Italo Svevo Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Fri, 22 Jan 2021 19:46:51 +0000 it-IT hourly 1 Una vita, il primo romanzo di Italo Svevo: riassunto, analisi e commento https://cultura.biografieonline.it/una-vita-svevo-riassunto/ https://cultura.biografieonline.it/una-vita-svevo-riassunto/#comments Wed, 29 Apr 2020 10:17:05 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=28548 E’ il 1888 quando Italo Svevo inizia il suo primo romanzo “Una vita”. Inizialmente il titolo da lui scelto per l’opera era “Un inetto”. Successivamente viene pubblicato nel 1892 a spese dello stesso scrittore, dall’editore triestino Vram, con il titolo “Una vita”. In questo articolo riassumiamo la trama del libro, fornendo una breve analisi e un commento sullo stile. Ma andiamo con ordine: partiamo con il riassunto.

La copertina di una vecchia edizione del libro UNA VITA, romanzo di Italo Svevo
La copertina di una vecchia edizione del libro UNA VITA, romanzo di Italo Svevo

Una vita: riassunto del romanzo

Protagonista del romanzo dello scrittore Italo Svevo è Alfonso Nitti, un intellettuale fallito che si è spostato dalla campagna in città, a Trieste. E’ un impiegato di banca e vive presso una famiglia di affittacamere.

L’uomo, che conosce il latino e ama le poesie, si sente imprigionato da un lavoro ripetitivo e arido: quindi aspira ad una vita diversa dalla sua routine. Alfonso Nitti vorrebbe fare lo scrittore. Ma tutto sembra riportarlo alla realtà in cui vive, dai condizionamenti sociali, dal suo mondo d’affari e dal mondo borghese in cui fatica ad inserirsi.

Incipit del romanzo

Il romanzo inizia con le parole di Alfonso alla madre, scritte in una lettera:

Incipit di Una vita, di Italo Svevo

Alfonso, Annetta e i loro sogni

Il sogno di Alfonso, stretto da un’umanità meschina che lo avvilisce, è quello di riscattarsi attraverso la letteratura. Viste le sue qualità da intellettuale, gli si presenta un’occasione. Viene infatti ammesso nella casa borghese del direttore di banca, il signor Maller. Ma Alfonso senza neppure accorgersene, seduce Annetta Maller, figlia del direttore di banca.

Anche lei come il protagonista del romanzo Una vita, è appassionata lettrice e aspirante scrittrice. Così la giovane Annetta Maller propone ad Alfonso Nitti di scrivere un romanzo a quattro mani.

La relazione

La ragazza, figlia del direttore di banca, si innamora di Nitti al punto che desidera sposarlo, andando contro tutti gli ostacoli sociali che si oppongono alla loro relazione. Ma Alfonso, disinnamorato della giovane, si rende conto di non voler convolare a nozze: in modo insensibile rifiuta il matrimonio con Annetta e all’occasione che le nozze potevano offrirgli di una scalata sociale.

La ricerca interiore di Alfonso

Col pretesto di assistere la madre malata, Alfonso torna in campagna nel suo paese d’origine, dove assiste la madre sino alla fine. Qui comincia a mettersi alla ricerca delle sue origini.

Poi il protagonista del romanzo si ammala ed è costretto a vendere ogni bene familiare. Ma questo non lo fa tornare indietro sui suoi passi.

Decide infatti di non farsi più vivo con Annetta, pur essendo consapevole che finirà per essere giudicato dalla giovane un vile, perdendo la sua stima.

Il difficile ritorno in città

Passato il periodo, decide di tornare a Trieste, dove l’aspetta il suo impiego in banca per riprendere la vita di sempre. L’attende però una prova ancora più difficile perché viene considerato dai colleghi un cacciatore di dote: viene anche trasferito ad un incarico meno redditizio, dal suo direttore Maller.

A questo punto Nitti decide di licenziarsi, dà le dimissioni, poi invia ad Annetta una lettera che viene letta dalla famiglia di lei, come tentativo di ricatto. Alfonso Nitti viene così sfidato a duello dal fratello di Annetta.

Il finale

La giovane nel frattempo si è fidanzata con Macario; questi è un personaggio antagonista di Nitti, è una persona sicura di sé, determinata e soprattutto adatta alla vita.

Alfonso declina l’invito alla lotta, preferendo suicidarsi.

