Lincoln Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Wed, 03 Feb 2021 12:59:17 +0000 it-IT hourly 1 Monte Rushmore: celebre monumento nazionale americano https://cultura.biografieonline.it/monte-rushmore/ https://cultura.biografieonline.it/monte-rushmore/#respond Fri, 01 Mar 2019 08:56:19 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=26058 Il Monumento nazionale del Monte Rushmore è uno dei simboli degli Stati Uniti d’America nell’immaginario collettivo. Situato nelle Black Hills, in Dakota del Sud, nel Midwest, questo memoriale dalle dimensioni gigantesche è il lascito dello scultore Gutzon Borglum.

Monte Rushmore - Monumento - Mount Rushmore National Memorial
Mount Rushmore National Memorial (Monumento nazionale del Monte Rushmore) – Il complesso scultoreo rappresenta i volti di 4 celebri presidenti degli Stati Uniti d’America

Lo scultore, di origini danesi, formatosi fra Parigi e New York, insieme a Luigi Del Bianco, maestro carpentiere di origini italiana, naturalizzato americano, diede vita al progetto nel 1927.

Monumento nazionale del Monte Rushmore: i numeri

Impiegò oltre 400 operai e rimosse 450mila tonnellate di granito dalla montagna, il 90 per cento attraverso esplosioni dinamitarde. Il progetto iniziale, che non si limitava a quanto oggi possiamo ammirare, subì una prima frenata nel 1939 quando il Congresso disse no a quanto lo scultore avrebbe voluto aggiungere ai quattro volti.

Due anni dopo si arrestò del tutto con la morte prematura di Borglum. L’opera, seppur non adempiendo al cento per cento al progetto primario, fu portata a termine dal figlio, Abraham Borglum.

Chi sono i quattro Presidenti

La prima scelta che spettò a Borglum fu quella relativa ai Presidenti da rappresentare nella sua gigantesca scultura sulla roccia.

George Washington

Scelse senza dubbio George Washington, uno dei padri fondatori degli Stati Uniti oltre che il 1° presidente in carica fra il 1789 e il 1797. E’ il primo a sinistra.

Thomas Jefferson

Gli affiancò Thomas Jefferson, 2° presidente (1801 – 1809) a cui la nazione deve più di tutto la Dichiarazione di indipendenza firmata al termine dell’omonima guerra che fra il 1775 e il 1783 liberò 13 colonie nordamericane dalla bandiera del Regno di Gran Bretagna.

Abraham Lincoln

La terza scelta cadde su Abraham Lincoln, 16° presidente in carica fra il 1861 e il 1865. A Lincoln la storia americana riconosce la capacità di aver tenuto unito il paese durante la sanguinosa Guerra civile americana. Nel monumento del Monte Rushmore compare come ultimo a destra.

Theodore Roosevelt

Il quarto volto scolpito, infine, fu quello di Theodore Roosevelt, 26° presidente. Fu alla Casa Bianca dal 1901 al 1909 e conquistò un posto speciale nella storia a stelle e strisce per il ruolo di mediatore nella guerra fra Russi e Giapponesi che gli valse il Premio Nobel per la pace nel 1906.

Roosevelt, infine, si contese il posto sul monumento con un altro presidente molto ben voluto dagli statunitensi: Woodrow Wilson. Wilson fu il 28° presidente e fu in carica dal 1913 al 1921. Ebbe un ruolo chiave nei trattati di pace al termine della Prima Guerra Mondiale. Per questo ricevette il Premio Nobel per la pace nel 1919.

La Hall of records del Monte Rushmore

Il progetto di Borglum era più ampio di quanto oggi vediamo. Intanto, lo scultore aveva inizialmente pensato e progettato di scolpire i quattro presidenti a mezzo busto e non solo le loro teste.

Lo scultore Gutzon Borglum (25 marzo 1867 – 6 marzo 1941): il suo progetto del Monte Rushmore prevedeva figure a mezzo busto
Lo scultore Gutzon Borglum (25 marzo 1867 – 6 marzo 1941): il suo progetto del Monte Rushmore prevedeva figure a mezzo busto

In più, nell’idea di Borglum c’era una grande area situata dietro la testa di Lincoln in cui conservare i più importanti registri della politica americana, la Hall of records. Sarebbe stata una sorta di capsula del tempo e sarebbe apparsa come una grande camera segreta.

