Leone Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Sat, 22 Aug 2020 06:41:29 +0000 it-IT hourly 1 San Girolamo nello studio, analisi dell’opera di Colantonio https://cultura.biografieonline.it/san-girolamo-nello-studio-colantonio/ https://cultura.biografieonline.it/san-girolamo-nello-studio-colantonio/#respond Sat, 22 Aug 2020 06:39:27 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=30274 Colantonio del Fiore realizzò questo dipinto, San Girolamo nello studio, nel 1445 durante il suo periodo napoletano, che durò quasi venti anni dal 1440 al 1460. L’opera faceva parte di un polittico commissionato forse da Alfonso il Magnanimo, re di Napoli, oppure dall’ordine francescano per la chiesa di San Lorenzo Maggiore.

San Girolamo nello studio, opera di Colantonio quadro picture
San Girolamo nello studio, opera di Colantonio del 1445

Ad oggi non è rimasta traccia del polittico ma le due opere, sia questa che ritrae San Girolamo nello studio, sia un’altra in cui San Francesco consegna la regola francescana, esposte entrambe al museo di Capodimonte a Napoli, sono intatte e ben conservate.

Museo di Napoli Capodimonte: San Francesco e San Girolamo, opere di Colantonio
Museo di Napoli Capodimonte: le due opere di Colantonio esposte. A sinistra, la Consegna della regola francescana; a destra, il dipinto analizzato in questo articolo.

San Girolamo nello studio: dati del quadro

Tecnica

Tempera su tavola

Misure

121×151 cm

Anno di realizzazione

1445

Luogo di conservazione

San Girolamo nello studio è esposto presso il museo di Capodimonte, a Napoli.

Descrizione del dipinto

In questo dipinto possiamo ammirare, al centro, San Girolamo (a volte indicato anche come San Gerolamo), intento nel togliere la spina dalla zampa del leone.

La leggenda del leone

La leggenda narra che in un monastero francescano dove risiedeva San Girolamo, arrivò un leone ferito: tutti i monaci scapparono, tranne il santo che, invece, andò incontro al leone e lo curò.

San Girolamo

Nel dipinto, proprio in onore della commissione francescana, San Girolamo non veste gli abiti cardinalizi ma indossa un abito francescano. Il pittore Colantonio, però, ricorda il ruolo del santo all’interno della Chiesa cattolica, ponendo il suo berretto porporato a sinistra, posto su un tavolino.

San Girolamo fu cardinale, traduttore della Bibbia e uomo coltissimo.

La realizzazione del berretto è, in tutto e per tutto, perfetta e identica all’originale.

L’influenza dell’arte fiamminga

Proprio il berretto di San Girolamo dimostra l’attenzione di Colantonio verso i dipinti fiamminghi. In particolare verso le opere di Jan van Eyck.

Ad esempio, i dettagli dei cordini sono incredibilmente uguali all’originale; l’ombra che uno di essi proietta sulla larga tesa dimostra la capacità straordinaria di Colantonio nel cogliere i minimi dettagli.

Il pittore, che ha operato a Napoli per molti anni diventando il più importante pittore partenopeo del ‘400, è anche l’unico che in tale epoca abbia lasciato tracce biografiche del suo lavoro e del suo operato.

Il rapporto con la natura fiamminga è comprovato anche dalla realizzazione dello studio del santo. Le pergamene, i libri, i calamai, le ampolle sono dipinti con una ricchezza di dettagli straordinaria che ricorda non solo le pitture fiamminghe ma anche le opere di Antonello da Messina, di cui Colantonio era stato maestro.

In precedenza abbiamo analizzato l’opera omonima San Girolamo nello studio, di Antonello da Messina.

San Girolamo nello studio, analisi dell'opera di Antonello da Messina
San Girolamo nello studio di Antonello da Messina è un dipinto straordinario realizzato trent’anni dopo, nel 1475

E questi oggetti che arredano lo studio sono un’alternativa visiva all’impianto centrale dell’opera, in cui spicca come protagonista il santo, con accanto il leone.

Altri possono essere i riferimenti della pittura di Colantonio: oltre a Jan van Eyck di cui abbiamo detto, possiamo citare anche il provenzale Barthélemy d’Eyck che lavorò presso la corte aragonese fra il 1438 e il 1442, e Jean Fouquet.

