metafore Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Fri, 27 Jan 2023 10:38:36 +0000 it-IT hourly 1 Zio Sam: perché gli USA vengono chiamati (anche) così? La storia del celebre poster I WANT YOU https://cultura.biografieonline.it/zio-sam-i-want-you-storia/ https://cultura.biografieonline.it/zio-sam-i-want-you-storia/#respond Fri, 27 Jan 2023 09:20:00 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=28251 In lingua americana si chiama Uncle Sam. In italiano è letteralmente tradotto come Zio Sam. E’ un modo alternativo e metaforico di definire gli Stati Uniti d’America. Di fatto lo Zio Sam è una personificazione nazionale degli USA. Di seguito raccontiamo e riassumiamo la storia di questa figura.

Zio Sam - Uncle Sam • E' la personificazione che rappresenta gli USA
Zio Sam – Uncle Sam • E’ la personificazione che rappresenta gli USA – La prima illustrazione è del 1917

Zio Sam: descrizione

Il personaggio è protagonista di un’illustrazione iconica. Le caratteristiche principali sono essenzialmente tre:

  • il dito indice della mano destra: esso punta lo spettatore così come lo sguardo penetrante
  • le caratteristiche fisiche: è un anziano con una barba lunga
  • l’abbigliamento: il cilindro con le stelle e l’abito elegante con i suoi colori, celebrano la bandiera degli Stati Uniti d’America

La capigliatura, lo stile della barba (lunga, concentrata sul mento e senza la presenza di baffi), ma anche lo stile del vestiario, ricordano ai più la figura di Abraham Lincoln.

Discorso di Gettysburg - Lincoln
Il Presidente Lincoln durante il celebre discorso di Gettysburg

La storia dell’immagine dello Zio Sam

Sebbene l’illustrazione risalga al 1917, storicamente il personaggio dello Zio Sam (o Uncle Sam) venne citato per la prima volta oltre un secolo prima, nel 1812, durante la guerra anglo-americana.

Prima dello Zio Sam

Prima ancora di Uncle Sam, esistevano già altre rappresentazioni umane dedicate all’incarnazione degli USA. Tra queste c’era Brother Jonathan (fratello Jonathan) il quale comparve in origine sulla rivista satirica Punch.

Brother Jonathan
Una rappresentazione satirica di Brother Jonathan con la gamba distesa sul busto di George Washington

Brother Jonathan venne pian piano, nel tempo, sostituito da Uncle Sam. Jonathan comunque resistette venendo – in un certo senso – declassato a rappresentare il solo stato del New England. Divenne più che altro un’allegoria del capitalismo.

La nascita dello Zio Sam

Il momento storico in cui lo Zio Sam vide la luce è il periodo della Guerra di secessione americana.

Esiste una tradizione che ne spiega il nome. Le origini del protagonista di questo articolo riconducono alla città di New York.

Le truppe dei soldati allora in servizio ricevevano barili contenenti carne; i contenitori erano marchiati con due lettere maiuscole: U.S.

Il significato dell’acronimo era chiaramente quello di United States (Stati Uniti) ma nell’ambiente militare si diffuse in modo collettivo l’ironica idea di tradurlo con Uncle Sam. La scelta del nome aveva un motivo preciso: il fornitore di carne dei militari, si chiamava Samuel Wilson (originario della città di Troy, dello stato di New York). Così, il nomignolo Uncle Sam calzò a pennello!

La prima apparizione in Letteratura

Il personaggio dello Zio Sam come rappresentante della nazione comparve per la prima volta in letteratura in un libro allegorico del 1816, di Frederick Augustus Fidfaddy. Esso si intitolava “The Adventures of Uncle Sam in Search After His Lost Honor” (Le avventure dello Zio Sam alla ricerca del suo onore perduto).

Il grande pubblico statunitense ha ormai accettato questa come prima apparizione, tuttavia esiste una pubblicazione di tre anni prima – 1813 – del Troy Post: il giornale della città di Samuel Wilson sovrappose la figura dello Zio Sam con quella del suo concittadino, imprenditore nel settore della carne.

Altri articoli di giornali locali dell’epoca omettono la connessione con Sam Wilson: per loro “Uncle Sam” sembra essere direttamente derivato dalle lettere U.S. senza altre motivazioni addotte.

Nei giornali di quel periodo si ritrova inoltre una traccia risalente al 1812 in cui il termine Uncle Sam viene usato dai giornali pacifisti con tono dispregiativo verso il governo.

Samuel Wilson è il vero Zio Sam?

E’ il giorno 15 settembre 1961, un venerdì, quando l’87º Congresso degli Stati Uniti d’America riconosce ufficialmente Samuel Wilson come progenitore del simbolo nazionale dello Zio Sam.

