Libri gialli Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Fri, 04 Oct 2024 12:33:35 +0000 it-IT hourly 1 Quer pasticciaccio brutto de via Merulana: riassunto, commento e breve analisi https://cultura.biografieonline.it/quer-pasticciaccio/ https://cultura.biografieonline.it/quer-pasticciaccio/#comments Tue, 10 May 2022 07:53:00 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=15888 Quer pasticciaccio brutto de via Merulana è uno dei romanzi più importanti dello scrittore Carlo Emilio Gadda, importante autore della letteratura italiana del Novecento. Gadda nacque a Milano nel 1893. Da giovane subì la grave perdita del padre, a seguito della quale la madre, ricca signora della borghesia lombarda, costrinse i figli a lavorare duramente pur di mantenere un alto tenore di vita. Venne chiamato alle armi e partecipò alla Prima Guerra Mondiale, un’esperienza che lo formò profondamente. Gadda si laureò poi in ingegneria e svolse la professione all’ estero per alcuni anni, prima di rientrare definitivamente in patria intorno agli anni ’50. È di questo periodo la sua più intensa produzione e, grazie al successo ottenuto, si dedicò completamente alla letteratura fino alla morte, avvenuta nel 1973.

Quer pasticciaccio brutto de via Merulana - Carlo Emilio Gadda
Quer pasticciaccio brutto de via Merulana: l’immagine di una copertina del libro e una foto dell’autore Carlo Emilio Gadda

L’opera di Gadda

Le opere di Gadda non sono facilmente classificabili in generi ben precisi e la loro stessa organizzazione risulta molto complessa. Gadda infatti scrisse appunti, diari, meditazioni quasi tutte disorganiche ed incomplete. Tra gli scritti narrativi si ricordano: Giornale di guerra e di prigionia (1955), il saggio Eros e Priapo (1967), l’Adalgisa (1943) e i veri e propri romanzi quali La cognizione del dolore (1963)  e Quer pasticciaccio brutto de via Merulana (1957).

Quer pasticciaccio brutto de via Merulana

Gadda inizia a scrivere Quer pasticciaccio all’inizio del 1946, prendendo spunto da un caso di cronaca apparso sui giornali. Il romanzo parte proprio come risoluzione di un crimine e quindi come giallo. Nel 1946 escono cinque puntate sulla rivista «Letteratura» e ci vorranno più di dieci anni per l’edizione completa e definitiva, uscita nel 1957 dopo molteplici revisioni.

Il titolo allude sia alla difficile risoluzione del giallo presente nel romanzo che al caos della realtà (pasticciaccio). Via Merulana è una famosa strada della Roma bene, il palazzo è detto “Palazzo del Ori” ed è situato nei pressi del Colosseo.

Riassunto

La vicenda è ambientata nel 1927 e narra la storia di Francesco Ingravallo (detto Ciccio), commissario della Squadra Mobile di Roma, che sta indagando su un furto di gioielli avvenuto ai danni della contessa Menegazzi, in via Merulana. Trascorsi pochi giorni dal fatto, il commissario incappa in un caso di omicidio: viene trovata sgozzata Liliana Balducci, una signora che abitava di fronte all’appartamento dove era avvenuto il furto.

La donna, al cui fascino non era insensibile Ciccio Ingravallo, era spesso malinconica e, a causa dell’impossibilità di avere figli e si circondava spesso di serve, che diventavano sue nipoti acquisite. Il primo sospettato del delitto sembrava essere un cugino, Giuliano Valdarena, che viene però scagionato e le indagini si spostano sulle relazioni torbide tra la Balducci e le sue “nipoti”.

Finale

Intanto Ingravallo trova una pista anche per il furto dei gioielli, anche se non è detto che i due fatti siano collegati tra di loro: i sospetti cadono su un ragazzo che indossa una sciarpa verde e alcuni suoi compagni e presunti complici. Ma nessuno degli indagati, neanche Assunta Crocchiapani, cameriera della Balducci, può essere considerato l’assassino e il giallo resta così irrisolto.

Breve analisi

Ingravallo non segue una pista lineare per la ricerca del colpevole perché non crede nella linearità dei fatti e del corso storico. Il romanzo diventa un pastiche, un intrigo di eventi dai quali poi è impossibile uscirne. Anche il linguaggio utilizzato è un pastiche, ovvero un misto di registri differenti: l’autore passa continuamente dal dialetto molisano a quello romano, ai linguaggi tecnico-scientifici, rendendo la narrazione di complessa lettura.

Gadda, in questa che può essere considerata la sua opera principale, ha voluto rappresentare la realtà seguendo la verosimiglianza dei fatti quasi come un narratore realista ma, scegliendo come finale la impossibile risoluzione dei casi, ha dipinto in chiave tragicomica gli eventi umani e l’impossibilità da parte dell’uomo di comprenderli.

Il libro

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Trappola per topi, di Agatha Christie: riassunto https://cultura.biografieonline.it/trappola-per-topi-di-agatha-christie/ https://cultura.biografieonline.it/trappola-per-topi-di-agatha-christie/#comments Thu, 14 Oct 2021 13:11:00 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=1600 Trappola per topi (The Mousetrap) è un grande classico di Agatha Christie. E’ un’opera che ha riscosso un successo internazionale, anche a teatro.

È stato rappresentato al New Ambassadors Theatre di Londra per la prima volta il 25 novembre 1952 ed è stato replicato per oltre 60 anni, ogni sera.

Ma c’è di più, perché la messa in scena è stata proposta in 45 Paesi diversi e il libro tradotto in ben 24 lingue.

