leggi Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Wed, 01 Dec 2021 17:59:09 +0000 it-IT hourly 1 Indagato e imputato: differenze https://cultura.biografieonline.it/indagato-imputato-differenze/ https://cultura.biografieonline.it/indagato-imputato-differenze/#comments Wed, 28 Mar 2018 14:14:31 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=24395 Durante un processo o procedimento penale, sentiamo spesso pronunciare le parole indagato e imputato. Raramente se ne conoscono le differenze. Indipendentemente dal fatto se ci troveremo o meno personalmente coinvolti da una delle due definizioni (si spera sempre di no), sarebbe utile sapere cosa significa l’uno e l’altro vocabolo, in modo da avere ben chiara la diversa situazione rappresentata dai due concetti. In questo articolo, vediamo spiegate le principali differenze tra i due termini.

Indagato Imputato
Una foto del magistrato PM Antonio Di Pietro del 1992, durante uno dei processi più noti della storia d’Italia: quello di Mani Pulite.

Indagato

Il termine indagato indica una persona che a seguito di un reato, viene iscritta nel registro delle notizie di reato o registro degli indagati (art. 335 del codice di procedura penale) e conseguentemente sottoposto a un’indagine preliminare da parte del Pubblico Ministero (organo dell’amministrazione giudiziaria dello Stato, articolato in più uffici e preposto all’esercizio dell’azione penale).

Il Pubblico Ministero può richiede per l’indagato il rinvio a giudizio se sono state raccolte delle prove convincenti contro la sua persona. Se si sospetta che il soggetto abbia compiuto il reato, questo viene accusato e successivamente processato, diventando infine imputato. Viceversa se il soggetto non è ritenuto colpevole o punibile del reato commesso, Il PM può rigettare le accuse e procedere all’archiviazione del caso.

Imputato

L’imputato è una persona accusata di un reato nell’ambito di un processo penale. L’attribuzione di uno o più reati (imputazione) viene fatta da parte del Pubblico Ministero a conclusione delle indagini preliminari. Solo dopo che il PM è certo di aver raccolto prove contro il soggetto, la persona è definita imputata.

A questo punto, il soggetto può difendersi scegliendo gli avvocati difensori che lo sosterranno durante il procedimento penale. Durante il processo si capirà se l’imputato sarà colpevole o innocente. Se il soggetto non nomina nessun avvocato difensore, verrà nominato comunque un difensore d’ufficio come stabilisce l’articolo 97 del codice di procedura penale.

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Biotestamento o testamento biologico, cos’è? https://cultura.biografieonline.it/biotestamento-testamento-biologico/ https://cultura.biografieonline.it/biotestamento-testamento-biologico/#comments Mon, 12 Feb 2018 10:18:22 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=24045 Biotestamento. Si tende a confonderlo con l’eutanasia o con il suicidio assistito. Facciamo chiarezza
biotestamento - testamento biologico - eutanasia - suicidio assistito
Quali sono le differenze tra testamento biologico, eutanasia e suicidio assistito?

In cosa consiste il testamento biologico

Il biotestamento (o testamento biologico) è un documento che esprime la volontà di un soggetto, capace di intendere e di volere e lucido di mente, circa il sottoporsi o meno a trattamenti sanitari e terapie per il momento in cui non fosse in grado di esprimere il proprio intento a causa di patologie gravi e invalidanti.

In pratica si tratta di una dichiarazione che viene resa in anticipo, quando il soggetto è in condizioni mentali di lucidità, nell’eventualità che, in futuro, non lo sia più, a causa di una malattia che possa ledere le sue capacità cognitive.

Dal dibattito alla legge

L’argomento del biotestamento, proprio perché riguarda la sfera strettamente individuale di una  persona ed è piuttosto delicato, è stato a lungo dibattuto, soprattutto in Italia, dove (fino a poco tempo fa) non esisteva una normativa specifica al riguardo.