Queste influenze sono anche la conseguenza dei rapporti commerciali fra Spagna, Francia e Napoli che hanno portato in quegli anni all’incontro fra opere d’arte di origine diversa destinate alla corte partenopea.

San Girolamo nello studio: analisi dell’opera con commento video

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Incontro di Leone Magno con Attila: affresco di Raffaello https://cultura.biografieonline.it/incontro-leone-magno-attila-affresco-raffaello/ https://cultura.biografieonline.it/incontro-leone-magno-attila-affresco-raffaello/#comments Tue, 22 Aug 2017 15:51:22 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=23150 “Incontro di Leone Magno con Attila” è un affresco realizzato da Raffaello Sanzio. Si tratta di un’opera di 750 centimetri di base, che risale al 1514. L’opera è custodita nella stanza di Eliodoro dei Palazzi Vaticani, nella Città del Vaticano. L’affresco fu ultimato durante il pontificato di papa Leone X.

Incontro di Leone Magno con Attila
Incontro di Leone Magno con Attila (Raffaello, 1514)

La storia

La scena dell’Incontro di Leone Magno con Attila narra un fatto leggendario. Esso avvenne nei pressi del Mincio nel 452. Attila incontrò Papa Leone I e quest’ultimo avrebbe distolto il re degli Unni dall’invadere l’Italia.

Incontro di Leone Magno con Attila. Breve descrizione

Raffaello ritrae l’episodio collocandolo nei pressi di Roma, come si evince dallo sfondo. Nello sfondo appaiono il Colosseo, un acquedotto, una basilica e un obelisco. Dal cielo appaiono i santi Pietro e Paolo armati di spada. Attila e il suo esercito appaiono atterriti. La propaganda cristiana ne aveva fatto un episodio miracoloso, con l’apparizione celeste di un vecchio in abiti sacerdotali che avrebbe terrorizzato gli assalitori. Raffaello tuttavia ha scelto di sostituire la figura con quella dei due santi, protettori della città eterna.

Sulla sinistra invece è rappresentato Papa Leone I, seduto su un cavallo bianco, con la mano in alto che li benedice. I suoi lineamenti appaiono come quelli di Leone X.

In tempi recenti (2017), alcuni scavi effettuati presso la Villa romana di Poggio Gramignano, farebbero pensare che l’intento dell’incontro di Papa Leone Magno, fosse quello di avvisare Attila e gli Unni del sopraggiungere della malaria.

Raffaello, per eseguire l’opera, dovette distruggere una serie di Condottieri del Bramantino. Non sappiamo se questo affresco venne dipinto prima o dopo la Liberazione di san Pietro e quindi se sia il terzo o l’ultimo degli affreschi compiuti nella stanza dove risiede. Di certo fu eseguito dopo la morte di Papa Giulio II.

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Zingara addormentata (opera di Henri Rousseau) https://cultura.biografieonline.it/rousseau-zingara-addormentata/ https://cultura.biografieonline.it/rousseau-zingara-addormentata/#respond Fri, 14 Nov 2014 16:51:32 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=12463 La “Zingara addormentata” è uno tra i più significativi dipinti di Henri Rousseau. Si tratta di un dipinto ad olio su tela oggi esposto al Museum of Modern Art di New York e realizzato dal celebre pittore francese nell’anno 1897.

Zingara addormentata - quadro di Henri Rousseau - 1897
La Zingara addormentata (Henri Rousseau, 1897)

Zingara addormentata: il quadro

Nel dipinto, viene raffigurata in primo piano una zingara che dorme al chiaro di Luna con a fianco una giara per l’acqua ed un mandolino, mentre un leone lentamente le si avvicina per capire chi sia ma senza aggredirla. L’ambientazione è surreale, con il cielo che assume una colorazione blu intensa ed astratta. Da sfondo troviamo un deserto completamente arido, rappresentato al chiaro di Luna, che rende il contesto magico e perfino onirico.

Il leone, seppur vicino alla donna, non aggredisce la zingara e ciò appare davvero strano. La luce della Luna illumina la criniera del leone che si trova a pochi metri di distanza dalla zingara e mette in evidenza la variopinta veste della donna che indossa abiti orientali e che dorme tranquilla.

