Libri noir Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Tue, 17 Dec 2024 09:11:22 +0000 it-IT hourly 1 Le lupe, libro di di Pierre Boileau e Thomas Narcejac. Un romanzo noir senza tempo https://cultura.biografieonline.it/le-lupe-libro-recensione/ https://cultura.biografieonline.it/le-lupe-libro-recensione/#respond Mon, 16 Dec 2024 13:19:27 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=42494 Le lupe è un romanzo noir scritto da Pierre Boileau e Thomas Narcejac.

È stato pubblicato da Adelphi nel 2024, ma la prima edizione risale al 1955.

È un romanzo senza tempo: scopriamo assieme perché.

Le lupe
Le lupe: copertina del libro

Trama e commento al romanzo

La guerra è al culmine e due uomini, Bernard e Gervais, stanno scappando verso un luogo sicuro.

Una casa dove possono riposarsi e non pensare più a quello che hanno vissuto li sta aspettando a Lione, dove due donne si prenderanno cura di loro.

Ma qualcosa va storto e solo Gervais raggiunge la casa rifugio.

Tuttavia, non può presentarsi con la sua vera identità, deve invece assumere l’identità di Bernard.

Da quel momento inizia una sorta di gioco di equivoci, trappole, minacce velate, azioni mal interpretate.

Gervais e le due donne che lo ospitano tendono una tela sofisticata e complessa dove è facile perdersi. E dove si rischia la vita.

Soprattutto quando arriva una terza donna, la sorella di Bernard, la quale non vuole perdere l’eredità di venti milioni di franchi di cui avrebbe goduto il fratello e per questo vuole giocare una partita ancora più pericolosa.

Commento

“Le lupe” è un romanzo in cui ciò che sembra non è. E dove quello che i personaggi interpretano è sempre qualcosa di diverso da ciò che pensiamo.

Proprio per questo gioco di scacchi, di equivoci, di trappole, il romanzo di due maestri del noir francese ascende ad un livello narrativo molto interessante.

Perché dall’inizio fino ad un finale inaspettato, la tensione rimane sottesa e tesa come un filo di ferro.

La sentiamo man mano che la trama ci porta verso una spirale di dubbi e di eventi inaspettati.

Chi sta intrappolando chi?

Gervais sembra all’inizio comandare il gioco ma poi non ne siamo più sicuri e chi sembra più debole si rivela invece molto più forte e diabolico.

In questo gioco dai volti sconosciuti, in cui dobbiamo indovinare il colpevole, siamo solo certi che la verità rimarrà nascosta fino alla fine.

Leggere un noir come questo è un’esperienza che non ha tempo.

Ne sono stati scritti molti di romanzi gialli da quando questo libro è stato pubblicato più di settant’anni fa ma questo, come il buon vino, è invecchiato molto bene.

Consigliato.

Voto: 8

Dati sintetici

Titolo: Le lupe

Autori: Pierre Boileau, Thomas Narcejac

Traduzione: Lorenza Di Lella, Francesca Scala

Edizione: 2024, 2ª ediz., pp. 179

ISBN: 9788845939013

Su Amazon: https://amzn.to/3P09TN8

Le lupe: incipit del libro

«Dài, che ce l’abbiamo fatta» disse Bernard.

Le ruote del vagone sussultavano sugli scambi; i tramezzi di legno stridevano; le protuberanze del sacco di patate a cui ero appoggiato — da chissà quante ore — mi si conficcavano sempre più a fondo nelle costole, nelle reni; la corrente d’aria che penetrava dalle fenditure del tetto sapeva di umidità e del vapore grasso delle macchine sotto pressione che sentivamo sbuffare di tanto in tanto nella direzione contraria alla nostra, in mezzo a un gran cozzare di respingenti. Mi alzai anch’io, con il corpo intorpidito da far spavento; uno scossone mi fece ricadere sui sacchi, ma la mano possente di Bernard mi rimise in piedi.

«Guarda» gridò. «È La Guillotière».

«La Guillotière, come no…».

«È La Guillotière, ti dico!».

Avvicinai la faccia alla feritoia ma riuscii a vedere soltanto la sagoma di qualche vagone, livide nuvole di fumo e le lucine rosse e verdi dei semafori. Bernard avvicinò la testa alla mia.

«Tutto bene?… Non sei troppo stanco?».

«Sono sfinito».

«Ti aiuterò io».

«No».

«Casa di Hélène non è lontana».

«Non importa».

«Gervais, amico mio, non fare l’idiota».

«Ci ho pensato» dissi. «Non voglio più esserti d’impiccio. Salirò su un altro treno diretto a Sud, a Marsiglia, a Tolone, un posto qualsiasi… In un modo o nell’altro me la caverò».

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Dalia Nera (The Black Dahlia), riassunto del romanzo di James Ellroy https://cultura.biografieonline.it/dalia-nera-ellroy/ https://cultura.biografieonline.it/dalia-nera-ellroy/#comments Thu, 03 Nov 2016 11:59:02 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=20354 Molti di noi amano il genere poliziesco: tra i romanzi di questo genere, ne consigliamo uno dello scrittore James Ellroy. Si tratta del libro intitolato “Dalia Nera” (The Black Dahlia). E’ un libro di genere noir che cattura l’attenzione del lettore e lo tiene sulle spine fino all’ultima parola.

Dalia Nera (The Black Dahlia) - libro - riassunto - James Ellroy
Dalia Nera: una copertina del libro di James Ellroy. E’ il primo libro della tetralogia della Los Angeles Nera, romanzi ambientati tra gli anni ’40 e gli anni ’50 a Hollywood. Dalia Nera è del 1987: in Italia è stato pubblicato da Mondadori nel 2006.