Analisi del personaggio di Alfonso Nitti

Alfonso Nitti rappresenta un uomo che possiede aspirazioni ideali alte e profonde che però vanno a cozzare con la società borghese e con le sue convenzioni. Ma l’uomo si propone come un inetto al mondo borghese, mostrando passività ed estraneità.

Non persegue infatti mai i suoi propositi fino in fondo. Trasforma tutte le sue passioni e aspirazioni in velleitarie. Si dimostra non all’altezza di sostenerle sino in fondo ed è confinato in un limbo fatto di paralisi  o di stasi.

Il tragico gesto finale

Alfonso decide di rifiutare il duello, preferendo la morte con il suicidio. Anche in questo suo gesto il protagonista si dimostra un inetto: non c’è niente di eroico nel suo suicidio. Solo la conferma della sua posizione di subalternità e inferiorità rispetto al mondo reale che lo circonda.

La figura dell’inetto caratterizza gran parte della letteratura di fine Ottocento e gli inizi del Novecento.

Si veda ad esempio il protagonista del romanzo di Robert Musil, dal titolo L’uomo senza qualità. Tuttavia l’inetto non si deve confondere con il fallito.

L’inettitudine del protagonista Alfonso Nitti sta proprio nella sua rinuncia alla lotta, alla vita e nella mancanza di capacità che dimostra ad esprimere la propria personalità.

Al contrario di Macario, fidanzato di Annetta, che dimostra di essere perfettamente a suo agio con la vita, sicuro di sé e determinato, Alfonso è invece predestinato alla sconfitta.

Italo Svevo disegna Nitti come un personaggio che si dimostra pieno di paure e di apprensioni. Si dimostra non un lottatore, ma contemplatore debole e passivo in ogni circostanza importante.

Italo Svevo
Italo Svevo

Una vita: lo stile del romanzo

Lo stile del primo romanzo di Italo Svevo è di tipo psicologico di formazione. Svevo narra in terza persona con un narratore estraneo rispetto la vicenda raccontata nel romanzo.

Il protagonista Nitti è un anti-eroe, che è immerso in una routine senza colore e senza splendore.

Svevo offre una prosa che è priva di preziosismi e rifugge da ogni ricerca linguistica: essa va invece ad adeguarsi alla realtà grigia che rappresenta.

L’obiettivo di Svevo è quello di rappresentare la problematicità della coscienza dei suoi personaggi.

Commento critico

Il commento che segue è tratto dalla prefazione del libro, a cura dello scrittore Mario Lunetta (1934-2017), edito da Newton Compton Editori nel 2011.

Fin dal suo primo romanzo, il triestino percepisce di essere partecipe di una crisi: la crisi di una borghesia che in sede culturale sconta l’esaurirsi della spinta ottimistica incarnata dal positivismo, e in sede economico-politica è costretta a pagare un disagio e una serie di conflitti interni, che i diversi imperialismi europei si sforzeranno di eludere scatenando una competizione tanto serrata da concludersi con una guerra generale.

Quella di Svevo è, fin dagli esordi, una percezione critica e una percezione autocritica: la sua scrittura, ancora per tanti versi così naîve, trova già in Una vita, e proprio in forza di queste doti, momenti forti di libertà e di
invenzione.

[…] Svevo s’impegnò a fondo al suo primo romanzo, probabilmente convinto di avere in qualche modo toccato il centro nevralgico della sua ricerca. Questo centro nevralgico è la malattia: e la malattia si chiama, appunto, inettitudine.

Le parole di Svevo

L’autore Italo Svevo in una lettera a Valery Larbaud (1881-1957), datata 16 marzo 1925, parla della sua opera prima in questo modo:

«Ho riletto Senilità e vedo il libro che m’ero rassegnato a considerare assolutamente inesistente, nella luce che gli è stata data dal vostro giudizio. Ho riletto Una vita. James Joyce diceva sempre che nella penna di un uomo c’è un solo romanzo (allora egli non aveva neppure pensato a Ulysses) e che quando se ne scrivono diversi si tratta sempre del medesimo più o meno trasformato. Ma in questo caso il mio solo romanzo sarebbe Una vita».