Riassunto

La storia è ambienta all’interno di una pensione tipica inglese di “Castel del frate”. Questa casa si trova a circa 30 minuti da Londra ed è sicuramente uno dei grandi protagonisti della commedia di Agatha Christie. Gli albergatori sono una coppia giovane, appena sposata, e senza esperienza. Essi accolgono per la prima volta i loro primi cinque ospiti.

Arrivano a soggiornare:

  • il signor Christopher Wren,
  • la petulante signora Boyle,
  • la scostante signorina Casewell,
  • il signor Paravicini,
  • il maggiore Metcalf.

Tutti hanno un’aria strana e sospettosa.

Mollie e Giles Ralston, i proprietari della pensione Monkswell Manor, non sono molto fortunati. La loro attività si apre in una sera di freddo, nel bel mezzo di una bufera di neve, che non fa presumere nulla di buono.

L’ambientazione quindi è quella classica da thriller e la suspense sale quando la radio dà una tremenda notizia: a Paddington, in Culver Street 24, è stata assassinata una vecchietta. La polizia non ha idea di chi possa essere l’assassino. Questo crimine è stato battezzato l’omicidio dei Tre topolini ciechi, perché l’anziana uccisa sembra avere un legame con un fatto di cronaca, accaduto qualche anno prima, durante cui erano stati sfruttati tre poveri bambini.

Il sesto ospite

I Ralston, appresa la novità, appaiono spaesati, perché i clienti sono davvero molto strani. Essi danno l’impressione di nascondere qualcosa. A questo punto alla locanda arriva un sesto ospite. È il sergente Trotter, del Comando di Polizia del Berkshire.

Egli sta indagando sulla morte dell’anziana signora e al tempo stesso vuole proteggere i protagonisti dall’assassino, ancora a piede libero.

Secondo Trotter, l’omicida potrebbe essere proprio uno degli ospiti. Si teme che l’assassino abbia intenzione di uccidere sulla scia della tipica filastrocca dei “Tre topolini ciechi”: mancano quindi due vittime.

Nel frattempo, il meteo impietoso ha reso le strade impraticabili. Tutti i personaggi della commedia sono consapevoli di essere intrappolati in albergo.

 

Trappola per topi: chi è l’assassino

Attenzione: di seguito viene svelato chi è l’assassino

"Trappola per topi", copertina inglese del libro
“Trappola per topi”, copertina inglese del libro

Durante la serata, nel buio, viene uccisa una seconda persona: è la signora Boyle. È proprio la morte di questa donna a far scatenare il panico tra tutti i personaggi della locanda: Mollie e Giles iniziano a discutere, perché il sergente insinua il dubbio del tradimento. Gli ospiti sono sconcertati del clima che li circonda.

Trotter sostiene che il colpevole sia la signora Mollie Ralston e cerca di ucciderla nel tentativo di smascherarla.

In realtà, quella del sergente è solo una farsa perché è proprio lui l’omicida!

Il suo obiettivo è quello di uccidere la locandiera, responsabile della morte del fratello, venuto a mancare a causa delle privazioni subite dalla vecchietta uccisa a Paddington.

Per fortuna un ospite, la signorina Casewell, comprende tutto: Trotter non è veramente un sergente, ma è l’assassino travestito.

La donna, con l’aiuto del Maggiore Metcalf, inviato da Scotland Yard per proteggere i locandieri, riesce a disarmare il criminale e a farlo arrestare.

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Andrew Vachss, due libri: Oltraggio e The getaway man https://cultura.biografieonline.it/andrew-vachss-libri/ https://cultura.biografieonline.it/andrew-vachss-libri/#respond Mon, 28 Dec 2015 12:33:29 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=16143 e son soddisfazioni

ho letto due libri di andrewvachss perché li ha consigliati giovanniarduino. io di giovanni mi fido. se non sapete chi è giovanni, credo sia sufficiente dire che è il traduttore italiano di stephen king. io non lo so mica come ho conosciuto giovanni, però c’entra l’internet e c’entrano più di dieci anni fa e con giovanni sono arrivati pure enrica e alberto e altri ma lasciamo stare questa parte che pure è interessante perché cose a cui non dai peso poi alle volte invece.
per esempio io quando mi taglio accidentalmente magari penso a mettere un cerotto ma penso anche che dovrei mandare una foto del taglio a giovanni. poi di solito non lo faccio perché mi dimentico e do priorità al cerotto.

Andrew Vachss
Una foto di Andrew Vachss

ma vachss. non ho trovato moltissimo, ho letto oltraggio, interno giallo – 1989 e the getaway man, fanucci, 2010. oltraggio è il primo libro della serie dedicata a burke che è una specie di investigatore che però si dedica soprattutto ai casi di abusi sui minori, anche perché vachss di quello si intende, lo fa de lavoro proprio. o lo ha fatto. ho provato ad andare sul suo sito e sono stata catapultata all’epoca di myspace e dopo poco ne sono uscita sennò ci passavo la giornata invece devo lavorare. comunque burke ha un cane che mi pare sia un mastino napoletano da come lo descrive. ‘mazza se son grossi quelli. ha alcune caratteristiche tipiche dell’investigatore classico da hardboilerone ma è un pochino più evoluto in alcune cose. la storia, va da sé è un caso.