Il linguaggio adottato dall’autore è spesso secco e brutale, volutamente a tratti smozzicato perché vuole trascinare il lettore nelle vicende dei protagonisti. Ellroy vuole far partecipare il lettore in prima persona. Gli ricorda che si tratta di un vero e proprio delitto, con tanto di corpo mutilato e di spargimento di sangue. Il romanzo è ambientato negli Stati Uniti d’America, nel dopoguerra che segue il secondo conflitto mondiale.

James Ellroy descrive in modo minuzioso i palazzi giganteschi, le periferie squallide e gli ambienti ovattati della società cittadina di Los Angeles. Utilizza un dialogo indiretto che, in qualche modo, fa emergere le personalità particolari dei due poliziotti, da una parte. E dall’altra la voragine di degrado, criminalità e l’atmosfera cupa della città.

Dalia

La dalia è un fiore, un genere di piante originario del Messico, di cui il tubero viene considerato commestibile. Il nome Dalia è un omaggio al botanico svedese Anders Dahl (1751-1789), che fu allievo di Linneo.

Non l’ho mai conosciuta da viva. Lei, per me, esiste solo attraverso gli altri, nell’evidenza delle loro reazioni alla sua morte. Scavando a ritroso e attenendomi ai fatti posso dire che era una ragazza triste e una puttana. Nella migliore delle ipotesi era una fallita, un’etichetta che, del resto, potrei applicare a me stesso.
(INCIPIT del romanzo “Dalia Nera”)

Dalia Nera: riassunto del libro

Il libro si ispira realmente ad un fatto accaduto. E’ l’omicidio di Elizabeth Short, aspirante attrice denominata “Dalia Nera” (The Black Dahlia). La donna sarebbe giunta a Los Angeles alla ricerca della fama ma, alla fine, avrebbe trovato solo la morte, schiacciata dal mondo, cupo e crudele, dello show business.

La vittima viene definita dallo scrittore come una ragazza solare, allegra ma al tempo stesso imprudente. Oltre ad essere un’aspirante attrice, svolge anche il dubbio mestiere di prostituta a tempo perso. Si tratta di una delle tante vittime consenzienti dello show business e, soprattutto, di sé stessa.

I due poliziotti

Il romanzo si apre quindi con i due poliziotti di Los Angeles, entrambi ex pugili, Lee Blanchard e Bucky Bleichert, che si trovano ad indagare sul caso della donna. Il corpo viene ritrovato sezionato in due tronconi, frutto di uno dei tanti terribili sfregi effettuati da parte del suo cruento assassino. La ragazza era soprannominata Dalia Nera per la sua abitudine di vestirsi sempre con il colore nero. L’autore si riferisce inoltre ad un famoso film intitolato “La Dalia Azzurra” (1946). Oltre a questa intricata vicenda di ricerca della verità sull’assassinio, al romanzo si aggiungono le vicende sentimentali della vita dei due poliziotti.

Il primo, Lee, si trova a fronteggiare una crisi con la sua ragazza Kay a causa anche del suo lavoro e delle indagini che gli rubano tutto il tempo e il sonno. Il secondo, Bucky, (attratto dalla fidanzata del collega), si è invaghito della bella ma pericolosa Madeleine Linscott. Questa è figlia di uno degli uomini più importanti della città che, inoltre, si trova invischiato in situazioni poco chiare e piacevoli.

Bucky scoprirà che la bella Madeleine frequenta un locale per lesbiche e che si trova spesso invischiata in giri poco puliti. Questo locale, inoltre, in passato veniva frequentato dalla stessa Elizabeth Short e dalla sua giovanissima amica Lorna Mertz. Questi personaggi femminili, per entrare nel mondo di Hollywood, usavano tutti i mezzi possibili.

Bobby

L’attrito tra i due colleghi riaffiora quando un galeotto di nome Bobby DeWitt, appena tornato in libertà, decide di risolvere un conto con il passato da chiudere con Lee. Il collega Bucky inizialmente è un po’ restio, ma poi decide di correre in soccorso di Lee. La situazione precipita quando Lee uccide Bobby. Poco tempo dopo, anche Lee muore in circostanze misteriose, sgozzato e scaraventato giù da più piani di uno stabile da parte di una figura misteriosa. Bucky ora si trova da solo ad indagare sulla morte del collega e di Elizabeth Short.

Intanto, continuano le indagini per risalire all’assassino della povera Elizabeth e, dopo aver visionato un film pornografico in cui erano presenti sia lei che la sua amica Lorna, Bucky ritiene responsabile dell’assassinio il padre di Madeleine, ovvero Emmett Linscott. Ma la verità è un’altra.

Finale

Il poliziotto raggiunge la lussuosa abitazione del miliardario Emmett Linscott e cerca delle conferme alla sua tesi. La sua ricerca però  non porta a nessun risultato. Emmett Linscott, infatti, non è il colpevole. Mentre Bucky si trova nella villa del miliardario, assiste sgomento alla confessione della moglie del miliardario, Ramona, che poi si suicida.

Tra l’altro, Bucky si rende ben presto conto che è stata la pericolosa Madeleine, del quale si era invaghito, ad uccidere il suo collega. Il movente risiede nel fatto che questi stava ricattando l’amato e ricchissimo padre per raggiungere i propri obiettivi.

A questo punto, il poliziotto Bucky ha un confronto finale con Madeleine che culmina nel peggiore dei modi. Non si arriva ad una vera e propria giustizia per nessuno dei personaggi del romanzo. Bucky, pur raggiungendo ora la bella Kay, non ha la vita che da sempre aveva desiderato.

James Ellroy - Perfidia
James Ellroy con il suo romanzo “Perfidia” (2015)

Commento all’opera

Il finale è ricco di pathos. Lo scrittore James Ellroy non fa uscire pulito nessuno dei suoi personaggi principali. Essi sono caratterizzati sia dalla presenza del Bene sia da quella del Male. Nessuno di loro esce da questa storia con la coscienza completamente pulita.