Come detto, nel 1939 il Congresso non autorizzò lavori ulteriori e aggiuntivi alla scultura dei presidenti e due anni dopo Borglum morì.

La Hall of records rimase incompiuta e ferma ai primissimi lavori di scavo.
Il 9 agosto del 1998 fu ultimato un deposito di documenti nel pavimento dell’entrata della sala. In una scatola di legno fu posto un ulteriore contenitore in titanio coperto da una pietra tombale con le parole di Burglum:

“… mettiamo là, scolpiti in alto, il più vicino possibile al Paradiso, le parole dei nostri leader, i loro volti, per mostrare ai posteri che tipo di uomini fossero. Sospira allora una preghiera affinché questi registri dureranno fin quando soltanto il sole e il vento li porteranno via”.

Con la pietra tombale, nell’area scavata nella roccia, si trovano anche sedici pannelli. In questi sono riportati il racconto del progetto del Monumento del Monte Rushmore, le informazioni sui suoi scultori, sui presidenti raffigurati e una breve storia degli Stati Uniti. Un lascito al mondo senza tempo, seppur inaccessibile ai visitatori.

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Guerra di secessione americana: riassunto e sintesi https://cultura.biografieonline.it/guerra-di-secessione-americana/ https://cultura.biografieonline.it/guerra-di-secessione-americana/#comments Mon, 04 Feb 2019 12:57:09 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=25945 Per dimensioni, perdite e investimenti, la Guerra di secessione americana si profila come il primo grande conflitto dell’età contemporanea. Fu la prima vera guerra di matrice industriale. Nel conflitto, dal 1861 al 1864, infatti, Nordisti e Sudisti impiegarono treni, telegrafo, navi a vapore, armi prodotte in serie. E si servirono di fabbriche civili, miniere, cantieri navali, banche e grandi trasporti.

Guerra di secessione americana

Guerra di secessione americana: Nord contro Sud

Due schieramenti, due ragioni di conflitto

La guerra di secessione americana mette in conflitto fra loro due volti dell’America di allora. Da una parte, il Nord fortemente industrializzato e in crescita. Un territorio che allora contava circa 22milioni di abitanti e rispondeva, politicamente, alla corrente repubblicana del due volte presidente Abraham Lincoln (nel 1860 e nel 1864).

L’economia del Sud, al contrario, era incentrata sulle piantagioni di cotone e tabacco, per lo più. Settore produttivo in cui grandi proprietari terrieri impiegavano circa 3milioni di schiavi neri, a fronte di un totale di 5milioni di abitanti su tutta l’area.

Differente, a tal proposito, la posizione di Nord e Sud rispetto al grande tema, politicamente parlando, della guerra di secessione americana: lo schiavismo. I Nordisti, che perseveravano l’Unione (in inglese “Union”) e indicavano gli Stati Uniti d’America come il Governo federale di Lincoln, infatti, sostenevano l’abolizione della schiavitù.

I Sudisti, i cui 13 stati erano confluiti nella Confederazione d’America, con Jefferson Davis riconosciuto come presidente, invece, sostenevano la schiavitù, visti i grandi interessi legati a questa sul territorio.

La linea storica del conflitto: battaglie e date

La data di inizio del conflitto fu il 12 aprile 1861. In questo giorno la Confederazione d’America sferra l’attacco di Fort Sumter.
Nella prima metà del conflitto i Sudisti ebbero un netto vantaggio, sia per una più forte esperienza bellica sia per una più valida tradizione militare.

Vivevano a Sud la maggior parte dei veterani della guerra del 1812, di quella di indipendenza del Texas e di quella contro il Messico. In generale al Sud erano più diffusi l’uso delle armi e dei cavalli per gli spostamenti.

Tuttavia, presto, differenza numerica e di risorse belliche fanno prevalere le forze del Nord su quelle del Sud nei principali scontri dei successivi tre anni di conflitto. L’Unione ha la meglio sulla Confederazione nell’assedio di Vicksburg, sul teatro occidentale del conflitto, fra il maggio e il luglio del 1863.

Vince l’Unione anche sul teatro orientale. In particolare, nel luglio del 1863 nella battaglia di Gettysburg, in Pennsylvania, e nell’assedio di Petersburg, in Virginia, fra il giugno del 1864 e il marzo del 1865.