Il libro

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Le opere di Italo Svevo https://cultura.biografieonline.it/svevo-opere/ https://cultura.biografieonline.it/svevo-opere/#respond Fri, 20 Dec 2013 19:20:46 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=9035 Le opere di Italo Svevo sono rappresentate da tre romanzi. I primi due, “Una vita” (1892) e “Senilità” (1898), pubblicati dall’autore a proprie spese, furono quasi del tutto ignorati dal pubblico, attratto dai romanzi di altra ispirazione, come quelli di D’Annunzio e Fogazzaro. Venticinque anni dopo, nel 1923 Svevo pubblica, sempre a proprie spese, il terzo romanzo: “La coscienza di Zeno“, che gli procura un’improvvisa notorietà.

Italo Svevo
Italo Svevo

I tre romanzi si assomigliano, perché hanno una tematica comune, che consiste nell’analisi ossessiva del subcosciente dei vari protagonisti. Per tratteggiare questa analisi dei personaggi, Italo Svevo si rifà alla psicoanalisi di Sigmund Freud.

Svevo è tra i primi scrittori ad introdurre nella letteratura la psicoanalisi. Per comprendere meglio il pensiero e la novità introdotta dall’autore, è bene analizzare il contenuto dei tre romanzi.

Una vita

In “Una vita” racconta di Alfonso Nitti, un inetto impiegato di banca, trasferitosi a Trieste dalla provincia, che non riesce ad adattarsi alla vita della città, al suo lavoro e neppure all’amore di Annetta Maller, figlia del suo direttore. Così, preso dall’angoscia, decide di togliersi la vita e si uccide col gas. Qui l’attenzione dello scrittore è rivolta all’analisi psicologica del protagonista.

La copertina di una vecchia edizione del libro UNA VITA, romanzo di Italo Svevo
La copertina di una vecchia edizione del libro UNA VITA, romanzo di Italo Svevo

Senilità

Dal titolo che acquista un significato metaforico, perché vuole indicare l’incapacità di agire dei vecchi, “Senilità” è il secondo romanzo di Svevo. Tuttavia, nel romanzo, questa incapacità di agire è propria del protagonista che è giovane. Si tratta del trentenne Emilio Brentani, un impiegato di una compagnia di assicurazioni, che vive nella monotonia. Questo sino a quando non si innamora di Angiolina, bella e attraente ma volgare e sfacciata. Intanto, un suo amico, Stefano Balli, cerca di distoglierlo dall’amore per Angiolina. Nel frattempo, la sorella si innamora segretamente del Balli e presa dalla disperazione, si toglie la vita, avvelenandosi con l’etere. Dopo la morte della sorella, il protagonista rinuncia all’amore per quella donna sfacciata che, nel frattempo è fuggita con un altro, è piomba di nuovo nella solitudine di una vita monotona.

Svevo Senilita
Senilita, di Italo Svevo

La coscienza di Zeno

La coscienza di Zeno” è il capolavoro dello scrittore. C’è nel romanzo tutto il travaglio interiore del personaggio: Zeno Cosini, un ricco commerciante di Trieste in pensione, che è indotto dal suo medico psicanalista, al quale si è rivolto con lo scopo di comprendere meglio se stesso, per guarire dall’incapacità di agire. La malattia di cui soffre Zeno è la stessa di cui soffrono i personaggi degli altri due romanzi, che non riescono ad adattarsi al mondo esterno.

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Senilità, libro di Italo Svevo: riassunto https://cultura.biografieonline.it/riassunto-senilita-svevo/ https://cultura.biografieonline.it/riassunto-senilita-svevo/#comments Fri, 22 Nov 2013 18:28:04 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=8686 Senilità è il secondo romanzo di Italo Svevo, pseudonimo di Ettore Samigli. Venne pubblicato per la prima volta nel 1898 sulla rivista L’Indipendente, dove uscì a puntate. Il titolo originale era Il carnevale di Emilio. Subito dopo Svevo pubblicò il romanzo in un’unica edizione e a sua spese. Senilità, però, non ebbe il successo sperato. Solo nel 1927, grazie alla considerazione che il suo terzo romanzo, La Coscienza di Zeno, suscitò sia in James Joyce che in Eugenio Montale, Svevo ricevette la proposta di ripubblicarlo. E solo dopo averlo rivisto accettò una sua seconda edizione e finalmente ottenne il successo che meritava.

