medicina Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Fri, 29 Sep 2023 12:59:58 +0000 it-IT hourly 1 Perché la milza fa male? https://cultura.biografieonline.it/perche-la-milza-fa-male/ https://cultura.biografieonline.it/perche-la-milza-fa-male/#respond Fri, 29 Sep 2023 12:54:48 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=7314 Avete fatto un corsetta ma vi siete fermati a causa di un dolore alla milza che vi impedisce di proseguire? Vi è capitato di spostare un peso in casa e avete avvertito una fitta localizzata nei pressi della milza, nella parte sinistra dell’addome? In entrambi i casi fermatevi, riprendete fiato ma non preoccupatevi assolutamente.

Durante il jogging è possibile avvertire dolore alla milza
La milza può far male durante una corsa

Quando e perché fa male la milza

Escludendo i casi in cui il dolore alla milza è il sintomo di una patologia in atto (malattie epatiche, mononucleosi, anemia)  in genere le cause sono “benigne” e non devono destare preoccupazioni. Il più delle volte le fitte alla milza sono  provocate da uno sforzo prolungato, soprattutto quando non si è abbastanza allenati.

Sul perché si prova dolore in questa zona del corpo non esiste una spiegazione scientifica che sia univoca. Un motivo è da ricercarsi nella respirazione non corretta che, essendo affannosa per lo sforzo compiuto, determina un affaticamento del diaframma. In secondo luogo, quando il fisico non è allenato si ha bisogno di una maggiore quantità di ossigeno da immettere nell’organismo.

Per questo la contrazione nervosa della milza, che provoca il doloretto che noi tutti conosciamo, serve proprio ad immettere nuovi globuli rossi nei vasi sanguigni e facilitare l’ossigenazione dei tessuti. In poche parole, il dolore o fitta è una contrazione che l’organo mette in atto solo in stato di necessità, e che può interessare anche la zona dei polmoni ed il fegato, che sono gli organi più vicini.

Dolore alla milza
Perché fa male la milza

Se il dolore è piuttosto persistente anche in assenza di uno sforzo fisico, conviene interpellare il medico per capirne la natura.

Qualora dalla visita medica non emerga la presenza di una patologia può essere utile mettere in atto qualche accorgimento durante la pratica sportiva:

  1. Fare un pre-riscaldamento muscolare prima di cominciare qualsiasi attività sportiva;
  2. Programmare un allenamento graduale e costante eliminando carichi di lavoro troppo elevati.

Se ci si trova in gravidanza, il dolore alla milza può essere abbastanza frequente e la causa può essere uno stato di anemia che però di solito non desta preoccupazione. Tecnicamente il dolore o fitta alla milza si chiama “splenalgia”.

A cosa serve la milza

La milza si trova a sinistra
La milza si trova sul lato sinistro del corpo, nella parte posteriore dello stomaco

La milza è un organo situato nella parte posteriore dello stomaco che ha la funzione di distruggere i globuli rossi che non servono più, produrre nuovi linfociti e filtrare i batteri dannosi. In pratica, questo organo in condizioni di normalità mantiene un equilibrio nella circolazione sanguigna (sia nella quantità che nella composizione del sangue).

Non è esatto, come qualcuno azzarda, dire che la milza può essere asportata senza alcun problema in quanto “non serve a nulla”.

Ogni organo del nostro corpo svolge funzioni più o meno importanti, e quando non sono vitali contribuiscono comunque a mantenere un equilibrio nel corpo svolgendo specifiche funzioni.

La milza si trova a metà tra lo stomaco ed il rene sinistro, ed è importante perché attiva la risposta immunitaria dell’organismo. Essendo un organo morbido, è anche abbastanza delicato e soggetto facilmente a traumi, lesioni o ingrossamento.

]]>
https://cultura.biografieonline.it/perche-la-milza-fa-male/feed/ 0
Giramenti di testa. Perché gira la testa? https://cultura.biografieonline.it/perche-gira-la-testa/ https://cultura.biografieonline.it/perche-gira-la-testa/#comments Fri, 07 Jan 2022 15:00:49 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=8851 Da cosa dipendono i giramenti di testa?

Sono diversi i fattori da cui dipendono i giramenti di testa: essi sono legati a diverse condizioni del nostro organismo. Tra le cause più frequenti in primo luogo troviamo le alterazioni pressorie. In particolar modo, la pressione bassa provoca la sensazione di capogiri, insieme a sudorazione fredda, tachicardia, perdita dell’equilibrio ed in alcuni casi vampate di calore.

capogiro - ragazza a cui gira la testa
Quali sono le cause dei giramenti di testa?

Capogiri e glicemia

I giramenti di testa possono essere dovuti anche ad un’alterazione della glicemia. I capogiri avvengono se si è affetti da diabete, se si segue una dieta molto rigida o se non si è mangiato per un lungo lasso di tempo.

I capogiri spesso sono dovuti anche a problemi di tipo cervicale. L’artrosi cervicale è uno dei sintomi più frequenti che arrecano capogiri; tra gli altri fattori che influiscono, troviamo: la carenza di ferro, un periodo più o meno lungo di convalescenza, lo stress, l’ansia, gli attacchi di panico e gli sbalzi ormonali.

L’orecchio

I giramenti di testa, possono anche dipendere da patologie correlate all’orecchio, dato che all’interno dello stesso, è presente un labirinto responsabile dell’equilibrio.

Nell’orecchio interno, insieme all’apparato cocleare troviamo gli organi del senso dell’equilibrio, detti sistema vestibolare o apparato vestibolare che invia al nostro cervello, le varie informazioni riguardanti rotazione, accelerazione e posizione del corpo e della testa.

Tutti coloro che soffrono di gastrite o di riflusso esofageo, oltre ai normali sintomi di bruciore allo stomaco che la patologia comporta, possono soffrire anche di capogiri. L’emicrania e la cefalea, le eventuali sinusiti ed i raffreddori sono i sintomi che in modo meno frequente possono causare giramenti di testa. Insomma, sono svariati i motivi per cui la testa gira ma l’importante è non sottovalutare il sintomo cercando di prevenirlo ed eventualmente poi curarlo.

Nota bene

Le informazioni qui contenute sono da intendersi di carattere puramente divulgativo. Per una corretta analisi della propria situazione e della propria salute è sempre opportuno rivolgersi a un medico professionista di fiducia.

