medicina indiana Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Fri, 03 Nov 2023 09:39:48 +0000 it-IT hourly 1 Yoga, come nasce e a cosa serve: breve riassunto https://cultura.biografieonline.it/yoga/ https://cultura.biografieonline.it/yoga/#comments Sat, 17 Oct 2015 08:40:40 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=15365 Antica  disciplina indiana di indagine esistenziale, lo Yoga si presenta come un variegato sistema in grado di aiutare a risolvere molti problemi psicofisici e di vita. Lo Yoga affonda le radici nella più profonda antichità dell’India misteriosa e spirituale.

Già l’etimologia della parola “yoga” può fornirci qualche utile indicazione su questa disciplina.

Si tratta di un vocabolo dell’antica lingua sanscrita che deriva dalla radice del verbo “yuj” e significa “aggiogare”. Lo yoga ha appunto la finalità di “aggiogare” la personalità umana, soprattutto la parte istintuale di essa, orientandola verso scopi ed obiettivi più alti.

Yoga
Yoga: praticarlo fa bene a corpo e spirito

Chi pratica questa disciplina si esercita ad ottenere una perfetta armonia tra mente e corpo, sperimentando gli stati piacevoli che una mente organizzata può offrire.

Un’altra proposta interpretativa, altrettanto valida, attribuisce al verbo “yuj” il significato di “fusione”, che rappresenta il livello di coscienza più avanzato che si raggiunge dopo anni di esperienza, quando si compie la completa realizzazione dell’unione psico-fisica.

Una donna pratica yoga al parco
Una donna pratica yoga al parco

Lo Yoga deve essere considerato un percorso evolutivo che prevede, come primo step, quello di “destare lo stato di attenzione”, giungere poi alla consapevolezza e da questa al successivo “risveglio della coscienza”, imparando lungo la via a distinguere il vero dal falso, il soggettivo dall’oggettivo, attraverso diverse pratiche.

Tra queste, è fondamentale imparare la meditazione e il “pranayama”, ossia la pratica di una corretta respirazione. Controllando il respiro, infatti, si riesce a raggiungere un equilibrio psico-fisico che conduce ad uno stato di calma e benessere. Altra tecnica che rientra nella disciplina yogica è l’utilizzo dei Mudra, gesti delle mani che hanno significati propiziatori.

Yoga - Posizione della mani
La tipica posizione della mani nello Yoga

A cosa serve lo Yoga

Oggi siamo tutti frenetici, viviamo in uno stato continuo di ansia che spesso provoca reazioni a livello psicosomatico. Lo Yoga è un metodo di autodisciplina in grado di agire sul corpo, rendendolo più flessibile e tonico (grazie a particolari posizioni corporee chiamate “asana”) e sulla mente, calmando il flusso continuo dei pensieri tramite la meditazione ed il controllo del respiro.

Praticando con regolarità lo yoga si impara ad essere presenti a se stessi e consapevoli in ogni momento della propria vita. La consapevolezza aumenta la forza interiore e la fiducia in sé stessi e permette di superare incertezze e limiti esistenziali.

Tipi di Yoga

A seconda dei benefici che si vogliono ottenere, si possono scegliere diverse tipologie di Yoga. Ad esempio, un tipo di yoga più filosofico e meditativo è il Kundalini o il Raja Yoga. Chi preferisce una disciplina più movimentata e dinamica può optare, oltre che per Hatha Yoga, anche per l’Ashatanga Yoga o il Power Yoga.

Yoga in palestra
Lo Yoga si può praticare soli, oppure in gruppo, in palestra.

Come si svolge una seduta di Yoga

I partecipanti ad una lezione di “Hatha yoga” (o yoga comune), quello più propriamente fisico, vengono invitati dal loro docente a tenere gli occhi chiusi anche mentre si eseguono le singole posizioni. Il Maestro, normalmente, invita poi gli allievi a prendere coscienza delle posizioni assunte dal corpo. Solo successivamente verrà suggerito al praticante di portare l’attenzione e la consapevolezza sull’atto respiratorio. La seduta di Hatha yoga si apre in genere con la sequenza dei Saluti al Sole (Suryanamaskara).

Yoga - Saluto al sole
La posizione e i movimenti del saluto al sole nello Yoga

Forse sarebbe meglio precisare che talvolta, durante alcuni asana, è funzionale tenere gli occhi chiusi; più comunemente lo sguardo è considerato un punto focale della pratica dello hatha yoga e ancora di più dell’ashtanga vinyasa.

Nelle comunità yogiche indiane questi movimenti vengono eseguiti rigorosamente al sorgere del sole, per sfruttare meglio un particolare aspetto dell’energia solare presente in quel determinato momento. Ogni posizione della sequenza ha le caratteristiche di stimolazione o purificazione ben precise.

