letteratura francese Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Wed, 18 Sep 2024 15:38:34 +0000 it-IT hourly 1 Il Rosso e il Nero di Stendhal: riassunto e analisi approfondita del capolavoro https://cultura.biografieonline.it/riassunto-il-rosso-e-il-nero/ https://cultura.biografieonline.it/riassunto-il-rosso-e-il-nero/#respond Wed, 18 Sep 2024 15:22:08 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=10019 Romanzo dello scrittore francese Stendhal, “Il rosso e il nero” reca come data della prima stampa 1831 ma in realtà fu redatto e completato nel 1830. Lo scrittore fu uno dei maggiori rappresentanti del romanzo francese del XIX secolo. È ricordato per essere profondamente romantico ma anche altrettanto critico: infatti i suoi romanzi sono pieni di aspra analisi dei personaggi.

Egli è infatti considerato l’iniziatore del romanzo in senso moderno, ma fu quasi ignorato dai suoi contemporanei.

Il rosso e il nero - copertina
Stendhal: Il rosso e il nero. Una copertina italiana e una riproduzione fotografica della prima edizione francese, del 1831.

Il rosso e il nero (titolo francese originale: Le Rouge et Le noir), è il secondo romanzo di Stendhal (pseudonimo di Henri Beyle) e prende spunto proprio da una storia vera: la condanna a morte di un figlio di un maniscalco dopo aver assassinato l’amante, una vicenda molto nota della Francia del tempo.

Con questo romanzo, l’autore cerca di dipingere uno spaccato della società francese a seguito delle rivoluzioni del 1830 e quindi dell’età post napoleonica.

Il rosso e il nero: riassunto

La storia narrata è quella del giovane Julien Sorel, un ragazzo molto ambizioso e studioso, che ammira Napoleone Bonaparte.

Diventato precettore a casa del sindaco della sua città, Monsieur Renal, il giovane Julien aspira a diventare l’amante di sua moglie Madame de Renal, ma i due si innamorano dando inizio ad una chiacchierata storia. Le voci iniziano a diffondersi in paese e per questo il giovane sceglie di entrare in seminario.

La sua ambizione però ancora non si placa perché anche qui riesce ad entrare in un giro di potenti amicizie e ad andare a Parigi come segretario del marchese de la Mole. Qui conduce una vita mondana e si innamora della figlia del marchese, Mathilde. I due riescono a stare insieme e la ragazza aspetta anche un bambino. Il marchese non è molto contento ma accetta comunque di far sposare i due giovani.

Prima del matrimonio arriva una lettera di Madame de Renal, la prima amante di Julien per informare il marchese che Julien è un truffatore, ovviamente per vendetta personale. Il marchese crede a queste cattiverie e quindi annulla il matrimonio.

Julien Sorel per vendetta torna nel suo paese e ferisce Madame de Renal con un colpo di pistola. Per questo è condannato alla ghigliottina; alla sua morte Mathilde recupera la testa e la bacia. Madame de Renal morirà di colera pochi giorni dopo.

Commento e breve analisi

Il romanzo Il rosso e il nero, vuole illustrare la Francia del tempo con un tocco di intensità e romanticismo per la descrizione dei personaggi. Importante è il titolo col suo simbolismo.

Il rosso evoca il colore del sangue. Mentre il nero evoca il colore della morte. C’ anche la contrapposizione tra il colore della rivoluzione francese (rosso) e quello del clero (nero).

Tutte le azioni dei personaggi vengono analizzate, soprattutto l’ambizione del protagonista. Resta così a noi un’opera ricca di forze fatali e di passione.

Analisi approfondita per punti

Chi è il protagonista?
Il protagonista è Julien Sorel, un ragazzo povero ma molto intelligente. Julien sogna di diventare importante e ricco, anche se proviene da una famiglia umile. È affascinato da due cose:

Il rosso
Rappresenta la carriera militare e l’eroismo di Napoleone.

Il nero
Simboleggia la carriera ecclesiastica (cioè diventare prete). 

Cosa succede nella storia?

L’inizio della scalata
Julien diventa precettore (insegnante privato) nella casa del sindaco de Rênal.
Qui, inizia una relazione segreta con la signora de Rênal.

Il seminario
Dopo essere stato scoperto, Julien va in seminario per diventare prete. Qui impara a essere furbo e a fingere per ottenere ciò che vuole.

Parigi
Julien diventa segretario del marchese de La Mole a Parigi. Si innamora di Mathilde, la figlia del marchese, e lei rimane incinta.
La vendetta: Quando tutto sembra andare bene, Julien riceve una lettera della signora de Rênal che lo descrive come un imbroglione. Furioso, Julien torna al paese e le spara, ferendola.

Il processo e la fine
Julien viene arrestato e condannato a morte. In prigione, capisce di amare veramente solo la signora de Rênal e accetta il suo destino.

I temi principali del libro

Ambizione
Julien vuole a tutti i costi diventare importante nella società.

Ipocrisia
Il libro mostra come molte persone fingono di essere ciò che non sono per ottenere vantaggi.

Amore
Julien ha relazioni con due donne molto diverse tra loro, la signora de Rênal e Mathilde.

Conflitto di classe
Il libro mostra le differenze tra ricchi e poveri nella Francia dell’epoca.

Perché questo libro è importante?

Critica la società
Stendhal usa la storia di Julien per criticare la società francese del suo tempo, mostrando come fosse piena di ingiustizie e falsità.

Psicologia dei personaggi
L’autore descrive molto bene i pensieri e i sentimenti dei personaggi, facendoli sembrare reali.

Realismo
Il libro racconta una storia che sembra vera, mostrando la vita quotidiana dell’epoca in modo realistico.

Stile innovativo
Stendhal usa uno stile di scrittura diretto e moderno per la sua epoca, che influenzerà molti scrittori successivi.

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Madame Bovary: riassunto e analisi del romanzo di Flaubert https://cultura.biografieonline.it/riassunto-madame-bovary/ https://cultura.biografieonline.it/riassunto-madame-bovary/#comments Mon, 09 Sep 2024 09:11:18 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=10519 Gustave Flaubert è l’autore del celebre romanzo Madame Bovary, tradotto in italiano con il titolo La signora Bovary. Per il suo romanzo, l’autore trae spunto dalle vicende realmente accadute ad una giovane donna di provincia, Delphine Delamare, del cui suicidio ne parlò la stampa nel 1848. Nel romanzo, l’autore mette in risalto l’ipocrisia della società e la sua decadenza; messo subito sotto inchiesta per oltraggio alla morale dell’epoca, è senza dubbio un romanzo realista e rivoluzionario.

Madame Bovary
Madame Bovary

Un infinito di passioni può concentrarsi in un attimo come una folla in un piccolo spazio.

Breve commento introduttivo

L’autore Gustave Flaubert critica sia la società del suo tempo, che le vite dei suoi personaggi.

La narrazione non è invadente ma realistica e permette al lettore di immedesimarsi e di calarsi alla perfezione nei panni dei personaggi principali.

L’autore focalizza la sua attenzione sullo spietato ritratto del microcosmo di provincia, popolato da piccoli uomini, che perseguono solo il proprio utile individuale.

A detta dell’autore, per loro non c’è nessuna via di salvezza né tantomeno di redenzione.

Riassunto e analisi

Prima parte

Il romanzo è incentrato sulla signora Emma Bovary, moglie di un ufficiale sanitario, che, stanca della noiosa vita di provincia, si dà all’adulterio ed inizia a vivere socialmente in modo esagerato e al di sopra dei suoi mezzi.

La vita della Signora Bovary non è un caso a sé, perché tutt’oggi all’interno della nostra società, molte persone si sentono come lei, vorrebbero essere qualcun altro, per poter avere l’illusione di cambiare vita. Il lettore si immedesima con la protagonista principale e ne segue tutte le varie vicissitudini amorose. Madame Bovary proietta i suoi castelli immaginari nella mediocre e provinciale realtà quotidiana.