]]>
https://cultura.biografieonline.it/perche-gira-la-testa/feed/ 3
Omeopatia: le regole e i principi di base https://cultura.biografieonline.it/omeopatia-principi/ https://cultura.biografieonline.it/omeopatia-principi/#comments Wed, 01 Aug 2018 07:40:15 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=25075 Il termine “omeopatia” deriva dall’unione di due parole greche: “omoios” che significa “simile”, e “pathos” ossia “sofferenza”. Si tratta di una cura naturale che sfrutta l’utilizzo di rimedi preparati con sostanze ricavate dal mondo minerale, animale o vegetale, seguendo un particolare procedimento. L’omeopatia si basa su alcuni solidi principi di base: per utilizzarla al meglio conviene conoscerli bene e applicare alcune semplici regole per ottenere benefici. Fondata da Samuel Hahnemann, un medico tedesco deluso dalla medicina convenzionale dell’epoca, l’omeopatia ha visto la luce alla fine del Settecento.

Omeopatia

Ricerca di un nuovo equilibrio

Secondo questa disciplina, l’organismo umano è un tutt’uno, governato dal principio vitale. La malattia riflette il tentativo, da parte dell’organismo stesso, di ripristinare un equilibrio alterato: in questo senso ha un’accezione positiva. Lo scopo dell’omeopatia è di aiutare il corpo a riequilibrare da sé questo principio vitale; ciò in modo da stimolare il meccanismo di autoregolazione e ristabilire lo stato di salute. In pratica, il rimedio omeopatico è mirato a risvegliare l’energia vitale del malato, inducendolo alla autoguarigione.

La legge della Similitudine

Uno dei principi fondamentali sui quali si regge la disciplina omeopatica è la legge della similitudine, secondo cui “il simile cura il simile”. Il suo obiettivo è di indurre l’organismo a manifestare i sintomi che possono risultare curativi rispetto alle malattie descritte dalla persona. Secondo l’omeopatia, la sostanza che a certe dosi provoca un particolare sintomo in una persona sana, se viene diluita seguendo una determinata preparazione, dinamizzata e somministrata in diverse diluizioni, è in grado di curare quel medesimo disturbo in una persona malata. L’omeopatia deve, quindi, andare alla ricerca di quella sostanza che dà sintomi simili a quelli presenti nel paziente.

Il principio della Globalità

L’omeopatia non pone l’attenzione solo ai sintomi propri della malattia, ma anche s tutti i segnali descritti dalla persona. Del resto, secondo tale disciplina, i disturbi fisici e psicologici sono sempre espressione di un equilibrio alterato; e il linguaggio attraverso cui il corpo parla sono quindi preziosi per individuare la cura più adatta al singolo caso. Inoltre, l’omeopatia attribuisce grande importanza al carattere, alla personalità, alla struttura fisica, alle reazioni del paziente agli agenti atmosferici e all’ambiente che lo circonda, alle reazioni fisiche ed emotive, alle malattie della persona. Questo spiega perché la cura omeopatica non è mai generalizzata.

Il medico studia accuratamente la situazione e prescrive una cura che sia il più possibile mirata e individualizzata. Per fare un esempio, l’omeopata non cura il dolore prescrivendo a tutti lo stesso analgesico, ma pone al centro della visita la persona, che ha un modo specifico di manifestare la propria sofferenza. La base di partenza di ogni percorso omeopatico è quindi costituita da un lungo colloquio tra medico e paziente. Attraverso l’analisi delle problematiche e caratteristiche della persona e i sintomo provocati dalla sostanza somministrata ad un individuo sano, il medico può scegliere i rimedi più adatti per il caso specifico.

 

Samuel Hahnemann
Samuel Hahnemann, fondatore dell’Omeopatia

Le dosi minime

L’ultimo fondamentale principio dell’omeopatia è quello della “diluzione infinitesimale”. Occorre sapere che, una volta raccolte, le materie prime vengono triturate e macerate in una soluzione idro-alcolica per ottenere la tintura madre, che poi viene poi progressivamente diluita in acqua o alcol, secondo una scala che di solito è decimale o centesimale. Tra una diluizione e l’altra le soluzioni vengono agitate in maniera vigorosa (a mano o in modo meccanico) secondo una tecnica particolare che imprime loro una certa forza. Questo processo (chiamato dinamizzazione o succussione) mira ad aumentare la potenza e l’efficacia del rimedio. Le diluizioni omeopatiche così ottenute si impiegano per impregnare globuli e granuli, che sono le forme in cui si trovano in commercio i medicinali omeopatici. Ci sono inoltre altre forme come gel, pomate, compresse, sciroppi, gocce, colliri, ovuli e supposte.

Come funziona l’omeopatia

I meccanismi d’azione dell’omeopatia non sono ben noti. La teoria più accreditata sostiene che dando alla persona la sostanza scelta alle giuste dosi si provoca una risposta del tutto simile a quella scatenata dalla malattia naturale. Di conseguenza, si va a stimolare una reazione più efficace e rapida del sistema di difesa dell’organismo: esso interviene favorendo e accelerando la guarigione o, comunque, migliorando i sintomi. A differenza di quanto avviene nella medicina convenzionale, nella quale si punta ad eliminare velocemente i disturbi, in questo caso si cerca di ottenere una guarigione più profonda. L’organismo ne risulta così irrobustito; secondo le ipotesi più recenti, è probabile che i rimedi omeopatici esercitino anche un’azione di tipo fisico, influenzando i processi biologici.

I falsi miti sull’omeopatia

Tra i falsi miti che circolano intorno a questa disciplina, ve ne sono due particolarmente diffusi e duri da smantellare. Il primo riguarda l’eventuale manipolazione del rimedio, che ne inibirebbe l’efficacia. In realtà i medicinali omeopatici prodotti da laboratori qualificati sono sottoposti ad un procedimento tale da garantire un’altissima qualità e da renderli insensibili a qualsiasi manipolazione: quindi toccare i granuli o i globuli con le mani, o con il cucchiaio, non comporta alcuna alterazione della qualità ed efficacia di tali rimedi. Un altro falso mito riguarda la definizione di omeopatia come medicina “alternativa”. Il medico omeopata deve affermare con sempre maggiore autorevolezza che l’omeopatia non è una medicina alternativa, ma bensì una medicina “integrata” e complementare a quella accademica, che si basa sulla conoscenza ed esperienza del medico. E’ invece considerata una medicina alternativa la cura con i Fiori di Bach.