Discorso di Gettysburg - Lincoln
19 novembre 1863: Lincoln durante uno dei suoi più celebri interventi pubblici: il Discorso di Gettysburg

L’epilogo è vicino: il 9 aprile del 1865 ad Appomattox, in Virginia, il generale Robert Lee, alla guida dei Confederati, sigla la resa del Sud al generale Ulysses S. Grant.

Chi combatte e chi soccombe: i numeri del conflitto

La conta delle forze armate vide l’Unione in netta superiorità sin dall’inizio. Un numero che crebbe sempre fino a triplicare quello dei Sudisti in battaglia alla fine della guerra di secessione. Nel 1861, in particolare, ai 186mila Nordisti rispondevano 150mila Sudisti. Nel 1865, invece, un milione di Unionisti si scontravano con solo 385mila Confederati.

Sul piatto, con le migliaia di schiavi arruolatisi in cambio di una promessa di libertà, pendeva anche la percentuale dei disertori: 35 per cento per l’Unione, 50 per la Confederazione.

In generale, la Guerra di secessione americana si profila come il conflitto più sanguinoso di tutte le guerre combattute dagli Stati Uniti messe insieme. Supera, infatti, il milione il numero delle vittime, di cui 620mila i soldati morti nelle cariche e oltre 50mila i civili.

Ancora, sono 56mila i soldati che passarono per i campi di prigionia e oltre 60mila quelli che subirono mutilazioni.

La fine del conflitto: vincitori e vinti

Il Sud uscì dal conflitto totalmente sconfitto, dal punto di vista bellico, politico e, non ultimo, economico. I 13 Stati della Confederazione, infatti, si preparavano a vivere una stagione di grande recessione con il reddito pro capite a meno 40 percento. Anche lo schiavismo degenerò in segregazione razziale e grave emarginazione sociale.

Al Nord del Paese, invece, gli americani vissero un capitolo di grande crescita dal punto di vista economica. La politica subì una forte scossa quando Abraham Lincoln, rieletto alla presidenza e sostenuto da repubblicani e democratici, stati di confine, schiavi emancipati e potenze oltreoceano, fu assassinato da un fanatico sudista il 14 aprile del 1865.

Abraham Lincoln
Foto di Abraham Lincoln

Il grande tema della guerra di secessione americana: lo schiavismo

Il 1° gennaio del 1863 Abraham Lincoln promulga il “Proclama di emancipazione”. Il documento mette nero su bianco due ordini esecutivi.

  • Il primo decreta la liberazione di tutti gli schiavi dagli stati confederati a partire da quel momento.
  • Il secondo elenca i 10 Stati nei quali il proclama avrebbe avuto effetto.

Si stima che il Proclama abbia condotto alla la libertà circa 4milioni di persone, fino al luglio 1865.

La schiavitù o altra forma di costrizione personale non potranno essere ammesse negli Stati Uniti, o in luogo alcuno soggetto alla loro giurisdizione, se non come punizione di un reato per il quale l’imputato sia stato dichiarato colpevole con la dovuta procedura.

Dal XIII emendamento della Costituzione degli Stati Uniti d’America

Lo schiavismo diventa finalmente fuorilegge con il tredicesimo emendamento, pubblicato il 18 dicembre del 1865. Il XIII, il XIV, per i diritti degli ex schiavi, e il XV, per il diritto di voto ai nuovi cittadini, sono noti come emendamenti della ricostruzione.

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Il Discorso di Gettysburg https://cultura.biografieonline.it/discorso-gettysburg/ https://cultura.biografieonline.it/discorso-gettysburg/#comments Fri, 15 Aug 2014 06:41:14 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=11798 Era il 19 novembre 1863, un giovedì, quando nel corso del pomeriggio Abraham Lincoln – 16° Presidente degli Stati Uniti d’America – pronunciò uno dei più celebri e famosi discorsi della storia: il Discorso di Gettysburg.

