informatica Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Thu, 19 May 2022 20:58:25 +0000 it-IT hourly 1 Java: breve storia del linguaggio di programmazione e curiosità https://cultura.biografieonline.it/java-storia-curiosita/ https://cultura.biografieonline.it/java-storia-curiosita/#respond Thu, 19 May 2022 20:58:22 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=39920 Java è un linguaggio di programmazione ad alto livello, orientato agli oggetti. Progettato per essere il più possibile indipendente da piattaforme hardware, è oggi diffusissimo. Si trova, per esempio, nei cellulari Android, poiché il sistema operativo di Google utilizza API Java; tanto che Oracle – proprietaria di Java – ha chiesto un risarcimento enorme, nell’ordine dei miliardi di dollari, a Google per l’uso di Java in Android.

Java Logo 2003
Il logo Java nel 2003

James Gosling, l’inventore

L’invenzione del linguaggio si deve a James Gosling, un canadese di Calgary nato nel 1955. Laureatosi in informatica a 22 anni nell’università della sua città natale, conseguì nel 1983 un Bachelor of Science.

Gosling venne assunto nel 1984 da Sun Microsystems dove lavorò fin quando l’azienda fu acquistata da Oracle Corporation, nel 2010.

Fino a quel momento continuò a lavorare a Java che aveva rilasciato nel 1995 (la data ufficiale è il 23 maggio 1995).

Le sue dimissioni furono spiegate sul suo blog; affermò che la loro ragione fosse difficile da motivare e che approfondirne le ragioni avrebbe fatto più male che bene (la frase criptica e, in qualche modo famosa, con la quale chiuse l’argomento fu:

“Just about anything I could say that would be accurate and honest would do more harm than good”.

Nel corso della sua carriera, James Gosling ha ricevuto numerosi premi, tra cui l’Economist Innovation Award e l’Officer of the Order of Canada. È personalmente detentore di una lunga serie di brevetti.

Java: perché il linguaggio di programmazione si chiama così

Il progetto “Oak” (quercia) di Sun Microsystem nasce nel giugno 1991. Oltre a Gosling, vi lavorano Mike Sheridan e Patrick Naughton. Il nome, che deriva dall’albero visibile fuori dall’ufficio dell’informatico canadese, muta presto in “Green” (verde) per essere poi trasformato definitivamente in Java.

Ci sono varie teorie in merito al perché del nome Java:

  • Secondo alcuni, deriverebbe dalla grande quantità di caffè di questa marca indonesiana che i tre programmatori consumavano abitualmente. Questa teoria troverebbe conferma nel logo del linguaggio di programmazione, una tazzina di caffè fumante.
  • Un’altra teoria fa riferimento all’acronimo Just Another Vague Acronym, ovvero “solo un altro vago acronimo”.
  • Infine, si sostiene anche la possibilità che il nome sia stato scelto a caso da un elenco.

Ciò che è sicuro è che il nome Green dovette essere abbandonato per motivi di copyright.

Il logo Java nel 1996
Il logo Java nel 1996

Caratteristiche riconosciute a Java

La sintassi di base di Java è simile a quella di C e C++. Si tratta di una precisa scelta, finalizzata a renderne facile la comprensione da parte degli sviluppatori. Sono però state rimosse alcune caratteristiche che si riteneva potessero portare a criticità o bug; tra queste l’aritmetica dei puntatori e l’ereditarietà multipla delle classi.

Java nasce per interagire con la televisione, ma si rivela troppo avanzato per la tecnologia adottata dalle TV via cavo degli anni Novanta. Quindi viene prima dirottato su piccoli dispositivi elettronici e in seguito, con la diffusione di Internet, adattato alla programmazione per la Rete globale.

Il compilatore originale, ossia la prima Java Virtual Machine (JVM) che consente a un computer di eseguire programmi scritti sia in Java sia in altri linguaggi tradotti, si deve allo stesso Gosling e risale al 1994.

Netscape adottò ben presto la JVM per il suo browser

Gli obiettivi originali degli sviluppatori erano:

  • creare un linguaggio semplice, orientato agli oggetti e familiare (vedi la scelta di C e C++);
  • che fosse robusto e sicuro, oltre che indipendente dalla piattaforma;
  • che potesse eseguire codice da sorgenti remote in modo sicuro.