]]>
https://cultura.biografieonline.it/omeopatia-principi/feed/ 2
Manovra di Heimlich https://cultura.biografieonline.it/manovra-di-heimlich/ https://cultura.biografieonline.it/manovra-di-heimlich/#respond Sat, 30 Jul 2016 09:34:37 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=19325 Che cos’è la manovra di Heimlich? Nell’ambito del primo soccorso è il nome di una tecnica che ha lo scopo di rimuovere un’ostruzione delle vie aeree. La manovra è semplice ed efficace. Il nome deriva dal cognome del medico che la inventò nel 1974, Henry Heimlich. Tale manovra ha come principale caratteristica di poter essere eseguita da tutti. Essa può risolvere rapidamente casi comuni di soffocamento, dovuti ad esempio da bocconi troppo grandi ingeriti o non sufficientemente masticati.

Manovra di Heimlich
La manovra di Heimlich si esegue portando cinque colpi alla schiena del paziente e cinque colpi addominali.

Come si esegue la manovra di Heimlich

Per una persona che si trova seduta o in piedi, è necessario stare dietro la persona, a propria volta in piedi. Serve metterle le braccia intorno ai fianchi, cingendola sotto le braccia. Mentre una mano fa il pugno e viene collocata nella zona tra l’ombelico e lo sterno con la parte del pollice rivolta verso l’addome, l’altra mano prende il pugno e lo spinge verso l’alto, cercando di non stringere e di non comprimere mai la gabbia toracica.

La manovra di Henry Heimlich, per altro, può essere eseguita anche su sé stessi, ricorrendo alla stessa procedura. Una delle due mani fa il pugno. Il pugno va posizionato contro l’addome e deve essere afferrato dall’altra mano, che lo spinge verso l’alto. Il gesto va ripetuto fino a quando le vie aeree non si sono liberate.

In alternativa, ci si può piegare in modo che la parte alta dell’addome venga premuta contro la spalliera di una sedia o un altro oggetto fisso. Con il corpo si spinge ripetutamente verso il basso per espellere l’ostruzione.

Henry Heimlich
Una foto del dottor Henry Heimlich mentre illustra la sua manovra

Pronto soccorso e primo soccorso

Non a caso è diventata una procedura di pronto soccorso standard in ogni angolo del mondo. Va effettuata solo su persone coscienti. L’impiego di questa manovra richiede di eseguire cinque colpi alla schiena e cinque colpi addominali, alternandoli tra loro.

Le mani, in sostanza, devono esercitare una pressione piuttosto forte sotto il diaframma, in modo tale che i polmoni vengano compressi e qualsiasi oggetto (come, per esempio, un pezzo di carne) che si trovi nella trachea venga premuto, così da essere espulso.

La vittima del soffocamento non è in grado di tossire da sola per espellere il corpo estraneo, proprio perché le sue vie aeree sono ostruite. Quindi, è necessaria la manovra di Heimlich che non è altro che un colpo di tosse artificiale.

La manovra di Heimlich sui neonati

Nel caso in cui la manovra di Heimlich debba essere eseguita su un neonato, si rendono opportuni alcuni accorgimenti. Vanno applicate cinque compressioni toraciche e cinque colpi interscapolari. Il punto in cui vanno applicate corrisponde al punto in cui viene eseguito il massaggio cardiaco esterno, proprio sotto la cosiddetta linea intermammillare.

Se il bambino è incosciente, è necessario collocarlo su un piano rigido in posizione supina e allertare subito i soccorsi. Successivamente il suo torace sarà scoperto e saranno eseguite cinque ventilazioni di soccorso, con il capo che tutte le volte sarà allineato in posizione neutra.

Henry Heimlich
La manovra di Heimlich può essere eseguita anche su bambini e neonati

Dopo le cinque ventilazioni, si ricorrerà alla rianimazione cardiopolmonare. Una volta che la manovra ha avuto successo, le vie aeree sono state liberate con l’espulsione dei liquidi o del corpo estraneo che le bloccavano. Tuttavia non è detto che la respirazione ricominci in modo spontaneo. A maggior ragione nel caso in cui la vittima non sia cosciente.

Chiaramente, la manovra di Heimlich ha solo lo scopo di evitare il soffocamento e di fare in modo che il corpo estraneo sia espulso, ma non di ristabilire la respirazione. Ecco perché può esserci bisogno della rianimazione cardio-polmonare o della respirazione artificiale per prevenire un possibile arresto cardiocircolatorio. In qualsiasi caso, sia che la persona respiri sia che la persona non respiri, dopo la manovra è indispensabile un controllo medico. Esso è utile a verificare la presenza di eventuali traumi secondari o a risolvere problemi più gravi.

Come capire quando è opportuno eseguire la manovra

Per capire se una persona ha bisogno o meno della manovra di Heimlich è necessario essere in grado di distinguere i sintomi e i segni di soffocamento. Chi sta soffocando non ha più ossigeno e quindi diventa cianotico. Mostra una respirazione alquanto difficoltosa e non riesce a tossire, se non molto debolmente.

Inoltre, il suo respiro comporta un rumore acuto. La persona non può parlare né tantomeno urlare, e porta le mani alla gola. Nei casi più gravi, poi, può anche perdere conoscenza.

]]>
https://cultura.biografieonline.it/manovra-di-heimlich/feed/ 0
Riflessologia plantare: che cos’è e quali sono i benefici https://cultura.biografieonline.it/riflessologia-plantare/ https://cultura.biografieonline.it/riflessologia-plantare/#respond Wed, 02 Dec 2015 13:52:05 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=15716 Una disciplina antica di circa 5000 anni praticata già in India, Egitto, Perù e Cina: la terapia delle “zone riflesse” è arrivata fino a noi diventando la Riflessologia plantare moderna che conosciamo oggi. L’otorinolaringoiatra americano William Fitzgerald, nel 1902, sperimentò per la prima volta su alcuni pazienti le conseguenze benefiche della pressione su determinate zone del corpo umano. In particolare, i suoi esperimenti si focalizzarono sui piedi, che sono ricchi di terminazioni nervose.