Si tratta del primo romanzo della tetralogia della Los Angeles Nera, ovvero libri ambientati tra gli anni Quaranta e gli anni Cinquanta a Hollywood. Il libro ottenne un ottimo successo, sia in termini di critica che di pubblico, tanto che in Italia venne pubblicato, nel 2006, dalla Arnoldo Mondadori Editore. Venne definito la gemma del noir realizzato da uno dei maestri del genere.

Dalia Nera al cinema

Famosa è anche la trasposizione cinematografica del 2006, The Black Dahlia. Il film è diretto da Brian De Palma, e si ispira direttamente al libro di James Ellroy. La pellicola ottenne un buon successo sia Italia che all’estero, in modo particolare negli Stati Uniti. Tra i protagonisti del film ricordiamo: Josh Hartnett (Bucky), Scarlett Johansson (Kay), Aaron Eckhart (Lee).

Un’altra citazione cinematografica: in una vicenda del nono episodio della prima stagione della serie televisiva American Horror Story, si fa riferimento alla Dalia Nera.

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Francesco Bordi, intervista all’autore del romanzo “Non è tutta colpa del pipistrello” https://cultura.biografieonline.it/francesco-bordi/ https://cultura.biografieonline.it/francesco-bordi/#respond Sat, 14 May 2016 14:06:13 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=18454 Francesco Bordi ama definirsi un novelliere fantasma, perché la penna l’ha spesso messa al servizio delle idee degli altri senza mai farsi vedere. Quelli come lui li chiamano ghost writer, in realtà sono scrittori a tutti gli effetti, e l’urgenza di venire allo scoperto a un certo punto deve averlo convinto a scrivere finalmente una sua storia. Così Francesco Bordi, oggi direttore editoriale della rivista Culturalismi.com, dopo un master in editoria ed una laurea in lingue orientali con tanto di tesi preparata a Parigi, firma la sua opera prima “Non è tutta colpa del pipistrello” e decide di farlo con lo pseudonimo di Fabien C. Droscor, l’anagramma del nome e cognome con cui ha scelto di farsi conoscere ai lettori.

Francesco Bordi
Francesco Bordi, ha firmato il suo romanzo di esordio con lo pseudonimo Fabien C. Droscor

Hai alle spalle un lungo cammino da ghost writer. Com’è venire allo scoperto?

Diciamo che sono venuto “parzialmente” allo scoperto, visto che ho deciso di utilizzare come pseudonimo l’anagramma del mio nome e cognome.
In realtà, nella bandella laterale dedicata alle notizie sull’autore viene rivelata la mia identità e quindi si tratta solamente di un piccolo, primissimo e sottile filtro, che però ha contribuito a rendere sufficientemente “soffice” l’uscita sul mercato del mio romanzo.

La sensazione è piuttosto piacevole, anche perché i riscontri sono davvero positivi tanto da aver ricevuto numerose richieste di un seguito da più livelli, ma rimane in me la convinzione che questa sia l’unica via con cui potevo presentarmi al pubblico dei lettori. Altre strade più “dirette”, benché siano state prese in considerazione, non suscitavano in me né entusiasmo, né euforica curiosità.

Perché la decisione di usare uno pseudonimo?

Le ragioni sono diverse. Per farla breve posso dire che se già ti cercano come ghost writer senza che tu non abbia mai fatto uscire un titolo letterario che porti la tua firma, la presenza di un romanzo di circa trecento pagine con il tuo nome e cognome tende con buona dose di probabilità ad incentivare ulteriormente quel tipo di prassi che per quanto (a volte) sia ben pagata, non rende mai davvero soddisfatti del proprio lavoro. E’ un figlio che avrà sempre un falso padre o, tutto al più, un padre parziale.

Non è tutta colpa del pipistrello - Romanzo
Non è tutta colpa del pipistrello (2016) – la copertina del romanzo

Sotto quale urgenza hai scritto il romanzo “Non è tutta colpa del pipistrello” ?

Dopo 39 anni ho finalmente avuto un’ottima ispirazione. L’idea mi è venuta osservando la morbosa passione di una mia amica verso l’attore Christian Bale, protagonista della trilogia di Batman realizzata dal buon Christopher Nolan.

Sulla base di questa maniacale fissazione, che io ho estremizzato ed oltremodo esasperato, ho costruito una vicenda piuttosto imprevedibile che includesse anche luoghi, caratteri ed elementi d’atmosfera a me molto cari.

Dal punto di vista pratico, invece, ho considerato che le entrate, piccole o grandi che fossero, derivanti dalla vendita di “Non è tutta colpa del pipistrello” avrebbero potuto aiutare la mia neonata casa editrice, che occupandosi unicamente di e-book, fatica a decollare. Il libro elettronico ha ancora molta strada da percorrere nei paesi “neolatini”.

A chi lo hai fatto leggere per primo?

Nessuno ha letto il mio manoscritto se non i pochi editori a cui l’ho spedito. Ho avuto pareri lusinghieri, ma la Robin Edizioni è stata, senza dubbio, la più convincente.

Potremmo definire questo racconto un “noir del precariato culturale” ?

In realtà è una definizione che viene dai ragazzi di Radio Radicale, che mi hanno intervistato pochi giorni dopo l’uscita del romanzo. Molti colleghi della comunicazione l’hanno poi mutuata e giustamente apprezzata. Direi che la fatica a portare avanti i propri “bi-sogni” letterari, che non devono sempre essere percepiti come sogni di serie B, è in un certo senso l’arteria del racconto.

Leggendo poi la vicenda si può appurare che sono molti altri gli aspetti presenti nel testo e ancora si può verificare che lo stesso “precariato culturale” assuma tonalità e sfumature divertenti, passionali e soprattutto internazionali… ma sostanzialmente credo che sia una buona definizione.

Come definiresti il tuo libro se dovessi usare tre aggettivi?

Divertente, interpersonale, inaspettato.

A quale pubblico si rivolge?

Si rivolge a tutti coloro che vogliono pretendere di condurre un’esistenza che vada al di là di ciò che il quotidiano propone.

