Medea Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Tue, 23 Apr 2024 07:37:23 +0000 it-IT hourly 1 Giasone e il vello d’oro spiegato bene https://cultura.biografieonline.it/giasone-vello-oro/ https://cultura.biografieonline.it/giasone-vello-oro/#comments Tue, 23 Apr 2024 05:44:04 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=14795 Figlio di Esone, ma dalla madre incerta, Giasone è di Iolco e appartiene alla discendenza di Eolo. A Iolco c’è Pelia, zio di Giasone, che ha usurpato il regno ad Esone e governa al posto suo. Un’altra versione del racconto mitologico “Giasone e il vello d’oro” ritiene invece che questi sia stato investito della “reggenza” fino a quando Giasone non fosse in grado di regnare a tutti gli effetti.

Giasone e il vello d'oro
Giasone e il vello d’oro

La storia di Giasone

Intanto il giovane Giasone cresce sotto la guida del Centauro Chirone, dal quale apprende con passione ed entusiasmo la disciplina medica. Una volta diventato adulto, Giasone torna nel suo paese natio indossando abiti piuttosto bizzarri, con una lancia in mano ed un piede sprovvisto di calzare. Mentre lo zio Pelia è intento ad offrire sacrifici agli Dei nella piazza del paese, Giasone irrompe e lo fa spaventare.

L’uomo era stato avvisato da un oracolo che sarebbero arrivate sventure per conto di un uomo con un piede privo di calzare. Giasone reclama il trono che spetta a suo padre Esone ma Pelia gli dice che sarà disposto a cederglielo soltanto a patto che il nipote gli riporti il magico vello d’oro, la pelle di ariete dorato che re Eeta custodisce nella Colchide.

Il sovrano a sua volta aveva ricevuto il vello d’oro in dono da Frisso. Per riuscire nell’impresa, che si prospetta alquanto ardua, Giasone si avvale dell’aiuto di un gruppo di eroi, gli Argonauti, con i quali parte a bordo della nave Argo. Il gruppo di eroi è formato da: Ila, Eracle, Zete e Calaide, Filottete, Meleagro, Telamone, Polluce e Castore, Orfeo, Peleo, Mopso, Idmone, Eufemo ed Issione. Il re Eeta dice a Giasone di cedergli il vello d’oro a condizione che superi tre difficili prove.

Argonauti
La spedizione degli argonauti (1484 – 1490) • Museo degli Eremitani, Padova • Quadro di Lorenzo Costa (Ferrara, 1460 – Mantova 1535)

Appena apprende l’entità delle prove Giasone si scoraggia parecchio, ma ecco che intervengono le divinità ad aiutarlo. In particolare, Afrodite chiede a suo figlio Eros di fare innamorare di Giasone la figlia del re Eeta, di nome Medea, in modo che questa lo aiuti a portare a termine la sua impresa.

Le tre prove

Ecco quali sono le prove che Giasone deve superare per conquistare il vello d’oro.

Prova I

La prima prova cui Giasone viene sottoposto consiste nell’arare un campo di grano con l’ausilio di due tori che emanano fiamme dalle narici con le unghia di bronzo e nell’aggiogare lo strumento. Medea, innamoratasi di lui per intercessione del dio dell’amore Eros, dà a Giasone una pomata che lo rende impermeabile alle fiamme ardenti lanciate dai terribili animali.

Prova II

La seconda prova consiste nel seminare i denti di un drago all’interno di un campo appena arato. I denti dell’animale avrebbero generato, con i germogli, una vera e propria armata di guerrieri. Ancora una volta l’aiuto di Medea è provvidenziale per il superamento della prova: la donna lancia un sasso in mezzo ai guerrieri che, non sapendo da dove arriva, si scontrano l’uno con l’altro, uccidendosi reciprocamente.

Prova III

La terza prova vede Giasone impegnato ad uccidere il drago messo a custodia del vello d’oro. Medea fornisce all’amato una pozione ricavata da alcune erbe che fa addormentare il drago e dà la possibilità a Giasone di appropriarsi dell’ambito vello.