Riflessologia del piede

Sulla pianta dei piedi, infatti, si trovano punti sensibili alla pressione che rimandano direttamente ad altri organi del corpo. Fitzgerald può quindi essere considerato, a tutti gli effetti, il fautore della moderna riflessologia plantare. Secondo tale disciplina la struttura corporea dell’uomo può essere paragonata alla sagoma di un albero, il cui tronco è la colonna vertebrale, la radici sono fornite dai piedi e le foglie rappresentano il volto. Le estremità dei piedi sono importanti perché reggono l’intera struttura e quindi è necessario che siano il più possibile stabili e sani.

Principi fondamentali della Riflessologia plantare

La disciplina della Riflessologia plantare si basa su alcuni principi che bisogna conoscere e applicare.

  • Unità: ogni organo è capace di riflettere l’intero organismo. In particolare, ci sono parti del corpo (mani, piedi, orecchie e viso) in cui si concentra un gran numero di terminazioni nervose in grado di riflettere tutti gli organi del corpo;
  • Riflesso: ogni risposta del corpo è la conseguenza di uno stimolo che, partendo da un punto specifico presente sulla mano o sul piede, arriva al cervello oppure al midollo spinale. Da qui poi lo stimolo viene diretto ad un organo, muscolo o ghiandola;
  • Mappa: elaborata per la prima volta da Fitzgerald, in seguito ogni scuola ha realizzato una mappa con proprie caratteristiche ed elementi differenti rispetto all’originale. Comunque, tutte concordano sui punti fondamentali e la visione dei piedi in generale;
  • Osservazione: ogni paziente deve essere valutato attentamente in base al modo di camminare e muoversi, quindi in base alla sua postura. Il terapista presta attenzione soprattutto ai piedi, ne guarderà la forma, la posizione ed eventualmente le tensioni presenti;
  • Zone del corpo: per Fitzgerald il corpo è formato da tre zone orizzontali e 10 zone verticali. In base a tale divisione ha individuato i relativi punti riflessi.

Questi principi fondamentali furono inoltre studiati e approfonditi dalla fisioterapista Eunice Ingham, che realizzò una mappa dettagliata delle zone riflesse che possono essere localizzate sui piedi.

Riflessologia plantare: i punti dei piedi con l'indicazione delle corrispondenze degli organi e delle varie zone del corpo umano
Riflessologia plantare: i punti dei piedi con l’indicazione delle corrispondenze degli organi e delle varie zone del corpo umano

In cosa consiste la terapia riflessologica

Il terapista esperto in Riflessologia plantare divide in genere la seduta in tre momenti.

  1. Nel primo individua i punti dolenti e identifica le parti che devono essere sottoposte al trattamento.
  2. Successivamente effettua un trattamento che mira a riequilibrare i diversi organi.
  3. Infine esegue un trattamento più mirato e personalizzato sui punti che riflettono un maggior disequilibrio degli organi.

Il ciclo completo di riflessologia plantare prevede 10-12 sedute, ognuna delle quali dura all’incirca 45 minuti. Il terapista riflessologo esercita la pressione con il pollice, con il quale può sia premere che frizionare a seconda delle esigenze del paziente.

Anche se la pressione deve essere energica non deve mai provocare eccessivo fastidio o dolore nel paziente. Le sedute di riflessologia vanno evitate se sono in corso infiammazioni o nel caso in cui il soggetto che vi si sottopone ha la febbre. Non vi è alcuna controindicazione nel sottoporre i bambini alle sedute, anche se queste avranno una durata inferiore a quelle degli adulti.

I benefici della Riflessologia plantare

La riflessologia plantare è un rimedio naturale adatto a tutti. Esistono controindicazioni ai trattamenti solo in alcuni casi particolari: gravidanza (i primi tre mesi di gestazione), infezioni con presenza di febbre alta, malattie cutanee contagiose localizzate ai piedi, utilizzo di psicofarmaci o medicinali ansiolitici, predisposizione alla trombosi.

Massaggio ai piedi

I benefici di questa terapia sono molteplici, vediamo qualche esempio pratico.

Sottoporsi ai trattamenti di riflessologia plantare in caso di disturbi dell’apparato digerente può rivelarsi utile: stitichezza cronica, colite, gastrite. Altrettanto efficaci i risultati in caso di dolori articolari e muscolari come sciatica, mal di schiena, lombalgia, cervicale.

La riflessologia plantare si è rivelata un ottimo rimedio anche in caso di mal di testa, nevralgie, labirintite, ma anche caduta dei capelli, dimagrimento, ritenzione idrica, cellulite.

YouTube Video

Ognuno di noi può provare su se stesso i benefici di questa terapia, praticando un auto massaggio giornaliero, soprattutto quando i piedi sono doloranti in alcuni punti in particolare.
Si tratta di un segnale da “leggere”, in quanto l’organismo ci sta comunicando che non si trova in uno stato di equilibrio e benessere. La riflessologia plantare è una terapia alternativa che non prevede alcun effetto collaterale e non richiede l’utilizzo di alcun farmaco.

]]>
https://cultura.biografieonline.it/riflessologia-plantare/feed/ 0
Che cos’è l’Ayurveda https://cultura.biografieonline.it/ayurveda/ https://cultura.biografieonline.it/ayurveda/#comments Wed, 07 Oct 2015 09:06:41 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=15300 In Occidente l’Ayurveda è stata per molto tempo considerata come una scienza esoterica. Eppure si tratta di una “Scienza della vita”, pratica e soprattutto semplice da applicare nella vita di tutti i giorni. I suoi principi sono universalmente applicabili a tutti gli ambiti del quotidiano: la disciplina ayurvedica si occupa di ogni elemento e aspetto della vita umana, offrendo una visione approfondita affinata nell’arco di molti secoli.

Ayurveda

L’Ayurveda rappresenta un “sistema integrato” che comprende diverse branche di specializzazione, dall’erboristeria alla chirurgia, alla psicologia. Dal termine stesso “Ayurveda”, formato da due parole: “ayus” e “veda” si deduce il profondo significato della disciplina ayurvedica. In sanscrito “ayus” sta per “vita” e la parola “veda” significa invece “conoscenza”.