Una delle caratteristiche che hanno determinato il successo di Java risiede nell’acronimo WORA, ossia Write Once Run Anywhere: scrivi una volta, esegui ovunque. Ciò a sottolineare la possibilità di esecuzione su tutte le piattaforme che supportano Java, senza bisogno di ricompilazione.

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Bluetooth: la curiosa origine del nome e il significato del simbolo https://cultura.biografieonline.it/bluetooth-significato-simbolo/ https://cultura.biografieonline.it/bluetooth-significato-simbolo/#respond Tue, 10 Nov 2020 06:32:39 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=30742 Chiunque utilizzi un device per svago o lavoro conosce la funzionalità del Bluetooth, che è ormai parte integrante di ogni dispositivo elettronico. Che si tratti di un iPhone, di un tablet, o di un pc. Anche se ultimamente sembra essere passato in secondo piano con l’avvento della messaggistica istantanea di WhatsApp o Messenger su Facebook, questo metodo è ancora apprezzato ed utilizzato dagli utenti.

Bluetooth Logo

La principale funzione del Bluetooth è quella di mettere in condivisione contenuti multimediali tra dispositivi anche diversi tra loro, attraverso la connessione senza fili (wireless). E se questo è sicuramente l’aspetto più noto del Bluetooth, non tutti forse conoscono l’origine del nome e il significato del simbolo.

Bluetooth: l’origine del nome

Se andiamo a ricercare l’origine del nome, a prima vista potrebbe sembrarci strana o forzata, ma in realtà l’inventore del protocollo tecnologico ha volutamente attribuito a tale funzione il nome di un personaggio storico influente: il re danese Harald Gormsson – noto come Harald Bluetooth, che visse tra il 911 e il 986 d.C. (conosciuto in lingua italiana con l’appellativo di Aroldo I di Danimarca).

Harald Bluetooth
Harald Bluetooth Gormsson (Aroldo I di Danimarca) – illustrazione

Il sovrano danese riuscì storicamente ad unire tra loro i popoli di Norvegia, Danimarca e Svezia sotto l’egida di un’unica religione, quella cristiana; così la tecnologia Bluetooth permette oggi di attuare la condivisione tra dispositivi di vario genere.

Il simbolo

C’è traccia di questa similitudine anche nel simbolo del Bluetooth; esso infatti rappresenta l’unione di due rune nordiche, la H e la B, che sono appunto le iniziali del sovrano della Danimarca, Harald Bluetooth. Le due rune in questione sono Hagall (grandine) e Berkanan (Betulla).

Il logo Blootooth è la composizione di due rune nordiche: H, B
Il logo Blootooth è la composizione di due rune nordiche: H, B

La storia

Circa mille anni dopo, i due ingegneri che misero a punto la tecnologia Bluetooth decisero di attribuire a questa invenzione il nome del re che aveva la fama di aver unificato sotto l’aspetto politico e religioso i popoli di Scandinavia, divisi tra loro per tradizioni e a causa di antichi e mai risolti dissapori.

I due inventori della funzionalità Bluetooth, Jim Kardach (ingegnere presso la Intel, azienda americana specializzata nella produzione di microprocessori) e Svenn Mattison (che lavorava invece alla Ericsson), si ritrovarono nell’estate del 1997 a Toronto per lavorare insieme al nuovo progetto di trasmissione dei dati.

Per caso si ritrovarono a parlare di storia, e si accorsero di essere entrambi affascinati dalla storia della Danimarca, e della figura di re Aroldo I, soprannominato “Dente Blu” (Blåtand in lingua scandinava) a causa della sua abitudine di colorarsi i denti di questo colore prima di una battaglia.

Approfondendo i racconti riguardanti questo sovrano dalla personalità assai particolare, Kardach e Mattison decisero che il suo nome era proprio adatto al progetto cui stavano lavorando, che si proponeva di unificare i dati a livello tecnologico. E così è stato.

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IBM, breve storia dell’azienda https://cultura.biografieonline.it/ibm-storia/ https://cultura.biografieonline.it/ibm-storia/#comments Wed, 18 Jul 2018 06:25:00 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=25048 Ci sono aziende che hanno contribuito a “scrivere” la storia dell’informatica, avendo visto gli albori di questo settore e collaborato allo sviluppo della tecnologia attraverso una costante e fattiva sperimentazione sul campo. Una di queste è sicuramente l’IBM, la cui nascita si colloca intorno al 1880. IBM è l’acronimo di International Business Machine.