Luca Coscioni
Una foto di Luca Coscioni con Marco Pannella

Per sostenere la necessità di una legge a favore del biotestamento sono nate alcune associazioni, come quella intitolata a Luca Coscioni. Tra i membri dell’associazione vi è Marco Cappato, noto per aver subito un processo (2017-2018) relativo alla sua azione di aiuto a Dj Fabo, alias Fabiano Antoniani, a recarsi in Svizzera per ottenere il suicidio assistito. L’opinione pubblica si divide tra favorevoli e contrari.

Suicidio assistito - Fabiano Antoniani
Dj Fabo – Fabiano Antoniani (1978-2017)

La legge sul biotestamento

Dopo anni di discussione e rinvii, il 14 dicembre 2017 in Parlamento è stata approvata la legge sul biotestamento, o testamento biologico. In pratica viene riconosciuto il diritto ad esprimere la propria volontà – in anticipo e in condizione di lucidità mentale – a non volersi sottoporre a determinate terapie e trattamenti di tipo sanitario (come le pratiche di nutrizione, idratazione e respirazione artificiale), nel caso non si fosse più in grado di autodeterminarsi.

Cosa sono le “Dat”

Le “Dat” (disposizioni anticipate di trattamento) vanno redatte per atto pubblico o scrittura privata, con sottoscrizione autenticata da notaio o altro pubblico ufficiale, o da un medico del Servizio sanitario nazionale. Le Dat sono sempre revocabili: in caso di urgenza, la revoca può avvenire a voce, alla presenza di almeno due testimoni.

Questa legge rappresenta un primo importante traguardo, però restano fuori i casi in cui la sospensione delle terapie porta ad una morte non immediata, bensì lunga e dolorosa.

medico - paziente
Quali sono i vincoli per i medici?

Vincoli per il medico

I medici sono tenuti a rispettare le Dat e, in conseguenza di ciò, sono esentati da qualsiasi responsabilità civile o penale. I camici bianchi possono disattendere le volontà espresse nel biotestamento solamente se ciò non corrisponde più alle condizioni cliniche del malato e se, nel frattempo, sono sopraggiunte nuove cure che gli offrono concrete opportunità di miglioramento.

La normativa nel dettaglio

Ecco i punti previsti dalla legge sul bio testamento approvata definitivamente dal Senato nel Dicembre del 2017.

  1. Il consenso informato della persona interessata circa l’inizio o il proseguimento del trattamento sanitario.
  2. Il consenso prestato può essere revocato in qualsiasi momento, anche quando la revoca comporta la sospensione di trattamenti di nutrizione e idratazione artificiali.
  3. La normativa vieta qualsiasi tipologia di accanimento terapeutico.
  4. Il medico deve rispettare la volontà del paziente di proseguire o meno il trattamento sanitario. Tuttavia gli viene concesso il diritto di essere obiettore di coscienza.
  5. Tra medico e paziente può essere stabilita una “pianificazione condivisa delle cure”, che nel corso della malattia può sempre essere aggiornata, su suggerimento del medico o su richiesta dello stesso paziente.

Biotestamento ed eutanasia

Vi è differenza tra bio testamento, eutanasia e suicidio assistito. Nel termine “eutanasia” rientrano gli interventi sanitari sia attivi che passivi, aventi l’obiettivo di interrompere la sofferenza di una persona malata allo stato terminale di una malattia. Il consenso deve essere previo.

Oggi nel nostro Paese tale pratica costituisce un reato punibile dagli artt. 579 (omicidio del consenziente) e 580 (istigazione o aiuto al suicidio) del codice penale.

L’eutanasia “passiva” (intesa come sospensione dei trattamenti sanitari e cure mediche) è invece un diritto sancito nell’articolo 32 della Costituzione della Repubblica italiana.

Suicidio assistito
Biotestamento e suicidio assistito

Il suicidio assistito è una tipologia di eutanasia che viene attuata direttamente dalla persona interessata. Essa inoltra la richiesta di avere il farmaco per porre fine alla propria esistenza. E’ prevista l’assistenza da parte di terzi nelle fasi del ricovero che precedono la somministrazione vera e propria.

