James Ellroy Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Thu, 27 Apr 2017 08:31:43 +0000 it-IT hourly 1 Dalia Nera (The Black Dahlia), riassunto del romanzo di James Ellroy https://cultura.biografieonline.it/dalia-nera-ellroy/ https://cultura.biografieonline.it/dalia-nera-ellroy/#comments Thu, 03 Nov 2016 11:59:02 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=20354 Molti di noi amano il genere poliziesco: tra i romanzi di questo genere, ne consigliamo uno dello scrittore James Ellroy. Si tratta del libro intitolato “Dalia Nera” (The Black Dahlia). E’ un libro di genere noir che cattura l’attenzione del lettore e lo tiene sulle spine fino all’ultima parola.

Dalia Nera (The Black Dahlia) - libro - riassunto - James Ellroy
Dalia Nera: una copertina del libro di James Ellroy. E’ il primo libro della tetralogia della Los Angeles Nera, romanzi ambientati tra gli anni ’40 e gli anni ’50 a Hollywood. Dalia Nera è del 1987: in Italia è stato pubblicato da Mondadori nel 2006.

Il linguaggio adottato dall’autore è spesso secco e brutale, volutamente a tratti smozzicato perché vuole trascinare il lettore nelle vicende dei protagonisti. Ellroy vuole far partecipare il lettore in prima persona. Gli ricorda che si tratta di un vero e proprio delitto, con tanto di corpo mutilato e di spargimento di sangue. Il romanzo è ambientato negli Stati Uniti d’America, nel dopoguerra che segue il secondo conflitto mondiale.

James Ellroy descrive in modo minuzioso i palazzi giganteschi, le periferie squallide e gli ambienti ovattati della società cittadina di Los Angeles. Utilizza un dialogo indiretto che, in qualche modo, fa emergere le personalità particolari dei due poliziotti, da una parte. E dall’altra la voragine di degrado, criminalità e l’atmosfera cupa della città.

Dalia

La dalia è un fiore, un genere di piante originario del Messico, di cui il tubero viene considerato commestibile. Il nome Dalia è un omaggio al botanico svedese Anders Dahl (1751-1789), che fu allievo di Linneo.

Non l’ho mai conosciuta da viva. Lei, per me, esiste solo attraverso gli altri, nell’evidenza delle loro reazioni alla sua morte. Scavando a ritroso e attenendomi ai fatti posso dire che era una ragazza triste e una puttana. Nella migliore delle ipotesi era una fallita, un’etichetta che, del resto, potrei applicare a me stesso.
(INCIPIT del romanzo “Dalia Nera”)

Dalia Nera: riassunto del libro

Il libro si ispira realmente ad un fatto accaduto. E’ l’omicidio di Elizabeth Short, aspirante attrice denominata “Dalia Nera” (The Black Dahlia). La donna sarebbe giunta a Los Angeles alla ricerca della fama ma, alla fine, avrebbe trovato solo la morte, schiacciata dal mondo, cupo e crudele, dello show business.

La vittima viene definita dallo scrittore come una ragazza solare, allegra ma al tempo stesso imprudente. Oltre ad essere un’aspirante attrice, svolge anche il dubbio mestiere di prostituta a tempo perso. Si tratta di una delle tante vittime consenzienti dello show business e, soprattutto, di sé stessa.

I due poliziotti

Il romanzo si apre quindi con i due poliziotti di Los Angeles, entrambi ex pugili, Lee Blanchard e Bucky Bleichert, che si trovano ad indagare sul caso della donna. Il corpo viene ritrovato sezionato in due tronconi, frutto di uno dei tanti terribili sfregi effettuati da parte del suo cruento assassino. La ragazza era soprannominata Dalia Nera per la sua abitudine di vestirsi sempre con il colore nero. L’autore si riferisce inoltre ad un famoso film intitolato “La Dalia Azzurra” (1946). Oltre a questa intricata vicenda di ricerca della verità sull’assassinio, al romanzo si aggiungono le vicende sentimentali della vita dei due poliziotti.

