letteratura tedesca Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Thu, 19 Sep 2024 11:12:47 +0000 it-IT hourly 1 Faust, di Goethe: trama, riassunto, significato e storia https://cultura.biografieonline.it/il-faust-di-goethe-breve-storia-e-trama/ https://cultura.biografieonline.it/il-faust-di-goethe-breve-storia-e-trama/#comments Tue, 19 Sep 2023 08:37:42 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=2917 Nel 1832 usciva la prima edizione del poema drammatico “Faust” ad opera di uno dei più grandi interpreti della cultura e della letteratura tedesca, Johann Wolfgang von Goethe (Francoforte sul Meno, 28 agosto 1749 – Weimar, 22 marzo 1832). Goethe lavorò a quest’opera per sessant’anni, dal 1772 al 1831, scrivendo bozze, revisionando e aggiungendo le sue conoscenze e le sue dottrine culturali.

Incisioni per il Faust di Goethe
Incisioni per il Faust di Goethe

Quando Goethe ebbe terminato, nella primavera del 1831, si rese conto egli stesso della complessità della sua opera e, in una lettera a Sulpiz Boisserée dell’8 settembre 183, dichiarava che “avrebbe di certo rallegrato chi sa leggere un’espressione del volto, uno sguardo, una mossa appena accennata. Questi troverà persino più di quanto io fossi in grado di dare”. Per questo volle che l’intera opera venisse resa pubblica solo dopo la sua morte, che avvenne nel 1832. Fu allora che Erich e Friedrich Wilhelm Riemer la pubblicarono come primo volume delle “Opere Postume”.

Johann Wolfgang von Goethe
Johann Wolfgang von Goethe

A teatro, per la prima volta venne rappresentata la prima parte il giorno 19 gennaio 1829 al teatro nazionale di Braunschweig, diretto da Ernst August Friedrich Klingemann. Da allora gli allestimenti dell’opera si sono succeduti frequentemente e con sucesso in tutto il mondo.

La tradizione di Faust

Faust è un personaggio tratto da una leggenda tedesca del XVI secolo, che nel 1587 apparve per la prima volta in un libro pubblicato dall’editore di Francoforte Johann Spiess. E’ la storia di un uomo che stringe un patto con il diavolo. Il motivo è comune e risale al Medioevo. Ma qui si aggiunge un elemento prettamente cinquecentesco: Faust fa un patto con Mefistofele per conoscere e studiare la Natura, e non perché ricerca ricchezze, piaceri o potere. Per soddisfare la sua sete di conoscenza è disposto a consegnarsi al diavolo.

Paracelso
Paracelso

Questa volontà di conoscenza dell’uomo moderno conferiva al mondo terreno un nuovo valore, con uno sfondo religioso, che trovò in Paracelso (1493-1541) il suo maggiore esponente. Venne ritenuta sovversiva la sua idea, secondo la quale la natura è una rivelazione divina che gli uomini sono in grado di cogliere con i sensi. Alla sua figura venne associata quella altrettanto diabolica di un tale Georg Faust, vissuto all’inizio del XVI secolo, mago e erudito vagante.

Ma se era da ritenere malvagia l’idea di un patto con il diavolo, era da valutare il motivo per cui lo si faceva: la conoscenza del mondo così come Dio l’aveva creato. Questo concetto riuscì ad essere rappresentato poeticamente solo nell’epoca di Goethe, quando, con l’avvento dell’Illuminismo, si giustificò l’immagine spirituale de “l’uomo che cerca” in quella che fu definita “pansofia” o “sapienza universale”. Anche se non si riusciva a raggiungere la conoscenza assoluta, non si voleva limitare l’anelito alla conoscenza stessa.

Christopher Marlowe
Christopher Marlowe

In Inghilterra invece il clima culturale era diverso, e alla fine del Cinquecento poté nascere la cultura drammatica. Da essa venne fuori il “Faust” di Christopher Marlowe (1564-1593), autore che intuì la grandezza della materia faustiana. Egli sviluppò l’elemento tirannico, più legato all’opera originaria popolare: Faust, come mago, vuole essere un dio in terra, e la sua fame di godere è senza fine.

Da Marlowe il tema del Faust tornò in Germania come “dramma del terrore” prima, e come teatro delle marionette poi, sempre in forma di prosa.
Goethe lo scoprì proprio attraverso il teatro delle marionette. Solo nel 1801, mentre stava lavorando alla prima parte dell’opera, prese in prestito un‘edizione riveduta da un tale Widmann nel 1599, e da Pftizer nel 1674, del libro del 1587 di Faust. Lesse il dramma di Marlowe nel 1818.

Faust: genesi dell’opera

Nell’autunno del 1775 Goethe giunse a Weimar portando con sé alcune parti di un dramma su Faust, metà in prosa e metà in poesia. Durante la lettura, la damigella di corte Luise von Göchhausen ne fu talmente entusiasta da farsi prestare il manoscritto per ricopiarlo. In seguito Goethe riscrisse e modificò l’opera, ma alla fine, non soddisfatto la distrusse. Nel 1887 Erich Schmidt scoprì tra le carte della damigella von Göchhausen la copia del manoscritto e la fece pubblicare con il titolo di “Urfaust”.

In questa prima fase, è evidente l’influsso del movimento dello “Sturm und Drang”. Goethe aveva composto quadri separati, senza pensare ad un loro collegamento. Si iniziano a creare i due gruppi di scene: la tragedia del sapere e la tragedia dell’amore, a cui fa da sfondo la satira del sapere scolastico universitario.

