Macbeth Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Tue, 07 Dec 2021 15:34:47 +0000 it-IT hourly 1 Macbeth, opera di Giuseppe Verdi. Storia e trama. https://cultura.biografieonline.it/macbeth-giuseppe-verdi/ https://cultura.biografieonline.it/macbeth-giuseppe-verdi/#comments Tue, 07 Dec 2021 14:33:55 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=7080 Il Macbeth verdiano è un dramma lirico che si compone di quattro atti. Il libretto è di Francesco Maria Piave. La prima rappresentazione andò in scena il giorno 14 marzo 1847 presso il Teatro la Pergola di Firenze. Macbeth è uno tra i più noti drammi scritti da William Shakespeare; è inoltre la sua tragedia più breve. Nel corso dei secoli essa è stata frequentemente riadattata e rappresentata. La versione operistica di Giuseppe Verdi – la sua decima – viene qui riassunta e analizzata.

La prolusione è curata e redatta dal Maestro Pietro Busolini.

Macbeth, di Giuseppe Verdi
L’opera di Verdi andò in scena la prima volta il 14 marzo 1847

La genesi di Macbeth, fu lunga e difficile per Francesco Maria Piave e per Giuseppe Verdi. Il dramma psicologico Shakespeariano ha inciso non poco sull’armonia e sul contrappunto di Verdi, due versioni, quella originaria che debuttò Firenze nel teatro la Pergola, e quella definitiva di Parigi rappresentata al Théàtre Lyrique il 21 aprile 1865, lavoro dell’operazione revisionistica dal Maestro dopo il 1860, cioè dopo gli anni giovanili.

Trama del Macbeth

Atto primo

Scena prima

Nella foresta, “Preludio”. Alcune streghe, riunite per festeggiare le malvagità commesse, incontrano Macbeth e Banco, due generali dell’esercito scozzese di re Duncan. Le streghe salutano in Macbeth il futuro re di Scozia: il giovane soldato è turbato dalla profezia. Arrivano dei messaggeri annunciando a Macbeth che il re Duncan lo ha nominato signore di Cawdor.

Scena seconda

Castello di Macbeth. Lady Macbeth sta leggendo una lettera del marito che le narra del suo incontro con le streghe e delle loro profezie: “Nel dì della vittoria”. Ella decide di infondergli il coraggio per uccidere Duncan: “Vieni! T’affretta!”. Egli così accederà al trono. Un servo annuncia che il re passerà la notte nel castello: “Al cader della sera…”. In una cabaletta: “Or tutti sorgete”, la donna invoca l’aiuto dei signori delle tenebre. Giunge Macbeth: la moglie lo sprona a compiere il tentativo quella notte stessa. Entra il re, scortato da Banco, Malcolm e Macduff.

Ricevuto il benvenuto dei padroni di casa, viene condotto alle proprie stanze. Dopo molti tentennamenti, Macbeth entra nella stanza in cui dorme il sovrano e lo uccide. In preda al panico, esce dalla stanza e descrive alla moglie l’orribile scena: “Fatal mia donna!”. Ella esorta il marito a riportare il pugnale dal re per accusare del delitto gli stallieri. Ma l’uomo è troppo terrorizzato. Ella afferra allora il pugnale ed entra nella stanza di Duncan. Bussano alla porta: mentre la coppia si ritira, entrano Banco e Macduff che hanno l’ordine di svegliare il re: “Di destarlo per tempo”. Scoperto l’assassinio, i due danno l’allarme al castello. Tutti i personaggi riuniti nel salone invocano la punizione divina per l’uccisore: “Schiudi, inferno, la bocca”.

Macbeth: una scena
Scena tratta da una rappresentazione operistica

Atto secondo

Scena prima

Stessa scena. Una camera del castello. Lady Macbeth rimprovera il marito, ora re, di evitarla, “Perché mi sfuggi”. Lui non riesce a dimenticare le streghe e decide, incoraggiato dalla moglie, di far assassinare Banco e suo figlio Fleance, possibili futuri avversar!. Rimasta sola, Lady Macbeth esulta alla prospettiva di togliere ogni ostacolo al trono: “La luce langue”.

Scena seconda

Nel parco del castello. I sicari ingaggiati da Macbeth sono in attesa di Banco e di suo figlio, che arrivano per recarsi ad un banchetto che si terrà nel castello. Mentre Banco viene attaccato e ucciso: “Come dal ciel precipita”, Fleance riesce a fuggire.

Scena terza

La sala dei banchetti del castello. Entrano i coniugi, salutati dagli invitati. Lady Macbeth propone un cordiale brindisi: “Si colmi il calice”, al quale si uniscono tutti. Arriva intanto uno dei sicari che riferisce a Macbeth della morte di Banco e della la fuga di Fleance. Il re si volta per sedersi e trova la poltrona occupata dal fantasma di Banco che nessun altro vede all’infuori di lui: egli è sopraffatto dal terrore. Riavutosi, decide di consultare le streghe per sapere di più sul suo futuro.