A chi lo dedichi?

Sicuramente ai miei affetti più cari, ma voglio essere ancora più banale: lo dedico a mia nonna che avrebbe certamente gioito di questo piccolo traguardo. Purtroppo non ha fatto in tempo a vederlo.

Chi sono i personaggi di “Non è tutta colpa del pipistrello” ?

Semplificando: una mentalmente devastata, una sognatrice, un caparbio inde(fesso), una francesina decisamente avvenente e… Porto, una ragazza il cui soprannome altro non è se non l’abbreviazione di “Scaricatrice di porto”. Lascio immaginarne indole e carattere!

A chi pensavi mentre creavi i protagonisti del tuo romanzo?

Vorrei mantenere ancora delle amicizie…

I tuoi modelli?

Non ho mai avuto modelli, né quando ho scritto le mie recensioni su varie riviste (incluso il mio sito editoriale) né quando mi sono ritrovato a fare il ghost writer. Tuttavia mentre scrivevo sul pipistrello mi sono accorto che la fluidità fra un capitolo e l’altro era sostanzialmente fornita da una tecnica che avevo riscontrato principalmente nelle mie letture italiane più recenti; quindi l’arte di chiudere ed aprire ogni capitolo con la stessa “chiave” semantica è probabilmente ispirata dall’ottimo Andrea Vitali.

Sin dal titolo è evidente un riferimento al Batman cinematografico. Cosa c’entra l’uomo pipistrello con il tuo libro?

Il Batman cinematografico della trilogia di Nolan interpretato da Christian Bale è l’Ossessione della protagonista, nonché della sopracitata amica. Doveva necessariamente essere presente nel titolo e ha anche un richiamo in copertina.

Hai mai pensato di scrivere per il grande schermo?

In realtà è già successo, ma l’entourage dei registi purtroppo spesso costruisce un muro eccessivo intorno ai Maestri della cinepresa. Non sono sicuro che questa situazione sia voluta dagli stessi cineasti e non credo che sia una prassi. Così può accadere che tu scriva un soggetto, lo presenti ad un regista e che poi quella sorta di pre-sceneggiatura rimanga dichiaratamente e incontrovertibilmente a chi? … Al suo staff, ma senza che tu riceva risposta alcuna.

A quale regista l’affideresti?

In realtà a fine aprile ho cercato di contattare Gabriele Mainetti per mail e attraverso un messaggio privato su Facebook presentandogli il mio lavoro.
Ho visto la sua fatica artistica proprio quando stava per uscire il mio libro. Mentre ero in sala ho avuto la netta sensazione che avrebbe potuto fare un lavoro grandioso con il mio titolo, soprattutto nella prima parte ambientata a Roma.

Purtroppo per me, ma per sua sacrosanta e doverosa fortuna perché meritata, il suo “Lo chiamavano Jeeg Robot” ha trionfato ai David di Donatello e quindi il buon Gabriele Mainetti avrà ben altre e più altisonanti richieste della mia e probabilmente non mi risponderà mai. Ma non mi arrendo, tenterò con altre cineprese.

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Irène, Alex, Camille: 3 libri di Pierre Lemaitre https://cultura.biografieonline.it/lemaitre-irene-alex-camille/ https://cultura.biografieonline.it/lemaitre-irene-alex-camille/#respond Sun, 07 Feb 2016 19:45:49 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=16605 nella botte piccola

irène, alex, camille – mondadori, 2011-2015 sono tre libri di pierrelemaitre arrivati per la santa lucia lo scorso dicembre. dai miei, sul garda, non arrivavano i regali per natale, ma per santa lucia. poi a natale niente. però santa lucia era bellissimo, il tavolo era pieno di giochi e dolci e una volta io ero quasi grande e mariolino ha ricevuto michelangelo delle tartarughe ninja ma grande eh, tipo 50 cm de tartaruga ed era il bambino più contento del mondo. e se lui è contento, può cadere anche il mondo, non me ne frega niente.
allora negli anni per santa lucia io ho sempre fatto un pensiero a chi viveva con me e be’, ci vuole un po’ per abituarle le persone. a volte le ho abituate mica troppo bene, una santalucia qualche anno fa il mio ex mi ha detto “sai cosa, io e la mia nuova morosa aspettiamo un bambino”. ok scusa se ci siamo lasciati tipo l’altroieri (non l’altroieri in senso letterale dai). però quella sera è arrivato stitch grande. anche se santalucia la si trova la mattina, e non la sera, stitch grande è bellissimo.

Irene Alex Camille - Libri - Pierre Lamaitre
Trilogia: Irène, Alex, Camille: le copertina dei libri di Pierre Lamaitre

di pierre le maitre ho parlato mille volte e forse più. anche nel noir si conferma eccellente, mai banale, ma avevo pochi dubbi. la trilogia ha come protagonista camille vanderqualcosa, uno di quei nomi di origine fiamminga che non mi ricorderò mai. il fiammingo è difficilissimo. camille è un poliziotto assai intelligente e assai basso. tipo, più basso di me, questo la dice lunga. però ha due palle così (con le mani vi sto facendo vedere, il tipico gesto che indica appunto due palle così). lui e la sua squadra sono irriverenti smart ognuno diverso a modo suo. questo è un po’ un classico nei noir, ma va bene uguale, se sai scrivere e sicuramente lemaitre sa scrivere.

le trame sono brillanti e mai scontate. ma non tipo in nesbo che dopo un po’ lo sai, che ti sembra una cosa e invece sai che non sarà così. sono spiazzanti, a volte. non risparmiano dettagli macabri ma quelli ormai sono ovunque, non ci si scandalizza più.

camille nei libri, nel passare degli anni, non cresce – intendo a livello umano, non di altezza – ma cambia, per le cose che gli succedono, per l’età che avanza, per quello che la gente fa di lui. è un personaggio che ci si prende a cuore.

irène è un romanzo che parla anche di altri romanzi, romanzi che chi ama i noir conosce e apprezza, e non si tratta di citazionismo, quanto più di omaggio.
alex e camille (parlo dei libri eh non dei personaggi) ribaltano il punto di vista del lettore, e non sempre è facilissimo. quanto provare empatia? quanto mannaggiamme se spoilero qualcosa poi la gente mi aspetta sotto casa?

