India Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Fri, 19 May 2023 15:33:40 +0000 it-IT hourly 1 La Compagnia Britannica delle Indie Orientali: riassunto https://cultura.biografieonline.it/compagnia-britannica-delle-indie-orientali/ https://cultura.biografieonline.it/compagnia-britannica-delle-indie-orientali/#comments Fri, 19 May 2023 15:07:37 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=2934 È la società di mercanti londinesi più famosa della storia. La Compagnia Britannica delle Indie Orientali (British East India Company) nasce il 31 dicembre 1600, quando la Regina Elisabetta I pone la firma sul primo statuto (detto anche patente reale) e le riconosce un monopolio della durata di 15 anni del commercio nella zona compresa tra lo stretto di Magellano e il Capo di Buona Speranza (la zona delle Indie Orientali).

La Compagnia Britannica delle Indie Orientali (British East India Company)
La Compagnia Britannica delle Indie Orientali (British East India Company)

L’associazione nazionale dei mercanti inizia però la sua attività, estremamente proficua, già alla fine del Cinquecento. Si narra che il capitale iniziale fosse pari a 72mila sterline, diviso tra 125 azionisti, e che in meno di 50 anni l’ammortare si fosse notevolmente moltiplicato, superando le 740 mila sterline.

Costituita la società, il primo scoglio dagli inglesi è la rivalità con gli olandesi nelle Indie: la Compagnia Olandese delle Indie Orientali dà filo da torcere a quella britannica fino al massacro dei mercanti inglesi di Amboina nel 1623, che porta a una tacita divisione delle aree: gli olandesi prendono l’Indonesia e Ceylon, mentre gli inglesi si aggiudicano l’India continentale.

Gli uffici principali della Compagnia delle Indie sono a Londra (con un distaccamento a Surat), ma nel 1616 aprono, su autorizzazione della dinastia del Gran Moghūl delle sedi anche nelle città indiane più importanti, come Calcutta, Madras e Bombay. In Cina, invece, la sede più grande è quella di Canton. Inoltre, la British East India Company può far valere, anche in questi territori, la legislazione inglese, nei confronti dei suoi traffici.

Nel giro di pochi anni le attività in Oriente diventano un fiore all’occhiello per l’Inghilterra, tanto che Carlo II decide di trasferirsi in India. La figura di Carlo trasforma moltissimo l’organizzazione della Compagnia, che oltre a forza economica, diventa anche una forza militare. Infatti, dopo il crollo dell’impero dei Moghūl e la guerra dei Sette anni, che ferma la concorrenza francese, il potere locale inglese diventa dominante in tutto il territorio. Si aggiungono a questo quadro, estremamente favorevole, alcune vittorie militari, come quella a Plassey (1757) e Buxar (1764) e, grazie agli intrighi di Robert Clive, un impiegato dell’associazione, la Compagnia ottiene pure il controllo del Bengala e Clive ne è eletto governatore.

L’associazione nazionale dei mercanti inglesi permette la creazione del Raj, ovvero l’India britannica. Ma c’è di più. È grazie proprio a questa forza che viene sradicata la pirateria. In questo contesto si afferma la figura del Captain William Kidd, ingaggiato proprio dagli inglesi per sgominare i pirati. La sua missione è catturare le navi nemiche al largo delle coste del Madagascar, a bordo della sua Adventure Galley, imbarcazione dotata di 34 cannoni e un equipaggio di 80 uomini. In realtà, Kidd si rivela un pirata corrotto nell’animo e tenta di far fortuna attaccando proprio le navi della Compagnia, ma gli inglesi scoprono l’inganno e lo impiccano a Londra.

In meno di due secoli, la Compagnia diventa vastissima, estendendo i suoi territori e trasformandosi in una sorta di governo locale. Ovviamente, la gestione amministrativa si presenta più complicata del dovuto e sorgono le prime accuse di corruzione a causa di briganti e funzionari inclini al malaffare. Il Governo inglese è obbligato a prendere in mano la situazione e nel 1784 si vota la Indian Act, la legge che separa il governo dei territori delle Indie Orientali dalle attività commerciali. Le prime spettano alla Corona, mentre i traffici mercantili alla Compagnia, che in questo modo perde la sua totale autonomia.

La British East India Company nonostante la situazione politica non smette di crescere in tutto l’Oriente: arriva in Birmania, fonda Singapore e Hong Kong, occupa le Filippine e Giava. Il declino inizia i primi anni dell’Ottocento, quando si scontra con la Cina per l’esportazione dell’oppio indiano. La Cina vuole fermare l’egemonia inglese a tutti i costi, tanto da scatenare le famose guerre dell’oppio (1840-’42). Nel 1813 La Compagnia perde il monopolio commerciale e qualche anno dopo, nel 1857 a seguito della Rivolta dei Sepoy (Guerra d’indipendenza indiana), perde anche i suoi poteri amministrativi. Nel 1860, infine, la Corona prende il controllo di tutti possedimenti della Compagnia, che si scioglie definitivamente il giorno 1 gennaio 1874.

Bandiera della Compagnia britannica delle Indie orientali
Bandiera della Compagnia britannica delle Indie orientali – L’ultima versione della bandiera fu adottata fra il 1801 e il 1858. La grafica ispirò il design della bandiera americana.