Atto terzo

La spelonca della delle streghe. Le streghe stanno eseguendo uno dei loro macabri riti [13] (Tre volte miagola). Entra Macbeth ed interroga le streghe. Esse invocano i signori delle tenebre per far conoscere al re il proprio destino. La prima profezia lo avverte di fare attenzione a Macduff, poi un fanciullo profetizza che Macbeth sarà invincibile fino a quando la foresta di Birnam non si muoverà contro di lui. Sviene. Le streghe convocano gli spiriti dell’aria per farlo riprendere.

Atto quarto

Scena prima

Al confine tra Scozia e Inghilterra. Un gruppo di profughi scozzesi piange la patria, schiacciata e commossi essi vogliono una morte cruente per Macbeth “Patria oppressa”. Del gruppo fa parte anche Macduff, straziato dalla notizia che moglie e figli sono stati massacrati: “O figli”, “Ah! La paterna mano”. Arriva l’esercito inglese di Malcolm. L’erede al trono di Scozia sprona gli esuli a unirsi a lui, e ordina ad ognuno di tagliare un ramo d’albero dalla foresta di Birnam per cogliere il nemico di sorpresa.

Scena seconda

Nella sala del castello di Macbeth. Un medico e una dama del seguito di Lady Macbeth attendono la regina che è stata vista aggirarsi di notte in stato di sonnambulismo: “Vegliammo invan due notti”. Lady Macbeth appare con in mano una candela. Ossessionata dall’assassinio di Duncan ella cerca invano di ripulirsi dal sangue che immagina di vedersi sulle mani: “Una macchia”.

Scena terza

In una stanza del castello. Macbeth medita sulla battaglia che dovrà sostenere contro Malcolm, Macduff ed i loro alleati: “Perfidi”. Piange ciò che ha perso per cieca ambizione:”Pietà, rispetto, amore”. Il soliloquio è interrotto dalla dama del seguito che viene a comunicargli la morte di Lady Macbeth, ma egli ha in testa più urgenti problemi: alcuni soldati riferiscono che la foresta di Birnam si sta muovendo. Macbeth allora comprende il significato della profezia delle streghe e si prepara alla lotta finale.

Scena quarta

In una pianura circondata da foreste e colline. Le truppe di Malcolm avanzano finché non arriva l’ordine di deporre i rami serviti da schermo. Nello scontro che segue Macbeth viene messo alle strette da Macduff. Ormai perduto, Macbeth viene ucciso da quest’ultimo in duello. Ritorna Malcolm, che dichiara vittoria sulle forze di Macbeth: “Vittoria!”

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Analisi musicale del Macbeth di Giuseppe Verdi https://cultura.biografieonline.it/analisi-musicale-del-macbeth-di-giuseppe-verdi/ https://cultura.biografieonline.it/analisi-musicale-del-macbeth-di-giuseppe-verdi/#comments Mon, 06 May 2013 02:42:08 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=7106 Macbeth, opera lirica di Giuseppe Verdi, dopo l’iniziale successo andato in scena il 14 marzo 1847 al Teatro della Pergola di Firenze, l’opera di Giuseppe Verdi cadde nell’oblio. In Italia fu riesumata con strepitoso successo al Teatro alla Scala il 7 dicembre 1952, con Maria Callas nel panni della protagonista femminile, Lady Macbeth. Da allora l’opera è entrata stabilmente in repertorio.

L’analisi musicale che segue è stata redatta dal Maestro Pietro Busolini.

Macbeth
Macbeth

Analisi musicale

Si tratta di una tragedia fosca, cruenta, in cui domina il male e in cui i personaggi sono complessi ed ambigui. Lady Macbeth, è l’impersonificazione del male e dell’ambizione e della sete di potere: è lei a convincere il marito, spesso indeciso, a commettere il regicidio nel ll atto.

Macbeth presenta una certa ambiguità: la sete di potere lo induce al delitto, ma ne prova anche rimorso pur essendo incapace di pentimento. Il soprannaturale è presente con apparizioni di spettri, fantasmi, che rappresentano le colpe e le angosce dell’animo umano.

Nella follia sanguinaria Macbeth trova conforto attraverso il contatto con il soprannaturale e, all’inizio del IV atto, egli si reca nuovamente dalle streghe per conoscere il proprio destino. Il responso è solo in apparenza rassicurante, in realtà è molto enigmatico, eppure Macbeth vi si appiglia con convinzione ed affronta i nemici nel V atto fino al momento in cui scopre il vero significato di quelle oscure profezie.