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Differenza tra DOP, DOC e DOCG https://cultura.biografieonline.it/dop-doc-docg-differenze/ https://cultura.biografieonline.it/dop-doc-docg-differenze/#comments Thu, 25 May 2017 17:09:52 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=22608 Parlando di prodotti Made in Italy, non possiamo non considerare tutti i marchi di qualità e le nomenclature. L’uso degli acronimi che andremo ad analizzare ha tra gli obiettivi quello di evitare truffe e danni a carico del consumatore. I consumatori che acquista un determinato prodotto enogastronomico possono così evitare lo spiacevole fenomeno della commercializzazione di “falsi” prodotti, che di italiano non hanno davvero nulla. Tra i principali acronimi usati per questa differenziazione troviamo le denominazioni: DOC, DOP e DOCG. Spieghiamo di seguito le differenze.

DOCG etichetta
Un’etichetta DOCG

DOC: Denominazione di Origine Controllata

Quando decidiamo di fare la spesa è bene accertarci delle varie certificazioni che sono garanzia di sicurezza del prodotto. Ciò per non incappare in spiacevoli situazioni. Per marchio DOC si intende la Denominazione di Origine Controllata. Si tratta di un marchio di origine italiana che viene usato nell’ambito dell’enologia per certificare la zona geografica d’origine di quel determinato vino. Di conseguenza indica le uve utilizzate per la produzione di quel vino.

I vini con marchio DOC possono essere messi in commercio solo dopo accurate analisi chimiche e sensoriali. I prodotti sono disciplinati dal Reg. CEE 823/87, dalla Legge n. 164/92, dal D.P.R. n. 348/94 e dai relativi Disciplinari di produzione.

DOP: Denominazione di Origine Protetta

Con l’acronimo DOP invece si intende la Denominazione di Origine Protetta. Questa sigla si usa per tutti i prodotti agroalimentari le cui caratteristiche sono strettamente connesse, interamente o in parte, all’ambiente geografico in cui sono realizzati.

Le varie fasi produttive della realizzazione di un determinato prodotto avvengono esclusivamente in una determinata zona geografica. Le fasi sono strettamente connesse anche ai fattori naturali e umani di quella zona geografica che incidono in modo significativo sulla produzione di quel determinato prodotto.

DOP è anche un riconoscimento di qualità attribuito a prodotti, ad esempio i vini, che vengono realizzati in zone geografiche specifiche e recanti in etichetta delle diciture che mettono ben in evidenza la regione o la provincia di provenienza del prodotto stesso.

Vino
Bottiglie di vino senza etichetta sul collo

DOCG: Denominazione di Origine Controllata e Garantita

Esiste poi un’ulteriore differenza di acronimi, ovvero il DOCG che insieme all’acronimo DOC è ricompreso a livello legislativo nella denominazione DOP. Si tratta di un riconoscimento di qualità attribuito ai vini regolamentati quasi sempre da un disciplinare molto rigido, caratterizzati da una zona geografica delimitata, ben precisa e molto spesso contraddistinti anche da una sottozona, che deve essere rigorosamente segnalata in etichetta.

Nel caso dei vini DOCG, vengono segnalate per il prodotto tutte le informazioni necessarie tra cui: i vitigni ammessi, le caratteristiche sensoriali del prodotto, le regole per la vinificazione, la resa massima indicata per ettaro, le zone di produzione, le norme per l’imbottigliamento e la viticoltura, e le varie regole per una corretta vinificazione.

La dicitura DOCG è pertanto un’ulteriore garanzia di sicurezza del prodotto, realizzato solo ed esclusivamente in Italia. Questi vini sono disciplinati dal Reg. CEE 823/87, dalla Legge n. 164/92, dal D.P.R. n. 348/94 e dai relativi Disciplinari di produzione.

Sono una cosa ancora differente, invece, le sigle: IGP, IGT e STG.

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Differenza tra giudice e magistrato https://cultura.biografieonline.it/giudice-magistrato-differenze/ https://cultura.biografieonline.it/giudice-magistrato-differenze/#comments Tue, 29 Jul 2014 12:21:14 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=11656 Molto spesso, nell’ambito del diritto, vengono usati i termini giudice e magistrato. Ma quale differenza passa tra i due? Scopriamolo nell’articolo seguente, che in modo schematico e sintetico riassume proprio le principali differenze tra magistrati e giudici.