La Compagnia delle indie, definita da molti esperti la prima e la più longeva multinazionale della storia, ha rifornito per quasi due secoli l’Europa di molti prodotti preziosi come le spezie (dalla noce moscata ai chiodi di garofano), i tessuti preziosi (dalle sete ai filati di cotone), il caffè, lo zucchero e il tè. Sono stati proprio i mercanti inglesi a impiantare la coltura del tè in India ed è stato proprio il monopolio della vendita di questa tipica pianta a far scoppiare la rivoluzione americana (il famoso “Boston Tea Party” del 1773).

]]>
https://cultura.biografieonline.it/compagnia-britannica-delle-indie-orientali/feed/ 3
Kim, romanzo di Rudyard Kipling: riassunto del libro https://cultura.biografieonline.it/kim-kipling-riassunto/ https://cultura.biografieonline.it/kim-kipling-riassunto/#respond Wed, 02 Nov 2016 21:42:03 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=20253 Un libro molto conosciuto dello scrittore Rudyard Kipling è “Kim“. Si tratta di un romanzo picaresco del 1901, ambientato durante il conflitto politico tra Impero Russo e Impero Britannico in Asia centrale, sullo sfondo delle strade polverose delle città indiane. Nel libro l’autore si sofferma a descrivere la vita nei bazar e nelle strade. Descrive in modo dettagliato la vita della popolazione di questi luoghi (credenze, religione e superstizioni).

Kim - Kipling - book - romanzo - libro - riassunto

Il romanzo narra le vicende del giovane protagonista Kimball O’Hara, un orfano di un sergente irlandese e di origini povere. Kipling descrive in modo minuzioso la vita del ragazzo, Kim, passando dalle strade polverose della città indiana di Lahore, fino ad arrivare a monti e vallate incontaminate, sempre del paesaggio naturale indiano.

Kim: riassunto del romanzo

Kim, pur essendo di razza bianca, si trova a vivere in un contesto indigeno. Dopo la morte dei genitori era stato affidato a una donna indiana.

Kim si trova a suo agio a vivere in quell’ambiente per lui così particolare. Il protagonista si guadagna da vivere mendicando o svolgendo piccole commissioni a Lahore. Solo in occasioni sporadiche aiuta un commerciante di cavalli pashtun.

Un giorno, in città, il ragazzo incontra presso il museo di Lahore un Lama tibetano che è alla ricerca del “Fiume sacro della Freccia”. Le acque di questo fiume si dice permettano di giungere alla definitiva liberazione dall’esistenza terrena. Kim, a quel punto, stringendo amicizia con il monaco, decide di seguirlo in questa appassionante avventura.

“Se ne stava, a dispetto delle ordinanze municipali, a cavalcioni del cannone Zam-Zammah, di fronte a quella che gl’indigeni chiamano la Casa delle Meraviglie e che è il museo di Lahore.” (INCIPIT del libro)

Il viaggio di Kim

Il ragazzo diventa ben presto un suo discepolo ovvero “chela“. Decide di partecipare al suo pellegrinaggio, mostrando tutte le sue capacità pratiche al maestro e amico. Kim, fra l’altro, viene coinvolto nel cosiddetto “Grande Gioco” diplomatico-spionistico che si sta svolgendo tra russi ed inglesi. Il ragazzo, infatti, si trova a svolgere delle missioni per i servizi segreti britannici.

In seguito, Kim viene reclutato dall’amico Alì per portare un messaggio al capo dei servizi segreti britannici ad Ambala. Il suo viaggio insieme all’anziano monaco buddhista viene descritto dall’autore.

La vita del giovane, però, cambia quando viene rintracciato per caso dal reverendo Arthur Bennett. Egli èil cappellano militare dell’antico reggimento a cui apparteneva il padre. Questi lo riconosce grazie ad un “certificato massonico” che porta appeso al collo. A quel punto, il ragazzo viene adottato e mandato a scuola al collegio Martinière, un istituto superiore della grande città di Lucknow. Il ragazzo viene così momentaneamente allontanato dal suo amico, il monaco Lama tibetano.

Lontano dall’amico monaco

Durante quel periodo, però, Kim rimane sempre in contatto con il vecchio amico monaco. Allo stesso tempo non interrompe i suoi contatti con i servizi segreti di sua Maestà britannica. Sempre in questo periodo, svolge diversi ruoli che lo rendono più consapevole delle sue capacità tecniche. Kim diventa col tempo sempre più astuto.

Dopo tre anni, il ragazzo si trova a dover gestire un compito molto importante affidatogli dal governo all’interno del “Grande Gioco”. Ma prima di iniziare la missione si concede un breve periodo di vacanza dove, durante le ferie, medita sulla propria vita futura e ricorda il suo passato. In quel frangente, Kim riesce a rincontrarsi con il vecchio amico Lama e sceglie di partire con lui in direzione dell’Himalaya.

In questo contesto, l’autore Rudyard Kipling si sofferma particolarmente sulla narrazione di tutte le vicende spirituali e quelle spionistiche che si incastrano nelle giornate dei partecipanti alla missione.

Un toro rosso, l’amuleto prezioso che Kim porta sempre con sé, segnerà in modo definitivo il suo destino. Il ragazzo riuscirà a scovare mappe, documenti ed altro materiale inerente il lavoro svolto dai russi, che vogliono impedire in tutti i modi che il dominio britannico sovrani sulla regione indiana.