Lincoln ritratto in un disegno mentre pronuncia il Discorso di Gettysburg
19 novembre 1863: Lincoln pronuncia il celebre Discorso di Gettysburg, che rappresenta un momento fondamentale per la storia degli Stati Uniti d’America

Il contesto storico

Il contesto storico è quello della guerra di secessione americana; il luogo, Gettysburg, nella Contea di Adams, in Pennsylvania, è lo stesso della celebre battaglia che porta il nome della città: la battaglia di Gettysburg si svolse nei giorni dal 1° al 3 luglio 1863 (quattro mesi prima del Discorso di Gettysburg) ed è storicamente considerata una delle battaglie più importanti della guerra di secessione americana; la battaglia si concluse con una vittoria schiacciante delle forze dell’Unione dell’Armata del Potomac, che arrestarono l’offensiva dell’esercito confederato dell’Armata della Virginia Settentrionale, in Pennsylvania.

Il Presidente Lincoln, il 19 novembre 1863, pronunciò il Discorso in occasione della cerimonia di inaugurazione del cimitero militare di Gettysburg, 4 mesi e mezzo dopo la storica battaglia.

Il testo in italiano del Discorso di Gettysburg

Or sono sedici lustri e sette anni che i nostri avi costruirono su questo continente una nuova nazione, concepita nella Libertà e votata al principio che tutti gli uomini sono creati uguali. Adesso noi siamo impegnati in una grande guerra civile, la quale proverà se quella nazione, o ogni altra nazione, così concepita e così votata, possa a lungo perdurare.

Noi ci siamo raccolti su di un gran campo di battaglia di quella guerra. Noi siamo venuti a destinare una parte di quel campo a luogo di ultimo riposo per coloro che qui dettero la loro vita, perché quella nazione potesse vivere. È del tutto giusto e appropriato che noi compiamo quest’atto. Ma, in un senso più ampio, noi non possiamo inaugurare, non possiamo consacrare, non possiamo santificare questo suolo.

I coraggiosi uomini, vivi e morti, che qui combatterono, lo hanno consacrato, ben al di là del nostro piccolo potere di aggiungere o portar via alcunché. Il mondo noterà appena, né a lungo ricorderà ciò che qui diciamo, ma mai potrà dimenticare ciò che essi qui fecero. Sta a noi viventi, piuttosto, il votarci qui al lavoro incompiuto, finora così nobilmente portato avanti da coloro che qui combatterono.

Sta piuttosto a noi il votarci qui al grande compito che ci è dinnanzi: che da questi morti onorati ci venga un’accresciuta devozione a quella causa per la quale essi diedero, della devozione, l’ultima piena misura; che noi qui solennemente si prometta che questi morti non sono morti invano (per nulla); che questa nazione, guidata da Dio, abbia una rinascita di libertà; e che l’idea di un governo del popolo, dal popolo, per il popolo, non abbia a perire dalla terra.

Nota: questo testo in italiano, tradotto dall’originale, è il testo riconosciuto dalla Library of Congress (Biblioteca del Congresso) di Washington.

Quello che segue è invece il testo originale del Discorso.

The Gettysburg Address

Four score and seven years ago our fathers brought forth on this continent a new nation, conceived (started, made) in liberty, and dedicated to the proposition that all men are created equal.

Now we are engaged in a great civil war, testing whether that nation, or any nation, so conceived and so dedicated, can long endure.

We are met on a great battle-field of that war. We have come to dedicate a portion of that field, as a final resting place for those who here gave their lives that nation might live. It is altogether fitting and proper that we should do this. But, in a larger sense, we can not dedicate…we can not consecrate…we can not hallow this ground.

The brave men, living and dead, who struggled here, have consecrated it, far above our poor power to add or detract (take away). The world will little note, nor long remember what we say here, but it can never forget what they did here. It is for us the living, rather, to be dedicated here to the unfinished work which they who fought here have thus far so nobly advanced.

It is rather for us to be here dedicated to the great task remaining before us — that from these honored dead we take increased devotion to that cause for which they gave the last full measure of devotion — that we here highly resolve (decide) that these dead shall not have died in vain (for nothing) — that this nation, under God, shall have a new birth of freedom—and that government of the people, by the people, for the people, shall not perish from the earth.

L’importanza del Discorso di Gettysburg

Nel discorso, Lincoln rivolge i suoi pensieri allo sforzo della nazione nella guerra civile, ma con l’ideale che a Gettysburg nessun soldato, dell’Unione o della Confederazione, del nord o del sud, fosse morto invano.