Giudici e Magistrati
Giudici e Magistrati: le differenze

Il giudice

Il vocabolo giudice proviene dal latino judex, derivato da ius “diritto” e dicere, “dire, pronunziare”. Questo termine viene usato in modo generico sia ad indicare la persona fisica titolare di quest’organo (ovvero il funzionario) o l’organo che esercita la giurisdizione. Il giudice è considerato un organo super partes della magistratura che si occupa del pronunciamento delle sentenze.

Tipi di giudici

A seconda delle loro funzioni, i giudici vengono divisi in: amministrativo, civile, penale, minorile, di pace, di sorveglianza, del lavoro, delegato, tutelare, popolare, ordinario, speciale, straordinario ed onorario:

  • i giudici amministrativi sono i giudici del T.A.R.;
  • i giudici civili si occupano di dispute tra i privati;
  • il giudice penale si occupa dei reati;
  • il giudice di pace si occupa della giurisdizione civile e penale di minore entità;
  • il giudice minorile opera nell’ambito del Tribunale per i minorenni.

Il magistrato

Per magistrato, invece, s’intende una persona investita di un’elevata funzione pubblica, che può essere non solo giudiziaria ma anche amministrativa. Il termine si attribuisce ai funzionari che vengono anche investiti delle funzioni di giudice e, in certi ordinamenti, di pubblico ministero. In Italia, si riferisce anche agli operanti in alcuni uffici della pubblica amministrazione.

Tipi di magistrato

I magistrati si distinguono in due classi: magistratura ordinaria e magistratura togata. Della prima fanno parte i giudici di pace, chiamati ad affrontare cause di minore entità in ambito civile e penale e il Gup (Giudice dell’Udienza Preliminare), figura che deve decidere, durante un’udienza preliminare, sulla richiesta da parte del pubblico ministero di rinvio a giudizio di un imputato. Della magistratura togata fanno parte invece il Giudice per le Indagini Preliminari, o GIP, che interviene in determinate procedure nella fase delle indagini preliminari, e il Pubblico Ministero, o PM, che si occupa dell’esercizio dell’azione penale.

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Differenza tra diritti e doveri https://cultura.biografieonline.it/diritti-doveri-differenze/ https://cultura.biografieonline.it/diritti-doveri-differenze/#respond Tue, 01 Jul 2014 20:18:18 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=11359 Esiste una sostanziale differenza tra i due termini, diritti e doveri. I diritti e i doveri sono normati dalla legge.

Diritti e doveri
Diritti e doveri

Il diritto

Per diritto si intende la libertà che è attribuita al singolo, inteso come persona. I diritti umani o diritti dell’uomo sono una branca del diritto e si intendono come una sorta di concezione filosofica. Già nell’antica Grecia, e di conseguenza nell’antica Roma, esistevano i diritti che però venivano attribuiti solo a determinate categorie di persone. Anche nel periodo del feudalesimo i diritti venivano riconosciuti solo a certe categorie di persone; esisteva una forte e sostanziale disparità tra individui appartenenti alle diverse classi sociali.

Solo con il passare del tempo, i diritti vennero riconosciuti per tutti. Con la “Dichiarazione d’indipendenza delle colonie americane” del 1776 e con la “Dichiarazione francese dei diritti dell’uomo e del cittadino” del 1789, si ottiene una prima svolta in tal senso. Ma solo con la Convenzione Universale dei diritti dell’uomo, proclamata nel 1948 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, che rappresenta uno dei primi documenti che contiene l’elenco di tali diritti, la situazione cambiò.

Vennero così elencati i principali diritti dell’uomo. Tra di essi annoveriamo il diritto alla vita, alla libertà individuale, all’autodeterminazione; il diritto a un’esistenza dignitosa, a un giusto processo, alla libertà religiosa, oltre al diritto di protezione dei propri dati personali (privacy). Si tratta di diritti definiti universali, inviolabili, indisponibili e fondamentali.