Gli asana del Saluto al Sole favoriscono l’allungamento di tutte le membra del corpo e migliorano l’elasticità e la scioltezza della colonna vertebrale. Per partecipare ad una seduta yoga è consigliabile indossare un abbigliamento comodo e preferibilmente non sintetico e portare con sé un tappetino ed un cuscino. Quest’ultimo servirà a stare più comodi e con la schiena dritta durante la fase dedicata alla meditazione.

Gli Asana più comuni

Ci sono posizioni yoga facilmente fruibili anche da chi ha da poco cominciato a praticare, ed altre che invece richiedono una maggiore esperienza e dimestichezza con la disciplina yogica. Chi si avvicina allo yoga principalmente con lo scopo di rendere più tonico e flessibile il corpo, oltre alla sequenza dei Saluti al Sole, trarrà giovamento da una serie di asana che migliorano la postura e le condizioni della schiena. Tra queste, vi è “Paschimottanasana”, che è una delle principali posizioni dello Hatha yoga e che consiste, in pratica, in un auto stiramento della schiena.

Yoga - posizione Paschimottanasana
La posizione Paschimottanasana

Ecco come si esegue: dopo aver collocato a terra un tappetino, ci si sdraia in posizione supina sul pavimento, con le gambe unite e distese. Si procede piegandosi in avanti e portando la fronte verso le ginocchia. Gradatamente, se vi è sufficiente scioltezza, le mani andranno a raggiungere le dita dei piedi, in particolare gli alluci che si afferrano per mantenere la posizione. Nel caso in cui si riscontrino difficoltà e poca scioltezza, la stessa posizione potrà essere eseguita partendo da seduti. Alla posizione dinamica dovrà seguire una fase statica, durante la quale si cerca di praticare l’immobilità “confortevole”, respirando con calma e rilassando tutto ciò che è possibile per ridurre al minimo lo sforzo di mantenimento.

Yoga - Posizione del loto - Siddhasana - La postura del perfetto yogin
Siddhasana e padmasna (più conosciuta come “posizione del loto“) sono posizioni tra le più comuni.

Tra le posizioni più comuni ci sono“Siddhasana” (parola sanscrita) considerata la postura del “perfetto yogin” e “padmasana“, la posizione del Loto, che è la tipica posizione di chi si mette a praticare la meditazione (e che sembra facile da mantenere, ma non è così). Entrambe le posture sono molto buone per la meditazione e per il pranayama in quanto la nutazione del bacino favorisce una posizione eretta della colonna vertebrale.

Altre posizioni comuni ma non di facile esecuzione sono quelle sulla testa. Lo yoga considera tali asana benefiche, in quanto favoriscono la presenza e l’afflusso di sangue nel capo. Il praticante si posiziona con la testa sul pavimento e le gambe in alto e parallele. Queste asana hanno una valenza simbolica: i piedi sono appoggiati sull’elemento più materiale, mentre il corpo si erige verso il sottile ed il capo va più in alto, verso il cielo. Praticando queste posizioni all’adepto è dato di sperimentare uno stato di natura divina.

L’autorilassamento

L’uomo moderno vive in uno stato di continua veglia e attenzione, sempre coinvolto nelle preoccupazioni e incombenze che la vita gli mette davanti ogni giorno. Le tensioni che si accumulano nel corpo si somatizzano trasformandosi in contrazioni e piccoli dolori più o meno frequenti e intensi, e lentamente consumano ogni energia presente.

Grazie alla consapevolezza che si sviluppa durante la pratica dello yoga si può provare ad agire sul rilassamento senza ricorrere ad alcuna guida esterna. Potete dedicare qualche minuto al giorno alla pratica dell’autorilassamento per distendere il corpo e la mente, ottenendo grandi benefici psico-fisici.

Ecco come fare. Sdraiatevi sul pavimento utilizzando un tappetino, cercate di abbandonarvi totalmente. Diventando consapevoli del corpo che è steso sul pavimento, cominciate a rilassare ogni singola parte di esso. Ogni tanto ripetete a voi stessi: mi sto rilassando. Questo vi aiuterà a trasferire l’attenzione su quello che state facendo. I pensieri, almeno all’inizio, tenderanno a distrarvi e voi dovrete essere bravi a riportare l’attenzione sul corpo. Passate in rassegna ogni zona del corpo partendo dai piedi, sciogliendo le contrazioni che individuate durante la pratica. Cercate di restare immobili fino alla fine.

Ricordate che la tecnica di auto rilassamento che state sperimentando è un momento da dedicare a voi stessi e va vissuto come tale, fino in fondo. Tenendo sotto controllo il respiro, riuscirete a “domare” anche il vostro lato emotivo. Ricominciate a muovervi lentamente, muovendo prima le dita dei piedi, poi quelle delle mani. Ruotate il capo prima a destra, poi a sinistra. Passate poi allo stiramento dei muscoli, come fate quando ci si sveglia al mattino. Quando vi sentirete pronti, mettetevi prima seduti e solo in un secondo momento, alzatevi in piedi.