Foto di Abraham Lincoln
Abraham Lincoln

Riprendendo le parole e i concetti supremi sanciti nella Dichiarazione di Indipendenza, Lincoln sottolinea come gli esseri umani siano uguali. Ricorda come la guerra civile sia stata una lotta non solo per l’Unione, ma soprattutto di come rappresenti “la rinascita della libertà” che avrebbe reso tutti davvero uguali all’interno di un’unica nazione, finalmente unita.

Il discorso inizia con il famoso “Ottantasette anni fa“, riferendosi alla Rivoluzione Americana nel 1776. La cerimonia di Gettysburg è un’occasione per Lincoln per incoraggiare gli uomini ad aiutare la democrazia americana, in modo che il “governo del popolo, dal popolo, per il popolo, non sia distrutto dalla terra“.

Sebbene il Discorso di Gettysburg sia uno dei più importanti della storia degli Stati Uniti e uno dei più celebri discorsi presenti nei libri di storia, non si è comunque certi delle esatte parole pronunciate da Abramo Lincoln il 19 novembre 1863, in quanto esistono ben cinque manoscritti che lo riportano, ed essi si differenziano l’uno dall’altro, anche se solo per pochi dettagli. Di fatto il Discorso di Gettysburg rappresenta un momento fondamentale nel processo di costruzione della futura nazione americana.

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Il Proclama di emancipazione di Lincoln https://cultura.biografieonline.it/il-proclama-di-emancipazione-di-lincoln/ https://cultura.biografieonline.it/il-proclama-di-emancipazione-di-lincoln/#comments Tue, 19 Jun 2012 19:18:26 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=2480 Proclama è un termine derivante dal latino proclama, cioè gridare avanti, annunciare. Si tratta quindi di un annuncio solenne riguardante un provvedimento di particolare importanza, emanato da un’autorità e rivolto al popolo. Questo concetto si rifà all’usanza antica di dare annuncio di notizie gridandole nelle vie, piazze o luoghi di ritrovo, per permettere alla maggior parte della popolazione di venirne a conoscenza.

Proclama di emancipazione Lincoln
Lincoln mentre discute con il suo Gabinetto il primo abbozzo del Proclama di Emancipazione – Dipinto a olio di Francis Bicknell Carpenter

Proclama di notevole importanza è quello emanato da Abraham Lincoln, sedicesimo presidente degli Stati Uniti d’America: il Proclama di Emancipazione. E’ promulgato durante la guerra civile americana, detta anche guerra di secessione americana, durata dal 1861 al 1865. Quest’ultima vede contrapposti da un lato gli Stati Uniti d’America e dall’altro gli Stati Confederati d’America, di cui fanno parte i 7 stati che dichiarano la propria secessione dagli Stati Uniti d’America e cioè Alabama, Florida, Georgia, Louisiana, Mississippi, Carolina del Sud e Texas. Successivamente si uniscono alla Confederazione altri 4 Stati: Virginia, Arkansas, Carolina del Nord e Tennessee.

Il Proclama di Emancipazione costituisce secondo alcuni, oltre che una precisa presa di posizione contro la schiavitù, anche una misura di strategia militare: a partire dal 1° gennaio 1863, gli schiavi appartenenti a proprietari in stato di rivolta contro l’Unione, sono dichiarati liberi.

Il Proclama di Emancipazione è composto da due ordini esecutivi: il primo emanato il 22 settembre 1862, decreta la liberazione di tutti gli schiavi dei territori degli Stati Confederati d’America a partire dal 1° gennaio 1863; il secondo elenca gli stati nel quale il primo ordine deve essere applicato. A seguito di questo Proclama, durante gli anni successivi e fino al 1865 sono liberate circa quattro milioni di persone.

Successivamente, dopo esser stato riconfermato Presidente nel 1864, Lincoln, insieme ad altri politici statunitensi, per evitare che il Proclama fosse considerato soltanto come una momentanea misura dovuta alla guerra, propone la ratifica del XIII emendamento della Costituzione Americana, grazie al quale, il 18 dicembre 1865, la schiavitù viene definitivamente abolita.