Il dovere

Per dovere, invece, si intende un obbligo, un comportamento imposto da una norma. La parola dovere deriva dal latino debere, derivato a sua volta dalla preposizione de, “da” e dal verbo habere, “avere”. Esistono due grandi distinzioni di dovere: quello morale, o etico, e quello legale, o giuridico.

Il primo prende spunto da una norma morale ed è lasciato alla libertà di scelta della persona, in caso di non adempimento dell’obbligo è prevista una sanzione di tipo morale; mentre nel secondo, il soggetto deve tenere un determinato comportamento imposto dalla norma.

Il dovere può essere positivo, quando il comportamento imposto dalla norma consiste in un fare o dare, oppure negativo quando invece consiste in un non fare; nel primo caso è detto anche comando, nel secondo caso divieto.

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Differenza tra azienda e impresa https://cultura.biografieonline.it/azienda-impresa-differenze/ https://cultura.biografieonline.it/azienda-impresa-differenze/#respond Fri, 06 Jun 2014 10:21:32 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=11220 Nel linguaggio quotidiano usiamo i vocaboli impresa e azienda come se fossero la stessa cosa. In realtà, i due termini, soprattutto in ambito giuridico, assumono dei significati totalmente differenti.

Lovoro e lavoratori
Azienda, impreso, lavoratori e imprenditori.

Secondo l’art. 2555 del Codice civile, viene considerata azienda quel complesso di beni organizzati dall’imprenditore per l’esercizio dell’impresa. Invece con il termine impresa si prende in considerazione la pura attività economica dell’imprenditore che ha come scopo la produzione di servizi, beni e la conseguente ricchezza per l’azienda e per i propri collaboratori. A seconda dei casi, può essere di natura agricola, commerciale o artigiana. La classificazione viene decisa dalla Camera di Commercio a seconda del Codice Ateco richiesto all’ufficio Iva, che si differenzia in base anche alla tipologia di attività svolta.

L’imprenditore

Il Codice civile introduce nell’art. 2082 la figura dell’imprenditore. Imprenditore è colui che “esercita professionalmente un’attività economica organizzata al fine della produzione o dello scambio di beni o servizi”. Tre sono gli elementi che fanno sì che un’attività economica possa dar luogo all’esistenza di un’impresa: l’attività economica deve essere organizzata, che abbia finalità di produrre o scambiare beni e servizi e che sia esercitata professionalmente. Il Codice civile definisce la figura dell’imprenditore e non quella dell’impresa, mettendo in chiara luce la persona che esercita l’impresa e non l’organizzazione.

Lavoro
Lavoro e impresa

Inoltre viene ribadito dalla legge all’art. 41 commi 2 e 3, che l’attività dell’imprenditore “non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata ai fini sociali”.

In sintesi

Tra l’azienda e l’impresa esiste una forte correlazione. In sintesi, l’azienda è il mezzo strumentale tramite il quale l’imprenditore realizza gli scopi di un’impresa.

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Legge e norma: differenze e uso corretto dei termini https://cultura.biografieonline.it/legge-norma-differenze/ https://cultura.biografieonline.it/legge-norma-differenze/#comments Wed, 28 May 2014 15:42:19 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=11042 In ambito giuridico esistono delle differenze tra i termini norma e legge. Per norma si intende una proposizione volta a stabilire un determinato comportamento che deve essere adottato da persone appartenenti ad un gruppo, per assicurare la sopravvivenza e perseguire i fini che lo stesso gruppo ritiene più importanti. È intesa come abitudine o come consuetudine alla quale ci si deve attenere.

Leggi e norme
Leggi e norme: le differenze

I tipi di norme

Esistono tre tipi di norme: le norme giuridiche (regole del diritto), quelle sociali (regole della società) e quelle religiose (che vengono applicate all’interno della Chiesa).

Secondo il Regolamento UE 1025 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 25 ottobre 2012 relativo alla normazione europea, per norma viene definita la tecnica utilizzata da un organismo di normazione riconosciuto che appartiene a una delle seguenti categorie: norma nazionale adottata da un organismo di normazione nazionale, norma armonizzata ai fini dell’applicazione della legislazione dell’Unione sull’armonizzazione europea adottata da un’organizzazione di normazione europea ed infine internazionale adottata da un organismo di normazione internazionale.