Svevo: Senilità
Senilità è uno dei lavori più celebri di Italo Svevo

Senilità, di Italo Svevo: riassunto e trama

Emilio Brentani, protagonista del romanzo, vive assieme alla sorella, Amalia, in un modesto appartamento nella Trieste di fine ottocento. Brentani svolge la professione di assicuratore, ma la sua vera passione è la letteratura. E’ un uomo di 35 anni appesantito dal grigiore di una vita solitaria e monotona. La sua passione lo porta a scrivere un romanzo che pubblica a sue spese. Il romanzo non ha successo ma permette a Brentani di godere di una pallida fama fra alcuni conoscenti, che lo considerano un intellettuale etichettandolo in modo superficiale.

Lui però si sente un fallito: la considerazione di pochi lo rende ancora più consapevole del suo insuccesso e in questo deprimente stato d’animo, intraprende una storia d’amore con Angiolina, una ragazza bella e piena di vita. Emilio viene travolto dall’amore per Angiolina e il suo sentimento si trasforma, in poco tempo, in ossessione. Mentre scopre che la ragazza lo tradisce e gli mente sulla sua doppia vita, lui sprofonda sempre più in una sorta di gelosia maniacale, che lo lega alla ragazza in modo sempre più stretto e profondo.

Parallelamente, la sorella di Emilio, Amalia, capisce che la sua vita è cambiata, ora che il fratello è impegnato in una nuova relazione che lo coinvolge totalmente. Amalia intuisce che forse ha sprecato parte della sua vita: si è chiusa troppo presto alla giovinezza e all’amore. Si innamora, forse in un’ostinata ricerca di se stessa, di Stefano Balli, amico di Emilio, pittore in erba e che ha un particolare successo con le donne. Presto, però, Emilio scopre la sofferenza della sorella, che in una solitudine estrema vive, fra deliri e sofferenze, l’amore per il Balli.

Finale

Emilio, preoccupato per la sofferenza di Amalia, convince l’amico a non frequentare più casa sua. Amalia, però, dopo poco tempo, comprende che Stefano Balli non viene più nel loro appartamento a trovare il fratello perché ha deciso di respingere qualsiasi suo tentativo, seppur blando, di seduzione. Amalia si ammala, comincia a respirare etere profumato per dimenticare la sua sventura e deperisce, prendendosi la bronchite fino a preoccupare il fratello che cerca di aiutarla ma senza successo. Per lei, infatti, è troppo tardi e dopo pochi giorni muore. Il Balli, che aiuta Emilio nella cura della sorella, diventa anche l’amante di Angiolina. E’ lei a sedurlo. Brentani però ha perso la sorella e non ne vuole più sapere di Angiolina, grazie al lutto trova infatti la forza per ritornare alla sua vita solitaria.

Commento e analisi

Senilità è un romanzo psicologico che risente di molte influenze. Uno degli aspetti più affascinanti di Italo Svevo è la difficoltà, proprio per il suo successo tardivo, di comprendere le profonde influenze culturali che lo hanno formato. La sua stessa biblioteca è incompleta, a causa dei bombardamenti, durante la Prima Guerra Mondiale, che hanno danneggiato la sua casa e che quindi hanno disperso il patrimonio culturale della famiglia Svevo.

Si sa che leggeva Schopenhauer e Nietzsche e che aveva un interesse per Freud, le cui teorie erano state oggetto di una sua traduzione. Si sa che oltre ai romanzi aveva scritto poesie e racconti e che il suo rapporto con la scrittura fu sempre tormentato a causa dello scarso successo di cui godette in vita. Si conoscono alcuni particolare della sua esistenza grazie al diario che il fratello Elio scriveva per sé e in cui raccontava spesso di Italo, ma sono informazioni superficiali e prive di quella sensibilità sufficiente per dipingere un quadro profondo e completo di Italo.

Pertanto è difficile poter affermare se questo romanzo sia autobiografico o meno, sicuramente, però, Senilità ha una profondità psicologica notevole che, come ne La Coscienza di Zeno, permette all’autore di penetrare nell’animo umano con una visione drammatica ma compiuta dell’uomo.