Pierre Lemaitre
Pierre Lemaitre

poco da dire ancora se non che questi son libri che se ti metti a leggerli, dopo manco una settimana li hai finiti tutti e tre, pure se lavori e non hai tempo, perché è così, devi andare avanti, sempre, per forza. non per la trama, ok, anche, ma per la maestria di pierre lemaitre nello scrivere.

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Per tutto l’oro del mondo: riassunto del libro di Massimo Carlotto https://cultura.biografieonline.it/per-tutto-l-oro-del-mondo/ https://cultura.biografieonline.it/per-tutto-l-oro-del-mondo/#respond Tue, 19 Jan 2016 09:25:45 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=16294 il coccodrillo come fa?

per tutto l’oro del mondo – edizione e/o, 2015 è l’ultimo libro di massimocarlotto sull’alligatore e inizia qualche tempo dopo quello di cui ho parlato qualche mese fa.

Per tutto l'oro del mondo - libro - Carlotto
Per tutto l’oro del mondo – libro – Carlotto

persi, ma li avevamo già persi qualche libro fa, i toni durissimi dell’alligatore, troviamo delle persone che con il passare del tempo si fanno delle domande, cercano cose. l’alligatore, qui, cerca, o meglio trova, una donna. che non è la superfiga canonica ma una donna normale, spesata, che per scappare un po’ da quello che ha, ma anche per tornarci poi, la sera canta in maniera mediocre, in un locale. ma l’attaccamento dell’alligatore a questa figura è forte, prima, durante, dopo. forse dopo anni e mille cose fatte e mille viste, quasi nessuna piacevole, crede di trovare in lei la quiete. ma l’alligatore lo sappiamo la quiete non la trova mai, non è fatta per lui.
di lei carlotto dice (quoto) in un mondo dove devi essere perfetto questa era un disastro ma lei andava via contenta dopo aver cantato.

ho rivisto massimo carlotto ad una cena di cucina calibro noir, ci è tornato, si vede che s’è divertito. lo definirei charming. sarà l’accento? saranno gli occhi azzurri? sarà che ancora me lo domando come abbia fatto a farcela.

Massimo Carlotto
Massimo Carlotto

carlotto, in per tutto l’oro del mondo, affronta il tema delle rapine in villa ma non solo. Parla di vendetta e di giustizia, a volte quelle che sembrano le vittime sono i peggio carnefici ma possiamo davvero giudicare?
questo il solito riassunto che ho inviato a Zio Burp:

l’alligatore, l’amico grasso e l’amico cattivo vengono contattati perché durante una rapina in villa viene ammazzato uno – a capo di una banda di rapinatori/ricettatori di giojelli – e la governante. non vogliono lavorare per i suoi soci che è brutta gente ma decidono di lavorare per il figliolo orfano della governante.
allora scoprono che la banda aveva rapinato gioielleria e aveva ammazzato uno, e il fratello del morto se l’era un po’ presa diciamo. e poi c’è pure uno che è rimasto paralizzato perché i rapinatori l’avevano sparato ma lui è proprio innervosito e cattivo.
insomma un tutti contro tutti e un po’ muoiono un po’ no.
e intanto l’alligatore conosce una sposata e se la fa e poi la storia tra di loro va in vacca.
e lui ascolta tanta musica.
e per me non è più il noir che era agli inizi, ma direi che va bene lo stesso.

va bene così, le persone crescono, cambiano, maturano, si stancano. poi, alla fine, il cliffangher. però pure nello scorso c’era, eppure in questo libro non è stato molto ripreso. chissà il prossimo. il prossimo ci deve essere sicuro.

massimo carlotto è tutto quello che uno scrittore dovrebbe, vorrebbe, essere.
e poi comunque c’era tanto prosecco.

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Mirko Confaloniera e il suo thriller lungo le terre del fiume Po https://cultura.biografieonline.it/mirko-confaloniera-intervista/ https://cultura.biografieonline.it/mirko-confaloniera-intervista/#respond Sun, 20 Dec 2015 16:43:32 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=16074 Mirko Confaloniera, nasce a Pavia nel 1975 e vive a Castelletto di Branduzzo. Dopo una laurea in Scienze Politiche, lavora come radiocronista sportivo, assessore alla cultura e filmaker indipendente. All’attivo ha già nove libri, tra gialli e antologie poetiche. Tutti i suoi libri nascono dalle sue esperienze, viaggi, episodi vissuti o luoghi in cui si è trovato a vivere o a ha lavorato (per esempio “I gatti del Policlinico San Matteo”). Con Parallelo45 Edizioni ha pubblicato alla fine del 2015  “Badlands along Po river”, giallo on the road tra il Po pavese e il Polesine.

Mirko Confaloniera - Badlands along Po river - 2015
La copertina del libro di Mirko Confaloniera “Badlands along Po river” (2015, Parallelo 45)

Intervista a Mirko Confaloniera 

Quando e come è nata la tua voglia di scrivere?
La mia voglia di scrivere è nata molto tempo fa, credo di avercela sempre avuta, fin dall’infanzia. Io credo che tutti noi da piccoli abbiamo questa voglia dentro. Poi, non so come mai, quasi tutti la perdono. Io non l’ho mai persa, a me piace scrivere e uso la scrittura per comunicare. Uso molto il mio diario di Facebook e il mio blog per raccontare i miei viaggi e le mie esperienze di vita. Per quanto riguarda, invece, l’aspetto narrativo, non scrivo mai storie fini a sé stesse, ma sempre fra le righe inserisco un messaggio preciso, una morale, un aspetto della mia poetica.