Abraham Lincoln
Abraham Lincoln

Abraham Lincoln viene assassinato il 14 aprile 1865, per mano di John Wilkes Booth, attore teatrale statunitense e simpatizzante confederato, che al Ford’s Theatre, a Washington, spara un colpo di pistola alla testa del Presidente, dichiarato morto il mattino del 15 aprile 1865.

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Testo originale del Proclama di emancipazione di Lincoln https://cultura.biografieonline.it/testo-originale-del-proclama-di-emancipazione-di-lincoln/ https://cultura.biografieonline.it/testo-originale-del-proclama-di-emancipazione-di-lincoln/#respond Tue, 19 Jun 2012 18:15:07 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=2628 Quello che segue è il testo originale in lingua inglese del Proclama di emancipazione di Abraham Lincoln, 16° Presidente degli Stati Uniti d’America. Un secolo più tardi, ad esso fece riferimento anche Martin Luther King nel suo celebre discorso “I have a dream”.

Abraham Lincoln
Abraham Lincoln

By the President of the United States of America.

A PROCLAMATION.

Whereas, on the twenty-second day of September, in the year of our Lord one thousand eight hundred and sixty-two, a proclamation was issued by the President of the United States, containing, among other things, the following, to wit:

“That on the first day of January, in the year of our Lord one thousand eight hundred and sixty-three, all persons held as slaves within any State or designated part of a State, the people whereof shall then be in rebellion against the United States, shall be then, thenceforward, and forever free; and the Executive Government of the United States, including the military and naval authority thereof, will recognize and maintain the freedom of such persons, and will do no act or acts to repress such persons, or any of them, in any efforts they may make for their actual freedom.

That the Executive will, on the first day of January aforesaid, by proclamation, designate the States and parts of States, if any, in which the people thereof, respectively, shall then be in rebellion against the United States; and the fact that any State, or the people thereof, shall on that day be, in good faith, represented in the Congress of the United States by members chosen thereto at elections wherein a majority of the qualified voters of such State shall have participated, shall, in the absence of strong countervailing testimony, be deemed conclusive evidence that such State, and the people thereof, are not then in rebellion against the United States.”

Now, Therefore, I, Abraham Lincoln, President of the United States, by virtue of the power in me vested as Commander-in-Chief, of the Army and Navy of the United States in time of actual armed rebellion against the authority and government of the United States, and as a fit and necessary war measure for suppressing said rebellion, do, on this first day of January, in the year of our Lord one thousand eight hundred and sixty-three, and in accordance with my purpose so to do publicly proclaimed for the full period of one hundred days, from the day first above mentioned, order and designate as the States and parts of States wherein the people thereof respectively, are this day in rebellion against the United States, the following, to wit:

Arkansas, Texas, Louisiana (except the parishes of St. Bernard, Plaquemines, Jefferson, St. John, St. Charles, St. James, Ascension, Assumption, Terrebone, Lafourche, St. Mary, St. Martin, and Orleans, including the city of New Orleans), Mississippi, Alabama, Florida, Georgia, South Carolina, North Carolina, and Virginia (except the forty-eight counties designated as West Virginia, and also the counties of Berkeley, Accomac, Northhampton, Elizabeth City, York, Princess Anne, and Norfolk, including the cities of Norfolk and Portsmouth), and which excepted parts, are for the present, left precisely as if this proclamation were not issued.

And by virtue of the power, and for the purpose aforesaid, I do order and declare that all persons held as slaves within said designated States, and parts of States, are, and henceforward shall be free; and that the Executive government of the United States, including the military and naval authorities thereof, will recognize and maintain the freedom of said persons.

And I hereby enjoin upon the people so declared to be free to abstain from all violence, unless in necessary self-defence; and I recommend to them that, in all cases when allowed, they labor faithfully for reasonable wages.

And I further declare and make known, that such persons of suitable condition, will be received into the armed service of the United States to garrison forts, positions, stations, and other places, and to man vessels of all sorts in said service.

And upon this act, sincerely believed to be an act of justice, warranted by the Constitution, upon military necessity, I invoke the considerate judgment of mankind, and the gracious favor of Almighty God.

In Witness Whereof, I have hereunto set my hand and caused the seal of the United States to be affixed.

Done at the City of Washington, this first day of January, in the year of our Lord one thousand eight hundred and sixty three, and of the Independence of the United States of America the eighty-seventh.

Abraham Lincoln

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