Finale

Intanto, il viaggio dei due amici prosegue senza sosta. I due, inizialmente, sembrano aver perduto la via. La ricerca del “Fiume della Freccia” risulta essere sempre più difficile ed enigmatica. Non mancano i momenti dove le paure di non arrivare mai alla meta prefissata si fanno sempre più presenti. Poi, finalmente, i due viaggiatori ritrovano la giusta direzione e la strada per giungere alla svolta dove finalmente trovano ciò che cercano, il Fiume della Freccia.

Il romanzo va a concludersi con il monaco Lama tibetano che trova il suo fiume raggiungendo la Bohi e trovando finalmente l’Illuminazione del Buddha, mentre la strada del giovane Kim appare ancora incerta e piena di speranze.

L’autore ci lascia quindi con un bel dilemma da risolvere. Il giovane seguirà la via spirituale indicatagli dall’amato amico e maestro o deciderà ufficialmente di far parte delle spie al soldo di sua Maestà britannica?

Foto di Rudyard Kipling
Rudyard Kipling

Commento all’opera

In ogni caso, il romanzo di Kipling Kim, è stato definito l’apoteosi del culto vittoriano che si concentra su tematiche relative all’infanzia, ma continua a risplendere, più brillante che mai, ancora fino ai giorni nostri.

Il libro ebbe un ottimo successo sia in termini di critica che di pubblico. Anche se inizialmente venne considerato solo un romanzo per ragazzi. In seguito, nel 1998, è stato considerato uno tra i cento migliori romanzi del XX secolo. Nel 2003, secondo un sondaggio effettuato dall’emittente BBC, il romanzo di Kipling si è posizionato come 1° in classifica tra i romanzi più letti e amati nel Regno Unito.

]]>
https://cultura.biografieonline.it/kim-kipling-riassunto/feed/ 0
Tra la terra e il cielo (recensione del film) https://cultura.biografieonline.it/tra-la-terra-e-il-cielo/ https://cultura.biografieonline.it/tra-la-terra-e-il-cielo/#respond Wed, 01 Jun 2016 10:26:48 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=18759 Presentato al Festival di Cannes del 2016, “Tra la terra e il cielo” (titolo originale: Masaan) è il film d’esordio del regista indiano Neeraj Ghaywan.

Tra la terra e il cielo - film
Tra la terra e il cielo – una foto di una scena del film con l’attrice protagonista Richa Chadda, che interpreta Devi Pathak.

Trama del film “Tra la terra e il cielo”

Sulle rive del Gange c’è una città sacra che si chiama Benares (Varanasi). Chi vive in questa città non può trasgredire le tradizioni millenarie che scandiscono la vita della comunità nata vicino al fiume sacro. Perché se osa farlo ne pagherà sempre un prezzo altissimo.

Devi Pathak è una ragazza seria e diligente che vive con il padre in una modesta casa nella periferia della città. Un giorno decide di incontrare un suo compagno di università in una stanza d’albergo. Ma il  ragazzo che li accoglie alla reception li denuncia e la polizia, corrotta, li arresta e riprende un video nella stanza mentre i ragazzi, nudi, cercano di giustificarsi.

Secondo le leggi indiane, infatti, due ragazzi non possono avere un rapporto sessuale fuori dal matrimonio. Devi è distrutta ma più di lei è spaventato il ragazzo che non riesce ad accettare lo scandalo che deriverà dal loro arresto.

La polizia ricatta il padre di Davi, che cerca in tutti i modi di procurasi i soldi per pagare la tangente ed evitare lo scandalo per il processo della figlia. Per farlo sfrutterà un ragazzino che vuole solo avere una famiglia e ricevere quell’affetto che gli è sempre mancato.

In un’altra parte della città, Deepak, un ragazzo studioso, che vuole migliorare la sua condizione sociale si innamora di una ragazza che appartiene ad un’altra casta. Lei vive in una casa borghese mentre lui studia ingegneria ma aiuta anche il padre a bruciare i cadaveri e a buttarne le ceneri nel Gange. La sua sarà una battaglia contro i pregiudizi e le tradizioni dell’India moderna, dove la differenza fra le caste è un confine invalicabile.

Per lungo tempo sarà soltanto notte. Due vagabondi come noi, forse in qualche angolo, si ritroveranno alla luce del mattino. (Devi)

Vedi anche: Frasi del film “Tra la terra e il cielo”

Locandina e poster del film

Tra la terra e il cielo (locandina)
Tra la terra e il cielo (poster)

Commento al film

Tra la terra e il cielo narra la vicenda di alcuni protagonisti che vivono nella città di Benares, ma questo luogo, seppur limitato, rappresenta la complessità dell’India intera dove le tradizioni hanno una forza sociale importantissima. Le storie di questi personaggi si incrociano con la storia di un’India piena di fascino che unisce la ricerca spirituale ad una immodificabile materialità della storia.

Tradizione e modernità sono in perenne conflitto e per tutto il film si respira l’infelicità che i personaggi sono costretti a subire perché vorrebbero scappare da una prigione sociale che non li rende liberi. E proprio questa tensione, che pervade il film, rende i personaggi intensi e le loro storie interessanti.