Come è nato “Badlands along Po river” e quando l’hai scritto?
“Badlands” è nato in seguito a dei viaggi che ho realmente percorso on-the-road da Pavia fino al Polesine, costeggiando il fiume Po fino alla foce. Niente autostrade, solo vecchie strade statali e provinciali. Mi fermavo nei bar dove capitava, pranzavo in vecchie osterie, ammiravo scorci di fiumi nascosti e dimenticati. Da queste esperienze “ecologiste” e contro quel massificante turismo di massa che predilige mete commerciali, è nata l’idea di scrivere un romanzo che partisse da questa idea di viaggio “vecchia maniera”, per poi costruirci sopra una trama thriller e hard boiled di pura immaginazione.

Come racconteresti il tuo romanzo a chi ancora non lo ha letto?
Vi dirò come l’hanno recensito taluni: un “noir ecologista” lungo le rive di un fiume Po che sembra un Mississippi italiano, e un romanzo che dopo una partenza un po’ kerouacchiana decolla verso un’ intrigante storia thriller con colpi di scena uno dietro l’altro.

Quali sono gli autori e i libri che ti hanno ispirato?
“Badlands” risente fin troppo palesemente delle influenze che mi ha lasciato lo scrittore pulp nordamericano Joe Lansdale. Si può perfino azzardare che sia quasi una trasposizione transpadana dei romanzi del ciclo “Hap & Leonard”. Un altro autore, invece, che ho letto negli anni, e che sicuramente mi ha influenzato in passato, è stato Tiziano Sclavi (che non è solo il creatore del fumetto Dylan Dog, ma è anche uno scrittore di romanzi noir, horror e drammatici). Ammetto tuttavia che leggo poco o quasi niente; solo ultimamente mi sto avvicinando ai classici del nostro tempo.

Mirko Confaloniera
Una foto dell’autore Mirko Confaloniera, scattata “on the road”, come il suo romanzo.

Paul, il protagonista di Badlands, è il perfetto prototipo dell’uomo moderno: quarantenne alle prese con lavori a tempo determinato e un senso di precarietà che pervade anche tutti gli altri ambiti della vita, compreso quello sentimentale. Ti sei ispirato a qualcuno di preciso per il personaggio?
Le ispirazioni di questo genere provengono direttamente dalla vita reale. Io vivo in un piccolo paese di provincia, proprio come Paul, dove le precarietà descritte sono all’ordine del giorno: basta soltanto conoscere le persone, soprattutto quelle della mia generazione, ascoltare le loro storie, ecc.

Si vivono momenti difficili e non solo in campo lavorativo; infatti la precarietà sentimentale, di cui si fa cenno, io la metto a braccetto con quella occupazionale. La Crisi purtroppo affonda gli artigli in ogni aspetto umano, anche quello affettivo. C’è voglia di riscatto, in generale, e di ripartire, quello sì. Infatti, il senso del romanzo è che Paul all’inizio è un po’ rassegnato a condurre questa vita modesta e malinconica: il viaggio e tutti gli eventi che gli accadranno lo trasformeranno e gli daranno il coraggio di cambiare radicalmente le sue prospettive.

Ogni viaggio, ogni esperienza, ci trasforma e ci arricchisce, dandoci il coraggio di cambiare. Questo è il senso di “Badlands along Po river”.
(Mirko Confaloniera)

Dove è possibile acquistare il romanzo?
A Pavia presso le librerie C.L.U. (c.so Carlo Alberto / angolo via San Fermo) e La Feltrinelli (via XX settembre). Generalmente è ordinabile in qualsiasi libreria medio-grande sul territorio nazionale. Nonché online su qualsiasi sito di bookstore (Ibs, Libreria universitaria, Hoepli, La Feltrinelli, Mondadori, Rcs, Amazon, Ebay, ecc.) e sul sito della mia casa editrice, la Parallelo45 Edizioni.

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Morozzi Gianluca: Lo specchio nero (2015) https://cultura.biografieonline.it/morozzi-lo-specchio-nero/ https://cultura.biografieonline.it/morozzi-lo-specchio-nero/#respond Mon, 30 Nov 2015 16:00:36 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=15758 ritorno al passato

mi sono persa un po’ via. tante cose da fare, tanto sonno, tanto di tutto. ma ci sono e ho indietro mille libri di cui raccontare. ho iniziato a leggere gianlucamorozzi un sacco di anni fa, quando ancora non pubblicava un libro al mese, quando lo conosceva poca gente. e ora ho letto lo specchio nero – guanda, 2015.

Lo specchio nero - copertina del libro di Gianluca Morozzi
Immagine tratta dalla copertina del libro “Lo specchio nero” di Gianluca Morozzi (Guanda, 2015)

lo specchio nero è uno dei libri del filone noir di morozzi, che è quello che preferisco ma invece di parlarne vorrei farvi leggere qualche mail del passato. leggerete solo le mail mie, ché la risposta c’è stata sempre ma non la pubblico per privacy dello scrittore.

05/09/2005

teo parlava tanto di te del tipo sono stato a dormire da lui l’ho sentito lo vedo a torino non sai chi è arrivato quando sei andata via tu dal totem è arrivato il morozzi.
ed io scettica ed un po’ stufa di questi scrittori bolognesi che-pregiudizio mio-raccontano di studenti universitari rasta con clark e sciarpe colorate, portici rossi, canne e incensi, vespe notturne o bici diurne e il pratone e i concerti e guardiamo le stelle dalla mia mansarda che faccio tanti sacrifici sai per mantenermi. e quante palle tutto uguale.

non la reggo più, la bologna dei libri, nemmeno che so, quella di lucarelli. non reggo più bologna in toto a dire il vero ma penso sia perché non la conosco. o perché del mondo degli universitari pur facendola anche io, ho frequentato poco.

però teo e dài e dài e allora avevo prima letto diecicosecheblabla e trovatolo molto carino ma teo diceva è un’opera giovanile. boh poi un po’ per curiosità o che ne so, ho preso blackout e giuro una folgorazione. letto un sabato mattina tutto sbagliato (il sabato, non il libro), e l’ho adorato.
grazie, grazie, grazie.