Goethe proseguì nell’opera, ma ad un certo punto si accorse dei vuoti e delle mancanze. Cercò di colmarle, ma, non ancora soddisfatto, anche se non voleva rimandare oltre la pubblicazione, lo diede alle stampe nel 1790 con il nome di “Faust. Ein Fragment”, che è in effetti una rielaborazione. Fu soltanto nel 1808 che riuscì a far emergere il nesso interiore della vicenda, e a renderla peculiare rispetto alla tradizione. Uscì allora “Faust. Parte prima della tragedia”, che comprende anche il “Prologo in cielo”, che serve sia alla prima che alla seconda parte.

Comincia da qui ad elaborare la storia di Elena, della mitologia greca, e del mondo antico, indirizzandosi verso gli ideali Romantici di rievocazione della classicità. Nel 1826 l’atto era terminato, ma, per colmare la lacune, Goethe scrisse la celeberrima “Notte di Valpurga”, alla fine del secondo atto.

Con la stesura del quinto atto, nel 1830 poteva dirsi conclusa “Faust. La parte seconda della tragedia”.

La vicenda faustiana contiene una grande varietà di motivi, che affascinarono Goethe nel corso della sua esistenza, e, allo stesso tempo, le molteplici esperienze di vita diventarono dei simboli da inserire nell’opera stessa.

La delusione per le scienze accademiche, la felicità e la colpa dell’amore furono i temi che caratterizzarono la giovinezza. In età adulta fu attratto dalla bellezza di Elena, di omerica memoria, e dalla concezione generale della vita umana. In vecchiaia, Goethe vede Faust come dominatore della natura, colui che anela al segreto della creatività e delle forze umane originarie.

Lo “Streben”, l’anelito, è, insieme all’Amore il tema dominante dell’intero poema.
Goethe scriveva solo ciò che si era formato in modo organico dentro di sé, per questo tutto il materiale faustiano della tradizione non poteva esaurirsi in un solo periodo della sua vita.

Goethe ritratto durante il suo Grand Tour in Italia (1786-1788)
Goethe ritratto durante il suo Grand Tour in Italia (1786-1788)

Trama del Faust di Goethe

Faust è un professore universitario, scienziato ed alchimista. Ha studiato tutta la vita, ma si rende conto che, per quanto l’uomo si sforzi, la sua conoscenza è nulla. Si dedica allora alla magia, per cercare di svelare i segreti della Natura. Il suo è un anelito, un tendersi verso qualcosa che sembra irraggiungibile, quello che viene definito in tedesco “Streben”.

Faust evoca il Diavolo per ottenere lo scopo. Costui, Mefistofele, fa un patto con lui: lo servirà per tutta la vita, esaudirà ogni suo desiderio, mettendogli a disposizione i suoi poteri. In cambio, Faust lo servirà nell’altra vita. L’uomo però non crede alla vita futura e muta il patto in una scommessa: “Se dirò all’attimo: sei così bello, fermati! – allora tu potrai mettermi in ceppi”. Mefistofele è convinto che, anche se Faust non pronuncerà la frase, cadrà comunque nella perdizione e nella disperazione. La posta in gioco è la libertà.

Inizia la vita piena di piaceri e desideri appagati, in cui si inserisce una feroce satira contro la cultura accademica e la sua degradazione morale. E’ in questo contesto che avviene l’incontro con Margherita, una ragazza umile, che Faust cerca di abbordare mentre esce di chiesa. Con l’aiuto di Mefistofele, le regalerà gioielli, e inevitabilmente corromperà la sua anima semplice. Più tardi si verrà a sapere che Margherita dovrà subire la pena capitale per infanticidio: dopo aver partorito il figlio di Faust, che l’aveva abbandonata, la disperazione l’aveva portata alla follia e all’uccisione del figlio. Verrà salvata in punto di morte, e andrà in Cielo, per via della sua buona fede e del suo cuore semplice tratto in inganno.

Nella seconda parte della tragedia si inseriscono i personaggi tratti dalla classicità, fra cui spicca la storia con Elena di Troia. Si avvicendano figure mitologiche, personaggi storici, filosofi come Talete e Anassagora.

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Faust di Goethe

Lentamente si arriva alla vecchiaia di Faust. Adesso rimpiange l’ umanità, che aveva rinnegato, maledicendo la vita e affidandosi alla magia. Non scaccia più l’Angoscia, che già una volta l’aveva portato vicino al suicidio. Prossimo alla morte, ormai cieco, Faust ha la visione della bonifica di un immenso acquitrino, che permetterà agli uomini di “stare su suolo libero con un libero popolo”.

In quell’ultimo istante, a quel pensiero, pronuncia le parole del patto: “All’attimo direi: Sei così bello, fermati!” Mefistofele è felice di aver vinto la scommessa e aver dimostrato che la vita è inutile e sarebbe meglio “il Vuoto Eterno”. Ma quando si aprono le porte dell’Inferno, una schiera di angeli viene a prendere la parte immortale di Faust e la conduce in Cielo.

Egli è stato salvato perché “Chi sempre faticò a cercare, noi possiamo redimerlo”. Il poema si chiude con le parole del Coro Mistico: “L’Eterno Femminile ci farà salire”: la forza creatrice che muove l’universo è il principio femminile dell’Amore. Amore e “Streben”.

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La montagna incantata, di Thomas Mann: analisi e riassunto https://cultura.biografieonline.it/riassunto-montagna-incantata-mann/ https://cultura.biografieonline.it/riassunto-montagna-incantata-mann/#respond Wed, 23 Aug 2023 08:20:05 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=10928 Uno dei romanzi più interessanti dello scrittore Thomas Mann è senza dubbio “La montagna incantata” (titolo originale Der Zauberberg). Il romanzo è stato pubblicato nel 1924 e costituisce un importante documento che mette in evidenza le straordinarie capacità dello scrittore di descrivere minuziosamente le dinamiche spirituali e culturali della Germania di quel periodo.