Oltraggio - libro
Oltraggio (una copertina del libro di Andrew Vachss)

the getaway man invece è la storia di uno che fa l’autista di macchine, e sa farlo bene. ma siccome le cose sono divertenti solo se illegali, fa l’autista di macchine per le rapine. andrew vachss io non lo so come guida ma per questo tipetto qui, un po’ ci si casca eh. sarà che siamo un po’ tutte attratte dai bad boys? ma va. è che lui boh. lui vuole guidare.

quando ho preso in mano per la prima volta the getaway man, ho letto nella prima pagina delle dediche questo:
grazie…
Giovanni Arduino [e altri, nda]
e nella pagina successiva:
ringraziamento per…
Joe R. Lansdale
Sul serio, fratello. Saremmo stati dei re.

allora io ho capito che quello sarebbe stato un libro giusto per me, e sono salita in macchina con eddie.

The getaway man - libro - Andrew Vachss
The getaway man (copertina del libro)

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Un uomo da niente (libro di Jim Thompson) https://cultura.biografieonline.it/un-uomo-da-niente/ https://cultura.biografieonline.it/un-uomo-da-niente/#respond Thu, 10 Dec 2015 16:08:54 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=15908 un uomo da niente uno scrittore da tanto

di jimthompson ho già parlato e anche di quanto jim thompson sia un genio, ho già parlato.
ho letto un uomo da niente – einaudi, 2013 ed è comunque riuscito a lasciarmi a bocca aperta, incollata alle pagine. ogni personaggio di thompson ha delle caratteristiche simili, soprattutto non si riesce a capire se ci è o ci fa, e spesso scopri che ci fa. perché quelli che sembrano i più sciocchi sono invece i più intelligenti di un’intelligenza che un po’ spaventa eh.

Un uomo da niente - Jim Thompson - copertina del libro
La copertina del libro dello scrittore americano James Myers Thompson – detto Jim – “Un uomo da niente”. Scritto nel 1954, uscì in Italia per la prima volta come “L’uomo nulla” (The Nothing Man). La copertina in questa immagine è quella dell’edizione 2013 della collana Einaudi Stile libero Big.

in questo libro quello che è vero, quello di cui siamo assolutamente certi, non lo è. e per chi è abituato a legger gialli, non si tratta del solito muore uno non si sa bene chi è alla fine si scopre.
jim thompson disegna il protagonista, clinton brown, con tratti di matita 2B, e in certi punti sfuma col dito così tanto che ci si chiede come possa farlo. clinton brown, si direbbe ora, soffre di disturbo da stress post traumatico. durante la guerra una mina gli ha portato via quello che per molti uomini è l’unica ragione che li renda tali. da qui l’alcool, la chiusura, la follia a volte, ma anche un acume spaventoso e una lucidità nel raccontare le cose, incredibile.

clinton brown è al tempo stesso burattinaio e marionetta. jim thompson è l’unico che può tenere in mano i fili e noi siamo lì, spettatori, come bambini in piazza a natale. ma non tutte le storie finiscono bene. in realtà non tutte le storie finiscono, e la lucidità di un folle porta via un po’ di quella che crediamo avere noi.

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Sette libri di Gianni Biondillo https://cultura.biografieonline.it/biondillo-libri/ https://cultura.biografieonline.it/biondillo-libri/#respond Wed, 21 Oct 2015 15:04:44 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=15432 quartoggiaro caput mundi

Binge-watching, also called binge-viewing or marathon-viewing, is the practice of watching television for longer time spans than usual, usually of a single television show.

questa è la definizione data da wikipedia al binge watching, che va per la maggiore ultimamente. ti metti lì e ti spari tutta una stagione o più di una serie tv, in poco tempo. notti, weekend, quanno te pare.

MA. io mi sono data al binge reading. non potendo correre e camminando a fatica perché infortunata, mannaggiammè e a chi dice che la corsa fa bene, ho letto in un tempo relativamente breve – setteggiorni [cit.] – i libri di giannibiondillo quelli dell’ispettore ferraro (lo specifico, ché biondillo ne ha scritti pure altri).

Gianni Biondillo - libri
Le copertine di alcuni libri di Gianni Biondillo che hanno per protagonista l’ispettore Ferraro

gianni biondillo è uno degli esponenti del noir all’italiana contemporaneo. alla milanese, nel suo caso, non perché siano allo zafferano ma perché sono ambientati a milano e ok, al massimo dintorni. buona parte a quarto oggiaro e se siete di milano sapete cosa vuol dire quarto oggiaro, se no diciamo che è un quartiere popolare, di cui si parla spesso con accezione negativa ma che biondillo presenta come un paese a sé, dove le famiglie si conoscono, abitano da sempre nelle stesse case, ci sono i negozi invece dei centri commerciali (ah no, c’è anche un centro commerciale vicino, è dove vado io a fare la spesa il sabato e prima della spesa mangio 2 toast col tabasco e una coca zero piccola, 6 eur).

i romanzi della serie sono:

  • per cosa si uccide – guanda, 2004
  • con la morte nel cuore – guanda, 2005
  • il giovane sbirro – guanda, 2007
  • i materiali del killer – guanda, 2011
  • cronaca di un suicidio – guanda, 2013
  • nelle mani di dio – guanda, 2014
  • l’incanto delle sirene – guanda, 2015

in questi romanzi gianni biondillo non racconta il classico c’è un morto arriva il poliziotto figo e un po’ dannato, risolve il caso, va a mangiare, come spesso si trova ultimamente, ma ci mette anche altro. ci mette la crescita e la maturazione di un uomo che evolve, matura (forse), affronta cose. con una puntata a metà che è un prequel, racconta ferraro da gggiovano.
in ogni libro non c’è solo il caso principale ma anche casi secondari, che a volte vengono risolti a volte no a volte vengono raccontati da uno degli attori del caso stesso, a volte non sono nemmeno fondamentali per il caso principale. avendoli letti uno via l’altro, faccio un po’ fatica a ricordarli singolarmente.