La protagonista del romanzo risulta essere sempre più insoddisfatta, poiché le sue fantasie, che trascendono la sua vita, non potranno mai evidentemente realizzarsi. I sentimenti dei personaggi vengono enfatizzati dall’autore solo attraverso una continua progressione di percezioni corporee e sensoriali.

Il libro narra le vicende di una bella ragazza di campagna, Emma Rouault, che accetta di buon grado di sposarsi con Charles Bovary, ufficiale sanitario rimasto vedono in giovane età.

Emma si rivela sin da subito una donna colma di desideri di lusso, vagheggiamenti e romanticherie che provengono dalla sua lettura dei romanzi rosa.

Il marito vive con lei felice, ma lei lo trova segretamente debole e rozzo: odia lui, i suoi familiari, i suoi modi di fare e di vivere.

La donna pensa che la nascita di un figlio maschio porterà beneficio al loro matrimonio. Ma quando partorisce una figlia femmina, la donna ricade nell’ansia e si risente persa e smarrita. Il marito cerca di venirle incontro facendola trasferire dal villaggio di Tostes a quello di Yonville. Ma Madame Bovary trova la vita di provincia molto deprimente e noiosa.

Seconda parte

Per cercare di uscire da questa situazione, Emma cede al corteggiamento di un giovane studente di giurisprudenza, Léon Dupuis, che sembra condividere con lei il gusto per le “cose più belle della vita”.

Quando l’uomo parte alla volta di Parigi per trasferirsi, Emma inizia ad intrattenere una relazione amorosa con un ricco proprietario terriero, monsieur Rodolphe Boulanger.

Emma vorrebbe fuggire con Rodolphe ma lui non se la sente di abbandonare tutta la sua vita per scappare con lei e, seppur avendo deciso di farlo, la sera prima del giorno fatidico, decide di non partire con lei e lascia una sua ultima lettera d’addio sul fondo di un cesto di albicocche.

La protagonista, a questo punto, rimane talmente scossa dall’accaduto che cade in un periodo di malattia fisica ma soprattutto psichica. Si chiude completamente in se stessa e cerca rifugio perfino nella religione. Ma è solo un periodo passeggero e momentaneo.

Madame Bovary, mentre si trova ad assistere all’opera a Roan con il marito Charles, rincontra di nuovo Lèon.

A quel punto di nuovo scocca la scintilla, cede nuovamente alla passione amorosa ed inizia a frequentare il giovane ogni settimana, il giovedì.

Usa come scusa nei confronti del marito, quella di andare a prendere lezioni di pianoforte. Ma presto viene riconosciuta in città e, se non bastasse, il marito scopre, incontrando l’ipotetica sua maestra di pianoforte, che Emma non frequenta nessuna lezione.

Di questa situazione ingarbugliata ne approfitta Lheureux, merciaio ed usuraio che avendola riconosciuta in compagnia di Léon, la inganna facendole firmare delle cambiali.

Il tempo passa ed il debito di Emma nei confronti dell’usuraio arriva alla notevole somma di 8.000 franchi.

Finale

A questo punto, Lheureux le fa mandare un’ingiunzione del tribunale che prevede il pignoramento dei beni per la cifra dovuta.

Emma inizia a chiedere aiuto a tutti, arrivando anche prostituirsi, senza però riuscire a risolvere il problema.

In preda alla disperazione si fa dare da un farmacista dell’arsenico e, stanca di tutto e tutti, decide di berlo per porre fine alla sua vita, scrivendo prima una lettera d’addio a Charles. Dopo la morte di Emma, il marito per un lungo periodo vive nel ricordo nostalgico di lei, fino a che un giorno scopre per caso tutte le lettere d’amore che Rodolphe e Léon avevano scritto a sua moglie.

Quasi impazzito dal dolore decide di lasciarsi andare ed incomincia a bere. Un giorno, la figlia lo trova morto seduto su di una panchina, con in mano una ciocca di capelli di Emma, Madame Bovary.

Madame Bovary (1856)
Madame Bovary, celebre romanzo di Gusttave Flaubert del 1856

Al cinema e oltre

Il romanzo, nonostante tutte le critiche avute per oltraggio alla morale, fu adattato per il grande schermo la prima volta nel 1933 da Jean Renoir, poi giunse la Madame Bovary cinematografica del 1949 di Vincente Minnelli, quella del 1969 dal titolo “I peccati di Madame Bovary” di Hans Schott-Schöbinger, con Edwige Fenech, fino all’ultimo adattamento, quello del 1991 di Claude Chabrol.

Successivamente, nel 1997, Madame Bovary è stata trasposta in manga dalla Mangaka Yumiko Igarashi.

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Ventimila leghe sotto i mari: riassunto https://cultura.biografieonline.it/riassunto-ventimila-leghe-sotto-i-mari/ https://cultura.biografieonline.it/riassunto-ventimila-leghe-sotto-i-mari/#respond Wed, 13 Sep 2023 12:09:03 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=13681 Tra i capolavori più noti del celebre scrittore Jules Verne troviamo l’opera “Ventimila leghe sotto i mari” (titolo originale francese: Vingt mille lieues sous les mers). L’opera costituisce il secondo capitolo di una trilogia che inizia con “I figli del capitano Grant” e poi culmina con “L’isola misteriosa”. Le 20.000 leghe del titolo sono riferite al tragitto percorso dal sottomarino Nautilus del Capitano Nemo durante la permanenza a bordo dei protagonisti principali del romanzo, facendo riferimento alle leghe pari a circa 4 chilometri: 20.000 leghe equivalgono a 80.000 km.

Ventimila leghe sotto i mari - Verne
Il romanzo “Ventimila leghe sotto i mari” fu scritto da Jules Verne e pubblicato per la prima volta nel 1869 – Nella foto, tratta da una copertina del libro: il Nautilus e il Capitano Nemo

Ventimila leghe sotto i mari: riassunto

Il romanzo narra le avventure dei protagonisti a bordo del sottomarino Nautilus, realizzato in gran segreto dal comandante che si chiama Capitano Nemo. La storia si apre con un misterioso mostro marino che affonda tutte le navi che incrocia lungo il suo tragitto. I superstiti raccontano di aver visto una massa capace di muoversi a velocità prodigiosa e sbuffare colonne d’acqua a grandi altezze.

Ciò incuriosisce un celebre naturalista del Museo di Storia Naturale di Parigi ovvero il Professor Pierre Aronnax. Egli decide di studiare e vedere di persona il problema del mostro marino. Il Professore, infatti, in seguito viene chiamato dal governo degli Stati Uniti a prendere parte alla spedizione incaricata di liberare definitivamente i mari dal mostro, insieme al suo fedele Conseil (Consiglio, in italiano). I due sono invitati ad imbracarsi sull’Abraham Lincoln e, a bordo della nave, fanno la conoscenza del fiociniere canadese Ned Land.

I tre, una volta arrivati nel luogo dove vive la creatura, si trovano ben presto faccia a faccia con il famoso mostro. Sentendosi attaccato, la creatura si difende puntando la barca Lincoln e speronandola.

I tre uomini cadono dunque in mare ma riescono comunque a salvarsi accorgendosi che non si tratta di un mostro marino e spietato ma semplicemente di un sottomarino. I naufraghi vengono catturati e imprigionati dall’equipaggio del Capitano Nemo. Una volta a bordo si troveranno al cospetto del comandante del “Nautilus”, ovvero il Capitano Nemo.

Nemo è uomo geniale, ma allo stesso tempo oscuro e misterioso. Afferma di aver rinunciato alla cosiddetta società degli uomini e di aver tagliato qualsiasi legame con la terraferma a causa di un’antica sete di vendetta dovuta alla perdita della moglie e dei figli.