A quest’uomo vengono in seguito dedicati due memoriali: uno nella sua città natale ad Arlington (nel Massachusetts), e l’altro nell’Oakwood Cemetery di Troy, dove è sepolto.

Lo Zio Sam e il celebre manifesto “I Want You”

Se fin qui le notizie potevano al nostro lettore essere sconosciute o poco note, l’immagine che segue susciterà enorme familiarità, tanto è stata nel corso della storia moderna grazie alla sua diffusione massiva e capillare. E forse, ancora più celebre dell’illustrazione del personaggio, è lo slogan “I WANT YOU”.

I WANT YOU, poster e manifesto dello Zio Sam (Uncle Sam), simbolo degli Stati Uniti
I WANT YOU, celeberrimo poster e manifesto dello Zio Sam

Questo ormai super celebre manifesto venne creato durante il periodo della Prima guerra mondiale. L’obiettivo era quello di convincere i giovani ad arruolarsi nell’esercito. Esso a sua volta si ispirò ad un manifesto di reclutamento dell’esercito inglese del 1914.

L’originale anglosassone fu ideato da Alfred Leete; in esso compariva il generale Horatio Herbert Kitchener.

Il manifesto britannico in cui compare Horatio Herbert Kitchener con il messaggio "Your Country Needs You"
Il manifesto britannico in cui compare Horatio Herbert Kitchener con il messaggio “Your Country Needs You”

Il messaggio del poster originale recitava “Your Country Needs You” (il tuo paese ha bisogno di te). Il messaggio dello Zio Sam americano diventò invece più di impatto. Con quel dito puntato in mezzo agli occhi del lettore, la frase “I WANT YOU FOR U.S. ARMY” (Voglio te per l’esercito degli Stati Uniti) tuona imperativa.

Se analizziamo le pose dei protagonisti dei due manifesti, si può notare come l’inglese distanzia la mano da sé allungando il braccio. Mentre lo Zio Sam mantiene il braccio più vicino al corpo, comunicando più sicurezza e protezione rispetto alla perentorietà militare dell’originale.

L’autore del manifesto dello Zio Sam e il suo modello

A disegnare l’illustrazione di Uncle Sam fu l’artista James Montgomery Flagg, pubblicitario e prolifico cartellonista dell’epoca, originario dello stato di New York.

Flagg dipinse il manifesto nel 1917. A fargli da modello per la posa fu il veterano Walter Botts. Ma il celebre volto – che a tanti ricorda quello del 16° Presidente americano Lincoln – è una versione modellata del volto dello stesso Flagg.

Oggigiorno i riferimenti, le citazioni e le parodie di questa icona statunitense sono innumerevoli.

]]>
https://cultura.biografieonline.it/zio-sam-i-want-you-storia/feed/ 0
Kintsugi, arte giapponese che ripara ferite con l’oro: una metafora di vita. https://cultura.biografieonline.it/kintsugi-arte-giapponese-metafore/ https://cultura.biografieonline.it/kintsugi-arte-giapponese-metafore/#comments Thu, 21 Nov 2019 22:50:57 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=27597 L’antica arte Kintsugi viene dal Giappone e si ispira ai vasi riparati

Abbiamo tanto da imparare dai popoli dell’Oriente. L’antica arte giapponese del Kintsugi trasmette una preziosa lezione di vita rivolta a tutti, prendendo spunto dalla sapiente e antica tecnica di mettere in evidenza le fratture dei vasi rotti.

Kintsugi: i cocci di una ciotola riparati con l'oro
Kintsugi: i cocci di una ciotola riparati con l’oro

Kintsugi: in cosa consiste?

Noi occidentali siamo soliti buttare un vaso quando questo cade e si rompe, seppure a malincuore perché trattasi di un oggetto prezioso. In Giappone, invece, la rottura di una ciotola, di un vaso o di una teiera diventa un’occasione per renderli ancora più pregiati.

Proprio grazie alle fratture provocate dalla rottura, la pratica giapponese del Kintsugi aggiunge valore all’oggetto, evidenziando le linee e restituendogli una nuova opportunità.

Il termine giapponese “kintsugi” deriva da “kin” (che significa letteralmente “oro”) e “tsugi” (che sta per “ricongiunzione, riunione, riparazione”).

Kintsugi: due vasi riparati con polvere d'oro
Kintsugi: due vasi riparati con polvere d’oro. (Foto dal sito: francinesplaceblog.com)

Per rimettere insieme i pezzi di un oggetto rotto i giapponesi utilizzano un metallo prezioso (di solito oro o argento liquido oppure una lacca di polvere dorata). Quando i cocci si riuniscono vengono fuori alcune nervature che rendono più originale il pezzo.