Il tema del potere è sviluppato anche da altri personaggi, come il giovane figlio di Duncan che finge di essere indegno del titolo di re ed allora il nobile scozzese gli spiega quale sia la vera essenza del potere e quale differenza intercorra tra il regno, anche quello di una persona ambiziosa e corrotta, e la tirannide. Interessante poi è la riflessione esistenziale – atto V, scena V – con una famosa definizione della vita umana, dominata da precarietà ed incertezza, temi dominanti del barocco, il tempo in cui il celeberrimo Shakespeare visse.

Egli scrisse: “La vita non è che un’ombra che cammina; un povero commediante che si pavoneggia e si agita sulla scena del mondo, per la sua ora, e poi non se ne parla più; una favola raccontata da un idiota, piena di rumore e furore, che non significa nulla“.

Il Macbeth non ebbe il successo auspicato, non avendo superato la dozzina di repliche. La rinascita di Verdi la si deve ed un gruppo di musicisti Inglesi e Tedeschi, che diede una nuova lettura ai suoi lavori nei primi anni del Novecento, recuperando il melodramma del Verdi, e dandone una valenza in chiave drammaturgica, dandone così giusta giustizia al Cigno di Roncole.

Fu così che Macbeth, una partitura poco udita nei Teatri d’Europa, venne rappresentata a Berlino, Zurigo, Dresda, Vienna Glyndebourne, Liegi e Parigi ed infine al Festival di Salisburgo. In Italia invece la rinascita verdiana fu lenta, coincise infatti con l’edizione del 1951 al Maggio Musicale Fiorentino, e definitivamente con l’edizione del 1952 al Teatro alla Scala di Milano con la direzione di Victor de Sabata e Maria Callas nel ruolo di Lady Macbeth.

Sicuramente Macbeth, segna una svolta nel quadro del melodramma italiano, sebben che il Donizetti fu il più innovativo, ma non la completò in maniera significativa e totale, quello che avvenne dopo con il Verdi, ossia quella novità musicale drammaturgica che né decretò la sua grandezza. Verdi amava Shakespeare e lo si comprese dal fatto che per quest’opera scrisse una sceneggiatura dettagliata a dimostrazione che egli possedeva una completa cognizione letteraria e progettuale, conosceva profondamente il suo complesso lavoro, alla stregua di Wagner impegnato alla stesura del suo Lohengrin.

Parole d’ordine: “Brevità e solennità” raccomandò Verdi a Piave, inviandogli gli appunti della sceneggiatura perché in Macbeth non c’è tempo per rallentare il ritmo. Siamo in pieno svolgimento di un crimine, compiuto da una efferata coppia di potenti con implicazioni psicanalitiche, regressioni, complessi di colpa.

Quello di Macbeth e di Lady Macbeth è il dramma di due solitudini che non si incontrano. Si vivono i drammi in un’atmosfera cupa e tenebrosa in cui il colore è il rosso del sangue e per Lady Macbeth la solitudine affonda nel vuoto della follia, per Macbeth nel vuoto di un annientamento progressivo e delirante.

Nell’opera c’è anche lo spazio per la dimensione corale, con la partecipazione del popolo che assiste al dramma della prepotenza dei potenti di cui subisce le sue angherie. Il famoso canto “Patria oppressa” all’inizio del IV atto, è la grande scena corale sul tema della libertà degli “oppressi” che Verdi, negli anni del Risorgimento, volle inserire nell’opera, quasi a simbolo del Risorgimento come lo furono anche il “Va pensiero” di “Nabucco” e “Oh Signore dal tetto natio” dei “Lombardi alla prima crociata”.

In seguito, questi canti assunsero un significato diverso dal dolore per la patria perduta. Nella versione del 1865, così lontana dai temi e dagli anni del Risorgimento, la dimensione corale del ’47 è sostituita da una nuova versione dal tessuto armonico e melodico rarefatto, anticipatrice del futuro Requiem e da interpretare in senso più generale di “sofferenza umana universale” qual’era infatti il linguaggio consono alle ultime creazioni verdiane.

Macbeth è una delle rare opere nel XIX secolo in cui non figura il dramma d’amore ma un dramma della coscienza e della psicologia del potere ed è peculiare anche per la mancata presenza del ruolo tenorile sostituito per la parte protagonista dal timbro baritonale. Mentre la vocalità di Lady Macbeth al suo fianco è di soprano drammatico di agilità, a espressione della passione della donna e del desiderio di potenza che si spinge fino al delitto come nell’aria: “Accetta il dono, ascendivi a regnar, ascendivi a regnar“. A questa passione malvagia fanno da riscontro il buio, la notte, l’ombra che a loro volta richiamano gli abissi inesplorati dell’inconscio della Regina.

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