Questa scienza trae la sua antichissima origine dai Veda, i più antichi libri a noi tramandati dalla millenaria tradizione indiana. Il patrimonio di conoscenza racchiuso in questi volumi è di vitale importanza anche per il mondo moderno, in quanto è in grado di indicare la strada per superare tutte le sofferenze, sia fisiche che mentali, allontanando da noi il temibile stato di “oscurità totale”.

Principi fondamentali dell’Ayurveda

L’Ayurveda, che si basa sull’antica medicina indiana, ha dei principi fondamentali che regolano la natura e quindi anche il corpo umano. Uno di questi è la presenza dei tre “dosha”, rinvenibili sia nel microcosmo che nel macrocosmo.

Nella disciplina ayurvedica il concetto di “dosha” (costituzione fisica) è dunque un punto focale da cui partire per effettuare, ad esempio, una diagnosi clinica da parte del medico ayurvedico. Un trattamento terapeutico prevede il tentativo di riportare queste tre forze in equilibrio. I dosha sono tre: Vata (è il principio del Movimento, della propulsione e della forza di eliminazione), Pitta (principio della combustione e della trasformazione), Kapha (principio del consolidamento, dell’inerzia, dell’assimilazione). Ad ogni dosha corrispondono specifiche caratteristiche, sia fisiche che caratteriali.

Ogni individuo presenta elementi di uno o più dosha, ma più spesso succede che uno di questi sia in squilibrio rispetto agli altri. Per questo l’Ayurveda mira a ripristinare l’equilibrio tra i dosha attraverso una serie di trattamenti, come il massaggio ayurvedico ed il Panchacharma.

Gli elementi e i sapori

Altro principio regolatore del microcosmo e del macrocosmo è quello della presenza dei cinque elementi fondamentali: terra, acqua, fuoco, aria, etere. Attraverso il sapore noi siamo messi in condizione di avvertire la presenza dei cinque elementi e di orientare l’alimentazione secondo la nostra costituzione. Tramite il senso del gusto possiamo essere in grado di individuare i sei principali sapori chiamati “Rasa”, e che sono: il dolce, il salato, l’amaro, l’acido, il piccante e l’astringente.

Vata è caratterizzato dalla presenza di aria e di etere, Pitta fuoco ed acqua, Kapha terra ed acqua. In pratica, ciò significa che ad esempio mangiando cibi dolci aumentiamo l’apporto di acqua e terra nel nostro organismo causando un rafforzamento del principio di assimilazione “Kapha”. Quando mangiamo dolci, pane e pasta, tendiamo ad ingrassare, mentre quando assumiamo alimenti dal gusto amaro stimoliamo la forza “Vata” che tende a renderci più agitati e a perdere peso.

Vediamo nel dettaglio quali sono gli aspetti e gli effetti dei sei sapori:

Il sapore dolce: costruisce i tessuti, provvede a dare forza e vigore al corpo, calma i nervi e dà tanta energia.

Il sapore acido: stimola Agni (il fuoco digestivo) e la salivazione, aiuta ad espellere i gas dall’intestino e dallo stomaco. Si trova nella frutta acida, nei cibi fermentati e nello yogurt.

Il sapore salato: aumenta il sapore nei cibi, promuove il bilanciamento dell’acqua all’interno del corpo.

Il sapore amaro: è un antipiretico, aiuta ad eliminare le tossine nel corpo, è germicida e antibatterico, riduce la sensazione di debolezza, bruciore, prurito, la sete e gli stati infiammatori. Si trova soprattutto nelle verdure.

Il sapore piccante: è ottimo per stimolare la circolazione sanguigna e la digestione, purifica il cibo, aiuta a combattere l’obesità, la pigrizia intestinale e l’eccesso di liquidi nel corpo. Si trova nei peperoncini, verdi, rossi e spezie piccanti.

Il sapore astringente: assorbe l’acqua nel corpo e secca il grasso. E’ sedativo, aiuta ad arrestare la diarrea e a cicatrizzare meglio ferite e piaghe. Si trova, ad esempio, nel carciofo e nella curcuma.

Tutti i sapori dovrebbero essere presenti in una buona dieta ayurvedica, ma la quantità deve variare secondo le caratteristiche costituzionali di ogni persona, in modo soggettivo. Attraverso la tipica diagnosi del polso, il medico ayurvedico può stabilire quali alimenti far prevalere nella dieta di ciascun soggetto, secondo gli squilibri che il terapista individua nel battito.

Spezie

A cosa serve l’Ayurveda

L’antica disciplina ayuverdica è finalizzata al miglioramento dello stato psico-fisico dell’individuo e al mantenimento del suo stato di equilibrio. Secondo l’Ayurveda, per mantenersi in buone condizioni di salute è importante osservare una salutare routine giornaliera in armonia con la propria costituzione.

Oltre alla dieta (che riveste un ruolo di primaria importanza), occorre seguire anche altre pratiche come gli asana (posizioni yoga), gli esercizi di respirazione (pranayama), meditazione, rilassamento e concentrazione. Si tratta di pratiche spirituali capaci di creare armonia e felicità.

Meditazione

Ecco alcuni consigli per una sana routine giornaliera:

  • Svegliarsi prima dell’alba;
  • Evacuare l’intestino e la vescica subito dopo il risveglio;
  • Fare il bagno ogni giorno;
  • Lavarsi il naso, i canali interni, e raschiare la lingua;
  • Eseguire alcuni cicli di pranayama;
  • Non fare colazione dopo le otto del mattino;
  • Lavarsi i denti al termine di ogni pasto;
  • Fare una breve passeggiata una quindicina di minuti dopo i pasti;
  • Mangiare in silenzio;
  • Mangiare lentamente;
  • Massaggiare le gengive ogni giorno con olio di sesamo;
  • Digiunare un giorno alla settimana (bevendo solo acqua calda);
  • Andare a dormire prima delle 22 della sera.

Trattamenti e benefici dell’Ayurveda

La diagnosi ayurvedica, particolarmente medica, risulta dall’esame di almeno otto aspetti: l’esame del polso, della lingua, dei suoni del corpo (come la voce), della pelle, degli occhi, della costituzione o apparenza, dell’urina, delle feci, naturalmente tutto in relazione ai dosha (vata, pitta, kapha).

YouTube Video

L’Ayurveda è un’antica disciplina olistica che comprende in sé vari rami e specializzazioni, tra le quali il massaggio, soprattutto in Occidente, gode oggi di grande apprezzamento. Nelle moderne tecniche di massaggio indiano sono diffuse ed efficaci anche quelle di auto massaggio, e sono davvero tanti i benefici che questi metodi possono offrire.