]]>
https://cultura.biografieonline.it/tra-la-terra-e-il-cielo/feed/ 0
Che cos’è l’Ayurveda https://cultura.biografieonline.it/ayurveda/ https://cultura.biografieonline.it/ayurveda/#comments Wed, 07 Oct 2015 09:06:41 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=15300 In Occidente l’Ayurveda è stata per molto tempo considerata come una scienza esoterica. Eppure si tratta di una “Scienza della vita”, pratica e soprattutto semplice da applicare nella vita di tutti i giorni. I suoi principi sono universalmente applicabili a tutti gli ambiti del quotidiano: la disciplina ayurvedica si occupa di ogni elemento e aspetto della vita umana, offrendo una visione approfondita affinata nell’arco di molti secoli.

Ayurveda

L’Ayurveda rappresenta un “sistema integrato” che comprende diverse branche di specializzazione, dall’erboristeria alla chirurgia, alla psicologia. Dal termine stesso “Ayurveda”, formato da due parole: “ayus” e “veda” si deduce il profondo significato della disciplina ayurvedica. In sanscrito “ayus” sta per “vita” e la parola “veda” significa invece “conoscenza”.

Questa scienza trae la sua antichissima origine dai Veda, i più antichi libri a noi tramandati dalla millenaria tradizione indiana. Il patrimonio di conoscenza racchiuso in questi volumi è di vitale importanza anche per il mondo moderno, in quanto è in grado di indicare la strada per superare tutte le sofferenze, sia fisiche che mentali, allontanando da noi il temibile stato di “oscurità totale”.

Principi fondamentali dell’Ayurveda

L’Ayurveda, che si basa sull’antica medicina indiana, ha dei principi fondamentali che regolano la natura e quindi anche il corpo umano. Uno di questi è la presenza dei tre “dosha”, rinvenibili sia nel microcosmo che nel macrocosmo.

Nella disciplina ayurvedica il concetto di “dosha” (costituzione fisica) è dunque un punto focale da cui partire per effettuare, ad esempio, una diagnosi clinica da parte del medico ayurvedico. Un trattamento terapeutico prevede il tentativo di riportare queste tre forze in equilibrio. I dosha sono tre: Vata (è il principio del Movimento, della propulsione e della forza di eliminazione), Pitta (principio della combustione e della trasformazione), Kapha (principio del consolidamento, dell’inerzia, dell’assimilazione). Ad ogni dosha corrispondono specifiche caratteristiche, sia fisiche che caratteriali.

Ogni individuo presenta elementi di uno o più dosha, ma più spesso succede che uno di questi sia in squilibrio rispetto agli altri. Per questo l’Ayurveda mira a ripristinare l’equilibrio tra i dosha attraverso una serie di trattamenti, come il massaggio ayurvedico ed il Panchacharma.

Gli elementi e i sapori

Altro principio regolatore del microcosmo e del macrocosmo è quello della presenza dei cinque elementi fondamentali: terra, acqua, fuoco, aria, etere. Attraverso il sapore noi siamo messi in condizione di avvertire la presenza dei cinque elementi e di orientare l’alimentazione secondo la nostra costituzione. Tramite il senso del gusto possiamo essere in grado di individuare i sei principali sapori chiamati “Rasa”, e che sono: il dolce, il salato, l’amaro, l’acido, il piccante e l’astringente.

Vata è caratterizzato dalla presenza di aria e di etere, Pitta fuoco ed acqua, Kapha terra ed acqua. In pratica, ciò significa che ad esempio mangiando cibi dolci aumentiamo l’apporto di acqua e terra nel nostro organismo causando un rafforzamento del principio di assimilazione “Kapha”. Quando mangiamo dolci, pane e pasta, tendiamo ad ingrassare, mentre quando assumiamo alimenti dal gusto amaro stimoliamo la forza “Vata” che tende a renderci più agitati e a perdere peso.

Vediamo nel dettaglio quali sono gli aspetti e gli effetti dei sei sapori:

Il sapore dolce: costruisce i tessuti, provvede a dare forza e vigore al corpo, calma i nervi e dà tanta energia.

Il sapore acido: stimola Agni (il fuoco digestivo) e la salivazione, aiuta ad espellere i gas dall’intestino e dallo stomaco. Si trova nella frutta acida, nei cibi fermentati e nello yogurt.

Il sapore salato: aumenta il sapore nei cibi, promuove il bilanciamento dell’acqua all’interno del corpo.

Il sapore amaro: è un antipiretico, aiuta ad eliminare le tossine nel corpo, è germicida e antibatterico, riduce la sensazione di debolezza, bruciore, prurito, la sete e gli stati infiammatori. Si trova soprattutto nelle verdure.

Il sapore piccante: è ottimo per stimolare la circolazione sanguigna e la digestione, purifica il cibo, aiuta a combattere l’obesità, la pigrizia intestinale e l’eccesso di liquidi nel corpo. Si trova nei peperoncini, verdi, rossi e spezie piccanti.

Il sapore astringente: assorbe l’acqua nel corpo e secca il grasso. E’ sedativo, aiuta ad arrestare la diarrea e a cicatrizzare meglio ferite e piaghe. Si trova, ad esempio, nel carciofo e nella curcuma.

Tutti i sapori dovrebbero essere presenti in una buona dieta ayurvedica, ma la quantità deve variare secondo le caratteristiche costituzionali di ogni persona, in modo soggettivo. Attraverso la tipica diagnosi del polso, il medico ayurvedico può stabilire quali alimenti far prevalere nella dieta di ciascun soggetto, secondo gli squilibri che il terapista individua nel battito.