Le cicatrici, anziché privare l’oggetto del suo valore, gli conferiscono un aspetto unico ed irripetibile. Le ramificazioni che si formano per la rottura vengono esaltate con l’applicazione del metallo. La tecnica del Kintsugi permette di realizzare vere e proprie opere d’arte partendo da un oggetto rotto, che per definizione è imperfetto.

Le origini del Kintsugi

Alcuni oggetti laccati sono stati rinvenuti circa 5.000 anni fa. Ciò significa che la tecnica Kintsugi affonda le sue radici nell’antichità. Da millenni i giapponesi utilizzano come sostanza collante la lacca urushi, che si può ricavare dalla pianta “Rhus verniciflua” (Albero della lacca, chiamata anche Lacca cinese).

Alcuni documenti accreditati fanno risalire l’origine di tale tecnica artistica al XV secolo. Si racconta che l’ottavo shogun Ashikaga Yoshimasa ruppe la propria tazza da tè e decise di farla riparare da alcuni esperti artigiani.

Questi applicarono alla tazza dello shogun la tecnica del kintsugi, riempiendone le fessure con resina e polvere d’oro.

Per riparare gli oggetti con questo metodo sono necessarie diverse fasi e inoltre il tempo di essiccazione può consistere in un mese o più.

Kintsugi: dettaglio di una saldatura con l'oro
Kintsugi: dettaglio di una saldatura con l’oro

Il Kintsugi e le sue Metafore per la Vita

Quante lezioni di vita possiamo apprendere dall’antica e sempre attuale arte del kintsugi! La prima, più importante di tutte, è che non si deve buttare un oggetto perché si rompe.

Recuperare un rapporto

Come il kintsugi restituisce nuova vita ad un oggetto rotto impreziosendo le fratture con il metallo prezioso, così nella vita dobbiamo cercare di recuperare le relazioni o i rapporti prima che si logorino del tutto.

Resilienza

Altra lezione fondamentale del kintsugi consiste nell’applicare la Resilienza. Questa è la capacità di reagire alle avversità della vita con coraggio, considerando le esperienze dolorose come occasioni di crescita.

Come il kintsugi mette in evidenza le crepe di un vaso rotto, così noi dobbiamo imparare ad esibire e valorizzare le cicatrici della nostra vita, senza vergognarci di esse. Anzi, secondo la metafora del kintsugi sono proprio le cicatrici a rendere un’esistenza unica e preziosa.

Applicazioni moderne delle metafore del kintsugi

Mentre noi occidentali stentiamo ad accettare le crepe (sia fisiche che spirituali) e piuttosto siamo portati a considerarle come segni di fragilità ed imperfezione, la cultura orientale da millenni accetta e valorizza la compresenza degli opposti, che fluiscono insieme in maniera armoniosa – come lo Yin e lo Yang.

Simbolo Yin e Yang
Simbolo dello Yin e Yang

I giapponesi, millenni fa, avevano già compreso che le imperfezioni estetiche possono assumere forme nuove rendendo gli oggetti ancora più preziosi. Proprio come succede a noi: chi ha sofferto ed esibisce con orgoglio le ferite dell’anima è una persona consapevole e di certo preziosa per gli altri.

Secondo la moderna psicoterapia, il kintsugi giapponese è un ottimo spunto di riflessione per imparare la resilienza. Una dote che non è innata e che serve a tutti per vivere meglio anche le peggiori avversità che la vita riserva.

Un libro e 3 frasi sul Kintsugi

Ci sono autori che hanno scritto dell’antica arte giapponese ricollegandola a significati metafisici e filosofici. Tra questi la restauratrice e artista Chiara Lorenzetti ha pubblicato il volume intitolato Kintsugi, l’arte di riparare con l’oro, un manuale sull’uso del kintsugi e le metafore applicabili nella vita di tutti i giorni.

Non permettere alle tue ferite di trasformarti in qualcuno che non sei.

Paulo Coelho

Le anime più forti sono quelle temprate dalla sofferenza. I caratteri più solidi sono cosparsi di cicatrici.

Kahlil Gibran

Non c’è niente di più bello di una persona che rinasce. Quando si rialza dopo una caduta, dopo una tempesta e ritorna più forte e bella di prima. Con qualche cicatrice nel cuore sotto la pelle, ma con la voglia di stravolgere il mondo anche solo con un sorriso.

Anna Magnani
]]>
https://cultura.biografieonline.it/kintsugi-arte-giapponese-metafore/feed/ 1