Grazie a Nemo, iniziano per i tre uomini le avventure per i mari a bordo del Nautilus. Tra le avventure più significative: la caccia nelle foreste di sottomarine di Crespo nel Pacifico, nell’arcipelago asiatico-oceanico, sfuggendo ad una tribù di selvaggi, la lotta contro i calamari giganti, sfuggendo dopo un’aspra lotta alle terribili creature e salvando delle balene, la conquista del Polo Sud dopo essere riusciti nell’impresa di creare un passaggio per il Nautilus nei ghiacciai ed infine l’attraversamento del Canale d’Arabia. Nemo mostra al professore perfino i resti sprofondati del continente di Atlantide.

Solo Ned Land, che non era interessato alle scoperte scientifiche, decide di pianificare una fuga notturna durante il tragitto nell’Atlantico, ma fallisce miseramente nell’impresa. Dopo qualche mese arriva la svolta: il Capitano Nemo si chiude sempre più in se stesso e la vita nel sottomarino diventa monotona per tutti i presenti a bordo, equipaggio e passeggeri.

Finale

Una notte, mentre il sottomarino Nautilus è a largo delle coste della Norvegia, Aronnax, Conseil e Land decidono di mettere in atto il loro piano di fuga. Con loro sgomento, però, si rendono conto che l’imbarcazione si sta dirigendo verso un vortice gigante, da cui nessun natante è mai riuscito a tornare indietro. Ma grazie alla sorte, sorprendentemente, i tre uomini riescono a salvarsi grazie ad un piccolo battello d’appoggio del Nautilus e miracolosamente si salvano.

I tre fuggitivi si risvegliano quindi sani e salvi, nella capanna di un pescatore in una delle isole Lofoten, attendendo così di poter fare ritorno in Francia. In particolare, il professore Aronnax è riuscito a reperire un sacco di materiale e racconterà a tutti le straordinarie avventure vissute da lui e dai suoi due compagni e ricorderà il controverso Capitano Nemo.

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Breve commento

Il tema principale descritto da Verne è l’esplorazione del mondo marino che da sempre suscita notevole interesse soprattutto nell’opinione pubblica.

L’opera è ambientata nel periodo successivo alla guerra di secessione e narra le straordinarie vicende di un lungo viaggio, attraverso il mondo sottomarino, che parte dell’Oceano Pacifico e arriva fino alle coste norvegesi.

20.000 leghe sotto i mari (Disney)
20.000 leghe sotto i mari (Disney)

Ventimila leghe sotto i mari, al cinema

Il libro fantascientifico ha avuto un notevole successo. Sono stati fatti numerosi adattamenti televisivi e cinematografici tra cui uno dei più celebri quello prodotto da Walt Disney con la regia di Richard Fleischer e precorritrice del filone steampunk. Perfino l’anime giapponese denominata “Il mistero della pietra azzurra”, si ispira ai temi del celebre romanzo di Verne.

Un altro celebre film è quello del 1954 con Kirk Douglas.

Il Capitano Nemo e il Nautilus compaiono inoltre nel film del 2003 “La leggenda degli uomini straordinari“.

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Simbolismo in letteratura: riassunto ed esempi https://cultura.biografieonline.it/simbolismo-esempi-riassunto/ https://cultura.biografieonline.it/simbolismo-esempi-riassunto/#respond Mon, 06 Mar 2023 10:22:36 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=41066 Il Simbolismo è un movimento culturale e letterario che nacque in Francia nel XIX secolo. Esso influenzò le correnti letterarie delle altre nazioni europee dando vita ad un nuovo tipo di poesia molto diversa da quella del Realismo dell’Ottocento.

Simbolismo
Simbolismo: immagine tratta dal libro di Michael Gibson

Le Symbolisme

Il 18 settembre 1886 il poeta francese di origini greche Jean Moréas pubblicò su Le Figaro un articolo dal titolo Le Symbolisme. Esso venne poi considerato il manifesto poetico di una nuova e omonima corrente letteraria.

«Nemica della didattica, della declamazione, del falso sensibilismo, della descrizione oggettiva, la poesia simbolista cerca di: rivestire l’Idea di una forma sensibile. […] L’Idea, dal canto suo, non deve affatto lasciarsi scorgere priva dei sontuosi paludamenti delle analogie esterne, poiché il carattere peculiare dell’arte simbolista consiste nel non approdare alla concezione dell’idea in sé.»

Jean Moréas, Le Symbolisme, Le Figaro, 18 settembre 1886

Lo scopo di questo nuovo tipo di poesia era porre l’attenzione non più sul reale e sulla sua oggettività, bensì sull’interiorità e le sensazioni personali degli autori.

Insieme al Decadentismo, del quale è considerato una parte importante, il Simbolismo cambiò completamente il corso della letteratura del XX secolo.

Simbolismo: idee e temi più importanti

Prima di tutto è opportuno definire che cosa sia un simbolo: per i simbolisti, questo concetto  non si riferisce più all’allegoria medievale, per cui un oggetto-animale-persona erano il simbolo di qualcosa di facilmente identificabile e con un significato condiviso da tutti.

Ora i simboli diventano qualcosa di indefinito e indeterminato: il simbolo non viene associato ad un significato immediatamente comprensibile. Anzi. Spesso resta impossibile da decifrare dalla maggior parte delle persone.

Il poeta è quindi colui che riesce a cogliere questi simboli e a trasferirli nelle sue opere, seguendo un stile che sia allusivo ed evocativo.

L’idea di base dei poeti simbolisti è che lo scrittore non deve più riprodurre la realtà così com’è in maniera oggettiva. Deve invece cercare di andare più a fondo, alludendo alla realtà più profonda che non può essere colta da tutte le persone.

Tutto iniziava a cambiare, sia da un punto di vista storico che intellettuale: per questo motivo anche la poesia e la letteratura risentono di questi cambiamenti e si adeguano, creando nuovi stili e scegliendo nuove tematiche – non più reali ma soggettive-interiori.

Gli esponenti principali del Simbolismo

Il punto di partenza del Simbolismo è considerato il celebre sonetto di Charles Baudelaire Corrispondenze. Questa poesia segnerebbe essa stessa un manifesto di questa nuova poetica.

Corrispondenze, poesia di Baudelaire
Corrispondenze, poesia di Baudelaire

La Natura è un tempio dove incerte parole
mormorano pilastri che son vivi,
una foresta di simboli che l’uomo
attraversa nel raggio dei loro sguardi familiari.

Come echi che a lungo e da lontano
tendono a un’unità profonda e buia
grande come le tenebre o la luce
i suoni rispondono ai colori, i colori ai profumi.

Profumi freschi come la pelle d’un bambino,
vellutati come l’oboe e verdi come i prati,
altri d’una corrotta, trionfante ricchezza

che tende a propagarsi senza fine – così
l’ambra e il muschio, l’incenso e il benzoino
a commentare le dolcezze estreme dello spirito e dei sensi.

La Natura viene considerata come un tempio da cui, tra tante foreste di simboli, escono parole confuse: esistono cioè una serie di legami che solo il poeta può cogliere e decifrare. Ed il poeta trasferisce il loro messaggio nelle sue poesie.

Baudelaire è quindi considerato l’iniziatore di questo nuovo genere poetico. Ma a lui si uniscono, negli anni Settanta dell’Ottocento, altri poeti francesi tra cui:

  • Paul Verlaine, che paragona le parole ad una musica;
  • Arthur Rimbaud, la cui lirica Battello ebbro descrive la realtà in modo simbolico;
  • Stephane Mallarmé che utilizza anche figure mitologiche che diventano simboli del desiderio.

Questa nuova corrente poi si espresse anche attraverso diverse riviste, come ad esempio «La Plume» (1889).