Spezie

A cosa serve l’Ayurveda

L’antica disciplina ayuverdica è finalizzata al miglioramento dello stato psico-fisico dell’individuo e al mantenimento del suo stato di equilibrio. Secondo l’Ayurveda, per mantenersi in buone condizioni di salute è importante osservare una salutare routine giornaliera in armonia con la propria costituzione.

Oltre alla dieta (che riveste un ruolo di primaria importanza), occorre seguire anche altre pratiche come gli asana (posizioni yoga), gli esercizi di respirazione (pranayama), meditazione, rilassamento e concentrazione. Si tratta di pratiche spirituali capaci di creare armonia e felicità.

Meditazione

Ecco alcuni consigli per una sana routine giornaliera:

  • Svegliarsi prima dell’alba;
  • Evacuare l’intestino e la vescica subito dopo il risveglio;
  • Fare il bagno ogni giorno;
  • Lavarsi il naso, i canali interni, e raschiare la lingua;
  • Eseguire alcuni cicli di pranayama;
  • Non fare colazione dopo le otto del mattino;
  • Lavarsi i denti al termine di ogni pasto;
  • Fare una breve passeggiata una quindicina di minuti dopo i pasti;
  • Mangiare in silenzio;
  • Mangiare lentamente;
  • Massaggiare le gengive ogni giorno con olio di sesamo;
  • Digiunare un giorno alla settimana (bevendo solo acqua calda);
  • Andare a dormire prima delle 22 della sera.

Trattamenti e benefici dell’Ayurveda

La diagnosi ayurvedica, particolarmente medica, risulta dall’esame di almeno otto aspetti: l’esame del polso, della lingua, dei suoni del corpo (come la voce), della pelle, degli occhi, della costituzione o apparenza, dell’urina, delle feci, naturalmente tutto in relazione ai dosha (vata, pitta, kapha).

YouTube Video

L’Ayurveda è un’antica disciplina olistica che comprende in sé vari rami e specializzazioni, tra le quali il massaggio, soprattutto in Occidente, gode oggi di grande apprezzamento. Nelle moderne tecniche di massaggio indiano sono diffuse ed efficaci anche quelle di auto massaggio, e sono davvero tanti i benefici che questi metodi possono offrire.

Per i massaggi ayurvedici viene utilizzato preferibilmente l’olio di sesamo, che può essere anche miscelato ad altre sostanze curative.

Ayurveda e l'aiuto per la salute
Nel massaggio ayurvedico viene usato l’olio di sesamo • L’Ayurveda aiuta le persone sane a mantenere la salute, e le persone malate a recuperarla – dal sito www.ChamundaSwamiJi.com

Il massaggio ayurvedico viene effettuato sulla base della costituzione fisica di ciascun soggetto, quindi è un trattamento personalizzato.

Come per altri trattamenti, anche il massaggio tende a riequilibrare eventuali squilibri dei dosha individuali ed ha un generale effetto rilassante. Alcuni altri trattamenti specifici vengono eseguiti invece con l’ausilio di polveri indiane e servono a purificare la pelle ed eliminare le tossine: insomma, veri e propri trattamenti di bellezza degni delle più moderne spa.

]]>
https://cultura.biografieonline.it/ayurveda/feed/ 1
L’arte buddhista https://cultura.biografieonline.it/buddha-arte-buddhista/ https://cultura.biografieonline.it/buddha-arte-buddhista/#respond Wed, 21 Jan 2015 18:27:54 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=12842 L’arte buddhista nasce intorno al 600 a. C. Lo scopo era la diffusione della storia e dell’insegnamento del Buddha, maestro spirituale del buddhismo, religione che si diffuse dall’India settentrionale in tutta l’Asia centrale e orientale.

Arte buddhista - Maitreya - arte di Mathura - II secolo
Il bodhisattva (letteralmente l’Essere illuminato) Maitreya tiene sulla sua gamba sinistra un’ampolla (kalaśa) che racchiude l’amṛta (il nettare dell’immortalità simbolo del Nirvāṇa). Arte di Mathura (India), II secolo.

L’arte buddhista: breve storia

Nei primi secoli, gli artisti raccontarono la vita del Buddha senza rappresentarlo in forma umana, ma richiamandolo con una simbologia misterica: un fiore, un’impronta o uno spazio vuoto. Inoltre, lo studio delle opere avrebbe dovuto, attraverso la comprensione della simbologia in esse racchiusa, portare all’illuminazione dei fedeli.

L’arte buddhista aveva infatti lo scopo, come l’arte sacra in generale, di indottrinare i fedeli sulla storia che rappresentava e nella maggior parte delle opere veniva rappresentata la vita del Buddha. Ma non solo. L’arte aveva anche il compito di sviluppare e stimolare l’attenzione dei fedeli verso un percorso spirituale che avrebbe dovuto portarli ad una maggiore consapevolezza degli insegnamenti del Buddha.

Buddha

Verso la fine del I secolo d. C. vennero realizzate le prime opere in cui il Buddha veniva raffigurato come un uomo. Gli artisti del tempo presero spunto dall’arte greca e dalla scultura e pittura di epoca romana. Infatti, il Buddha veniva spesso raffigurato come un dio greco e con acconciature e fattezze mediterranee. In seguito, ci furono delle differenze interpretative nel modo di raffigurare il Buddha. Ad esempio, nell’India settentrionale vennero create opere in cui il Buddha, benché fosse sempre circondato dalla simbologia tradizionale, appariva pervaso dalla serenità e veniva raffigurato nella posizione del loto con le mani giunte e gli occhi verso il basso. L’abito era una toga che circondava il corpo e la spalla sinistra. Nell’India meridionale, invece, il Buddha veniva raffigurato con un atteggiamento più serioso e la toga copriva la spalla destra.