Gianni Biondillo
Una foto di Gianni Biondillo

ricordo però che sono classici, non classici come i promessi sposi, ma standard, senza dare al termine un’accezione banale e noiosa. sono libri che rientrano di diritto nella mia comfort zone. alle volte biondillo ci prova forse e ci sono brani che vanno alla ricerca di qualcosa d’altro, di qualcosa tipo letteratura meglio, ma a volte stonano. non c’è bisogno di altro, quando si ha ciò che serve.

una cosa che capita a leggere tutti insieme libri dello stesso autore è che a volte magari usa un modo di dire o dice qualcosa, e poi nei libri successivi lo ripete e non è una reprise, sembra quasi come quando parlando ci sono delle espressioni che usiamo più spesso. non mi piace molto, ogni volta sembra la prima ma per te non lo è e a questo punto credo di essermi messa in un discorso che non si capisce e manco so concludere scusate devo andare a prendermi il pranzo ciao.

quando ho finito l’ultimo, con ferraro che potrebbe ormai essere mio padre ma è molto diverso, da mio padre, un po’ mi sono accorta di essermici affezionata. e non si sa mai magari un giorno che sono al metropoli (il centro commerciale di cui sopra) lo incrocio. o su via padova, che ora ci lavoro vicino però ancora per pochissimo e lui si è trasferito lì dopo l’avventura romana.

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Dove sei stanotte (Alessandro Robecchi) https://cultura.biografieonline.it/tra-giallo-e-nero/ https://cultura.biografieonline.it/tra-giallo-e-nero/#respond Tue, 30 Jun 2015 08:27:59 +0000 http://girolepagine.com/?p=79 tra giallo e noir

di alessandro robecchi è uscito il secondo libro. no, il quarto in realtà – e aggiungiamo pure che robecchi scrive da sempre comunque. dico è uscito il secondo libro parlando di narrativa. dove sei stanotte – sellerio 2015, è il seguito di questa non è una canzone d’amore, che ho letto ma di cui, come di molti libri, ricordo pochissimo. ricordo però che l’avevo letto volentieri e avevo apprezzato.
quanto mi piacciono i libri ambientati a milano. perché vedo, mentre leggo. perché adoro milano e tra 5 giorni saranno 15 anni che sono qui. 15. stamminchia.

Dove sei stanotte - libro
Dove sei stanotte (di Alessandro Robecchi • 2015, Sellerio editore Palermo)

la metro gialla si fermava a zara, in agosto in centro non trovavi nemmeno un posto dove mangiare, andavamo a ballare all’idroscalo o in un pub sui navigli che ora è chiuso, beneomale si trovava parcheggio o ce lo si inventava, non c’erano hamburgerie a venderti un panino per venti euriz, ci si portava in auto un bottiglione di gintonic per non spendere troppo, la birra artigianaCOSA? si faceva l’alba mangiando pizza al taglio in piazza gobetti o si limonava pesante in fondo a valvassori peroni.

e io avevo nemmeno vent’anni, un’università che odiavo, un lavoro, un fidanzato bello-da-morire che però ecco magari se la prossima volta me lo dici prima che hai un’altra, è meglio, mettevo dei vestiti improbabili (ve lo ricordate quello lungo leopardato? no? meglio), abitavo col mio migliore amico che is not in the picture anymore manco lui e avevo per la prima volta una compagnia. chissà dove siete finiti tutti. chissà se state bene.
e robecchi che c’entra? niente, infatti.

Alessandro Robecchi
Alessandro Robecchi

alessandro robecchi scrive della milano di oggi, che impazzisce durante il salone del mobile, che l’expo e i contratti precarissimi, i bar di corvetto e quelle cose lì. scrive anche di chi vuol provare a fare la differenza, anche se piccola. poi va bene c’è la storia, il morto, ma quello che ho apprezzato di più è il contorno.

faccio fatica a definire questo romanzo un noir. non trovo la parte nera. un giallo? un giallo ci sta, c’è il morto, la polizia, uno che non è la polizia ma scopre cose. per il noir me manca un po’ di quella cosa marcia nel cuore, si capisce?

questo libro, e anche il precedente, di questo sono sicura, parlano di cose serie ma ti fanno sorridere. no, a volte ridere proprio. perché robecchi alla fine è robecchi e lo sa che a volte, se ridi, il sottotesto ti entra meglio. qui di sottotesti ce ne sono diversi, a volte non stanno nemmeno troppo sotto, in effetti.

poi c’è anche un momento in cui ho frignato ma è solo perché sono invidiosa di cose che a me non succederanno. aspe’ che c’ho di nuovo i lacrimoni.

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Allmen e le dalie (di Martin Suter) https://cultura.biografieonline.it/allmen-e-le-dalie/ https://cultura.biografieonline.it/allmen-e-le-dalie/#respond Thu, 05 Mar 2015 09:33:29 +0000 http://girolepagine.com/?p=32 di dalie, libellule, diamanti rosa e un filo di biagio antonacci

martin suter è svizzero. e scrive come i marciapiedi di lugano, liscio, pulito, no fronzoli. allmen e le dalie – sellerio, 2015 – continua la serie di allmen, che è uno che se lo incontrassi per strada direi maronna cheppalle questo lo odio, ma così, a leggere di lui e di carlos e di marìa, io lo adoro, con tutto il suo essere snob, i suoi completi in cachemire, la casetta del giardiniere.
è facile da leggere, suter. piacevole.

però questa non me la dovevate fare. libri che leggo perché vanno sotto la categoria no ansia, me lo fate finire con un cliffhanger così. e io. e lei. adesso dove sei [cit.].