Molti altri poeti successivi si ispireranno al Simbolismo francese, tra cui tutti i poeti decadenti italiani ma anche Giuseppe Ungaretti e altri esponenti dell’Ermetismo nel primo Novecento.

I rapporti con le altre arti

Il Simbolismo nel tempo si diffonde anche in altri campi: in musica le opere diventano sempre più lontane dalla realtà oggettiva, basti pensare a Richard Wagner e Claude Debussy – che conobbe Mallarmé personalmente.

Claude Debussy
Claude Debussy

Nel campo della pittura nasce un movimento neo-impressionista che mira alla ricerca di un collegamento tra la realtà e le sensazioni oggettive. Portavoce di questa corrente furono Gustave Moreau e Odilon Redon.

Lo scrittore francese Gustave Kahn ha definito così lo scopo dell’arte simbolista:

«oggettivizzare il soggettivo piuttosto che soggettivizzare l’oggettivo».

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I miserabili: riassunto e commento https://cultura.biografieonline.it/i-miserabili/ https://cultura.biografieonline.it/i-miserabili/#comments Thu, 05 Jan 2023 04:15:06 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=10151 Il romanzo I miserabili di Victor Hugo, scrittore francese ottocentesco, fu pubblicato nel 1862 e considerato uno dei più importanti dell’epoca, oltre che un best seller.

Genesi dell’opera

La stesura fu difficoltosa e lunga: impegnò infatti il romanziere per più di dieci anni, fino a quando giunse a quella definitiva. Hugo si era da sempre interessato al problema dei diseredati sociali, scrivendo anche alcuni saggi a partire dal 1829 con Le Dernier jour d’un comdané.

Un primo abbozzo dell’opera de i miserabili risale addirittura al 1843 e allora si intitolava Les Miseres. Interruppe la stesura del romanzo nel 1848, quando scrisse un pamphlet sullo stesso argomento, ma riprese mano ad esso durante il suo esilio e lo pubblicò con l’editore Lacroix.

I miserabili, riassunto del libro di Victor Hugo
I miserabili (Les misérables): una copertina italiana, la foto dell’autore Victor Hugo e una foto della prima edizione originale francese del 1862

Il romanzo ha una trama complessa e consta di cinque parti o tomi: essi a loro volta sono suddivisi in libri o capitoli. La struttura è lunga e ricca di digressioni su argomenti storici o filosofici proprio per dare maggiore risalto e spazio alle opinioni dell’autore su svariati argomenti.

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I miserabili: riassunto e trama del libro

Il personaggio principale della storia è Jean Valjan, di cui si segue tutta la vicenda personale e storica. Egli è un giovane potatore ma per sfamare la sorella è costretto a rubare un tozzo di pane: per questo crimine viene condannato a 5 anni di lavori forzati che poi si tramutano in 14 a causa delle sue tentate evasioni.

Grazie ad un’amnistia viene liberato nel 1815: inizia così una vita di vagabondaggio, di solitudine e miseria a causa della sua condizione sociale.

Arriva nella città di Digne dove ha la fortuna di imbattersi nel vescovo, una persona di buon cuore che gli offre ospitalità. Egli gli ruba degli oggetti in argento e fugge, arrestato però viene discolpato dallo stesso vescovo.

Spinto da un forte senso di colpa, Jean decide di cambiare la sua vita e si stabilisce a Montreuil sul Mer dove inizia un’attività sotto falso nome. Diventa un uomo caritatevole e misericordioso, prendendosi cura della figlia di una donna poverissima e ammalata, tenendola con se come figlia adottiva: Cosette.

Seconda parte

Il suo passato però torna a bussare alla porta: uno sconosciuto è stato arrestato con l’accusa di essere l’evaso Jean Valjan. Non poteva quindi permettere che un’altra persona pagasse i suoi crimini e decide di presentarsi spontaneamente dalla polizia. Riesce ad evadere e simulare la sua morte, nell’anno 1823.

Con la figlia adottiva si nasconde in un convento per circa sei anni e poi i due si trasferiscono a Parigi, dove Codette si innamora di Marius, studente repubblicano bonapartista. Quando però Jean scopre dell’amore dei due li ostacola e Marius sceglie di suicidarsi proprio nel corso delle barricate della rivoluzione del 1832.

Jean, colto dal senso di colpa, corre verso la piazza rivoluzionaria e trova il giovane disteso a terra ma ancora in vita.

I due compiono un terribile viaggio per le fogne parigine. Nel frattempo Jean incontra anche Javert, ispettore della polizia che lo ha inseguito per tutta la vita per poterlo catturare.

Drammatico il loro incontro finale: Javert conduce Jean, che nel frattempo aveva portato Marius in salvo, a casa sua ma lo lascia andare.

Non potendo sopportare i sensi di colpa, si suicida gettandosi nella Senna.

Finale

Marius, ristabilito, sposa Cosette e Jean decide di abbandonarla per non confessarle il suo passato da galeotto. I due giovani però lo vengono comunque a sapere e riescono a salutarlo prima che esali l’ultimo respiro.

Muore così riappacificato con tutti.

Breve analisi e commento

Hugo ci racconta tutta la vita di una persona che è nata nella miseria, è stata sottoposta alle più terribili prove della vita ma che alla fine si è redenta. È la storia di un miserabile che ha saputo riscattarsi ai propri occhi e a quelli degli altri.

I Miserabili è un romanzo fondamentale perché racconta tutti i problemi della Francia del tempo da un punto di vista vicino alle classi più umili. In questo senso si colloca nel filone storico – sociale.

Dello stesso autore abbiamo riassunto anche il romanzo: L’uomo che ride.

Victor Hugo
Victor Hugo

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Chanson de Roland: riassunto, storia e analisi https://cultura.biografieonline.it/chanson-de-roland/ https://cultura.biografieonline.it/chanson-de-roland/#comments Tue, 22 Nov 2022 07:49:48 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=16516 Il filologo tedesco Auerbach definì la Canzone di Orlando (Chanson de Roland) come ‘‘il monumento letterario più popolare del Medioevo francese’’. Quest’opera illustre ricopre il posto d’onore tra le Chansons de geste nell’ampio panorama letterario medievale, racchiudendo in se la complessità e la bellezza di un mondo dalle connotazioni fiabesche e dagli ideali tipicamente cortesi.

Chanson de Roland
Dettaglio del bassorilievo presente nella cattedrale di Angouleme, raffigurante una scena della Chanson de Roland – Alcuni critici indicano l’autore della “Chanson de Roland” nel monaco e scrittore francese Turoldo. Turoldo viene nominato unicamente nell’ultimo verso del poema cavalleresco e solo nella versione del manoscritto di Oxford: «Ci falt la geste que Turoldus declinet» (La gesta scritta qui da Turoldo ha fine).

Chanson de Roland: un poema incerto

Sono molte le incertezze legate alla storia di questo antico poema: non si hanno indicazioni molto incoraggianti su chi potesse essere l’autore.

Tale circostanza convaliderebbe la principale teoria: quella che indica la Chanson de Roland come il frutto dell’assemblaggio di varie leggende e cantilene epiche. Tutte queste storie si rifarebbero alla vicenda della morte di Orlando nella Battaglia di Roncisvalle. Pertanto la Canzone di Orlando non va considerata come un’opera pensata e concepita da un unico autore.

La Chanson de Roland si diffonde nell’antico regno Normanno a partire dal XII secolo; in più di 4.000 decasillabi, in lasse assonanzate, narra le vicende del conte Orlando e degli undici paladini di Francia nella battaglia, guidata da Carlo Magno, contro i Mussulmani.

Carlo Magno contro gli infedeli

Leggendo il testo si può ben comprendere quanto questo poema sia da considerarsi una valida guida alla comprensione di un periodo storico controverso e spesso erroneamente declassato.