Le caratteristiche chiave di una norma sono la generalità, l’astrattezza, la novità, l’imperatività, la positività, la bilateralità e l’esteriorità.

Le Leggi

Con il termine legge, invece, viene indicato un atto giuridico vero e proprio, che si basa su regole comportamentali, attraverso il quale il potere legislativo esercita la sua funzione (legge in senso formale), oppure atto normativo (legge in senso materiale) o insieme delle norme giuridiche che costituiscono l’ordinamento giuridico, ossia il diritto oggettivo.

La legge deve essere rispettata in modo obbligatorio, al contrario della norma, ed è imposta dallo Stato. La legge è la fonte del diritto principale, che deve essere subordinata solo alla costituzione.

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Differenza tra sosta e fermata https://cultura.biografieonline.it/sosta-fermata-differenze/ https://cultura.biografieonline.it/sosta-fermata-differenze/#respond Mon, 12 May 2014 15:28:59 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=10871 Da sempre, parlando di Codice della Strada, una delle differenze che viene spesso confusa è quella tra sosta e fermata.

Divieto di sosta e di fermata
Nella foto: un cartello vieta sia la sosta che la fermata. Curiosamente il divieto è esteso anche a barche e natanti.

Sosta

Per sosta si intende la sospensione della marcia del veicolo protratta nel tempo, con possibilità di allontanamento da parte del conducente dal mezzo. In caso di fermata o di sosta, il veicolo deve essere messo il più vicino possibile al margine destro della carreggiata, parallelamente ad esso e secondo il senso di marcia.

Qualora non esista marciapiede rialzato, deve essere lasciato uno spazio sufficiente per il transito dei pedoni, comunque non inferiore ad un metro. Durante la sosta, il veicolo deve avere il motore spento.

Fermata

Per fermata si intende una sosta momentanea della marcia di un veicolo, anche in un’area dove non è consentita la sosta. Il periodo è di brevissima durata, ma è fondamentale non arrecare nessun tipo d’intralcio alla circolazione. Si usa utilizzare la fermata per consentire la salita o la discesa delle persone da un mezzo o nel caso di mezzi pubblici di superficie: autobus, filobus e tram, per consentire il salire o scendere dei passeggeri.

La fermata è consentita in seconda fila, all’uscita dei passi carrabili o dei garage, dove esiste il segnale divieto di sosta, davanti ai cassonetti dei rifiuti urbani, a meno di 15 metri dal segnale della fermata dei mezzi pubblici, dove il ciglio verticale del marciapiede è dipinto a tratti alternati gialli e neri. Invece, in tutti questi casi, è vietata in modo assoluto la sosta.

Casi limite

Ci sono poi dei casi limite in cui non è possibile effettuare la sosta e nemmeno la fermata, secondo il comma 1 dell’articolo 158 del Codice della Strada, anche se in quello specifico momento e in quel determinato luogo non costituiscono effettivamente pericolo o intralcio per la circolazione.

Ciò accade in prossimità e in corrispondenza di passaggi a livello, binari ferroviari e tranviari; nelle curve e nei dossi, nelle gallerie, nelle intersezioni, sulle piste ciclabili e marciapiedi, sui passaggi e attraversamenti pedonali e ciclabili, lungo le corsie di canalizzazione.

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Differenza tra residenza e domicilio https://cultura.biografieonline.it/residenza-domicilio-differenze/ https://cultura.biografieonline.it/residenza-domicilio-differenze/#respond Fri, 25 Apr 2014 11:58:02 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=10636 Molto spesso, erroneamente, si utilizza indifferentemente il termine residenza o domicilio per definire il luogo dove si abita. In realtà le due parole hanno significati completamente diversi.