La montagna incantata (Thomas Mann) - Immagine tratta da una copertina in lingua italiana
La montagna incantata (1924) è uno dei romanzi più celebri di Thomas Mann. Il titolo originale tedesco è “Der Zauberberg“, mentre in inglese è “The Magic Mountain

Analisi

Il romanzo La montagna incantata si ispira in assoluto alla tradizione europea, e particolarmente a quella tedesca, del romanzo cosiddetto di formazione o Bildungsroman. Il libro è caratterizzato da una narrativa densa di insegnamenti e spesso ambigua che ha determinato, almeno nel primo periodo d’uscita, una certa discrepanza di giudizi da parte dei critici. Il testo di Thomas Mann tocca i suoi picchi simbolistici quando viene descritto, in modo attento e dettagliato, il passare del tempo, le impressioni e le meditazioni del protagonista principale Hans Castorp, ma è anche affiancato da uno scrupoloso realismo che si riscontra nella descrizione dei personaggi e delle situazioni.

Il lettore si identifica con le vicissitudini del personaggio principale e con le vicende ambientate durante il periodo della Prima Guerra Mondiale, in un sanatorio svizzero, il Berghof di Davos. Il personaggio principale, Hans Castorp, si reca a trovare un suo cugino presso il sanatorio svizzero e si trova a contatto con un mondo che gli è estraneo ed al quale non appartiene. Alla fine il lettore riesce ad immedesimarsi totalmente con il personaggio, vivendo in primis tutte le sue vicende. Hans Castorp si ammala e viene ricoverato anche lui nel sanatorio per ben sette anni. Nel romanzo si affrontano i temi della malattia, vista più come condizione mentale e morale che fisica, e dell’amore che il protagonista prova per la signora Chauchat.

Attraverso i personaggi del libro, si passa dal razionalismo e dalla gioia di vivere del protagonista italiano, Settembrini, fino al pessimismo irrazionale del gesuita Naphta. Il personaggio principale, Hans, viene poi catapultato, dopo lo scoppio della Grande Guerra nel 1914, in un clima di morte poiché costretto ad arruolarsi e vivere la drammaticità dei campi di battaglia. L’atmosfera magica e pacifica viene così smorzata dall’arrivo delle guerra che scuote la vita dei personaggi e del lettore. Si tratta di una sorta di allegoria della condizione dell’uomo che viene calato nella realtà del primo conflitto mondiale e nella celebrazione della decadenza morale dell’uomo borghese di quei tempi.

Alle crisi dei popoli, alle malattie dello spirito non vi è rimedio a detta dello stesso scrittore. Solo lo spirito del tempo, il Zeitgeist, può decidere delle sorti del mondo, nulla può, nemmeno la nottola di Minerva, che arriva sempre troppo tardi, a cui si ispira fortemente il filosofo Hegel. Il successo del romanzo di Thomas Mann, nonostante molte critiche iniziali, fu immediato tra il pubblico. Der Zauberberg, venne successivamente pubblicato in due volumi a Berlino, nel novembre dello stesso anno (1924), dall’editore S. Fischer Verlag.

Riassunto

Il romanzo narra le vicende di Hans Castorp, giovane ingegnere di Amburgo, che muove i primi passi nel mondo del lavoro agli inizi della sua carriera nell’industria navale. La vicenda si apre con l’imminente visita di Hans, nell’estate del 1907, programmata per tre settimane, al cugino e militare di carriera, Joachim Ziemssen, che si trova ricoverato a causa di una brutta malattia, la tubercolosi, presso il sanatorio Berghof a Dovos, sulle Alpi Svizzere. Hans viene stranamente attratto dall’atmosfera del sanatorio e quando viene a conoscenza di aver contratto anche lui una malattia ai polmoni che gli impedisce di ritornare a casa in pianura e che lo costringe a rinviare la sua partenza in attesa di un miglioramento delle sue condizioni di salute, ne è felice.

In realtà, si scopre più tardi che la malattia che lo colpisce è in realtà la tubercolosi, che tratterrà il protagonista lontano dalla vita attiva per ben sette anni. Secondo lui, vivere in pianura è sinonimo di condurre un’esistenza piatta, mentre il sanatorio è un luogo che offre una vita fuori dal comune. La “montagna incantata“, il luogo in cui sorge il sanatorio, è un luogo unico, al di fuori del tempo, in cui tutto sembra possibile. Durante la sua permanenza in sanatorio, Hans incontra l’amore: si invaghisce della moglie di un funzionario russo Clowdia Chauchat, con cui avrà modo di parlare solo molto tempo più tardi, poco prima della partenza di lei per un lungo soggiorno in Spagna e in altre località europee.

Durante gli anni di permanenza al Berghof, Hans conosce l’erede ed interprete della tradizione illuministica più alta, l’italiano Lodovico Settembrini (allievo di Giosuè Carducci) e lo straordinario portatore del pensiero nichilista di fine secolo e della tradizione medioevale, il gesuita Leo Naphta. Attraverso il confronto con questi due personaggi si compie il lungo tirocinio pedagogico del protagonista che sarà segnato per sempre nell’animo dai loro insegnamenti. Settembrini, da vero razionalista, cerca di far rinascere in Hans il desiderio di tornare alla sua vita reale ed abbandonare quella che lui considera affascinante, vissuta ai piedi della montagna incantata. La visione invece del gesuita Naphta, è completamente diversa, è nichilista, dove l’esaltazione della violenza, del terrore e della morte sono i fulcri su cui ruota.

