Medio Oriente Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Wed, 13 Feb 2019 11:39:36 +0000 it-IT hourly 1 Maometto e l’ascesa dell’Islam https://cultura.biografieonline.it/maometto-e-islam/ https://cultura.biografieonline.it/maometto-e-islam/#comments Sat, 28 Jul 2012 20:31:50 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=3369 L’ascesa dell’Islam si realizzò grazie e Maometto. Fu lui, infatti, ad unire le tribù arabe sotto un unico vessillo grazie al suo carisma e ad una nuova religione di cui fu il fondatore che si può denominare islamismo oppure Islam. Maometto iniziò la sua predicazione nel VI secolo d. C. nella penisola araba. Il suo carisma e la sua capacità di comando gli permisero, in breve, di raccogliere moltissimi seguaci, tanto che la civiltà araba, nei successivi centocinquanta anni, si espanse e diffuse dalla Spagna fino all’India. Maometto dichiarò che i suoi discorsi sull’Islam gli erano stati ispirati dall’arcangelo Gabriele e in seguito le sue rivelazioni furono raccolte nel Corano.

Maometto
Maometto

Maometto predicò anche contro l’adorazione di più dei e per questo fu esiliato da La Mecca, città in cui la religione era politeista. Al comando di una migrazione di massa chiamata Egira raggiunse Medina, dove organizzò i suoi seguaci in una società in cui era previsto anche un esercito e dopo otto anni ritornò a La Mecca e la conquistò. Il suo potere si estese notevolmente e nell’anno della sua morte, 632 d. C., era il sovrano indiscusso di tutta la penisola araba.

La Rivelazione a Maometto
La Rivelazione a Maometto

Maometto durante il suo regno aveva esortato i suoi fedeli ad intraprendere una guerra religiosa chiamata Jihad contro gli infedeli. I successivi sovrani degli arabi si chiamarono califfi e posero in pratica gli ordini di Maometto conquistando Egitto, Siria, Iran, Mesopotamia, Nord Africa, Penisola Iberica, Sardegna, Sicilia e nell’846 saccheggiarono Roma. Ogni volta che si impadronivano di un territorio lo assorbivano e concedevano ai conquistati i privilegi e i diritti dei mussulmani, se questi decidevano di convertirsi all’Islam. In caso contrario gli era permesso di mantenere i loro usi e costumi, ma dovevano pagare tasse più alte.

Gli arabi non utilizzavano solo gli eserciti per conquistare altri territori e influenzarne la storia ma si servivano anche del commercio. Infatti i commercianti arabi riuscirono a portare l’islam nell’Asia centrale, in India, nell’Africa sub-sahariana, nell’Asia sudorientale e nell’Indonesia.

Il mondo arabo ha avuto diversi conflitti interni durante la sua storia. Il principale conflitto interno comportò la divisione fra sciiti e sunniti. Alì, quarto califfo, fu assassinato nel 661 d. C. e i suoi fedeli formarono una setta minoritaria che venne denominata sciita. I sunniti, invece, rimasero legati alla tradizione: la sunna.

La conservazione della cultura islamica

Dopo la caduta dell’impero romano la conservazione dei testi classici divenne sempre più difficile e furono gli studiosi arabi come Avicenna e Averroè a divulgare e a conservare nel mondo islamico il sapere degli antichi greci. Successivamente, dal XII secolo in poi, i testi classici della cultura antica greca furono riportati nel mondo occidentale proprio grazie alle traduzioni dall’arabo al latino. In tal modo i testi dei principali filosofi greci poterono essere studiati anche dal mondo cristiano.

Averroè
Averroè

Il mondo islamico diede vita ad una  lunga serie di scoperte in campo scientifico come ad esempio  l’invenzione del numero zero che permise la realizzazione di calcoli e formule matematiche molto più complesse di quelle che venivano teorizzate in Grecia  e nell’impero romano.  Anche in ambito chimico vennero fatte notevoli scoperte come ad esempio l’identificazione dell’alcool e la successiva scoperta degli acidi e degli alcali.

L’ascesa, i contrasti politici e quelli militari

La prima dinastia che mantenne il potere califfale fu quella degli Omayyadi che ebbero come capitale la città di Damasco. Successivamente tale dinastia fu soppiantata dagli Abbasidi che scelsero come capitale del loro impero Baghdad. Con gli Abbasidi l’Islam ottenne potere e gloria fino all’VIII secolo d. C. poi vennero indeboliti dall’emiro di Cordova che si autoproclamò Califfo e che diede vita ad un periodo di splendore, non solo nel commercio e nell’espansione territoriale, ma anche nelle arti, nelle scienze e nella filosofia.

Il suo impero aveva come capitale Cordova nella Spagna meridionale dove tutt’ora si possono ammirare monumenti che ricordano questo periodo di ricchezza e fervore culturale. Anche la dinastia dei Fatimidi indebolì notevolmente gli Abbasidi, dichiarandosi califfi in Egitto e in Nortd Africa. Non era naturalmente solo un contrasto politico e territoriale ma queste dinastie aspiravano al controllo, anche religioso, dell’Islam.

All’esterno, invece, premevano i Turchi Selgiuchidi che una volta convertiti all’Islam dall’XI secolo in poi, lottarono per avere il controllo di tutto l’impero soprattutto nei territori del Medio Oriente. I cristiani dell’Europa occidentale, invece, iniziarono una serie di Crociate in Terra Santa che li portarono ad un contrasto asprissimo con gli arabi; dalla Spagna del Nord i regni cristiani intrapresero una serie di guerre per riconquistare la Spagna meridionale. Anche i Turchi invasero e controllarono il Medio Oriente con una serie di guerre sanguinose contro gli arabi e il loro impero sopravvisse fino al XX secolo.