Differenze tra domicilio e residenza
Differenze tra residenza e domicilio

La residenza

Nel caso della “residenza”, si intende il luogo in cui la persona vive abitualmente, sia esso un’abitazione tradizionale (appartamento, casa individuale, ecc.) o meno (caravan, tenda, automobile ecc.). Si intende, quindi, il luogo dove una persona vive in modo stabile, ossia dove ha la dimora abituale, da quanto citato nell’articolo 43 del Codice Civile. Inoltre, secondo quanto cita l’articolo 44 del Codice Civile, se una persona cambia residenza è obbligata a denunciarlo al Comune di riferimento; il cambiamento risulta inopponibile ai terzi di buona fede, ovvero a coloro che non ne sono a conoscenza.

La residenza viene riportata obbligatoriamente su tutti i documenti della persona, è fiscale e la sua mancata variazione comporta conseguenze legali. Le cosiddette persone considerate senza tetto e senza fissa dimora, non soddisfano l’elemento oggettivo della residenza (la permanenza in un luogo), tuttavia hanno il diritto alla residenza al fine di esercitare i propri diritti civili (voto) e sociali (servizi).

Il domicilio

Al contrario, il “domicilio” sempre secondo l’articolo 43 del Codice Civile, è da considerarsi come il luogo dove ognuno stabilisce la sede principale dei suoi affari e interessi. Se consideriamo gli studenti o i pendolari che si spostano per lavoro poiché operano fuori sede, alcuni di loro dimorano in un luogo diverso dalla residenza, dove vivono e lavorano.

Il domicilio si confonde molto spesso con la residenza e si identifica spesso con luogo di lavoro, da qui il nome di Domicilio professionale o il luogo in cui si riceve atti giudiziari inviati nel corso di una procedura, ovvero denominato Domicilio legale. In alcuni documenti amministrativi, erroneamente, si richiede il domicilio invece di chiedere la residenza.

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Denuncia e querela: differenze tra i termini https://cultura.biografieonline.it/denuncia-querela-differenze/ https://cultura.biografieonline.it/denuncia-querela-differenze/#comments Sun, 23 Mar 2014 21:56:59 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=10117 Viene definita denuncia l’atto di una persona che mette al corrente l’Autorità, vedi Pubblico Ministero o Ufficiale di Polizia Giudiziaria, ma anche un agente delle Forze dell’Ordine, di un determinato fatto che comporta un reato. Questo accorgimento può essere effettuato anche senza la persona offesa presente e in qualsiasi momento.

Denunce e querele
Querela e denuncia: ecco le differenze

Denuncia

La denuncia è obbligatoria nei casi di reato contro lo Stato, la persona, per un atto terroristico, per emissione di denaro falso, ricettazione di oggetti di origine dubbia o altro. Alcuni soggetti, come i medici, il personale tecnico sanitario, gli Ufficiali di Polizia Giudiziaria e, in generale, gli incaricati di pubblico servizio sono obbligati alla denuncia ovviamente nei casi necessari.

Querela

Di diversa tipologia invece è la querela, con la quale il soggetto, o personalmente o tramite il suo procuratore speciale, reclama all’Autorità Giudiziaria di procedere in merito (art. 336 e ss. c.p.p.) a un fatto che viene considerato dalla legge come reato.

La querela, a differenza della denuncia, ha un termine stabilito e deve essere fatta pervenire entro il termine perentorio di 3 mesi. Così, nei casi estremi in cui un soggetto subisce delle ingiurie e diffamazione, è possibile ricorrere alla querela per procedere nei confronti dell’autore del reato per la sua punizione (art. 336 e ss. c.p.p.).

Analogie e differenze

Come la denuncia, che può essere presentata in forma scritta e orale, anche la querela viene presentata in tali forme e presentata all’Autorità Giudiziaria (al Pubblico Ministero, alle Forze dell’Ordine, o a un agente consolare all’estero).

Sia per la denuncia che per la querela è necessario ricevere l’attestazione della ricezione secondo l’art. 107 att. Nella maggior parte dei casi, la denuncia riguardante i reati perseguibili d’ufficio, è spesso considerata facoltativa; solo nei casi necessari previsti dalla legge è considerato obbligatorio esporre denuncia. In questo caso la denuncia è solo da considerarsi come una segnalazione.

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