Giasone - Il drago e il vello d oro
Giasone e la terza prova: uccidere il drago che protegge il vello d oro

Una volta recuperato il vello, Giasone fugge a bordo della nave Argo insieme a Medea, che intanto ha rapito il fratello minore Apsirto. Poiché Eeta si è messo sulle loro tracce, Medea uccide il fratellino e ne getta i resti in mare. Il re si ferma per raccoglierli perdendo così di vista l’imbarcazione che intanto procede nel suo viaggio.

La fine di Giasone

A punire il comportamento di Medea e Giasone interviene però Zeus, che per vendicare l’uccisione del piccolo Apsirto invia violente tempeste sulla rotta della Argo per farle perdere l’orientamento.

La restante vita di Giasone è raccontata come triste e solitaria, poiché innamorandosi di un’altra donna, attira su di sé l’ira e la vendetta di Medea.

L’uomo muore mentre si trova all’interno dell’Argo ormai obsoleta e fatiscente.

L’opera principale che racconta le imprese di Giasone è il poema epico “Le Argonautiche” dello scrittore Apollonio Rodio (risalente al III secolo a. C.).

Il personaggio di Giasone lo si trova anche nell’ottavo cerchio dell’Inferno della “Divina Commedia” di Dante Alighieri, quello in cui si trovano i fraudolenti (Canto VIII).

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Medea nella mitologia greca: riassunto e analisi https://cultura.biografieonline.it/medea-mitologia/ https://cultura.biografieonline.it/medea-mitologia/#comments Wed, 15 Jun 2022 10:52:00 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=33264 Medea è un personaggio della mitologia greca. Uno dei più celebri e allo stesso tempo controversi. Nella narrazione di Medea, infatti, si intrecciano amore e morte, e la passione. Vi sono temi importanti come la follia e l’infanticidio. Ella è una donna che già nel nome conduce “astuzie, scaltrezze” e che da chi la narra viene presentata come una maga dotata di grandi poteri.

Medea
Medea, con i bambini morti, fugge da Corinto su un carro trainato da draghi – Dettaglio del quadro di Germán Hernández Amores (1887)

Discendenza e genitori

Per la mitologia greca Medea è figlia di Eete, re della Colchide, e di Lidia. Apollonio Rodio, nelle Argonautiche, però, la descrive come nipote di Elio, il Sole, e delle maga Circe, da cui, infatti, eredita i suoi poteri magici.

Diodoro Siculo spiega invece così la linea di discendenza che porta alla sua nascita; il Sole, Elio, ha due figli: Perse e Eeta. Da Perse nasce Ecate, potentissima maga, dea dell’Oltretomba e delle notti di Luna piena. Ecate uccide Perse e si congiunge con lo zio Eeta. Da questa unione nascono Medea e Egiale.

Il mito: l’amore per Giasone

Il mito di Medea lo ritroviamo nella vicenda di Giasone e degli Argonauti. Giasone è alla ricerca del vello d’oro e nella missione esprime le sue grandi capacità, custodito da un drago per conto di Eeta. Medea si innamora di Giasone al punto da uccidere il fratello Egiale. Di lui sparge i resti dopo essersi imbarcata sulla nave degli Argonauti con il suo innamorato.

Giasone porta il vello d’oro conquistato a Jolco, ma lo zio Pelia, nonostante quanto promesso, non gli cede il trono. Medea a questo punto adopera i suoi poteri magici per aiutare Giasone.

L’inganno a Pelia e le nozze a Corinto

Medea inganna le figlie di Pelia porgendo loro un “pharmakon” che, dice loro, avrebbe ringiovanito il vecchio genitore. Per dimostrare il prodigio riporta un caprone ad agnello, dopo averlo sminuzzato e bollito con le sue erbe magiche. Invita la figlie di Pelia a fare lo stesso col padre per evitarsi la vecchiaia e la morte.

Le donne cadono nella trappola ordita e uccidono il padre. Acasto, figlio di Pelia, seppellisce i resti del padre e bandisce Medea e Giasone da Jolco. I due si rifugiano a Corinto, dove si sposano. Qui la coppia ha due figli e conduce una vita serena fino a quando Creonte, re di Corinto, non propone a Giasone di sposare sua figlia.