IBM: Una foto della sede di Bangalore, in India
IBM: Una foto della sede di Bangalore, in India

Gli inizi

A decretare la nascita di quella che poi, con il tempo, sarebbe diventata la IBM, è stato Herman Hollerith, che va considerato a tutti gli effetti il suo fondatore. Inizialmente l’azienda si chiamava “Tabulating Machine Company”, ed aveva sede presso Washington D.C. Specializzata nella realizzazione di macchine tabulatrici, questa società pioniera nel campo informatico riuscì ad automatizzare completamente il sistema di censimento degli Stati Uniti nel 1890.

L’operazione consentì di poter disporre dei risultati dopo appena due anni; ciò fu un traguardo davvero importante per quell’epoca. Successivamente, nel mese di novembre del 1911, la Tabulating Machine Company realizzò una fusione con la Computing Tabulating Recording (CTR). A sua volta tale azienda proveniva dalla fusione, attuata da Hollerith, con la Computing Sale Company e la Time Recording Company.

Assunzione di Watson e sviluppo aziendale

Ogni azienda si evolve attraverso eventi, circostanze e persone che contribuiscono al suo successo. Per la CTR, in particolare, l’assunzione di Thomas Watson Senior nel ruolo di “General Manager”, avvenuta nel 1914, rappresentò un momento cruciale per il suo sviluppo futuro. Oltre ad essere un uomo d’affari molto esperto che si avvaleva dell’esperienza che aveva fatto come venditore, Watson non trascurava alcun dettaglio che riguardasse l’azienda; aveva un obiettivo ambizioso da realizzare: creare un’azienda che fosse vincente e che avesse un’immagine forte e stabile sul mercato per imporsi ai concorrenti.

Dal 1915 in poi (da quando Watson assunse le redini dell’azienda in qualità di Presidente) la CTR aumentò visibilmente il volume di affari, attraverso l’attuazione di una strategia di marketing che prevedeva: una migliore assistenza ai clienti, gli incentivi sulle vendite, la capacità di far sentire tutti i dipendenti membri di un’unica squadra “vincente”. Dopo circa un decennio dall’entrata di Watson, la società assunse le sembianze di una vera e propria multinazionale; aveva sedi sia in America che in Europa. I dipendenti passarono da 1500 a 4000; il fatturato realizzato toccò i 13 milioni di dollari.

Il cambio del nome da CTR a IBM (International Business Machine Corporation)

Nella storia aziendale un altro momento cruciale si ebbe nel 1924; il 14 febbraio di quell’anno il Consiglio di Amministrazione votò all’unanimità il cambio del nome da CTR a IBM, poiché- secondo quanto riteneva il Presidente Watson- il secondo descriveva meglio gli obiettivi perseguiti e la realtà aziendale in genere. Per Watson & Company era importante che la IBM non si identificasse con singoli prodotti o con una produzione industriale di serie; quanto piuttosto con uno stile di vita che prevedeva l’adesione a determinati principi e ad obiettivi di crescita economica e finanziaria.

IBM durante la Grande Guerra

Gli anni della Grande Depressione non inficiarono lo sviluppo aziendale della IBM, anzi contribuirono a rafforzarlo. La scommessa di Watson fu quella di proseguire la politica di espansione cominciata anni prima puntando sull’assunzione di ingegneri e tecnici molto preparati. La IBM inoltre era una delle principali aziende fornitrici del Governo americano, quindi una crisi (nonostante la retrocessione dovuta allo svolgimento delle operazioni belliche) era del tutto scongiurata.

Nel 1935 il Congresso Americano emanò il Social Security Act. Per effettuare questa imponente operazione contabile il Governo statunitense si avvalse dell’ausilio delle macchine tabulatrici realizzate da IBM. L’azienda guidata da Watson riuscì quindi a realizzare profitti elevati anche in un periodo di crisi economica generale; questo denotava la grande stabilità della compagine aziendale. Nel 1927 anche l’Italia ebbe la sua sede IBM, con sede a Milano.