Hans partecipa di buon grado alle infinite discussioni dei due intellettuali, mentre suo cugino Joachim è spesso insofferente per la sua quotidiana inattività e per le sue condizioni di salute. Joachim decide all’improvviso e risolutamente di far ritorno al “piano” e alla carriera militare, nonostante l’opinione contraria dei medici. Passa il tempo e visto il ripresentarsi della malattia, deve fare ma ritorno a Davos, dove purtroppo si aggrava e poi muore. Hans invece guarisce, ma non vuole abbandonare il Berghof.

Una foto di Thomas Mann
Thomas Mann

La montagna incantata: il finale

Negli ultimi capitoli viene narrato il ritorno della dama russa Chauchat, di cui Hans si era invaghito, accompagnata dal magnate olandese Mynheer Peeperkorn. Nonostante l’uomo si riveli suo rivale in amore, Hans ne rimane colpito dalla forte personalità. Ma dopo poco tempo, il ricco olandese si suicida inspiegabilmente lasciando aperti diversi e misteriosi interrogativi. L’atmosfera nel sanatorio, cambia e diventa invivibile, primo simbolo probabilmente della fine della Belle Epoque, ma anche delle prime forti contraddizioni della Repubblica di Weimar verso gli altri paesi europei.

Le discussioni tra i due intellettuali, Lodovico e Leo, diventano sempre più accese e forti, tanto che ad un certo punto si arriva allo scontro finale dove Settembrini è spinto a sparare a Naphta ma, vista la sua linea filosofica, desiste. A questo punto il gesuita decide di prendere e di impugnare lui la pistola per rivolgerla alla sua testa e sparare, ponendo così fine alla sua vita. Il salto temporale ci porta a sentire le prime urla dell’inizio della Prima Guerra Mondiale. Hans viene obbligato a lasciare il Berghof e la sua montagna incantata per scendere al “piano”, chiamato per dover arruolarsi nell’esercito e partecipare al conflitto mondiale.

Incipit del romanzo

Nel colmo dell’estate un comune giovanotto partito da Amburgo, sua città natale, se ne andava a Davos-Platz, nei Grigioni, per un soggiorno di tre settimane. [La montagna incantata]

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I dolori del giovane Werther: riassunto e breve analisi https://cultura.biografieonline.it/dolori-giovane-werther-analisi/ https://cultura.biografieonline.it/dolori-giovane-werther-analisi/#comments Thu, 09 Mar 2023 09:02:53 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=9848 Il romanzo I dolori del giovane Werther scritto da Wolfgang Goethe uscì nella sua prima redazione nel 1774. Ebbe un successo enorme e l’autore divenne punto di riferimento per gli intellettuali tedeschi del movimento dello Sturm und Drang (movimento tedesco di fine ‘700 collegato alla nascita del Romanticismo). Il personaggio principale è importante perché ispirò Ugo Foscolo per la stesura del suo romanzo epistolare Ultime lettere di Jacopo Ortis.

I dolori del giovane Werther
I dolori del giovane Werther: sulla sinistra la pagina iniziale della prima edizione (1774); sulla destra una copertina italiana del romanzo.

La vicenda del romanzo di Goethe racconta i fatti che si sarebbero svolti nel 1771-1772 e presenta molti rimandi autobiografici. Si divide in due libri, conservando però sempre lo stesso protagonista.

Il primo libro

Il primo libro racconta di Werther, giovane borghese che decide di rifugiarsi in campagna per restare più a contatto con la natura. Legge i classici di Omero e fa conoscenza con le persone locali. In particolar modo con un giovane contadino, vivendo quindi in pace con la natura. Werther incontra poi Lotte, una ragazza che fa da madre ai suoi fratellini. Se ne innamora perdutamente senza mai confessarglielo, perché la ragazza è già impegnata.

I due però si frequentano in modo libero fin quando torna il fidanzato di lei, Alberto, che diventa a sua volta amico del protagonista. I due però hanno un forte scontro per una divergenza di opinioni sul tema del suicidio.

Il secondo libro

Qui comincia il secondo libro, quando Werther torna in città per prestare servizio a seguito di un ambasciatore. Iniziano così i suoi conflitti con la società: a causa della sua nascita borghese, non può essere ammesso in numerosi ricevimenti.

Werther entra così in una spirale di passioni e forti sentimenti: Lotte e Alberto si sono sposati e lui si indentifica non più con Omero ma con il tragico personaggio di Ossian. Una sera Lotte lo abbraccia e si accorge di amarlo, ma lo allontana senza cedere alla passione. Werther manda a chiedere la pistola di Alberto e si uccide sparandosi alla testa.

L’ultima parte viene narrata dall’editore che legge le lettere di Werther.

I dolori del giovane Werther: breve analisi

Il romanzo I dolori del giovane Werther è più di una semplice storia d’amore mai nata a causa di un rifiuto. È un vero e proprio attacco alla società borghese massificata da parte di Goethe. La visione negativa della natura, che si evince nella seconda parte, capovolge la visione positiva della prima. Essa esprime tutta la portata degli ideali rivoluzionari contro il conformismo della società dell’epoca.

Werther diventa così l’eroe ribelle che va contro tutto per seguire la sua passione. Diventa poi nel corso del tempo il baluardo dei rivoluzionari che spingevano verso le forme del romanticismo. Non manca neppure l’aumento dei casi di suicidio in quel periodo e quindi l’imitazione della vita del protagonista.

In Italia l’esempio del romanzo goethiano è seguito in pieno dal Foscolo. Anch’egli propose la descrizione della storia di un ragazzo passionale immischiato nel mondo politico.

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L’arte di amare (Fromm): riassunto https://cultura.biografieonline.it/riassunto-arte-di-amare/ https://cultura.biografieonline.it/riassunto-arte-di-amare/#comments Wed, 12 Oct 2022 16:05:33 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=13880 L’arte di amare” è una delle opere più significative realizzate dal filosofo tedesco Erich Fromm e pubblicata nel 1957. In questa sua opera, Fromm descrive le diverse tipologie di amore, mostrando come tale sentimento costituisca in realtà una vera e propria arte, in quanto tale emozione necessita di disciplina, concentrazione, pazienza, supremo interesse e umiltà.