Allmen e le dalie
Allmen e le dalie (2014, Sellerio) – Romanzo giallo di Martin Suter

Allmen e le dalie

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Dieci piccoli indiani, riassunto del capolavoro di Agatha Christie https://cultura.biografieonline.it/dieci-piccoli-indiani-riassunto/ https://cultura.biografieonline.it/dieci-piccoli-indiani-riassunto/#comments Tue, 24 Sep 2013 11:56:19 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=7873 Una delle opere più importanti di Agatha Christie è “Dieci piccoli indiani”, uno dei suoi maggiori capolavori gialli mozzafiato che uscì in Italia nel 1946 con il titolo “E poi non rimase nessuno”. Il libro, inizialmente intitolato “Dieci piccoli negri”, cambiato a seguito di proteste dell’opinione pubblica per il senso dispregiativo, divenne “Dieci piccoli indiani” ed ha avuto un enorme successo.

Copertina di "Dieci piccoli indiani", di Agatha Christie
Dieci piccoli indiani, di Agatha Christie. La copertina di una recente edizione Mondadori

Il libro è stato tradotto in molte lingue ed è divenuto sia una piéce teatrale che la sceneggiatura di un famoso film. Chiunque legga il romanzo, rimane intrappolato in un’atmosfera surreale ed inquietante. Il libro difatti tiene col fiato sospeso fino all’ultimo; il lettore continua a chiedersi chi è l’assassino e non può non rimanere affascinato dalla trama intricata. I personaggi si ritrovano ad essere gli uni agli occhi degli altri: colpevoli, accusatori, investigatori e perfino assassini.

Riassunto

Dieci piccoli indiani: la versione inglese
Dieci piccoli indiani: la copertina di una versione inglese, dal titolo “E poi non rimase nessuno”

Al largo della costa del Devon, a Nigger Island (isola la cui forma assomiglia ad una “testa di negro”), otto persone vengono invitate per una breve vacanza da un certo Urlick Norman Owen che vive nell’isola con la moglie Nancy Owen. A dare il benvenuto ai vari ospiti, li attende il maggiordomo Thomas Rogers e la moglie Ethel.

In tutto sull’isola si ritrovano dieci persone: il maggiordomo e sua moglie, una acida zitella, un playboy amante della velocità, un militare in pensione, un famoso medico londinese, un ex poliziotto, un noto giudice, un ex esploratore e una giovane insegnante di ginnastica, ma i proprietari della casa non si fanno vivi; ad aspettarli dieci statuette di porcellana che rappresentano dieci giovani indigeni ed una filastrocca inquietante che recita così:

“Dieci poveri negretti se ne andarono a mangiar: uno fece indigestione, solo nove ne restar.
Nove poveri negretti fino a notte alta vegliar: uno cadde addormentato, otto soli ne restar.
Otto poveri negretti se ne vanno a passeggiar: uno, ahimè, è rimasto indietro, solo sette ne restar.
Sette poveri negretti legna andarono a spaccar: un di lor s’infranse a mezzo, e sei soli ne restar.
I sei poveri negretti giocan con un alvear: da una vespa uno fu punto, solo cinque ne restar…”.

I dieci vacanzieri, che non si conoscono tra loro, prendono possesso delle stanze e poi si ritrovano tutti nella sala principale. Durante la cena la vacanza diventa inquietante: una voce registrata li accusa di essere degli assassini che non sono mai stati puniti, compresa la servitù. Ciascuno a turno cerca di scagionarsi, anche dichiarando il falso.

A poco a poco, gli ospiti muoiono (secondo i metodi espressi nella macabra filastrocca) e le statuette di porcellana scompaiono. Il primo a morire il giovane Anthony Marston, avvelenato dopo aver bevuto un cocktail contenente cianuro. Poi è la volta della signora Rogers che muore misteriosamente nel sonno. L’adrenalina sale sull’isola tanto che Blore, un ex ispettore di polizia, il dottor Armstrong e Lombard, un capitano avventuriero, decidono di ispezionare l’isola ma non trovano estranei. Si insinua a questo punto il sospetto che l’autore dei crimini possa essere uno degli invitati all’isola.

Si susseguono gli omicidi inspiegabili: McArthur viene ucciso sulla spiaggia da un oggetto pesante, Thomas Rogers colpito con un’accetta. Emily Brent per colpa del veleno iniettato da qualcuno, da una siringa del dottor Armstrong, Blore colpito da un blocco di marmo a forma di orso. In ultimo Vera ruba la pistola all’unico superstite e ritenendolo l’assassino, gli spara un colpo al cuore. Presa dai rimorsi rientra in casa, si dirige in camera e si impicca. L’ultimo superstite, il signor Wargrave, si suicida con uno stratagemma per creare il mistero di Nigger Island.

Considerazioni finali

“Dieci Piccoli Indiani” è uno dei libri gialli più venduti al mondo, che continua ad affascinare lettori di ogni età per la trama coinvolgente e ricca di mistero. Agatha Christie, come sempre nei suoi romanzi, crea in modo mirabile l’atmosfera di suspense che incolla il lettore al racconto. Tipiche anche le ambientazioni, l’accuratezza dei dettagli nella narrazione, la tipologia dei personaggi mai privi di spessore, con le loro passioni, paure, sentimenti.