Durante la Seconda Guerra Mondiale

Nel 1935 la IBM si era orami imposta a livello economico e finanziario, ed aveva sedi in diversi Paesi del mondo. Il fatturato raggiunto superava i 20 milioni di dollari; i profitti non diminuirono durante il periodo della Seconda guerra mondiale. Dopo l’attacco di Pearl Harbor IBM diventò uno strumento nelle mani del Governo americano; tanto è vero che i computer forniti servirono per realizzare il progetto Manhattan e successivamente per lo sviluppo delle due bombe di Hiroshima e Nagasaki. L’Harvard Mark I, il prototipo di computer elettromeccanico elaborato da IBM, fu utilizzato durante le operazioni della Marina americana. Le commesse di guerra permisero quindi all’azienda guidata da Watson di realizzare profitti assai imponenti. Ma cosa successe quando il secondo conflitto terminò?

IBM e il suo ruolo nel secondo dopoguerra

Il periodo che seguì alla Seconda Guerra mondiale fu piuttosto complicato. A Thomas Watson Sr., fondatore dell’azienda che morì nel 1956, subentrò Thomas Watson Jr., che aveva rivestito il ruolo di Presidente della IBM nel 1952. Sotto la sua direzione, fu realizzata una struttura aziendale più snella e versatile, in grado di imporsi nella società che si stava profilando all’indomani del secondo conflitto mondiale.

Si rivelò fondamentale, per lo sviluppo dell’azienda in un periodo così delicato, l’adesione della IBM al progetto SAGE, cui parteciparono alcuni tra i più affermati laboratori di ricerca nel settore dell’informatica. In particolare, IBM lavorò alla realizzazione di una rete di difesa aerea computerizzata, per la quale ottenne un compenso di circa 300 milioni di dollari. In questi anni l’informatica cominciava ad entrare anche nella vita quotidiana e nelle case.

Il decennio d’oro e l’avvento del Personal Computer

Negli anni ’60 l’azienda introdusse sul mercato dei software i calcolatori elettronici System/360. Anche questa intuizione, per fortuna, si rivelò un successo, tanto è vero che due anni dopo quel sistema mainframe fu il più utilizzato in assoluto. Il decennio seguente, invece, fu più difficile: l’azienda si eclissò per un po’ di tempo, per poi tornare ancora più agguerrita nel 1981. Questo fu anno di lancio dell’IBM PC, il primo computer “casalingo” (home computer) di piccole dimensioni che costava circa 1600 dollari. Negli anni ’80 la leadership della IBM in campo informatico fu pressoché indiscussa.

IBM - logo
Il logo IBM – Il sito italiano è: www.ibm.com/it-it/

La discesa

Il settore dei micro-computer era in una fase di grande crescita ed espansione, e quando i dirigenti della IBM decisero di concedere in appalto alcuni segmenti aziendali a società esterne come Microsoft ed Intel, condividendo con loro gli importanti risultati ottenuti in quegli ultimi anni, l’azienda perse la sua egemonia e cominciò una rapida discesa. Per sostenere una struttura operativa che nel frattempo si era molto ingrandita, IBM iniziò a vedere ridursi gli utili in maniera progressiva, arrivando ai minimi storici aziendali nel 1992.

Gli anni della Rinascita

Ristabilire il buon nome della società fu l’obiettivo principale di Luis V. Gerstner, l’amministratore delegato che si occupò di rimettere a posto i conti della IBM e spingere verso la sua rimonta. A partire dal 1992 IBM tornò ad investire nel software, e lanciò sul mercato la linea laptot, “Thinkpad”. Nel contempo il nuovo amministratore delegato attuò tagli del personale e ristrutturazioni societarie che erano più che mai utili e necessarie in quel particolare momento. L’azienda tornò in auge e riprese vigore, ma nel 2005 la Ibm decise di mettere fine all’epoca del personal computer, cedendo la divisione PC all’azienda cinese Lenovo.

IBM oggi: non solo informatica

Attualmente la IBM non si occupa più solo del settore informatico: nel 2008 ha cominciato ad investire parecchio anche nel campo delle energie rinnovabili, e in tempi più recenti ha focalizzato la sua attenzione sul tema delle smartcity, attraverso la realizzazione di un progetto assai interessante, denominato “Smarter Planet”.

Il piano di rilancio societario, messo a punto dal CEO Ginni Rometty, prevede lo sviluppo di un nuovo ramo aziendale, che si occupa di Big Data. Altro programma aziendale realizzato su scala mondiale da IBM a partire dal 2018 si chiama “Health Corps”, e ha come oggetto la soluzione dei problemi di salute dei cittadini.