Simbologia dell’arte buddhista

La simbologia utilizzata dagli artisti manteneva sempre alcuni punti di riferimento, in modo tale che lo spettatore potesse ritrovare, in tutte le opere, alcuni aspetti che ne contraddistinguevano lo scopo. I simboli che venivano ripetuti erano gli occhi, i quali emanavano uno sguardo di serenità e saggezza, il fiore di loto, che ricordava il percorso spirituale che ogni fedele doveva intraprendere per raggiungere l’illuminazione, la svastica che rappresentava il benessere e il parasole che spesso veniva utilizzato, prima che venisse introdotta la figura umana del Buddha, come una sorta di protezione dalla sfortuna e da tutto ciò che impedisce di arrivare all’illuminazione e che è fonte di distrazione per la meditazione.

La simbologia comune alle opere buddhiste non si limitava alla raffigurazione ma venivano utilizzati anche alcuni colori, che simbolicamente dovevano rappresentare per i fedeli un significato univoco. Il bianco, ad esempio, rappresenta la conoscenza, il blu la profonda saggezza meditativa e il verde la forza e l’energia spirituale e fisica.

Buddha

Un altro canone abbastanza comune nell’arte buddhista era la rappresentazione dei Bodhisattva, esseri illuminati che cercavano di diventare come Buddha e che pertanto dedicavano la loro vita alla ricerca dell’illuminazione attraverso l’altruismo e la meditazione. Venivano rappresentati come giovani belli e appagati, il cui volto esprimeva serenità e beatitudine.

]]>
https://cultura.biografieonline.it/buddha-arte-buddhista/feed/ 0
L’attentato a Indira Gandhi https://cultura.biografieonline.it/indira-gandhi/ https://cultura.biografieonline.it/indira-gandhi/#respond Fri, 31 Oct 2014 07:47:39 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=12419 Indira Gandhi fu uccisa il 31 ottobre del 1984 a Nuova Dehli (India) da due militari della sua guardia personale. L’attentato si svolse nel giardino della sua residenza. Indira Gandhi era Primo Ministro dal 1980, quando era ritornata al potere grazie alla maggioranza ottenuta alle elezioni del gennaio 1980, che videro il suo partito, il Congresso nazionale indiano (Indian National Congress), ottenere la maggioranza nel parlamento indiano.

Indira Gandhi fu uccisa a Nuova Delhi il 31 ottobre 1984
Indira Priyadarshini Gandhi (Allahabad, 19 novembre 1917 – Nuova Delhi, 31 ottobre 1984)

Indira era l’unica figlia di Kamla e Jawaharlal Nehru, il Primo Ministro dell’India. Prese il nome dal marito Feroze Gandhi, che non era in alcun modo imparentato con il Mahatma Gandhi.

Il giorno dell’attentato

Indira Gandhi stava scendendo i gradini che portavano al giardino della sua residenza quando le due guardie di etnia sikh, che si trovavano ai lati della scala, le spararono contro 33 pallottole, uccidendola sul colpo.

I primi tre colpi furono sparati da Beant Singh, uno dei militari di cui Indira si fidava di più, il quale impugnò la sua P 38, e le sparò al petto. Gli altri colpi, invece, furono esplosi da Satwant Singh, la seconda guardia del corpo, che sparò con la sua mitragliatrice contro la signora Gandhi colpendola al cuore, al petto e all’addome.

Pochi giorni prima il generale Kumar aveva consigliato Indira di rimuovere tutti i membri di etnia sikh dalla sua guardia personale. Indira aveva detto di no, e nel motivare la sua risposta confermò la sua volontà di unire il paese rispettando le diverse etnie, senza escludere nessuno.

In realtà il pericolo che Indira Gandhi correva era dovuto all’odio che i sikh le avevano dimostrato in più occasioni, soprattutto a causa delle repressioni che avevano subìto per opera dell’esercito indiano.

Indira Gandhi
Indira Gandhi

Le cause e le conseguenze dell’attentato a Indira Gandhi

La causa principale dell’omicidio di Indira Gandhi fu la repressione che l’esercito indiano perpetrò contro i sikh all’inizio degli anni ’80. I sikh da diversi anni chiedevano l’indipendenza dello Stato del Punjab, territorio in cui erano la maggioranza.

Fra i vari episodi che videro i sikh scontrarsi contro le forze dell’ordine ci fu la tragedia del Tempio d’oro, in cui i militari uccisero e ferirono molti sikh che vi si erano rifugiati. Il Tempio fu bombardato e occupato il 2 giugno del 1984. Alla fine del mese i militari si ritirarono lasciandosi alle spalle centinaia di morti.

Dopo l’attentato l’India fu sconvolta da sommosse e tumulti e circa un migliaio di sikh vennero trucidati.

