infezioni Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Sat, 07 Mar 2020 10:20:07 +0000 it-IT hourly 1 Coronavirus: dove nasce il nome? Curiosità su questo e altri 4 termini https://cultura.biografieonline.it/coronavirus-nome/ https://cultura.biografieonline.it/coronavirus-nome/#comments Mon, 02 Mar 2020 23:07:18 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=27968 Iniziamo dicendo che il termine coronavirus si scrive tutto attaccato (non si scrive corona e poi virus); si può scrivere con l’iniziale minuscola – come fa Wikipedia – oppure con l’iniziale maiuscola, come fa il sito del Ministero della Salute. Questo termine si riferisce a una vasta famiglia di virus e non a un singolo virus.

coronavirus: SARS-CoV-2 al microscopio. Il virus responsabile della malattia COVID-19

Coronavirus e le malattie

Le malattie che la famiglia di coronavirus può causare spaziano dal quasi innocuo e comune raffreddore alle più gravi crisi respiratorie infettive, come la MERS (detta anche come Sindrome respiratoria medio-orientale) oppure la SARS (acronimo che significa Severe acute respiratory syndrome: in italiano è conosciuta come Sindrome respiratoria acuta grave).

Quest’ultima balzò in cima alle cronache mondiali nel 2002 a causa del suo potenziale mortale e della sua diffusione che spaventò il mondo.

L’aspetto del virus: da qui il nome

L’etimologia del nome coronavirus deriva proprio dall’aspetto al microscopio di questa famiglia: esteticamente il virus si presenta simile a una corona (in latino: coronam).

Nuovo coronavirus

Con il diffondersi in Europa della malattia all’inizio del 2020, si è iniziato a parlare di nuovo coronavirus, indicato con la sigla nCoV. Cos’è?

Si tratta di un nuovo ceppo appartenente alla famiglia di coronavirus: esso non era mai stato identificato nell’uomo.

Il virus che è arrivato all’uomo e si è diffuso rapidamente è denominato SARS-CoV-2 (precedentemente chiamato 2019-nCoV); dopo la prima segnalazione, avvenuta a Wuhan in Cina, è stato identificato. E’ proprio da lì che la diffusione dell’epidemia partì nel dicembre 2019.

La sigla SARS-CoV-2 sta a significare “Sindrome respiratoria acuta grave coronavirus 2”: come si evince da questo nome, il nuovo coronavirus è fratello di quello che ha provocato la SARS nel 2002 (SARS-CoVs), da qui il nome scelto.

COVID-19: cosa significa la sigla?

Il nome COVID-19 indica in modo specifico la malattia causata dal nuovo coronavirus.

  • “CO” sta per corona;
  • “VI” sta per virus;
  • “D” sta per disease (termine inglese che significa malattia);
  • “19” indica l’anno in cui la malattia si è manifestata.

Questo nome ha anche una data di nascita: esso è stato annunciato alla stampa l’11 febbraio 2020 dal Direttore generale dell’OMS, l’etiope Tedros Adhanom Ghebreyesus.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha scelto una sigla neutrale per evitare stigmatizzazioni, come ad esempio avvenne con l’epidemia (o influenza) cosiddetta “spagnola”, che si diffuse nel globo tra il 1918 e il 1920.

Riassumiamo brevemente

COVID-19: è il nome della malattia

SARS-CoV-2: è il nome del virus responsabile della malattia COVID-19

Coronavirus: è la famiglia di virus di cui fa parte il SARS-CoV-2

Paziente zero: la nascita del termine

Nel mese di febbraio 2020, con l’inizio della diffusione in Italia del virus SARS-CoV-2, il pubblico fece la conoscenza del termine “paziente zero”. E’ così che viene indicato il soggetto da cui inizia il focolaio di un’epidemia in una certa zona geografica.

L’origine del termine paziente zero è curiosa.

Innanzitutto non ha basi scientifiche. Questo termine nacque in ambito giornalistico. Il riferimento fu al soggetto che per primo avrebbe portato il virus dell’HIV negli Stati Uniti. I CDC americani (Centers for Disease Control and Prevention – Centri per il controllo e la prevenzione della malattia) identificarono uno dei primi casi di AIDS negli USA con questo nome in codice: paziente O, con la O di Otranto.

La O stava a indicare la parola Out (in italiano: fuori); in modo più specifico il significato era “Fuori dalla California”. Alcuni lettori del rapporto dei CDC confusero la lettera O con lo 0 (zero).

Il malinteso venne ripreso più e più volte da giornali, riviste e pubblicazioni editoriali. In breve la definizione si trasformò letteralmente in “paziente zero”, entrando di fatto nel linguaggio comune, anche a livello internazionale.

Droplet: un termine importato

L’arrivo in Italia del cosiddetto coronavirus – come abbiamo spiegato, il nome indica la famiglia, ma comunemente il virus viene semplificato con questo nome – ha portato la popolazione ad essere educata circa basilari e importanti norme igieniche. L’obiettivo di tali norme è quello di ridurre il rischio di diffusione.

Tra queste ce n’è una che riguarda la distanza da mantenere tra le persone, quantificata in 1-2 metri. Tale distanza tutela le persone dall’essere infettate dalle goccioline altrui che si generano quando si parla, tossisce, starnutisce.