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Dominio e sito web: che differenza c’è? https://cultura.biografieonline.it/dominio-sito-web-differenze/ https://cultura.biografieonline.it/dominio-sito-web-differenze/#comments Fri, 23 Feb 2018 10:22:57 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=24238 Nell’ambito dell’informatica di internet, sentiamo spesso nominare dei termini come dominio e sito web. I due concetti sono strettamente correlati tra loro. Spesso ci si confonde pensando all’uno o all’altro senza averne ben chiaro il significato. Essi però presentano delle profonde differenze. Vediamo nel seguente articolo di capire meglio di cosa si tratta, così da essere in grado in futuro di mettere a fuoco il concetto.

dominio sito web differenze

Dominio

Per dominio si intende un nome logico che permette di venire a conoscenza di un determinato sito. Il nome del dominio corrisponde ad un indirizzo numerico chiamato indirizzo IP. In generale, i domini, devono contenere un nome semplice, logico e facilmente memorizzabile.

Si inserisce il dominio nell’apposita barra degli indirizzi del browser e grazie ad un servizio di indirizzamento chiamato DNS, Domain Name Server, si viene messi in contatto con il server corretto. In caso di domini sbagliati, veniamo indirizzati verso altri link o siti che non corrispondono alla nostra ricerca. A questo punto l’utente potrà digitare nuovamente l’indirizzo (dominio) corretto o ricercarlo via internet.

Le estensioni dei domini, che sono in continuo aumento, inizialmente determinavano il settore del sito o la sua nazionalità. Per esempio “.it” è quello dell’Italia, “.us” riguarda gli United States, “.com” quelli commerciali, “.org” si riferisce ad “organization” e così via, tenendo presente che ad oggi è possibile creare un dominio con un’estensione privatizzata e libera di scelta. Queste estensioni di indicano con l’espressione “di primo livello”, in inglese TLD (Top Level Domain).

I livelli dei domini

Prendendo ad esempio l’indirizzo del sito web www.google.it (la versione italiana del celebre motore di ricerca Google) possiamo suddividerlo nei suoi livelli:

  • .it è il dominio di primo livello;
  • google.it è il dominio di secondo livello;
  • www.google.it è il dominio di terzo livello, e così via.

La sigla che solitamente precede il dominio è http e indica il protocollo usato per l’accesso al dominio. L’acronimo sta per: HyperText Transfer Protocol. Quando compare la lettera s, (https) indica che il protocollo è sicuro (secure): i dati in questo caso viaggiano in una comunicazione criptata. L’indirizzo completo di protocollo e dominio – ad esempio: https://www.google.it – si chiama indirizzo URL.

Come acquistare un dominio?

E’ possibile riservare un dominio (uno o più) sia a livello personale che a livello aziendale. I costi variano molto, dipendentemente dall’estensione che si sceglie e dai servizi che si vogliono agganciare a tale dominio, come ad esempio la posta elettronica (a tal proposito: sai perché si usa la chiocciola @ negli indirizzi e-mail?) , oppure un vero e proprio sito web, di cui andiamo a parlare nel prossimo paragrafo. Se siete interessati all’acquisto di un dominio potete contattarci.

internet
Internet e domini web: gli indirizzi URL dei siti web iniziano tutti con http oppure https

Sito web

Per sito web, invece, si intende lo spazio in cui vengono immagazzinati dati, foto, informazioni varie, link e collegamenti ipertuestuali… insomma tutto ciò che costituisce il materiale pubblico di una determinata persona, azienda o struttura, organizzato in pagine internet, sotto uno stesso dominio.

Il sito web è diviso in pagine. Solitamente vi si naviga attraverso un menù che permette di conoscere la realtà che stiamo visionando (struttura, azienda, pubblicazione editoriale, persona fisica, o e-commerce). Il sito web è raggiungibile grazie ad un dominio. Tutti i suoi contenuti sono ospitati sul server grazie a servizi di hosting. È fondamentale costruire bene le pagine del sito, perché altrimenti chi vi naviga potrebbe non riuscire a trovare le informazioni utili e richieste. Negli anni i metodi di sviluppo dei siti web si sono sempre più orientati verso questi obiettivi.

