hobby Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Sat, 07 Nov 2020 21:34:16 +0000 it-IT hourly 1 Subbuteo: origine del nome e breve storia del gioco https://cultura.biografieonline.it/subbuteo-origini-nome-storia/ https://cultura.biografieonline.it/subbuteo-origini-nome-storia/#respond Sat, 07 Nov 2020 21:07:52 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=30725 Subbuteo, calcio in miniatura

“Il calcio da tavolo”, o Subbuteo, è un gioco interattivo che permette di riprodurre le dinamiche di una partita di calcio tra giocatori appartenenti a squadre diverse. Chiunque può cimentarsi in un campionato di calcio senza uscire di casa, provando anche l’ebbrezza di sentirsi “mister” della propria squadra, come succede nel “calcio vero”.

Il classico tavolo verde del Subbuteo
Il classico tavolo verde del Subbuteo

Le origini

La storia del calcio affonda le sue radici nel Medioevo; per trovare i primi “calciatori in miniatura” dobbiamo tornare “solo” agli inizi degli anni Venti.

Alcuni marinai inglesi, appassionati di calcio, essendo impossibilitati a giocare a causa della ristretto spazio a disposizione sulle navi, pensarono bene di realizzare figure di calciatori utilizzando il piombo, ed una pallina delle stesse dimensioni di quella da ping pong.

Il primo calcio da tavolo di cui si ha traccia è quello inventato dall’inglese William Lane Keeling, che riuscì a realizzare il suo “Table Soccer” utilizzando materiali come il cartone, caucciù e bottoni per ottenere i giocatori e il pallone da gioco. Con un gesso tracciò le linee per delimitare il campo, e costruì le porte con il fil di ferro.

Il gioco originale così realizzato da Keelings nacque nel 1929 (con la sua società Newfooty) e fu prodotto e diffuso in modo crescente fino al 1939. Qualche tempo dopo, con la diffusione della plastica, il calcio da tavolo venne costruito con questo materiale più duraturo e resistente.

Subbuteo: il curioso nome

Da dove deriva la parola “Subbuteo” con cui si usa definire il calcio da tavolo?

L’etimologia della parola è alquanto curiosa, poiché si riferisce al nome latino di un volatile, il falco Subbuteo. Il “padre” inventore del Subbuteo con cui ci divertiamo oggi, Peter Adolph (1916-1994), aveva due grandi passioni: il calcio e l’ornitologia.

Rispetto alle miniature del predecessore Keeling, Adolph nel suo gioco fu capace di riprodurre giocatori in rilievo, senza utilizzare i materiali “grezzi” che rendevano il gioco poco funzionale e piacevole esteticamente.

Quando si recò all’ufficio brevetti per registrare il marchio del gioco inventato, propose di chiamarlo “Hobby”, come una razza di falcone che a lui piaceva particolarmente. Chiese anche che il volatile diventasse il logo del gioco. Alla prima proposta l’ufficio brevetti rispose negativamente perché il nome “Hobby” in inglese ha il significato piuttosto generico di “passatempo”, quindi poco adatto per un gioco specifico. Fu invece accettato il falco come logo.

Ma l’inventore non si arrese e così adottò il nome latino del medesimo volatile: il falco Subbuteo. Non solo ne depositò il brevetto, ma dopo poco tempo creò la società “Subbuteo Sport Games” rilevando pure la Newfooty che apparteneva a Keeling.

Le evoluzioni

Oggi il calcio da tavolo Subbuteo è universalmente riconosciuto con il nome latino di un uccello il cui becco ricorda proprio la posizione e il gesto del dito che colpisce il singolo giocatore in campo per spingere la palla.

Negli anni Il gioco ha attraversato diverse fasi. Dalle miniature arrotondate, che però non permettevano di direzionare l’omino nella maniera migliore, si è passati alle più moderne “sport figures” e “toccer”, miniature più grandi con una base piatta.

Infine, sono state introdotte le “ProfiBase”, ossia figurine che si infilano su un corpo unico di plastica rigida con il fondo piatto. Con queste è possibile tirare la palla in modo più forte e preciso.

Le regole e i campionati

Il Subbuteo ha le sue regole precise, ed ogni giocatore deve conoscerle prima di cominciare una partita.

Ad esempio:

  • il giocatore va colpito con il dito indice o medio;
  • non si deve lisciare la palla mentre è in campo;
  • ogni giocatore può fare solo tre tocchi (comprensivi del tiro in porta).

Una miniatura sarà mossa posizionando il dito indice o medio di qualsiasi mano in prossimità della stessa, colpendo con l’unghia qualsiasi parte della sua base. Non è permesso toccare la parte superiore della miniatura (la figura) quando si esegue un colpo.
Le miniature non possono essere sospinte, trascinate, accompagnate, né può essere sfruttata leva o supporto con qualsiasi superficie eccetto quella di gioco. La miniatura colpita lascerà immediatamente l’unghia del dito usato. La mano del giocatore ed il suo avambraccio non possono muoversi durante il colpo. Un colpo a punta di dito sarà considerato eseguito se un giocatore ha toccato una qualsiasi parte di una qualsiasi miniatura.