Nel romanzo è dipinta mirabilmente la psiche dei dieci ospiti, che diventano progressivamente animali in una spirale di sospetto e terrore. I sospetti ricadono su tutti, nessuno escluso, e non ci sono mai abbastanza indizi, non si capisce cosa si nasconde dietro questo gioco perverso né chi ne sia l’artefice. Solo in ultimo, il lettore più attento può percepire chi è l’autore dei crimini.

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Danila Comastri Montanari, Signora del giallo storico https://cultura.biografieonline.it/danila-comastri-montanari/ https://cultura.biografieonline.it/danila-comastri-montanari/#comments Wed, 10 Jul 2013 14:59:47 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=7622 Danila Comastri Montanari è nata a Bologna il 4 novembre 1948.

Laureata in Pedagogia e in Scienze Politiche per vent’anni insegna e viaggia ai quattro angoli del mondo. Nel 1990 scrive il suo primo romanzo, Mors Tua, e da allora si dedica a tempo pieno alla narrativa, privilegiando un genere, quello del giallo storico, che le permette di conciliare i suoi principali interessi: lo studio del passato (in particolare le civiltà antiche) e l’amore per gli intrecci mystery.

Danila Comastri Montanari
Danila Comastri Montanari

Dalle note biografiche che troviamo sui suoi libri sappiamo che è “accanita fumatrice, apprezza gli alcoolici, rifugge dalle diete, frequenta stazioni termali e scavi archeologici, legge polizieschi, saggi di storia, classici latini, greci e cinesi. È una fanatica utente di internet. Vive in una grande casa al centro di Bologna con il marito, due gatti, un pappagallo, duecento piante, diecimila libri e cinque computer.

A partire dal 1990 scrive gialli storici incentrati sulla figura di Publio Aurelio Stazio, nobile senatore della Roma di Claudio (metà I secolo d.C.). Al momento sono stati pubblicati 16 romanzi: Mors tua, In corpore sano, Cave canem, Morituri te salutant, Parce sepulto, Cui prodest?, Spes ultima dea, Scelera, Gallia est, Saturnalia, Ars moriendi, Olympia, Tenebrae, Nemesis, Dura Lex, Tabula rasa.

Oltre alla serie succitata, l’autrice ha pubblicato anche altri due romanzi gialli storici che si svolgono in epoche storiche diverse dalla classicità: La campana dell’arciprete (ambientato nelle campagne emiliane del 1824) e Terrore (ambientato a Parigi nel 1793), nonché quattro antologie personali: Il panno di mastro Gervaso, Una strada giallo sangue, Ricette per un delitto e Istigazione a delinquere. Una sessantina di altri racconti sono invece raccolti in antologie colletive.

Nel febbraio 2007 ha pubblicato il saggio Giallo antico. Come si scrive un poliziesco storico, edito da Hobby & Work, sull’argomento omonimo; in appendice sono contenuti i racconti I pirati del Chersoneso, Assassinio al tempio di Vesta e Il giallo del serpente.  Tutti i romanzi sono disponibili negli Oscar Mondadori.

Intervista

Danila, quando e come nasce la tua passione per la scrittura?

A quarant’anni, quando ho avuto un po’ di tempo libero: come mi piace spesso ripetere, prima avevo troppo da vivere per trovare il tempo per scrivere. Mia figlia bambina cominciò a giocare in cortile con gli amici ed io restavo sola in casa per un paio di ore al giorno, senza però potermi allontanare. Così cominciai. Non avevo mai scritto in precedenza una sola di riga di narrativa, nemmeno un diario nell’adolescenza (feci il mio primo racconto dopo aver pubblicato già due romanzi), perché, pur avendo fin dalla prima infanzia l’abitudine di inventarmi un mucchio di storie complicatissime, non sentivo mai il desiderio di metterle nero su bianco, mi bastava pensarle.

Come sono stati gli inizi? Hai avuto subito successo?

Si, sono sempre stata una persona molto fortunata: ho iniziato il primo libro, Mors tua, a dicembre, a febbraio l’ho spedito al Giallo Mondadori, ho vinto subito il premio Tedeschi, e ai primi di giugno ero già pubblicata, sei mesi in tutto. Naturalmente ho mentito spudoratamente, assicurando la redazione del Giallo di avere già pronto il seguito, per poi tornare a casa a scriverlo di corsa, sperando che la casa editrice non cambiasse idea sulla nuova proposta…

La tua scrittura attinge alla storia. È un lavoro complesso, che richiede molto studio. Come riesci ad intrecciare realtà e fantasia?

Attingo a una storia che frequento fin dall’adolescenza, anche se naturalmente ogni romanzo necessita di una ricerca specifica sulla sottocultura in cui è ambientato (ad esempio, il mondo dei ludi gladiatori in Morituri te salutant, l’ambiente della scuola e delle banche in Parce sepulto, i circoli filosofici in Cui prodest? ecc…). La correttezza dell’ambientazione mi interessa fin quasi al fanatismo, tuttavia se un giorno dovessi scegliere tra una scena efficace e una ricostruzione rigorosa, privilegerei senza dubbio la prima: a mio parere un autore deve innanzitutto coinvolgere con la trama e i personaggi, soltanto dopo divulgare o informare.

Come si sviluppa il tuo lavoro, e come nasce un tuo romanzo?