08/09/2005

avrei dovuto leggere l’era del porco prima e blackout poi. o forse no. perché per quanto abbia adorato alcune cose dell’era (e non parlo di francesca quella con le tette e la bocca giganti), quello è si un po’ un libro bolognese. che si autoriconosce di esserlo forse, ma bolognese. allora, l’avessi letto prima, non so se avrei provato blackout. allora va bene cosi. avendolo letto dopo, continuo a preferire il blu.
i complimenti già fioccano in giro no? quando uno inizia ad essere messo nelle antologie vuole dire che lo si conosce. quando li trovi, i suoi libri senza andarli a cercare, vorrà dire qualcosa. allra scusa, ma complimenti basta, perché siamo tutte persone ed ognuno ha il suo talento. però, posso dire, che scrivi interessante.
ed ogni libro va ringraziato forse, per quello che mi da. leggere è la cosa piu importante che ho.
ciao

17/05/2007

piacevole incontrarti a torino.
comunque.
stato all’italia sul 2 recentemente? definito come scrittore noir? noir te, che dopo un flash per blackout, ti ostini a scrivere di ottusi studenti fancazzisti bolognesi che non ce la faccio più?
una collega oggi mi fa ho visto all’italia sul 2 uno scrittore noir, di cui mi avevi parlato tu, rasato, con un po’ di pancetta (!) etcetc.
à bientot
annaamicaditeo-con la maglietta di stewie.

Morozzi Gianluca
Gianluca Morozzi

e questo per me è gianluca morozzi. e nonostante nelle sue risposte mi avesse parlato di un romanzo complesso in scrittura, quel romanzo non l’ho più visto uscire e nel frattempo ha scritto trecentolibri e ne ho letti molti e alcuni mi hanno proprio preso un po’, per me però è sempre quello lì, quello di francesca dellera.

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Sette libri di Gianni Biondillo https://cultura.biografieonline.it/biondillo-libri/ https://cultura.biografieonline.it/biondillo-libri/#respond Wed, 21 Oct 2015 15:04:44 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=15432 quartoggiaro caput mundi

Binge-watching, also called binge-viewing or marathon-viewing, is the practice of watching television for longer time spans than usual, usually of a single television show.

questa è la definizione data da wikipedia al binge watching, che va per la maggiore ultimamente. ti metti lì e ti spari tutta una stagione o più di una serie tv, in poco tempo. notti, weekend, quanno te pare.

MA. io mi sono data al binge reading. non potendo correre e camminando a fatica perché infortunata, mannaggiammè e a chi dice che la corsa fa bene, ho letto in un tempo relativamente breve – setteggiorni [cit.] – i libri di giannibiondillo quelli dell’ispettore ferraro (lo specifico, ché biondillo ne ha scritti pure altri).

Gianni Biondillo - libri
Le copertine di alcuni libri di Gianni Biondillo che hanno per protagonista l’ispettore Ferraro

gianni biondillo è uno degli esponenti del noir all’italiana contemporaneo. alla milanese, nel suo caso, non perché siano allo zafferano ma perché sono ambientati a milano e ok, al massimo dintorni. buona parte a quarto oggiaro e se siete di milano sapete cosa vuol dire quarto oggiaro, se no diciamo che è un quartiere popolare, di cui si parla spesso con accezione negativa ma che biondillo presenta come un paese a sé, dove le famiglie si conoscono, abitano da sempre nelle stesse case, ci sono i negozi invece dei centri commerciali (ah no, c’è anche un centro commerciale vicino, è dove vado io a fare la spesa il sabato e prima della spesa mangio 2 toast col tabasco e una coca zero piccola, 6 eur).

i romanzi della serie sono:

  • per cosa si uccide – guanda, 2004
  • con la morte nel cuore – guanda, 2005
  • il giovane sbirro – guanda, 2007
  • i materiali del killer – guanda, 2011
  • cronaca di un suicidio – guanda, 2013
  • nelle mani di dio – guanda, 2014
  • l’incanto delle sirene – guanda, 2015

in questi romanzi gianni biondillo non racconta il classico c’è un morto arriva il poliziotto figo e un po’ dannato, risolve il caso, va a mangiare, come spesso si trova ultimamente, ma ci mette anche altro. ci mette la crescita e la maturazione di un uomo che evolve, matura (forse), affronta cose. con una puntata a metà che è un prequel, racconta ferraro da gggiovano.
in ogni libro non c’è solo il caso principale ma anche casi secondari, che a volte vengono risolti a volte no a volte vengono raccontati da uno degli attori del caso stesso, a volte non sono nemmeno fondamentali per il caso principale. avendoli letti uno via l’altro, faccio un po’ fatica a ricordarli singolarmente.

Gianni Biondillo
Una foto di Gianni Biondillo

ricordo però che sono classici, non classici come i promessi sposi, ma standard, senza dare al termine un’accezione banale e noiosa. sono libri che rientrano di diritto nella mia comfort zone. alle volte biondillo ci prova forse e ci sono brani che vanno alla ricerca di qualcosa d’altro, di qualcosa tipo letteratura meglio, ma a volte stonano. non c’è bisogno di altro, quando si ha ciò che serve.

una cosa che capita a leggere tutti insieme libri dello stesso autore è che a volte magari usa un modo di dire o dice qualcosa, e poi nei libri successivi lo ripete e non è una reprise, sembra quasi come quando parlando ci sono delle espressioni che usiamo più spesso. non mi piace molto, ogni volta sembra la prima ma per te non lo è e a questo punto credo di essermi messa in un discorso che non si capisce e manco so concludere scusate devo andare a prendermi il pranzo ciao.

quando ho finito l’ultimo, con ferraro che potrebbe ormai essere mio padre ma è molto diverso, da mio padre, un po’ mi sono accorta di essermici affezionata. e non si sa mai magari un giorno che sono al metropoli (il centro commerciale di cui sopra) lo incrocio. o su via padova, che ora ci lavoro vicino però ancora per pochissimo e lui si è trasferito lì dopo l’avventura romana.