Dallo studio dell’opera emergono immediatamente i tratti distintivi dell’organizzazione verticistica tipicamente feudale: in cima spicca la figura dell’imperatore, per quale i vassalli combattono guerre nella quale non è ben definito il confine tra l’ideale di conquista e la salvaguardia dei valori religiosi.

Tutta l’opera è permeata di una cristianità al limite del fanatismo religioso, faziosità che ben volentieri si mescola con gli estremi della fedeltà cavalleresca.

Orlando e Gesù

Vale la pena di ricordare le analogie individuate da Cesare Segre tra il paladino Orlando e il salvatore dell’umanità Gesù Cristo, affinità che portando alla luce quella forte conformità del poema ai poemetti agiografici.

Canzone di Orlando
Battaglia di Roncisvalle: la morte di Orlando è raffigurata in una miniatura risalente alle metà del XV secolo (l’autore è Jean Fouquet)

Da questo punto di vista la vita del primo paladino di Francia è simile alla vita di Cristo ‘‘E se ne ha conferma clamorosa alla morte di Orlando, quando due arcangeli e un cherubino accorrono a raccogliere la sua anima per portala in Paradiso’’.

Il tema religioso è strettamente connesso al motivo del “meraviglioso” che, in un’ottica del tutto cristiana e devota a Dio, si oppone e si sostituisce agli interventi soprannaturali che costellano la produzione letteraria classica e quindi pagana.

L’oggettività dell’azione divina che risponde esternamente, come il narratore nei confronti del lettore, alle richieste umane, secondo un disegno che non può essere contestato in quanto giusto e assoluto, è un segno peculiare dell’epos, in cui le azioni e i fatti vengono osservati da una prospettiva alta e distaccata che non ammette incertezze e che rappresenta l’indiscutibile verità.

Da qui deriva la netta separazione tra i “buoni” ( i cristiani ) e i cattivi ( i musulmani), tra i paladini di Dio e i traditori della Fede.

Chanson de Roland: analisi dell’opera

Lo stile manifesta chiaramente le finalità e l’ideologia degne di un capolavoro di questa portata.

Come ricorda Auerbach:

Tutto è fissato e stabilito, bianco e nero, bene e male, e non richiede più indagine o motivazione’’. Tale inalterabilità deriva dal forte vigore paratattico che convince il lettore che nulla potrebbe svolgersi in modo diverso e che ‘‘ciò si riferisce non solo agli avvenimenti ma anche ai principi che ispirano i personaggi nel proprio agire. La volontà cavalleresca di lotta, il concetto di onore, la reciproca fedeltà alle armi, la comunanza di parentado, il dogma cristiano, la distribuzioni di diritto e di torto tra fedeli e infedeli, sono le concezioni più importanti’’ (Auerbach).

Le lasse assonanzate, come osserva Auerbach, “racchiudono in sé un’ immagine completa“, una visione che si realizza grazie alla ripetizione di termini ed espressioni che strofa dopo strofa si reiterano in forma differente ma con il medesimo significato.

Questa serie di accorgimenti stilistici rispondono chiaramente all’esigenza di una trasmissione del testo tramite un canale orale ad un pubblico prevalentemente popolare che necessitava di particolari monotoni e di espressioni semplici per seguire gli intrecci più complessi della trama.

L’uso del colore configura la Canzone di Orlando come un’opera artistica quanto letteraria. Il forte senso coloristico che invade quasi ogni strofa è propriamente medievale e si esprime spesso attraverso il riferimento a colori luminosi e campiture ben definite, caratteristiche che si possono riscontrare in tutti i manufatti artistici medievali, dalle miniature del Codex Manesse alle vetrate della cattedrale di Notre Dame, a Parigi.

Il paesaggio

Un altro aspetto interessante risiede nella descrizione del paesaggio che spesso si rivela essere definito solo attraverso pochi riferimenti ambientali, come ad esempio una roccia, un pendio o un albero. Anche questo aspetto è frutto di una mentalità tutta medievale, dove l’attenzione si focalizza principalmente sulle azioni del personaggio, ciò che conta e l’azione e gli ideali che spingono l’eroe ad agire.

Il gusto per una descrizione dettagliata del personaggio, del tutto sconosciuto durante il Medio Evo, inizierà ad emergere in letteratura solo con il naturalismo rinascimentale.

Note bibliografiche

G. Baldi, S. Giusso, M. Razzetti, G. Zaccaria, Dal testo alla storia dalla storia al testo, Paravia, Torino,1994
L. Passerini, .La canzone d’Orlando, Soc. Leonardo da Vinci, Città di Castello, 1940

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Il Piccolo Principe, di Exupéry: riassunto e significato https://cultura.biografieonline.it/riassunto-il-piccolo-principe/ https://cultura.biografieonline.it/riassunto-il-piccolo-principe/#comments Wed, 16 Feb 2022 08:51:17 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=10007 Il Piccolo Principe è uno dei romanzi più noti e poetici dello scrittore Antoine de Saint-Exupéry. Venne pubblicato la prima volta a New York il 6 aprile 1943. Questo celebre racconto è un’opera rivolta prettamente ai ragazzi, ma anche uno splendido libro per adulti che narra temi quali:

  • il senso della vita,
  • il significato dell’amore,
  • l’amicizia.

Il racconto è dedicato dallo scrittore al suo amico Leon Werth; ma non è stato scritto per l’amico Leon adulto, bensì per quando egli era ancora bambino (riportiamo il testo della dedica in fondo a questo articolo).

Il Piccolo Principe - Le Petit Prince
Il piccolo principe (1943): una copertina italiana e una in lingua francese del celebre libro di Antoine de Saint-Exupéry

Il piccolo principe: una storia per grandi e piccoli

Il Piccolo Principe è un’opera che fa riflettere. Essa permette al lettore, adulto o ragazzo che sia, di non dimenticare mai e di non perdere quella semplicità tipica e caratteristica dei bambini.

  • Gli adulti saranno portati a vedere Il piccolo principe come un frutto della mente o dell’immaginazione dell’autore, il quale si trova a passare, nel periodo della stesura, un momento difficile.
  • I ragazzi invece vedranno il loro “Piccolo Principe”, come un personaggio spettacolare ed un po’ malinconico; lo vedranno come esempio chiave per condurre la loro personalissima battaglia contro un mondo che non fa nulla per comprendere le loro esigenze.

Questo libro ad ogni modo rimane un longseller internazionale: è un romanzo breve dedicato all’infanzia ed al suo mondo, tradotto e commentato in quasi tutte le scuole e tramandato perfino ad intere generazioni di adolescenti.

L’opera dello scrittore francese presenta, oltre alle lettere del testo, una decina di acquarelli realizzati da lui, disegni semplici e naïf che rendono ancora più interessante il libro.

Il protagonista principale della storia si trova a conoscere diversi personaggi; ognuno di questi lascia un segno nel Piccolo Principe che si trova basito e stupito di fronte alla stranezza delle persone adulte.

Ogni incontro va visto dal lettore come una sorta di allegoria o stereotipo della società moderna del tempo.

In un certo senso, costituisce una sorta di educazione sentimentale alla conoscenza del prossimo.

il piccolo principe tatuaggi - little prince tattoos - petit prince tatouages
Tatuaggi del Piccolo Principe: i personaggi, le frasi, i disegni del libro sono spesso scelti come tatuaggi

Riassunto e analisi

Il piccolo principe e il narratore

Il romanzo narra le vicende di un Piccolo Principe che incontra il narratore, un aviatore; quest’ultimo è costretto ad un atterraggio d’emergenza a causa della rottura improvvisa di una parte del motore del suo velivolo. Il narratore si trova quindi disperso nel deserto del Sahara e viene svegliato il giorno dopo dal suono di una voce di un bambino extraterrestre.