Erich Fromm - L'arte di amare - 1957
Il saggio “L’arte di amare” fu scritto e pubblicato nel 1957 da Erich Fromm, psicoanalista, sociologo e filosofo tedesco

Temi trattati

Tra i principali tipi di amore di cui discute troviamo: amore fraterno, amore tra genitori e figli, amore erotico, amore per sé stessi, amore per Dio.

Tutte queste forme di amore descritte da Fromm presentano elementi comuni e devono essere sempre basati sul senso di responsabilità, rispetto e conoscenza per funzionare al meglio.

Continuano le delucidazioni da parte dell’autore sul tema amore, che viene dunque indicato come un tentativo di superare quel senso di isolamento che ci attanaglia.

Infatti, qualsiasi tentativo d’amare è destinato a fallire se non si cerca di sviluppare più attivamente la propria personalità e, in secondo luogo, la soddisfazione, nell’amore individuale, non può essere raggiunta senza la capacità di amare il prossimo con umiltà, fede e coraggio.

Erich Fromm fotografia
Una fotografia di Erich Fromm

Amore e sessualità

E’ inoltre errato sostenere che l’amore venga inteso solo come una reciproca soddisfazione sessuale poiché una completa felicità sessuale si raggiunge soltanto quando il sentimento risulta autentico agli occhi di tutti.

La concentrazione sulla tecnica sessuale porta all’insoddisfazione e rappresenta una delle ragioni per cui l’amore è diventato così raro nella nostra moderna società capitalistica.

Amore e società moderna

L’autore studia le varie correlazioni tra le relazioni sentimentali e la cosiddetta società moderna.

Spesso si parla di una realtà sempre troppo focalizzata sul potere, sul denaro e sull’egoismo, finendo per ridurre ogni relazione sentimentale ad un mero scambio di beni, facendoci dimenticare i veri sentimenti.

Fromm poi definisce l’amore come un’arte, in quanto richiede sforzo e saggezza.

La maggior parte delle persone cade nell’errore di pensare che ci sia qualcosa da imparare sul sentimento perché in realtà si ritiene che “amore significhi essere amati, anziché amare”. In più esistono forme di pseudo-amore che fanno parte della nostra vita sentimentale.

Amore verso se stessi

Inoltre, Fromm afferma che, per assurdo, prima di essere capaci di amare, dobbiamo imparare a stare bene da soli.

L’amore è un trasporto verso un qualsiasi oggetto, compreso se stesso.

La Bibbia parla di “amore per se stessi” quando ordina di “amare il prossimo come noi stessi” e lo stesso teologo e religioso tedesco Meister Eckhart parla di amore per se stessi allo stesso modo.

Amore e conoscenza

Tra le altre teorie di Fromm illustrate: solo conoscendo obiettivamente un essere umano, si è in grado di penetrarne l’essenza più profonda nell’atto d’amore.

Questa dichiarazione ha un significato molto importante nel ruolo della psicologia nella civiltà occidentale moderna, diventando così un surrogato della conoscenza completa nell’atto d’amore, anziché essere un passo verso di essa.

Secondo l’autore, l’amore oggi è paragonato ad un sentimento schiavo delle richieste e dei ritmi della società in cui viviamo, diventando quindi un obiettivo imprescindibile nella vita che porta l’individuo a sposarsi, avere dei figli e ripetere in modo calcolato lo stesso schema di generazione in generazione, formando un’alleanza a due contro il mondo, e questo egoismo a due non può essere lontanamente paragonato né all’amore né all’intimità.

È l’amore un’arte? Allora richiede sforzo e saggezza.
Oppure l’amore è una piacevole sensazione, qualcosa in cui imbattersi è una questione di fortuna? Questo volumetto contempla la prima ipotesi, mentre è fuor di dubbio che oggi si creda alla seconda.
La gente non pensa che l’amore non conti. Anzi, ne ha bisogno; corre a vedere serie interminabili di film d’amore, felice o infelice, ascolta canzoni d’amore; eppure nessuno crede che ci sia qualcosa da imparare in materia d’amore.

[Incipit dell’opera]

L’arte di amare

In conclusione, possiamo dire che l’amore non nasce dal bisogno, piuttosto è il bisogno di te che nasce come naturale conseguenza del mio amore per te.

L’arte di amare e “amare” non è facile, ecco perché l’autore utilizza la parola arte, perché l’arte, per dirsi tale, richiede le capacità dell’artista, il quale la impiega per operare attivamente e in sostanza “creare”, proprio come si dovrebbe creare nelle relazioni d’amore, senza trovare escamotage alla solitudine o osservando il principio del “do ut des“. “Io ti do quanto tu mi dai”, in beni materiali come in amore, è la prevalente massima etica della società capitalistica.

Il tema centrale dell’opera è l’amore, seppur ne esistono di diverse tipologie: intorno ad esso, gravitano tutti quei pianeti che fanno parte del nostro immancabile universo emotivo.

Nella sua opera sono frequenti i richiami alla mitologia greca e perfino all’Antico Testamento.

L’autore descrive anche le devianze dell’amore, focalizzandosi sui temi del sadismo e del masochismo e critica fortemente la concezione patriarcale del sesso di Sigmund Freud che vede l’eros come un principio di sintesi e di unificazione, ma si pone su un piano completamente differente rispetto alla sua concezione della libido. In tutti i casi, il tema dell’amore resta un argomento attuale, infatti l’amore è quell’ospite imprevisto al quale nessuno dovrebbe rimanere immune.