Di solito conosco l’inizio, spesso anche la fine. Dopo viene il difficile, far quadrare tutto il resto, ovvero scrivere il libro!

Il romanzo storico insieme al giallo, a partire dalla serie dedicata alla figura di Publio Aurelio Stazio, nobile senatore romano della metà del I secolo d.C. : la storia dell’antica Roma si presta a tessere intrighi e delitti, ma come mai hai scelto proprio questo personaggio?

Conoscevo abbastanza bene l’ambiente ed ero certa che un po’ lo conoscesse anche il pubblico. E poi Roma è Roma! Al mio protagonista ho dato gran parte della mia personalità e della mia mentalità, al di là delle differenze di sesso, aspetto, condizione economica e sociale, epoca e civiltà di riferimento.

Nelle tue opere, sei stata ispirata da qualcuno?

I romanzi che scrivo riflettono i libri che ho letto, i film che ho visto, i luoghi che ho visitato, le conversazioni di cui ho goduto e persino, mutatis mutandis, alcuni episodi della mia vita, di solito quelli che i lettori ritengono forse improbabili, perché troppo “romanzeschi”. In un libro però misi gli urinatores (i sommozzatori romani) dopo averne parlato a lungo con un anziano appassionato di archeologia subacquea, e in un altro feci sposare Paride, il castissimo intendente di Publio Aurelio, perché una affezionata lettrice ottantunenne mi aveva detto al telefono quanto sperava che prima o poi anche lui si sistemasse con una donna… I miei lettori sono fonti preziose di idee e spunti, nonché giudici importantissimi di tutto ciò che scrivo, gli unici della cui opinione io tenga conto.

Quali sono le tue letture preferite, manuali di storia a parte?

Narrativa di genere, meglio ancora se seriale: romanzi di indagine, polizieschi o thriller (non soltanto anglosassoni o latini, ma anche scritti in Cina, Giappone, Israele, Turchia, Islanda ecc…), gialli di ambiente (storici di tutte le epoche, o a sfondo etnologico, religioso, medico, legale ecc…), romanzi di avventura, fantascienza, spionaggio, qualche sporadico fantasy. Classici latini, greci e cinesi. Molta saggistica storica, antropologica e scientifica.

Secondo te, come è cambiato e sta cambiando il modo di fare letteratura?

Per una scelta precisa, da decenni frequento soltanto la letteratura di massa. Rarissimi sono i romanzi letti da me negli ultimi trent’anni all’interno della narrativa cosiddetta “blanche”, quindi non sono abilitata a rispondere a questa domanda.

Hai altri interessi, oltre alla scrittura?

Troppi per citarli tutti. Un tempo ero un’accanita viaggiatrice e andavo forsennatamente su e giù per il mondo intero, soprattutto nei continenti extraeuropei, con qualunque mezzo, dall’aereo al carro-bestiame, dalla nave all’autostop, dal bus alla moto, dal mulo al treno. Adesso che le mie condizioni fisiche mi permettono di spostarmi molto poco, internet ha ovviato a molti dei miei bisogni, portando il mondo a casa mia (ve l’ho detto, sono fortunata, è arrivato proprio al momento giusto!)

Amo moltissimo le piante, i gatti, il bricolage per arredamento e vestiti (senza istruttori, e senza corsi, mi piace provare e se qualcosa non viene bene butto via tutto: sono allergica a qualunque tipo di corso strutturato, lasciai la scuola superiore per studiare da privatista e nelle due diverse facoltà che ho frequentato assistetti a una decina di lezioni in tutto). Mi interessano molto la divulgazione scientifica, la didattica di varie materie, le scienze politiche in genere, compresa l’economia (che però spesso è fuori dalla mia portata, troppo difficile!), la linguistica e l’arte figurativa soprattutto fino al XVI secolo; amo svisceratamente l’antropologia e l’archeologia, soltanto per studiare e visitare i lavori altrui, però, visto che in vita mia ho scavato per un solo pomeriggio.

Infine mi piacciono gli stabilimenti termali e la cucina di tutti i paesi, nessuno escluso, da assaggiare e riprodurre. Mi piace chiacchierare, stare su Facebook, giocare a carte e a molti giochi da tavolo o da consolle. Sono un’appassionata di videogames di strategia in linea (all’ultimo, che ho lasciato pochi giorni or sono, ho partecipato per due anni e mezzo di seguito, almeno una volta al giorno). Sono una fanatica utente del web, in collegamento da mane a sera, e adoro il computer fin da quando bisognava programmarselo in basic; quello che sto usando ora è Aristarco IX: tutti i miei computer si sono sempre chiamati così in onore di Aristarco di Samo, lo scienziato greco che concepì il sistema eliocentrico 1800 anni prima di Copernico e di Galileo.

Un tempo mi piaceva molto ballare, adesso le mie condizioni fisiche non me lo consentono più: però balla mia figlia, mille volte meglio di me. Mi piacerebbe anche cantare, ma essendo stonata come una campana, non mi viene mai consentito e posso sfogarmi esclusivamente quando sono sola. Ah, sì, amo molto anche la logica, la matematica e un mucchio di altre cose, che ora non mi vengono in mente.

Puoi raccontarci un episodio curioso della tua carriera?

Potrei raccontare le figuracce che facevo ai convegni letterari, dove da tempo non vado più, perché di letteratura conosco pochissimo e di critica letteraria assolutamente niente, quindi il senso dei dibattiti di solito mi sfugge: sono soltanto una romanziera, non una letterata.

… E quello che ti ha più emozionato?

