#respond Fri, 21 Mar 2014 11:17:36 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=10078 Esistono delle sostanziali differenze tra i termini vintage e retrò? In effetti sì. Con il termine retrò (abbreviazione di retrospettivo) si intende uno stile culturale che si ispira alle mode passate e che rende omaggio all’utilizzo di tutto ciò che è definito d’epoca, mentre invece si è soliti utilizzare il termine vintage per indicare le qualità ed il valore di oggetti prodotti almeno vent’anni prima di oggi e diventati con il passare del tempo veri e propri oggetti cult.

vintage e retrò
Vi sono differeneze tra lo stile vintage e lo stile retrò.

Il termine vintage deriva dal francese antico vendenge, derivante dalla parola latina vindēmia, cioè vendemmia, che indica i pregiati vini d’annata. Ma il termine vintage non è solo usato in questo contesto ma è anche riferito a tutti quei prodotti che hanno segnato la cultura e il costume perché inimitabili, nati generalmente tra il 1920 e il 1990. Dagli strumenti musicali, agli oggetti da museo, ai computer, ai videogiochi, alle motociclette, alle auto, fino ad arrivare alla moda ed i suoi capi.

Chitarre elettriche Vintage
Strumenti musicali: lo stile vintage di alcune chitarre elettriche

Anche lo stile retrò ha influenzato la moda, l’arte, l’eros, la televisione ed il cinema. Facciamo riferimento all’arte retrò che è una sorta di “pop art” che ha avuto la sua origine fra gli anni quaranta e cinquanta. Nel campo dell’eros, la “retrò erotica” è una classe di fotografia che prende spunto dallo stile “pin-up” e dalla pornografia del periodo anni settanta e precedenti. Anche la moda si ispira allo stile retrò, così capi e accessori, andati di moda molto tempo prima, vengono presi ad ispirazione dai designer nel realizzare ciò che oggi torna in voga.

Pin up
La “retrò erotica” prende spunto dallo stile “pin-up”

Anche il make-up subisce l’influenza del passato e si ispira al retrò adoperando gli stessi espedienti utilizzati dai truccatori del cinema degli anni quaranta e cinquanta. Musica e media quali televisione e radio non mancano di rifarsi allo stile retrò, puntando su suoni, strumenti, palinsesti e pellicole cinematografiche che puntano direttamente sulle realizzazioni del ventesimo secolo.

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Perché le donne adorano le scarpe? https://cultura.biografieonline.it/scarpe-con-tacco-donne/ https://cultura.biografieonline.it/scarpe-con-tacco-donne/#respond Thu, 06 Feb 2014 15:24:21 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=9646 Uno dei mezzi che la donna usa per accrescere la sua capacità di seduzione è sicuramente la scarpa. Da sempre scarpe è sinonimo di donna. Secondo la teoria freudiana, la scarpa è una proiezione psicoanalitica dell’organo sessuale femminile a causa della sua forma concava, che avvolge e contiene. Sempre per le teorie di Sigmund Freud, la scarpa assume tuttavia anche un significato erotico maschile una volta che viene indossata, trasformandosi in simbolismo fallico per il piede che contiene.

La passione per le scarpe da donna
E’ risaputo: le donne amano le scarpe e ne possiedono (o ne possederebbero) moltissime paia.

Ma la donna viene magicamente attratta dalle scarpe anche perché esse accentuano alcuni dei caratteri femminili, rendendoli più visibili agli occhi maschili. Innanzitutto, le scarpe con il tacco rendono il piede più corto e sinuoso donandogli una silhouette più femminile. Inoltre le scarpe con il tacco conferiscono alla donna un’andatura ancheggiante, sexy ed incerta, rendendola seduttiva. In ultimo, non dimentichiamo che i tacchi accentuano una postura che porta a rialzare le natiche e attraverso l’inarcare la schiena, fa sì che il petto venga spinto in fuori, esaltando così le “curve” del corpo.

Numerosi modelli di scarpe femminili
Le donne e le scarpe: i modelli possono essere numerosi e molto differenti, così come i colori.

Infine, le scarpe con i tacchi alti slanciano la figura facendo sembrare più lunga la gamba, un altro imperdibile punto di seduzione a favore della donna. Ma la passione e l’ossessione femminile per le scarpe è quasi sicuramente da far risalire all’antichissimo culto per il piede che ha radici antichissime, come nella medicina cinese nella quale il piede è alla base della salute dell’uomo ed il suo studio viene effettuato attraverso la reflessologia, o nella cultura araba dove il piede femminile viene dipinto con l’henné.

Il piede è il mezzo di trasporto per antonomasia e quindi scegliere una scarpa è scegliere di essere autonomi ed il sociologico francese Prof. Jean Servier sosteneva che “camminare con le scarpe significa prendere possesso della terra”. Lo stesso Ermes, dio protettore dei viaggi e dei confini, è un dio calzato.

Tacchi a spillo: modelli di scarpe con tacco a spillo
Il tacco a spillo è un indicatore della personalità femminile.