Il primo, Lee, si trova a fronteggiare una crisi con la sua ragazza Kay a causa anche del suo lavoro e delle indagini che gli rubano tutto il tempo e il sonno. Il secondo, Bucky, (attratto dalla fidanzata del collega), si è invaghito della bella ma pericolosa Madeleine Linscott. Questa è figlia di uno degli uomini più importanti della città che, inoltre, si trova invischiato in situazioni poco chiare e piacevoli.

Bucky scoprirà che la bella Madeleine frequenta un locale per lesbiche e che si trova spesso invischiata in giri poco puliti. Questo locale, inoltre, in passato veniva frequentato dalla stessa Elizabeth Short e dalla sua giovanissima amica Lorna Mertz. Questi personaggi femminili, per entrare nel mondo di Hollywood, usavano tutti i mezzi possibili.

Bobby

L’attrito tra i due colleghi riaffiora quando un galeotto di nome Bobby DeWitt, appena tornato in libertà, decide di risolvere un conto con il passato da chiudere con Lee. Il collega Bucky inizialmente è un po’ restio, ma poi decide di correre in soccorso di Lee. La situazione precipita quando Lee uccide Bobby. Poco tempo dopo, anche Lee muore in circostanze misteriose, sgozzato e scaraventato giù da più piani di uno stabile da parte di una figura misteriosa. Bucky ora si trova da solo ad indagare sulla morte del collega e di Elizabeth Short.

Intanto, continuano le indagini per risalire all’assassino della povera Elizabeth e, dopo aver visionato un film pornografico in cui erano presenti sia lei che la sua amica Lorna, Bucky ritiene responsabile dell’assassinio il padre di Madeleine, ovvero Emmett Linscott. Ma la verità è un’altra.

Finale

Il poliziotto raggiunge la lussuosa abitazione del miliardario Emmett Linscott e cerca delle conferme alla sua tesi. La sua ricerca però  non porta a nessun risultato. Emmett Linscott, infatti, non è il colpevole. Mentre Bucky si trova nella villa del miliardario, assiste sgomento alla confessione della moglie del miliardario, Ramona, che poi si suicida.

Tra l’altro, Bucky si rende ben presto conto che è stata la pericolosa Madeleine, del quale si era invaghito, ad uccidere il suo collega. Il movente risiede nel fatto che questi stava ricattando l’amato e ricchissimo padre per raggiungere i propri obiettivi.

A questo punto, il poliziotto Bucky ha un confronto finale con Madeleine che culmina nel peggiore dei modi. Non si arriva ad una vera e propria giustizia per nessuno dei personaggi del romanzo. Bucky, pur raggiungendo ora la bella Kay, non ha la vita che da sempre aveva desiderato.

James Ellroy - Perfidia
James Ellroy con il suo romanzo “Perfidia” (2015)

Commento all’opera

Il finale è ricco di pathos. Lo scrittore James Ellroy non fa uscire pulito nessuno dei suoi personaggi principali. Essi sono caratterizzati sia dalla presenza del Bene sia da quella del Male. Nessuno di loro esce da questa storia con la coscienza completamente pulita.

Si tratta del primo romanzo della tetralogia della Los Angeles Nera, ovvero libri ambientati tra gli anni Quaranta e gli anni Cinquanta a Hollywood. Il libro ottenne un ottimo successo, sia in termini di critica che di pubblico, tanto che in Italia venne pubblicato, nel 2006, dalla Arnoldo Mondadori Editore. Venne definito la gemma del noir realizzato da uno dei maestri del genere.

Dalia Nera al cinema

Famosa è anche la trasposizione cinematografica del 2006, The Black Dahlia. Il film è diretto da Brian De Palma, e si ispira direttamente al libro di James Ellroy. La pellicola ottenne un buon successo sia Italia che all’estero, in modo particolare negli Stati Uniti. Tra i protagonisti del film ricordiamo: Josh Hartnett (Bucky), Scarlett Johansson (Kay), Aaron Eckhart (Lee).

Un’altra citazione cinematografica: in una vicenda del nono episodio della prima stagione della serie televisiva American Horror Story, si fa riferimento alla Dalia Nera.