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ASCII Art: Vuk Ćosić e l’arte fatta da computer e caratteri https://cultura.biografieonline.it/vuk-cosic-ascii-art/ https://cultura.biografieonline.it/vuk-cosic-ascii-art/#comments Thu, 15 Feb 2018 15:44:18 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=24048 ASCII è l’acronimo di American Standard Code for Information Interchange definito, nel 1968 dall’American National Standards Institute. L’ASCII associa una tavola numerica ad una serie corrispondente di simboli. Tale standard viene utilizzato anche per la creazioni di immagini. Per esempio, si usa il codice ASCII per produrre delle emoticon. La ASCII art è una corrente artistica che si è sviluppata grazie all’informatica.

ASCII Art - La gioconda (Mona Lisa) di Leonardo realizzata con i caratteri ASCII
ASCII Art – La gioconda di Leonardo realizzata con i caratteri ASCII

E’ nata e si è sviluppata con la nascita della Net Art – argomento trattato in un precedente articolo – che è una forma d’arte che nasce e si sviluppa sulla rete, a cavallo dei primi anni Novanta. Si tratta di disegni che si possono realizzare con caratteri alfanumerici e caratteri speciali, come la punteggiatura, gli accenti e altri simboli.

ASCII Art: treno locomotiva
ASCII Art: treno locomotiva

Un net artista che ha prodotto opere utilizzando l’ASCII è Vuk Cosic. Per il net artista “il solo modo per combattere l’obsolescenza dei media è far risorgere i media scomparsi”. Cosic ha indagato anche altri modi sull’ASCII art, trasformando, per esempio, le immagini in movimento: convertendo in codice ASCII delle brevi sequenze di film famosi, tra questi Star Trek. L’artista spiega così l’ ASCII art:

La scelta del’ASCII è legata a questioni ideologiche. Succede spesso che l’artista sia costretto a produrre un output creativo con la sola funzione di giustificare gli investimenti hardware di qualche istruzione artistica. Utilizzando le tecnologie date, uno potrebbe anche accettare i limiti creativi segnati dall’inventore della tecnologia, ma mi piace credere che la mia creatività sia altrove rispetto a quella dell’ingegnere, per quanto sia grande il mio rispetto per i fabbricanti di strumenti. La mia reazione a questo stato di cose consiste nel guardare al passato e continuare l’aggiornamento di alcune tecnologie marginalizzate o dimenticate. Gebhard Sengmuller la chiama “archeologia dei media”.

Il glossario: ASCII ART

La ASCII Art è una tecnica di disegno che viene realizzata attraverso delle forme che utilizzano i caratteri ASCII. Le sue origini risalgono a poco dopo l’introduzione del codice ASCII. Le prime stampanti infatti potevano stampare solo caratteri alfanumerici, cioè erano solo testuali, di conseguenza non disponevano di funzioni grafiche.

Per questo motivo, queste venivano emulate sfruttando i simboli disponibili, ordinati seguendo schemi in apparenza casuali. In pratica, osservando il foglio stampato a distanza, si potevano riconoscere delle immagini. Questa procedura di creazione dell’immagine ASCII era praticata manualmente.

È stato solo successivamente che vennero ideati dei programmi che fossero in grado di generare automaticamente scritte a caratteri di grande formato. Così, visto che si trattava di un lavoro complesso, la sua riuscita era affidata completamente all’esperienza dell’artista.

I primi disegni erano rappresentati da scritte e forme stilizzate. Poi si è avuta una notevole evoluzione qualitativa. Questo è stato possibile grazie all’introduzione dei set di caratteri cosiddetti semi-grafici. Questi set permettevano di creare linee spezzate continue e ombreggiature, sfruttando dei caratteri che consistevano in griglie di pixel che apparivano sul monitor con luminosità di varie intensità.

Il fondatore della ASCII art:

Vuk Ćosić è nato il 31 luglio 1966 a Belgrado, ex archeologo, ex leader politico candidato al Nobel per la Pace, artista riconosciuto a livello internazionale con radici balcaniche, “hacker di idee” incapace di uniformarsi nel mondo dell’arte. È pioniere della Net Art. Ed è uno dei fondatori di questo genere di arte, tanto che è stato proprio lui a coniarne il nome. Ćosić indica la Net Art come il periodo storico in cui un piccolo gruppo di persone si unisce per coltivare la passione, gli interessi, relativi alle questioni difficili dell’arte e della rete.