]]>
https://cultura.biografieonline.it/indira-gandhi/feed/ 0
Passaggio in India, di Edward Morgan Forster: riassunto https://cultura.biografieonline.it/riassunto-passaggio-in-india/ https://cultura.biografieonline.it/riassunto-passaggio-in-india/#respond Mon, 27 Jan 2014 11:39:05 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=9536 Passaggio in India, dello scrittore Edward Morgan Forster, è edito per la prima volta nel Regno Unito nel 1924. E’ considerato uno dei romanzi più significativi dell’autore, che deve la sua influenza alla corrente letteraria di quel tempo, definita “modernismo” e che si ispira alla tecnica del cosiddetto “flusso di coscienza” o “stream of consciousness”. Passaggio in India, narra la storia vissuta dai protagonisti nell’India coloniale britannica.

Passaggio in India
Passaggio in India: una copertina del libro nella versione italiana (a sinistra) e una nella versione in lingua originale (a destra)

Evidenziando le varie differenze culturali, sociali e di pensiero tra indiani e inglesi, l’autore non si preoccupa di mettere chiaramente in risalto se voglia denunciare l’atteggiamento dominante del mondo coloniale dell’impero Britannico o se voglia solo rimarcare una privata considerazione nell’ambito delle proprie idee e convinzioni.

Il romanzo di Edward Morgan Forster risulta però avvincente, misterioso ed intrigante per tutti coloro che vogliono avvicinarsi a conoscere la corrente letteraria di quel tempo, il “modernismo”, attraverso uno dei suoi più emblematici lavori letterari. Il romanzo si è aggiudicato il James Tait Black Memorial Prize, premio per la narrativa tra i più antichi e prestigiosi della Gran Bretagna. Sarebbe consigliata una pronta lettura del romanzo, in lingua originale, a chi dispone di una conoscenza della lingua inglese, per meglio comprendere la scorrevolezza narrativa esercitata dall’autore.

Il tema dominante del romanzo è sicuramente la diversità sociale e culturale tra gli inglesi colonizzatori e gli indiani colonizzati che trascorrono la loro vita, ognuno nel proprio mondo, chiusi all’interno dei loro spazi e delle loro culture. Focus principale del romanzo sono le incomprensioni nella convivenza tra i due popoli, coloni inglesi e la popolazione indiana, agli inizi degli anni Venti. Edward Morgan Forster, non risparmia analisi e critiche, né agli inglesi, né agli indiani descrivendone, da disincantato osservatore, tutta la meschinità ed assurdità proprie della razza umana.

Il romanzo si apre con l’arrivo di due signore inglesi nella cittadina indiana di Chandrapore. Le due protagoniste sono Mrs Moore, anziana signora in visita al figlio magistrato Ronny e la giovane Adela Quested, fidanzata del figlio. Grazie al calore umano di Mrs Moore e al carattere franco e spregiudicato di Adela, i difficili rapporti tra occupanti inglesi e indiani, evidenziati dalle due nella società cittadina, sembrano prendere una piega differente e migliorare. Nell’evolversi del racconto, emergono due figure molto importanti per il romanzo: il medico dottor Aziz e l’insegnante inglese Cyril Fielding, due persone legate tra loro da una profonda amicizia, che credono nella convivenza pacifica e rispettosa tra i due differenti popoli.

Aziz si avvicinerà alla signorina Adela ed a Mrs Moore, invitandole, durante un incontro a casa di Mr Fielding, a prendere parte ad una gita. Proprio durante questa gita, effettuata prima in treno, poi in groppa ad elefanti, alle grotte dei monti Marabar, (probabilmente dal punto di vista geografico si pensa che lo scrittore abbia preso come punto di riferimento le grotte di Barabar), l’equilibrio nato nel gruppo si rompe a causa di un incidente e ai successivi malintesi. Durante la visita al sito, Adela si stacca dal gruppo e, rimasta sola in una grotta, ha l’impressione che Aziz tenti di aggredirla nel buio; riesce a scappare, lasciando però cadere il cannocchiale che portava con sè. Aziz, che aveva perso di vista la signorina, si mette alla sua ricerca e trova il cannocchiale che raccoglie e porta con sè. Sarà questa la presunta prova della sua colpevolezza di fronte alla polizia prima e al giudice poi, che lo incriminerà di tentate molestie.

Aziz viene arrestato. Al processo non assiste Mrs Moore che, sdegnata per l’accusa a suo avviso totalmente ingiusta, decide di ripartire per la sua Inghilterra ma che non rivedrà mai più, visto che durante il lungo viaggio morirà. Il processo prende una svolta al di là del fatto in sè e diventa una questione politica e sociale, quasi una piccola guerra tra inglesi ed indiani dove, naturalmente, ognuno si vedrà schierato dalla propria parte, a difesa del proprio conterraneo. Adela però, nel momento culminante del processo, davanti al giudice, ritratta la sua prima versione, sostenendo di essere stata vittima solo di un’allucinazione, spiega che probabilmente si è immaginata che l’increscioso fatto fosse accaduto, mostrandosi visibilmente confusa.

Edward Morgan Forster
Una fotografia dell’autore Edward Morgan Forster

Aziz a questo punto, visto i nuovi sviluppi, viene scarcerato e Ronny decide di rompere il fidanzamento con Adela che, vista la situazione insostenibile, decide di far ritorno in patria, l’Inghilterra. A questo punto del romanzo, i rapporti tra i protagonisti indiani e quelli inglesi si logorano e si interrompono bruscamente, anche tra i due protagonisti, Fielding e Aziz, anche se erano da tempo legati da una forte amicizia. Aziz crede che Fielding lo abbia tradito ed ingannato per questioni inerenti una notevole somma di denaro e perché crede che gli abbia tenuto nascosto una segreta relazione fra lui e la signorina Adela.