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Perfidia (di James Ellroy) https://cultura.biografieonline.it/perfidia-ellroy/ https://cultura.biografieonline.it/perfidia-ellroy/#respond Wed, 07 Oct 2015 01:55:43 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=15298 collapsed

il participio passato di soccombere?
qualcuno dice soccombuto addirittura, citando un paio di pregevolissimi passaggi letterari dell’ottocento. qualcuno dice non si usa. un po’ mi spiace che non si usi perché è esattamente quello che vorrei dire, ho soccombuto.

James Ellroy - Perfidia
James Ellroy con il suo romanzo “Perfidia” (2015)

jamesellroy non credo abbia bisogno di presentazioni. perfidia – einaudi, 2015 è il suo ultimo libro, è uscito a marzo, un tomazzo tanto. un filo fuori budget per me allora ho aspettato a prenderlo. poi l’ho regalato al mio socio di palestra per il suo compleanno. poi arrivavano le vacanze e va bene, l’ho preso. quella roba dell’attesa del piacere che è essa stessa piacere, per me è una grande vaccata comunque.

allora vado in ferie con il libro e non è proprio agile da portare in giro allora dico lo leggo quando torno a casa – ogni tanto ho delle idee intelligenti tipo portarmi appresso un libro che pesa come un pacco di farina per poi lasciarlo chiuso. lo metto in valigia. lo inizio appena arrivo a casa, sissì, ellroy accompagnerà la mia rentrée.

arrivo a milano, dopo quel viaggio in treno di cui ho parlato spesso, prendo un tassì, cerco le chiavi di casa con il terrore che c’ho sempre di averle lasciate in sicilia o in giro. cioè una volta l’ho fatto, ho lasciato le chiavi dentro casa, lui ha chiuso, io sono andata in america, sono tornata, lui era a londra, le mie chiavi dentro, c’erano 40° e insomma si capisce.

entro e apro la valigia, se non divido subito cose sporche/cose pulite/cose non ricordo ma mejo che je do una sciacquata, poi è un casino. apro e cazzo. quel sacchetto di cipolle in agrodolce preso in quell’azienda ai piedi dell’etna, vuoi mica che si è bucato con non so cosa? (le ipotesi sono o uno dei cosi della spazzola, o l’angolo del libro di cui parliamo). ho passato in velocità le 5 fasi del lutto poi ho messo la roba a lavare, tutta ormai, inutile dividerla, ho cosparso la valigia di bicarbonato che si sa assorbe gli odori, e comunque è ottimo per un sacco di cose e soprattutto per pulire il forno, ho ripassato i santi del calendario attribuendo loro deliziosi epiteti.
poi sono andata a letto portandomi le ottocentoepassa pagine più odorose di cipolle della storia.

perfidia è una specie di prequel. ci sono personaggi che sono apparsi in altri libri di ellroy, successivi in linea temporale. come se io me li ricordassi, ma dai.

ellroy racconta dei giorni un po’ intensi per l’ammeriga, i giorni primaduranteedopo pearl harbour. è a tutti gli effetti un romanzo storico questo, di una storia che conosco poco poi (per me era i giapponesi hanno bombardato ph, gli ammerigani han ricambiato il favore con le bombe atomiche. perché è giusto che se uno ti strappa qualche capello, tu gli faccia lo scalpo, no? come se un giorno dovessero fare un attentato dove muoiono molte persone e tu per vendicarti sbam, invadi tutto e ammazzi n volte tanto. ma questa è solo un’ipotesi che faccio per far capire no? e ok, ho semplificato un po’ il tutto lo so).

i personaggi sono delineati a fondo. è tutto preciso, perfetto, perché james ellroy scrive perfetto.
però io noia. noia tantissima. e andavo avanti e mi passava la voglia di leggere, non solo quello ma tutto e noia noia noia e a due terzi HO SOCCOMBUTO. l’ho chiuso, col suo odore di cipolle che ancora c’era un pochino, e ho detto grazie james magari la prossima volta eh.

però è colpa mia, che ho bisogno a volte di più superficialità. ellroy è straordinario.

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