Droplet è il termine inglese che tradotto in italiano indica proprio la parola gocciolina.

Le principali modalità di trasmissione di germi (e quindi di virus) sono 4:

  • il contatto diretto: ad esempio attraverso una stretta di mano;
  • il contatto indiretto: attraverso oggetti;
  • droplet
  • via aerea: germi contenuti in nuclei microscopici evaporati da droplet

Da qui viene la regola di mantenere uno o due metri di distanza dalle persone per evitare il contagio.

Nota

Il presente articolo non ha uno scopo di divulgazione medica o scientifica, bensì unicamente quello di approfondire l’etimologia dei termini. In questo sito sono presenti diversi articoli che rivelano curiosità sull’origine delle parole: anche questo fa parte di questo insieme. Per approfondimenti specifici sulle tematiche mediche e sanitarie consigliamo di visitare fonti scientifiche ufficiali e competenti.

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Ebola https://cultura.biografieonline.it/ebola/ https://cultura.biografieonline.it/ebola/#comments Wed, 05 Nov 2014 10:08:47 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=12450 La questione riguardante il virus Ebola è diventata un caso mondiale nell’aprile del 2014. La situazione da quel momento è peggiorata. Le vittime in Africa sono state migliaia. Diversi casi sono stati rinvenuti anche in Europa.

Ebola - Liberia - Un bambino malato viene trasportato per essere isolato in quarantena - 2014
Ebola • Liberia: un bambino malato viene trasportato per essere isolato in quarantena (Foto: 2014, Nbc)

Cosa è l’Ebola e come si manifesta

L’Ebola è un virus molto aggressivo che provoca rapidamente febbri emorragiche, dolori muscolari e problemi di varia natura al sistema nervoso centrale. Il virus deriva dal gruppo dei Filoviridae e i sintomi che provoca sono febbre, acute cefalee, vomito, forti dolori all’apparato muscolare ed emorragie.

Il periodo di incubazione è di tre settimane. Il virus può portare alla morte, che sopraggiunge nello stesso periodo dell’incubazione.

Ebola: i sintomi della malattia sull'uomo
Ebola: come si manifestano i sintomi del virus sull’uomo (Foto: Corriere.it)

La scoperta dell’Ebola

Il virus Ebola fu scoperto nel 1976. Il materiale genetico del virus contiene sette geni e non muta rapidamente ma è molto invasivo e rapidissimo nel diffondersi. Un malato può infettare un numero altissimo di persone. In Africa è capitato che una persona sia riuscita ad infettare un intero villaggio, sterminandolo.

Le prime statistiche sul virus si sono avute in Sudan e Congo dove quarant’anni fa è stato scoperto. La sua diffusione però è sempre stata limitata dal fatto che i villaggi si trovavano in contesti isola, pertanto la scarsità delle vie d’accesso ha permesso una più facile regolamentazione della quarantena.

La diffusione dell’Ebola

La diffusione del virus è avvenuta tramite gli animali. In particolare le volpi volanti, animali golosi di frutta, i quali sono considerati i portatori sani del virus. Ebola si è diffuso nell’uomo attraverso la catena alimentare: sono stati mangiati animali che avevano contratto il virus.

Come si trasmette l'Ebola
Come si trasmette l’Ebola

Siccome le volpi volanti si trovano in posti abbastanza isolati, come le foreste tropicali, è probabile che il contatto sia arrivato attraverso il personale di aziende inviate in quei posti per sfruttare le materie prime, come ad esempio i minerali. Una volta che l’uomo contrae il virus la sua diffusione diventa più facile.

Perché?

Perché il virus si può trasmettere attraverso il sangue, la saliva, e tutti i fluidi corporei. Anche il rapporto sessuale è un mezzo attraverso cui si può diffondere l’ Ebola. In particolare il virus può sopravvivere per diverse ore all’esterno dell’organismo che lo ha ospitato: ne consegue che toccare un oggetto precedentemente toccato da una persona malata, può comportare un contagio, se in tale oggetto rimane traccia del fluido corporeo di un ammalato.

In un contesto in cui le persone, per esigenze di vario tipo, vengono spesso in contatto tra loro,le forme del contagio possono aumentare esponenzialmente.

L’Ebola uccide il 68% degli infettati.

Bisogna, però, precisare che il virus si trasmette fra mammiferi, quindi la puntura di un insetto in un luogo infetto non costituisce pericolo, così come il contatto con una persona che si è ammalata in seguito, perché il virus deve essere presente in quantità massiccia all’interno di un organismo.

2014, Ebola: contagi e morti
Ebola: contagi e decessi nel 2014

Il virus Ebola, come si è detto, colpisce e uccide da molto tempo, tuttavia a causa del contatto, che negli ultimi anni si è avuto fra le popolazioni, ne ha aumentato la diffusione. Ciò che preoccupa le autorità sanitarie è il concreto pericolo che si diffonda in una città densamente abitata, in cui sarebbe difficile governare la quarantena.

La minaccia del virus

Siccome non esistono vaccini capaci di uccidere il virus, per poter contrastare la diffusione di Ebola è necessario idratare e alimentare chi mostra i sintomi del contagio, somministrando farmaci antipiretici. L’unica buona notizia – se si può dire così – è che il virus non può mutare fino a diventare trasmissibile per via aerea.

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