Per i massaggi ayurvedici viene utilizzato preferibilmente l’olio di sesamo, che può essere anche miscelato ad altre sostanze curative.

Ayurveda e l'aiuto per la salute
Nel massaggio ayurvedico viene usato l’olio di sesamo • L’Ayurveda aiuta le persone sane a mantenere la salute, e le persone malate a recuperarla – dal sito www.ChamundaSwamiJi.com

Il massaggio ayurvedico viene effettuato sulla base della costituzione fisica di ciascun soggetto, quindi è un trattamento personalizzato.

Come per altri trattamenti, anche il massaggio tende a riequilibrare eventuali squilibri dei dosha individuali ed ha un generale effetto rilassante. Alcuni altri trattamenti specifici vengono eseguiti invece con l’ausilio di polveri indiane e servono a purificare la pelle ed eliminare le tossine: insomma, veri e propri trattamenti di bellezza degni delle più moderne spa.

]]>
https://cultura.biografieonline.it/ayurveda/feed/ 1
Che cos’è lo Shiatsu https://cultura.biografieonline.it/shiatsu/ https://cultura.biografieonline.it/shiatsu/#respond Fri, 02 Oct 2015 15:03:34 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=15289 Shiatsu è una parola giapponese che significa “pressione con le dita”, volendo tradurre l’espressione in forma più ampia potremmo intenderla come “esercitare con le dita una pressione sul corpo”. Lo shiatsu è una disciplina nata appunto in Giappone il cui principio base consiste nell’applicare pressioni sulla superficie del corpo utilizzando non solo le dita, ma anche i gomiti, i palmi delle mani, le ginocchia.

massaggio shiatsu
Terapia: un massaggio shiatsu

Per il terapista shiatsu il pollice è lo strumento più importante. Il gesto di toccare è già una terapia di per se stessa. Il sentimento che sta dietro il tocco offerto rende tutto diverso. Infatti la disciplina shiatsu ritiene che toccare in maniera amorevole stimoli il processo di auto guarigione nel paziente.

Lo shiatsu è principalmente una terapia preventiva, in quanto viene utilizzato fin dall’antichità per mantenersi in buona salute, oltre che per risolvere problemi fisici, e si traduce in un marcato senso di benessere psico-fisico.

Lo shiatsu agisce sull’energia elettromagnetica del corpo, che viene definita “Ki” in giapponese e “Chi” in cinese. Nella medicina orientale, il Ki è considerato l’essenza vitale, che oltre a nutrire il corpo influenza anche lo spirito e la mente. Il Ki fluisce nell’organismo umano tramite un sistema di percorsi e canali che si chiamano “meridiani”. Proprio lungo i meridiani si trovano zone che riescono a trattenere una maggiore quantità di energia elettromagnetica. Queste zone vengono denominate anche “punti di pressione” (“tsubo” in lingua giapponese).

Nel sistema energetico ci sono dodici meridiani principali, simmetrici e doppi, che contengono più di 700 tsubo. Ogni meridiano fornisce energia ad un organo o apparato specifico. Se un meridiano o tsubo si blocca, si verifica uno stato di disfunzione, una situazione di stress. Rimuovere i blocchi di Ki lungo i meridiani o nelle diverse zone del corpo consente di ottenere un migliore stato di salute ed una condizione di maggiore equilibrio psico-fisico. Lo shiatsu comprende diverse tecniche per sciogliere questi blocchi energetici.

L’energia e i meridiani

Per comprendere bene come funziona lo shiatsu a livello fisico e psichico, è importante tornare sul discorso dell’energia, e quindi sui meridiani (che possono essere considerati come un sistema di irrigazione che consente il fluire dell’energia elettromagnetica attraverso i diversi canali). Esistono dodici meridiani, uno per ciascuna delle funzioni. Eccoli elencati nell’ordine di interazione fra loro: il Meridiano del Polmone, del Grosso intestino, dello Stomaco, della Milza-pancreas, del Cuore, dell’Intestino tenue, della Vescica, del Rene, del Maestro del Cuore, del Triplice riscaldatore, della Cistifellea e del Fegato.

Esistono poi altri otto sottosistemi o meridiani straordinari chiamati “vasi”, i più importanti sono il Meridiano del Vaso Governatore e quello del Vaso Concezione, che controllano e regolano l’energia all’interno del sistema dei meridiani, compensando eventuali carenze o eccessi del corpo. Il sistema medico cinese è regolato da un principio fondamentale: ogni cosa che ci circonda viene influenzata ed è parte di un fenomeno della natura caratterizzato dal rapporto tra Yin e Yang. I due termini indicano le forze complementari ma opposte della natura, responsabili del mantenimento in vita di tutte cose, sia esseri animati che inanimati. La legge che permea il mondo intero è il cambiamento: tutto cambia perché l’energia per sua natura è effimera.

Basti pensare al continuo susseguirsi del giorno e della notte, alle stagioni che si rincorrono una dietro l’altra, a tutte le cose che in natura nascono, vivono e poi muoiono. “Yin” e “Yang” non sono in sé buoni o nocivi, indicano semplicemente verso quale direzione si incanala il movimento dell’energia. Se si verifica uno squilibrio tra yin e yang all’interno di un organismo, questa disarmonia genera una disfunzione, ovvero uno stato in cui manca l’equilibrio e la funzionalità.

Anche gli stessi meridiani sono suddivisi nelle due categorie “yin” e “yang”, poiché sono accoppiati. Essi sono il risultato della complementarietà-antagonismo che esiste tra gli opposti in natura. L’equilibrio yin e yang delle coppie di meridiani è così costituito:

  • Polmoni e Grosso intestino
  • Stomaco e Milza-pancreas
  • Cuore e Intestino tenue
  • Vescica e Rene
  • Maestro del Cuore e Triplice Riscaldatore
  • Cistifellea e Fegato

Tutti i meridiani partono o finiscono nelle mani o nei piedi e sono collegati con il centro del corpo. Per la precisione, ci sono sei coppie di meridiani, tre paia nelle braccia e tre paia nelle gambe. Tutte le parti del corpo devono funzionare e coesistere armoniosamente, affinchè il corpo sia in salute. Il terapista shiatsu cerca sempre le aree del corpo in cui vi sia un eccesso di energia, ossia le zone in cui si è condensata e concentrata l’energia proveniente da altre parti del corpo. Questa eccessiva energia è capace di bloccare o immobilizzare del tutto la zona.