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La guerra in Siria: cause e conseguenze della crisi siriana https://cultura.biografieonline.it/siria-guerra-crisi/ https://cultura.biografieonline.it/siria-guerra-crisi/#comments Thu, 19 Jul 2012 12:09:48 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=3265 La crisi in Siria, iniziata nel marzo del 2011, pone diversi interrogativi sulle sue cause e i suoi effetti. La Siria, governata dal presidente Bashar Al-Assad, un dittatore autoritario che ha ereditato la carica dal padre, Hafiz Al-Assad il quale ha guidato la Siria per trent’anni soffocando ogni opposizione, sta affrontando la crisi politica più pericolosa e potenzialmente deflagrante da quando il partito Ba’th, unico partito di governo, controlla il Paese; cioè dal colpo di Stato del 1963 che lo ha portato al potere.

La crisi in Siria
La crisi in Siria

La causa principale di questa crisi è di natura politica: l’opposizione, che ha ricevuto alcune assicurazioni, negli ultimi anni, dal regime su riforme e cambiamenti strutturali nella forma dello Stato, ha chiesto maggiori libertà e la possibilità di avere libere elezioni ma le risposte del regime sono state insufficienti.

Perché sono iniziate le proteste?

Le prime proteste sono avvenute nella città di Dar’a nella Siria meridionale dopo che 14 ragazzi sono stati arrestati e torturati per aver scritto su un muro uno slogan che ha accompagnato spesso le rivoluzioni della Primavera araba: “The people want the downfall of the regime”.

Le proteste sono iniziate a metà marzo del 2011 e mentre aumentavano di numero, moltiplicandosi nel paese, gli oppositori aggiungevano altre richieste tra cui maggiore libertà,  più democrazia e le dimissioni del presidente Assad. Le forze di polizia e l’esercito, facendo leva sul divieto di manifestazioni pubbliche in vigore dal 1963, ha represso duramente le manifestazioni ferendo e uccidendo centinaia di persone.

Il presidente Assad ha rifiutato di dimettersi preferendo una resistenza ad oltranza, mentre assicurava riforme strutturali e cambiamenti radicali nella forma istituzionale e nel limitato e repressivo corpo legislativo dello Stato.

Bashar Al-Assad
Bashar Al-Assad

Quali sono gli scenari?

Questa crisi ripropone a livello internazionale un problema politico che attraversa l’area territoriale al centro della quale c’èla Siria.Infatti, i sommovimenti popolari sono diventati in poco tempo un problema di carattere regionale e internazionale coinvolgendo non solo l’Unione Europea,la LegaAraba e l’ONU ma anche i Paesi confinanti come Israele che vede una destabilizzazione della Siria potenzialmente pericolosa anche per i suoi confini.

La crisi siriana, inoltre, ripropone tre questioni preesistenti:

  1. la possibilità che con questa crisi si rafforzino le monarchie sunnite che controllano il mercato del petrolio eliminando  i governi dell’Iran e della Siria che si pongono in contrasto a tale politica;
  2. la possibilità che si rafforzi l’influenza americana sul territorio, progetto iniziato con l’invasione dell’Iraq nel 2003 e che vorrebbe concludersi con l’abbattimento del regime siriano e iraniano. Ovviamente questa strategia è osteggiata dai governi russo e cinese che vogliono mantenere una situazione di stallo nella regione continuando a dialogare diplomaticamente e commercialmente con i due regimi;
  3. la possibilità di un attacco israeliano contro gli impianti nucleari iraniani.

Rispetto a ciò che è avvenuto negli altri Paesi arabi: Tunisia, Egitto e Libia è molto probabile che questa crisi venga risolta senza che ne paghi le conseguenze il presidente Bashar al-Asad, il quale appartiene ad una setta sciita molto importante benché minoritaria che però ha un forte radicamento nel Paese e che non ha mai contestato Asad.

Inoltre il regime ha un forte apparato organizzativo nelle due principali città siriane: Damasco, la capitale, e Aleppo dove il regime gode ancora dell’appoggio di gran parte della popolazione e delle istituzioni. Anche il leader libico Gheddafi proveniva da una tribù forte e radicata sul territorio ma già prima della crisi ne aveva perso l’appoggio, anzi proprio le tribù del territorio montagnoso ne avevano decretato la fine.

Mappa della Siria
Mappa della Siria

Quali sono gli scenari militari di questa crisi?

Le tre ipotesi sopra citate sono quelle che prevedono un ampliamento del conflitto con il coinvolgimento di altri stati come il Libano, la Giordania, l’Iraq, la Turchia e Israele fino a coinvolgere le monarchie del Golfo Persico. Per questo motivo la comunità internazionale ha cercato una mediazione che evitasse l’invasione militare da parte di altri Stati.

Siccome le cause della crisi sono di carattere politico e prevedono una trasformazione interna della forma di governo del Paese è chiaro che una soluzione interna è auspicabile in modo tale da evitare un contagio che destabilizzi ancora di più il Libano, anche perché i gruppi etnici che compongono la popolazione sono in larga parte ancora a favore del regime, in particolare i sunniti e gli alawiti sostengono il governo di Damasco, mentre sembra che i cristiani, in forte minoranza, siano dalla parte dell’opposizione.

La composizione etnica e religiosa della Siria la rende, apparentemente, immune ad un intervento esterno che creerebbe una condizione ancora più destabilizzante perché porrebbe in contrapposizione cristiani, minoranze (sciiti, druidi e ismaeliti) contro gli estremisti sunniti sviluppando una pericolosa guerra civile. Insomma il regime fa comodo a tutti quindi il tentativo più logico è quello di conservarlo. Ma fino a quando?

 

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