Yoga Nidra - Auto rilassamento
Yoga Nidra: l’auto-rilassamento è guidato da un Maestro

Per praticare l’autorilassamento potete optare per qualsiasi momento della giornata che sia a voi più congeniale, purché scegliate un luogo confortevole e silenzioso. In caso di necessità meglio coprirsi con un telo o una coperta per non avvertire il freddo quando si resta immobili. Se preferite praticare l’autorilassamento “guidato” esiste una pratica specifica, denominata “Yoga Nidra” che induce rilassamento nel corpo e nella mente e viene svolta con la guida di un Maestro e con l’obiettivo di ripetere un proposito che si intende realizzare nella vita per tutta la durata della seduta (il sinkalpa).

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Che cos’è l’Ayurveda https://cultura.biografieonline.it/ayurveda/ https://cultura.biografieonline.it/ayurveda/#comments Wed, 07 Oct 2015 09:06:41 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=15300 In Occidente l’Ayurveda è stata per molto tempo considerata come una scienza esoterica. Eppure si tratta di una “Scienza della vita”, pratica e soprattutto semplice da applicare nella vita di tutti i giorni. I suoi principi sono universalmente applicabili a tutti gli ambiti del quotidiano: la disciplina ayurvedica si occupa di ogni elemento e aspetto della vita umana, offrendo una visione approfondita affinata nell’arco di molti secoli.

Ayurveda

L’Ayurveda rappresenta un “sistema integrato” che comprende diverse branche di specializzazione, dall’erboristeria alla chirurgia, alla psicologia. Dal termine stesso “Ayurveda”, formato da due parole: “ayus” e “veda” si deduce il profondo significato della disciplina ayurvedica. In sanscrito “ayus” sta per “vita” e la parola “veda” significa invece “conoscenza”.

Questa scienza trae la sua antichissima origine dai Veda, i più antichi libri a noi tramandati dalla millenaria tradizione indiana. Il patrimonio di conoscenza racchiuso in questi volumi è di vitale importanza anche per il mondo moderno, in quanto è in grado di indicare la strada per superare tutte le sofferenze, sia fisiche che mentali, allontanando da noi il temibile stato di “oscurità totale”.

Principi fondamentali dell’Ayurveda

L’Ayurveda, che si basa sull’antica medicina indiana, ha dei principi fondamentali che regolano la natura e quindi anche il corpo umano. Uno di questi è la presenza dei tre “dosha”, rinvenibili sia nel microcosmo che nel macrocosmo.

Nella disciplina ayurvedica il concetto di “dosha” (costituzione fisica) è dunque un punto focale da cui partire per effettuare, ad esempio, una diagnosi clinica da parte del medico ayurvedico. Un trattamento terapeutico prevede il tentativo di riportare queste tre forze in equilibrio. I dosha sono tre: Vata (è il principio del Movimento, della propulsione e della forza di eliminazione), Pitta (principio della combustione e della trasformazione), Kapha (principio del consolidamento, dell’inerzia, dell’assimilazione). Ad ogni dosha corrispondono specifiche caratteristiche, sia fisiche che caratteriali.

Ogni individuo presenta elementi di uno o più dosha, ma più spesso succede che uno di questi sia in squilibrio rispetto agli altri. Per questo l’Ayurveda mira a ripristinare l’equilibrio tra i dosha attraverso una serie di trattamenti, come il massaggio ayurvedico ed il Panchacharma.

Gli elementi e i sapori

Altro principio regolatore del microcosmo e del macrocosmo è quello della presenza dei cinque elementi fondamentali: terra, acqua, fuoco, aria, etere. Attraverso il sapore noi siamo messi in condizione di avvertire la presenza dei cinque elementi e di orientare l’alimentazione secondo la nostra costituzione. Tramite il senso del gusto possiamo essere in grado di individuare i sei principali sapori chiamati “Rasa”, e che sono: il dolce, il salato, l’amaro, l’acido, il piccante e l’astringente.

Vata è caratterizzato dalla presenza di aria e di etere, Pitta fuoco ed acqua, Kapha terra ed acqua. In pratica, ciò significa che ad esempio mangiando cibi dolci aumentiamo l’apporto di acqua e terra nel nostro organismo causando un rafforzamento del principio di assimilazione “Kapha”. Quando mangiamo dolci, pane e pasta, tendiamo ad ingrassare, mentre quando assumiamo alimenti dal gusto amaro stimoliamo la forza “Vata” che tende a renderci più agitati e a perdere peso.