Storia dello shiatsu

La medicina orientale si è diffusa e sviluppata per aiutare gli uomini a mantenersi in buono stato di salute e prevenire le malattie. La filosofia medica orientale si è sviluppata in Cina in un periodo di 3000-5000 anni. Le principali forme di terapia medica in Oriente sono il massaggio (denominato amma), l’agopuntura, la moxibustione e l’erboristeria. L’amma, in Giappone, era praticata da terapisti ciechi che erano più sensibili e acuti rispetto ai colleghi vedenti, visto che la cecità esaltava il senso del tatto. Il riconoscimento ufficiale dello shiatsu avvenne in Giappone nel 1955. Ecco la definizione che, all’epoca, diede dello shiatsu il Ministro della Sanità giapponese: “una forma di manipolazione applicata attraverso i pollici, le dita e il palmi, senza l’uso di nessuno strumento, meccanico o di altro tipo, per esercitare una pressione sulla pelle, con lo scopo di correggere disfunzioni interne, per migliorare e mantenere lo stato di salute e curare specifiche malattie”.

Lo shiatsu aumenta la flessibilità e la mobilità di membra e articolazioni, elimina dolori e irrigidimenti fisici, migliora la circolazione e favorisce l’eliminazione delle sostanze tossiche. Inoltre rinvigorisce i muscoli, elimina stress e fatica fisica, rafforza il sistema osseo.

Shiatsu - terapia

A cosa serve lo shiatsu

Lo shiatsu non deve essere considerato un massaggio nel vero senso della parola. Il massaggio, nelle sue diverse forme, può essere efficace, e fa comunque sempre bene, ma è soprattutto piacevole e rilassante. Lo shiatsu, essendo una disciplina completa, utilizza diversi metodi di diagnosi, sviluppati in migliaia di anni di studi clinici, e questo permette al terapista di affrontare problemi specifici usando approcci sempre diversi. Questo significa, in pratica, che il trattamento cui si viene sottoposti può cambiare da seduta a seduta, mentre in genere nel massaggio si usano le stesse tecniche su tutti i pazienti.

Molti ritengono, erroneamente, che per provare i benefici dello shiatsu bisogna essere malati. In realtà una seduta di shiatsu può servire anche semplicemente a controllare lo stress, diventare più pazienti e calmi, accrescere il vigore fisico e la capacità di concentrazione. Può essere considerato a tutti gli effetti una assicurazione contro le malattie. In alcune circostanze, un intervento (anche blando) può  servire per abbassare la febbre alta, o per arginare le conseguenze di malattie infettive, tumori, patologie cardiache piuttosto gravi. La terapia shiatsu, se combinata con un’alimentazione sana e corretta, può aiutare a migliorare situazioni gravi nelle cure di lunga durata. Lo shiatsu è una valida terapia coadiuvante nel processo di guarigione in alcuni casi di interventi chirurgici.

Come si svolge una seduta shiatsu

Una seduta di shiatsu dura generalmente un’ora e il trattamento in se stesso ha la durata di circa 35-50 minuti. Nella prima sessione il terapista si dedica alla raccolta di informazioni generiche sul paziente, per costruire un’anamnesi. La tipologia di domande si riferisce allo stato di salute passato: malattie gravi, eventuali operazioni chirurgiche, lesioni alla colonna vertebrali, patologie correlate allo stress. Durante il trattamento il paziente resta vestito.

Shiatsu
Shiatsu

Talvolta, la seduta comporta delle posizioni di stretching e l’apprendimento di alcuni esercizi terapeutici. E’ quindi consigliabile indossare abiti confortevoli e comodi come tute da ginnastica o vestiti leggeri in cotone. Inoltre, poiché alcuni metodi di diagnosi hanno bisogno di palpazione dell’addome, è preferibile non mangiare per almeno tre ore prima di sottoporsi al trattamento shiatsu.

Lo shiatsu è una terapia molto potente ed efficace, ma i problemi non scompaiono certo in una sola seduta. Ci vorrà del tempo ed anche collaborazione da parte del paziente per migliorare le condizioni di salute. Per avere risultati soddisfacenti è necessario effettuare da cinque a sette sedute, di solito a scadenza settimanale, o all’occorrenza anche più frequenti. Ci sono persone che però hanno bisogno di trattamenti più lunghi. Ma questo sarà il terapista a stabilirlo in base alla singola situazione.

Chiunque lavori nel settore dello shiatsu riconosce e apprezza il miglioramento che avviene nel paziente dopo una serie di sedute. Un cambiamento che avviene anche a livello coscienziale dell’individuo, modificando la consapevolezza che ha del suo ruolo nella società e nell’ambiente.

]]>
https://cultura.biografieonline.it/shiatsu/feed/ 0
Differenza tra tumore e cancro https://cultura.biografieonline.it/tumore-cancro-differenze/ https://cultura.biografieonline.it/tumore-cancro-differenze/#comments Tue, 29 Apr 2014 09:50:06 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=10740 Il tumore deriva dal latino tumor, gonfiore, rigonfiamento, e solitamente indica una patologia caratterizzata da un abnorme accrescimento di un tessuto dell’organismo. Due le categorie in cui si divide: tumori benigni e tumori maligni.

Tumore e cancro

I primi non causano pericolo alla vita dell’uomo. Sono di norma a crescita più lenta, rimangono circoscritti a dove si formano.

I secondi, quelli maligni, sono potenzialmente pericolosi per la nostra salute. Essi possono essere localizzati nei pressi di organi vitali e avere una crescita esplosiva tale da compromettere il funzionamento dell’organo stesso. Oppure possono sviluppare cellule capaci di migrare in molte altre parti del corpo dove si riproducono e formano nuovi tumori (metastasi).

Il cancro

Con il termine cancro, invece, ci si si riferisce in modo generico a tutti i tumori di tipo maligno. Ad esempio il melanoma è una forma di cancro molto pericolosa che anche se non provoca danni rilevanti alla pelle dove si forma (somiglia a un grosso neo), una volta che raggiunge i vasi sanguigni e linfatici, le sue cellule sono libere di formare masse tumorali in tutto l’organismo.