Questi è proveniente da un piccolo pianeta sconosciuto: gli chiede di disegnare, prima una pecora, poi la cassa per contenere la pecora e una museruola per proteggere una rosa dai morsi voraci dell’animale. L’aviatore inizia a disegnare varie pecore ma non riesce a soddisfare le esigenze del principe. Solo in ultimo disegna una scatola con dei fori, all’interno della quale si trova la pecora.

Il Piccolo Principe informa così l’aviatore di provenire dall’asteroide chiamato B 612 che possiede tre vulcani e una rosa molto esigente, vanitosa e spavalda.

Il Principe inizia il suo racconto, da quando decise di partire dal suo pianeta per non essere più vittima del fiore, e per vedere come fosse fatto il resto dell’universo. Visita numerosi asteroidi abitati da adulti, tra cui gli asteroidi 325, 326, 327, 328, 329 e 330, dove incontra vari personaggi.

Gli incontri sugli asteroidi

  1. Sul primo, è la volta dell’incontro con un Re triste;
  2. sul secondo dell’incontro con un personaggio molto vanitoso;
  3. sul terzo asteroide incontra invece un ubriacone;
  4. sul quarto un altro personaggio: è un uomo d’affari che trascorre il tempo a contare le stelle credendo siano sue;
  5. sul quinto un lampionaio: egli ha il compito di accendere e spegnere il lampione del suo pianeta ogni minuto, così che il pianeta giri a tale velocità; per lui il protagonista prova ammirazione perché è l’unico tra i suoi incontri che non pensa solo a se stesso;
  6. sull’ultimo asteroide incontra un geografo che chiede al bambino di descrivere l’asteroide su cui vive e da cui proviene.

Il Principe descrive così il suo asteroide fatto da vulcani e dalla magnifica rosa che illumina il suo piccolissimo pianeta. Il geografo dice di non catalogare le rose dato che non sono esseri che vivono in eterno come i laghi, le montagne.

Antoine de Saint-Exupéry
Foto di Antoine de Saint-Exupéry

Finale

Il Principe parte poi alla conquista della Terra. Qui però non vi trova nulla da conquistare, poiché per sua malasorte, atterra nel pieno del deserto del Sahara. Durante la sua conoscenza di un serpente, si accorge che si trovano sulla terra grandi quantità di roseti. La rosa del suo pianeta non è quindi l’unica nell’Universo.

Si intrattiene parlando con una volpe che gli indica come la sua rosa sia speciale perché è l’unica a cui lui tiene.

Così, mosso dalla nostalgia per la sua rosa, il piccolo principe decide di tornare sul suo pianeta.

In ultimo si fa mordere dal serpente perché solamente in questo modo può combattere lo spazio che lo divide dal suo mondo.

L’aviatore riprende il suo viaggio e guarda il cielo con le sue stelle pensando al Piccolo Principe.

Tutti i grandi sono stati bambini una volta. (Ma pochi di essi se ne ricordano).

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Curiosità

Il romanzo è sicuramente tra i più noti e poetici del XX secolo. Il Piccolo Principe è stato tradotto in più di 220 lingue e dialetti e stampato con oltre 134 milioni di copie in tutto il mondo.

Tra le lingue più particolari in cui è stato tradotto troviamo la lingua corsa, l’aragonese di Spagna, l’esperanto, il guarani, il toba (lingua del nord dell’Argentina), il bretone, il dialetto milanese e il friulano (che non è un dialetto bensì una lingua romanza).

La dedica

«A Leone Werth.
Domando perdono ai bambini di aver dedicato questo libro a una persona grande. Ho una scusa seria: questa persona grande è il migliore amico che abbia al mondo. Ho una seconda scusa: questa persona grande può capire tutto, anche i libri per bambini. E ne ho una terza: questa persona grande abita in Francia, ha fame, ha freddo e ha molto bisogno di essere consolata. E se tutte queste scuse non bastano, dedicherò questo libro al bambino che questa grande persona è stata. Tutti i grandi sono stati bambini una volta. (Ma pochi di essi se ne ricordano.)
Perciò correggo la mia dedica:
A Leone Werth
quando era un bambino»

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Il conte di Montecristo, riassunto https://cultura.biografieonline.it/il-conte-di-montecristo/ https://cultura.biografieonline.it/il-conte-di-montecristo/#respond Thu, 13 Jan 2022 06:14:55 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=10570 Famoso romanzo d’appendice di Alexandre Dumas, Il conte di Montecristo è stato pubblicato a puntate negli anni tra il 1844 e il 1846. Si tratta dell’opera più famosa dello scrittore dopo I tre moschettieri, che risale sempre al 1844 e che lo ha reso celebre in tutto il mondo.

Il conte di Montecristo - Dumas
Una copertina del libro: Il conte di Montecristo (1844-1846) – Alexandre Dumas – In lingua originale francese il titolo è Le Comte de Monte-Cristo

Il romanzo tratta di temi importanti come la giustizia e la vendetta ma anche il perdono, da sempre cari allo scrittore. È ambientato nel mar Mediterraneo, tra Italia e Francia negli anni 1815-1838, proprio quando stava terminando il regno di Napoleone I.

Riassunto

La trama è abbastanza complessa perché nel romanzo si avvicendano moltissimi personaggi, che ruotano attorno alla figura del protagonista Edmond Dantès. Egli è un bravo marinaio, fidanzato con Mercedes, donna catalana, e futuro capitano della nave Pharaon.

Prima parte

Edmond viene accusato di aver preso parte al ritorno di Napoleone dall’isola d’Elba: la sua vita cambia radicalmente e viene ingiustamente condannato al carcere.

Rimane prigioniero per 14 anni perché creduto essere bonapartista e viene tenuto sotto stretta sorveglianza. Qui conosce una persona che gli cambierà la vita: lo scienziato Faria, giovane precettore della ricca famiglia Spada. I due si incontrano quando Faria scava un tunnel  per poter fuggire dal castello dove sono entrambi prigionieri; questo, invece di ritrovarsi fuori, con calcoli sbagliati si ritrova nella cella di Edmond.

I due diventano grandi amici e lo scienziato svela ad Edmond l’esistenza di un tesoro nascosto sull’isola di Montecristo.

Purtroppo Faria muore a causa di un attacco apoplettico, senza più attuare i piani per la sua fuga.

Edmond Dantès riesce a fuggire di prigione proprio sostituendosi al suo cadavere.

Svolgimento

Da qui inizia la voglia di riscatto di Edmond verso la società che l’ha rifiutato. Si trasforma così nel suo alter ego il conte di Montecristo, appropriandosi del tesoro nascosto nell’isola che gli ha fatto conoscere il suo amico scienziato.

Da questo momento in poi diventa una persona circondata da una grande aurea di mistero, elegante, a modo, ma piuttosto taciturna e silenziosa.

Ha perso il suo amore Mercedes, che è andata in sposa al cugino Fernand Mondego, credendo Edmond fosse morto in prigione.

Il conte si trasforma a seconda dell’occasione in diverse persone, vestendo così i panni di diversi alter ego:

  • Lord Wilmore, nobile inglese che egli utilizza per compiere opere di carità;
  • Sinbad il Marinaio, personaggio che usa per salvare una famiglia dalla bancarotta;
  • e infine l’Abate Busoni, per rappresentare l’autorità religiosa.

Quella di Edmond / Conte di Montecristo è una personalità complessa che compie ogni gesto per ottenere vendetta per l’ingiustizia subita, ma che sa anche perdonare.

Finale

Alla fine del romanzo il protagonista decide di costruirsi una nuova vita accanto a Haydeé, principessa greca ridotta in schiavitù che viene acquistata dal conte, ma trattata sempre con grande rispetto. Da sempre innamorata di lui, sa attendere il momento giusto per la loro unione.