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Libri di Jim Thompson https://cultura.biografieonline.it/libri-jim-thompson/ https://cultura.biografieonline.it/libri-jim-thompson/#comments Mon, 27 Jul 2015 15:10:28 +0000 http://girolepagine.com/?p=83 ho appena letto due libri di jimthompson:
l’assassino che è in me – fanucci, 2013
colpo di spugna – einaudi, 2014 titolo originale pop. 1280, che me piasce deppiù
e credo di essermi innamorata.
il primo è stato scritto nel 1952, il secondo nel 1964 (ambientati però prima eh), ma c’è una linea comune. entrambi sono in prima persona e in entrambi il protagonista è un tutore della legge – scusate ho sempre voluto usare l’espressione tutore della legge – che però ecco non è del tutto registrato. e quindi succedono cose e c’è gente che si fa male e no spoiler. ma non è questo l’importante.

Jim Thompson
Jim Thompson

mi sono un po’ innamorata, di thompson. perché è quel perfetto incrocio tra noir e hard boiled che ti fa dire *stamminchia*. ma la cosa che merita più di tutto e l’ironia. più o meno sottile ma perfetta. e se nel primo dei due libri che ho letto è un po’ tra le righe, nel secondo è esplicita e io ero morta ribaltata.
l’ironia è quello che ci fa andare avanti senza crollare sotto il peso dei pensieri. è anche quello che ci fa affrontare le cose senza scappare. è i pioli di una scala per scavalcare il muro.

quando leggo libri così sto bene. non è difficile, stare bene mentre leggi su un cuscinone su una spiaggia di un’isola greca, in effetti, ma forse il cuscino la spiaggia il mare spettacolo contavano poco. è leggere thompson che mi faceva stare bene perché alla fine, è quello il genere che mi piace tanto tanto, anche se forse non fa intellettuale.

poi se vi interessa sapere perché per me si trova tra il noir e l’hard boiled potete chiedere ma è una cosa un po’ noiosa e non è detto che sia corretta, dato che è una mia impressione. se invece volete sapere come stavo in spiaggia sull’isola greca ve lo riassumo così: kfuhrgihewòoijerfjoerjgfijgi.

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Dove sei stanotte (Alessandro Robecchi) https://cultura.biografieonline.it/tra-giallo-e-nero/ https://cultura.biografieonline.it/tra-giallo-e-nero/#respond Tue, 30 Jun 2015 08:27:59 +0000 http://girolepagine.com/?p=79 tra giallo e noir

di alessandro robecchi è uscito il secondo libro. no, il quarto in realtà – e aggiungiamo pure che robecchi scrive da sempre comunque. dico è uscito il secondo libro parlando di narrativa. dove sei stanotte – sellerio 2015, è il seguito di questa non è una canzone d’amore, che ho letto ma di cui, come di molti libri, ricordo pochissimo. ricordo però che l’avevo letto volentieri e avevo apprezzato.
quanto mi piacciono i libri ambientati a milano. perché vedo, mentre leggo. perché adoro milano e tra 5 giorni saranno 15 anni che sono qui. 15. stamminchia.

Dove sei stanotte - libro
Dove sei stanotte (di Alessandro Robecchi • 2015, Sellerio editore Palermo)

la metro gialla si fermava a zara, in agosto in centro non trovavi nemmeno un posto dove mangiare, andavamo a ballare all’idroscalo o in un pub sui navigli che ora è chiuso, beneomale si trovava parcheggio o ce lo si inventava, non c’erano hamburgerie a venderti un panino per venti euriz, ci si portava in auto un bottiglione di gintonic per non spendere troppo, la birra artigianaCOSA? si faceva l’alba mangiando pizza al taglio in piazza gobetti o si limonava pesante in fondo a valvassori peroni.

e io avevo nemmeno vent’anni, un’università che odiavo, un lavoro, un fidanzato bello-da-morire che però ecco magari se la prossima volta me lo dici prima che hai un’altra, è meglio, mettevo dei vestiti improbabili (ve lo ricordate quello lungo leopardato? no? meglio), abitavo col mio migliore amico che is not in the picture anymore manco lui e avevo per la prima volta una compagnia. chissà dove siete finiti tutti. chissà se state bene.
e robecchi che c’entra? niente, infatti.

Alessandro Robecchi
Alessandro Robecchi

alessandro robecchi scrive della milano di oggi, che impazzisce durante il salone del mobile, che l’expo e i contratti precarissimi, i bar di corvetto e quelle cose lì. scrive anche di chi vuol provare a fare la differenza, anche se piccola. poi va bene c’è la storia, il morto, ma quello che ho apprezzato di più è il contorno.

faccio fatica a definire questo romanzo un noir. non trovo la parte nera. un giallo? un giallo ci sta, c’è il morto, la polizia, uno che non è la polizia ma scopre cose. per il noir me manca un po’ di quella cosa marcia nel cuore, si capisce?

questo libro, e anche il precedente, di questo sono sicura, parlano di cose serie ma ti fanno sorridere. no, a volte ridere proprio. perché robecchi alla fine è robecchi e lo sa che a volte, se ridi, il sottotesto ti entra meglio. qui di sottotesti ce ne sono diversi, a volte non stanno nemmeno troppo sotto, in effetti.

poi c’è anche un momento in cui ho frignato ma è solo perché sono invidiosa di cose che a me non succederanno. aspe’ che c’ho di nuovo i lacrimoni.

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