Vuk Ćosić
Vuk Ćosić

Questo gruppo di persone sono partite da un’analisi: una riflessione critica sull’atto della creazione artistica. Ma la loro non è solo teoria: hanno sperimentato nuovi mezzi di espressione. Tra i suoi lavori c’è ASCII Unreal.

ASCII Unreal (ASCII Irreale): analisi dell’opera

In quest’opera del 1999 l’artista parte dal videogioco Unreal Tournament e attraverso il flusso continuo di ASCII. L’artista ha rimosso gli elementi dello spazio tridimensionale e ha sfruttato gli strati di testo, che rappresentano la fonte primaria della sua grammatica visiva. Caratteri cirillici sono impostati a rappresentare cieli scuri. Qui l’artista ha sostituito il paesaggio virtuale con superfici e forme composte appunto da caratteri alfanumerici. Si differenzia dalle altre sue opere per il fatto che in questa utilizza un codice che si basa sull’alfabeto cirillico.

ASCII unreal - 1999
ASCII unreal (1999): l’opera utilizza caratteri cirillici

Quest’opera ASCII Unreal è dedicata al signor Danilo Ž. Markovic, l’ex ministro della cultura in Serbia. L’ex ministro ha dichiarato una volta che “tutti sappiamo che il Cirillico non è solo l’alfabeto più bello ma anche il più adatto per un lavoro con il computer”. Quest’opera è stata creata per la mostra “Synreal” del progetto di media art T0 viennese. Con questa sua realizzazione il net artista ha voluto rimarcare l’assurdità del perfezionismo con cui la realtà tridimensionale è rappresentata nella maggioranza dei giochi. E non solo: contemporaneamente ha confrontato l’attuale grafica high – end con la storia dello schermo del computer. Sino agli anni Novanta infatti i computer standard avevano un’interfaccia limitata a lettere verdi su sfondo nero.

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Net Art https://cultura.biografieonline.it/net-art/ https://cultura.biografieonline.it/net-art/#comments Thu, 28 Dec 2017 09:46:56 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=23790 Ai tempi di Internet non poteva non prendere forma anche una nuova arte: la Net Art. Essa è una forma d’arte appunto che nasce e si sviluppa sulla Rete. Nacque a cavallo dei primi Anni Novanta, proprio quando fece la sua comparsa il web. È un’arte digitale e ancora oggi si evolve giorno dopo giorno. Da quando è nata si è sviluppata in varie correnti artistiche come il datamoshing, l’ASCII art e la BioArt, sfruttando proprio le possibilità artistiche e creative che si possono sviluppare attraverso l’informatica.

Net art - The file room - Antoni Muntadas
The File Room, di Antoni Muntadas, è una delle opere Net art più famose

È un continuo esplorare di nuove frontiere sempre alla spasmodica ricerca della perfezione. Così si assiste a un insieme confuso e informe di caratteri speciali che in realtà, con un semplice click, danno la possibilità di ammirare il velo di Maya che nasconde una vera opera d’arte.

Tra le prime storiche opere della Net Art vi sono “Wax Web” di David Blair e “The File Room” di Antoni Muntadas.

Wax Web

YouTube Video

The File Room

The File Room (nella foto in alto) è un’installazione fisica temporanea collegata a un database online aperto il quale contiene record di casi passati di censura in tutto il mondo. La sua missione è quella di riproporre il materiale cancellato e represso. Per sua natura non può essere completata, pertanto i visitatori sono invitati ad aggiungere le proprie istanze di censura, artistica e culturale, in questo archivio aperto. In netto contrasto con la giocosità che ha segnato molti dei primi progetti web e Net art, l’estetica di The File Room è cupa. Attraverso l’esplorazione di questi archivi appare chiaro che la censura non è solo una tattica palesemente repressiva, ma anche un aspetto della natura contestata della conoscenza nel suo insieme e delle strutture ideologiche largamente invisibili che la plasmano.

ASCII Art

Lavori in ASCII art, che sono molto complessi e realizzati alla perfezione. Si tratta di composizioni artistiche realizzate appunto con il codice ASCII, cioè disegni realizzati con caratteri alfanumerici e caratteri speciali, tra cui la punteggiatura, gli accenti e tanto altro. Si possono trovare ritratti che sono soggetti reali e ben riconoscibili. Di norma, questa forma d’arte, viene utilizzata per realizzare oltre ai ritratti, anche panorami, nature morte o scritte pubblicitarie.