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Il tamburo di latta, libro di Günter Grass (riassunto) https://cultura.biografieonline.it/il-tamburo-di-latta/ https://cultura.biografieonline.it/il-tamburo-di-latta/#respond Mon, 20 Jun 2016 14:18:00 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=18926 Il tamburo di latta” è uno dei romanzi più importanti scritto da Günter Grass. L’opera è stata pubblicata nel 1959 ed è il primo scritto realizzato dallo scrittore Premio Nobel Gunter Grass, facente parte della Trilogia “I Danzica” che comprende altre due opere: “Gatto e Topo” (Katz und Maus, 1961) e “Anni di Cani” (Hundejahre, 1963).

Il tamburo di latta - Libro - Riassunto
Il tamburo di latta (copertina del libro)

Nel romanzo “Il tamburo di latta“, lo scrittore descrive le vicende della Germania del primo 1900 e dei personaggi che vivono in quel periodo, caratterizzato dalla guerra e dalla miseria, arrivando a narrare le vicende che portano al conseguente crollo della Germania stessa.

Il tamburo di latta: riassunto

Il libro narra la storia di vita del nano Oskar Matzerath che, arrivato a raggiungere i trent’anni, vive la sua vita in manicomio, nel suo letto di metallo, sotto gli occhi e la sorveglianza vigile di un infermiere. Oskar Matzerath è affetto da una malattia che non gli permette di crescere di statura, ma è dotato di una capacità ritmica che gli fa amare il tamburo, suo strumento preferito e di una voce capace di esaltarne la sua potenza, fino a riuscire ad infrangere i vetri con i suoi acuti.

La sua vita in manicomio procede, come comprensibile, in maniera monotona e, per ingannare questo stato d’animo, decide di iniziare a raccontare tutta la storia della sua vita e della sua famiglia, partendo dal principio, descrivendo le sue prime conoscenze e le sue prime sensazioni provate nei confronti del mondo; in pratica, tutta la sua storia famigliare nella Germania del primo 1900.

Sono internato in un asilo psichiatrico, certo, e un guardiano mi sorveglia. Nella porta c’è uno spioncino e lui non mi perde mai di vista. (INCIPIT)

Prima parte

Inizia ricordando l’amata nonna, Anna Bronski, che si innamora perdutamente di un incendiario ricercato dalla polizia che si chiama Joseph Koljaiczek. Dalla loro unione nasce Agnes Koljaiczek, futura madre di Oskar, ma la serenità della coppia dura poco e termina quando Joseph viene riconosciuto dalla polizia e per scappare tenta la fuga tuffandosi nelle acque di un fiume senza ricomparire mai più. A quel punto la donna, rimasta sola, decide di sposare Gregor Koljaiczek, fratello del defunto, violento e alcolizzato, ma l’uomo muore poco tempo dopo a causa della febbre spagnola.

Seconda parte

Poi Oskar continua il racconto, spiegando le vicende accadute a sua madre Agnes che decide di sposarsi, solo ed esclusivamente per convenienza, con un uomo originario della Renania, di nome Alfred Matzerath, conosciuto nell’estate del 1918 nell’ospedale di Sibernammue, ma mantiene la relazione con un cugino di cui è innamorata, Jan Bronski, continuando a vedersi di nascosto e dichiarando il suo amore ai quattro venti, senza temere le dicerie della gente. Oskar racconta poi il momento della sua nascita, la cui paternità ufficiale è attribuita ad Alfred, nonostante il padre naturale sia molto presumibilmente Jan.

Terza parte

Oskar cresce apparentemente in un clima tranquillo e, il giorno del suo terzo compleanno, riceve in dono dalla madre un “compagno” che diventerà inseparabile per la sua esistenza, ovvero un tamburo di latta rosso e bianco che scandisce le ore liete ma anche quelle tragiche della sua vita. Da quel momento, Oskar decide di smettere di crescere, per protestare contro il mondo degli adulti, provando ripugnanza per tutto ciò che lo circonda, che non lo rappresenta. Il suo aspetto esteriore riproduce la verità squallida di un mondo, a sua detta, definito miserabile. L’uomo si ferma nel crescere fisicamente ma non psicologicamente, comprendendo e analizzando tutto ciò che la vita gli riserva.

Quarta parte

Oskar, crescendo, si accorge dell’indifferenza degli altri tranne solo per la considerazione che gli viene prestata dalla moglie del pasticciere del paese, Gretchen Scheffler, che si preoccupa della sua educazione e della sua crescita interiore, mentre i suoi famigliari continuano a non curarsi delle necessità del ragazzo. Altro episodio cruciale della sua vita è la morte di sua madre Agnes che, preoccupata dall’idea di poter concepire un altro bambino menomato, capendo di essere incinta, decide di farla finita avvelenandosi con del cibo avariato. Oskar, come prevedibile, rimarrà perennemente e profondamente segnato da questo episodio.

Quinta parte

Un incontro importante, nel proseguo del racconto della vita di Oskar, è la conoscenza di una donna che si chiama Maria che diviene ben presto l’amante dell’uomo. Maria rallegra in modo apparente le giornate di Oskar, poiché la donna intrattiene anche una relazione con il padre Alfred del quale diviene la seconda moglie. Poco tempo dopo, rimane incinta e partorisce un figlio, la cui paternità ufficiale è ancora una volta attribuita a Alfred, ma probabilmente il figlio è del giovane Oskar. A queste storie, si uniscono le tristi vicende delle Grandi Guerre, nel periodo compreso tra la fine della Prima Guerra Mondiale e la fine della Seconda Guerra Mondiale a Danzica e la morte dei due presunti padri, delle quali Oskar si sente indirettamente responsabile.