Vediamo nel dettaglio quali sono gli aspetti e gli effetti dei sei sapori:

Il sapore dolce: costruisce i tessuti, provvede a dare forza e vigore al corpo, calma i nervi e dà tanta energia.

Il sapore acido: stimola Agni (il fuoco digestivo) e la salivazione, aiuta ad espellere i gas dall’intestino e dallo stomaco. Si trova nella frutta acida, nei cibi fermentati e nello yogurt.

Il sapore salato: aumenta il sapore nei cibi, promuove il bilanciamento dell’acqua all’interno del corpo.

Il sapore amaro: è un antipiretico, aiuta ad eliminare le tossine nel corpo, è germicida e antibatterico, riduce la sensazione di debolezza, bruciore, prurito, la sete e gli stati infiammatori. Si trova soprattutto nelle verdure.

Il sapore piccante: è ottimo per stimolare la circolazione sanguigna e la digestione, purifica il cibo, aiuta a combattere l’obesità, la pigrizia intestinale e l’eccesso di liquidi nel corpo. Si trova nei peperoncini, verdi, rossi e spezie piccanti.

Il sapore astringente: assorbe l’acqua nel corpo e secca il grasso. E’ sedativo, aiuta ad arrestare la diarrea e a cicatrizzare meglio ferite e piaghe. Si trova, ad esempio, nel carciofo e nella curcuma.

Tutti i sapori dovrebbero essere presenti in una buona dieta ayurvedica, ma la quantità deve variare secondo le caratteristiche costituzionali di ogni persona, in modo soggettivo. Attraverso la tipica diagnosi del polso, il medico ayurvedico può stabilire quali alimenti far prevalere nella dieta di ciascun soggetto, secondo gli squilibri che il terapista individua nel battito.

Spezie

A cosa serve l’Ayurveda

L’antica disciplina ayuverdica è finalizzata al miglioramento dello stato psico-fisico dell’individuo e al mantenimento del suo stato di equilibrio. Secondo l’Ayurveda, per mantenersi in buone condizioni di salute è importante osservare una salutare routine giornaliera in armonia con la propria costituzione.

Oltre alla dieta (che riveste un ruolo di primaria importanza), occorre seguire anche altre pratiche come gli asana (posizioni yoga), gli esercizi di respirazione (pranayama), meditazione, rilassamento e concentrazione. Si tratta di pratiche spirituali capaci di creare armonia e felicità.

Meditazione

Ecco alcuni consigli per una sana routine giornaliera:

  • Svegliarsi prima dell’alba;
  • Evacuare l’intestino e la vescica subito dopo il risveglio;
  • Fare il bagno ogni giorno;
  • Lavarsi il naso, i canali interni, e raschiare la lingua;
  • Eseguire alcuni cicli di pranayama;
  • Non fare colazione dopo le otto del mattino;
  • Lavarsi i denti al termine di ogni pasto;
  • Fare una breve passeggiata una quindicina di minuti dopo i pasti;
  • Mangiare in silenzio;
  • Mangiare lentamente;
  • Massaggiare le gengive ogni giorno con olio di sesamo;
  • Digiunare un giorno alla settimana (bevendo solo acqua calda);
  • Andare a dormire prima delle 22 della sera.

Trattamenti e benefici dell’Ayurveda

La diagnosi ayurvedica, particolarmente medica, risulta dall’esame di almeno otto aspetti: l’esame del polso, della lingua, dei suoni del corpo (come la voce), della pelle, degli occhi, della costituzione o apparenza, dell’urina, delle feci, naturalmente tutto in relazione ai dosha (vata, pitta, kapha).

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L’Ayurveda è un’antica disciplina olistica che comprende in sé vari rami e specializzazioni, tra le quali il massaggio, soprattutto in Occidente, gode oggi di grande apprezzamento. Nelle moderne tecniche di massaggio indiano sono diffuse ed efficaci anche quelle di auto massaggio, e sono davvero tanti i benefici che questi metodi possono offrire.

Per i massaggi ayurvedici viene utilizzato preferibilmente l’olio di sesamo, che può essere anche miscelato ad altre sostanze curative.

Ayurveda e l'aiuto per la salute
Nel massaggio ayurvedico viene usato l’olio di sesamo • L’Ayurveda aiuta le persone sane a mantenere la salute, e le persone malate a recuperarla – dal sito www.ChamundaSwamiJi.com

Il massaggio ayurvedico viene effettuato sulla base della costituzione fisica di ciascun soggetto, quindi è un trattamento personalizzato.

Come per altri trattamenti, anche il massaggio tende a riequilibrare eventuali squilibri dei dosha individuali ed ha un generale effetto rilassante. Alcuni altri trattamenti specifici vengono eseguiti invece con l’ausilio di polveri indiane e servono a purificare la pelle ed eliminare le tossine: insomma, veri e propri trattamenti di bellezza degni delle più moderne spa.

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