Tra i principali tipi di tumori annoveriamo: l’adenocarcinoma, il carcinoma epidermoide, il sarcoma, il linfoma Hodgkin, il linfoma non-Hodgkin (20 tipi diversi), la leucemia e il mieloma.

Ogni tipo di cancro deve avere il proprio specifico trattamento curativo, se non addirittura una combinazione di trattamenti mirati per cercare di fermare la malattia e sconfiggerla. A detta degli esperti del campo medico, certi tumori simili istologicamente, ma diversi geneticamente, si devono curare in modo differenziato. Si devono curare sottoponendo i malati a trattamenti specifici per la loro patologia. Tra i possibili fattori di rischio vi sono l’ereditarietà, uno stile di vita non idoneo, alimentazione e attività fisica poco corrette, un equilibrio psicologico fragile, l’ambiente e i virus.

La ricerca in Italia

Tra i principali enti che in Italia operano nel campo della ricerca c’è la LILT (Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori).

]]>
https://cultura.biografieonline.it/tumore-cancro-differenze/feed/ 3
Differenza tra osteopatia e chiropratica https://cultura.biografieonline.it/osteopatia-chiropratica-differenze/ https://cultura.biografieonline.it/osteopatia-chiropratica-differenze/#respond Wed, 16 Apr 2014 15:14:35 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=10558 In ambito medico esistono differenze tra le pratiche di osteopatia e chiropratica. L’osteopatia è una pratica nata negli Stati Uniti nel 1874. Questo termine fu adottato dal dottor Andrew Taylor Still. Si tratta di un tipo di manipolazione che cura le eventuali disfunzioni fisiologiche che il paziente può avvertire. Si cerca di riportare una situazione di tipo non fisiologica entro i limiti di normalità che il nostro corpo richiede.

Osteopatia
Osteopatia e chiropratica: conosci le differenze?

L’osteopata

L’osteopata si concentra principalmente su cranio e sacro per cercare di eliminare i problemi di microcircolazione sanguigna. Tra le varie problematiche che l’osteopata tenta di risolvere ci sono quelle legate al mal di schiena, emorroidi, disturbi mestruali, mal di testa, cifosi, lordosi, disturbi mentali, stipsi, valutazione posturale e delle articolazioni.

David Palmer e la Chiropratica

La chiropratica venne creata ufficialmente da Daniel David Palmer nel 1895 che la definì: “Arte, scienza e filosofia”. Il termine deriva dal greco cheir, mano e praxis, azione, ed è una pratica scientifica che ha come funzione e come obiettivo il mantenimento e il ristabilimento della salute dell’uomo. Questa tecnica si basa sulla diagnosi, sulla cura e sulla prevenzione dei disturbi muscoloscheletrici e dei loro effetti sullo stato generale di salute del corpo umano. I chiropratici curano con la manipolazione (inclusa quella spinale) e danno un supporto, migliorando il nostro stile di vita.

Chiropratica
Chiropratica

Gli esperti cercano di eliminare le interferenze che impediscono la corretta comunicazione tra sistema nervoso e corpo. Eliminano in modo naturale i “blocchi” con l’uso delle mani. Queste manipolazioni vengono calibrate in base all’età, al peso e ai problemi specifici del paziente. Il corretto posizionamento vertebrale, non solo libera il nervo, ma lo stimola ad essere attivo e rigenerarsi.

]]>
https://cultura.biografieonline.it/osteopatia-chiropratica-differenze/feed/ 0
Differenza tra ibuprofene e ketoprofene https://cultura.biografieonline.it/ibuprofene-ketoprofene-differenze/ https://cultura.biografieonline.it/ibuprofene-ketoprofene-differenze/#comments Mon, 24 Mar 2014 19:44:36 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=10224 Spesso dal nostro medico o in pubblicità sentiamo parlare dei principi attivi contenuti nei farmaci. Tra questi quelli maggiormente nominati sono il ketoprofene e l’ibuprofene che fanno parte del gruppo degli acidi propionici, tra i Fans (farmaci anti-infiammatori non steroidei) quello più importante dopo il gruppo dei salicilati. Ma qual è la differenza tra i due?

Ibuprofene e Ketoprofene
Ibuprofene e Ketoprofene

Il ketoprofene è un farmaco antinfiammatorio non steroideo (Fans), derivato dall’acido propionico. La sua funzione è prettamente analgesica, antipiretica e di antiaggregazione piastrinica. Il ketoprofene si trova in commercio sotto diversi nomi commerciali tra i quali Oki, Ketodol, Artrosilene e Fastum Gel. Il farmaco viene utilizzato principalmente per la cura di artriti reumatoidi e osteoartriti ed è stato sintetizzato in Francia nel 1967 ad opera dei chimici della società Rhône-Poulenc.

Invece l’ibuprofene è un principio attivo che rientra anch’esso nella famiglia dei Fans (farmaci antinfiammatori non steroidei). Tra quelli più venduti e commercializzati troviamo Moment, Brufen e Nurofen.

E’ utilizzato principalmente nel trattamento di malattie reumatiche di lieve e media intensità ed ha proprietà analgesica, antinfiammatoria e antipiretica. Indiscussa la sua azione antidolorifica che consente di sedare qualsiasi tipo di dolore e la sua azione antinfiammatoria che si svolge attraverso il blocco della sintesi delle prostaglandine.

Serve a combattere cefalee, mal di denti, dolori mestruale, dismenorrea, nevralgie, dolori osteoarticolari, artromialgie, crampi addominali ed aiuta ad alleviare i sintomi dell’artrite reumatoide o artrite giovanile, dell’artrosi, della spondilite anchilosante ed i dolori articolari.

Inoltre si è riscontrato come l’ibuprofene derivato dell’acido propionico, abbia meno effetti collaterali rispetto agli altri principi attivi della famiglia dei Fans non selettivi, avendo un effetto minore di gastrolesività, rispetto l’altro principio attivo, il ketoprofene. Naturalmente l’uso e la somministrazione di tali principi attivi deve essere sempre legata al bugiardino contenuto nella scatola del farmaco e consigliata dal nostro medico curante.

]]>
https://cultura.biografieonline.it/ibuprofene-ketoprofene-differenze/feed/ 6