Finale

In ultimo, nel romanzo “Il tamburo di latta”, viene descritta in modo minuzioso la scena della sua ultima trasformazione. Oskar cade accidentalmente nella fossa in cui era stato precedentemente sotterrato il padre putativo e da lì sembra inizialmente crescere di statura, ma in realtà aumenta solo di pochi centimetri e acquisisce solo una terribile gobba.

Questo fatto mette in luce la volontà del protagonista, che non vuole essere considerato più un bambino, oltre che psicologicamente, anche dal punto di vista fisico. L’uomo però, crescendo, perde la capacità di infrangere i vetri con l’uso della voce e capisce che è ora di seppellire addirittura il suo tanto amato tamburo di latta, compagno di vita per lungo tempo.

Günter Grass
Günter Grass, premio Nobel per la Letteratura nel 1999

Commento all’opera

Il libro di Gunter Grass è considerato un vero e proprio capolavoro della letteratura tedesca ed ottiene un notevole successo in termini di critica e di lettori. Dal libro, viene realizzato nel 1979 un adattamento cinematografico con la regia di Volker Schlondorff, vincendo la Palma d’Oro come miglior film al 32º Festival di Cannes. Il libro fu tradotto e pubblicato da Feltrinelli nel 1962 (Il tamburo di latta) e successivamente negli Stati Uniti nel 1963 dalla Pantheon Books (The Tin Drum).

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Il lupo della steppa (romanzo di Hermann Hesse): riassunto https://cultura.biografieonline.it/riassunto-lupo-della-steppa/ https://cultura.biografieonline.it/riassunto-lupo-della-steppa/#comments Sun, 07 Feb 2016 21:48:36 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=16595 Tra le opere rappresentative dello scrittore svizzero-tedesco Hermann Hesse troviamo il libro “Il lupo della steppa”, datato 1927. Nel romanzo, vengono raccontate le vicende di Harry Haller e della sua relativa sofferenza psicologica.

Il lupo della steppa - Hermann Hesse - riassunto libro
Il lupo della steppa (1927, Hermann Hesse) – Titolo originale: “Der Steppenwolf”

Temi trattati nel libro

I temi fondamentali affrontati dall’autore nel romanzo “Il lupo della steppa” sono quelli:

  • dell’isolamento;
  • del mancato riconoscimento da parte della società;
  • della dualità della personalità “umana”

La società borghese di quel tempo, a detta dell’autore, limitava la libertà di spirito di ognuno.

La dualità da un lato porta il personaggio principale Harry ad aprirsi al mondo circostante e ad allacciare rapporti sociali costruttivi; dall’altra parte, lo porta invece a fuggire dalle relazioni interpersonali che lo conducono a trovare isolamento in se stesso, a causa della sua anima definita “lupina”.

Il concetto dell’uomo, del lupo e delle relazioni trova origine antica nell’espressione homo homini lupus.

Nel romanzo Hermann Hesse utilizza elementi:

  • fantastici,
  • psicoanalitici,
  • biografici.

Su quest’ultimo punto, fa riferimento alla sua profonda crisi spirituale: famiglia distrutta, secondo matrimonio fallito, disagio nei confronti della guerra che inequivocabilmente si sente ormai vicina.

Il lupo della steppa: riassunto

Il libro narra la vita di Harry Haller, un uomo dal carattere piuttosto cupo e ombroso, che sparisce all’improvviso dalla camera che aveva affittato, lasciando solo come ricordo un manoscritto al quale aveva dedicato del tempo nei mesi precedenti. In questo suo manoscritto, Harry racconta della sua vita e della sua dualità dell’anima.

Harry Haller e le sue due personalità

Il protagonista, da una parte, è un intellettuale di mezza età che dopo aver conseguito una brillante carriera nel vasto campo dello studio poetico, della musica e della filosofia, ha subito purtroppo diversi colpi bassi dal destino perdendo: la reputazione, la ricchezza e la moglie (che lo abbandona senza se e senza ma); dall’altra invece presenta un’anima cupa, oscura, aggressiva e animalesca tipica del lupo.

L’uomo si presenta quindi agli occhi degli altri come una persona scettica, solitaria, antisociale e fortemente critica nei riguardi della società borghese del tempo. Si dice estraneo alla politica ma intimamente rivoluzionario.

Le sue due anime contrapposte lo rendono incapace di vivere una vita serena, rendendolo insofferente. Il protagonista è spesso tentato, appena raggiunta la soglia dei cinquant’anni di età, dall’idea di suicidarsi; egli pensa sia l’unica soluzione possibile ai suoi problemi esistenziali.

L’incontro con Erminia

Proprio quando la situazione sembra volgersi al peggio, Harry conosce in una trattoria Erminia; è una donna molto sensuale che gli fa riscoprire pian piano i piaceri della vita; gli fa anche recuperare, a modo suo, tutto il tempo perduto.

Harry vede la donna proprio come una guida interiore paragonandola a Virgilio nella Divina Commedia; mentre Erminia si rispecchia molto in Harry.

L’uomo si confida con la donna, tanto da confessarle anche l’idea di volerla fare finita. La donna lo consola facendogli comprendere quale sia il significato della vita e gli insegna che a volte è necessario anche ridere sopra alle disgrazie, al fine di esser felici. In fondo, vivere ha tanti pregi e pure abbandonarsi al piacere delle piccole cose è utile.

Harry inizia così a cambiare vita; è convinto di aver recuperato la capacità di amare, creduta perduta per sempre. Si dedica ai piaceri della vita quotidiana.

La donna lo spinge a consumare perfino sostanze stupefacenti e a dedicarsi a rapporti sessuali con amanti occasionali.

Dapprima, Erminia diventa l’amante di Harry, poi la donna gli presenta una sua amica, Marie. I due, poco più tardi, intrattengono una relazione occasionale.