Oggi le donne, attraverso le scarpe, dimostrano il loro “essere” nella società: sono delle “vamp” se indossano tacchi a spillo, sono delle “dure” se indossano gli anfibi e sono serie e professionali se portano i mocassini. Nella prima versione della fiaba di Cenerentola di Eliano, cantastorie romano del III secolo d.C., era già presente l’identificazione tra la scarpa e la persona che la indossa.

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Perché maschi e femmine hanno nei vestiti abbottonature differenti? https://cultura.biografieonline.it/bottoni-diversi-uomini-donne/ https://cultura.biografieonline.it/bottoni-diversi-uomini-donne/#respond Sat, 01 Feb 2014 10:44:53 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=9540 Maschi e femmine hanno nei vestiti abbottonature differenti per varie ragioni. Secondo una prima teoria, inizialmente l’abbottonatura era tutta posta in quello che oggi consideriamo il modo femminile, pare però che nel periodo medioevale gli uomini l’abbiano invertita perché avevano la cucitura sulla parte destra del vestito e potevano così sbottonarsi più facilmente con la sinistra, tenendo libera la mano destra, pronta per sfoderare la propria arma.

Abbottonature maschili e abbottonature femminili
Le allacciature dei bottoni sono differenti per gli abiti maschili e per quelli femminili: le motivazioni sono diverse e alcune ipotesi risalgono fino al Medioevo.

Inoltre ciò permetteva loro anche di non impigliarsi con l’allacciatura della camicia. Da lì in poi, camicie, bluse ed altri indumenti che avevano la chiusura a bottoni cominciarono ad avere l’allacciatura posta sul lato destro.

Mami allaccia il corsetto a Rossella O' Hara
Una famosa scena tratta dal film Via col vento (1939): Mami allaccia il corsetto a Rossella O’ Hara

Secondo un’altra teoria invece le abbottonature maschili sarebbero differenti da quelle delle donne, poiché i primi erano soliti vestirsi da soli mentre le donne, di un certo rango, solitamente usavano farsi vestire dalle dame di compagnia o dalle cameriere. In questo modo, l’abbottonatura femminile, risultava più pratica in considerazione del fatto che qualcun altro dovesse allacciare o slacciare i bottoni.

Tale differenza potrebbe dipendere non solo da ragioni storiche ma anche da scelte sartoriali e stilistiche che tendono a classificare e differenziare gli abiti maschili da quelli femminili. Tale tradizione e costume è arrivata anche fino ai giorni nostri e tutti i capi maschili hanno i bottoni sulla destra e le asole sulla sinistra, mentre quelli femminili, al contrario, hanno i bottoni a sinistra e le asole a destra. Ad oggi è diventata un’abitudine sartoriale irrinunciabile.

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Altezza mezza bellezza: da dove deriva questo detto? https://cultura.biografieonline.it/altezza-mezza-bellezza/ https://cultura.biografieonline.it/altezza-mezza-bellezza/#comments Tue, 26 Nov 2013 13:08:04 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=8744 Tra i proverbi più diffusi nella nostra cultura italiana troviamo il famoso detto “altezza è mezza bellezza”. E’ un detto molto usato dalle persone piuttosto alte per sottolineare la fortuna di avere qualche centimetro in più concessogli da madre natura che esplicita, per la società, quanto sia importante essere alti per essere considerati piacenti. Secondo il detto, l’aspetto di una persona di statura alta è considerato gradevole ed autorevole a prescindere dalla sua effettiva bellezza.

Altezza mezza bellezza
Altezza è mezza bellezza (?)

Secondo una ricerca tedesco-americana, effettuata ai giorni nostri, tale detto varrebbe perché gli uomini alti sono più propensi a tradire la loro compagna, grazie alla loro maggior sicurezza ed al fatto di essere consci che l’arma dell’altezza, spiana a loro la strada della conquista.

Inoltre sempre secondo recenti studi, le persone più alte avrebbero un maggior successo in campo lavorativo, dato dalla condizione arcaica che le persone alte sarebbero più forti e capaci nel superare le avversità ed i pericoli della vita. Nel mondo della moda, le modelle ed i modelli, per lavorare devono rientrare nei canoni di una scala d’altezza minima che deve essere sempre sopra la media, perché chi è alto spicca e attira più facilmente l’attenzione di coloro che guardano.

Ad ogni modo se ci rifacciamo alla storia, sono molti gli esempi di uomini bassi e potenti, dotati di un’intelligenza straordinaria che superava di gran lunga la loro statura: da Napoleone, ad Alessandro Magno, a Cesare e che sono rimasti nel ricordo storico ancor ai giorni nostri, molto più di parecchi “giganti”. Per non parlare delle dive del passato come la bellissima Marilyn Monroe che non spiccava certamente in altezza ma che era e resterà, senza dubbio, una delle donne più affascinanti di sempre. Il suo successo era dovuto ad un mix di: mistero, fascino personale e femminilità.

Di fatto non sempre essere alti è sinonimo di bellezza: dipende tutto dalle proporzioni fisiche-psichiche dell’individuo.

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