Solo alla fine verranno a galla, tutti i malintesi e le incomprensioni ma ormai l’amicizia tra i due ha subito una insanabile, profonda e significativa incrinatura. Aziz capisce che la possibilità di costruire un mondo di convivenza, esente da discriminazioni può costituire solo un ideale, forse utopico e che la realtà è ben lontana da ciò che il suo sogno aveva sempre sperato. Capisce così che per ora una rispettosa e fidata convivenza tra indiani ed inglesi è solo un sogno, per ora irrealizzabile.

]]>
https://cultura.biografieonline.it/riassunto-passaggio-in-india/feed/ 0
L’India precoloniale https://cultura.biografieonline.it/india-precoloniale/ https://cultura.biografieonline.it/india-precoloniale/#comments Mon, 06 Aug 2012 15:49:16 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=3451 La storia dell’India è molto antica. Risalgono, infatti, al 5000 a. C. le prime colture nella Valle dell’Indo che in seguito svilupparono i primi insediamenti organizzati e le prime città come Harappa. Molte delle città che sorsero nella Valle dell’Indo caddero però in declino attorno al 1700 a. C., a causa dell’invasione di un popolo chiamato Arii, popolo nomade che adorava un certo numero di dèi e dee, il quale aveva prodotto una ricca varietà di testimonianze scritte chiamate Vega, più o meno risalenti al 1500 a. C. e che definiscono il tipo di religione che gli Arii professavano.

L'India precoloniale

La loro religione segna la nascita dell’induismo che definisce e sostanzia la civiltà indiana e che ne dimostra l’integrità antica e profonda che, a differenza di altre civiltà, si è conservata fino ad oggi. L’induismo è una religione complessa costituita da molti dèi e dee in posizione gerarchica e che ancora oggi, anche se non tutti, sono venerati dagli indiani.

La religione ha impregnato la società, costituendola in gerarchie precise e invalicabili. Nel popolo Arii il re, in vetta alla gerarchia, aveva un’ aurea divina e dopo la morte diventava un dio e regnava sulle caste più basse. Questo sistema di caste, che in seguito si è molto irrigidito, è ancora presente nell’India moderna. L’induismo non fu e non è l’unica religione dell’India; nel 500 a. C. apparvero il buddhismo e il giainismo che avevano alcuni temi in comune con l’induismo, come ad esempio la reincarnazione; tuttavia l’induismo rimase la religione più seguita.

Composizione politica dell’India

L’India è sempre stata composta da una costellazione di piccoli regni ma periodicamente un re riusciva a riunirli sotto un unico impero, come Chandragupta Maurya che dal 321 a. C. al 297 a.C. regnò dal Bengala occidentale. Il suo regno inglobava la parte settentrionale del subcontinente indiano comprendendo l’Afghanistan e l’Assam come confini estremi a oriente e a occidente. Nella parte meridionale, invece, il confine era l’altopiano del Deccan.

Suo nipote, Ashoka, il quale regnò dal 272 al 232 a. C., riuscì a organizzare i territori di suo nonno Chandragupta in un impero organizzato e centralizzato dal quale venivano emanati leggi e precetti che tutti dovevano rispettare. Grazie a questo sovrano e al suo prestigio il buddhismo penetrò in India più rapidamente acquisendo moltissimi seguaci. La dinastia dei Maurya subì un declino graduale e naturale.

Dopo un periodo di transizione e frammentazione del potere furono i Gupta a governare un impero omogeneo durante il quale diedero un impulso importante alle arti e alle scienze. Nel VII secolo fu Harsha, sovrano di fede buddhista, a governare su vasti territori ma dopo la sua morte la frammentazione dei regni favorì l’induismo e affievolì il buddhismo che invece crebbe notevolmente in Paesi come il Tibet, la Cina e il Giappone.

L’influenza dell’Islam nella civiltà indiana

L’Islam penetrò in India nel 711 d. C. quando gli arabi, dopo aver conquistato l’Iran, si spostarono nella regione del Sidh, un ricco territorio posto alla foce dell’Indo. Successivamente ci furono altre invasioni mussulmane provenienti inizialmente dall’ Afghanistan e che erano organizzate da sultani di origini turche. Il primo sultanato mussulmano che ebbe luogo in India nacque a Delhi nel 1206 e divenne, dal punto di vista organizzativo, uno Stato la cui importanza rappresentò anche il primo vero proselitismo mussulmano in India. Questo Stato mussulmano e i successivi vennero in opposizione con gli Stati induisti che invece rimasero stabili nei territori del Sud.

Il sultanato di Delhi fu soppiantato nel 1526 da un’invasione turca proveniente dall’Afghanistan e capeggiata da Babur che riuscì a conquistare tutto il subcontinente. La dinastia di Babur era chiamata dei Moghul per la loro discendenza diretta dalle popolazioni mongole. Questa dinastia fondò un impero che si distinse per una particolare e raffinata cultura, la cui espressione si manifestò nella poesia, nella scultura e nella architettura ma anche l’attività amministrativa ebbe un’evoluzione organizzativa notevole.

In seguito la frammentazione politica non permise la compattezza dell’impero e malgrado gli sforzi dell’imperatore Aurangzeb che regnò dal 1658 al 1707 l’India divenne preda del colonialismo a causa delle sue divisioni.

]]>
https://cultura.biografieonline.it/india-precoloniale/feed/ 2