Medea per i greci: la tragedia di Euripide

La parte finale della storia è narrata dal drammaturgo greco antico Euripide nell’omonima tragedia. Euripide inizia a raccontare Medea a dieci anni dall’arrivo della maga con Giasone a Corinto. Dopo dieci anni – narra Euripide – Creonte, re della città, propone sua figlia Glauce come sposa a Giasone. Quest’ultimo, una volta sposo di Glauce, diventerebbe automaticamente l’erede al trono di Corinto.

Con queste ragioni Giasone cerca la comprensione di Medea. Ella risponde disperata e presto viene esiliata da Creonte per scongiurare la sua vendetta in seguito alla sottrazione e al tradimento dei suo amato.

Giasone si sottrae alla comprensione del dolore di Medea. La maga lo chiama a ricordarsi quanto lei abbia fatto per lui nelle precedenti vicende. Egli, però, risponde con indifferenza e ingratitudine. La maga si prepara ad ordire una nuova vendetta, questa volta, inaspettatamente, ai danni del suo amato sposo, ormai traditore; chiede a Creonte un solo giorno prima di lasciare Corinto. Lo ottiene.

La vendetta di Medea su Giasone in Euripide

Giasone non ha considerato l’idea di rifiutare l’offerta di Creonte né ha abbracciato la disperazione della maga. Ella decide così di ordire la sua vendetta. In quel giorno in più concesso da Creonte prima dell’esilio, si finge comprensiva e rassegnata e manda un dono di nozze a Giasone e Glauce.

Il regalo è una veste finissima e una corona d’oro per la sposa. Glauce indossa entrambi i capi che, però, sono intrisi di veleno: presto muore fra fiamme e dolori strazianti.

Anche il padre Creonte resta vittima di questa vendetta. Corso in aiuto della figlia, tocca il mantello e muore anch’egli in maniera atroce e dolorosa.

Dopo Glauce e Creonte tocca a Giasone

Il colpo più feroce, però, è il terzo, quello a Giasone. Qui il mito, sbarcato nella letteratura greca, supera se stesso per crudeltà.

Medea vuole essere certa che Giasone soffra e, al contempo, non abbia discendenti. La sete di vendetta vince l’istinto materno. Ella, accecata di rabbia, dopo averli stretti per un’ultima volta, uccide i suoi stessi figli, Mermero e Fere.

In Diodoro Siculo – piccola differenza – i figli di Medea e Giasone sono, invece, tre: i gemelli Tessale e Alcimene e Tisandro.

Ultimo atto: Atene e ritorno nella Colchide

Medea, macchiatasi del peggiore dei delitti, fugge ad Atene. Intraprende il viaggio a bordo del carro del Sole, trainato dai draghi alati. Ad Atene, sposa il re Egeo. Da Egeo ha Medo. Egeo però non sa che Medo non è il suo primogenito: ha concepito Teseo con Etra.

Al momento della decisione dell’eredità del suo trono, giunge ad Atene proprio Teseo. Medea ordisce subito un piano malefico e suggerisce a Egeo di uccidere lo sconosciuto. All’ultimo istante Egeo riconosce Teseo come suo figlio.

Medea è costretta a fuggire. Torna nella Colchide e si riappacifica con il padre Eete.

Medea offre una coppa avvelenata a Teseo, figlio del re Egeo (opera di William Russell Flint del 1910)
Medea offre una coppa avvelenata a Teseo, figlio del re Egeo (opera di William Russell Flint del 1910)

Medea per i romani: tre opere di Ovidio

Sono tre le opere in cui il poeta romano Ovidio narra di questo mito:

  • Eroidi
  • Metamorfosi
  • Medea

La prima è Le heroides, un’opera che raccoglie la supplica di Medea al marito. Il racconto si interrompe prima del compimento della tragedia, il lettore lo ricostruirà attraverso delle lettere.

La seconda allocazione di Ovidio avviene nelle sue Metamorfosi. All’inizio dell’opera Medea è una vera protagonista, poi via via appare e scompare come per magia. Nella prima parte incarna il tormento: è combattuta tra il padre e Giasone. Anche Ovidio riprende l’episodio del carro, ma lo utilizza nella parte centrale della narrazione e, in particolare, come espediente per far perdere a Medea le sue qualità umane. La metamorfosi procede fino al finale quando Medea è una strega vera e non soffre dell’infanticidio commesso.

La terza opera, infine, è la tragedia Medeache però non conosciamo perché è andata perduta.

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