Net ART: ASCII Art Che Guevara
Net Art: il celebre ritratto di Che Guevara realizzato con l’Arte ASCII

Net Art dal vivo

La Net Art sbarca oltre i confini della semplice raffigurazione, ponendo l’accento sulla propria espressività anche con performance artistiche dal vivo. È il caso delle rappresentazioni tramite webcam degli italiani Eva e Franco Mattes che hanno dato vita alla loro opera, “No Fun”, che tradotto significa: nessun divertimento, dove i due artisti hanno inscenato un suicidio e l’hanno poi messo in diretta su piattaforme come Chat Roulette e altre.

Arte digitale in vendita

La Net Art è anche in vendita attraverso i portali artistici. Succede proprio come se fosse una tela, una scultura o un oggetto in ceramica. L’idea porta la firma di Rafael Rozendaal, che è stato definito il nuovo Raffaello. I prezzi superano varie migliaia di dollari, ma nonostante tutto, l’artista è riuscito a creare un vero mercato per siti web artistici.

Altro progetto interessante è quello realizzato dal net artista canadese Jon Rafman. L’artista si è fatto ispirare da Google Street View, cioè dalle scene tratte dalla vita quotidiana. Ne è nato il suo 9-Eyes. Si tratta di un blog tumblr dove l’artista raccoglie le immagini più importanti e significative che sono state realizzate dalla Google car, che è appunto dotata di nove occhi elettronici.

Nat art - Face hacking
Face hacking

Face-hacking

Un’altra branca della Net Art è il face-hacking. Questo tipo di arte viene realizzata sfruttando proiettori sempre molto precisi che servono a realizzare statue viventi con espressioni facciali vivide e molto realistiche.

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Hardware e software: differenze e significato dei termini https://cultura.biografieonline.it/hardware-software-differenze/ https://cultura.biografieonline.it/hardware-software-differenze/#comments Wed, 21 May 2014 14:59:57 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=10987 Parlando di computer, molto spesso nelle discussioni tra i vari informatici, vengono utilizzati i termini software e hardware. Queste due parole, dipendenti l’una dall’altra, in realtà hanno delle connotazioni completamente differenti.

In sostanza, si tratta di termini che servono a identificare e classificare le applicazioni e i materiali, sia interni che esterni, di un computer.

Hardware
Hardware: le componenti fisiche di un computer, come ad esempio le schede elettroniche

Hardware

Con il termine hardware viene indicata la parte fisica dei sistemi informatici. Sono incluse anche le eventuali componenti fisiche del sistema informatico con gli oggetti ad essi correlati, direttamente o indirettamente al computer.

Tra di essi annoveriamo:

  • il microprocessore,
  • gli elementi circuitali,
  • l’hard disk,
  • il monitor, le
  • tastiere,
  • il mouse,
  • le stampanti,
  • le schede,
  • le sedi dei dischi rigidi o esterni,
  • i circuiti integrati,
  • i cavi,
  • le pen drive
  • la CPU.

L’etimologia del vocabolo nasce dalla fusione di due termini della lingua inglese: hard (duro, pesante) e ware (manufatto, oggetto).

Software

Quando invece si parla di software, dobbiamo prendere in considerazione l’insieme dei programmi gestiti dal sistema, siano essi collocati all’interno di un computer oppure forniti tramite appositi supporti cloud.

Il software non si può toccare con mano né tantomeno collegare a qualcosa ed è definito come la parte logica, e perciò soft, “morbida, leggera”, che compone il nostro computer ricostituendone insieme all’hardware le cosiddette applicazioni.

Software
Software. Nella foto: alcune righe di codice Java, sorgente di un programma software

La parola deriva dalla composizione dei termini soft (morbido, tenero, leggero) e ware (manufatto, oggetto). Il software generalmente include i sistemi operativi, i word processor e i lettori multimediali.

Esistono differenti tipi di software, tra cui i sistemi utilizzati per far lavorare il nostro computer e in una fase successiva usati per far girare altri programmi sopra di essi e le applicazioni software, tra le quali annoveriamo: gestione dell’ufficio, database, word processor, fogli elettronici, giochi, programmi in genere.

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