Dal regolamento ufficiale. REGOLA 1 (COLPO A PUNTA DI DITO)
Subbuteo dito finger

Le norme sono ovviamente più rigide se si gioca all’interno della Federazione: in Italia FISCT (Federazione Italiana Sportiva Calcio da Tavolo); nel mondo: FISTF (Federation International Sports Table Football).

Nel calcio da tavolo l’Italia ha ottenuto più volte il titolo di Campione del Mondo.

Oltre al Mondiale, ogni Paese organizza anche due Open e un Gran Premio.

Il Campionato europeo si tiene invece ogni anno (è la Coppa dei Campioni, il torneo più importante di tutti), a cui accedono due squadre per ogni nazione.

Le scatole del gioco sono spesso personalizzate e dedicate alle squadre reali, così da soddisfare le esigenze dei tifosi più appassionati. Come quelle di Milan e Juventus, ad esempio. Anche in versione retrò.

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Chi ha inventato i puzzle? https://cultura.biografieonline.it/puzzle/ https://cultura.biografieonline.it/puzzle/#respond Thu, 14 Jan 2016 17:10:23 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=16275 Appassiona da sempre i più piccoli ed è un hobby coinvolgente per gli adulti. Stiamo parlando del puzzle, il gioco da tavolo che consiste nel ricomporre un’immagine, incastrando fra loro tasselli di cartone rigido di piccole dimensioni e varie forme.

puzzle

Etimologia

L’etimologia del termine puzzle è incerta; è comunque un termine di origine inglese, che significa “rompicapo”, introdotto in Italia intorno al XX secolo. Inizialmente, veniva utilizzato per rappresentare un’ampia gamma di rompicapi, giochi di difficile soluzione, rebus, enigmi, come per esempio anche le parole crociate.

L’inventore del puzzle

Le origini dei puzzle risalgono al 1760 circa quando, in Inghilterra, a Londra, l’incisore e cartografo John Spilsbury ideò un metodo alternativo di insegnare la geografia ai bambini: le mappe, le cartine (o altri soggetti legati alla storia e alla religione) venivano incollate, o addirittura dipinte, su tavole di legno, le quali venivano successivamente tagliate in piccoli pezzi. Questo rompicapo aveva quindi un ruolo educativo; il suo utilizzo era prettamente scolastico: aveva l’obiettivo di istruire i bambini su argomenti come la storia, la geografia e la religione. Successivamente, nel XIX secolo, i soggetti raffigurati iniziarono a cambiare e comparvero animali, soggetti legati alle fiabe e incoronazioni di re e regine.

puzzle Spilsbury

Perché regalare un puzzle?

Le ottime motivazioni per scegliere di regalare un puzzle sono numerose; è un regalo gradito per bambini, giovani, adulti ed anziani, poiché non ha mai perso il suo fascino originale. Esso rappresenta una fonte di apprendimento e allenamento per il cervello, stimola la capacità di osservazione e la manualità nel bambino, soprattutto se il puzzle ricompone le immagini del cartone animato preferito. Negli adulti, dedicarsi con calma alla risoluzione di uno di questi rompicapi, può aiutare ad allontanare lo stress, rallentando i ritmi frenetici della vita quotidiana; mantiene il cervello in attività e risveglia lo spirito di osservazione. Chi ama le sfide, troverà sicuramente pane per i suoi denti, soprattutto cimentandosi con uno composto da migliaia di pezzi. E, una volta finito, la figura può essere incorniciata ed utilizzata per arredare le pareti della propria casa, con la possibilità di scegliere tra svariati soggetti raffigurati, tra cui paesaggi, animali, personaggi famosi e riproduzioni di opere d’arte.

Puzzle in commercio

I puzzle moderni vengono realizzati incollando una fotografia su un supporto di cartone rigido, che viene successivamente tagliato nei vari pezzi che compongono il quadro. La precisione con la quale vengono realizzati i tasselli è di fondamentale importanza, poiché la loro forma particolare potrebbe costituire l’unica agevolazione nel riuscire a collocare i tasselli nella giusta posizione, soprattutto nei puzzle monocromatici.

Tipi di puzzle

Oltre a quelli classici di cartone, in commercio ne troviamo di svariate tipologie: quelli di “simil legno”, realizzati con un materiale che riproduce le venature del legno; quelli ad “effetto sabbia”, utilizzati per esempio per rappresentare scenari africani; ci sono poi i puzzle fluorescenti, la cui superficie si illumina al buio. Disponibili anche quelli tridimensionali, ancora più realistici, nei quali bisogna ricostruire una forma solida, come la riproduzione di un monumento famoso; esistono inoltre i puzzle-ball, costituiti da pezzi arrotondati che, incastrati nel modo corretto, formano un oggetto sferico. Nel corso degli anni, i puzzle hanno subito diverse trasformazioni per quanto riguarda materiali, forme e immagini raffigurate. Il numero dei tasselli che compongono un puzzle possono variare da poche decine, indicato per i più piccoli, a diverse migliaia.

Immergetevi in questa avventura, armatevi di una buona dose di pazienza e la vostra longevità mentale ne trarrà sicuramente giovamento!

puzzle

 

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