I due partono e sperano di condurre finalmente una vita felice dopo tutto quello che hanno vissuto. Una vita all’insegna delle grandi avventure con l’unico scopo del raggiungimento della giustizia.

Con astuzia, alla fine, Edmond Dantès riesce a vendicarsi di tutti coloro che l’avevano ferito.

Le trasposizioni sullo schermo

Romanzo considerato troppo popolare dalla critica, Il conte di Montecristo resta comunque molto amato dal pubblico grazie anche alle numerose rielaborazioni cinematografiche.

Molto famosa in Italia è la miniserie televisiva del 1998 interpretata da Gerard Depardieu e Ornella Muti.

I film al cinema sono numerosi, oltre una decina: si va dai due cortometraggi entrambe del 1908 (uno statunitense e uno italiano) fino al Montecristo del 2002 diretto da Kevin Reynolds, con Guy Pearce e Jim Caviezel.

Le altre serie tv e gli sceneggiati prodotti nel mondo non si contano. Sono innumerevoli anche le citazioni presenti in diverse opere, che si rifanno a questo capolavoro di Dumas padre; ne ricordiamo una, sul tema della vendetta: nel film V per Vendetta (2005) sono presenti molti richiami al Conte di Montecristo.

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L’uomo che Ride: riassunto del romanzo di Victor Hugo https://cultura.biografieonline.it/riassunto-uomo-che-ride/ https://cultura.biografieonline.it/riassunto-uomo-che-ride/#respond Mon, 25 Oct 2021 18:20:16 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=8171 L’uomo che ride di Victor Hugo, è senza dubbio, l’opera più notturna, onirica e visionaria del padre indiscusso del grottesco che scava nei più reconditi moti dell’animo umano.

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Introduzione

Pubblicato nell’aprile del 1869, il romanzo è ambientato in un’Inghilterra settecentesca, cupa e livida di due orfani allevati da un’originale figura di filosofo/girovago. Nell’opera, uno dei personaggi principali Gwynplaine, rappresenta, ancora, quell’emblema della natura duale dell’uomo, straziato dal lacerante binomio “luce-tenebre”, in un costante percorso pieno di inquietudine e mistero.

L'uomo che ride, di Victor Hugo (1869)
La copertina di un’edizione italiana del romanzo “L’uomo che ride”, di Victor Hugo

Alcune parti del libro evidenziano il parassitismo e l’opulenza in cui vive la nobiltà di quell’epoca, contro la povertà del popolo. Victor Hugo, prende come spunto e punto di riferimento gli strati più umili della società, quei suoi “miserabili”, rappresentanti la vera umanità che deve essere narrata con un costante intreccio di tetre atmosfere, descrizioni dettagliate e soliloqui.

Gwynplaine, il protagonista del romanzo è dilaniato dall’insormontabile contrasto tra ciò che egli è e ciò che invece appare. Dietro al suo personaggio, dall’aspetto ripugnante, con il suo eterno e malinconico ghigno ed al di là della sua condizione di saltimbanco, si nasconde invece una personalità ingenua che non può lasciare indifferente il lettore di fronte alla serie di avvenimenti funesti che lo metteranno a dura prova e che lo allontaneranno dai suoi punti fermi.

Impossibile, non amare il capolavoro di Hugo che attraverso il personaggio principale, ci conduce passo dopo passo verso un finale inaspettato. La molteplicità di eventi, si amalgama con la raffinatezza del linguaggio tipica di quel tempo usata dallo scrittore.

L’uomo che Ride di Victor Hugo, seppur non totalmente apprezzato in quel periodo, resta ancora oggi, uno dei romanzi più discussi dei nostri tempi. Il romanzo è molto più cupo e terribile dei Miserabili, un vero capolavoro dell’autore dove non c’è risoluzione dell’intreccio, nessun pentimento, nessuna giustizia letteraria.

Victor Hugo
L’autore francese Victor Hugo

L’uomo che Ride: riassunto del libro

I personaggi de “L’uomo che ride” sono naufraghi, vagabondi, deformi e menomati che vengono inghiottiti da oscure maree. “Il mare e la sorte si agitano sotto lo stesso soffio“. La storia narra di una banda di fuorilegge “i comprachicos”, che decide di salpare con la propria nave nonostante le avverse condizioni meteorologiche, incuranti del pericolo. Da lì a poco la nave affonda; l’unico che sopravvive alla tempesta è un bambino di dieci anni rimasto a bordo. I “comprachicos” però, prima di morire, affidano ad un messaggio contenuto in una bottiglia, il segreto di cui sono gli unici detentori.

Intanto il bambino, scampato alla tempesta, è alla costante ricerca di un luogo sicuro dove trovare un riparo ed un aiuto. Il ragazzo dapprima si imbatte in un cadavere di un uomo impiccato e successivamente sotto la neve trova una donna morta di freddo, che tiene in grembo una neonata ancora fortunatamente viva.

Prende con sé la neonata e riesce a raggiungere un carrozzone nomade, quello di Ursus. Ursus, si occupa sin da subito dei due sventurati. L’uomo vive in una piccola baracca a due ruote con il suo amico, lupo addomesticato, Homo. Ursus è un vagabondo, un po’ filosofo, un po’ poeta e un po’ medico.

Il lettore attraverso questa figura, scopre che il ragazzo è stato mutilato dai “compracihos” e che a causa loro, gli è rimasta impressa sul volto una smorfia perenne che fa di lui un “uomo che ride” e che la piccola neonata è cieca.

Seconda parte

Passa il tempo e l’uomo Gwynplaine ha ormai 25 anni, mentre la ragazza Dea, ne ha 16. La vita famigliare procede per il meglio, fino a quando la viziosa duchessa Josiane, sorellastra illegittima della Regina Anna, s’innamora dell’ “uomo che ride”. Gwynplaine è ora combattuto tra l’amore puro di Dea e l’attrazione sensuale per la duchessa Josiane ma le cose peggiorano ulteriormente quando viene prelevato da un funzionario di giustizia “Wapentake” e messo sotto arresto.

L’uomo finisce davanti al cospetto di un condannato a morte di nome “Hardquanonne”, che riconosce in lui, il bambino che ha sfigurato e che rivela il segreto dalla pergamena racchiusa nella bottiglia. Gwynplaine viene a conoscenza della verità, quella di essere il figlio ed erede di un pari d’Inghilterra, Lord Linnaeus Clancharlie, e di essere stato mutilato per ordine del Re dai “comprachicos”, affinché non si potesse risalire alla sua vera identità. Gwynplaine, è felice, ora può impossessarsi finalmente di ciò che gli spetta e vivere la sua vita.

Viene condotto quindi alla Camera dei Lord per l’investitura ufficiale, ma, dopo il suo intervento contro l’aristocrazia accusata di indifferenza nei confronti del popolo sofferente, viene deriso e insultato da tutti i membri dell’assemblea. Decide così di tornare alla sua vita nomade da Ursus e da Dea ma non li trova, ignaro che sono stati colpiti da un ordine d’espulsione.

Finale

Disperato, Gwynplaine vaga per le vie di Londra fino a quando trova in circostanze fortuite, il lupo Homo, che lo conduce fino alla nave dove si sono imbarcati Dea e Ursus. Ritrova così i suoi cari ma la sua amata Dea, ha problemi cardiaci e di lì a poco muore, gettando il protagonista nella più cupa disperazione. Infine, in preda al dolore, decide di buttarsi nelle acque fredde della Manica, per raggiungere nell’aldilà la sua amata Dea.

Il romanzo termina con queste parole:

La notte era fitta e sorda, l’acqua era profonda. S’inabissò. Scomparve con una cupa calma. Nessuno vide né udì nulla. La nave continuò a navigare e il fiume a scorrere.