Hermann Hesse
Hermann Hesse

Finale

Un giorno a tarda notte, alle quattro del mattino, Harry viene introdotto in una sorta di “teatro magico” che si sta svolgendo nei seminterrati di un edificio: qui ritrova l’amante Erminia vestita da uomo, in compagnia dell’amica Marie. Harry all’inizio sembra contento di vedere le due donne ma poi comincia ad avere strane allucinazioni.

Harry è in preda all’effetto delle droghe che assunto da Pablo, un amico musicista di Erminia; il protagonista si immagina Emilia a letto con il musicista Pablo.

A quel punto Harry, in preda alla gelosia e al delirio, non ci pensa due volte, impugna un coltello e in poco tempo pugnala la donna, uccidendola.
Erminia muore da lì a poco.

Invece di pugnalare la donna, Harry avrebbe dovuto ridere di se stesso e della sua stessa assurda gelosia, senza dare un peso eccessivo ai propri sentimenti.

Il romanzo “Il lupo della steppa” si conclude in modo ironico: il gesto compiuto da Harry gli costa la condanna alla vita eterna, con lo scherno dei grandi del passato, tra cui Mozart e Goethe, che lo invitano a non prendersi mai troppo sul serio di fronte alla contraddittorietà della vita e alle disgrazie umane.

Infatti, l’essere umano non è in realtà né unario, né binario; bensì è caratterizzato da infinite personalità differenti tra loro. Solo riconoscendo questa frammentarietà ed abbandonandosi ad essa, l’uomo riuscirà a vivere. Questo insegnamento permetterà a tutti, compreso il protagonista, di vivere la vita in modo più sereno.

Il successo del libro

Il romanzo è stato redatto nel 1927 ed ha avuto un ottimo riscontro di pubblico: sono infatti state realizzate diverse traduzioni del libro.

=> Il lupo della steppa: il libro <=

Dal romanzo, è stato tratto il film del 1974 di Fred Haines, con Max von Sydow e Dominique Sanda, dal titolo “Il lupo della steppa”; un gruppo musicale, gli Steppenwolf, ha deciso di usare il titolo di questo romanzo come proprio nome, ispirandosi a Hermann Hesse.

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Niente di Nuovo sul Fronte Occidentale (Riassunto) https://cultura.biografieonline.it/niente-fronte-occidentale/ https://cultura.biografieonline.it/niente-fronte-occidentale/#comments Tue, 03 Jun 2014 16:07:23 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=11098 Romanzo autobiografico dello scrittore tedesco Erich Maria Remarque, Niente di nuovo sul fronte occidentale fu finito nel 1929; il libro racconta le gesta di un soldato tedesco nel corso della Prima Guerra Mondiale. La prima traduzione italiana risale al 1931 a cura dell’editore Mondadori. Oggi si trovano alcune edizioni molto economiche, come quella di Newton Compton e di Oscar Mondadori.

Erich Maria Remarque: Niente di nuovo sul fronte occidentale
Niente di nuovo sul fronte occidentale è il romanzo più importante dello scrittore tedesco Erich Maria Remarque (1929)

Trama e riassunto

Il libro racconta la storia di un gruppo di ragazzi tedeschi che grazie alla propaganda del governo, vengono convinti ad arruolarsi in guerra. Purtroppo la guerra non è facile e veloce come viene loro descritta anzi, diventerà poi una vera ecatombe. Gli insegnanti della scuola dove i ragazzi studiavano, fecero leva proprio su sentimenti come l’orgoglio, la nazione e convinsero questo gruppo di ragazzi a partire. Ragazzi assolutamente impreparati ad affrontare tutto quello che gli aspettava. Hanno tutti 19 anni e partono spensierati con l’idea di vivere una bella avventura. Quasi tutti non faranno ritorno a casa.

Il romanzo “Niente di nuovo sul fronte occidentale” è ambientato nelle trincee del fronte occidentale: l’esercito tedesco invase Lussemburgo e Belgio, per poi puntare alle miniere francesi. All’inizio l’invasione tedesca sembrò inarrestabile ma poi i francesi resistettero, iniziando una terribile guerra di logoramento che si risolse con la vittoria degli alleati.

Il protagonista del romanzo è Paul Braumër, un ragazzo come gli altri e scrittore dilettante. Paul resiste quasi per tutto il conflitto. Uccide un soldato francese in una buca dove si era riparato e rimarrà per sempre segnato da questa esperienza. Proprio quando capisce che deve vivere la vita a pieno, muore sul campo di battaglia. I soldati francesi lo ritroveranno a testa ingiù con un sorriso sulle labbra, quasi fosse stato contento di essere morto in quel modo.

In questa avventura, Paul è accompagnato dai suoi amici di classe, che moriranno tutti o perché colpiti da un aereo, o feriti dalle schegge o proiettili. Tra questi ricordiamo: Kropp, a cui viene amputata una gamba; Haje, alto e forte che però non sopravvive alla ferita al polmone; Muller che viene ucciso da un razzo nello stomaco; Kat, che ha circa 40 anni e assume la funzione di leader ma viene ucciso da una scheggia vagante; Tjaden, giovane fabbro e unica persona che sopravvive alla guerra. Diventerà maestro di scuola e la sua storia sarà poi narrata dall’autore nell’altro romanzo La via del ritorno.

Remarque
Foto di Erich Maria Remarque

Finale

Il romanzo lascia con la bocca amara il lettore. Il protagonista infatti muore proprio alla fine della guerra, quando ormai non c’è nulla di nuovo sul fronte occidentale. La sua morte avviene proprio nel momento in cui il ragazzo si rende conto che deve lasciarsi la guerra alle spalle e imparare a credere nel futuro.

Dal romanzo è stato tratto anche un film tv del 1979 diretto da Delbert Mann.

 

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