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La coscienza di Zeno: riassunto e analisi https://cultura.biografieonline.it/italo-svevo-la-coscienza-di-zeno/ https://cultura.biografieonline.it/italo-svevo-la-coscienza-di-zeno/#comments Mon, 07 Oct 2013 10:39:01 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=7894 Il capolavoro di Svevo

La coscienza di Zeno è il romanzo maggiormente conosciuto di Italo Svevo, scrittore d’avanguardia del Novecento italiano. Egli fu inoltre autore di una raccolta di novelle meno conosciuta. Otto sono invece le commedie della sua produzione. Lo ricordiamo maggiormente per aver scritto tre romanzi: Una vita (1892), che racconta della vita di un impiegato con ambizioni letterarie, Senilità (1898) storia di Emilio, giovane anagraficamente ma anziano per modo di vivere. Il capolavoro di Svevo, che lo ha reso famoso è però La coscienza di Zeno. Questo romanzo va collocato nel periodo del ritorno dell’autore alla letteratura. Fu scritto in soli tre anni, dal 1919 al 1922. Il romanzo fu pubblicato nel 1923 per la prima volta, quasi contemporaneamente all’ Ulisse di Joyce, amico dello scrittore.

Italo Svevo, La coscienza di Zeno
La coscienza di Zeno, copertina dell’edizione del 1930

La coscienza di Zeno segna il carattere d’avanguardia dell’autore e la sua voglia di sperimentare, la narrativa si unisce alla psicologia e Svevo diventa con quest’opera un romanziere novecentesco a tutti gli effetti per le tematiche affrontate.

Il significato di coscienza e i 7 capitoli

L’autore gioca con il significato di coscienza. Essa può essere considerata sia coscienza morale ma anche consapevolezza, in questo caso più come inconsapevolezza del personaggio principale, Zeno Cosini.

Il romanzo è suddiviso in sette capitoli:

  1. Preambolo
  2. Il fumo
  3. La morte di mio padre
  4. La storia del mio matrimonio
  5. La moglie e l’amante
  6. Storia di un’associazione commerciale
  7. Psico-analisi

Tutti i capitoli sono preceduti da una Prefazione. L’ordine è tematico invece che cronologico. Quella che sembrerebbe la storia della sua vita è in realtà la storia della sua malattia, la nevrosi.

La coscienza di Zeno: riassunto

Il protagonista è Zeno Cosini, che racconta la storia della propria vita non in maniera lineare ma seguendo il proprio ordine mentale. Egli invia il memoriale al suo psicanalista, il Dottor S., che per curarlo dalla sua malattia  gli commissiona la stesura di un romanzo della propria vita. Zeno abbandona però il trattamento psicanalitico e il Dottore pubblica il romanzo per vendetta nei suoi confronti. Questa è la finzione iniziale del racconto presentata nella Prefazione, tutto il resto della narrazione è il racconto di Zeno delle vicende della sua vita.

Egli è nevrotico, quindi allontana dalla sua coscienza gli eventi più traumatizzanti che ricompaiono nell’inconscio sotto forma di lapsus, a cui Zeno è spesso soggetto. Il capitolo secondo racconta della volontà del protagonista di smettere di fumare: egli continua però a rimandare il momento e si appiglia sempre all’ultima sigaretta. Il terzo capitolo racconta della morte del padre, con il quale il protagonista aveva un rapporto ostile e che culmina nello schiaffo che il genitore gli da in punto di morte.

Gli altri capitoli seguono un ordine cronologico. Il protagonista racconta del suo matrimonio con Augusta, figlia del suo socio commerciale Malfenti. Vi giunge dopo essere stato rifiutato dalle altre due figlie Ada e Alberta. Prosegue poi col racconto della storia con la sua amante Carla, povera donna bisognosa di denaro e protezione, che non riesce a lasciare proprio come l’ultima sigaretta. In seguito il racconto della sua storia commerciale e della sua rivalità con Guido Speier, suo antagonista che gli ha strappato Ada. Il capitolo Psicoanalisi torna ad essere diaristico e Zeno diventato anziano racconta che è rimasto deluso dalla psicoanalisi è che è guarito solo grazie al commercio. Zeno infatti se ne approfitta in tempo di guerra (prima guerra mondiale) e diventa uno speculatore commerciale, preparando l’umanità all’autodistruzione a causa del cattivo utilizzo degli ordigni militari.

Italo Svevo
Italo Svevo

Breve commento analitico

Per la sua struttura narrativa aperta e problematica, per l’analisi dell’inconscio e per la presunta critica alla senilità borghese, il romanzo va collocato tra i grandi dell’avanguardia europea. Non è di immediata e facile comprensione. Va letto attentamente e inserito in un contesto europeo più completo. Un contesto nel quale è presente e viva la psicanalisi. Svevo è sicuramente lo scrittore italiano che più è riuscito ad inserirsi nella dinamica europea all’inizio del Novecento. Per questo è stato compreso solamente successivamente.

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