Ciò che mi emoziona sempre è vedere i miei libri scritti in molte lingue, magari con i titoli vergati in altri alfabeti o addirittura in ideogrammi: quando divenni una lettrice accanita, poco dopo i tredici anni, spesso mi domandavo come dovevano sentirsi gli autori dei romanzi che mi arrivavano tra le mani, nell’immaginare che qualcuno, dall’altra parte del mondo, stava leggendo i loro pensieri e condivideva il loro immaginario, e partecipava alla loro vita. Ora lo so: è una gioia immensa!

Che cosa non rifaresti mai, se potessi tornare indietro nel tempo?

Rifarei tutto ESATTAMENTE come prima: ho avuto una vita bellissima, interessantissima e molto felice, non la cambierai con nessun’altra!

Quali sono i tuoi progetti?

Stare su Facebook, navigare sul web, seminare piante, giocare con i gatti, guardare che cosa combinano mio marito, mia figlia e il mio primo nipote appena nato. Leggere un mucchio di romanzi altrui. E, se mi viene un’idea interessante, scriverne uno nuovo anch’io.

Una tua massima di vita…

Dolce frutto del bastare a se stessi è la libertà (Epicuro)

 

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Intervista ad Alessia Gazzola https://cultura.biografieonline.it/intervista-ad-alessia-gazzola/ https://cultura.biografieonline.it/intervista-ad-alessia-gazzola/#respond Wed, 20 Jun 2012 12:14:22 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=2711 Alessia Gazzola. Nata a Messina nel 1982. Medico chirurgo dal 2007, si è specializzata in Medicina legale nel luglio 2011. Alla sua attività di accademica e professionista di questo delicato settore chirurgico, ha affiancato una brillante carriera da scrittrice di thriller, per quanto la definizione del genere sia oltremodo riduttiva per quanto riguarda la sua carriera letteraria e il stile narrativo.

Alessia Gazzola e la copertina del suo libro "Un segreto non è per sempre" (2012)
Alessia Gazzola e la copertina del suo libro “Un segreto non è per sempre” (2012)

Con la pubblicazione de “L’allieva”, edito dalla casa editrice Longanesi nel 2011, la giovanissima autrice siciliana si è fatta conoscere in Italia e all’estero, forte di un grandissimo successo: ben 4 edizioni del suo romanzo, 60.000 copie vendute e in corso di pubblicazione in 4 paesi europei (Germania, Spagna, Turchia e Francia). Inoltre, “L’allieva” e la sua protagonista, Alice Allevi, presto diventeranno anche una serie televisiva, visto che i diritti del libro sono stati già venduti per una futura produzione sul piccolo schermo.

Nel 2012 poi, puntuale, è arrivato il secondo libro della serie, dal titolo “Un segreto non è per sempre”, edito ancora una volta da Longanesi. In questo secondo romanzo, Alessia Gazzola ha dato prova della sua maturazione stilistica e non solo, raccontando le gesta della sua alter ego, Alice, alle prese con un caso ben più grande del precedente, riguardante la misteriosa morte di un grande scrittore conosciuto in tutto il mondo.

Intervistata, la giovane autrice e medico legale ha risposto ad alcune domande sulla sua vita di scrittrice, e non solo.

“Medical thriller”, “forensic thriller”, thriller a sfondo “rosa”… Nell’editoria italiana, hai di certo creato un nuovo genere e le definizioni, in tal senso e ormai da due anni, si sprecano, talvolta accavallandosi tra loro. Ma che genere si sente di dare l’autrice per la sua eroina Alice Allevi?

Credo che i miei romanzi siano innanzitutto delle commedie che raccontano la vita di una ragazza comune alle prese con i piccoli problemi della vita quotidiana – sentimentali e professionali. Il fatto che poi sia un medico legale spolvera la storia con un po’ di “giallo”.

Com’è cambiata la protagonista dei tuoi due libri, da “L’Allieva” a “Un segreto non è per sempre”? Riusciresti ad immaginare per lei (prim’ancora che per te) un certo tipo di futuro, della serie “cosa farà da grande” Alice?

Alice è andata incontro a una piccola evoluzione personale, dovuta a tutti i guai combinati nel primo libro. Ma chi nasce tondo non muore quadrato, e così lei è sempre abbastanza intempestiva e maldestra. Nella mia mente ho chiaro cosa il destino ha in serbo per lei, ho materiale ancora per molti libri. Il mio sogno è di vederla diventare una brava professionista e di darle anche un minimo di stabilità sentimentale.

Nelle tue storie non c’è mai un accanimento sul cadavere e sui dettagli di sangue, ci si concentra di più sui personaggi, sulle loro intimità. Come mai questa scelta?

Probabilmente è una scelta di pudore nei riguardi della professione che svolgo realmente, quella di medico legale. E poi è un fatto di gusto personale, non amo i dettagli macabri, li consiglio pornografia thrilleristica.

Quali i tuoi riferimenti letterari?

Sono onnivora. Adoro Jane Austen, Sophie Kinsella, Alicia Gimenez Bartlett, Haruki Murakami e Marcela Serrano.

Domanda ineludibile: come fai a conciliare la tua vita di studiosa in campo accademico e quella di scrittrice? E, in ultimo, non pensi che prima o poi dovrai fare una scelta? E quale sarà?

Attualmente le due attività si conciliano senza troppe difficoltà, bisogna soltanto sapersi organizzare. Non credo che dovrò mai compiere una scelta, anche perché scrivere non potrebbe mai sembrarmi un vero lavoro: mi diverto troppo.

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