La Zingara addormentata: analisi del quadro

La zingara viene rappresentata dal pittore come un’entità diversa, mentre il feroce leone simboleggia il potente che riconosce il valore dell’altro diverso da sé. La zingara non rappresenta nessuna figura sociale se non quella dell’artista/viandante. Dormendo mostra di essere vulnerabile ma il leone però appare tranquillo e affascinato dalla sua figura.

In questo dipinto, Rousseau è più attento alle proporzioni, alla prospettiva e alla distribuzione della luce rispetto alle altre sue opere ed utilizza colori intensi e surreali. La scena riprende un diffuso stereotipo del tempo riguardo gli zingari, che venivano riconosciuti come viandanti nomadi e dotati di oscuri poteri magici.

Henri Rousseau, nel suo dipinto, realizza un soggetto surreale calato in un’atmosfera da sogno. Non è la prima volta che il pittore ci sorprende con le sue produzioni artistiche surreali, tra di esse la “Zingara addormentata” è la più importante perché anticipa i movimenti pittorici del primo quarantennio del Novecento.

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La costellazione del Leone https://cultura.biografieonline.it/leone-costellazione/ https://cultura.biografieonline.it/leone-costellazione/#comments Sun, 24 Feb 2013 14:39:02 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=6406 La costellazione del Leone, in latino Leo, è una costellazione dello Zodiaco. La sua posizione nel cielo è tra il Cancro, ad ovest, e la Vergine, ad est; visibile da dicembre, verso est, bassa all’orizzonte, fino a giugno verso ovest, il periodo di migliore visibilità nel cielo dell’emisfero boreale è ad aprile, alta nel cielo verso sud.

Costellazione del LeoneLe stelle principali della costellazione sono: α Leonis (Regolo) stella azzurra, la più luminosa della costellazione, distante 77 anni luce dalla Terra (un anno luce corrisponde a 9.461 miliardi di Km); γ Leonis (Algieba) stella azzurra doppia distante circa 126 anni luce; β Leonis (Denebola) stella bianca distante 36 anni luce; δ Leonis (Zosma) stella bianca, distante 58 anni luce; ε Leonis (Ras Elased Australis) stella gialla, distante 251 anni luce; θ Leonis (Coxa) stella bianca, distante 178 anni luce.

Essendo la costellazione del Leone posizionata lontano dalla Via Lattea, è possibile osservare nel profondo cielo tantissime galassie: M65, M66, NGC 3628, M95, M96, NGC 2903, NGC 3193, NGC 3607. All’interno della costellazione sono altresì presenti diversi sistemi planetari: quello della stella gigante arancione HD 102272, attorno alla quale orbitano due pianeti di tipo gioviano, e quello della stella nana rossa Gliese 436, attorno alla quale orbita un pianeta la cui massa è simile a quella di Nettuno.

Lo sciame meteorico che si origina dalla costellazione del Leone, le Leonidi, è provocato dalla Cometa Tempel-Tuttle, quando la Terra attraversa la scia delle particelle lasciate dal passaggio di questa cometa periodica del Sistema Solare. Lo sciame è visibile ogni anno di norma dal 14 al 21 novembre con un massimo attorno al 17.

Nella mitologia, la costellazione del Leone rappresenta la prima delle dodici fatiche di Ercole e cioè cercare di uccidere l’invulnerabile Leone di Nemea, che aveva la particolarità di avere la pelle resistente a qualsiasi arma, non poteva essere né scalfita, né trapassata.

Ercole - Eracle - Dodici fatiche - Leone di Nemea - 12 fatiche di Ercole
Ercole e il Leone di Nemea: è la prima delle 12 fatiche

Ercole avrebbe dovuto portare la pelle del leone come trofeo. Durante un viaggio attraverso i boschi, Ercole fu sorpreso dal leone, che gli ruppe l’armatura e spezzò un dito. Dopo un feroce duello, Ercole riuscì ad afferrargli la criniera e costringerlo a terra, dichiarandolo sconfitto. Alla morte, il leone fu posto in cielo da Zeus tra i segni dello zodiaco, dove andò a formare la costellazione del Leone.

Il termine “solleone”, che sta ad indicare il clima tipico della stagione estiva, deriva proprio da questa costellazione poiché, alcune migliaia di anni fa il Sole si trovava nel Leone nel periodo più caldo e segnava il passaggio del Sole al solstizio d’estate.

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