Al cinema

Il mondo cinematografico ha trasposto la storia in diverse occasioni.

  • L’uomo che ride (1909), è un film francese del quale però non si hanno più copie.
  • Das grinsende Gesicht, di Julius Herzka, film tedesco del 1921.
  • L’uomo che ride (The Man Who Laughs), di Paul Leni, film muto del 1928.
  • In Italia: L’uomo che ride, di Sergio Corbucci (1966). Qui la vicenda si svolge nell’Italia di Lucrezia Borgia.
  • Black Dahlia, film del 2006 di Brian De Palma è un giallo in cui la figura dell’uomo che ride ha un ruolo chiave per risolvere il caso.
  • L’uomo che ride (L’Homme qui rit) di Jean-Pierre Améris, film del 2012.
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Viaggio al termine della notte: riassunto del romanzo di Céline https://cultura.biografieonline.it/viaggio-al-termine-della-notte/ https://cultura.biografieonline.it/viaggio-al-termine-della-notte/#respond Mon, 06 Jun 2016 16:52:46 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=18768 Uno dei libri più conosciuti dello scrittore Louis-Ferdinand Céline e pubblicato nel 1932 è “Viaggio al termine della notte“. Nel romanzo, l’autore enfatizza la disperazione che pervade i personaggi che vivono nel periodo del Novecento. Nell’articolo seguente mettiamo a disposizione un riassunto della trama del romanzo insieme a una breve analisi con commento all’opera.

Viaggio al termine della notte - lbro
Viaggio al termine della notte” è un romanzo del 1932 di Louis-Ferdinand Céline

Analisi del libro

Nel libro “Viaggio al termine della notte“, lo scrittore adotta uno stile ricco, facendo larghissimo uso di alcune figure retoriche come, ad esempio, ellissi ed iperboli, adottando molto spesso parole gergali. L’autore dedica il romanzo, che è chiaramente autobiografico, alla ballerina americana di cui era perdutamente innamorato e che risponde al nome di Elizabeth Craig. Da sfondo alle vicende dei protagonisti, vi è l’avvento della Prima Guerra Mondiale. L’autore, per il titolo, prende spunto da una canzone dell’ufficiale svizzero Thomas Legler, che cita le seguenti parole:

La nostra vita è come il viaggio di un viandante nella notte; ognuno ha sul suo cammino qualcosa che gli reca pena.

Viaggio al termine della notte: riassunto

Il romanzo narra le vicende di Ferdinand Bardamu che decide di mettersi in gioco arruolandosi come volontario nell’esercito francese. Ferdinand, però, rimane ferito durante un combattimento. Durante il periodo di convalescenza a Parigi, il ragazzo incontra Lola (una ragazza americana) e ben presto perde la testa per lei.

È cominciata così. Io, avevo mai detto niente. Niente. È Arthur Ganate che mi ha fatto parlare. Arthur, uno studente, un fagiolo anche lui, un compagno. Ci troviamo dunque a Place Clichy. Era dopo pranzo. Vuol parlarmi. Lo ascolto. “Non restiamo fuori! mi dice lui. Torniamo dentro!”. Rientro con lui. Ecco. “‘Sta terrazza, attacca lui, va bene per le uova alla coque! Vieni di qua”. Allora, ci accorgiamo anche che non c’era nessuno per le strade, a causa del caldo; niente vetture, nulla. (INCIPIT)

L’uomo, dopo un periodo di relativa serenità, decide di partire alla volta degli Stati Uniti, per raggiungere l’amata Lola. Ma il destino è avverso e, invece di ritrovarsi a New York, una serie di circostanze tragicomiche lo porteranno addirittura alla volta dell’Africa.

L’uomo sarà costretto a spostarsi in vari paesi colonizzati nel tentativo di trovare una sua strada, sia nel mondo che nella vita, ma il suo tentativo fallirà miseramente.

Nella seconda metà dell’opera, l’uomo fa ritorno in Francia e precisamente a Parigi. Qui rincontra l’amata Lola e, facendosi prestare una notevole somma di denaro dalla ragazza, apre un’attività. Ferdinand apre uno studio medico in un degradato sobborgo di Parigi (la fittizia La Garenne-Rancy)

Ben presto, della professione di medico si stancherà e deciderà di abbandonare questa esperienza.

Finale

Il finale del romanzo “Viaggio al termine della notte” lascia un po’ di amaro in bocca al lettore. Questo lavoro di Louis-Ferdinand Céline vuole essere anche una sorta di satira contro la professione medica e la vocazione della ricerca scientifica: lo si evince quando l’autore narra degli incontri del protagonista con Léon Robinson, un personaggio sventurato e dagli atteggiamenti piuttosto ambigui. Nel romanzo, l’autore vuole sottolineare gli aspetti cruenti di quel periodo storico, partendo dall’orrore della guerra, dalle trincee delle Fiandre, continuando il suo viaggio nelle terribili colonie africane.

Le vicende poi si spostano a New York, dove il personaggio principale del romanzo si trova, da una parte, a frequentare la ricca borghesia e, dall’altra, a conoscere la vita quotidiana della “brutta” America ovvero quella delle catene di montaggio dell’industria automobilistica di Detroit. Infine, il ritorno in Europa, a Parigi, vivendo e trascorrendo questa nuova esperienza a contatto della periferia della capitale francese, tra gente che ha atteggiamenti abietti e priva di ogni scrupolo. L’autore si immedesima nel personaggio principale, Ferdinand Bardamu, che è il suo riflesso.

Louis-Ferdinand Céline
Una foto dell’autore Louis-Ferdinand Céline

Temi trattati

Secondo il pensiero dello scrittore, gli uomini sono condannati a mentire a tutti, continuando a comportarsi falsamente sempre e per tutta la vita, finché ci si accorge che è troppo tardi per rimediare agli errori passati. Gli uomini ripensano al male fatto solo in punto di morte, ma ormai è troppo tardi. Il romanzo “Voyage au bout de la nuit” è stato definito dallo stesso autore “un nichilistico spaccato in cui si mescola misantropia fino a toccare delle punte di cinismo”. Il romanzo rappresenta lo scandalo della gente senza Dio, senza una famiglia, senza una città propria, senza patria, senza amici, senza moglie, senza una casa e rappresenta l’errare umano sia nell’animo che nel corpo.

Commento all’opera

L’opera “Viaggio al termine della notte” ottenne un grande successo sia in termini di pubblico che di critica quando fu pubblicato nell’ottobre del 1932. In seguito, il romanzo è stato tradotto, nel 1933, in italiano, grazie al prezioso contributo del collaboratore di Gian Dauli, Alex Alexis, direttore editoriale della Dall’Oglio Editore.

Il critico francese Albert Thibaudet disse apertamente che il romanzo di Céline era un comune argomento di conversazione serale. Per altri critici, invece, si trattava di un romanzo comunista che narrava di episodi di guerra raccontati molto bene. Il libro scritto in francese argotico un poco esasperante, ma in generale caratterizzato da molta verve. Dopo una serie innumerevole di ristampe, la stessa casa editrice, oggi chiamata con il nome di Corbaccio Editore, l’ha ripubblicato nel 1992 optando per una nuova traduzione e con note a cura di Ernesto Ferrero.

Ancora oggi, il romanzo di Louis-Ferdinand Céline è letto da un pubblico variegato. La citazione introduttiva del romanzo è stata usata come “epigrafe” del film “La grande bellezza” di Paolo Sorrentino:

Il viaggio che ci è dato è interamente immaginario: ecco la sua forza, va dalla vita alla morte. Uomini, bestie, città e cose: è tutto inventato.

Vinicio Capossela trae spunto dal libro di Louis-Ferdinand Céline per realizzare il testo della sua canzone dal titolo Bardamù che è una traccia dell’album “Canzoni a manovella”.

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